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I giardini, nel corso della storia, hanno sempre seguito il ritmo delle mode. Dal rigore rinascimentale dei giardini all’italiana, disegnati per controllare e dominare la natura con simmetrie e prospettive perfette, alle coreografie verdi della Versailles barocca, dove ogni siepe era un atto di potere, fino alla rivoluzione romantica del giardino inglese, che abbracciava laspontaneità, i laghetti serpeggianti, le rovine scenografiche, le sorprese lungo il cammino. Ma oggi, in molti contesti, si è superato il concetto di stile per abbracciare quello del"teatrino permanente".
Viviamo l’era del giardino-esibizione.
Quello con la piscina a cascata finta, i vetri colorati, le rocce importate, magari illuminate dal basso come in una vetrina.
Gli ulivi secolari sradicati, spostati di regione in regione come fossero bonsai da salotto, potati fino a perdere dignità.
E poi i giardini verticali, riproposti ovunque, anche dove non servono, come se la sola estetica della parete vegetale bastasse a stupire. Siamo passati dal giardino che accoglie…
…al giardino che grida. Eppure, il giardino nasce per altro. Non per esibire, ma per offrire rifugio.
Non per stupire, ma per sussurrare.
Come disse il paesaggista americano Frederick Law Olmsted, padre di Central Park: “Un giardino deve avere il potere di calmare, non quello di impressionare.” -
Oggi parliamo delle vivaci perenni, piante che ritornano ogni anno con la forza e la grazia di chi sa aspettare. Non hanno l’arroganza delle annuali, né la staticità degli arbusti. Sono la vera anima mutevole del giardino, il cuore pulsante che accompagna le stagioni con ritmo, colore, struttura. Tecnicamente, una vivace perenne è una pianta erbacea che ha un ciclo di vita superiore ai due anni e che si distingueper la sua capacità di rigenerarsi stagione dopo stagione, pur non presentando parti legnose persistenti. A differenza delle arbustive, infatti, non lignifica: la porzione epigea (cioè la parte aerea) può disseccare completamente durantel’inverno o nei periodi di stress climatico, ma la parte ipogea(sotterranea) — composta da rizomi, bulbi, tuberi o robuste radici fascicolate — sopravvive e garantisce la ripresa vegetativa nella stagione successiva. Queste strutture sotterranee funzionano come veri e propri organi di riserva,immagazzinando sostanze nutritive e acqua per affrontare i mesi sfavorevoli. È grazie a questa strategia evolutiva che molte perenni riescono a resistere a condizioni estremecome il gelo invernale, la siccità estiva o i terreni poveri.
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Estão a faltar episódios?
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Quando pensiamo a un giardino, la nostra mente va subito ai fiori, ai colori, magari a un grande albero ombroso. Ma c’è una categoria di piante che lavora in silenzio, quasi invisibile, eppure è capace di trasformare profondamente lo spazio: le erbe ornamentali. Queste piante, appartenenti a diverse famiglie botaniche — non solo graminacee, ma anche Cyperaceae, Juncaceae, Restionaceae, Typhaceae — sonostate per secoli fondamentali per la sopravvivenza dell’uomo. Pensiamo all’importanza del bambù in Asia, del papiro in Egitto, o della canna in Africa e nel Mediterraneo. Eppure il loro valore ornamentale è stato riscoperto solo nel Novecento, grazie a pionieri come Karl Foerster, il botanico tedesco che introdusse moltissime varietà di graminacee nel giardino moderno. A lui si deve anche la celebre frase:
“Un giardino senza graminacee è come una poesia senza ritmo.”
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Chi progetta giardini, chi li vive davvero, lo sa: il verde non è solo cornice, ma è contenuto emotivo. Non è solo una percezione romantica: è una verità sostenuta da anni di ricerche scientifiche, psicologiche, ecologiche.
L’ecopsicologia, per esempio, parla di inconscio ecologico: una memoria profonda che ci lega alla terra, una consapevolezza ancestrale che riaffiora quando camminiamo su un prato scalzi, o quando piantiamo un’essenza e la vediamo crescere giorno dopo giorno. La scrittrice Susanna Tamaro, nel suo libro Invisibile Meraviglia, scrive:
“La natura è in grado di risvegliare il senso della meraviglia solo se prima facciamo un lavoro sul nostro pensiero.”
In altre parole, solo quando eliminiamo tutte le lenti classificatorie, permettiamo allo stupore di colpircie riconosciamo che gli animali e le piante che ci circondano ci parlano di noi stessi e del mistero che ci avvolge, bellezza simbolo dell'altrove. Dobbiamo liberarci dal desiderio del controllo, della classificazione, della fretta. Solo allora gli alberi, le foglie, i profumi tornano a parlarci. -
C’è una parola che dovrebbe guidare ogni progetto di un giardino, grande o piccolo che sia: armonia.
Un termine antico, spesso abusato, ma che nel nostro mestiere ha un significato preciso. Progettare un giardino non è solo mettere piante su un foglio, è un eserciziodi equilibrio, di ascolto e di previsione. Anche una semplice planimetria, disegnata a mano, è già un passo avanti. Perché? Perché aiuta a visualizzare l’intero schema, a capire come interagiscono le piante tra loro, come cresce l’insieme.
Uno studio del 2019 pubblicato sul Journal of Landscape and Urban Planning ha dimostrato che i giardini progettati con un disegno preliminare presentano una maggiore longevità e richiedono meno interventi correttivi nei primi tre annirispetto a quelli messi a dimora senza una visione d’insieme. Spesso chi si affaccia per la prima volta alla progettazione pensa solo alle piante. Ma l’armonia vera nasce dall’integrazione con l’architettura di confronto: linee,materiali, colori, proporzioni. -
Xerriscaping, non stiamo parlando di giardini desertici obrulli. Al contrario, lo xeriscaping è un’arte raffinata, capace di creare spazi verdi, belli, funzionali e soprattutto resilienti. Un giardino ben progettato e realizzato con la tecnica dello xeri può ridurre il consumo d’acqua fino al 75%, e questo oggi – con l’acqua che diventa sempre più una risorsa critica – èun traguardo imprescindibile. Lo xeriscaping nasce in Colorado, USA, negli anni ‘80, grazie alla Denver Water, l’azienda idrica della città. L’obiettivo era chiaro: contrastare gli sprechi e adattarsi alla siccità cronica. Nel 1981, Nancy Leavitt, una pianificatrice ambientale della DenverWater, coniò il termine "xeriscape" combinando la parola greca"xeros" (che significa secco) con "landscape" (paesaggio). L'obiettivo iniziale era incoraggiare i residenti ad adottare pratiche di giardinaggio che riducessero drasticamente o eliminassero la necessità di irrigazione in questa regione semi-arida.
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Wabi-sabiè una filosofia estetica giapponese che potremmo riassumere, in modo un po’ poetico, come “la bellezza delle cose imperfette, impermanenti e incomplete”.Un’idea che va un po’ controcorrente, soprattutto rispetto alla tendenza contemporanea di volere tutto lineare, pulito, ordinato, simmetrico. In giardino, il wabi-sabi si traduce in un approccio che privilegia l’essenziale, accetta il passare del tempo, valorizza la materia naturale e si inchina davanti all’autenticità delle forme. Ma entriamo nel dettaglio. Da dove viene questa filosofia? Nasce in Giappone, nei secoli XV e XVI, come reazione agli eccessi dell’estetica cinese. Uno dei suoi grandi promotori fu Sen no Ri kyū, maestro del tè, che impose uno stile radicalmente sobrio alle cerimonie: tazze grezze, sale spoglie, giardini minimali. È lì che prende forma il wabi-sabi: un modo di vedere il mondo fatto di asimmetria, discrezione e silenzio.
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Oggi entriamo a gamba tesa in un tema che per me è quasi una filosofia di vita e di lavoro: il Genius loci Prenditi un momento creativo, una buona tazza di the e mettiti comodo, iniziamo questo viaggio nel meraviglioso mondo dei giardini! Genius Loci. Uno di quei concetti che, se davvero compreso, può trasformare il modo in cui guardiamo al paesaggio, alla natura… e perfino a noi stessi. Ma che cos’è esattamente questo Genius loci? In latino, il termine indicava lo “spirito del luogo”: un’entità protettiva, quasi una divinità minore, che abitava un determinato spazio. Non un concetto astratto, ma una presenza reale, che meritava rispetto.
Oggi potremmo tradurlo come l’identità profonda di un luogo, quella sensazione unica che avvertiamo solo lì. E quando parliamo di progettazione del paesaggio, il Genius loci non è un’ispirazione vaga, ma una bussola precisa. -
E allora la domanda non è solo che giardino vuoi, ma di che giardino sei?Un giardino selvatico e libero? Sei forse un’anima nomade.Un giardino ordinato, geometrico? Forse ami il controllo, la chiarezza.Un giardino romantico, con angoli ombrosi e profumi intensi? Allora sei fatto di emozioni, sogni e ricordi. Progettare ungiardino può diventare un atto di consapevolezza, una forma di autobiografia silenziosa, dove ogni scelta – una pianta, un colore, una texture – è un frammento di noi stessi.E qui torniamo al punto: lasciati guidare da quello che ti emoziona.“Il giardino è una lente per osservare la nostra vita, un simbolo da interrogare per capire chi siamo diventati.”
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Benvenuti alla puntata zero del podcast "Progettare il Verde – Consigli in 5 minuti". Sono Luciano Caprini, garden designer con oltre 30 anni di esperienza nella progettazione di spazi verdi armoniosi e sostenibili. Nel corso della mia carriera ho avuto il privilegio di creare giardini e terrazzisia in Italia che all'estero, sempre con l'obiettivo di suscitare emozioni, far sognare il committente e rispettare l'ambiente circostante. Questo podcast nasce dalla volontà di condividere con voi, appassionati e curiosi, le conoscenze e le esperienze maturate nel tempo. Non aspettatevi untalk show sensazionalistico, un programma di intrattenimento leggero o il solito fenomeno social. Niente viral cavolate. Avremo invece un approccio semplice, informale e spero professionale. Troverete contenuti autentici, frutto di anni di lavoro sul campo, con l'intento di approfondire insieme attraverso i vostri commenti le molteplici sfaccettature dell’arte della progettazione dei giardini.
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Benvenuti a progettare il giardino: consigli in 5 minuti, il podcast dedicato alla progettazione di spazi verdi. Progettare un giardino a bassa manutenzione: miti, verità e consigli pratici. Ciao a tutti e benvenuti in questo episodio del podcast sulla progettazione del giardino! Oggi affrontiamo un tema caro a molti: come avere un bellissimo giardino senza diventare schiavi della manutenzione. Siete stanchi di passare i weekend a combattere con erbacce e potature infinite? "Meno fatica, più felicità!"
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Progettare una terrazza: creatività, design ebenessere Le terrazze e i balconi sono spazi preziosi,piccoli rifugi all'aperto dove possiamo ritrovare un angolo di natura anche nel cuore della città. Ma come trasformarli in ambienti funzionali, belli e soprattutto accoglienti? La risposta sta in una progettazione attenta, che unisca estetica, praticità e un pizzico di creatività. Oggi vi guiderò nella creazione di una terrazza da sogno, ideale per ogni esigenza, con qualche spunto pratico e qualche curiosità che potrebbe sorprendervi.
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Ciao a tutti e benvenuti in questo nuovo episodiodedicato al meraviglioso mondo della progettazione dei giardini! Oggi parliamo di un argomento centrale, direi fondamentale: la giusta scelta delle piante. Sì, perché un giardino senza piante è come una tela senza colori. Le piante non sono solo elementi decorativi, ma l’essenza stessa dello spazio verde, la sua anima pulsante.
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Oggi parleremo di un fenomeno sempre più diffuso eaffascinante: l'urban gardening. Negli ultimi anni, la coltivazione di piante e ortaggi in contesti urbani ha guadagnato popolarità, trasformandosi da semplicehobby a vera e propria filosofia di vita. Ma quali sono i vantaggi? Come possiamo progettare al meglio uno spazio verde in città? Scopriamolo insieme.
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L’Acqua in Giardino: L’Anima del Paesaggio C’è qualcosa di magico nell’acqua. Il suo suono rilassante, la capacità di riflettere il cielo e la natura, il modo in cui cattura la luce e la moltiplica in giochi di riflessi sempre diversi. In un giardino, la sua presenza trasforma l’ambiente, rendendolo più armonioso, vivo e vibrante. L’acqua è un elemento centrale nella progettazione dei giardini.
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Immagina di varcare la soglia della tua casa e di trovarti in un giardino che cambia con le stagioni, dove i colori si trasformano, i profumi si alternano e ogni angolo regala una sensazione diversa. In primavera, un’esplosione di fiori profumati e colori vibranti ti accoglie con l’energia del risveglio della natura. In estate, il verde si fa intenso e le piante aromatiche diffondono nell’aria profumi che ricordano le vacanze in campagna. L’autunno porta con sé una tavolozza calda di gialli, arancioni e rossi, mentre in inverno la struttura degli alberi spogli e il verde intenso dei sempreverdi creano un paesaggio che ha il fascino del riposo e dell’attesa.