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  • 25 aprile 1945 - La Resistenza italiana, che poteva ormai contare più di 200.000 uomini, dichiarò ufficialmente l'insurrezione nazionale contro l’occupazione nazi-fascista. Da allora, ogni anno, in varie città d’Italia da Nord a Sud, il 25 aprile vengono organizzate manifestazioni pubbliche in memoria della Liberazione. Si tratta di un giorno simbolico, scelto perché in questa data cominciò la ritirata dei tedeschi e dei soldati della Repubblica di Salò dalle città di Milano e Torino, in seguito allo sfondamento della cosiddetta “Linea Gotica” da parte degli alleati e all’azione della Resistenza. Ma chi erano davvero i Partigiani, ovvero i protagonisti di quella guerra civile? Proviamo a scoprirlo insieme ad Elena Pepponi: linguista, ricercatrice universitaria, ma sopratutto nipote di un partigiano italiano.

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  • 26 agosto 2010, Avetrana - In un paesino in provincia di Taranto, la quindicenne Sarah Scazzi esce di casa per andare al mare con la cugina Sabrina, che abita a 400 metri da casa sua. Tuttavia, Sarah sparisce nel nulla senza presentarsi all’appuntamento. Iniziano giorni difficili fatti di indagini, ricerche, appelli alle autorità da parte della famiglia, che catturano l’attenzione mediatica. Due settimane dopo la scomparsa della quindicenne, Michele Misseri, padre di Sabrina e zio di Sarah, consegna il cellulare di Sarah alla polizia, affermando di averlo trovato in un podere. Da qui partiranno le investigazioni che, dopo una lunga serie di depistaggi, hanno portato alla condanna in primo grado all’ergastolo dalla Corte d’assise di Taranto di Sabrina Misseri e della madre Cosima Serrano con l’accusa di omicidio doloso aggravato, e alla pena di 8 anni per occultamento di cadavere di Michele Misseri, padre di Sabrina e marito di Cosima. Ma di chi è stata davvero la mano che ha strangolato Sarah Scazzi? Proviamo a scoprirlo insieme a Giorgia Milone e ad Asya Dolcecanto, criminologhe e fondatrici della pagina Instagram e TikTok “BorderCrime”.

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  • Il cosiddetto “Sexgate” fu uno scandalo politico-sessuale che coinvolse il presidente degli Stati Uniti d'America Bill Clinton alla fine degli anni Novanta. Siamo infatti nel 1998 e Clinton è nel pieno del suo secondo mandato. Rieletto a furor di popolo, è all’apice della sua maturità personale e politica quando, come un fulmine a ciel sereno, si abbatte sulla sua presidenza uno scandalo sessuale destinato a scuotere il governo statunitense dalle fondamenta. Clinton fu infatti protagonista di un tradimento extraconiugale con Monica Lewinsky, una stagista della Casa Bianca, all’epoca ventunenne. Seguirà un lungo processo di impeachment che vedrà alla fine il presidente Clinton assolto da tutte le accuse. Ma chi furono i responsabili della diffusione di questo scandalo? E quanto c’è di vero in quello che è stato pubblicato dai media in quei giorni? Proviamo a scoprirlo insieme ad Elena Milanesio: esperta di Stati Uniti e di cronaca nera, nonché autrice del blog www.elestorieamericane.it

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  • 18 aprile 2011, Colle San Marco - È un tranquillo pomeriggio primaverile quando, in un paesino in provincia di Ascoli Piceno, viene segnalata la sparizione di una donna: Melania Rea. A chiamare i Carabinieri è il marito, Salvatore Parolisi, istruttore del 235° Reggimento Piceno e papà della piccola Vittoria di soli 18 mesi. Dopo due giorni dall’inizio delle ricerche arriva una telefonata anonima che dà la svolta alle indagini fornendo le coordinate per trovare la donna. I Carabinieri raggiungono il punto indicato e trovano il corpo esanime della donna, seminudo, martoriato da 35 coltellate. Le indagini proseguiranno fino al processo in cui la Procura di Ascoli e quella di Teramo dichiareranno Salvatore Parolisi come unico responsabile dell'omicidio. Tuttavia l'uomo, condannato in primo grado all’ergastolo, continua a dichiararsi ancora oggi innocente. È stato davvero lui a uccidere la moglie Melania? E se sì, per quale motivo? Proviamo a scoprirlo insieme a Serena Garofano ed Anna Candelora: criminologhe, detentrici di un master di II livello in scienze forensi presso La Sapienza di Roma, ma soprattutto autrici per la pagina Instagram e Facebook “Conversazioni sul Crimine”.

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  • 27 febbraio 2017, Basilea - Rimasto tetraplegico in seguito a un incidente stradale, Fabiano Antoniani, noto a tutti come dj Fabo, sceglie di porre fine alla propria vita attraverso il suicidio assistito in una clinica svizzera. Con lui c’era Marco Cappato, esponente dell’associazione Luca Coscioni, che il giorno successivo si autodenunciò. La procura di Milano denunciò Cappato con l’accusa di aiuto al suicidio e per lui iniziò il processo, che arriverà fino alla Consulta e che si concluderà il 23 dicembre 2019 con l’assoluzione totale poiché non esistevano elementi per incriminarlo. Si tratta di una sentenza storica, poiché ha segnato e segnerà a lungo la battaglia per la legalizzazione del suicidio assistito in Italia. Ma a che punto siamo oggi con l’eutanasia nel nostro Paese? E quali sono gli obiettivi ancora da raggiungere? Proviamo a scoprirlo insieme a Maria Grazia Calvanese: medico, prima responsabile della rete di cure palliative territoriali strutturata presso diversi Hospice, e attualmente dirigente medico di radioterapia oncologica.

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  • 30 maggio 1994, Castellabate - In una calda mattina primaverile, moriva suicida a soli 39 anni l’ex calciatore Agostino Di Bartolomei. Aveva giocato nella Roma dal 1972 al 1984, vincendo uno Scudetto e diventandone capitano molto rispettato e amato, dai suoi tifosi e non solo. Fu poi ceduto al Milan e finì la carriera tra Cesena e Salernitana. Non si è mai capito se si sia trattato di una semplice coincidenza, ma Di Bartolomei si uccise esattamente 10 anni dopo la finale della Coppa dei Campioni che perse con la Roma, in casa, ai rigori contro il Liverpool. Ma quali potevano essere le reali motivazioni per un gesto così estremo da parte di un campione così amato? Proviamo a scoprirlo insieme a Giuliano Terenzi: giornalista, commentatore sportivo, ma soprattutto autore della serie podcast intitolata “Sportcast”, edita da Radio Bullets.

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  • Padova, 29 gennaio 2001 - In pieno centro viene ritrovato un taxi fermo a bordo strada e al suo interno il cadavere del proprietario, Pierpaolo Lissandron, ucciso con un colpo alla nuca sparato da una pistola Iver-Johnson calibro 32. Si pensa subito ad una rapina finita male, ma l'ipotesi viene smentita qualche settimana dopo, quando alla questura di Milano arriva una strana lettera che porterà gli inquirenti a collegare il caso Lissandron ad un altro omicidio. L'11 febbraio, infatti, all'interno di un appartamento viene scoperto il cadavere dell'agente immobiliare Walter Boscolo, anch'esso freddato con un proiettile alla nuca. Sul posto vengono ritrovate due carte da gioco, lasciate dal killer a mo' di firma, che daranno inizio alla leggenda criminale del Joker di Padova…. Ma chi si cela davvero dietro questi delitti? Proviamo a scoprirlo insieme a Giacomo Brunoro, autore di libri e audiolibri e direttore editoriale della casa editrice californiana LA Case Books.

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  • Il maccartismo fu un atteggiamento politico-amministrativo manifestatosi nella storia degli Stati Uniti d'America nei primi anni cinquanta del XX secolo, caratterizzato da un’esasperata repressione nei confronti di persone, gruppi e comportamenti ritenuti filo comunisti e quindi sovversivi. All’interno di questo scenario, iniziarono a sorgere svariati gruppi di pressione statunitense di destra, tra i quali spicca la cosiddetta John Birch Society. Fondata nel 1958, per promuovere l'anticomunismo, JBS sosteneva (e sostiene tuttora) il conservatorismo sociale, ed è associato alle idee ultraconservatrici, di destra radicale, di estrema destra o libertarie di destra. Ma come mai questo gruppo è ritenuto così estremo e pericoloso dal punto di vista politico? Proviamo a scoprirlo insieme a Giacomo Giaquinto: narratore, fumettista e autore di romanzi.

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  • La criminalità organizzata italiana è sempre stata predisposta a stabilire collegamenti con le mafie straniere. Questa sua attitudine, consolidata nei secoli, la rende oggi transnazionale e mercatistica. Negli ultimi anni, tuttavia, le organizzazioni mafiose di origine straniera presenti sul territorio italiano sembrano aver raggiunto una propria autorevolezza, grazie anche alla loro comprovata specializzazione criminale nella tratta di esseri umani per sfruttamento sessuale, lavorativo o per accattonaggio forzoso; nel traffico internazionale di stupefacenti e spaccio a livello territoriale. Ma le mafie straniere sono davvero così radicate nel tessuto sociale italiano? E se sì, quali sono le più pericolose? Proviamo a scoprirlo insieme a Francesco Paolo Esposito: professore di criminologia forense, perito legale, ma anche podcaster.

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  • Il Femminicidio, dall'inglese “femicide”, è un termine criminologico introdotto per la prima volta dalla criminologa femminista Diana H. Russell all'interno di un articolo del 1992 per indicare le uccisioni delle donne da parte degli uomini per il fatto di essere donne. Secondo quanto formulato dalla Russell “il concetto di femmicidio si estende al di là della definizione giuridica di assassinio e include quelle situazioni in cui la morte della donna rappresenta l'esito/la conseguenza di atteggiamenti o pratiche sociali misogine”. In Italia questo termine ha iniziato a prendere piede a partire dal 2013, anno in cui il femminicidio è diventato ufficialmente un reato penale, fino ad arrivare al 2023, in cui si sono registrati ben 103 casi, l’ultimo dei quali in ordine di tempo è quello di Giulia Cecchettin. Alla luce di questi dati si può parlare di emergenza femminicidio in Italia? E se sì, quali sono le cause? Proviamo a scoprirlo insieme a Carlotta Toschi: avvocato penalista, detentrice di un master in diritto di famiglia, ma soprattutto podcaster e autrice della serie "Dark Diaries".

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  • La bolla delle dot-com si è sviluppata tra il 1997 e il marzo del 2000 e vide come maggiori protagoniste le aziende tecnologiche statunitensi. A partire dalla quotazione di Netscape nel 1994 si diffuse il concetto di New Economy, un nuovo ciclo economico che si poneva in contrasto alla Old Economy. Sulle ali dell’entusiasmo per il nuovo paradigma economico, molte società la cui idea di business era legata ad internet iniziarono a quotarsi. Nella seconda metà degli anni Novanta si assistette quindi ad un fenomeno del tutto irrazionale: moltissime società tecnologiche che operavano in perdita videro le proprie quotazioni schizzare alle stelle per via dell’euforia che c’era tra gli investitori per il nuovo paradigma della New Economy. Tuttavia, se alcune di queste compagnie erano ben strutturate, con un preciso piano aziendale, altre erano prive di qualsivoglia organizzazione. Ebbene ad inizio del 2000 la bolla speculativa del Dot-com esplose, facendo sprofondare nella crisi l’intero settore. Ma quali furono le cause di questa caduta? Proviamo a scoprirlo insieme a Fabio Ragazzo, produttore di serie audio e co-autore, tra gli altri, del podcast “Freedomland” edito da Will Media e BOATS Sound.

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  • 22 novembre 1963, Dallas (Texas) - È un periodo preelettorale e il presidente John Fitzgerald Kennedy è giunto in città. Il corteo presidenziale attraversa lentamente la città, acclamato dalla folla. Intorno alle 12:30, mentre la limousine decappottabile passa davanti a Dealey Plaza, si sentono degli spari. Kennedy viene colpito in pieno. Viene trasportato al Parkland Hospital, ma dichiarato morto mezz'ora dopo. L'indagine si svolge rapidamente e conferma la tesi di un killer solitario: Lee Harvey Oswald che, a sua volta, sarà assassinato due giorni dopo. Si tratta del primo assassinio dell'era dei mass media. Il giovane e telegenico presidente era diventato una specie di rockstar e la sua morte sconvolse l'intero Paese, che poté assistervi quasi in diretta televisiva. Ma chi è stato il vero committente dell’omicidio di JFK? E soprattutto qual era il movente dietro questo attentato? Proviamo a scoprirlo insieme a Jacopo Pezzan, autore di libri e audiolibri crime e co-fondatore della casa editrice Californiana LA CASE Books.

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  • 1981, Connecticut - Un feroce omicidio sconvolge una piccola cittadina che non aveva mai conosciuto la violenza. Da questo caso deriverà uno storico processo in cui, da parte della difesa, entrò l’occulto come oggetto di discussione. Fu infatti la prima volta in America che un imputato si dichiarò innocente in quanto in preda a una presunta possessione demoniaca. Il suo nome è Arne Johnson e all’epoca dei fatti aveva solo 19 anni. Il suo caso fece particolarmente scalpore perché si inseriva nella crescente suggestione per l’occulto. Negli anni ’80 si verificarono, soprattutto negli Stati Uniti, diversi casi (non sempre fondati) di abusi legati a una rete invisibile di sette sataniche. Fu la causa di una sorta di “panico morale” legato proprio al culto demoniaco. Ma fu davvero il diavolo in persona a spingere la furia omicida di Arne Johnson? Proviamo a scoprirlo insieme a Giacomo Giaquinto: narratore, fumettista e autore di romanzi.

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  • 9 maggio 1997, Roma - Sono da poco passate le 11:30 quando, mentre due studentesse camminano tra gli edifici dell’università La Sapienza, nel vialetto tra le facoltà di Statistica e Giurisprudenza, un rumore insolito sconvolge la normale route-in della vita accademica. Un rumore sordo, quasi attutito… Si tratta di un colpo di pistola. Una delle due ragazze si gira per finire una frase ma non trova più l’amica perché Marta Russo, questo è il suo nome, è già caduta. Il proiettile è penetrato sotto l’orecchio sinistro della ragazza perforando l’encefalo. Marta viene trasportata d’urgenza al vicino Policlinico Umberto I ma, dopo cinque giorni di coma, si spegnerà per sempre. Un delitto che sin dall’inizio apparve senza movente, senza spiegazione, insensato. Marta Russo era una tra le migliaia di studenti della Sapienza. Non c’era nessun collegamento con gruppi terroristici o criminali. Le indagini furono complesse, la vicenda giudiziaria lunga, dibattuta e attraversata da polemiche. Ancora oggi, la domanda che tutti si pongono è: chi ha ucciso davvero Marta Russo? Proviamo a scoprirlo insieme a Sonia Filippi, autrice di genere noir per le case editrici Placebook Publishing and Writer Agency, con all’attivo una produzione di 5 romanzi gialli.

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  • 27 giugno 1980, Bologna - I passeggeri di un volo civile si imbarcano su un aereo della compagnia Itavia che dall’aeroporto Marconi avrebbe dovuto portarli a Palermo. L’aereo, un modello Dc-9 I-Tigi, decolla alle 20.08 invece che alle 18.30, come originariamente previsto. A parte questo, però, il volo sembra procedere senza particolari problemi: il DC 9 viaggia regolarmente, con a bordo 81 persone, tra le quali 64 passeggeri adulti, 11 ragazzi tra i due e i dodici anni, due bambini di età inferiore ai 24 mesi e 4 uomini d’equipaggio. Tuttavia, quasi un’ora dopo il decollo, l’aeromobile scomparirà totalmente dai radar del centro di controllo aereo di Roma. Dopo diverse ore di ricerche, il mattino successivo si ritroveranno in mare alcuni corpi senza vita, confermando che l’aereo sarebbe precipitato nelle acque internazionali del mar Tirreno, tra l’isola di Ponza e quella di Ustica. Le indagini proseguiranno per decenni, ma nessuno finora è stato in grado di chiarire le cause della tragedia. Cosa ha fatto precipitare il volo Itavia? Solo un guasto tecnico o qualcosa di più? Proviamo a scoprirlo insieme a Proviamo a scoprirlo insieme a Paolo Rendina, avvocato tributarista, esperto di misteri italiani, ma soprattutto Podcaster e autore della serie "Diritto e Rovescio".

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  • Nato il 12 novembre 1934 a Cincinnati (Ohio) da Kathleen Maddox, una ragazza di 16 anni che era sia alcolista che prostituta, Charles Manson è stato un criminale americano che ha guidato una campagna omicida con i suoi seguaci, la cosiddetta “Manson Family”, che lo avrebbe reso una delle figure più famigerate nella storia del crimine. Si trattava di un gruppo di circa 100 adepti che condividevano la sua passione per uno stile di vita non convenzionale e l'uso abituale di droghe allucinogene. Famoso per il suo legame con i brutali omicidi dell'attrice incinta Sharon Tate e di altri residenti di Hollywood, Manson ricevette la pena di morte nel 1971, una condanna commutata in ergastolo, che sconterà fino al giorno della sua morte nel 2017. Ma chi era davvero Charles Manson? Solo un folle oppure un abile manipolatore? Proviamo a scoprirlo insieme a Bugalalla: YouTuber, star di Twitch, ma soprattutto divulgatrice di cronaca nera.

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  • Ferrara, 25 settembre 2005 - Un ragazzo di 18 anni sta rientrando a casa dopo aver trascorso una serata come tante con gli amici. Viene fermato da una pattuglia della polizia per quello che, a tutti gli effetti, sembra un normale controllo, ma presto la situazione degenera. Tra il giovane, di nome Federico Aldrovandi e i due agenti nasce un diverbio, in seguito al quale viene chiamata un’altra volante. Una testimone afferma di aver assistito ad una colluttazione tra i 4 poliziotti e Federico, il quale verrà dichiarato morto alle 6:45 del mattino per un’asfissia posturale dai paramedici accorsi a soccorrerlo. Ma come è morto davvero Federico Aldrovandi? Proviamo a scoprirlo insieme ad Anna Candelora e Bianca Gennari Casparis: criminologhe, detentrici di un master di II livello in scienze forensi presso La Sapienza di Roma, ma soprattutto autrici per la pagina Instagram e Facebook “Conversazioni sul Crimine”.

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  • 16 ottobre 1997 – 6 maggio 1998: è racchiusa in questi sette mesi la carriera criminale di Donato Bilancia, annoverato ormai tra i più feroci serial killer italiani. Una lunga scia di delitti che, sul finire degli anni ’90, ha terrorizzato l’intero territorio Ligure. Un incubo fatto di 17 omicidi, commessi senza apparente motivo e con un’unica ragione di fondo: la vendetta. Ma chi era davvero Donato Bilancia? E come è diventato il serial killer più prolifico d'Italia? Proviamo a scoprirlo insieme a Laura de Camilliis e a Serena Garofano: criminologhe, detentrici di un master di II livello in scienze forensi presso La Sapienza di Roma, ma soprattutto autrici per la pagina Instagram e Facebook “Conversazioni sul Crimine”.

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  • La Mala del Brenta fu un'organizzazione criminale di stampo mafioso nata in Veneto intorno agli anni Settanta e in seguito estesasi nel resto dell'Italia nord-orientale. Si trattava di un gruppo piuttosto nutrito che arrivò a contare oltre 500 componenti, dediti a rapinare, trafficare armi da fuoco e droga. Il tutto finalizzato a conseguire enormi guadagni. La Mala del Brenta è stata duramente colpita negli anni Novanta, dopo l'arresto ed il pentimento del suo attore principale, Felice Maniero. Quest’ultimo, soprannominato "faccia d'angelo", ha commesso rapine, assalti a portavalori, colpi in banche e in uffici postali, ed è stato accusato di omicidi, traffico di armi, droga e associazione mafiosa. Ma chi è stato realmente Felice Maniero? Proviamo a scoprirlo insieme a Giacomo Brunoro, autore di libri e audiolibri e direttore editoriale della casa editrice californiana LA Case Books.

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  • Nato ad Assisi nel 1182 da una facoltosa famiglia di mercanti, Francesco d’Assisi in gioventù partecipò alla guerra tra il suo comune e quello di Perugia. Venne fatto prigioniero e tenuto in cattività per più di un anno, durante il quale patì per una grave malattia che lo avrebbe indotto a cambiare radicalmente il suo stile di vita. Tornato ad Assisi nel 1205, infatti, Francesco iniziò a dedicarsi ad opere di carità con l’intento di ripercorrere la vita povera di Gesù Cristo e degli apostoli e, come loro, amare e capire la sofferenza degli ultimi. Dopo essersi spogliato di tutti i suoi averi terreni ed essere stato ripudiato dalla sua stessa famiglia, Francesco inizierà un viaggio che lo porterà a costituire uno degli ordini più popolari della storia della Chiesa Cattolica e a diventare il santo patrono d’Italia. Ma chi era davvero l’uomo dietro il santo? Proviamo a scoprirlo insieme a Frate Alfio Vespoli, sacerdote dell’ordine francescano e vicesegretario nazionale del Segretariato per la Missione e l’Evangelizzazione in Italia e Albania.

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