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  • Alessio (4° superiore) intervista Gabriella, responsabile del CAF Via Granello di Genova su cosa può essere interessante sapere riguardo all'attività dei CAF per i ragazzi al termine della scuola secondaria di secondo grado.

  • Buongiorno da Gabriella, vi do il benvenuto su fisco relax. Anche quest'anno stiamo per
    arrivare alla stagione della compilazione del modello 730. Ormai è noto cos'è il 730, chi lo
    deve fare chi non è obbligato e a chi conviene, ma un breve ripasso forse potrebbe essere
    utile a chi dovrà affrontare per la prima volta la dichiarazione dei redditi.
    Il 730 è una dichiarazione dei redditi semplificata per i pensionati, i dipendenti e i
    collaboratori a progetto, insomma per chiunque abbia una pensione o una busta paga. Sono
    esclusi dalla possibilità di presentare il 730 i titolari di partita IVA. Si dichiarano i redditi
    dell'anno precedente, quest'anno si dichiarano i redditi del 2022.
    Ora vediamo a cosa serve, chi deve presentarlo e a chi conviene presentarlo:
    Non sei obbligato a presentarlo se hai avuto un solo datore di lavoro nell'anno precedente
    o se hai solo la pensione, non sei obbligato se oltre a tali redditi possiedi solo la casa di
    residenza e le sue pertinenze, cantina o box.
    Sei obbligato se nell'anno precedente hai avuto diversi datori di lavoro o sei andato in
    pensione nel corso dell'anno, oppure se hai altri redditi da dichiarare oltre lo stipendio o la
    pensione, per esempio collaborazioni occasionali oppure immobili dati in affitto. Infatti in
    questo caso si è obbligati perché ci sono delle imposte da versare al fisco.
    Non sei obbligato ma ti conviene se hai sostenuto spese mediche, se hai ristrutturato casa,
    hai sostenuto spese detraibili o deducibili, di cui non faccio l'elenco in quanto sono
    veramente molte, oppure hai diritto a uno dei bonus affitto previsti, quindi puoi presentare
    il 730 per farti rimborsare dal fisco parte delle imposte già pagate sullo stipendio o sulla
    pensione. E' importante sapere che troverai l'eventuale rimborso aggiunto o le eventuali
    imposte tolte direttamente dallo stipendio o dalla pensione senza che tu debba fare altro.
    Una raccomandazione: tranne gli scontrini dei medicinali, i dispositivi medici e le
    spese mediche sostenute presso le ASL o i laboratori convenzionati, tutte le spese
    devono essere pagate in modalità tracciabile (bancomat, carta di credito o bonifico)
    Vediamo quando si presenta e a chi. Il Mod. 730/2023 sarà disponibile sul sito
    dell'Agenzia delle Entrate dal 30 aprile al quale si accede tramite SPID o la CIE (carta
    d'identità elettronica )o la CNS (carta nazionale dei servizi)per coloro i quali vorranno
    presentarlo da soli, oppure potranno rivolgersi ai CAF.
    Il termine ultimo per la presentazione è il 30 settembre che quest’anno cade di sabato ,
    quindi slitta automaticamente al 2 ottobre. Sia sul sito che presentando tramite i CAF.
    Ora passiamo alle principali novità contenute nel nuovo 730:
    NUOVI SCAGLIONI IRPEF
    Le aliquote, sono state ridotte da 5 a 4 e gli scaglioni ridefiniti. Mentre la prima aliquota è
    confermata al 23% fino a 15mila euro, la seconda scende dal 27% al 25% fino a 28mila
    euro La terza passa invece dal 38 al 35% per i redditi fino a 50mila euro, mentre i redditi
    sopra questa soglia vengono tassati al 43%.
    DETRAZIONI LAVORO DIPENDENTE
    È stato innalzato a 15.000 euro il limite reddituale per poter usufruire della misura
    massima della detrazione pari a 1.880 euro. La detrazione spettante è aumentata di 65 euro
    se il reddito complessivo è compreso tra 25.001 euro e 35.000 euro.
    DETRAZIONI PENSIONE
    È stato innalzato a 8.500 euro il limite reddituale per poter fruire della misura massima
    della detrazione per redditi di pensione pari a 1.955 euro. La detrazione spettante è
    aumentata di 50 euro se il reddito complessivo è compreso tra 25.001 e 29.000 euro.
    Detrazione barriere architettoniche
    È una detrazione del 75 sugli importi sostenuti nel 2022 (ma prorogata anche per gli anni
    2023-2025) per eseguire lavori di superamento e rimozione delle barriere architettoniche.
    Detrazione affitto giovani
    La detrazione sul canone pari a 991,60 euro spetta se il reddito complessivo del giovane
    non supera i 15.493,71 euro e spetta fino al compimento dei 31 anni. Inoltre, se il 20% del
    canone annuo supera 991,60 euro, ma non supera 2.000 euro, il giovane può detrarre quel
    20% anziché 991,60 euro. Facciamo un esempio: su un canone di 8000 euro l'anno, si
    potranno detrarre 1600 euro.
    Social Bonus
    Per le erogazioni liberarli effettuate nel 2022 a vantaggio di enti del Terzo Settore
    impegnati in progetti di recupero su beni mobili e immobili pubblici o confiscati alla
    criminalità organizzata, è previsto un credito d’imposta nella misura del 65 o 50 per cento
    dell’erogazione (a seconda di chi sia il donante, se persona fisica o ente no profit).
    Per oggi ci salutiamo e alla prossima.

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  • Manca una manciata di giorni al 2023 e vorrei fare il punto sui bonus di aiuto alle famiglie attivi fino al 31 dicembre.
    Infatti non sappiamo per certo quali bonus saranno prorogati, quali modificati, quali cancellati o se ce ne saranno di nuovi.

    Cominciamo con il bonus sociale sulle bollette del gas, della luce e dell'acqua che sarà quasi certamente prorogato per il 2023, comunque dobbiamo attendere l'approvazione della legge di bilancio per conoscere i dettagli.

    Per ottenere questo bonus è necessario presentare l'ISEE che non deve essere superiore a 12000 euro o a 20000 euro per le famiglie con almeno 4 figli a carico..

    Non è necessario presentare alcuna domanda. Infatti a presentazione dell'ISEE sarà applicato automaticamente lo sconto in bolletta in base ai dati che l'INPS comunicherà ad ARERA (Autorità di Regolazione per Energia Reti e Ambiente)

    Per fare un esempio di sconto, sulla bolletta della luce si possono risparmiare attualmente come minimo circa 55 euro al mese.

    Altro bonus che proseguirà è l'assegno unico universale.

    Assegno Unico
    L’Assegno Unico universale è stato confermato anche per il 2023 e il riconoscimento dell’assegno sarà automatico se non cambiano i requisiti. Possono richiederlo tutte le famiglie con figli a carico fino a 21 anni, a prescindere dall’occupazione lavorativa, con o senza Isee.

    Ora facciamo attenzione ai bonus dedicati alle famiglie che scadranno il 31 dicembre 2022,questi sono:
    il bonus prima casa under 36
    il bonus trasporti
    il bonus TV,

    BONUS CASA UNDER 36

    Il bonus prima casa per i giovani under 36 agevola i giovani cittadini italiani all’acquisto di una abitazione da adibire a prima casa, contraendo un mutuo con una banca. Occorre avere un’ISEE complessivo non superiore a 40.000 euro, inoltre occorre spostare la propria residenza nell’abitazione oggetto delle agevolazioni entro 18 mesi.

    BONUS TRASPORTI

    Il bonus trasporti è un agevolazione in favore di coloro che acquistano un abbonamento ad un mezzo di trasporto pubblico, garantendo uno sconto fino a 60 euro a persona.

    BONUS TV E DECODER

    Il bonus tv e decoder, ovvero l’agevolazione, con valore fino a 30 euro, per l’acquisto di TV e decoder idonei alla ricezione di programmi televisivi con i nuovi standard trasmissivi

    Quindi se pensate di aver diritto a qualcuno di questi bonus in scadenza, affrettatevi....il tempo stringe. Per oggi vi saluto e alla prossima.

  • Buongiorno da Gabriella e benvenuti a fisco relax,
    come ormai tutti saprete è stato finalmente approvato dal Consiglio dei Ministri L'ASSEGNO UNICO UNIVERSALE PER I FIGLI MINORI E SE STUDENTI FINO AI 21 ANNI DI ETA'
    L'assegno entrerà in vigore nel 2022.e sarà erogato a partire dal mese di marzo.
    La durata è dal 7 ° mese di gravidanza fino a 21 anni del figlio, se il figlio sarà ancora a carico, con possibile corresponsione dell'importo direttamente al figlio maggiorenne se studia fuori sede.
    L'assegno unico avrà validità dal 1 marzo fino al 28 febbraio dell'anno successivo. Perciò ogni anno si dovrà richiedere l'ISEE e ripresentare la domanda.
    Questo assegno andrà a rimpiazzare
    gli assegni al nucleo per figli minori;
    le detrazioni Irpef sui figli a carico;
    gli assegni per le famiglie numerose;
    il Bonus Bebè;
    il premio alla nascita;
    il fondo natalità per le garanzie sui prestiti.

    E' chiaro che l'assegno unico elimina soltanto le detrazioni per i minori, per gli studenti fino a 21 anni e per i figli disabili. Restano le detrazioni per i figli over 21 , per il coniuge e per gli altri familiari a carico.

    A chi spetta l’assegno unico nel caso in cui i genitori del figlio non convivano sotto lo stesso tetto?
    Il decreto attuativo approvato in Consiglio dei Ministri spiega che:
    “L’assegno unico universale spetta nell’interesse del figlio in parti uguali a chi esercita la responsabilità genitoriale“.
    Ciò vuol dire che l’assegno unico spetta a entrambi i genitori, anche quando questi non sono conviventi o risultano separati o divorziati. La responsabilità genitoriale, infatti, non viene meno neppure in caso di divorzio o separazione: l’unico caso in cui si perde è quando è il giudice a stabilirlo espressamente.
    Solamente nel caso di affidamento esclusivo, quindi, l’assegno spetta al genitore affidatario, sempre che non sia stato raggiunto un accordo tra le parti.
    È importante, però, specificare una cosa: per averne diritto entrambi è necessario che tutti e due i genitori presentino la domanda: qualora vengano entrambe accettate, la quota di assegno unico spetterà in egual misura a entrambi i genitori.
    Comunque vi consiglio di rivolgersi ai Patronati per verificare il vostro caso evitando la possibilità che non venga accettato dall'INPS.
    Vediamo come si fa ad ottenerlo:
    Innanzi tutto a partire da gennaio è necessario richiedere l'ISEE in quanto è la base di partenza per determinare l'importo dell'assegno.
    Una volta in possesso del calcolo ISEE la domanda dell'assegno può essere presentata direttamente sul sito dell'INPS con SPID o carta d'identità elettronica o carta dei servizi, oppure rivolgendosi ai Patronati.
    In sintesi: ci si può rivolgere ai CAF per la richiesta ISEE e ai Patronati per la presentazione della domanda.

    In questa mia chiacchierata vi risparmio calcoli dati e tabelle, ma vi mando il link di siti specializzati che vi aiuteranno a fare una previsione sull'importo del vostro assegno unico.
    Per oggi vi saluto e alla prossima.

    https://www.informazionefiscale.it/assegno-unico-2022-come-funziona-importo-requisiti-novita

    https://www.fiscoetasse.com/rassegna-stampa/28886-assegno-unico-2022-decreto-approvato-ecco-regole-e-importi.html

  • Buongiorno da Gabriella, benvenuti a fisco relax,
    oggi non parlerò di imposte da pagare e di redditi omessi. Mi piace essere ottimista e rivolgermi ai ragazzi che hanno voglia di lasciare il nido familiare e costruirsi una vita autonoma, magari con un compagno o una compagna. Qualcuno avrà pensato di prendere un appartamento in affitto, perchè invece non approfittare del cosiddetto bonus casa? A tale proposito prendo spunto dalla Guida all'acquisto della casa pubblicata il 10 novembre dall'Agenzia delle Entrate, per parlare di agevolazioni spettanti a chi compra la prima casa e ha meno di 36 anni.
    Queste agevolazioni saranno valide fino al 30 giugno 2022.
    Ma praticamente chi ne ha diritto in cosa consistono?
    Possono beneficiare delle agevolazioni i giovani che:
    • non hanno ancora compiuto i 36 anni di età nell’anno in cui l’atto è stipulato
    • hanno un indicatore ISEE (Indicatore della Situazione Economica Equivalente) non
    superiore a 40.000 euro annui.
    Inoltre:
    .abbiano o stabiliscano la propria residenza, entro 18 mesi dall’acquisto, nel Comune in
    cui si trova l’immobile
    .dichiarino, nell’atto di acquisto, di non essere titolari, nemmeno in comunione con il
    coniuge, dei diritti di proprietà, usufrutto, uso e abitazione di altra casa di
    abitazione nel territorio del Comune in cui è situato l’immobile da acquistare
    • dichiarino, nell’atto di acquisto, di non essere titolari, neppure per quote o in regime
    di comunione legale, su tutto il territorio nazionale, dei diritti di proprietà,
    usufrutto, uso, abitazione e nuda proprietà su altro immobile acquistato, anche dal
    coniuge, usufruendo delle stesse agevolazioni “prima casa”.
    In caso contrario, è necessario vendere l’immobile posseduto entro un anno dalla data del nuovo
    acquisto.
    Naturalmente la casa da acquistare non deve essere di lusso, tipo villa o casa di pregio.
    Se tutti i requisiti sono rispettati si ha diritto a :
    - l'esenzione dall'imposta di registro se si acquista da un privato
    il credito d'imposta dell'IVA se si acquista da un soggetto titolare di partita IVA, per esempio un'impresa di costruzioni.
    l'esenzione dall'imposta sostitutiva sui mutui
    Inoltre richiedendo un mutuo è possibile, verificando i requisiti, accedere al fondo di garanzia prima casa elevato fino all'80% della quota capitale.

    Per tutti i dettagli riporto il link della Guida che ritengo davvero molto comprensibile e completa di risposte ai quesiti.

    Allora ragazzi, fatevi, se possibile, aiutare dai genitori, che magari saranno contenti di non dovervi dire: ti pare questa l'ora di rientrare, questa casa non è un albergo e approfittate dell'occasione.
    Per oggi vi saluto e alla prossima.

    https://www.agenziaentrate.gov.it/portale/web/guest/guida-acquisto-abitazione

  • Buongiorno da Gabriella, rieccoci a fisco relax.
    Il periodo dei 730 si è concluso il 30 settembre, perciò i dipendenti e i pensionati hanno già ricevuto il rimborso spettante o ahimè hanno pagato le imposte dovute. Giustamente hanno pensato di aver provveduto a fare il proprio dovere di contribuenti e come è giusto la vita continua per altre strade....
    Purtroppo il 2020 è stato un anno difficile e chi ha un lavoro dipendente si è visto mettere in cassa integrazione, quando non di peggio.....hanno in ogni caso ricevuto la CU, la famosa certificazione unica con riportati tutti i dati relativi ai redditi del 2020 compresa l'indicazione dei giorni di lavoro, se per tutto l'anno 365. Perciò se non in possesso di altri redditi o di spese da detrarre questi dipendenti si sono messi tranquilli e hanno archiviato la CU pensando di non avere l'obbligo di presentare il 730. OK ma come la mettiamo con i giorni di cassa integrazione? Viene erogata dall'INPS che, bontà sua non manda a casa la CU, e allora? Allora se avete lo SPID potete verificare se è presente o no sul sito INPS, se fosse presente è obbligatorio presentare la dichiarazione dei redditi e pagare l'eventuale conguaglio d'imposta. Se non si è in possesso dello SPID è possibile rivolgersi ai CAF che hanno la possibilità di verificare. Infatti bisogna essere sicuri, perché la dichiarazione omessa va incontro ad una sanzione come minimo di 250 euro oltre al versamento delle imposte dovute. Comunque niente paura, se verificate di avere omesso la dichiarazione e avete sia la CU del datore di lavoro sia quella della cassa integrazione, anche se non si può più presentare il 730 c'è la possibilità di presentare il modello REDDITI fino al 30 novembre e di mettervi in regola con i pagamenti.
    Se vi ho messo in allarme non voletemene, provo a fare prevenzione fiscale.

  • Parliamo della polizza che copre la perdita dell'autosufficienza, uno strumento estremamente interessante per cautelarsi in caso un infortunio o una malattia ci precludano la possibilità di essere autosufficienti, a qualsiasi età.

  • https://www.agid.gov.it/it/piattaforme/spid/identity-provider-accreditati

    SPID – SISTEMA PUBBLICO DI IDENTITA' DIGITALE
    Perché richiederlo
    Buongiorno da Gabriella, benvenuti a fisco relax.
    Alzi la mano chi di voi non ricorda le lunghe code agli sportelli dell'INPS,
    dell'Agenzia delle Entrate, del Comune o di qualsiasi Ufficio pubblico,
    oggi è davvero tutto cambiato: si comunica online dallo smartphone o dal
    PC.
    Non sta a me giudicare se questo cambiamento sia in meglio o in peggio,
    ci sono sempre vantaggi e svantaggi in ogni cosa.
    L'unica osservazione che mi sento di fare è che la situazione in cui ci
    siamo trovati in maniera inaspettata ed improvvisa ha accelerato in modo
    vertiginoso il passaggio dallo sportello fisico a quello virtuale, creando a
    volte confusione e sconcerto nei cittadini e non solo...
    Scarica la APP, si sente negli spot pubblicitari, e puoi comprare,
    consultare, inviare, scaricare e così via.
    Da non molto anche la Pubblica Amministrazione usa la stessa filosofia.
    Vediamo come
    .
    Bisogna dotarsi dello SPID, cioè il sistema pubblico di identità digitale.
    Ogni cittadino deve esserne in possesso per accedere ai portali dei Pubblici
    Uffici: Agenzia delle Entrate, INPS, Clicklavoro, POSTE, COMUNI ecc.
    e richiedere prestazioni, inviare domande e consultare la propria posizione
    fiscale e previdenziale da casa con uno smarphone, un tablet o un PC.
    Facciamo degli esempi: l'INPS da tempo non invia più a casa il dettaglio
    mensile della pensione, sul portale è disponibile e si può consultare e
    stampare. Oppure voglio sapere quanti contributi sono stati versati e mi
    serve l'estratto contributivo, sul sito posso verificarlo e stamparlo.
    Ultimamente anche il Portale dell'automobilista sul quale si possono
    vedere le informazioni sui propri veicoli, sui punti della patente ecc.
    prevede l'accesso con SPID.
    Come si richiede:
    innanzi tutto è necessario avere un cellulare e un indirizzo email, quindi
    si cerca su internet un Provider abilitato.
    I Providers sono i fornitori o gestori del servizio , si trovano a questo
    indirizzo

    https://www.agid.gov.it/it/piattaforme/spid/identity-provider-accreditati
    e si sceglie quello che si preferisce. La maggioranza dei providers offre
    questo servizio a pagamento con diverse tariffe, al momento solo due, di
    cui Poste Italiane, lo erogano gratuitamente.
    Si accede al sito del gestore scelto ci si registra avendo a portata di mano
    la carta d'identità, il tesserino sanitario, l'indirizzo email e il cellulare
    quindi si seguono passo passo le istruzioni.
    Per ottenere lo SPID è necessario essere autenticati, cioè bisogna
    dimostrare di essere “noi” facendo vedere il proprio viso con il
    riconoscimento facciale tramite la videocamera dello smartphone o del
    tablet, immagine che deve corrispondere alla foto del documento d'identità
    inviato online durante la registrazione.
    Per avere maggiori dettagli, in rete esistono ottimi tutorial che spiegano
    come registrarsi e autenticarsi. Potete trovare quello delle Poste a questo
    link:
    https://www.youtube.com/watch?v=iApwtliH2IQ
    Comunque per i meno informatizzati e per chi vuole risparmiare, il
    servizio di Poste Italiane è quello più adatto. Una volta registrati al sito, si
    fissa un appuntamento all'ufficio postale più vicino muniti di carta
    d'identità e tesserino sanitario e sarà l'impiegato a riconoscere che siete
    proprio voi e vi abiliterà lo SPID.
    Richiederlo vi aprirà un mondo di accessi sui siti della Pubblica
    Amministrazione per entrare nel vostro mondo fiscale, previdenziale e non
    solo.
    Avere lo SPID è utilissimo anche se vi rivolgete al vostro CAF di fiducia,
    infatti sarà più semplice comprendere e risolvere i problemi delle vostre
    pratiche.
    Vi do un consiglio: se non avete confidenza con smartphone, tablet o
    computer, insomma con tutte le diavolerie digitali, coinvolgete i figli, i
    parenti o gli amici più tecnologici e chiedetegli aiuto. In questo momento
    in cui ci sentiamo tutti più chiusi e isolati, anche questo è un modo per
    socializzare e stare vicini.
    Per oggi vi saluto e alla prossima.

  • Buongiorno da Gabriella,
    benvenuti ad un nuovo episodio di fisco relax.
    Oggi vi parlerò del 730 precompilato, che dal 5 maggio è disponibile sul sito dell'Agenzia delle Entrate e dal 14 maggio può essere modificato.
    Riassumo in breve cos'è il 730:
    Il 730 è una dichiarazione dei redditi semplificata per i pensionati, i dipendenti e i collaboratori a progetto, insomma per chiunque abbia una pensione o una busta paga. Sono esclusi dalla possibilità di presentare il 730 i titolari di partita IVA. Si dichiarano i redditi dell'anno precedente, quest'anno si dichiarano i redditi del 2019.
    Come si accede al precompilato:
    si accede al sito dell'Agenzia delle Entrate tramite le credenziali FISCONLINE, o il PIN INPS personale oppure lo SPID.

    Quali dati ci sono:

    la Certificazione Unica da lavoro dipendente, pensione o collaborazioni occasionali
    i dati dei familiari a carico
    i dati sugli immobili posseduti, compresi i dati dei contratti di locazione
    la maggior parte delle spese detraibili per esempio spese mediche, mutui, assicurazioni, spese scolastiche e universitarie, spese funebri , spese sostenute per la ristrutturazione edilizia ecc. e quelle deducibili,come previdenza complementare, contributi versati alle colf o badanti e altre.
    Gli acconti versati l'anno precedente o l'eventuale credito spettante.

    A CHI CONVIENE FARE IL 730 PRECOMPILATO

    Conviene a chi accetta senza modificare i dati presenti sul precompilato

    Infatti cliccando il tasto ACCETTA IL 730 E INVIA non ci saranno controlli e verifiche da parte dell'Amministrazione Finanziaria o richiesta di documentazione. La dichiarazione dei redditi è conclusa, l'Agenzia delle Entrate comunicherà al vostro datore di lavoro o Ente pensionistico il rimborso da corrispondere o le imposte da trattenere direttamente sullo stipendio o la pensione.

    A CHI NON CONVIENE FARE IL PRECOMPILATO

    Non conviene a chi ha avuto più datori di lavoro nel corso del 2019. In presenza di più certificazioni Uniche, l'Agenzia delle Entrate non calcola le detrazioni spettanti per i giorni lavorati quindi invece di un rimborso vi troverete a pagare imposte non dovute.

    Non conviene a chi ha la necessità di integrare il 730 con altre spese , come per esempio le spese per l'abbonamento dell'autobus, spese mediche che non risultano presenti sul precompilato, oppure chi ha venduto o comprato un immobile nel corso dell'anno, chi comunque ha avuto delle variazioni che comportano una differenza rispetto a quanto risulta all'Agenzia delle Entrate.
    Bisogna però fare molta attenzione quando si fanno modifiche anche di lieve entità, in quanto si è soggetti alla verifica di tutta la documentazione, anche quella che non è stata soggetta a variazioni. e se si commette un errore, ad una sanzione per dichiarazione infedele oltre al pagamento dell'imposta dovuta o alla restituzione del credito non spettante.
    In questo caso è opportuno rivolgersi al CAF o ai professionisti abilitati in quanto essi verificano la documentazione, la conservano in digitale per l'eventuale controllo e garantiscono la correttezza del 730 apponendo il visto di conformità.
    Ho voluto concentrarmi sulla convenienza o meno del 730 precompilato, per le modalità pratiche della compilazione ci sono in rete molti tutorial che spiegano esaurientemente i vari passaggi.
    Alla prossima...

  • GUARDA LA GUIDA ANIMATA SU YOUTUBE: https://www.youtube.com/watch?v=VCsjSOelix8

    Buongiorno da Gabriella, vi do il benvenuto su fisco relax. Si sta avvicinando la primavera e con essa il periodo delle dichiarazioni dei redditi, in particolare il 730 a guastare ai più questa bella stagione.
    Vediamo allora di fare un piccolo riepilogo di cos'è il modello 730.
    Il 730 è una dichiarazione dei redditi semplificata per i pensionati, i dipendenti e i collaboratori a progetto, insomma per chiunque abbia una pensione o una busta paga. Sono esclusi dalla possibilità di presentare il 730 i titolari di partita IVA. Si dichiarano i redditi dell'anno precedente, quest'anno si dichiarano i redditi del 2019.
    Ora vediamo a cosa serve, chi deve presentarlo e a chi conviene presentarlo:
    Non sei obbligato a presentarlo se hai avuto un solo datore di lavoro nell'anno precedente o se hai solo la
    pensione, non sei obbligato se oltre a tali redditi possiedi solo la casa di residenza e le sue pertinenze,
    cantina o box.
    Sei obbligato se nell'anno precedente hai avuto diversi datori di lavoro o sei andato in pensione nel corso dell'anno, oppure se hai altri redditi da dichiarare oltre lo stipendio o la pensione, per esempio collaborazioni occasionali oppure immobili dati in affitto. Infatti in questo caso si è obbligati perché ci sono delle imposte da versare al fisco.
    Non sei obbligato ma ti conviene se hai sostenuto spese mediche, se hai ristrutturato casa, hai sostenuto spese detraibili, di cui non faccio l'elenco in quanto sono veramente molte, oppure guadagni meno di circa 30.000 euro lordi l'anno e sei in affitto, quindi puoi presentare il 730 per farti rimborsare dal fisco parte delle imposte già pagate sullo stipendio o sulla pensione.
    E' importante sapere che nel mese di luglio per i dipendenti e in agosto per i pensionati, troverai l'eventuale rimborso aggiunto o le eventuali imposte tolte direttamente dallo stipendio o dalla pensione senza che tu debba fare altro.
    Ora vediamo quando si presenta e a chi. Il Mod. 730/2020 sarà disponibile sul sito dell'Agenzia delle Entrate dal 15 aprile al quale si accede tramite PIN o SPID per coloro i quali vorranno presentarlo da soli, oppure potranno rivolgersi ai CAF. Il termine ultimo per la presentazione è il 23 luglio. Sia sul sito che presentando tramite i CAF.
    Ora passiamo alle principali novità contenute nel nuovo 730:
    Da quest'anno anche gli eredi potranno presentare il 730 per conto delle persone decedute.
    E' una grossa novità, infatti fino allo scorso anno gli eredi erano obbligati a presentare il modello Redditi (ex UNICO) con lo svantaggio di attendere anni prima di ricevere l'eventuale rimborso.
    Altra novità importante è l'innalzamento a 4000 euro del reddito massimo dei figli fino a 24 anni per essere considerati a carico.
    Tutto questo riguarda il 2019 ma ci sono novità importantissime per quanto riguarda le spese detraibili sostenute e che sosterrete quest'anno che saranno inserite nel 730 – 2021.
    Su tutti i media è stato dato molto spazio alla notizia che per essere detraibili le spese che stiamo sostenendo o sosterremo nel corso del 2020 saranno detraibili solo se pagate con strumenti tracciabili.
    Vediamo di che si tratta.

    Le spese interessate

    L’obbligo di tracciabilità dei pagamenti per ottenere la detrazione di imposta del 19% in dichiarazione
    riguarda le spese mediche ad eccezione degli scontrini delle farmacie, delle spese mediche presso le ASL o presso i laboratori convenzionati. Attenzione per ché se andate da u medico da un fisioterapista, da un podologo ecc. ma privato dovete pagare in maniera tracciabile. Obbligo di tracciabilità anche per l’iscrizione dei ragazzi per le attività sportive, gli affitti per gli studenti fuori sede, quelle per istruzione secondaria e universitaria, quelle funebri o per le badanti.
    Cosa vuol dire tracciabili? Sono quelle pagate con bancomat, carta di credito, bonifico bancario o assegno. Se il pagamento è fatto in contanti non sarà possibile detrarle.
    Bene per oggi vi saluto e alla prossima.

  • Buongiorno sono Gabriella, bentornati all'ascolto di fisco relax.

    Ciao amici, è un po' di tempo che ho voglia di un podcast diverso dal solito, dove finalmente esprimermi in libertà come se foste qui con me. Vorrei parlarvi di CAF dalla parte di chi è dentro in questa realtà, che la vive tutti i giorni da addetta ai lavori. Vi svelerò la parte che gli utenti non conoscono, ma mi raccomando.....che resti fra noi!
    Vi porto un esempio: fino a qualche anno si andava al ristorante, ci si sedeva al tavolo e ci si gustava il pranzo. Quello che contava era il risultato: piatti buoni o no, servizio cortese e puntuale oppure pessimo servizio. In fondo nessuno si è mai preoccupato di cosa stesse succedendo in cucina o se il ristorante riusciva a quadrare i conti oppure era sull'orlo del fallimento. Da un po' di tempo sono proliferate le trasmissioni tipo cucine da incubo, nelle quali vero o no, viene svelato quello che i clienti non vedono. Il lato nascosto del ristoratore.
    Anche i CAF offrono un servizio e come i ristoranti, in concorrenza.
    Allora mi trasformo in Canavacciuolo e vi porto nelle cucine.

    Sono sicura che la stragrande maggioranza di voi si sia recato almeno una volta a svolgere una pratica o a chiedere informazioni presso i loro sportelli. Sarete stati ricevuti da un operatore, avrete presentato i documenti, i vostri dati saranno stati inseriti in un computer, sarà uscito un modello stampato, qualche firma, una ricevuta, e arrivederci,

    Per molti i CAF sono solo questo: intermediari che trasmettono dati e per tale semplice banalità si fanno pure pagare.
    Questo è per lo più il messaggio che i mezzi di informazione fanno passare, in rete ci sono addirittura blog che fanno descrivono i CAF come dei discount del fisco che taglieggiano i contribuenti con le loro tariffe, oppure se il servizio per il cittadino è gratuito, come nel caso del reddito di cittadinanza, dicono che occuparsi di queste pratiche è un vero business.
    Andiamo avanti con il discorso e poi potrete giudicare voi se è davvero così.
    Partiamo dall'inizio.
    Che cosa sono i CAF e che cosa fanno?
    I CAF sono nati nel 1991 per fornire assistenza ai contribuenti nell'adempimento degli obblighi tributari e sono diventati effettivamente operativi nel 1993 con l'ideazione del 730. Posso dire di averne sentito i primi vagiti di neonato.

    I CAF si sono successivamente riuniti in una Consulta Nazionale, sottoscrivendo una carta dei valori e un codice etico di comportamento.
    Negli anni successivi la pubblica amministrazione li ha investiti di un ruolo sempre maggiore di intermediazione e di consulenza, sgravando gli uffici pubblici dallo svolgimento di molte pratiche.

    Sto cercando di sfatare una convinzione comune, cioè che i CAF siano uffici pubblici finanziati ampiamente dallo Stato. Sappiate che non è così.

    Semplificando al massimo, i CAF possono essere costituiti dai sindacati, per fare un esempio, la CGIL, la CISL, la UIL, oppure da associazioni di categoria, o associazioni di lavoratori come possono essere le ACLI o MCL.
    Questi soggetti per poter operare come CAF hanno dovuto costituire a livello nazionale delle Società di capitali, le SRL, diventando a tutti gli effetti imprenditori loro malgrado.
    Infatti il ruolo sociale e di aiuto al cittadino in questo modo si scontra con la necessità di mantenere un'azienda, con le difficoltà che ciò comporta.
    Ma non è finita. A parte i sindacati, che hanno una gestione tutto sommato centralizzata, gli altri CAF delle associazioni, per poter aprire sportelli in tutto il territorio nazionale spesso si avvalgono di Società private, dette di servizi, anch'esse Società di capitali SRL. Insomma è una piramide, una piramide di costi e di.....bilanci, e non solo, c'è da considerare anche l'aspetto dell'organizzazione e della formazione professionale,

    Infatti l'Agenzia delle Entrate richiede requisiti ben precisi per essere autorizzati ad operare e sottopone a severi controlli tutti gli uffici e gli operatori sono tenuti a corsi di formazione periodici, con test di giudizio finale.

    Certo, lo Stato eroga dei rimborsi ai CAF nazionali, con un budget fisso da dividere tra tutti i CAF.
    Appunto, paradossalmente più 730 si inviano meno compenso arriva al livello nazionale e questo si ripercuote sulla quota spettante alle società locali che svolgono in pratica il servizio.
    Perciò, al contrario di quello che si pensa, questo lavoro non è certamente un affare, rispetto a quello che costa una società, tra spese di gestione, locazioni, utenze, attrezzature, per esempio i computer, tenendo presente che una delle voci maggiori è il personale.
    Infatti per espressa direttiva dell'Agenzia delle Entrate tuti gli operatori dei CAF nazionali e delle società di servizi devono essere lavoratori dipendenti.
    Ecco perchè i CAF si fanno pagare le dichiarazioni dei redditi e grazie a questo riescono anche se con fatica, a fornire altri servizi in forma gratuita.
    Detto questo, torniamo all'esempio del reddito di cittadinanza. Lo Stato, con comodo, pagherà alle Sedi CAF nazionali 10 euro a pratica una parte dei quali sarà riconosciuta alle Sedi locali operative, facciamo conto il 70% tanto per dare una cifra. Prima di inviare una domanda di reddito di cittadinanza ogni operatore deve essere formato studiando il decreto, quindi deve dare consulenza preventiva al cittadino che lo richiede, per evitare che possa incorrere in sanzioni, deve materialmente compilare il modulo, stamparlo in doppia copia (sono 20 pagine) farlo firmare, archiviarlo in modo corretto secondo le norme sulla privacy, Tempo medio mezz'ora di costo del personale più quelli della stampa e della carta.

    Francamente, 7 euro per ogni pratica vi sembrano una cifra congrua a coprire i costi?
    Qualcuno di voi sarà un lavoratore autonomo, o avrà un'azienda con dipendenti e capirà meglio di altri di che cosa sto parlando.

    Ecco, vi ho svelato il lato nascosto dei CAF, quello che nessuno dice. Spero che ora li vediate sotto un'altra luce. Uffici di gente seria e preparata che cercano di svolgere al meglio il loro lavoro. Vi garantisco che senza un po' di passione questo mestieraccio non si può fare.
    Arrivederci e alla prossima.

  • Buongiorno, sono Gabriella. Ben ritrovati all'ascolto di fisco relax.

    Siamo ormai in pieno del periodo per la presentazione e la compilazione del modello 730 , quindi oggi affrontiamone un aspetto fra i tanti, quello dei familiari a carico e delle spese che si sostengono per loro. Ci sono sempre dei dubbi su chi è a carico e chi non lo è, oppure ci si chiede potrò detrarmi la tale spesa intestata per esempio a mia moglie o ai miei figli?
    Allora, coraggio cominciamo. Innanzi tutto bisogna definire chi sono i familiari a carico:

    il coniuge, i figli (compresi quelli adottivi o affidati) non importa se conviventi o no
    a partire dal 2017 con la legge Cirinnà, sono stati equiparati al coniuge anche i partner dello stesso sesso uniti con rito dell'unione civile.

    gli altri familiari, invece sono:

    il coniuge legalmente ed effettivamente separato, purchè convivente;
    i discendenti dei figli, cioè i nipoti;
    i genitori (compresi i genitori naturali e quelli adottivi);
    i generi e le nuore;
    il suocero e la suocera;
    i fratelli e le sorelle (anche unilaterali);
    i nonni e le nonne (compresi quelli naturali).
    Per essere considerati a carico devono essere conviventi con il contribuente che presenta la dichiarazione dei redditi.
    La soglia di reddito per essere considerati a carico è di 2840,51 euro per tutto l'anno.
    Spesso mi viene fatta la domanda: mio figlio ha cominciato a lavorare diciamo...a giugno, tanto per esemplificare, e da quel momento ha superato la soglia dei 2841 euro. Posso metterlo a carico per i mesi in cui non lavorava? La risposta è no, perchè si fa riferimento al reddito dell'intero anno a prescindere da che mese si è cominciato a percepire lo stipendio.
    Vorrei precisare che sono a carico anche i familiari che percepiscono un assegno di invalidità, di accompagnamento o un assegno sociale, in quanto non sono considerati redditi ai fini IRPEF ma prestazioni sociali.

    Le detrazioni per i figli a carico, solitamente sono ripartite al 50% fra i due genitori, nel caso di coniuge a carico sono al 100% del genitore che ha reddito. In casi particolari o di convenienza, le detrazioni possono essere attribuite al 100% al genitore con il reddito più alto.

    In caso di genitori separati o divorziati: la ripartizione della detrazione varia a seconda dell’affidamento dei figli: se affidati ad un solo genitore spetterà al 100% al genitore affidatario, in caso contrario al 50% ai due genitori, salvo accordi a favore del genitore con reddito più alto. Nel caso particolare di genitore incapiente, quest’ultimo può devolvere la propria detrazione all’altro.

    Le stesse regole valgono anche per i genitori non coniugati.

    Vediamo ora a grandi linee a quanto ammontano le detrazioni.
    Per il coniuge a carico vanno da un massimo di 800 euro per chi ha redditi inferiori ai 15000 euro l'anno fino a un minimo di 690 euro per chi ha redditi fino agli 80000 euro. Oltre tale soglia le detrazioni si azzerano.
    Per i figli a carico la situazione è più complessa:

    vanno da 800 a 950 euro per i figli maggiori di 3 anni
    da 900 a 1220 euro per i figli minori di 3 anni
    con una maggiorazione in caso di figli disabili
    e una detrazione maggiore in caso di famiglie con più di tre figli a carico
    Le detrazioni diminuiscono progressivamente all'aumentare del reddito fino ad azzerarsi completamente oltre i 95000 euro di reddito lordo.
    Per gli altri familiari a carico l'importo massimo della detrazione è di 750 euro, diminuendo progressivamente all'aumentare del reddito, fino ad azzerarsi alla soglia degli 80000 euro.
    Cari amici, vi risparmio le formule di calcolo per determinare tutte le detrazioni, queste mie chiacchierate sono informative e cercano di limitare al minimo i mal di testa da conteggio, ma tranquilli, fortunatamente sia il precompilato dell'Agenzia delle Entrate, sia i software dei CAF sono predisposti per l'esatta attribuzione degli importi corrispondenti al reddito.
    Una volta definito chi sono i familiari a carico, vorrei elencare rapidamente le spese sostenute che possono essere dedotte o detratte sulla dichiarazione dei redditi:

    Le spese per le quali compete la deduzione dall’imponibile anche se sostenute per conto di familiari fiscalmente a carico sono le seguenti:
    contributi previdenziali ed assistenziali ;
    contributi versati ai fondi integrativi al Servizio sanitario nazionale, per la quota non dedotta da parte del familiare ;
    versamenti effettuati a titolo di previdenza complementare per la parte non dedotta dal familiare.
    Per quanto concerne gli oneri detraibili, il contribuente potrà detrarre dall’imposta lorda le seguenti spese anche se sostenute per conto di familiari fiscalmente a carico:
    sanitarie
    per veicoli adattati per disabili
    acquisto di cani guida
    mutuo per acquisto abitazione principale ed entrambi i coniugi intestatari del mutuo e comproprietari dell’immobile
    di istruzione sostenute per la frequenza di scuole dell’infanzia, primaria e secondaria di primo e secondo grado
    di istruzione universitaria
    per attività sportiva dei ragazzi
    per canoni di locazione sostenute da studenti universitari fuori sede
    per il riscatto degli anni di laurea dei familiari fiscalmente a carico
    per la frequenza di asili nido
    per assicurazioni sulla vita, contro gli infortuni, l’invalidità permanente e non autosufficienza
    Anche in questo podcast vi ho inflitto la tortura delle cifre e degli elenchi, se avete retto fino in fondo vi faccio i miei complimenti, e se volete vi aspetto alla prossima.

  • Buongiorno, sono Gabriella, bentornati all'ascolto di fisco relax.
    Negli episodi precedenti ho spiegato a grandi linee le tipologie e i livelli del lavoro domestico, quindi per esempio, la differenza tra conviventi e non conviventi, tra le mansioni di colf e badanti, e che cosa comporta per una famiglia assumere una collaboratrice, cioè lo stipendio da corrispondere, i permessi e le ferie di cui possono usufruire, i contributi che bisogna versare, insomma ho parlato dei loro diritti.
    Per par condicio, mi pare giusto parlare anche di doveri, soprattutto delle badanti. Infatti il lavoro della badante è delicatissimo e comporta molte responsabilità, soprattutto perché si occupa dei nostri anziani o dei disabili, che si affidano completamente alle loro cure.
    Con cure non si intende soltanto l'assistenza puramente diciamo “fisica” come somministrare i farmaci, cambiare i pannoloni o occuparsi della pulizia personale, ma anche l'assistenza dal punto di vista umano, cercando di parlare con l'anziano tenendogli compagnia e consolandolo nei momenti di depressione dovuti proprio allo stato di completa dipendenza da un'altra persona per le funzioni più semplici. Infatti i nostri nonni, molto spesso si rendono conto della loro condizione di non autosufficienti e per loro è un motivo di forte disagio, perciò è compito, diciamo umano, della badante non far pesare questa dipendenza.
    Quando si assume, è opportuno far presente che fa parte dei compiti di questo lavoro, oltre alla cura della persona, tenere in ordine la casa e preparare i pasti per il proprio assistito

    Il mio consiglio è di prendere accordi chiari al momento dell'assunzione fissando i compiti possibilmente per iscritto per evitare equivoci in futuro, ma non solo i compiti ma soprattutto è opportuno definire gli orari di lavoro e di riposo. Infatti questa accortezza eviterà in futuro contenziosi e vertenze sindacali.
    Tornando ai doveri della badante, la Società italiana di gerontologia e geriatria
    faccio una piccola parentesi: la
    GERONTOLOGIA
    (disciplina medica che studia i fenomeni e i problemi legati all'età senile)
    la GERIATRIA
    (ramo della gerontologia che studia i mezzi terapeutici, dietetici e igienici atti a ritardare il processo d'invecchiamento fisiologico, o a prevenire e curare i processi patologici propri dell'età senile)

    ha stilato dieci regole d'oro della brava badante, in sintesi:

    1) Individuare un familiare di riferimento e un recapito telefonico per ogni necessità o emergenza

    2) Osservare le abitudini dell'anziano seguendo i suoi ritmi non imponendo i propri

    3) Stimolare l'anziano a muoversi e fare da solo

    4) Osservare nell'anziano allettato qualsiasi arrossamento della pelle o presenza di piaghe prendere gli opportuni accorgimenti e avvisare i familiari o il medico se autorizzata

    5) Capire che se l'anziano ha disturbi comportamentali la colpa è della malattia, parlarne con il familiare

    6) Se l'assistito dorme poco e i farmaci non funzionano avvisare il familiare o il medico se autorizzata.

    7) Preparare uno schema scritto della terapia quotidiana e non aspettare che il farmaco finisca per acquistarne ancora

    8) Variare gli alimenti e offrire spesso all'anziano acqua, tè, succhi di frutta, tisane per tenerlo idratato

    9) Controllare le funzioni fisiologiche dell'anziano

    10) Avere cura di se stessa perché la propria serenità si trasmette alle persone che si assistono.

    Secondo me questo cosiddetto decalogo dovrebbe essere conosciuto dalla badante. Perché non stampargliene una copia come promemoria?

    Per oggi vi saluto e come sempre alla prossima.

  • Buongiorno, sono Gabriella, benvenuti all'ascolto di fisco relax.
    Oggi parlerò ancora di lavoro domestico continuando il discorso degli episodi precedenti. Infatti è un argomento molto vasto e complicato che non si può trattare in pochi minuti.

    La volta scorsa ho parlato di categorie e livelli relativi alle varie tipologie di lavoratori: colf, badanti, baby sitter e tata e della differenza di retribuzione tra lavoratori conviventi e non conviventi.

    Ora vediamo di che cos'altro bisogna tenere conto oltre allo stipendio mensile e ai contributi versati trimestralmente, infatti come per tutti gli altri lavoratori dipendenti, anche i lavoratori domestici hanno diritto alla tredicesima, alle ferie retribuite, al TFR (trattamento di fine rapporto) la cosiddetta liquidazione quando cessa il rapporto di lavoro, ai permessi retribuiti per visite mediche e non retribuiti per giustificati motivi, al congedo matrimoniale all'assenza retribuita per maternità e malattia.

    Entriamo nel dettaglio:

    la tredicesima si corrisponde nel mese di dicembre e si calcola moltiplicando la paga oraria per il numero di ore di lavoro della settimana, poi si moltiplica il risultato per 52 e si divide per 12.
    Semplificando, se la colf o la badante lavora un numero di ore costanti tutto l'anno, l'importo della tredicesima corrisponde all'incirca ad una mensilità. In pratica a dicembre si pagano due mesi anziché uno.

    Le ferie. spettano 26 giorni lavorativi all'anno dal lunedì al sabato e si possono suddividere al massimo in due periodi.

    Il TFR la liquidazione il trattamento di fine rapporto, si chiama così proprio perché normalmente si corrisponde quando il dipendente viene licenziato o rassegna le dimissioni cessando il lavoro.
    Il TFR viene calcolato considerando lo stipendio mensile, la tredicesima e l'eventuale indennità di vitto e alloggio, che spetta ai lavoratori conviventi, il tutto moltiplicato per gli anni di anzianità calcolato con un coefficiente di rivalutazione.

    I permessi retribuiti sono riconosciuti per le visite mediche del lavoratore stesso o dei suoi familiari, per frequentare corsi di formazione professionale, per gli esami annuali in caso di studenti-lavoratori, per la nascita di un figlio (per il padre) o per cariche sindacali. Naturalmente tutte le assenze devono essere documentate.

    Il congedo matrimoniale se la colf o la badante si sposa ha diritto a 15 giorni di congedo retribuito oltre alle ferie, naturalmente.

    La maternità alla lavoratrice spetta un periodo di lavoro indennizzato dall'INPS quindi in questo caso non paga il datore di lavoro.

    La malattia in caso di assenza per malattia è il datore di lavoro a farsi carico della retribuzione nella misura del 50% della paga oraria per i primi 3 giorni e nella misura totale al 100% per i giorni successivi.

    La cassa COLF è un'assicurazione sanitaria prevista dal contratto nazionale dei lavoratori domestici che prevede trattamenti assistenziali e sanitari integrativi ed aggiuntivi delle prestazioni pubbliche erogate dal Servizio Sanitario Nazionale

    Per parlare ancora una volta di costi facciamo un esempio di una colf assunta per 24 ore settimanali con livello BS il costo annuale è di 10250 euro compresivi di stipendio, tredicesima, accantonamento TFR, contributi e cassa colf.
    Infatti bisogna tenere conto che si deve avere da parte l'importo della liquidazione sia in caso di cessazione del rapporto di lavoro sia in caso che la colf o la badante la chieda ogni anno, come è suo diritto, ma non può essere versato mensilmente insieme allo stipendio.

    Quello che non spetta al datore di lavoro è il pagamento delle imposte sullo stipendio e sul TFR, infatti i lavoratori domestici li ricevono al lordo delle tasse, per cui se ci sono le condizioni, sono obbligati alla presentazione della dichiarazione dei redditi.

    Per oggi ci salutiamo, ma la fiction colf continua... alla prossima.

    PAGA LORDA MENSILE 637,52
    TREDICESIMA 53,13
    TFR 51,16
    COSTO CONTRIBUTI MENSILI 110,24
    CASSA MALATTIA MENSILE 2,08 TOTALE COSTO MENSILE 854,13 X 12 MESI = COSTO ANNUALE € 10.249,56

  • Buongiorno, sono Gabriella
    bentornati all’ascolto di Fisco Relax.
    Nell’episodio precedente abbiamo iniziato il nostro viaggio nel mondo delle colf badanti e visto che l’argomento riscuote molto interesse, come promesso, continueremo ad approfondire l’argomento.
    Oggi entrerò più nello specifico parlando di LIVELLI a seconda dei compiti e delle mansioni richieste al lavoratore domestico.
    E’ infatti proprio dalla definizione dei compiti che deriva il livello di inquadramento e pertanto l’ammontare del compenso da conferire, insomma…. detto in parole povere…. lo stipendio!
    Ma come facciamo a capire quale livello di contratto applicare al rapporto di lavoro?
    Già nell’episodio precedente ho già accennato alle principali differenze tra il ruolo di Colf e di Badante.
    La COLF si occupa della cura della casa
    La badante si occupa della cura della persona
    Ora per arrivare a stabilire il compenso mensile, ci dobbiamo spingere di più nei dettagli tecnici.
    Vediamo i livelli della COLF
    Il Contratto Collettivo Nazionale prevede 2 livelli.

    1️⃣ LIVELLO A se la nostra Colf si occuperà solo di riordinare e pulire la casa,

    2️⃣ LIVELLO B nel caso in cui invece la nostra Colf dovesse non solo pulire e riordinare casa, ma anche prepararci la cena, oppure stirare, o portare fuori il cane
    Da notare che l’inquadramento utilizzato le Colf è utilizzato anche per altre figure lavorative come ad esempio il dog-sitter, il giardiniere, il cameriere,
    Stabiliti categoria e livello, basterà consultare la tabella dei compensi, pubblicata e aggiornata ogni anno all’interno del portale dell’ INPS, per capire quale paga oraria applicare al contratto e arrivare alla quantificazione dello stipendio.

    Vediamo ora quali sono i livelli per le Badanti

    Possiamo individuare ben 3 livelli:

    1️⃣ LIVELLO BS nel caso in cui l’assistito sia autosufficiente

    2️⃣ LIVELLO CS nel caso in cui l’assistito non sia autosufficiente

    3️⃣ LIVELLO DS prevede le stesse mansioni del CS, ma è per Badanti con titolo di studio attinente al settore, ad esempio il personale in possesso del diploma di OSS

    Esiste anche un livello AS che si applica a chi svolge solo una mansione di compagnia o alle baby sitter
    In questi casi ovviamente non parliamo più di Badante, ma di Baby-sitter o Tata, a seconda dei suoi compiti.
    La Baby-sitter si occupa esclusivamente di vigilare e di “custodire” i bambini, nel senso che il suo compito principale è evitare che il si facciano male. Lei per prima deve evitare comportamenti rischiosi, come aprire la porta di casa a sconosciuti o perdere di vista un bambino al parco.
    La TATA che si occupa della cura del bambino ha gli stessi livelli delle badanti
    Nel caso siano necessarie prestazioni di assistenza e/o cura, ad esempio fare il bagnetto al bimbo, aiutarlo a vestirsi, preparare i pasti, accompagnarlo a scuola, aiutarlo a fare i compiti ecc. allora non si parlerà più di Baby-sitter, ma di Tata e i livelli contrattuali da utilizzare saranno:
    BS in caso di bambino autosufficiente
    CS in caso di bambino non autosufficiente perché neonato o disabile
    DS in caso di bambino non autosufficiente, quando il collaboratore possiede un titolo di studio attinente al settore
    Ho elencato in sintesi i livelli corrispondenti alle mansioni richieste, ma esiste un’altra differenza fondamentale: abbiamo bisogno di una collaboratrice convivente con la famiglia o l’anziano, oppure vogliamo che la collaborazione sia a ore?
    Nel primo caso lo stipendio si calcola su un fisso mensile variabile a seconda dei livelli, nel secondo caso si calcola in base alla retribuzione oraria.
    Facciamo un esempio concreto, per parlare finalmente di soldi da sborsare.
    Una badante convivente costa 983 euro al mese di stipendio più i contributi trimestrali.
    Una badante non convivente costa 6.82 all’ora come minimo, più naturalmente i contributi trimestrali.
    Ma come ho detto l’altra volta….non finisce qui. Alla prossima

  • Buongiorno, sono Gabriella
    bentornati all'ascolto di fisco relax.
    Vorrei dedicare questo episodio alla famiglie che hanno la necessità di assumere una colf, una baby sitter o una badante. Queste categorie di lavoratrici o lavoratori (infatti è sempre più frequente trovare uomini che fanno i badanti), pur con mansioni diverse, sono inquadrate con il contratto collettivo di lavoro domestico.

    L'argomento è lungo e complesso, quindi oggi vediamo di trattarne gli aspetti generali. Comunque per chi fosse interessato, andremo nel dettaglio nei prossimi podcast.

    Di cosa si occupa una baby sitter lo sanno tutti, non solo i genitori che hanno bisogno di affidare i propri bimbi qualche ora. Forse invece la differenza di mansioni fra colf e badante può essere meno chiara, ma è molto importante conoscerla perché sarà diverso il loro inquadramento e di conseguenza lo stipendio dovuto.

    La COLF si occupa della cura della casa, fa le pulizie, lava, stira e per chi ce l'ha, magari lucida l'argenteria.

    la BADANTE si occupa della cura della persona assistendola in tutte le sue necessità, preparandogli anche i pasti se viene richiesto

    Secondo me non è mai abbastanza sottolineare l'importanza della scelta della persona che ci dovrà aiutare nella gestione della nostra casa o nella cura dei nostri anziani. Che sia per poche ore o per tutto il giorno si inserirà comunque nella vita familiare, portandone un cambiamento.

    Soprattutto nella scelta della badante bisogna valutare bene che sia ben accetta dall'anziano, infatti molto spesso l'inserimento di un'altra persona in casa è visto da parte sua come un'intrusione e si creano situazioni di conflitto e di rifiuto.
    OK ammettiamo che vada tutto bene e che quella sia la persona giusta.
    Ora cosa bisogna fare? Si deve procedere all'assunzione. Certo, assunzione e in regola. E' da tenere ben presente che avere in casa una persona in nero danneggia il lavoratore nei propri diritti ed espone il datore di lavoro a molti rischi.
    Non a caso ho detto datore di lavoro, infatti una colf o una badante è a tutti gli effetti un lavoratore dipendente e chi la assume diventa un datore di lavoro con tutte le responsabilità che ciò comporta.
    Infatti il lavoro domestico è regolato da un vero e proprio contratto nazionale sottoscritto dalle associazioni di categoria che prevede varie categorie e livelli a seconda delle mansioni, che fanno variare la retribuzione e i contributi.
    Vediamo in sintesi che cosa si deve fare quando si assume un lavoratore domestico.
    Per prima cosa è necessario richiedere all'INPS il PIN dispositivo. per poter inviare telematicamente il contratto. Avendo già ben chiari le mansioni, l'orario di lavoro avendo già concordato la retribuzione da corrispondere mensilmente.
    Elenco rapidamente i documenti necessari per la registrazione del contratto:

    per i lavoratori italiani o comunitari richiedere la carta d'identità e il codice fiscale.
    Per i lavoratori extracomunitari richiedere anche il permesso di soggiorno in corso di validità.
    Per tutti bisogna chiedere l'indirizzo di residenza e il numero di telefono.
    A questo punto si potrà registrare il contratto almeno 24 ore prima dall'inizio del rapporto di lavoro collegandosi al sito dell'INPS seguendo le istruzioni. Per esempio: se si assume dal primo di gennaio, bisogna inviare il contratto entro il 31 dicembre.
    Ora che l'assunzione della colf o della badante è stata fatta, vediamo come gestire il rapporto di lavoro.

    E' necessario:
    1 Consegnare alla colf o badante una lettera di assunzione

    2 consegnare insieme allo stipendio un cedolino paga mensile in cui sono riportate le ore lavorate e quanto è stato lo stipendio relativo. Praticamente come lo ricevono gli altri dipendenti

    3 pagare i contributi ogni tre mesi

    4 consegnare alla collaboratrice ogni anno la Certificazione Unica annuale con inseriti i redditi dell'anno precedente,

    Ma la storia continua......alla prossima.

  • Quando si può presentare il mod. 730/2019? E fino a quando?

    Il Mod. 730/2019 sarà disponibile sul sito dell'Agenzia delle Entrate dal 15 aprile al quale si accede tramite PIN o SPID. Il termine ultimo per la presentazione è il 23 luglio. Sia sul sito che presentando tramite i CAF.

    Quali sono le novità?
    Una delle novità meno conosciuta è quella dell'obbligo di comunicazione all'ENEA per poter usufruire della detrazione sugli elettrodomenstici legata alla ristrutturazione edilizia. Infatti per gli elettrodomestici acquistati entro il 21 novembre 2018 è necessaria tale trasmissione per poter usufruire della detrazione del 50%.
    Altre novità sono:
    la detrazione al 19% delle spese per l'abbonamento al trasporto pubblico fino ad un massimo di 250 euro di spesa.
    Il bonus verde cioè la detrazione del 36% sugli interventi di riqualificazione per la sistemazione dei giardini.

    Cosa è stato confermato?
    Sono state confermate le detrazioni sulle ristrutturazioni edilizie pur avendone ridotto l'importo su alcune tipologie, per esempio gli infissi dal 65% al 50%

    quali sono i documenti da presentare al CAF?

    La certificazione unica (CU), tutte le ricevute e/o fatture relative alle spese deducibili e detraibili.

    Per quanto tempo si conservano i documenti?
    Vanno conservati per un minimo di 5 anni.