Episoder
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In questa puntata: l'ospite Boris Schumacher (de ilbelcinema.com) parla del nuovo film di Gabriele Muccino, con Claudio Santamaria, Pierfrancesco Favino, Kim Rossi Stuart, Micaela Ramazzotti: amicizia (e amore) lungo quarant'anni, con la storia d'Italia sullo sfondo, per un lavoro che è un po' il "C'eravamo tanto amati" di un regista il cui stile consolidato, tra il piacere nell'usare la macchina da presa, il ritmo che sa infondere e la temperatura emotiva che fa salire, è da "prendere e lasciare", ma qui firma uno dei suoi film più sinceri, a cui ci si può lasciare andare, forte di un buon cast. Poi, un film rumeno vincitore al festival di Berlino nel 2013, con protagonista una donna benestante, sicura di sé, con un figlio adulto che ne patisce enormemente il peso nella sua vita: quando l'uomo si macchia di un investimento mortale, lei si attiva per lui -pianificando e cercando di corrompere-, ma è un evento destinato a incrinare qualcosa nella donna, nel suo modo di pensarsi e di agire, nel rapporto con il figlio insofferente. Un dramma realistico e controllato, che a partire dal privato accenna allo status quo di un paese -di una classe- in cui l'"intrallazzo" è normale e che, complice un finale toccante, lascia qualcosa allo spettatore.
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In questa puntata: Aldo, Giovanni e Giacomo involontariamente in vacanza tutti assieme con le rispettive famiglie e il loro carico di problemi e tensioni più o meno nascoste, in un film -non dei loro più riusciti- estivo ma piuttosto dolceamaro nel quale cui i tre hanno modo di riproporsi attraverso i loro personaggi tipo e la loro umanità, tra una dimensione più corale -con spazio alle tre "consorti"- , tentazioni di road-movie e le partecipazioni di Michele Placido e... Massimo Ranieri.
Poi, uno sguardo ad alcuni lavori "alimentari" dell'ultima parte di carriera di Buster Keaton, che si adattò a girare (anche) cortometraggi di carattere pubblicitario, aziendale, industriale: lo vediamo prima in viaggio nel tempo per riuscire a scattare una fotografia all'amata con una macchina maneggevole, poi attraversare il Canada da solo a bordo di uno "speeder" sui binari della ferrovia -corto a cui è abbinato un dietro le quinte che mostra un Keaton... parlante e creativo, durante le riprese e fuori set-, infine il suo ultimo ruolo. una sorta di ispettore che si reca in un cantiere per cercare di far rispettare le norme inerenti la sicurezza sul lavoro, creando però danni.
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Manglende episoder?
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In questa puntata: un omaggio a Federico Fellini attraverso il tributo che gli dedicò Ettore Scola, che nel suo ultimo film si concentra soprattutto sul periodo di formazione del ragazzo riminese a Roma nella redazione della rivista "Marc'Aurelio", popolata da personalità che poi faranno del cinema (come Ruggero Maccari), raccontando -e chiacchierando- così anche di sé, in libertà. Poi, uno dei primi film diretti da Lucio Fulci, che con piglio scatenato racconta della lotta dei nuovi cantanti (...del 1960) per emergere e... dare una buona immagine di sé, contrastati dalla televisione conservatrice: fra i "musicarelli" più interessanti, con Mina, Adriano Celentano e un divertente bacchettone impersonato da Mario Carotenuto.
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In questa puntata: Boris Schumacher (del sito ilbelcinema.com) commenta l'acclamata nuova trasposizione del romanzo di Louisa May Alcott con cui Greta Gerwig si afferma come regista, un lavoro un po' classico un po' moderno, con un ottimo cast -che comprende Saoirse Ronan e la più che emergente Florence Pugh-. Poi, nell'anno del "Titanic" di Cameron, una storia che tocca quella del translantico, con un operaio che soffre per una storia d'amore soltanto sfiorata con una cameriera imbarcata e poi probabilmente morta, e utilizza l'immaginazione per inventare quel che non gli è accaduto, diventando un "attore" di successo... compagna permettendo: un capitolo da riscoprire nella filmografia di Bigas Luna, all'insegna di un erotismo questa volta mentale, con una densa storia sui temi del desiderio, della menzogna, del narrare.
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Questa volta: con Edoardo Peretti (di Mediacritica e Cineforum) si parla del nuovo discusso film di Gianni Amelio, con un Pierfrancesco Favino all'altezza degli impegnativi panni di un Bettino Craxi "esule" in Tunisia, tra i confronti personali del personaggio, le suggestioni simboliche e oniriche del regista e l'eco delle rappresentazioni al cinema di Aldo Moro. Poi, Ugo Tognazzi omosessuale con un gusto per il travestimento (in casa), stretto fra l'aiutare la figliastra "scapestrata" e l'oppressiva attenzione di un commissario, in un film tra dramma e commedia di Vittorio Caprioli, che al cinema è stato grande caratterista ma merita qualche considerazione anche dietro la macchina da presa. Infine, con Alberto Farina (consulente di programmazione e volto di RaiMovie -con "Movie Mag"-) si parla della prima fase nella carriera del padre Corrado Farina, quando si divertiva con corti, qualche volta umoristici altre volte più ambiziosi, girati in 8mm: focalizzandosi poi su uno dei migliori, un distillato di vita quotidiana distopica, fra lavoro e casa, di una famiglia.
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In questa puntata: con Emanuele Rauco (selezionatore per il festival di Venezia e critico cinematografico -ilsussidiario.net-) affrontiamo l'ultima fortunata fatica di e con Checco Zalone, che facendo andare il suo personaggio, per sfuggire al fisco, in un'Africa da cui poi sarà nuovamente costretto a emigrare con alcuni compagni di viaggio, alza le sue ambizioni tematiche e "cinefile", cercando di comunicare in modo non accomodante con l'italiano medio. Poi, l'omaggio a una regista (ma non solo) italiana, attraverso il suo lavoro più famoso -uno dei pezzi importanti del "free cinema" inglese, con protagonisti due amici sordomuti nell'East End londinese- e un film a episodi, che nei primi anni '60 indaga su ipocrisie e costumi sessuali subiti dalla donna, a cui partecipò e che ne conferma l'interesse per l'infanzia.
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In questa puntata: Fabrice Luchini critico letterario che indaga, insieme alla figlia del presunto scrittore, sul vero autore di un bestseller-rivelazione trovato in una biblioteca di testi mai pubblicati, il tutto in una commedia gialla ad alta godibilità. Poi, il Monsieur Hulot di Jacques Tati alle prese con una straordinaria automobile da presentare a una fiera... traffico permettendo, nell'ultimo film in cui compare l'iconico personaggio, che questa volta si fa improbabile progettista guidandoci in una satira gentile ma chiara del culto della tecnologia, del "progresso" e dell'auto.
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In questa puntata: l'amore fra una pittrice e la ragazza di cui esegue il ritratto per presentarla al marito che le è imposto, nell'acclamato film di Céline Sciamma ambientato su un'isola nel XVIII secolo e incentrato sul tema dello sguardo. Poi, uno dei pochi film non sperimentali interpretati da Nico, nei panni di un'aspirante, triste ballerina che si dà allo strip-tease: una commedia amara (condita di nudi... o quasi) forte dell'ambientazione parigina e con lo zampino di Serge Gainsbourg.
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In questa puntata: dall'ArteKino Festival un riuscito film serbo fra dramma e thriller, con una donna che non smette di cercare il figlio scomparso dopo la nascita, "ufficialmente" morto ma non secondo lei. E' semplicemente fissata o ha ragione a non rassegnarsi, in un paese le cui ombre del recente passato stanno sotto un tappeto? Poi, dalla Germania una commedia sotto forma di mediometraggio che fu un piccolo caso negli anni 90, diretta da una donna e con due amiche protagoniste, una più dedita al lavoro e l'altra più propensa a cercare uomini. Infine, un cortometraggio con protagonista assoluta una giovane attrice chiamata a raccontarsi in un provino... ma un colpo di scena incombe.
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Con l'apporto di Edoardo Peretti (di Mediacritica) torniamo sull'ultimo TFF, parlando dei film: "Sofà" di Bruno Safadi, "La Gomera" (aka "The Whistlers" aka "Fischia!") di Corneliu Porumboiu, "The Lodge" di Severin Fiala e Veronika Franz, "Tito" di e con Grace Glowicki, "A White, White Day" di Hlynur Palmason, "Mientras dure la guerra" ("While at War") di Alejandro Amenábar.
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Questa volta: una prima carrellata su una manciata di titoli in programma al TFF. I titoli: "Algunas bestias" con Alfredo Castro, "Le choc du futur" di Marc Collin con Alma Jodorowsky, "Ms. White Light" con Roberta Colindrez, "Raf" con Grace Glowicki, "Dio è donna e si chiama Petrunya" (a dicembre al cinema) di Teona Strugar Mitevska, "El Hoyo/The Platform" di Galder Gaztelu-Urrutia.
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In questa puntata, due film datati 2015. Nel primo, un ex soldato ora bodyguard (Matthias Schonaerts) della moglie (Diane Kruger) di un uomo d'affari deve far fronte al proprio stress post traumatico e a dei misteriosi malintenzionati, nell'isolamento di una grande casa: tra thriller e osservazione di un personaggio -anzi due-, un film innervato di una non banale tensione. Poi, Valerio Mastandrea liquidatore di manager nocivi alle prese con due giovanissimi eredi di un'azienda e con una ragazza straniera che gli piomba in casa, in un film di Gianni Zanasi che pur non essendo davvero riuscito ha qualche carta che fa simpatia.
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Questa volta: con l'ospite Edoardo Peretti (di "Cineforum") si parla dell'ultimo film (vincitore a Cannes) di uno dei principali registi sudcoreani, Bong Joon-ho, una commedia grottesca in cui la lotta di classe si esplica nella "conquista" di una famiglia benestante da parte di una famiglia che non lo è, ma a trionfare è il tutti contro tutti. Poi, un crime-movie all'italiana con un Fabio De Luigi serio, basato su un vero colpo effettuato da impiegati delle poste che si appropriarono di miliardi scambiandoli con cartaccia: colpo che riesce... ma le cui conseguenze si fan sentire subito. Infine, l'esordio alla regia di un'attrice spagnola, anche protagonista, su una immigrata in difficoltà economiche in una New York affollata e con qualcosa di infernale, che accetta un misterioso "lavoro" in cui sembra non si debba far nulla per guadagnare bene.
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Questa volta: una giovane sposa (Samara Weaving) che trascorre la prima notte a giocare -è tradizione- a un nascondino di morte braccata dalla nuova famiglia, in un film tra cattiverie, gore e humour. Poi, un quasi cult di metà anni 2000, l'esordio alla regia della multiforme Miranda July, qui anche sceneggiatrice e attrice in un film dolce e "imprendibile", con un gruppo di personaggi e rapporti interpersonali tra incertezze e aneliti a un pezzo di felicità.
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Questa volta: con l'ospite Laura Da Prato (collaboratrice della rivista Inland) uno sguardo all'ultima edizione del festival catalano del cinema fantahorror da parte di una frequentatrice abituale, tra ospiti (come Nicolas Cage) e film in anteprima (come "Color Out of Space" di Richard Stanley). Poi, una commedia greca molto nera, scritta con lo sceneggiatore abituale di Yorgos Lanthimos, su un uomo che, appagato dalla compassione che riceve finché la moglie è in coma, quando lei torna a casa vuole continuare a essere compatito. Infine, un film tra finzione e documentario dalla regista di "Un'ora sola ti vorrei", che indaga -con la testimonianza di alcune madri e Charlotte Rampling che si avvicina a una giovane mamma sofferente (interpretata da Elena Radonicich) - sul lato pesante della maternità e la depressione post parto.
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Questa volta: quattro attempati (ex) artisti si ritrovano in una casa di riposo, nella quale arrivano dei profughi e che potrebbe chiudere, anche se grazie a un loro show forse no. I quattro sono i Gatti di Vicolo Miracoli, capitanati da Jerry Calà, che tornano con un filmetto onesto, approdato direttamente online dopo anni di attesa. Poi: la vera storia della focacceria di Altamura che era riuscita a scacciare il nuovo McDonald's cittadino, in un documentario a base di testimonianze e con un po' di fiction, reso anche più simpatico dalla partecipazione di Renzo Arbore e Lino Banfi.
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Questa volta: con Raffaele Picchio (regista di "Morituris" e "The Blind King", recensore per il sito ilcineocchio.it) parliamo della quinta volta di Sylvester Stallone nei panni del reduce del Vietnam, che sconfina in Messico per riportare indietro una fanciulla costretta a prostituirsi e poi aspetta che i brutti ceffi arrivino a lui per eliminarli giocando in casa (in tutti i sensi): un b-movie semplice, dalla dubbia utilità ma di una ferocia gore notevolissima. Poi, la prima volta al cinema di alcuni degli autori -e attori, come Alessandro Tiberi- della serie "Boris", con una commedia che ti tira dentro, protagonista un ragazzo che deve prestare servizio civile in un piccolo mondo a sé: una comunità per disabili, fra la solidarietà coi colleghi, le difficoltà con i turni e i non facili ospiti, e anche l'amore.
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Questa volta: con Edoardo Peretti si parla di un melò brasiliano con due sorelle che, una volta divise, continueranno a cercarsi, nel Brasile maschilista degli anni '50. Poi, l'esordio di una regista italiana con un film sulla crisi economica e le scelte che forza a fare in tre personaggi, con un monte dei pegni come luogo centrale. Infine, per il "Freak Show", un horror del 1986 scritto da Clive Barker, con protagonista il "particularly nasty demon" del suo titolo.
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In questa puntata: con l'ospite Edoardo Peretti (Mediacritica, Cineforum) tocchiamo alcuni film, in concorso e non, presentati all'ultima mostra internazionale d'arte cinematografica di Venezia -"Ad astra" di James Grey con Brad Pitt, "Storia di un matrimonio" di Noah Baumbach con Adam Driver e Scarlett Johansson, "L'ufficiale e la spia" di Roman Polanski, "Ema" di Pablo Larraín, "The Laundromat" di Steven Soderbergh con Meryl Streep e Antonio Banderas, "La verité" di Hirokazu Kore-eda con Catherine Deneuve, "About Endlessness" di Roy Andersson, "La mafia non è più quella di una volta" di Franco Maresco, "Effetto domino" di Alessandro Rossetto, "Martin Eden" di Pietro Marcello con Luca Marinelli, "Giants Being Lonely" di Grear Patterson, "Blanco en blanco" di Theo Court, "Atlantis" di Valentyn Vasyanovych, "Sanctorum" di Joshua Gil-.
Poi, per il "Freak Show", il primo di due film che coinvolsero alla sceneggiatura lo scrittore Clive Barker (nei "trivia" di Imdb si legge: "Clive Barker hated the film"): "Underworld", una pellicola molto anni '80, che richiama l'estetica di Dario Argento, nella quale la ricerca di una donna rapita porta a scoprire una genìa di creature deformi che vivono nei sotterranei cittadini...
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Questa volta parliamo di un film il cui protagonista, in crisi con la compagna, si sposta da un appartamento all'altro (di genitori e amici) venendo più a contatto coi problemi delle altre coppie, nell'attesa di un cambiamento, di una decisione. Una commedia in cui si sorride e ci si emoziona, che parla di instabilità e insoddisfazione (esistenziale, sentimentale, lavorativa: le cose sono intrecciate) attraverso una scrittura adeguata: un film piccolo ma non troppo, dal regista di "Short Skin", con la partecipazione di Thony... e Brunori SAS.
Poi per il "Freak Show" un horror slasher con la partecipazione di note pornoattrici (come Jenna Jameson), in cui vediamo studenti in pericolo per via di un mutante e di credenze antiche in uno scenario idilliaco che diventa da incubo: un film sfortunato di cui esistono due edizioni, una ufficiale e l'altra meno. - Vis mere