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“Non conosci la paura finché non hai un figlio. Il primo pensiero alla mattina non è “gli voglio bene” ma “come sta?”. Dalle parole di Hanya Yanagihara una riflessione sull’essere genitore e sulle paure che questo comporta. Paure incontrollabili e potentissime. È possibile però tenerle sotto controllo e anzi farle diventare stimolo per apprezzare ancora di più quello che la vita ci offre.
Hanya Yanagihara è una scrittrice statunitense con origini hawaiane e nel libro “Una vita come tante” edito da Sellerio in una pagina parla a tutti noi genitori, svelando qualcosa che in fondo sapevamo già. Diventare genitori fa sì che si scopra il vero significato della paura. Paura di che? Paura che succeda qualcosa di brutto ai nostri figli. Nessuno lo dice apertamente, è un segreto, ma la paura esiste.
“L’amore per un figlio è un amore singolare, un amore che non si fonda sull’attrazione fisica, sul piacere, sull'intelletto, ma sulla paura. Non conosci la paura finché non hai un figlio e forse è questo che ce lo fa sembrare un amore così straordinario: perché la paura è straordinaria”.
“Non conta quanti anni abbia tuo figlio, o quando e come lo sia diventato. Una volta che hai deciso di considerarlo tuo figlio qualcosa cambia e da quel momento tutto ciò che prima vivevi con leggerezza, tutto ciò che sentivi per lui è costantemente preceduto dalla paura”.
“Quando a morire è tuo figlio, una parte di te, una parte piccolissima ma che merita attenzione, si sente anche sollevata. Perché, dopotutto, il momento che tanto aspettavi, che temevi e al quale ti preparavi dal giorno in cui sei diventato un genitore, è arrivato. Ah, ti dici, ecco. Ci siamo. E a quel punto non ti rimane più niente di cui aver paura”.
Se le paure sono inevitabili, come fare perché l’ansia non rovini la vita nostra e dei nostri figli? Esistono tre passi da seguire:
1 Riconoscere che esiste questa paura atavica e che fa parte della nostra natura.
2 Puntare sulla parte razionale e fare finta che non ci sia.
3 Essere ottimisti e godere del tempo che si passa insieme.
La paura diventa così la spinta a vivere più intensamente la vita.Tu che cosa ne pensi? Vivi anche tu nel terrore che possa capitare qualcosa di brutto ai tuoi figli? Come fai a controllare la tua paura? Raccontaci la tua esperienza, ci farà stare tutti meglio. E se pensi che questo podcast possa essere utile a qualche persona che conosci, condividilo con lei e segnalacelo. Ecco i nostri contatti:
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Il rapporto tra cellulare e bambini è molto pericoloso e può iniziare prestissimo, fin dai primi mesi di vita. A che età dare il cellulare in mano ai bambini? E quando dargli uno smartphone personale? Ne parliamo con Alberto Pellai, medico e scrittore, che ci spiega perché è consigliabile attendere i 14 anni, preparando comunque i bambini all’uso delle nuove tecnologie. Federica Amato, psicologa ed esperta di giochi educativi, ci consiglia poi delle alternative allo schermo per i più piccoli.
Alberto Pellai, medico, psicoterapeuta dell’età evolutiva e autore di numerosi libri di successo come il famosissimo “L’età dello tsunami” dedicato alla pre-adolescenza, ha da poco pubblicato un altro libro, scritto insieme a Barbara Tamborini, intitolato “Vietato ai minori di 14 anni” (De Agostini editore), che affronta il problema del rapporto tra i ragazzi e le nuove tecnologie. Rapporto che va deciso e impostato fin dai primi anni di vita.
In questo libro consiglia un percorso di avvicinamento all'uso dello smartphone da parte dei ragazzi, così da garantire loro uno sviluppo equilibrato, perché il territorio online è un po' per i bambini e i pre-adolescenti come "il paese dei Balocchi" per Pinocchio di Collodi. Occorre distinguere tra smartphone di famiglia, a disposizione di tutti, figli compresi, e quello personale, da dare soltanto dopo i 14 anni.
E anche per i più piccoli, attenzione alla dipendenza che si può creare con il cellulare, che diventa troppo spesso un "ciuccio elettronico" che il bimbo chiede di usare sempre di più, con l'illusione di calmarsi ma in realtà sovraeccitandosi a dismisura. Ecco allora delle alternative allo smartphone, pratiche e alla portata di tutti, per impegnare i bimbi piccoli se si deve fare qualcos'altro, al di la dello smartphone o del tablet.
Facci sapere che cosa ne pensi, se ti è piaciuto parla di questo podcast alle tue amiche (ma anche amici) e scrivici per raccontarci come hai impostato tu il rapporto tra la tecnologia e i tuoi figli, anche piccolissimi. Ecco i nostri contatti:
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"Vietato ai minori di 14 anni" di Alberto Pellai e Barbara Tamborini, DeA Planeta Libri
Alberto Pellai www.tuttotroppopresto.it https://www.instagram.com/alberto_pellai/
Federica Amato https://www.instagram.com/mamma_giochiconme/Happy and Joyful Children by Free Music | https://soundcloud.com/fm_freemusic; Music promoted by https://www.free-stock-music.com; Creative Commons Attribution 3.0 Unported License; https://creativecommons.org/licenses/by/3.0/deed.en_US.
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Per il papà, entrare in sala parto insieme con la compagna è un’esperienza incredibile. Che cosa deve fare il papà in sala parto? Non molto, deve solo essere presente e sostenere la donna. Attenzione: anche con la pandemia da Covid-19, il partner può assistere alla nascita, rispettando però i protocolli stabiliti dall’ospedale in cui si è deciso di partorire.
Ne abbiamo parlato con una doula, figura professionale che "accompagna alla nascita la donna", per capire perché e come il partner o una figura di riferimento può seguire il travaglio e il parto insieme alla mamma. Doula Amelia ci ha spiegato anche cosa aspettarci in questo momento di pandemia e che cosa chiedere in anticipo all'ospedale in cui si intende partorire.
Abbiamo sentito le testimonianze di due papà, Davide e Gabriele, che hanno assistito alla nascita dei loro figli e abbiamo intervistato anche due mamme, Elena e Raffaella, per capire da loro che cosa ha significato avere accanto il proprio compagno durante il travaglio e il parto.
Se vuoi approfondire, sul nostro sito c'è tanto spazio dedicato al parto e ai papà, come per esempio qui https://www.bimbisaniebelli.it/gravidanza/parto e qui https://www.bimbisaniebelli.it/famiglia/papa.
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È possibile portare in tavola ogni giorno qualcosa di buono, sano e rispettoso dell'ambiente, senza impazzire? Sì, si può! Basta coniugare una dieta sana per noi e i nostri figli e la salvaguardia del pianeta, seguendo la piramide alimentare mediterranea sostenibile.
Ne parliamo con il pediatra esperto in alimentazione Gianfranco Trapani. È lui che ci ha spiegato il termine di "piramide alimentare sostenibile" e come applicarlo nella vita di tutti i giorni. La piramide alimentare indica infatti ogni quanto consumare nella settimana i principali gruppi di alimenti. I suoi consigli sono validi per tutte le famiglie, anche quelle con bambini piccoli dopo l'anno di età, superato lo svezzamento.
In sintesi basta seguire i principi della dieta mediterranea, con poca carne rossa e dolci, puntando invece su verdura, frutta, cereali e legumi. Senza dimenticare i latticini, la carne bianca e il pesce. Ma... occorre sceglierli facendo attenzione alla produzione e all'allevamento. Se infatti già diminuire il consumo della carne rossa fa bene all'ambiente (perché è un alimento che richiede molta energia per essere prodotto), selezionare con cura i metodi di produzione meno inquinanti degli altri cibi è ugualmente importante. La preferenza va data poi ai prodotti locali.
La dieta mediterranea è anche uno stile di vita, quindi sì all'alternanza dei cibi, alla frugalità (non mangiare troppo) e alla convivialità, cioè il preparare e mangiare insieme.
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La maternità non è sempre facile e ci sono momenti davvero duri da affrontare. Capitano alle neomamme ma non solo, anche a quelle che lo sono già da un po’. Come aiutare la mamma? E per una mamma, come auto-aiutarsi? A parte gli aiuti concreti che vanno sempre bene, ci sono piccole cose che si possono fare per far stare subito meglio la neomamma. Si tratta di trovare le parole giuste.
Parole giuste da dirsi e ripetersi e parole giuste da dire a una mamma in un momento di difficoltà, momenti che capitano a tutte. Perché le parole aiutano e fanno stare meglio sia una neomamma sia una mamma che lo è gia da tempo. Questo episodio è perfetto per la neomamma ma anche per il neopapà, la nonna, il nonno, lo zio e gli amici del bimbo o della bimba appena nata, per aiutarli a supportare, e far sentire amata, la neomamma.
Per fare questo, per trovare le parole giuste, ci siamo rifatti a Sheila McCrave, più conosciuta come The Orange Rhino, il rinoceronte arancione. Sheila è una mamma americana di quattro figli, blogger di Huffingon Post, autrice del libro Yell less, Love More, Urla meno, Ama di più.
Da lei infatti abbiamo preso le 5 frasi da dire a ogni neomamma (e a ogni mamma in un momento di difficoltà) e che ogni neomamma dovrebbe rivolgere a se stessa con fiducia e gentilezza.
1. “Ti ammiro, dove trovi l’energia per fare tutto”
2. “Hai fatto un ottimo lavoro”
3. “So che è difficile”
4. “Hai bisogno di un fazzoletto?”
5. “Lasciati aiutare”Basta quindi con la litania di cose che una brava mamma NON deve MAI fare. Basta con l’idea che la maternità sia solo cose belle. Sì, invece alle parole che esprimono FIDUCIA e RINFORZO POSITIVO. Sei d'accordo con noi?
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Il post Covid-19 è ciò che lascia in eredità il nuovo Coronavirus una volta che l’infezione è stata vinta, con disturbi che vanno dalla stanchezza alla fatica respiratoria.
Se negli adulti è una sindrome molto diffusa, i bambini sembrano esserne immuni, almeno per la crescita dell'organismo. Il Covid 19 quindi pare non interferire con lo sviluppo fisico dei più piccoli ma bambini e ragazzi si ritrovano a dover combattere un altro disturbo, quello relazionale. Ce ne parla il pediatra Gianfranco Trapani, che sta partecipando a una ricerca nazionale proprio sugli effetti a lungo termine del Covid-19 nei bambini e negli adolescenti.
Il dottor Trapani, pediatra a Sanremo e ricercatore scientifico, ha anticipato i risultati di questo studio, che è ancora in corso, tranquillizzando tutti i genitori. A oggi non sembrano emergere disturbi seri legati all'aver avuto il Covid 19 per bambini e adolescenti. Più attenzione, invece, occorre per l'aspetto psicologico, perché sembra che chi abbia superato questa infezione, anche in modo asintomatico, sia più esposto a problemi di tipo relazionale. E i genitori devono saperlo per porter supportare e sostenere i propri figli.
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Leggere le fiabe ai bambini può sembrare facile ma ci sono alcuni trucchi che aiutano a coinvolgere i piccoli e attrarre la loro attenzione. E non farla più scappare. Trucchi rubati direttamente agli attori teatrali e a chi insegna agli attori teatrali, come Maria Grazia Tirasso, esperta di lettura espressiva.
Perché leggere le fiabe e le favole? Lo hanno dimostrato tantissime ricerche, la lettura a voce alta migliora le abilità cognitive dei bambini. Fin dall'età prescolare.
Cosa leggere? Di tutto, dalle fiabe classiche fino a quelle moderne, in base agli interessi dei bambini (puoi andare qui https://www.bimbisaniebelli.it/bambino/fiabe e qui https://www.bimbisaniebelli.it/bambino/favole).
Come leggere le favole e le fiabe? Ecco qualche consiglio in più, rivelatoci da Maria Grazia Tirasso.
Per prima cosa, meglio leggere il testo in anticipo, così da non farsi cogliere impreparati dai bambini che spesso interrompono e fanno domande, perché sono un pubblico molto partecipe. È fondamentale poi avere pronte delle risposte che aiutino a riportare dolcemente sul testo i piccoli e a gestire eventuali distrazioni. Hai mai pensato al "setting" (la disposizione dello spazio e di noi nello spazio) quando leggi qualcosa a voce alta ai tuoi bambini? Troppo spesso non ci si fa caso, ma invece è molto utile e aiuta a coinvolgere di più e per più tempo i piccoli ascoltatori.
Un ultimo consiglio fondamentale: divertiti con loro, trasformando la lettura in un "rito giocoso".
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Basta dire che si aspetta un bambino, perché tutti si sentano autorizzati a dare consigli. Veri e da seguire rigorosamente. Ma non sempre è così. Anzi. Poi ci si aggiunge anche ciò che si trova in rete e... orientarsi diventa difficile. Dal bisogna mangiare per due al divieto di muoversi o di fare sesso in gravidanza, sono tante le "bufale" che girano sui social e tra parenti e amici.
Qui ne analizziamo sei e vi spieghiamo perché non sono vere.
E tu, quali fake news hai sentito sulla gravidanza?
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In questo episodio parliamo di allattamento al seno, con 4 consigli (più uno) molto molto pratici, per rendere l'allattamento al seno più semplice e appagante per entrambi, mamma e neonato. Senza inutili e dannose ansie. È vero che l'allattamento al seno è vecchio almeno quanto l'uomo, ma oggi può essere duro e faticoso nutrire al seno il proprio bebè, ed è facile farsi assalire da tantissimi dubbi!
Questo episodio è dedicato a tutte le mamme, in gravidanza, con un neonato o con un bimbo già di qualche mese, sia che vogliano allattare, sia che vogliano soltanto saperne di più per poi decidere se iniziare...
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