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A milano si sono verificate quattro aggressioni di cui tre con acido. Le vittime sono tutti ragazzi all’epoca dei fatti ventenni: Antonio Margarito, Stefano Savi, Pietro Barbini, Giuliano Carparelli. Sono stati individuati come autori delle aggressioni Andrea Magnani, Alexander Boettcher e una Martina Levanto. Nonostante il nome delle vittime e l'identificazione dei colpevoli resta ancora agli investigatori una domanda a cui rispondere “qual è il fil rouge che unisce tutte le aggressioni.”
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Per real crime stiamo indagando su quattro casi di aggressione senza un apparente movente. Il primo è quello di un ragazzo che il 5 maggio del 2014 aveva ventitré anni. Si chiama “Antonio Margarito” e quel giorno, su proposta di una sua collega di università della Bocconi, si apparta a Milano nei pressi del parcheggio dell’hotel Quark. In realtà si tratta di una trappola ordita dalla ragazza Martina Levanto. L’universitaria è appartata con il ragazzo in auto, dopo avergli chiesto di chiudere gli occhi per praticargli del sesso orale, afferra un coltello con lo scopo di evirarlo. Il ragazzo riesce a fuggire prima del colpo di coltello fatale e una volta giunti sul posto ai poliziotti denuncia la Levanto, la quale in sua difesa aveva denunciato il ragazzo per una inesistente violenza carnale. Il secondo caso di aggressione, senza un evidente movente, è quello del 2.10.2014. La vittima è anch'egli un universitario di 25 anni. Si chiama “Stefano Savi” Sono le prime ore del mattino e il giovane sta rientrando a casa, dopo aver trascorso un tranquillo sabato notte con gli amici. Parcheggia l'auto nel quartiere di Milano di “Quarto Cagnino” quando appena uscito dall'auto un soggetto incappucciato gli getta sul viso del liquido bollente. La terza aggressione avviene il 15 novembre 2014, sempre a Milano, a farne le spese è un altro giovane, Giuliano Carparelli. Intorno alle 14,30, mentre esce da casa una donna, con il naso coperto da cerotti, gli lancia del liquido di colore rosso. Il giovane ha un ombrello, lo apre prontamente e riesce a proteggersi dal lancio della sostanza presumibilmente corrosiva. La quarta aggressione avviene sempre a Milano nella periferia sud, in via Giulio Carcano, il 28 dicembre 2014, a farne le spese questa volta è Pietro Barbini. Una donna getta dell’acido corrosivo sul volto del ragazzo che viene ustionato. Grazie al provvidenziale intervento del padre del ragazzo e al pronto intervento della volante si riesce a bloccare un uomo che armato di martello aveva tentato di aggredire il ragazzo. L'uomo arrestato si chiama Alexander Boettcher è ha tante cose da riferire ai poliziotti che nel frattempo lo hanno portato in questura per interrogarlo. Scriviamo su un post-it il nome di Boettcher. Poi lo incolliamo sulla bacheca dove già attaccati avevamo gli altri foglietti gialli con le scritte delle date e i nomi degli altri protagonisti di questa incredibile storia. E’ arrivato il momento di capire cosa è avvenuto.
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In questa storia di real crime vi stiamo raccontando di un amore acido. Per comprendere meglio questa storia stiamo usando dei post-it che attacchiamo su una bacheca. Il primo che abbiamo utilizzato portava la data del “20/05/2014” e poi il nome “Antonio Margarito”. Nel secondo abbiamo scritto il nome di una donna “Martina Levato” e abbiamo aggiunto un punto interrogativo, infatti non siamo riusciti a capire la motivazione che ha spinto la donna il 20/05/2014 a imbastire una trappola evirare Antonio Margarito. Per fortuna l’uomo riesce a fuggire evitando l’evirazione ma lasciando noi e gli investigatori con tante domande a cui non siamo riusciti a dare una risposta.
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Un rapporto d’amore quando va a male, si dice diventa acido, perché corrode l’autostima e i legami d’amore. Ciò è ricorrente in quella che viene conosciuta come sindrome dell’abbandono. Questo accade nella sfera affettiva. Adesso invece occupiamoci del mondo fisico, e di quando l'acido viene a contatto con la pelle umana, la erodere rapidamente e attacca lo strato di grasso immediatamente sottostante fino a raggiungere l'osso. Devastanti sono gli effetti dell’acido sul volto, infatti le labbra e le palpebre possono essere completamente distrutte e il naso e le orecchie gravemente danneggiati. Questo tipo di aggressione con acido è conosciuta anche come "vitriolage". Chi commette questo crimine ha come obiettivo l'intento di sfigurare, mutilare, torturare o uccidere la vittima. In caso di aggressione con acido, con conseguenti lesioni personali gravissime, la legge penale italiana punisce l'aggressore con la reclusione da sei a dodici anni, art. 584 c.p.
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In questa puntata di Real Crime ci occuperemo di un sentimento che quasi tutti abbiamo provato. Si tratta dell’ira. Un sentimento per lo più improvviso e violento. Generato dal comportamento di persone o da fatti, circostanze, avvenimenti. Si esterna contro chi, volontariamente o involontariamente, l'ha provocata, a volte con la vendetta o con una punizione eccessiva.
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Nei film horror e nei migliori thriller, di congelatori che si aprano ce ne sono tanti. Noi di Real Crime siamo abituati a raccontarvi di casi veri, ed in questa indagine i poliziotti della Squadra Mobile di Bologna hanno davvero aperto un congelatore e con loro sorpresa dentro c'era il cadavere di una donna.
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Il titolo sembra quello di un film inedito postumo del regista del brivido Alfred Hitchcock, o l’ennesimo titolo del nuovo libro del più quotato scrittore di thriller. Invece niente di tutto questo, siamo dinanzi a un dato estrapolato da una indagine di polizia giudiziaria di un caso vero di omicidio. Come al solito la realtà è molto più brutale e violenta della fantasia. Signori questo è real crime.
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Vi siete mai chiesto perché secondo la Chiesa l'avidità è un peccato mortale? Noi di Real Crime adesso vi raccontiamo perché di avidità si muore, ma anche perché si uccide.
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Questo ennesimo caso di real crime ci da la possibilità di riflettere sull’odio. L’odio, che è un costante desiderio di nuocere a qualcuno spesso è cieco e apparentemente non razionale. In questo podcast è stato dimostreremo che nonostante la chiesa cattolica non inserisca l’odio tra i sette peccati mortali, è evidente che per odio si uccide, ma poi è anche dimostrato che chi prova odio finisce per restarne intrappolato per tutta la vita.
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Protagonista indiscussa di questa terribile vicenda di Real Crime è la pelle. Un dermatologo visita la pelle di una bella ragazza dagli occhi blu che in seguito sposa. E poi di nuovo la pelle che parla di ciò che di orrendo il marito ha prodotto alla sua sposa. Inoltre, le tracce della pelle dell'asino che firma con il sangue della moglie l'omicidio della consorte. Questa affezionati ascoltatori è una delle tanti atroci storie scritte dal destino e raccontate da noi di Real Crime.
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NOI DI REAL CRIME, CHE SIAMO ABITUATI A SCRIVERE DI AVVENIMENTI VERI, QUANDO ABBIAMO APPRESO DI QUESTO CASO, ABBIAMO SCOPERTO COME IL DESTINO ERA STATO CAPACE, NELLA SUA DRAMMATICITÀ, DI SCRIVERE UN CASO CON LE CARATTERISTICHE SALIENTI DELLE TRE ESSE.
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Pensate che sia possibile trovare della impronte digitali sul cerchione della ruota di una corriera, dopo che è precipitata in un polveroso burrone? Pensate che ogni delinquente, schiacciato dalle prove, confessi? Se credete a tutto questo, continuate a vedervi in tv, seduti comodamente su una poltrona o sul divano, le vostre serie poliziesche preferite. Se invece volete scoprire come si conduce una vera indagine, quali sono le vere tecniche investigative e le difficoltà i sacrifici degli investigatori, allora ben venuti a Real Crime. Qui si fa sul serio: si indaga, si arranca, si fa la muffa sui carteggi ed i fascicoli, si contrasta con avvocati agguerriti. Non ci sono poliziotte strafighe e bellimbusti con i capelli spazzolati e la barba sempre rasata. Qui i poliziotti sono veri, come i casi che andremo a trattare, e che vi faremo vivere come se faceste parte di una squadra di veri investigatori. Occhio, perché da adesso voi fate parte di Real Crime.
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