エピソード
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Talvolta chi fa staging fa sembrare l'omicidio... un omicidio. Solo che prova ad addossarne la responsabiltà ad altri, anche ignoti. Magari un rapinatore particolarmente violento - la classica "rapina finita male" - o un serial killer o un assassino "venuto da fuori" o "da lontano". Insomma. Qualcun altro. O qualcun'altra.
Lo staging, in questi casi, è più che altro verbale, il o la killer tende a depistare le indagini fornendo testimonianze fasulle. Può capitare che sulla scena del crimine lasci falsi indizi così da portare gli investigatori a credere qualcosa di diverso, spesso screditando la vittima: è stata uccisa perché era nel giro della droga o della prostituzione. Quando invece non è affatto vero. Cristina Brondoni racconta gli staging in cui l'omicidio pare proprio un omicidio. -
La morte naturale o per qualche patologia pregressa è all'ordine del giorno. Non stupisce quindi che non vi siano particolari indagini. A meno che amici e parenti della vittima non avanzino qualche sospetto su qualcuno. Come accade nei casi di staging in cui l'assassino o l'assassina ha fatto passare l'omicidio per una morte naturale. Lo staging preferito degli angeli della morte.
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エピソードを見逃しましたか?
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Lo staging sulla scena del crime è organizzato da chi ha commesso l'omicidio e vuole allontanare da sé i sospetti. Talvolta, quando autore e vittima hanno una stretta relazione o si conoscono molto bene, l'assassino fa passere l'omicidio per un suicidio. Magari mettendo in mano al morto la pistola fumante. O facendo finta che si sia impiccato. O, ancora, che sia morto per aver ingerito dei tranquillanti. Ma in cosa si differenzia un suicidio da un omicidio? Quanti sono i suicidi in Italia? E quali sono i casi in cui un omicidio è stato archiviato come suicidio? E i colpevoli vengono presi? A queste e ad altre domande risponde Cristina Brondoni, giornalista, criminologa e scrittrice.
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Sembrava un incidente. È questo che spesso si legge sui giornali dopo che si è scoperto che l'incidente - stradale, domestico, sul lavoro - era in realtà un omicidio. In Italia gli incidenti domestici sono circa quattro milioni ogni anno e, tra questi, si nascono omicidi. In definitiva c'è solo la parola di chi resta: "Era sulla scala, è scivolato ed è morto". Ed è difficile che gli incidenti domestici vengano indagati. Eppure, in qualche caso, nascondono lo staging: la messinscena sulla scena del crimine operata dall'autore del reato per allontanare da sé la responsabilità del delitto.
Nello staging niente è come sembra. -
Trick or treat? Dolcetto o scherzetto? Halloween è ormai popolare anche in Italia, e la tradizione vuole che si vada di casa in casa a chiedere dolci e caramelle. Ma c'è chi di Halloween ha approfittato per commettere omicidi orribili. Un padre che ha ucciso suo figlio. Una donna che, per scherzo, ha ucciso una collega. E anche Ted Bundy e i temibili Toolbox Killers (Bittaker e Norris) hanno ucciso proprio la notte di Hallween. Ecco le loro storie.
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Scomparire in una setta è più semplice di quanto si pensi. La setta, infatti, per come è organizzata pensa a tutto. Ospitalità, lavoro, e soprattutto accoglienza emotiva. Chi è fragile, ed è in cerca di risposte semplici a temi complessi, più facilmente può cadere vittima di aggregazioni di persone in stile settario. In Italia, secondo il saggio "Nella setta" di Piccinni e Gazzanni, si stima che almeno 4 milioni di persone siano affiliate a una setta. E le sette, si sa, non sempre sono legali. Una volta che una persona è coinvolta in una setta, il mondo "fuori" resta escluso. Restano esclusi amici e parenti che, spesso, non sanno come fare per ritrovare la persona che a tutti gli effetti è scomparsa. L'episodio è dedicato a chi scompare nelle sette.
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Di Steven Hicks, la prima vittima di Jeffrey Dahmer, non si seppe nulla dal 1978, quando scomparve, fino al 1991 quando Dahmer venne arrestato e confessò gli omicidi. Incluso quello di Steven. Tredici anni durante i quali i genitori e gli amici del giovane sperarono che fosse fuggito. O almeno che fosse ancora vivo. In Italia, molto spesso, le persone scomparse non vengono ritrovate o vengono ritrovate cadavere. Come, per esempio, Elena Ceste: secondo il marito, era uscita di notte, senza effetti personali, nuda. E solo per fargli un torto. Ma come funziona la ricerca di una persona scomparsa? E chi scompare? Ed è davvero possibile, nel 2023, scomparire senza lasciare alcuna traccia?
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Natale è il periodo dell'anno in cui si dice che siamo tutti può buoni. Ma c'è anche chi, a prescindere che sia o meno Natale, resta sopraffatto, violato dalla felicità altrui. Magari perché infelice, magari per solitudine. O per entrambe le cose. La felicità come movente di un omicidio è piuttosto rara, ma c'è. Spesso degenera nell'invidia che porta alla rabbia. E infine all'omicidio.
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Le liti tra vicini di casa sono all'ordine del giorno. E talvolta possono degenerare in omicidi. Una tv a volume troppo alto, mobili spostati alle tre del mattino, pessimo uso degli spazi comuni sono solo esempi dei motivi del contendere. Ma quando e come e perché si arriva all'omicidio?
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Daniela Cecchin è sempre stata solitaria. O meglio sola. Ormai adulta, per caso, ritrova un uomo che, ai tempi dell'università, si era mostrato gentile con lei. Lo pedina, lo spia e scopre che ha una famiglia. L'odio e la rabbia travolgono Daniela Cecchin che decide di uccidere per vendicarsi della felicità delle vite degli altri.
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Shanda aveva 12 anni quando le sue amiche l'hanno attirata in trappola, torturata e uccisa. Il movente? La gelosia di una loro, Melinda Loveless. O almeno così è scritto nei verbali di polizia. L'omicidio, infatti, è maturato in contesti familiari violenti e disfunzionali. Ma un'amicizia tossica, senza arrivare all'omicidio, può capitare a chiunque. Come uscirne?
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Mark Twitchell era un aspirante regista, e un aspirante serial killer. Fan di Star Wars e di Dexter ha usato la fiction come trampolino per una carriera criminale. Fortunatamente stoppata sul nascere. Ma non a sufficienza per evitare vittime.
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Dana Sue Gray era shopaholic: acquistare era una dipendenza. Come la droga. Rimasta disoccupata ha deciso di uccidere per appropriarsi delle carte di credito delle vittime per proseguire nei suoi raid in centri commerciali dove arrivava a spendere 1500 dollari al giorno.
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Nascere nobili ha indubbiamente dei vantaggi, primo e non trascurabile quello di poter contare su consistenti risorse di denaro. Ma gli svantaggi possono essere perniciosi, come la perdita della libertà di operare scelte proprie. La storia racconta di principesse, re e contesse che hanno usato ricchezze e dominio per compiere delitti che, in qualche caso, sono rimasti impuniti. Nella foto (dal web) una rappresentazione della contessa Bathory (presunta serial killer).
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Il bullismo è presente nelle scuole a ogni latitudine. Con enormi differenze: dai casi piuttosto leggeri, in cui il bullo viene individuato e fermato da educatori o genitori, a quelli con epiloghi drammatici, spesso letali. Individuare il bullismo può essere complesso, perché le dinamiche tra studenti spesso restano appannaggio solo loro, e non del personale docente o dei famigliari. Questo episodio è e vuole essere solo una riflessione, uno spunto, sul fenomeno. E non una soluzione a comportamenti che devono essere analizzati caso per caso. Si parte da un classico horror "Carrie" di Stephen King che, a parere nostro, dovrebbe essere letto nelle scuole. Perché spiega, nel dettaglio, il bullismo. Nella foto di copertina un frame di Sissy Spacek nei panni insanguinati di Carrie White di "Carrie - Lo sguardo di Satana" (1976) di Brian De Palma.
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Il gaslighting è un abuso psicologico. Viene messo in atto dall'autore che, per ragioni sue, vuole far passare la vittima per matta. Il termine è derivato dal film di George Cukor del 1944 Gaslight (in italiano Angoscia) in cui un marito vuole fare interdire la moglie, facendola passare per pazza. Lo fa manomettendo il sistema di luci a gas e facendo credere alla donna che il fatto che si affievolisca l'intensità della luce sia frutto della sua mente malata (la foto è tratta proprio dal film). Ma ci sono molti molti casi reali.
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La famiglia perfetta esiste solo nelle pubblicità. E nei primi quattro minuti dei film horror. C'è chi, ancora, considera il divorzio come un fallimento, qualcosa di cui i vicini parleranno, un evento talmente insostenibile da scegliere l'alternativa definitiva: l'omicidio. Tre casi, tutti e tre americani, in cui le relazioni personali hanno avuto finali tremendi. Sara è riuscita, però, a dire anche "macramè" forse ispirata dal tè delle cinque che Cristina ha preparato. (Nella foto, Chris Watts inquadrato dalla bodycam di un agente di polizia).
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Dennis Nilsen ha ucciso almeno dodici giovani uomini e ne ha conservato i corpi in casa. Era un necrofilo. Il rituale prevedeva che, dopo l'omicidio, Nilsen lavasse, asciugasse, rivestisse il cadavere così da avere compagnia. Una compagnia silenziosa in una parodia di intimità famigliare. Bambole, e non più persone. E proprio la bambola è tra gli oggetti che più hanno ispirato la fantasia di scrittori e sceneggiatori horror.
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Il cannibalismo o antropofagia è vecchio quanto il genere umano. Molti i motivi. Per fame, per possedere forza e vitalità del nemico (e per fargli sapere definitivamente chi ha vinto), per rituali volti a ingraziarsi divinità. I serial killer cannibali sono parecchi che, in una sorta di frenesia di possesso, hanno ucciso, cucinato e mangiato (parti di) esseri umani. Tutti, una volta catturati, hanno detto la loro su come sia davvero la carte umana. La fiction, in questo senso, è un passo indietro, anche se Hannibal Lecter è un cult.
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Bessie, Alice e Margaret si erano appena sposate quando morirono affogate in una vasca da bagno. Qualcuno ritenne la coincidenza talmente bizzarra da avvisare Scotland Yard. L'indagine portò a un bigamo e truffatore. E omicida.
Anche sulla scomparsa di Cora, moglie del dottor Crippen, qualcuno si insospettì. Scotland Yard indagò e grazie all'uso del telegrafo arrivò a una conclusione. Due casi vintage di scienza forense. - もっと表示する