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Messa in voce di Gaetano Marino Continue reading
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La zia Maldidenti mi dava molti dolci, quando ero piccolo. I miei denti resistettero, e non si guastarono. Anche adesso, che sono diventato più grande, lei mi vizia con la dolcezza, dicendo che sono un poeta. Spesso, quando cammino per le strade della città, mi sembra di camminare in una grande biblioteca. Le case sono gli scaffali dei libri, ogni piano è un ripiano di libri. Qui si trova la storia di tutti i giorni, là una vecchia buona commedia, poi opere di scienza e di ogni materia, qui un po' di racconti e là un po’ di romanzi. La zia Maldidenti viene come un raggio di sole, riempie l'anima e i pensieri; viene come un profumo di fiori, come una melodia che si conosce, ma che non si ricorda cosa sia. [...] Continue reading
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Là, in mezzo al mare, nelle profondità proibite all’uomo, abita la gente del mare sconosciuta al mondo. Nel punto più lontano del fondo si trova il castello del re del mare Poseidone. Egli era vedovo da molti anni, e aveva sei figlie. Tute belle. Ma chi governava il castello era la vecchia madre del re Poseidone, e voleva molto bene alle piccole principesse del mare, le sue nipotine.Le principesse del mare erano sirene. Avevano la pelle bianca come l’avorio e delicata come un petalo di rosa bianca, gli occhi erano azzurri come il mare, ma non avevano piedi, perché il loro corpo era per metà pesce e per metà fanciulla. E al posto dei piedi possedevano una grande pinna. Continue reading
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C'era una volta in un paese lontano lontano, un principe ricchissimo. Egli era unico figlio, amato e stimato dai sudditi del regno. I suoi modi e la sua educazione erano sempre stati degni di un grande principe, seppure non rinunciasse mai a feste e ricevimenti. Era un principe davvero a modo e sempre cordiale e gentile, con tutti, tant’è che in tanti, nobili e aristocratici, desideravano invitarlo alle feste e alle battute di caccia.Dopo aver trascorso la giovinezza in piena allegria e spensieratezza modesta, per il principe giunse il tempo di fare il grande passo: prendere moglie. Continue reading
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Era l’estate di tanto tanto tempo fa. La campagna pareva tutta dorata, e ogni cosa era bella e piena di luce donata dal sole. D’intorno alla campagna c’era un bosco immenso, nel quale c’erano fiumi e un lago profondo. Proprio lì viveva, tra i tanti animali, una mamma anatra. Già da qualche tempo covava le sue uova dove ci stavano i suoi anatroccoli; e una mattina, finalmente, una dopo l'altra, le uova cominciarono ad aprirsi.- Qua, qua! Benvenuti figliuoli. Qua qua...Disse l'anatra. Subito tutti i piccoli schiamazzarono cip cip cip a più non posso guardando da ogni parte.- Com'è enorme il mondo!Dissero i piccoli. Continue reading
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C'era una volta un vecchio castello, dove non si mangiavano più le lumache, perché si erano estinte; ma non si erano estinte le piante di farfaraccio, che crescevano sempre più lungo i sentieri e le aiuole, tanto che non era più possibile controllarle; s'era ormai formato un vero e proprio bosco di farfaraccio, e tra le sue foglie vivevano le ultime due lumache, ormai vecchissime. [...] Continue reading
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C’era una volta un buon vecchio lampione, che per moltissimi anni aveva prestato servizio; ma ora doveva essere sostituito. I tempi cambiavano anche per lui, e cambiavano tristi e male. Era quella dunque, l'ultima sera che il vecchio lampione stava sul palo a illuminare la strada. Aveva perciò una paura terribile, perché sapeva che dovevano presentarlo in municipio, davanti al consiglio dei Trenta, per decidere se fosse ancora utile al servizio, o mandarlo ad illuminare in periferia o chissà dove, o, peggio ancora, se finire in una fonderia ed essere trasformato in chissà cosa. [...] Continue reading
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«Fa così freddo che scricchiolo tutto» disse l'uomo di neve. «Il vento, quando morde, fa proprio resuscitare! Come mi fissa quello là!» e intendeva il sole, che stava per tramontare. «Ma non mi farà chiudere gli occhi, riesco a tenere le tegole ben aperte.»Infatti i suoi occhi erano fatti con due pezzi di tegola di forma triangolare. La bocca invece era un vecchio rastrello rotto, quindi aveva anche i denti. Era nato tra gli evviva dei ragazzi, salutato dal suono di campanelli e dagli schiocchi di frusta delle slitte. [...] Continue reading
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Le fiabe di Hans Christian Andersen. Scrittore danese. Uno dei più importanti autori di storie fantastiche, che riutilizzò in modo originale il grande patrimonio delle fiabe nordiche, adattandole in un contenuto sempre positivo e pieno di speranza. Il forte senso religioso e onirico, dietro una vita personale fatta di povertà e amarezze, hanno caratterizzato le fiabe di Andersen in una visione fantastica, e allo stesso tempo realistica dei contenuti, con cambi improvvisi di ritmi e narrazione, fino a realizzare straordinarie avventure. Continue reading
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Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino Le fiabe di Hans Christian Andersen. Scrittore danese. Uno dei più importanti autori di storie fantastiche, che riutilizzò in modo originale il grande patrimonio delle fiabe nordiche, adattandole in un contenuto sempre positivo e pieno di speranza. Il forte senso religioso e… Continue reading
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Sull'ultima casa di un villaggio si trovava un nido di cicogne. Mamma cicogna se ne stava nel nido con i suoi quattro cicognini, i quali si affacciavano con i loro piccoli becchi neri, che poi sarebbero diventati rossi. Poco lontano dal nido, sempre sul tetto, stava, dritto e immobile, papà cicogna, il quale aveva sollevato una zampa, per stare un po' scomodo dato che stava di guardia. Sembrava scolpito nel legno, tanto era immobile, "È molto elegante che mia moglie abbia una sentinella vicino al nido!" pensava "e non possono sapere che sono suo marito, credono sul serio che sia stato ingaggiato per stare qui. Fa proprio una bella impressione!" e intanto continuava a stare lì su una zampa sola. Continue reading
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«È una storia incredibile!»esclamò una gallina.«Uno spaventoso scandalo in un pollaio! Non riuscirò a dormire questa notte, me lo sento. Per fortuna siamo in tante sulla pertica.»E la gallina raccontò in modo tale che le galline drizzarono le penne e il gallo fece afflosciare la cresta.«È proprio vero, credetemi!»Bene, a questo punto è meglio cominciare dal principio, e il principio accadde nel pollaio osto in un'altra parte della città. [...] Continue reading
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In campagna c'era una fattoria dove abitava un fattore con due figli, con tanto cervello che anche la metà sarebbe bastata. Volevano chiedere in sposa la figlia del re e avrebbero osato farlo perché lei aveva fatto sapere che avrebbe sposato chi sapeva tenere meglio una conversazione. I due si prepararono per una settimana, il periodo più lungo concesso, ma per loro sufficiente perché avevano già un certa cultura il che tornò loro utile. Uno conosceva tutto il vocabolario latino e le ultime tre annate del giornale del paese che sapeva recitare da capo a fondo e viceversa, l'altro si era studiato tutti i regolamenti delle corporazioni d'arti e mestieri e aveva imparato tutto quello che deve sapere il decano di una corporazione, così pensava di potersi pronunciare sui problemi dello stato, e inoltre imparò anche a ricamare le bretelle, dato che era di gusti raffinati e molto abile. […] Continue reading
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C'era una teiera orgogliosa, orgogliosa della sua porcellana, del suo lungo beccuccio, del suo largo manico. Aveva qualcosa davanti e qualcosa dietro, il beccuccio davanti e il manico dietro, e parlava sempre di quelli, ma non parlava mai del coperchio che era scheggiato; quello era una vergogna, e delle proprie vergogne nessuno parla volentieri, figuriamoci una teiera orgogliosa. Le tazze, la zuccheriera e il bricco del latte, tutto il servizio da tè avrebbe certamente ricordato il coperchio rotto più che non quel manico e quello splendido beccuccio; la teiera lo sapeva bene. [...] Continue reading
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[...] Passò qualche tempo, e un pomeriggio d’estate il bambino della casa levò dal cassetto la Pallina. Trottolino vide che Pallina veniva lanciata in alto, sembrava davvero una stupenda ballerina, quasi avesse le ali di un uccello grazioso. Dopo un bel po’ quasi non la si vide più. Volava talmente in alto principessa Pallina, che quando toccava terra rimbalzava schizzando ancora più in alto, ma poi tornava giù. Finché Pallina, dopo l’ultimo lancio, non tornò più. Il bambino gridò parole disperate guardando verso l’alto, ma Trottolino non capiva le parole del suo padroncino. Il bambino la cercò inutilmente per tanto tempo. «Io lo so dove è andata Principessa Pallina!» sospirò pensieroso e addolorato Trottolino. [...] Continue reading
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