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    #dieta


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    ciao e bentornato sul canale. se mi segui sai che sono allergico alle diete. sono secondo me delle ricette pronte che vanno molte volte bene, ma che non funzionano su tutti. perche’ ogni persona ha un suo metabolismo personale. senza dovere scendere nei dettagli medici, che non sono di mia competenza, diciamo che non tutti reagiamo agli stessi stimoli, allo stesso modo. ma anche se una dieta possa avere buone chance di funzionare sul nostro organismo, non e’ detto che possa avere i risultati sperati. ed oggi ti voglio dare degli spunti di riflessione, dandoti 5 motivi per cui una dieta non poterbbe funzionare.


    abbasso le diete ed invece evviva il piano alimentare personalizzato. ma detto questo, e’ palese comprendere che una dieta, arrivando con una serie di regole e consigli standardizati, puo’ risultare di piu’ facile assimilazione ed attuazion, proprio perche’ si hanno delle informazioni che se seguite step dopo step, ci portano ad un risultato. come anticipavo prima, escludero’ i motivi per i quali la dieta non funzioni a causa di motivi metabolici, o intrinsechi del soggetto che la attua. ma mi concentrero’ su 5 errori fondamentali sia organizzativi che motivazionali, che invece possono andare ad inficiare in maniera corposa i risultati di una dieta. e credo che formalmente queste problematiche, siano attualizzabili a tutte le problematiche della vita. dal lavoro, alla vita privata e cosi via. bene partiamo.


    il primo errore e’ la mancanza di un obiettivo. molte volte infatti si tende a dire “devo perdere peso”, ma ci si concentra poco su quanto peso ed in quanto tempo. in questo modo si perde la misurabilita’ dell’evento. se io mi metto in testa che devo dimagrire punto e basta, ma non mi pongo un strategia, parto male gia’ in partenza. ad esempio il mio obiettivo potrebbe essere di perdere 20 kg in 20 mesi. oppure entrare nel mio vestito preferito per il matrimonio di mia sorella. non importa quale sia il nostro target finale, ma la cosa importante e’ che abbiamo la cosa bene in testa e meglio ancora la possiamo scrivere su carta, magari mettentola bene in vista, per avere sempre a mente quale e’ effettivamente il motivo per il quale abbiamo iniziato.



    la conferma continua dell’obiettivo, fa parte di molte tecniche di realizzazione personale in ambito lavorativo e di crescita personale e sicuramente puo’ essere tutto applicato anche alla alimentazione. un secondo errore e’ la mancanza di realta’ e con questo mi riferisco che se ci si da un obiettivo, bisogna darselo fattibile, realizzabile. volere perdere 30 kg in 3 mesi e’ una cosa non fattibile ed in ogni caso poco salutare. bisogna per cui pianificare delle azioni che siano facilmente perseguibili e realizzabili, senza che queste impattino sul nostro morale, sulla nostra salute e sulla vita di tutti i giorni. ed il fatto di darsi obiettivi realizzabili tende ad aumentare la nostra autostima e di conseguenza anche la nostra determinazione. i successivi sacrifici, o azioni volte a realizzare il nostro obiettivo, ci risulteranno meno pesanti e piu’ fattibili.


    e poi ripeto, anche se fossimo in grado di darci delgli obiettivi grandiosi, il fatto che queste possano impattare negativamente sulla nostra salute, e creare scompensi, magari cronici, non giustificano la fretta. se per lungo tempo siamo stati in sovrappeso, o sottopeso, attendere qualche mesetto in piu’, non fara’ male a nessuno. anche se capisco il profondo aspetto psicologico che questo possa creare, darsi obiettivi reali e fattibili, e’ il modo migliore.

  • #healthmefood #alimentazione #pistacchio



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    Un albero che puo’ vivere fino a 300 anni questa e’ l’eta’ massima che l’alberto che ci dona questa favola di sapore, profumo e tanti vantaggi nutrizionali. Ora andiamo a vedere tutto tranquilli. E che puo’ spingersi anche fino a 10 metri di altezza, anche se in media si parla di 5 o 6 metri. Il frutto, una drupa, contiene questi semi oleosi.



    E’ superfluo confermare che il pistacchio si puo’ consumare crudo, di gran lunga il metodo migliore, tostato e salato, quello che considero da usare con moderazione e poi ovviamente ingrediente favoloso in numerose preparazioni. Accennavo il gelato, ma pensate anche ai salumi, come la mortadella, oppure ai torroni o utilizzati come salse. Anche un abbinamento con la pasta. Ad esempio ogni tanto li faccio con gli gnocchi di ricotta e spinaci assieme ad un condimento di gorgonzola.



    Non propriamente un piatto light, ma molto molto buono. Fanno chiaramente parte di frutta secca e semi oleosi e come tale sono ricchi di grassi, di ottima qualita’ e altamente calorici. Ma siccome non se ne mangiano a vagonate di solito, mi raccomando tranquillo, che non devi evitare i pistacchi a causa del loro apporto calorico, perche’ vengono con tante soprese. Da limitarne il consumo, solo se si e’ in una situazione di sovrappeso eccessivo oppure obesita’ o anche, se si consumano quelli tostati, che solitamente sono salati, nel caso si soffra di ipertensione. In italia abbiamo una piccola nicchia produttiva, il famoso pistacchio del bronte dop, ma siamo solo una piccola parte della produzione mondiale. Nel mondo si producono quasi un milione e 400 mila tonnellate annue di pistacchio. Quasi la meta’ viene prodotta in iran, con circa 550 mila tonnellate.


    I primi tre paesi produttivi, e cioe’ iran, stati uniti e turchia producono l’85% di questo tonnaggio. In pratica si potrebbe definire un monopolio di questi paesi. Quando viene raccolto, viene liberato del mallo e fatto essiccare per aumentarne la durata di conservazione, e poi viene mandato alle varie linee produttive. Curiosita’, non proprio felice, e’ il fatto che la cattiva conservazione in silos o containers, sono inclini all’autocombustione in quanto data la alta percentuale di grasso e la scarsa presenza di acqua, i gusci possono surriscaldarsi e creare incendi, soprattutto se conservati assieme a parti dell’albero. Assieme ad altra frutta a guscio, data la sua composizione nutrizionale, potrebbe abbassare i rischi di sviluppare malattie cardiache.


    Basta non esagerare ovviamente, ma i classici 30 grammi di noci e semi oleosi al giorno, inclusi anche i pistacchi, sono una ottima fonte di grassi di ottima qualita’. Come definire il pistacchio invece a livello nutritivo? Bene partiamo come sempre dai macro nutrienti e poi andiamo alle vitamine ed ai sali minerali. Come menzionavo all’iniizio si tratta di un alimento molto calorico, con 100 grammi che apportano poco piu’ di 560 kcal. Contengono poca acqua, circa 4 grammi e circa 10 grammi di fibre. Sono una fonte enorme di grassi, con quasi 45 grammi e mezzo di grassi. Di questi solo 5 grammi e mezzo sono saturi, mentre per la restante parte, ci troviamo di fronte solo a grassi di ottima qualita’ ed in particolare 2 grammi di mono insaturi e 13.8 circa di poli insaturi. Dei monoinsaturi principalmente si tratta di acido oleico un grasso della serie omega 9 ed acido linolenico per quanto riguarda i poli insaturi, acido della grasse omega 6. Gli acici grassi saturi sono prevalentemente stearico e palmitico.




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    Foto di falco da Pixabay

  • Puuttuva jakso?

    Paina tästä ja päivitä feedi.

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    #spinaci


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    Popeye the sailor, meglio conosciuto in Italia come braccio di ferro, era solito, per aumentare la propria forza in maniera spropositata, quasi insuperabile. una cosa molto interessante, ed utilizzata da tutte le mamme dell’epoca, per fare mangiare un pochino di verdura a noi bambini. le mamme erano poi convinitissime e forse lo sono tutt’ora, che gli spinaci contengano tantissimo ferro. piu’ di qualsiasi altro alimento? cosa ci sara’ di vero? oggi andremo a vedere questo alimento, che a me piace molto. per cui oggi parliamo degli spinaci.



    Spinacia oleracea, questo il nome botanico, o meglio conosciuti, fra noi amiconi, come spinacio, si tratta di e’ un vegetale a foglia verde, originari dell’asia occidentale e centrale, trasportati dalla antica persia in nepal ed in cina, dove poi la produzione ha attecchito particolarmente. ed anche qui i cinesi la fanno da padrona. infatti delle 26 milioni di tonnellate circa annue, la cina ha una produzione mondiale del 90% circa.


    Quasi 24 milioni sono infatti di provenienza cinese. gli spinaci consumati freschi o entro pochi giorni dalla raccolta, mantengono essenzialmente tutte le loro proprieta’ nutritive, che pero’ vanno a svanire entro pochi giorni. per preservarne il piu’ possibile le qualita’ nutrizionali, solitamente vengono venduti sotto forma di surgelato. infatti, anche se tenuti nel banco frigo, di solito entro 8 giorni, sono quasi completamente svuotati delle proprieta’ nutritive. sono un alimento utilizzatissimo in cucina, dotati di forte versatilita’. possono essere consumati crudi in insalata, lessati, saltati con il burro, o aggunti a degli impasti. io per esempio sovente preparo degli gnocchi fatti di spinaci e ricotta.



    Oppure sono un ottimo contorno per carni, pesce e cosi via. molte volte si trovano anche in polvere, sia sotto forma di farina, ma anche facente parte di integratori alimentari. sono prevalentemente fatti di acqua e per cui svolgono una importantissima azione idratante per le nostre cellule, oltre al fatto di essere molto importanti per altre funzioni fisiologiche. il contenuto di acqua puo’ arrivare ad essere anche il 91%. motivo per il quale, quando li andiamo a cuocere, un kg, si trasforma prevalentemente di un agglomerato della grandezza di una boccia da dopolavoro. se proprio dobbiamo cucinarli, sarebbe opportuno farlo a fuoco dolce e, cosa molto piu’ importante, di non buttare l’acqua che hanno buttato fuori, ma di utilizzarla, magari addensandola con un pochino di amido di mais o altro ingrediente a piacere, per non andare a perdersi tutte le sostanze nutrienti che possono essere passate in soluzione.



    Essendo cosi ricchi di acqua, sono gia’ poco calorici in partenza, ed inoltre data la presenza di acqua e fibra alimentare, sono un ottimo alleato per le diete, in quanto tendono a fare percepire un senso di sazieta’, prima di altri alimenti. ovvio che non basta solo questo, ma ci siamo capiti. mangiare per cui una porzione di 150 / 200 grammi di spianci cotti, o di 60 / 70 grammi di spinaci crudi, dovrebbe andare a portarci delle proprieta’ similari, sotto l’aspetto nutrizionale. ma se vuoi seguire un consiglio spassionato, anzi passionato, mangiali crudi.



    Nella cultura popolare, vengono fatti passare come un alimento ricchissimo di ferro, se non il piu’ ricco in assoluto, ma in realta’ non e’ cosi. l’errore nasce dalla compilazione di una delle prime versioni delle tabelle nutrizionali. uno zero di troppo e l’errore e’ proprio li. da tenere pero’ in considerazione, che fra gli ortaggi, sono sempre quelli con maggiore contenuto di ferro, avendone 2.9 milligrammi per ogni 100 grammi.



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    Foto di Evita Ochel da Pixabay

  • #healthmefood #alimentazione
    #grassi


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    I grassi. il terrore di ogni essere umano. non si sa perche’. che poi e’ una cosa ciclica. prima i grassi, poi i carboidrati, fra qualche anno saranno le proteine, poi chi lo sa. andiamo a vedere nel dettaglio cosa fanno i grassi, quali sono quelli considerati buoni e quali vengono definiti cattivi ed in che cibi trovarli.


    Cosa sono i grassi o lipidi? Sono dei composti organici largamente diffusi in natura. non essendo solubili in acqua vengono definiti idrofobici. se hai mai fatto la prova di aggiungere dell’olio in un bicchiere d’acqua, vedrai che questo non va in soluzione assieme all’acqua, ma tende a rimanere separato.



    Come molti dei composti organici, fondamentalmente sono costituti da 3 elementi. Idrogeno, carbonio ed ossigeno ai quali possono aggiungersi altre molecole, che vanno a creare una serie di lipidi piu’ complessi. ad esempio la membrana cellulare e’ composta da fosfolipidi e per cui ai 3 amichetti sopra menzionati, si vanno ad aggiungere delle molecole di fosfato.



    Come tutti sanno, sono una fonte importantissima di energia. ma non fanno solo quello. partecipano anche a molte reazioni chimiche, come a coadiuvare l’assorbimento delle vitamine liposolubili, a regolare i processi metabolici cellulari, ad isolare noi ed i nostri organi da temperatura e traumi ed ovviamente ad essere una forma di energia importante, con 9 kcal sviluppati per ogni grammo di grasso. ma quali tipi di grassi abbiamo? quali sono utili e quali no? ed in che alimenti li andiamo a trovare?

    In linee genreali, se dividiamo i grassi in macro aree, ne abbiamo di tre tipi.
    I grassi semplici, i grassi complessi ed infine i grassi derivati. della categoria dei grassi semplici i piu’ famosi sono i trigliceridi che sono praticamente quasi la totalita’ del grasso delle cellule dell’adipe, occupandone quasi il 95%.



    Ma di questa famiglia fanno parte anche cere e terpeni. I terpeni sono prevalentemente provenienti dal mondo vegetale ed in particolare sono quei lipidi che danno profumo a piante e fiori. ma anche il mondo animale ne e’ fonte importante, ad esempio il fegato di squalo od in alcuni insetti.



    Le cere sono invece esteri di acidi grassi e sono di provenienza mista animale e vegetale. lo scheletro di molti insetti, come il piumaggio degli uccelli cosidetti acquatici e lo strato che protegge alcuni vegetali, sono cere. lanolina e cera dapi sono quelle piu’ conoscoiute.


    I trigliceridi sono invece una cosa a parte. come dicevo prima sono quelli piu’ abbondanti e sono sia di origine animale che vegetale. pur essendo un grasso importantissimo, la sua concentrazione nel sangue deve essere mantenuta sotto controllo per evitare lo sviluppo di malattie cardio vascolari. questi vengono per cui da formaggi, carne, pesce, olio da condimento.



    Fra i grassi complessi abbiamo i fosfolipidi e le glicoproteine. i primi fanno parte delle membrane cellulari, che a loro volta sono importanti per la regolazione dell’assorbimento delle lipoproteine e per cui per il controllo delle sostanze che possono entrare ed uscire dalla cellula. i grassi derivati fanno parte i grassi saturi ed instaturi, che sono gli acidi grassi. di questi troviamo acido oleico, linolenico, linoleico, il colesterolo ed anche tanti ormoni maschili e femminili.



    Basterebbe gia’ questo per dire, grasso e salute, non sono per forza ossimori anzi a volte sono una simbiosi importantissima. discorso diverso e’ invece il fattore calorico. non importa che la provenienza sia animale o vegetale, se ne andiamo a magniare troppi, essendo piu’ calorici, tendono a farci raggiungere il nostro fabbisogno energetico piu’ velocemente.

  • #healthmefood #alimentazione #funghi

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    Quando si parla di questo favoloso alimento, anzi di questa miriade di alimenti che vanno sotto il nome generico di funghi, si incontra un certo scetticiscmo in molte persone, che hanno paura di beccarne uno mortalmente velenoso, oppure quelle persone che ne mangerebbero tutti i giorni. poi c’e’ chi se li trova sotto le piante dei piedi, ma quelli sono altri tipo. battuta scema a parte oggi parliamo del mondo dei funghi. anche se originariamente erano annoverati fra le piante, i miceti, detti comunemente funghi, in realta’ sono un regno a parte, che include anche muffe e lieviti, e possono essere organismi eucarioti, sia di natura unicellulare che pluricellulare. non essendo piante non possono prodursi il sostentamento tramite la fotosintesi clorofilliana, ma sono infatti organismi eterotrofi e cieo’ si nutrono di composti o sostanze di tipo organico, che vengono trasformati da altri organismi e che solo a quel punto possono essere usati come sostentamento. per questo motivo non possiedono tessuti che contengono la linfa, come invece hanno le piante. ultimo piccolo fattore determinante e’ che per riprodursi devono spargere le loro spore ed anche in questo caso, essendo un regno a parte, non hanno niente in comune col sistema riproduttivo, sia del regno vegetale, che del regno animale. che vita triste che fanno i funghetti. ci sono centinaia di migliaia di specie di funghi al mondo, ma solo un migliaio circa sono quelli commestibili, quelli prevalentemente visibili ad occhio nudo, anche perche’ la maggior parte dei funghi sono di natura microscopica, o comunque invisibile all’occhio umano, date le minime dimensioni. fra di questi, anche se prima facevo una battuta, ci sono anche i cosiddetti funghi patogeni, quelli che ad esempio causano le varie micosi, come il piede dell’atleta o la tigna. ma qui si parla di funghi mangerecci e per cui sorvoliamo questo aspetto. inoltre e’ da ricordare che non tutti i funghi sono commestibili, ma ce ne sono decine mortali e molti altro comunque velenosi, anche se non mortali. 30 grammi di una amanita falloide fresca possono portare alla morte un essere umano adulto. per cui sarebbe il caso fare sempre verificare i funghi raccolti da un esperto della asl. per quanto riguarda invece quelli che acquistiamo nei supermercati, quelli non provengono mai da un raccolto fatto nel sotto bosco, ma sono coltivati o “allevati” come molti dicono, anche se non credi si possa allevare un fungo. per cui non c’e’ nessuna pericolosita’ per queste specie. per completare il discorso della velenosita’, per il fatto che i funghi rilasciano spore, e possibile contaminare un raccolto di funghi buoni, se nello stesso cestello del nostro raccolto, ci mettiamo anche un solo fungo velenoso. per cui sarebbe meglio acquistarli secondo me. cosa rende i funghi particolarmente importanti per la nutrizione umana? tantissime cose.

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  • #healthmefood #alimentazione #riso

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    LINK E STUDI CONSULTATI:

    http://www.treccani.it/enciclopedia/riso
    https://www.risoitaliano.eu/la-coltivazione-del-riso/
    https://www.gazzettaufficiale.it/eli/id/2017/09/07/17G00145/sg

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    se mi segui da un pochino sul canale, sai che sono un italiano atipico. non mi piace tanto la pasta. aspetta pero’ non venire a bombardarmi la casa, fammi finire di parlare. gli italiani non mangiano solo pasta. ma anche tanto riso. ecco, ad esempio, a me il riso piace e per cui ho pensato che fosse una cosa molto utile fare un video su questo argomento. sul fatto se sia vero che faccia ingrassare o meno, del quale sia meglio mangiare e delle sue proprietà nutrizionali. per cui oggi ti parlo del riso.

    In Italia si produce molto riso. la maggior parte della produzione e’ fatta prevalentemente in lombardia, emilia romagna, piemonte e veneto, ma altre piccole zone produttive sono anche presenti nel resto di italia. a livello mondiale poi e’ di gran lunga uno dei piu’ utilizzati come fonte di carboidrati. quasi il 50% delle richieste alimentari mondiali sono basate sul riso. come molte cose, si presume sia nato in cina almeno quattro mila anni fa e che sia poi stato diffondere nel resto del mondo nei secoli successivi. l’italia, a livello europeo, e’ il principale produttore, mentre a livello mondiale viene surclassato da quasi 30 paesi. i maggiori produttori mondiali, come si puo’ facilmente immaginare sono cina e india che assieme vanno a produrre ogni anno quasi il 50% delle 741 milioni di tonnellate di riso. e poi a seguire altre nazioni asiatiche come la tailandia, indonesia, vietnam e cosi via.

    prima di arrivare a capire se faccia ingrassare e quali siano le sue proprietà nutrizionali, un cenno anche per capire come viene prodotto e lavorato, prima di arrivare sotto ai nostri occhi, magari con zucchine e gamberetti. una volta raccolto il riso viene essiccato. la temperatura di essiccazione è attorno ai 35/40 gradi centigradi ed in questo modo si va a fare passare il contenuto acquoso del chicco dal 24% al 14%. facendo così si aumenta di già il tempo di conservazione ed in più viene facilitata la lavorazione negli step successivi. dopo di ciò il riso viene fatto “riposare”.

    infatti viene messo in stoccaggio in modo che nella fase di riposto, possa migliorare le sue caratteristiche. poi viene la pulitura, dove in pratica vengono eliminate tutte le impurità grossolane, come ad esempio fili di erbaccia o della terra. il passaggio successivo è la sbramatura, dove viene separato il grumello dal granello. poi la sbiancatura, che insomma non ha bisogno di spiegazioni particolari se non che può avvenire in diversi passaggi in base al grado di sbiancatura che si vuole ottenere del riso. infine il riso viene fatto lucidare, tramite una smerigliatura, che lo rende più liscio e bianco. per cui da queste lavorazioni, per la legislazione italiana, si possono ottenere queste varietà di riso: riso greggio, riso semigreggio, riso, riso camolino e riso levigato.

    una particolarità molto interessante del riso, è la sua assenza di glutine. questo ne fa un ottimo alleato nella alimentazione delle persone che soffrono di celiachia, facendone una possibile fonte primaria di carboidrati. a differenza della pasta, il riso a meno proteine, ma un potere saziante maggiore in quanto riesce ad assorbire acqua, fino anche a triplicare il proprio peso. a differenza della pasta invece, il riso contiene molto piu’ amido ed inoltre ha un valore biologico leggermente migliore.

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    Photo: Foto di ally j da Pixabay

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    LINK E STUDI CONSULTATI:

    http://www.efsa.europa.eu/sites/default/files/corporate_publications/files/161215chemicalsinfoodreport.pdf

    http://www.salute.gov.it/imgs/C_17_opuscoliPoster_262_allegato.pdf

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    ricevo sempre tantissimi commenti sul video della friggitrice ad aria, riguardo alla possibilità’ che questa metodologia di cottura, cosi come ogni altra modalità’ di cottura ad alte temperature, possa andare a produrre sostanze nocive per il nostro organismo. di sostanze potenzialmente nocive che si possono formare ad alte temperature ce ne sono tantissime, ma oggi mi voglio soffermare sull’acrilammide, della quale ho accennato anche nel video sul caffè’ d’orzo.

    uno studio su questa ed altre sostanze potenzialmente nocive, sui cibi che le contengono e sulle possibili dosi dannose al nostro organismo, e’ stato fatto dalla efsa, la european food safety authority, l’ente europeo per la sicurezza alimentare. il report va ad analizzare tutta una serie di parametri.

    quali sono innanzitutto i possibili danni che questa sostanza potrebbe andare a creare nel nostro organismo. le problematiche connesse all’acrilammide sono prevalentemente un possibile aumento nello sviluppo di patologie tumorali. inoltre, potrebbe portare a delle problematiche di tipo genetiche. per cui si tratta di alcune sostanziali problematiche, che possono essere di impatto a persone di qualsiasi eta’.

    il problema che qualsiasi cibo cotto, al di sopra di temperature superiori ai 120 gradi centigradi può’ andare a contenere delle quantità’ più’ o meno ampie di questa sostanza. i cibi che sono particolarmente inclini a sviluppare l’acrilammide, sono per la maggioranza quegli alimenti che contengono molto amidi ed aspargina. per cui quando questi alimenti vengono cotti al di sopra dei 120 gradi, possono creare reazioni chimiche di questo tipo. in particolare mi riferisco a pane tostato, prodotti fa forno in generale, tutte le cotture ad alte temperature, come la patatine fritte o quelle fatte al forno o peggio al barbecue. inoltre tutte le bevande che vengono dal caffe’, o dall’orzo, o tutti quegli alimenti che vengono processati con delle azioni di tostatura.

    l’acrilammide si forma in seguito al processo chimico meglio conosciuto come la reazione di maillard, che e’ quella particolare reazione chimica che tende ad abbrustolire i cibi, creando quella specie di caramellizazione. che e’ anche poi quella cosa che va anche a rendere i cibi più’ gustosi ed aromatici. il problema e’ che quando viene assorbito l’acrilammide va ad essere assorbito dal tratto digerente, e viene metabolizzato in tempi praticamente molto veloci e va ad avere come metaboliti diverse sostanze, fra queste quella che ha dato dei risultati peggiori, sulle prove di laboratorio su cavie e ratti, sembra essere la glicidammide. per cui non ci sono al momento prove sistematiche fatte in laboratorio su essere umani, ovviamente dovrei dire.

    anche perché’ sotto questo aspetto, si possono fare semplicemente delle prove limitate sugli esseri umani, che non essendo direttamente controllabili, non possono dare dei dati concretamente confermabili, ma avendo dato risultati abbastanza evidenti in laboratorio, sulle cavie, si può’ prevedere gli stessi effetti su noi umani.

    photo: Carola68 da Pixabay

  • #healthmefood #alimentazione #orzo

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    Sei una persona nervosa? Il caffè ha un sapore molto forte e non ti piace? Beh anche se non sei in una di queste categorie, potresti avere già bevuto o sentito parlare del caffè d’orzo. Quando ero bambino, con la scusa che il caffe mi faceva male, in alternativa, mi veniva dato il latte con l’orzo solubile, oppure semplicemente acqua ed orzo. Che oggi chiameremmo caffè d’orzo. Bene oggi te ne voglio parlare un po’.

    L’orzo di per sé sembra essere originario dell’asia, molto probabilmente già coltivato prima del frumento. Non è solo utilizzato in campo alimentare, e per cui come un vero e proprio cereale, da usare ad esempio in zuppe, ma anche in campo cosmetico. Dal suo seme si possono ottenere sia la semola che i fiocchi, mentre per il caffè d’orzo si vanno ad utilizzare le cariossidi tostate e successivamente macinate. Che tu ci creda o no, ma magari lo sai già, il caffè d’orzo è una bevanda originaria italiana. A differenza della brodaglia iper - diluita che mi veniva data quanto ero bambino, col caffè d’orzo andiamo ad intendere comunque una porzione che sia quantificabile ad un espresso o poco più, per cui una vera e propria alternativa a questa bevanda.

    Anche se come accennavo, in passato era per lo più una scelta indicata per i bambini, al giorno d’oggi è praticamente più una bevanda destinata agli adulti, soprattutto a quelle persone che per motivazioni varie, sovente patologie relative a problemi di pressione, devono per forza optare per qualcosa di alternativo. In realtà questa bevanda agli inizi del primo dopoguerra, e mi riferisco alla seconda guerra mondiale, era per lo più presente in tutta Europa, a causa dei costi eccessivi del caffè in quel periodo. Per l’Italia questo alto costo era anche derivato all’embargo che subiva, a causa dell’occupazione dell’Etiopia da parte Italiana. Veniva un po’ etichettato come il caffè dei poveri.

    Con questa etichetta però, la bevanda non durò a lungo come alternativa al caffe. Dal 1950 in poi, praticamente Italia e Spagna erano le uniche nazioni, con un ampio consumo del caffè d’orzo. Primato rimasto, al giorno d’oggi, solo all’Italia. Attualmente nelle nazioni con una forte presenza italiana, il caffè d’orzo, sta trovando una nuova popolarità. In particolare, la Germania sembra apprezzare la bevanda.

    La bevanda può essere fatta sia da un infuso che da un surrogato ed in questo ultimo caso, ci si riferisce in particolare all’orzo solubile, di gran lunga la modalità più usata, soprattutto in Italia. Partendo dall’orzo e non dal caffè e per cui da un cereale, ovviamente non contiene caffeina. Per la preparazione l’orzo viene tostato. Proprio per questo motivo, bisogna non farne un uso eccessivo, in quanto tutti i prodotti tostati, a causa delle alte temperature a cui vanno incontro, tengono a produrre una sostanza cancerogena chiamata acrilamide.

    Attenzione, prima che arrivi un missile terra aria su casa mia. Non sto dicendo che l’orzo solubile e’ mortalmente cancerogeno. Sto dicendo che contiene delle quantita’ molto limitate, e regolamentate dalla legge. Se si consuma quintalata di orzo ogni giorno e’ un problema, ma si parla sempre di un consumo nella normalita’ e per cui bevilo tranquillamente.

    IMMAGINE: Hans Linde da Pixabay

  • #healthmefood #alimentazione #quorn

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    https://onlinelibrary.wiley.com/doi/abs/10.1111/j.1365-2222.1993.tb00319.x

    https://www.emerald.com/insight/content/doi/10.1108/00070701011080221/full/html

    https://www.theguardian.com/sustainable-business/food-blog/2014/oct/15/vegan-vegetarian-diet-beef-fishless-filets-meat-substitutes-rise

    Indirizzo Pubmed: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/
    Indirizzo Google Scholar: https://scholar.google.com/

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    Se sei in vena di mangiare microproteine che partono dalla coltura di microfunghi, il quorn e’ un prodotto che fa per te. O per meglio dire questa sarebbe la pubblicita’ che avrei in mente se dovessi vendere quorn. Ma io non lo vendo e questo non e’ un video sponsorizzato. E' da qualche tempo volevo informarmi meglio su questo prodotto, anche perche’, non so come sia la situazione in Italia, ma in Irlanda e nel Regno Unito, so che e’ molto utilizzato. E sinceramente non ho mai approfondito la cosa. Per cui oggi assieme, cerco di capire dal punto di vista nutrizionale, se puo’ essere un buon prodotto. Dal punto di vista olfattivo e di gusto non mi interessa, perche’ preferisco altri sapori.

    Partiamo prima di tutto dal concetto che Quorn e’ un marchio registrato. Per cui il nome appartiene ad una azienda privata che si chiamava Marlow Foods e che e’ stata una joint venture, creata nel 1985, da RHM ed Imperial Chemical Industries, due aziende britanniche che poi sono state inglobate nella filippina Monde Nissin Corporation.

    Il prodotto di per se e’ un derivato del microfungo Fusarium Venenatum, che e’ un fungo ricchissimo di proteine. Il derivato utilizzato per produrre il Quorn e’ una sua versione monocellulare. La IFA di questo fungo, cioe’ il filamento unicellulare che sovrapposto gli uni agli altri vanno a formare il micelio dei funghi, e’ simile in forma e dimensione alla struttura filamentosa della carne. Questo aspetto, unito al fatto che il contenuto proteico sia alto, ha fatto si che questo prodotto potesse essere utilizzato dai vegetariani, in sostituzione della carne.

    La sua produzione come avviene? In pratica, il fungo, viene fatto crescere in un ambiente aerobico, e cioe’ in presenza di aria, in alcuni cilindri verticali dell’altezza di circa 50 metri. Il microfungo viene fatto crescere in una specie di brodo composto prevalentemente di glucosio, per circa il 95%. Questo e’ dericato dall’amido di mais. Nei cilindi vengono anche aggiunti dei Sali minerali, quali il potassio, il magnesio ed il fosforo, per creare un brodo con minerali traccia. Cosi come anche alcune vitamine vengono aggiunte. Il tutto per avere un prodotto che possegga un valore nutrizionale ad ampio raggio. Il brevetto del Quorn fu approvato nel Regno Unito, patria di questo prodotto, nel 1985. Cavoli avevo 7 anni e pensavo all’epoca a provola e soppressata. Vabbe’ continuamo.

    Il nome del prodotto e’ in onore di un villaggio del regno unito, chiamato proprio Quorn. Pur essendo stato patentato nel 1985, la commercializzazione comincio’ ad avvenire nel 1993. Successivamente sempre negli anni 90 se ne comincio’ a distribuire nel resto d’europa e nei primi anni 2000 anche negli stati uniti d’america. Originariamente il prodotto era semplicemente per vegetariani, in quanto uno degli ingredienti per i vari prodotti, era il bianco dell’uovo, ma successive formule usano derivati della patata come agglutinante e per cui il prodotto e’ diventanto disponibile anche ai vegani. Una strana curiosita’ e’che la maggior parte dei consumatori di Quorn, non e’ vegetariana, ma onnivora. Il mondo non finira’ mai di stupirmi.

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    Foto di stenholtz da Pixabay

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    Oggi un video un pochino particolare. È da tanto che non faccio video su come pianificare l’alimentazione, e mi stavo concentrando in questo periodo più su alimenti o su argomenti trasversali. Ma visto il prolungarsi della pandemia e per cui della quarantena, ho pensato fosse utile mettere giù una serie di consigli e linee guida, su come comportarsi in questa situazione prolungata. Per evitare di fare errori che possano farci prendere peso, ma in alcuni casi anche per evitare che per paura di ingrassare, andiamo a fare scelte azzardate sulla eliminazione di alimenti che pensiamo siano dannosi anzi “ingrassosi”. Oggi per cui ti do qualche consiglio su come impostare la tua alimentazione durante la quarantena!

    Anche se non fai attività fisica, cosa non buona, fino a qualche tempo fa potevi comunque andare a lavorare. Per cui uscire, camminare, concentrarti in ufficio, lavorare in cantiere. Insomma, facevi una serie di movimenti più o meno pesanti, fisici o mentali, che ti facevano consumare tante calorie in più. Ora molto probabilmente, lo sforzo maggiore che stai facendo, sarà di pigiare il tasto del volume del telecomando per guardare Disney plus. Al di la delle battute, il fabbisogno energetico del nostro organismo, è per quasi il 70% legato al vivere e per cui al metabolismo basale ed a tutta la energia consumata per fare le normali attività di tutti i giorni. Il 10% è dedicato al valore termogenico degli alimenti e per cui alla energia che il nostro corpo necessita per la digestione. Solo il 20% viene utilizzato per l’attività fisica, come la corsa, la palestra, e così via. Nel momento in cui ci si trova in quarantena, confinati nelle proprie mura domestiche, il calo del dispendio energetico, può essere considerevole.

    Un primo consiglio che mi viene in mente guardando Facebook ed Instagram è di evitare di trasformarsi in aspiranti cuochi e panificatori. Non vedo altro che focacce e pizze ogni due foto pubblicate. E pur essendo un alimento buonissimo ed anche ben accetto se mangiato una volta alla settimana al massimo, fare la pizza tutti i giorni non è un granché’. Al di là del fatto che si tratta di un alimento molto calorico, ma si tende anche ad andare a sbilanciare la dieta. Per cui, cerca di evitare di preparare sempre gli stessi alimenti, si stia parlando di pizza, gnocchi, fonduta e qualsiasi altra cosa. La varietà è essenziale per avere un apporto bilanciato di nutrienti e di calorie. Parlando di calorie come secondo consiglio, credo sia opportuno ridurre leggermente l’apporto energetico. Attenzione ho detto leggermente, non che devi metterti a belare, mangiando solo foglie di lattuga. Quello che bisognerebbe fare e’ ridurre l’apporto calorico al massimo di un 15 o 20 per cento totale. Non mi soffermerei su un dato preciso, perché’ ognuno di noi e’ una persona diversa, con esigenze completamente differenti, ma in linea di massimo, stando attorno a questo dato generico, si dovrebbe riuscire a mantenere il proprio peso e soprattutto la propria salute, in una forchetta accettabile. Parlare di forchetta quando si parla di un controllo calorico è un brutto gioco di parole, ma ci siamo capiti.
    Non vorrei soffermarmi neanche a parlare di macronutrienti. Questo perché’, seppure sia vero che dando una leggera preferenza alle proteine, che danno un senso di sazietà maggiore, a discapito di grassi e carboidrati, è pure vero che in situazioni come questa, che sono particolarmente rare, il lato della soddisfazione ha un suo forte impatto emotivo. Per cui mangiare quello che ci piace, come ad esempio il piatto di pasta in più, magari rispetto alla fetta di salame, o al petto di pollo, ci può fare tenere la “retta via”, più facilmente.

    Foto di Дарья Яковлева da Pixabay

  • #healthmefood #alimentazione #mandorle
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    La frutta secca mi piace tantissimo e credo di avere dedicato poco spazio a questa favolosa raccolta di alimenti. I semi oleosi e le noci, sono secondo me una cosa meravigliosa, un paniere diversificato, come si dice in economia, di numerosi alimenti, ognuno con benefici simili ed allo stesso tempo completamente diversi. Oggi, sempre ricordandoti di stare in casa al sicuro, volevo parlarti delle mandorle, che io adoro, soprattutto perché’ da noi al sud Italia, è prassi da decenni, in estate avere granite, gelati, latte, torte e tantissimi altri deliziose preparazioni a base di mandorle.

    Ho dei ricordi indelebili di quando ero bambino. Si andava al bar in estate, e mentre gli adulti si rinfrescavano con una birra gelata sotto all’ombrellone del baretto, noi bambini andavamo a bere il latte di mandorla. Non quello confezionato. Non mi ricordo neanche se esistesse all’epoca. Ma fatto a mano dai baristi. Con mandorle tritate e zucchero. Ne usciva una pasta molto compatta che poi veniva sciolta in acqua. Non salutare per carità. Ci saranno state due betoniere di zucchero per ogni bicchiere, ma ai bambini molte cose sono permesse.

    In inverno invece si andava di amaretti o di torte alle mandorle. Insomma, da bambini mi abbuffavo di zucchero. Tutto però partiva da questo favoloso frutto. La mandorla si trova prevalentemente dolce, ma esistono anche alberi di mandorle amare. Le mandorle non sono altro che i semi commestibili dell’albero del Mandorlo. In Italia, soprattutto nel bacino mediterraneo, abbiamo una profonda cultura e tradizione gastronomica di questo alimento. Tanto che il ministero delle politiche agricole lo ha inserito nei prodotti agroalimentari nazionali, essendo la mandorla riconosciuta come prodotti tipico di Sicilia, Calabria (ole’), e Sardegna.

    Le mandorle vengono raccolte dall’albero del Mandorlo. Quando l’albero e’ in fiore, e’ uno stupendo bouquet di fiori bianchi o rosati, che e’ spettacolare vedere. Il frutto e’ contenuto all’interno di un guscio legnoso, a sua volta contenuto in un mallo verde che vanno a identificare la drupa verde. Praticamente e’ una matrioska, contando che anche una leggera pellicina marrone ricopre la bianchissima mandorla.

    L’Iran e’ la patria storica del Mandorlo, ma al giorno d’oggi la produzione totale mondiale e’ per quasi il 60% fatta negli stati uniti d’america con una produzione del frutto a guscio di 1 milione ed 872 mila di tonnellate annue prodotte. L’Italia, pur con la sua grande tradizione locale, e’ il sesto produttore mondiale con quasi 80 mila tonnellate annue prodotte. Al di la delle varie cultivar, quelle piu’ utilizzate sono la prunus dulcis, nella sua variabile Dulcis, la classica che mangiamo o che troviamo utilizzata per quasi tutte le preparazioni ed una sua variabile invece che ha contenuto di acido cianidrico, e che per cui risulta amara. Questa ultima non viene utilizzata, in quanto parzialmente velenosa, anche se in piccolissime quantita, viene usata in pasticceria, soprattutto nella produzione di amaretti, ai quali va a donare quel gusto misto di dolce acidulo. La mandorla, come accennavo prima, ha numerosi utilizzi che vediamo a breve, assieme ai valori nutrizionali.
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    LINK E STUDI CONSULTATI: http://www.almonds.com/sites/default/files/content/attachments/almond_objective_report_2017_presentation.pdf
    http://www.theplantlist.org/tpl1.1/record/rjp-375
    https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC5048189/
    http://www.food-info.net/uk/intol/almond.htm

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    Foto di PIRO4D da Pixabay

  • #healthmefood #alimentazione #soia
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    Oggi ti volevo andare a fare una piccola introduzione sul mondo della soia. Un alimento che da pochi decenni è entrato prepotentemente nella nostra alimentazione, inizialmente come additivo industriale, ma successivamente a pieno titolo. Per cui oggi ti parlo della Soia.

    La pianta è coltivata su vasta scala in Giappone e Cina, ma al giorno d’oggi anche paesi come gli stati uniti sono un grande produttore. Se infatti si pensa che la pianta sia originaria dell’estremo oriente già nella antichità, viene sicuramente introdotta nel mondo occidentale agli inizi del Novecento come pianta di uso alimentare, mentre già alla fine del 1700, era importata come pianta da studio, soprattutto per i giardini botanici. Al giorno d’oggi il maggiore produttore mondiale sono gli stati uniti, seguiti da argentina e brasile.

    Questi tre paesi assieme, producono l’80% della soia mondiale. La pianta della soia appartiene alle leguminose ed il suo nome scientifico e’ “glycine max”. Quasi tutta la soia coltivata è un OGM, per renderla più resistente al glifosato, un erbicida utilizzato su larga scala. La sua coltivazione avviene per lo più a climi temperati e molto stabili, con temperature che oscillino fra i 20 ed i 30 gradi al massimo, anche se le piante sono capaci di svilupparsi anche fino ai 40 gradi circa.

    La parte che è impiegata in ambito alimentare sono i semi, che sono un concentrato proteico favoloso ed in questo appunto si può vedere la sua appartenenza alle leguminose. Gli utilizzi maggiori sono essenzialmente 3. L’alimentazione animale e l’utilizzo come fertilizzante, che utilizza prevalentemente soia OGM, e poi indirizzata alla alimentazione umana, dove non è detto che la soia sia OGM.

    Questo legume è veramente molto versatile. Lo si può usare a tutti gli effetti come un normale legume, per esempio, per zuppe o farine. Ma in molti casi è più versatile. La si può utilizzare per la produzione di olio, macinarla ed utilizzarla come farina. La si può fare fermentare, per ottenerne un prodotto probiotico come ad esempio il Tempeh, nel quale viene utilizzato una particolare tipologia di soia dai semi gialli, molto popolare in Indonesia. Facendola germogliare, si possono ottenere i famosi germogli di soia, che sono squisiti, da aggiungere in insalate, o da usare come ingrediente aggiuntivo negli stir fry. Diventa un ottimo modo per condire piatti ed insalate, nella sua versione Salsa di Soia, dal colore scuro e dal gusto molto salato. A tal proposito ti volevo ricordare che questa salsa è carica di cloruro di sodio e per cui devi andarci piano col suo utilizzo. Ma poi ci sono altri innumerevoli utilizzi come il latte di soia, il miso, il tamari e così via.

    Per cui come puoi ben capire, si tratta di un alimento estremamente versatile. Anche se potrebbe sembrare strano, il suo utilizzo e per la maggior parte dedicato alla alimentazione animale, dove ogni anno vengono prodotte circa 200 milioni di tonnellate dedicate a questo scopo.

    Ci sono alcuni dibattiti aperti sulla Soia. Sia per quanto riguarda quella OGM, che è un brevetto della monsanto e per cui non si può coltivare liberamente, ma anche per quella normale. In primo luogo, il fatto che essendo l’OGM un prodotto geneticamente modificato, potrebbe avere degli effetti negativi sulla salute umana. Ma per questo, fino ad ora, non ci sono prove scientifiche che confermino che un prodotto OGM sia dannoso per la salute. A tale riguardo, Dario Bressanini, ne parla in uno dei suoi libri e ci sono anche alcuni suoi articoli sul suo blog, se vuoi approfondire la cosa.

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    Quando si parla di sostanze nutrienti, tutti quanto sappiamo di cosa andiamo a parlare. Sono macronutrienti. Carboidrati, proteine e grassi. Sono i micronutrienti, come i minerali e le vitamine o anche i cosiddetti fitocomposti, come gli antiossidanti. Per cui siamo tutti d’accordo che con questo termine si va a parlare di tutte quelle sostanze, che se ingerite, non sono altro che un nutrimento per il nostro organismo. Che promuovono il nostro benessere e che facilitano la nostra sopravvivenza, dando la possibilita’ al nostro organismo di funzionare. Molto diversa e’ la situazione per gli anti nutrienti, che sono invece delle sostanze che inibiscono l’assorbimento delle sostanze nutritive, o che possono rallentarne o modificarne l’assorbimento.

    Cosa molto curiosa e’ che sia le sostanze nutrienti, che quelle antinutrienti, possono trovarsi nello stesso alimento. Alcuni di questo composti non sono eliminabili, ma la maggior parte, sono eliminabili attraverso delle procedure diverse. E’ da confermare che, il fatto che alcuni alimenti contengano anti nutrienti, non vuole dire non mangiarli, perche’ ovviamente come ho appena accennato, molti si possono eliminare, o se ne puo’ ridurre la concentrazione a tali quantita’, da diventare praticamente innocui. Anzi tra l’altro alcune di queste sostanze, assunte in quantita’ moderate, possono addirittura apportare dei benefici al nostro organismo. Per cui si parla di effetti anti nutrienti, solo dopo che le quantita’ ottimali vengono superate. Di che sostanze si va a parlare quando si indicano questi anti nutrienti?

    Per cui se trovi persone che ti consigliano di consumare determinate tipologie di alimenti, perche’ contentono anti nutrienti, ti sta dicendo solo una parziale verita’, perche’ una volta limitata la quantita presente nei cibi che andiamo a consumare, ci rimangono tutte le parti positive dell’alimento in questione? Ce ne sono una moltitudine di antinutrienti, e non ha senso andare a descriverli tutti in un unico contenuto. Magari si possono approfondire piu’ in la, con dei contenuti dedicati. Ma sicuramente farne una veloce carrellata, soprattutto di quelli che sono solitamente sotto all’occhio del ciclone, e’ un buon esercizio, per sapere come ti devi comportare.

    Prima di tutto possiamo parlare di LECTINA. Anzi le Lectine, che sono una particolare famiglia di proteine. Come detto prima, anche queste, in quantita’ moderata, portano dei benefici al nostro organismo. Sono presenti in almeno 800 piante e sono una famiglia di proteine che favorisce l’aggregazione dei globuli rossi. Sono presenti in praticamente quasi tutte le leguminose ed hanno lo svantaggio di legarsi alle pareti del nostro intestino, ed andando ad inibire o meglio dire a complicare, l’assorbimento delle sostanze nutrienti. Pero’ in pratica con la cottura vengono quasi completamente eliminate, ecco perche’ non dobbiamo mai mangiare i legumi al dente. Ma sempre be cotti.

    Poi ci possono essere i GLUCOALCALOIDI ed in particolare le Solanine, dei quali ne sono ricche i pomodori, le melanzane o le patate. Qui ci sono delle quantita’ tollerate, ma che se superate, possono andare ad impattare il funzionamento del nostro sistema nervoso centrale ed in particolare andando ad inibire l’ACETIL COLINE STERASI. Per cui si andrebbe ad impattare il sistema parasimpatico.

    L’acido fitico ha una particolare rilevanza nella inibizione dell’assorbimenti di molti minerali ed in particolare del ferro. Ferro importantissimo per la nostra emoglobina, ma anche il calcio e zinco sono particolarmente inibiti, nel loro assorbimento. L’acido fitico si lega a tutti questi minerali, facendoli diventare composti insolubili che tendono a precipitare e diventano non assorbibili.

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    Per noi in Italia, con le mense scolastiche, un problema che e’ sicuramente meno evidente. Ma in ogni caso, quando si comincia ad andare alle medie e poi alle superiori, alcuni problemi si possono presentare. Da vecchietto che sono, posso comunque dire che la situazione in termini di pasti nelle mense scolastiche in Italia, si e’ sicuramente evoluta. Ma non e’ cosi per tutti. In Europa, o per meglio dire in alcuni paesi europei, si cerca sempre di dare dei pasti piu’ o meno sani, ma si segue sempre una logica si sapori locali. Per quanto riguarda l’Italia? Puoi essere sicuro che tuo figlio o tua figlia, ricevano il cibo migliore e nutrizionalmente piu’ adatto alla loro crescita, ed alla loro eta’? Oggi ti voglio parlare proprio di questo.
    La preoccupazione dei genitori e’ sicuramente orientata ai loro bimbi. Da neo-padre, mi reputo di essere in questa categoria. Da divulgatore nel campo della nutrizione e rompiballe quale sono, la preoccupazione che dovrebbe avere chi serve pasti a mio figlio sara’ superiore. No scherzo. Se le regole vengono seguite, non ci sono particolari preoccupazioni. Come mai?
    Ogni anno vengono serviti in italia, centinaia di milioni di pasti e per cui per la legge dei grandi numeri, e’ matematico che si verifichino saltuariamente dei problemi, siano essi igenici, di qualita’ delle materie prime, di modalita’ di cottura o di rottura della catena del freddo. Entrano in gioco per cui vari controlli. Chi “disegna” i menu per i nostri figli?
    Un nutrizionista o un dietologo viene incaricato dalle amministrazioni locali, prettamente quelle comunali, a redigere un piano alimentare ben specifico che riporti la grammatura degli ingredienti e delle porzioni, che siano basate sull’eta’ dei bambini che consumeranno il pasto. Il piano solitamente è pianificato per almeno 4 o 5 settimane, in modo da evitare ripetizioni sugli alimenti che vengono consumati. Sia per una questione nutrizionale, ma anche perche’ in questo modo i bambini possono venire a contatto con una alimentazione piu’ varia, che possa fare apprezzare anche altri sapori. In Italia, a differenza di altre parti del mondo, si tiene molto in considerazione il fatto che le mense abbiano alimenti che siano idonei a chi ha particolari problematiche alimentari, come allergie, ed anche di tipo culturale, come piatti disponibili per persone che motivi etici o religiosi, non consumino determinati alimenti. Dopo la parte nutrizionale e’ pero’ opportuno tenere in considerazione la parte igienica.
    Qui subentra la ASL locale, che ha il compito di controllare che durante tutta la filiera, vengano rispettati i vari criteri igienico sanitari, di conservazione e preparazione dei cibi, ed ovviamente anche della loro cottura e manipolazione. Inoltre anche il controllo dei locali in cui vengono preparati e serviti i pasti, e’ una delle responsabilita’ dell’ASL. Per cui le ASL locali intervengono piu’ sui rischi legati alla salute, programmando dei controlli specifici e calendarizzati. E’ da sottolineare poi che, essendo la nostra nazione un caleidoscopio di culture, anche nella preparazione dei piatti, si tende a prediligere, dove questo sia possibile, a proporre pietanze locali, anche per una questione di costi, oltre che di abitudine.
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    Quando ero un bambino, con mio padre, si andava spesso nel fine settimana a raccogliere lumache, funghi e liquirizia. Non si andava tutti i fine settimana, ma capitava. La liquirizia mi ha sempre affascinato, perche’ ovviamente da bimbo, mi aspettavo di tirare fuori da terreno un rotolo nero. Invece tirando su la pianta, ne veniva una radice giallastra. Stesso odore e stesso sapore. E mi sentivo confuso.
    Comunque mi piace ancora tantissimo ed oggi te ne voglio parlare. Per cui oggi parliamo della liquirizia. Quando si parla di liquirizia, penso che anche tu, vada direttamente col tuo pensiero, ai dolciumi neri oppure a quelle belle bacchette di legno essiccato, che si possono trovare in alcune farmacie.
    I dolciumi molto probabilmente sono la prima cosa. Effettivamente e’ stato un altro metodo umano, per trasformare un qualcosa di veramente ottimo, in un prodotto commerciale con scarsa utilita’. La liquirizia o glycyrrhiza glabra, e’ una pianta prevalentemente coltivata nel bacino mediterraneo. Fa parte delle leguminose, ed il suo utilizzo e’ diffusissimo nel continente europeo.
    Un fiore all’occhiello per la Calabria, regione dalla quale provengo, con la sua tradizione. Addirittura alla fine degli anni 20, l’enciclopedia Britannia la annoverava come la qualita’ migliore di liquirizia presente. Dopo anni di crisi e soprattutto grazie all’unione europea che ha stanziato tanti fondi per la riqualificazione produttiva, il sito calabrese e’ ritornato ad essere di primo ordine oltre a ricevere i bollini IGP e DOP. Anche la regione Abruzzo ha una grande tradizione di liquirizia.
    Al di fuori dell’Italia, grossi produttori sono India, Iran, Afghanistan, China e Turchia. Nel mondo arabo una bevanda dissetante chiamata sus a base di liquirizia diluita in acqua viene venduta dai venditori ambulanti. La produzione della liquirizia puo’ avvenire in diversi modi, in base alla sua commercializzazione finale. In ogni caso al di la delle caramelle gommose, che non voglio neanche trattare in questo contesto, si puo’ comprare come radice fresca, essiccata oppure come estratto di liquirizia. Le radici una volta lavate e tagliate in maniera uniforme. Nel caso sia necessaria una essiccazione, vengono essiccate in forno, oppure se la zona lo permette, all’aperto in zone molto soleggiate, ma ventilate.
    La temperatura non dovrebbe mai superare i 50 gradi centigradi. Per l’estratto invece, le radici vengono sfibrate e poi messe a bollire in acqua al fine di estrarne tutto il succo. Poi il composto viene filtrato e messo a bollire nuovamente, al fine di ottenere un composto nero e denso, che sara’ poi utilizzato per diversi scopi. Da quello alimentare, ad essere solo un colorante oppure nella produzione di liquori o come additivo nell’industria del tabacco. Gli studi sulla liquirizia sono molteplici.
    E’ una di quelle situazioni in cui effettivamente il suo utilizzo, ha dei veri effetti benefici, anche non la si puo’ confondere con una medicina vera e propria, anche perche’ ci sono degli effetti collaterali per il suo eccessivo utilizzo. Il principio attivo che piu’ e’ utilizzato e che e’ il piu’ predominante, in termini di risultati e’ l’acido glicirrizico o glicirrizina ed anche l’acido glicirretico. Infatti, nella medicina officinale, ma anche in campo farmacologico puro, il suo utilizzo e’ quello di espettorante e gastroprotettore nel trattamento dell’ulcera peptica.
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    https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC3791396/
    https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6695697/
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    Prima di entrare nel mondo dell’alimentazione, l’unica cosa che sapevo di questa pianta, è che da piccolo mi sono preso tante di quelle irritazioni, che ho praticamente perso il conto. Avevo sempre gambe e braccia rosse. Ero anche un fessacchiotto. Non è che ora sia diverso, ma lo ero di più. Fatto sta che l’ortica è una bomba nutrizionale ed il fatto che sia relegata solo a questo misero pungi pungi è triste.

    Oggi per cui ti spiego come puoi usarla in cucina, i suoi valori nutrizionali e come raccoglierla senza farti del male. Perché’ ci sono tante cose belle da spere sull’ortica. L’ortica induce quelle risposte di irritazione cutanea a causa di una serie di peli che sono presenti sulla sua superfice.

    Quando questi peli si spezzano, ne fuoriesce un liquido irritante, che serve alla pianta per difendersi dai parassiti. Per l’uomo questa sensazione può durare pochi minuti o al massimo nell’ordine di poche ore, in base alla sensibilità’ della pelle. Ci si trova ad avere solo piccoli eritemi passeggeri. Ma le meraviglie di questa pianta, non vengono dai suoi processi difensivi, ma dai suoi utilizzi officinali e culinari ed anche nel campo tessile. Quali sono questi utilizzi? In campo tessile veniva utilizzata tantissimo fino alla introduzione a livello industriale del cotone.

    Però da alcuni anni, soprattutto i paesi del nord Europa, stanno cercando di reintrodurre la produzione industriale in ambito tessile. In campo officinale, ci sono ricerche scientifiche che confermano che l’ortica ha delle proprietà benefiche in ambito medico. Come sempre però e’ ovvio confermare che non è che mangiando ortica e bevendo decotti di ortica tutti i giorni, sarai immune da malattie e sempre in salute. Si parla sempre di proprietà’ benefiche da considerare con uno spettro più ampio di considerazioni.

    Ad esempio, studi dimostrano che il suo utilizzo e’ di particolare utilità nel trattamento del diabete di tipo due, controllando i dati glicemici, senza per questo portare ad effetti collaterali. Altra conferma scientifica viene dalla medicina officinale austriaca, che ha avuto conferme che l’ortica svolge una interessante azione di aiuto nel combattere i processi infiammatori.

    Altri studi hanno confermato che c’è una possibilità di utilizzo nel trattamento del tumore al seno, anche se questa ultima tipologia di studi, ha dato solo risultati iniziali, che andranno approfonditi con studi futuri, perché’ ancora non sono chiari i procedimenti che portano a questi risultati. Si pensa siano alcuni flavonoidi presenti nella pianta.

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    Links e Studi consultati: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC4444899/ https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6876173/ https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pmc/articles/PMC6879978/ https://www.fondazioneveronesi.it/magazine/articoli/altre-news/beva-succo-di-ananas-la-risonanza-verra-meglio Indirizzo Pubmed: https://www.ncbi.nlm.nih.gov/pubmed/ Indirizzo Google Scholar: https://scholar.google.com/ ******************************************************************
    Il frutto speciale, pieno di proprieta’ benefiche, fa dimagrire, ti fa volare, diventi superman. Ho esagerato mi sa. Ma io lo dico sempre che non esistono alimenti speciali o super foods, come li definiscono in inglese. Sicuramente e’ un frutto che ha alcune proprieta’ intrinseche, che andremo a vedere a breve, e che ha anche una serie di vitamine e minerali, utilissimi nella nostra alimentazione, ma non credere che potrai volare mangiandolo. Te lo confemo, perche’ io ci ho provato, ma niente ancora non volo. Ovviamente senza distruggere ogni tuo preconcetto sulla utilita’ di mangiare ananas, perche’ mangiare frutta e’ sempre una idea geniale. Non posso non ricordare la famosa pubblicita’ sull’ananas dell’uomo che diceva si. Non faccio pubblicita’ gratuita, ma ci siamo capiti. L’ananas mi ha sempre affascinato, con quella forma strana, la buccia spinosa e ruvida e quel sapore dolciastro ed acidulo, che e’ molto caratteristico. Una cosa da dire prima di tutto cio’. E’ vero che alcune sostanze contenute nell’ananas possono trovare degli impieghi medici. E’ questo e’ comprovato da molti studi, che tra l’altro puoi trovare qui sotto in descrizione. Ma non pensare che mangiare ananas ti rendera’ immortale, anche perche’ le concentrazioni in un frutto non potranno mai essere quelle che si utilizzano per gli scopi medici. Un esempio molto pratico e’ la bromellima che e’ contenuta appunto nell’ananas, e’ che e’ comprovata essere un ottimo aiuto per le terapie antitumorali nel cancro al seno. Come anche un suo utilizzo nella riduzione degli stati infiamamtori e’ anche comprovata. Un aspetto molto interessante e curioso allo stesso tempo, e’ che la bromellina viene anche utilizzato come additivo industriale, per ammorbidire i fasci muscolari della carne. Questo aiuta a rendere la carne piu’ tenera per il consumo. E’ una cosa che puoi fare tranquillamente a casa. Mettendo a mollo la carne nel succo d’ananas a marinare per un paio di ore, la rendera’ piu’ tenera. La composizione e’ tipica della frutta. Contiente tantissima acqua. E per cui e’ un ottimo frutto da consumare nel periodo estivo, soprattutto se sei un calabrotto come me, o se vivi in una citta’ caldissima, e’ un ottimo metodo gustoso per introdurre liquidi. Della composizione totale, il nostro frutto e’ composto da piu’ dell’85% di acqua. Il 13 % sono carboidrati dei quali quasi 9 grammi sono zuccheri ed un 1.5% circa di fibra alimentare. Proteine per lo 0.54% ed un contenuto di grassi trascurabile. Un frutto per cui molto interessante ed idratante.
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    Quando ero ragazzino io, il burro di arachidi era visto come una americanata schifosa, grassa, piena di calore. Il pregiudizio la faceva da padrona. Al giorno d’oggi invece i vari burri derivati dai semi noci e semi oleosi, la fanno da padrona, soprattutto nel mondo sportivo, perché’ apportano una buona quantità’ di proteine e di grassi di buona qualità’. Per cui oggi ti parlo del burro di arachidi e ti parlo anche della del burro di mandorle, che io preferisco a quello di arachidi. Perché’? Te lo spiego durante il video. Capiamo prima come viene prodotto. Si parte ovviamente dalle arachidi, che vi ricordo essere un legume, ma che viene sempre agglomerato alle noci ed i semi oleosi, per la sua composizione nutrizionale. Le arachidi vengono tostate mediante aria calda a circa 160 gradi per all'incirca 50 o 60 minuti. La cosa fondamentale e’ che la cottura delle arachidi deve essere la più’ uniforma possibile. Proprio per questo motivo, prima di passare alla tostatura, le arachidi vengono anche separate per dimensioni, e solo quelle di dimensioni simili vengono tostate assieme. Una apparecchiatura chiamata fotometro va a confermare quando ogni singola arachide ha raggiunto il suo grado di tostatura ottimale. Le arachidi cotte vengono immediatamente sparate all'interno di un cilindro ad aria che le raffredda il più’ velocemente possibile. Vengono portate a 30 gradi circa e qui le varie impurità’ e la la leggera pellicola che ricopre le arachidi, viene rimossa ad aria o per immersione in acqua. Finalmente a questo punto le arachidi possono essere macinate per portare il tutto alla consistenza di crema spalmabile. Le operazioni possono dare un burro più’ grossolano detto "crunchy", per gli amanti di un prodotto più’ masticabile, mentre chi lo preferisce liscio prenderà; la versione più’ lavorata. Considerando, come dicevo all'inizio la composizione nutrizionale, si capisce perché’ le mamme erano dubbiose su questo alimento. Ed infatti non bisogna credere di fare un bagno a tuffo da una scogliera in un barattolo di burro di arachidi, ma ovviamente va porzionato con parsimonia, in quanto si tratta di u alimenti, che seppure molto nutriente, e’ particolarmente calorico. Se prendiamo in esempio 100 grammi di burro di arachidi, ma se mangi 100 grammi di burro di arachidi, avrai qualche problemino sicuramente, comunque dicevo 100 grammi di burro di arachidi apportano all'incirca 588 Kcal. Una meta’, per cui all'incirca 50 grammi, sono grassi, 25 grammi di proteine e circa 20 grammi di carboidrati. Si tratta per cui di un alimento molto denso. Ma le sorprese non finiscono qui. Se la composizione dei macro nutrienti e’ particolarmente interessante, non da meno e’ quella dei micronutrienti. Infatti, tralasciando le vitamine ed i minerali che non sono presenti in quantità’ enormi, e’ da notare che 100 grammi di burro di arachidi contengono le seguenti quantità’ di micronutrienti. Per le vitamine, quelle presenti in forma maggiore sono la Vitamina B3 con l’88% della razione consigliata giornaliera, poi la B6 con il 42%, la Vitamina E con il 39% ed infine la B5 con il 22%. Fra i minerali anche tante sono le sorprese. Manganese con il 71% e Magnesio con il 50% della razione consigliata giornaliera, sono i due minerali maggiormente presenti. Anche il fosforo, col il 48% e’ presente in quantità’ notevoli. A chiudere abbiamo zinco col 28% e ferro con il 17%. Ovviamente non sono solo queste vitamine e minerali ad essere contenuti, ma questi sono quelli presenti in maniera più’ corposa. E’ anche da ricordare che circa il 2% del burro di arachidi e’ composto da acqua. Per quanto riguarda i grassi quelli presenti in maniera preponderante sono l’acido palmitico, l’acido linoleico e l’acido oleico, quello per capirci bene più’ presente nell'olio di oliva che copre quasi il 47% dei grassi totali.

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    L’alimento più’ importante che non può’ mancare in nessuna dieta, non lo mastichi, ma lo bevi. La nostra cara amica acqua, tanto ignorata, ma senza la quale non potremmo vivere più’ di due o 3 giorni senza. Oggi volevo parlarti di questo importantissimo alimento, a zero calorie, e 100 mila benefici. Perché’ se bevi poco, parti già’ con il piede sbagliato. Per cui oggi parliamo di acqua.

    Perché’ sia cosi importante e' uno spolier che ti ho già’ dato, nel senso che se non bevi muori presto, come viene controllata e quale bere.

    E’ ovvio che un semplice video su Youtube non potrà’ mai essere esaustivo su un argomento tanto ampio, ma perlomeno cercherò’ di gettare le basi per una presa di coscienza di questo alimento. Cosi se sei fra quelle persone che bevono poco, almeno ti sto tirando un pochino le orecchie. Le nostre cellule, i nostri organi, tutto quello che ci compone, e’ fatto per il 70 / 80 per cento di acqua e per cui bisogna capire l’importanza strutturale dell’acqua all'interno del nostro organismo.

    Privare il nostro corpo dell’acqua ci ridurrebbe a pelle ed ossa, senza volume e senza forma. Tutti i fluidi che circolano nel nostro corpo, come il liquido intercellulare, il sangue i muchi, sono prevalentemente composti di acqua e per cui oltre a svolgere una componente strutturale, funge anche da vettore e da reagente e solvente per molte delle reazioni chimiche, siano esse intracellulari che non. Anche gli scarti del nostro corpo sono prevalentemente eliminati attraverso un uso preponderante dell’acqua, come ad esempio le urine. Ma anche come termoregolatore ad esempio se pensi alla sudorazione.

    Quanta acqua per cui devi bere per fare funzionare il tuo corpo e permettere tutti i processi sopracitati. Senti sempre dire due litri al giorno? La risposta e’ che dipende, perché’ in realtà’ quello che devi fare e’ bilanciare l’acqua eliminata attraverso urine, feci, sudorazione o respirazione. Se sei in estate o fai attività’ fisica, sara’ una situazione diversa del trovarsi a due gradi sul divano di casa.

    In linea di massima si può’ dire che pero’, che mangiando una buona dose di frutta e verdura, dal quale si possono ricavare circa 1 litro al giorno di acqua, un altro litro e mezzo o meglio due, andrebbero integrati attraverso bevande composte da acqua, o da acqua vera a propria. Bere quando? Sempre. Anche se in giro si sentono sempre di più’ cose strampalate, bisognerebbe sempre bere durante la giornata, evitando la sensazione della sete, che sopraggiunge sempre, quando siamo in deficit idrico. Anche quando si mangia, perché’ non e’ assolutamente vero che acqua o frutta a fine pasto, visto che si sente dire anche questo, rallentano la digestione o possono anche rallentare il processo degli enzimi. In tutti i passaggi dell’apparato digerente, a partire dalla bocca, ma poi nella complessità’ del tratto digestivo, l’acqua presente e’ tanta. Per cui non bisogna farsi problemi su quando bere. Magari nel dubbio sempre meglio bere un pochino di più’ ed in maniera spezzettata, distribuita durante la giornata. Perché’ se i vantaggi sono importanti nel bere, quando l’acqua scarseggia siamo già’ in uno stato in cui tutti i liquidi del nostro organismo vengono dirottati, per poter sopperire alle mancanze funzionali.

    Ricordati che quando si parla di acqua, non intendo solo prendere quella del rubinetto o della bottiglia cosi come e’. Un te’, una camomilla, una tisana. L’importante e’ introdurre liquidi. Non importa da dove venga.