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  • Il primo e forse ultimo, storico dibattito tra Donald Trump e Kamala Harris ha mostrato come entrambi abbiano la netta sensazione di poter vincere. Sarà una sfida all’ultimo voto, all’ultimo stato.Nell’ultimo sondaggio del New York Times si mostra un sostanziale pareggio tra i due, con gli americani che chiedono a gran forza un cambiamento.

    Donald Trump lo offre nei fatti, Kamala si sta impegnando a definire la sua figura e a spiegare come possa realizzare la sua nuova agenda programmatica.Nel dibattito Kamala si è mostrata più preparata, attaccando e provocando il suo avversario, che però è stato ben capace di parlare al proprio elettorato consolidandolo e spaventandolo all’idea di una vittoria democratica.

    La sfida non è mai stata così aperta.

  • Le relazioni bilaterali tra Israele e Stati Uniti non sono mai state così fredde dagli anni ’70 ad oggi. Il presidente Joe Biden non nasconde neppure più la propria frustrazione nei confronti di Benjamin Netanyahu, colpevole di non cercare davvero la pace a Gaza e non aderire alle diverse proposte di pace americane, ormai diventate un vero e proprio ultimatum.

    Ma non è soltanto la crisi a Gaza a irrigidire i rapporti tra Washington e Gerusalemme, con la campagna per le presidenziali americane ormai nel vivo e la candidata democratica Kamala Harris impegnata in un difficile equilibrio tra elettorati contrapposti ma necessari per vincere la corsa alla Casa Bianca.

    Sullo sfondo l’analisi storica e geopolitica dei rapporti tra Israele e Stati Uniti e, soprattutto, Donald Trump e la sua narrazione, che dipinge Kamala come una guerrafondaia al pari di Biden e Obama, con lo spettro di una tera guerra mondiale all’orizzonte.

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  • La convention democratica che ha ufficialmente indicato Kamala Harris come candidata nella corsa alla Casa Bianca del partito, ha rivoluzionato la sua comunicazione.

    Kamala non è più l’incarnazione di una sinistra radicale arrabbiata, rancorosa e nascosta dall’unica bandiera dell’antirazzismo, ma anzi simbolo del sogno americano, in un messaggio positivo e di speranza ripreso dall’Obama del 2016. “Yes we can” è diventato “Yes she can!”

    Nel frattempo i Repubblicani non restano a guardare, e incassano l’endorsement a Donald Trump da parte di Bob Kennedy Jr. Un cognome importante per un figura divisiva e controversa, ma che potrebbe rivelarsi uno degli arbitri della prossima elezione a Presidente degli Stati Uniti d’America.

  • Per capire chi potrà vincere la corsa alla Casa Bianca del prossimo 5 novembre, bisogna conoscere bene le regole del gioco.

    Negli Stati Uniti il presidente non viene eletto da chi riceve più voti su scala nazionale, ma da chi raccoglie la maggioranza dei grandi elettori indicati dai singoli stati.

    Oggi Kamala Harris appare in vantaggio nel voto popolare, ma le elezioni sono lo stesso totalmente in bilico e non è mai stata importante come oggi la strategia di ogni candidato per ottenere i 270 grandi elettori necessari a raggiungere la presidenza.

    Ricordate le regole del gioco, vi sveliamo quali sono le strategie necessarie a Kamala Harris e a Donald Trump per vincere la prossima corsa alla Casa Bianca… augurandovi buon Ferragosto!

  • Viviamo due campagne elettorali diverse all’interno della stessa storia, quella della corsa alla Casa Bianca più pazza di sempre. Dopo il ritiro di Joe Biden, la candidatura di Kamala Harris ha cambiato tutto, segnando un cambio netto di strategia, comunicazione, stile, linguaggio.

    Donald Trump, per i democratici, non è più un pericolo per la democrazia ma semplicemente e banalmente un tipo un po’ “weird”, un po’ strano, forse addirittura un po’ scemo. Il primo a coniare questa definizione per Trump è stato Tim Walz, anche per questo indicato da Kamala come suo vice nel ticket della corsa alla Casa Bianca.

    Se il paragone tra la corsa di Kamala e quella di Obama è certamente azzardato, lei ha certamente avuto il merito di riaccendere l’entusiasmo nelle file democratiche, restituendo nuova speranza in una campagna che sembrava già segnata.

    Siamo in una nuova fase e in una nuova campagna elettorale, per la stampa progressista il brutto anatroccolo è scomparso ed è nato un cigno. Kamala adesso è un cigno. Vedremo nelle prossime settimane se basterà, per evitare che Donald Trump possa rientrare alla Casa Bianca.

  • Sono le elezioni americane più pazze di sempre, ma se non bastassero i protagonisti a renderle tale è anche la politica estera a complicare il quadro, tra le crisi ucraina e di Gaza ben lungi dall’essere risolte e un nemico sempre più ingombrante all’orizzonte, la Cina di Xi Jinping.

    Dopo tutto questo, proprio ieri notte, Israele ha sferrato un attacco letale a Teheran, sul suolo iraniano, uccidendo il leader politico di Hamas, Ismail Haniyeh. Il mondo teme un’ulteriore escalation, con la regione mediorientale che è ormai una polveriera pronta ad esplodere.
    Haniyeh era considerata una figura chiave per i negoziati tra Israele e Hamas, che oggi appaiono più lontani che mai per arrivare a un cessate il fuoco. Un obiettivo dichiarato e concreto dell’amministrazione Biden, che rischia di non vedere la luce in tutti i prossimi mesi.
    Un nuovo, serio problema per Kamala Harris che è oggi impegnata a costruire la piattaforma della propria candidatura, tutta improntata su temi sociali e di politica interna, con la scivolosa politica internazionale lasciata agli attacchi di Donald Trump e al povero Joe Biden, sempre più solo alla Casa Bianca.


    Credit - CNN: "Hamas political leader Ismail Haniyeh killed in Tehran, Hamas and Iranian media say” on YouTube.

  • Kamala Harris, in un giorno dal ritiro di Joe Biden, ha raccolto 81 milioni di dollari per la sua campagna elettorale e il l’endorsement dei delegati necessari ad ottenere la nomination da candidata del partito democratico alla corsa alla Casa Bianca. Un record.

    In poche ore ha saputo accendere l’entusiasmo dell’elettorato democratico, che in politica è un valore assoluto: l’entusiasmo è contagioso. Joe Biden non poteva più battere Donald Trump, Kamala può farlo.

    Gli strateghi di Kamala hanno 100 giorni di campagna per raccontare la sua storia, senza farla definire dai Repubblicani. Per molti uno svantaggio, per tanti altri uno scenario nuovo e mai così vantaggioso, peraltro a pochi giorni da quando Trump ha toccato il suo picco di popolarità e oggi deve ripartire quasi da zero contro un candidato nuovo.

    Quella tra Trump e Kamala è prima di tutto una battaglia culturale tra un'America che vuole emergere, quella rappresentata da Kamala, e un'America che non vuole sparire, quella di Trump.
    La sfida è aperta, come mai.

  • Joe Biden si è ritirato dalla corsa alla Casa Bianca.

    Si conclude così una settimana ricca di eventi pazzeschi, cominciata da un attentato a un candidato ex presidente come Donald Trump e attraversata dalla nomina a JD Vance a vicepresidente per i Repubblicani e al peggior crollo informatico globale di sempre, conclusa con un altro evento storico.

    Come dicevamo nelle scorse puntate di questo podcast, dopo il disastroso dibattito di Joe Biden contro Trump il piano era già inclinato ed era ormai soltanto questione di tempo perché il presidente in carica rinunciasse alla corsa che appariva ormai impossibile per la sua età e le sue condizioni fisiche.

    Joe Biden ha già dato il suo enormemente alla vice Kamala Harris, che ora dovrà raccogliere i delegati necessari alla candidatura ufficiale per i democratici alla Convention di Chicago di fine agosto. Una scelta, quella di Biden, da una parte scontata per non sconfessare gli ultimi 4 anni e dare continuità alla sua presidenza e alla sua corsa elettorale.

    Entriamo ora in una terra di nessuno, che vivremo come sempre ogni settimana nel nostro podcast.

    CREDIT - LiveNOW from FOX: "BREAKING: Biden drops out of 2024 presidential race | LiveNOW from FOX” on YouTube.

  • La Convention Repubblicana di Milwaukee ha sancito il ticket dei propri candidati alla Casa Bianca: Presidente Donald Trump, Vicepresidente JD Vance. Quella di Vance è una storia pazzesca, diventata un bestseller e un film su Netflix, ed è oggi il candidato vicepresidente della destra Repubblicana e dell’America rurale e profonda, ma capace di incarnare anche il sogno americano e un’apertura al mondo, con una moglie indiana.

    Da un vicepresidente all’altro, se questa è stata la settimana dall’attentato fallito a Donald Trump e di JD Vance, la prossima potrebbe essere quella di Kamala Harris. Non si contano ormai la indiscrezioni fatte filtrare dal mondo democratico o direttamente dallo staff di Joe Biden, che aprono a un’ormai prossima, clamorosa uscita di scena dell’attuale inquilino della Casa Bianca.

    Potrebbe essere l’ennesimo colpo di scena di una corsa alla Casa Bianca che può già essere un film.

    CREDIT - CNBC Television: "Vice President candidate Sen. J.D. Vance speaks at Republican National Convention” and "J.D. Vance's wife, Usha Vance, introduces her husband at Republican National Convention” on YouTube.

  • Donald Trump ha subito un attentato a Butler, in Pennsylvania, durante un comizio. Sopravvissuto per miracolo, questo evento storico cambia la corsa alla Casa Bianca e non potevamo che dedicargli una puntata speciale.

    CREDIT - FOX 13 Seattle: "Crowd shouts "USA! USA!" after apparent assassination attempt on Trump" on YouTube

  • Si sta concludendo in queste ore il vertice NATO più importante di sempre, a 75 anni dalla sua fondazione a Washington.

    È il vertice della forte opposizione alla Russia, del grande piano di sostegno a Kiev con la donazione degli F16 occidentali all’Ucraina, della prima volta per tanti nuovi leader europei e per la Svezia come partner, del presidente Biden sempre più in difficoltà.

    Tra attacchi a Joe Biden sempre più violenti da ogni parte e richieste di ritiro dal mondo della politica e non solo, l’Ucraina è sempre più al centro del dibattito globale con la sua ormai prossima adesione all’alleanza atlantica.

    Ancora una volta, Henry Kissinger con le sue analisi e la sua dottrina della real politik aveva previsto i tempi che stiamo vivendo, e che abbiamo anticipato anche nel nostro podcast dedicato a lui.

    Credit - NBC News: “Biden kicks off NATO summit in Washington amid concerns about his candidacy“ on YouTube and euronews: “Vertice Nato: per Biden la Russia non prevarrà, Meloni "rispetteremo 2% pil in difesa"” on YouTube.

  • Il clamoroso dibattito tra Joe Biden e Donald Trump, che ha visto il presidente in carica crollare sotto il peso delle proprie insicurezze e dell’età, ha già provocato grandi conseguenze nel mondo. Se prima la vittoria di Trump era considerata un’ipotesi, seppur sempre più probabile, oggi è per molti quasi una certezza e le diverse cancellerie nel mondo si stanno già preparando a una seconda amministrazione Trump.

    Volodimyr Zelenskyi, presidente dell’Ucraina invasa dalla Russia, parla per la prima volta apertamente di un confronto con Trump quale nuovo presidente degli Stati Uniti d’America, chiedendo di svelare la strategia di quello che è sempre stato presentato come un piano per la risoluzione della crisi in 24 ore.E se i Repubblicani ragionano su una crisi ucraina da risolvere davvero in brevissimo tempo seguendo le orme della Realpolitik di Kissinger e la strategia del disgelo con la Cina del 1972, i democratici sono all’affannosa ricerca di un sostituto di Joe Biden. Ma le contraddizioni, in casa democratica, rischiano ormai di esplodere...

    Credit - "Zelenskiy Wants to Know How Trump Would End War” by Bloomberg Television on YouTube.

  • Il primo dibattito del 2024 tra i candidati alla Casa Bianca è stato, per Joe Biden, un autentico disastro. Un fiasco epocale, senza precedenti, capace di distruggere ogni certezza rimasta a un candidato, oggi ormai quasi per tutti incapace di affrontare con lucidità una campagna elettorale o, ancor meno, il ruolo di Presidente degli Stati Uniti d’America.

    Eppure questo dibattito, ospitato dalla CNN ad Atlanta, era stato cucito su misura per lui, nello scopo dichiarato di evitare risse da saloon di rassicurare gli Americani sulle capacità cognitive dell’attuale inquilino della Casa Bianca.

    Ora la campagna elettorale, per Joe Biden, si mostra come una lunga camminata nel deserto e molti democratici, per la prima volta, pensano a un clamoroso cambio in corsa...

    Credit - 11Alive: "Trump calls debate a 'waste' of time” on YouTube; 11Alive: "'I really don't know what he said at the end of that sentence' Trump says about Biden” on YouTube.

  • Vladimir Putin, accolto con grandi onori a Pyongyang, ha siglato un "partenariato strategico globale” con Kim Jong Un. Questo storico accordo tra Russia e Corea del Nord, dichiaratamente ostile agli Stati Uniti in un impegno alla reciproca difesa, segna una nuova era nelle relazioni internazionali.

    In Oriente Cina, Russia e Corea del Nord formano ormai un asse accumunato più dall’avversione all’occidente, che a una visione sulle questioni regionali dove resta alta la tensione e potrebbe rinsaldarsi l’alleanza tra Stati Uniti, Giappone e Corea del Sud.

    Un nuovo, scottante tema in vista della corsa alla Casa Bianca tra Joe Biden e Donald Trump, che si sfideranno intanto tra una settimana al primo confronto elettorale organizzato dalla CNN.

    Credits - TODAY: "Putin signs partnership deal with Kim Jong Un in North Korea visit” on YouTube; 11Alive: "CNN debate in Atlanta between Trump and Biden a little over a week away” on YouTube.

  • Le elezioni europee hanno provocato un autentico terremoto in Francia: Marine Le Pen ha stravinto con oltre il 32%, Emmanuel Macron è crollato al 15% e ha immediatamente sciolto l'Assemblée Nationale, convocando le elezioni anticipate al 30 Giugno.

    Le borse europee sono in fibrillazione, il rischio di vedere al potere il Rassemblement National della destra francese è concreto, in un colpo solo Biden vede crollare in Europa il suo alleato più importante, per la prima volta dopo le politiche Marine Le Pen può davvero aspirare all’Eliseo nel 2027 dopo le legislative anticipate a questo giugno.

    Tutto il mondo guarderà ora a Parigi con il fiato sospeso, per scoprire la nuova strategia NATO in Ucraina. La strategia di Macron, da autentico falco nei confronti di Putin e della Russia, è stata bocciata dai francesi. Joe Biden è sempre più in difficoltà, da Parigi può arrivare un assist enorme e inaspettato per Donald Trump nel pieno della corsa alla Casa Bianca.

    Credit - Emmanuel Macron
    Vista Agenzia Televisiva Nazionale: "Biden in Normandia: "Dobbiamo chiederci da che parte stiamo contro la tirannia" - SOTTOTITOLI" on YouTube.

  • Il Messico sarà una delle potenze dei prossimi trent’anni, con un ruolo sempre più grande nella storia del mondo.

    In vista della corsa alla Casa Bianca di novembre, quasi un elettore su cinque parlerà spagnolo. I “latinos” in tutto il paese sono oltre 60 milioni, quasi un quinto della popolazione. In vista delle elezioni di novembre il loro peso politico sarà decisivo, e non soltanto nel sud del paese.
    In questo cocktail che vede le comunità latinoamericane e i messicani mai così determinanti, il Messico ha scelto la propria prima, storica, presidente donna, Claudia Sheinbaum.

    Scopriamo nel corso di questa nuova puntata come le scelte dei messicani potranno influire sulle prossime elezioni del presidente degli Stati Uniti d’America e, con lui, nel mondo che vivremo nei prossimi anni.

    Credit - NBG News: "Claudia Sheinbaum makes history as the first woman elected president of Mexico” on YouTube

  • La guerra non si combatte più soltanto nei campi di battaglia, nei bunker o nelle trincee, ma anche su Instagram e TikTok.

    Lo slogan “All eyes on Rafah” è stato condiviso da decine di milioni di persone come storia sui propri social network, portando la protesta verso le azioni Israeliane a Rafah a livello globale.

    Un movimento sempre più organizzato e influente, nato nei campus universitari e capace ormai di orientare anche le elezioni americane.

    Chi rischia di pagarne più le conseguenze è Joe Biden, nel pieno della corsa alla Casa Bianca, stretto ormai tra due elettorati teoricamente sempre democratici, ma in dichiarata ostilità tra loro.



    Credit - CNN: “At least 45 dead as Israel strikes Rafah, Gazan officials say” on YouTube

  • È morto in un incidente in elicottero Ebrahim Raisi, il presidente della Repubblica Islamica dell’Iran. Nella stessa settimana, il procuratore capo della Corte penale internazionale ha richiesto un mandato di arresto per il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu, equiparandolo di fatto ai leader di Hamas.

    Dal Medio Oriente arrivano, ancora una volta, due notizie capaci di sconvolgere il mondo nelle prossime settimane, e mai come oggi le elezioni presidenziali americane sono orientate più dall’esterno, che dall’interno degli Stati Uniti.

    Nel frattempo sono stati annunciati ben due dibattiti televisivi tra Biden e Trump, che si annunciano come risse da saloon in cui saranno decisivi il Medio Oriente e la geopolitica. Il mondo è in fiamme, e le elezioni americane non sono mai state così decisive e così in bilico.

    Credits - OPEN: "Gli ultimi attimi del presidente dell’Iran Raisi a bordo dell’elicottero prima dello schianto – Il video” on OPEN; TODAY: "Iran begins funerals for President Raisi killed in helicopter crash” on YouTube; “COME ON JOE - ANYWHERE ANYTIME, ANY PLACE” on Instagram profile “realdonaldtrump".

  • Nel 1961 Henry Kissinger pubblicava “L’ora della scelta”, un grande classico della geopolitica, attualissimo nel proporre il ruolo cruciale di quello che sarebbe definito come il “realismo” nelle questioni internazionali. Oggi i diversi paesi, ognuno nella propria sfera d’influenza geopolitica, affrontano le enormi crisi della nostra epoca con lo stesso realismo.

    Anthony Blinken in una sua visita a sorpresa a Kiev ha annunciato nuovi aiuti militari all’Ucraina. Una scelta mossa dalla necessità di affrontare una nuova offensiva russa, lanciare un messaggio all’Europa, allontanare dal centro del dibattito americano la guerra di Gaza, che sta mettendo in grande difficoltà Joe Biden.

    Nel frattempo i sondaggi pubblicati dal New York Times sono sempre più preoccupanti per il presidente in carica nella sua nuova corsa alla Casa Bianca, e il realismo delineato da Kissinger è ancora protagonista nelle scelte dei potenti.
    Credit- ABC News: “Sec. Blinken says Ukraine is not alone in speech during surprise visit to Kyiv” on YouTube

  • Donald Trump è costretto, nel pieno della sua nuova corsa alla Casa Bianca, a un giudizio umiliante nel corso di un processo penale a New York. Per i prossimi due mesi sarà costretto a perdere preziose giornate della sua campagna elettorale e vivere in silenzio un processo a suo carico, che ha come oggetto un rapporto vissuto quasi vent’anni prima con una pornostar.

    Un caso morboso e certamente umiliante, capace di influire sulle prossime elezioni presidenziali degli Stati Uniti d’America. Trump vuole sfruttarlo a suo vantaggio, denunciando un complotto che secondo lui violenterebbe la democrazia. Biden cerca invece in questo modo di spostare l’attenzione sull’inadeguatezza del suo rivale, piuttosto che sulla propria o sulla propria linea in politica estera che sta accendendo le rivolte nei campus universitari.

    Intanto, nei sondaggi Trump sta ancora vincendo.

    Credits - ABC News: "Jury seated in Trump criminal trial: who are the 12 jurors who will decide the hush money case?” on YouTube.