Folgen
-
Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino Continue reading
-
[...] Bisognava dunque ora procurarsi l’antidoto per l’incantesimo. E tornò indietro. Ma sbagliò strada. Quando s'accorse d'essersi smarrito e non trovava più la via del ritorno, pensò di salire in cima a un albero per passarvi la notte: era quasi notte e le belve feroci lo avrebbero assalito e divorato. Ed ecco, a mezzanotte, un rumore assordante per tutto il bosco. Era un Orco che tornava a casa coi suoi cento cani mastini, che gli latravano dietro. - Oh, ho, ho. Ma che cosa strana, io qua sento odore di carne umana! L'Orco si fermò ai piedi dell'albero, e cominciò ad annusare l'aria proprio come fanno le belve: Oh, ho, ho. Ma che cosa strana, io qua sento odore di carne umana! [...] Continue reading
-
C'era una volta un Re, che amava talmente tanto la caccia che e per essere più libero di andarvi tutti i giorni, non aveva voluto prender moglie. I ministri gli dicevano: - Maestà, il popolo desidera una Regina. E lui rispondeva: - Prenderò moglie l'anno venturo. Passava l'anno, e i ministri da capo: - Maestà, il popolo desidera una Regina. E lui: - Prenderò moglie l'anno venturo. Ma quest'anno non arrivava mai. […] Continue reading
-
C'era una volta un Re che aveva una bella bimba.La Regina era morta di parto, e il Re prese una balia che gli allattasse la piccina.Un giorno che la bimba ebbe compiuto ter anni, la balia, insieme alla piccina, scese nel giardino reale. La bimba si divertiva e si rotolava sull'erba, all'ombra dei grandi alberi. Sull'ora di mezzogiorno la balia s'addormentò; ma quando si svegliò, non trovò più la Reginotta. Cerca, chiama per tutto il giardino; nulla! La bimba era scomparsa.Come dirlo al Re?La povera balia si picchiava il petto, si strappava i capelli:Dio! Dio! Sua Maestà mi farà impiccare!Alle urla della balia erano accorse le guardie.Fruga e rifruga, tutto fu inutile. [...] Continue reading
-
olta due sorelle che erano rimaste orfane sin dall'infanzia: la maggiore bella quanto il Sole, diritta come un fuso, con una grande chioma di capelli che parevano d'oro; la minore, invece, era così cosiì, né bella né brutta. Restava piccina, magrolina e… zoppina da un piede. Per la sorella maggiore e cattiva, non aveva nome: era semplicemente la zoppina. [...] Continue reading
-
Si racconta che c'era una volta un povero diavolo, il quale aveva sette figliuoli che avevano fame. Il maggiore contava dieci anni, e l'ultimo appena due. Una sera il babbo se li fece venire tutti dinanzi. - Figliuoli - disse - son due giorni che non gustiamo neppure un gocciolo d'acqua, ed io, dalla disperazione, non so più dove trovar cibo. Sapete che ho pensato? Domani mi farò prestar l'asino dal nostro vicino, gli metterò in groppa le ceste e vi porterò in giro per vendervi. Se avete un po' di fortuna, qualcuno vi comprerà. [...] Continue reading
-
Adattamento e messa in voce di Gaetno Marino C’era una volta una donna che faceva la fornaia e aveva una figliuola, che era brutta assai e nera, come un tizzone di carbone. Tant’è che la chiamò Carbonella.Madre e figliuola campavano infornando il pane, e Carbonella stava sempre lì a lavorare,… Continue reading
-
Adattamento e messa in voce di Gaetano Marino Continue reading
-
C’era una volta un sarto che aveva tre figliuole, una più bella dell’altra. Sua moglie era morta da un pezzo, e lui si stillava il cervello per riuscire a maritarle. Le ragazze non avevano dote, e senza dote un marito è un po’ difficile da trovarsi.Un giorno questo povero padre pensò d’andarsene in una pianura e chiamare la Sorte:– Sorte, o Sorte!Gli apparve una vecchia, con la rocca e col fuso:– Perché mi hai tu chiamata?– Ti ho chiamata per le mie figliuole.– Portale qui ad una ad una; si sceglieranno la sorte colle loro mani. Continue reading
-
C'era una volta un barbiere che faceva la barba alla povera gente. Scorticava le facce con un vecchio rasoio e vi trinciava braciole di carne di quando in quando. E se gli avventori si lamentavano, egli, che era di umore allegro, rispondeva: "Per un soldino, vi faccio la barba e una braciola; e brontolate? Una braciola costa di più." Gli avventori ridevano e andavano via contenti, col viso impiastricciato di ragnateli, per stagnare il sangue. Continue reading
-
C'era una volta un mugnaio che aveva due belle figliuole. A una avea dato nome Rota, all'altra Tramoggia.La gente che andava a macinare, vedendo le due ragazze, domandava:— Compare, ma quando maritate queste figliuole?— Quando ci sarà chi le vuole.— E che dote gli date?— Dote niente. Rota la regalo, Tramoggia la do pernulla.— Furbo siete, mugnaio! Continue reading
-
C'era una volta un Re e una Regina che non avevano figliuoli e pregavano i santi, giorno e notte, per ottenerne almeno uno. Intanto consultavano anche i dottori di Corte.- Maestà, fate questo.- Maestà, fate quello.E pillole di qua, e beveroni di là; ma il sospirato figliuolo non arrivava.Una bel giorno ch'era freddino, la Regina s'era messa davanti il palazzo reale per riscaldarsi al sole. Passa una vecchiarella:- Fate la carità!E la regina rispose:- Non ho nulla.La vecchiarella andò via brontolando.- Che cosa ha brontolato? - domandò la Regina.- Maestà, ha detto che un giorno avrete bisogno di lei. Continue reading
-
C'era una volta un calzolaio ridotto, dalle disgrazie, in povertà. Aveva preso moglie tardi. Rimasto vedovo, con una creaturina appena spoppata su le braccia, era stato costretto a prendere una donna che badasse all'orfanella e alle poche faccende che occorrevano in casa.La mattina, di buon'ora, egli andava in giro in cerca di scarpe vecchie da rabberciare; e appena rientrato, si metteva al lavoro.Aveva comprato alla bambina un bel seggiolino perché imparasse a camminare. La voleva sorvegliare, davanti a l'uscio; ma quando la donna non poteva sorvegliarla, per precauzione egli legava il seggiolino con una cordicella a un piede del tavolinetto da lavoro, e così stava tranquillo. Continue reading
-
C'era una volta un Re che andava sempre a piedi perché aveva paura dei cavalli.- Sono bestie, e con le bestie non ci voglio aver a che fare.Così diceva. Per questo i suoi sudditi gli avevano dato il nomignolo di re Prudenzio. Il guaio era che assieme con lui dovevano andar a piedi anche i Ministri e tutte le persone del seguito.E mentre il Re camminava avanti con quelle gambe che, a forza di esercizio, erano diventate d’acciaio, Ministri e persone del seguito, stanchi morti, grondanti di sudore, brontolavano tra i denti:- Accidempoli alle gambe di sua Maestà! Continue reading
-
C'era una volta un Re che aveva un vocione così grosso e forte, che poteva essere udito benissimo fino a dieci miglia lontano. Quando parlava, pareva tuonasse; e per ciò gli avevano appiccicato il nomignolo di re Tuono.I Ministri e le persone di corte, dovendo praticare con lui tutti i giorni, diventavano sordi in poco tempo; ed era una disperazione. La povera gente che andava a chiedere giustizia ci rimetteva un polmone per farsi sentire, e spesso spesso non ci riusciva. Gli affari correvano a rotta di collo; la gente non ne poteva più.Ma, come dire al Re:— Maestà, siete voi che fate sordi i Ministri. Continue reading
-
C'era una volta un pescatore che vivacchiava alla meglio con il raccolto della sua pesca. Partiva in barca la sera, stava a pescare tutta la nottata, e la mattina dopo all'alba era di ritorno. Quando aveva fatto una buona retata, scorgendo da lontano la moglie che lo attendeva, ansiosa, alla spiaggia, le faceva segno di rallegrarsi, agitando per aria il berretto. Continue reading
-
C'era una volta un vecchio artigiano che faceva trottole d'ogni forma e d'ogni grandezza.Quand'era la stagione delle trottole, i ragazzi si affollavano nella sua bottega:— Artigiano, artigiano, mi fate una trottola?— Piccola o grande? Piatta o col cocuzzolo?Secondo che la volessero piccola o grande, piatta o col cocuzzolo, egli adattava subito un pezzetto di legno al suo tornio, e con un piede sul pedale e in mano lo scalpello, si metteva a lavorare lesto lesto, brontolando:— Trottolina, piatta piatta, Gira gira e fa la matta!Oppure:— Trottolone fatto a pera, Gira gira fino a sera! Continue reading
-
C'era una volta un Re che aveva due figli, uno buono e l'altro cattivo. Quello buono era il Reuccio, che alla morte del padre doveva essere Re.La cosa non garbava al fratello cattivo, che pensò di disfarsi del fratello buono per diventare lui Re. Un giorno gli disse:— Fratello caro, andiamo a caccia?E andarono. Arrivati in mezzo a un bosco fitto fitto, lontani dalle persone del séguito, il fratello cattivo cavò fuori la spada e assalì il fratello buono. Il fratello cattivo credendo di aver ucciso il fratello buono, coprì il suo corpo insanguinato con erbacce e rami, e tornò indietro. Continue reading
-
C'era una volta un pover’uomo, che aveva fatto tutti i mestieri, ma non ce n’era uno che gli fosse riuscito bene. Un giorno gli venne l'idea di andare in giro per il mondo, a raccontare fiabe ai bambini. Gli pareva un mestiere facile e con il quale ci si poteva pure divertire. Perciò si mise in viaggio, e quando giunse nella prima città, cominciò a gridare per le vie: - Fiabe, bambini, fiabe! Fiabe per chi vuol sentire storie. Chi vuol sentir le fiabe? I bambini accorsero da tutte le parti, e gli fecero ressa attorno. Lui cominciò: - C'era una volta un Re e una Regina, che non avevano figliuoli, e facevano di tutto per averne almeno uno… - Ma Questa la sappiamo già, - dissero i bambini - è la fiaba della Bella addormentata nel bosco. Un'altra! Un'altra! Continue reading
-
Messa in voce di Gaetano MarinoC'era una volta un Re, che non viveva più tranquillo, dal giorno in cui una vecchia indovina gli aveva detto: - Maestà, ascoltate bene: Topolino non vuol ricotta; vuol sposare la Reginotta; E se il Re non gliela dà, Topolino lo ammazzerà. Il Re consultò subito i suoi ministri; ed uno di loro disse: - Maestà, è mai possibile che un topolino voglia sposare la Reginotta? Io credo che quella donna si sia beffata di voi. Ma gli altri non furono dello stesso parere. - Per evitare la disgrazia, bisogna distruggere tutti i topi del regno, mentre la Reginotta si trova ancora in fasce. Perciò il Re ordinò un decreto: - Pena la vita a chi non terrà uno o più gatti, secondo che avesse casa o palazzo. Chi ammazzerà cento topi diventerà barone. Continue reading
- Mehr anzeigen