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In questo brano, estratto da un incontro a Sassari, Pier Giorgio ci porta ad osservare come il ciclo vitale di un fiore, con le sue fasi che vanno dal bocciolo alla fioritura, all’emanazione del suo profumo e all’offerta della sua bellezza, rappresenti un profondo simbolo (e un’indicazione pratica per ciascuno di noi) della fioritura interiore alla quale ogni creatura è chiamata; fioritura che non è un dono per sé stessi, ma da offrire agli altri.
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In questo brano, estratto dal video girato durante la Festa della MPA, Pier Giorgio ci indica come la meditazione all'inizio può essere praticata per calmare la mente, ma ad un certo punto grazie ad essa, possiamo distaccarci dai nostri stessi pensieri, e scoprire il nostro vero Essere. In questo distacco vi è il silenzio profondo e la pace di Dio.
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Episodes manquant?
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In questo prezioso podcast, tratto da un incontro svoltosi a Sassari nella Scuola di meditazione del caro amico Lama Luigi, Pier Giorgio spiega con profondità e amorevolezza, come nella Divina Commedia si possano ritrovare insegnamenti diffusi da sempre dai Maestri di ogni epoca, tra questi l’indicazione della via diretta, cioè la possibilità di trascendere l’identificazione con la personalità, anziché impegnarsi in un tentativo continuo di miglioramento della persona. Con l’evoluzione della coscienza, oggi è meno necessario un lungo lavoro di crescita personale, che spesso ci porta a giudicare dei lati di noi ritenendoli “sbagliati”, e perciò da reprimere. Nella via diretta invece questi stessi lati, visti ed accolti senza giudizio, possono diventare la “molla”, che ci porta alla trascendenza della persona, e quindi a scoprire Chi veramente Siamo, anziché essere come “colla”, che ci tiene legati al continuo tentativo di migliorare la persona che crediamo di essere.
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Sempre leggendo l'appassionante libro "Il Leone Rosso”, Pier Giorgio attraverso parole raffinate e allo sesso tempo forti, ci invita a portare l'attenzione sulle nostre radici interiori e alle nostre ferite. Poiché le ferite non illuminate, ci potrebbero portare a vivere una vita piena di rabbia e inconsapevolezza. Durante la lettura Pier Giorgio, ci farà intuire quanto illuminare queste radici sia sano ed importante, affinché il frutto che porterà in dono questo vedere con chiarezza, sarà una accoglienza di ciò che esiste, cessando di lottarci contro.
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In questo podcast, tratto da un incontro tenuto a Roma in ricordo dell’amato Padre Mariano Ballester, Pier Giorgio anche attraverso le illuminanti metafore come quella della bambola di sale della storia Zen, offre delle preziose riflessioni che possono aiutarci ad intuire profondamente, la reale essenza della meditazione.
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Questo brano è la parte finale della diretta in cui Pier Giorgio termina la lettura del Prologo del libro "Il Leone Rosso". Mostrandoci il quadro dell'Annunciazione di Simone Martini, che vi consigliamo di avere davanti mentre ascoltate questo podcast, Pier Giorgio ci invita a vedere la resistenza nel volto e nella postura di Maria, che nonostante questo atteggiamento ha comunque l'aureola, è già Divina. Con queste osservazioni Pier Giorgio ci invita a vedere le nostre resistenze, e a non sentirci bloccati da esse, perché siamo già perfetti ed infinitamente amati, e già pronti per cogliere la nostra Essenza Divina.
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In questo podcast Pier Giorgio ispirato dalla lettura del libro "Il Leone Rosso", ci invita a comprendere le differenze fra un maestro autentico e la legge dell’attrazione. Con parole profonde e cariche di amore Pier Giorgio, ci mostra come un autentico maestro non ci dà ciò che vogliamo, ma ciò che è utile a noi per uscire dalle illusioni. Un maestro non è colui che sa più di noi, ma è colui che vede più di noi, e grazie a questo vedere ci apre alla vera fede, quella che non vuole nulla in cambio. Perché la Fede è come l'Amore che basta a se stesso.
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Questo brano è tratto dalla diretta, dedicata alla lettura del prologo del libro "Il Leone Rosso". In questi cinque minuti di audio Pier Giorgio, ci porta ad indagare sul nostro "vedere": c'è Qualcuno che vede colui che vede? Come in un gioco di specchi "io sono visto". Quando questo accade, una musica che non può essere cantata, suona dentro di noi. Questo è quello che può essere definito, come la scoperta della nostra Essenza Divina.
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Questo brano è tratto dal video trasmesso in diretta dal ritiro tenuto da Pier Giorgio a Parigi, dove ha letto e commentato il libro “Il Piccolo Principe” di Antoine de Saint-Exupéry. Qui Pier Giorgio, con un parallelismo tra il quadro “Nozze di Cana” del Veronese (che vi invitiamo a cercare su Google, e ad osservarlo per qualche minuto con calma) custodito al Louvre, ed il pozzo cercato nel deserto dal Piccolo Principe, ci indica sia la straordinarietà del miracolo delle nozze di Cana, quale invito a cercare la fonte, il pozzo, che scorre nel profondo di ciascuno di noi, e allo stesso tempo ci invita a festeggiare la Vita.
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In questa seconda parte sempre a partire dalla lettura di alcune righe del libro “No time for karma”, le riflessioni di Pier Giorgio ci conducono a osservare come illuminare con la consapevolezza i condizionamenti ricevuti (anziché subirli inconsapevolmente, magari con un atteggiamento vittimistico), possa liberare la creatività e l’unicità di ciascuno, e di conseguenza liberare una gioia profonda, che inevitabilmente si riverbera sugli altri, anche sugli stessi genitori dai quali possiamo aver ricevuto quei condizionamenti.
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“La Vita non commette errori” recita il libro “Un Corso in Miracoli”, questa è una profonda verità, che vale anche riguardo ai condizionamenti che riceviamo dai genitori. Spesso i rapporti con i propri genitori, per quanto amorevoli, possono essere anche fonte di conflitti. In questo podcast, Pier Giorgio ci guida a riflettere (anche condividendo alcune righe del bel libro “No time for karma”) su queste relazioni, e a chiederci: possono i condizionamenti ricevuti essere, più che un ostacolo, l’occasione più adatta a noi per portare consapevolezza sulle nostre dinamiche interiori, per trascenderle e scoprire Chi veramente Siamo?
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In questa seconda parte, Pier Giorgio condivide la lettura di alcuni passaggi del bellissimo libro scritto da Papaji “Ramana Maharshi il mio Maestro”, nel quale l’autore descrive il suo incontro (in un periodo per lui di "crisi spirituale") con Ramana Maharshi. Pier Giorgio ci fa osservare come Papaji (esternando con luminosa onestà anche il proprio orgoglio spirituale), un po’ come un "Orlando furioso", fosse tutto concentrato sullo sforzo, sul cercare di mantenere attraverso le pratiche (mantra, meditazione, ecc.) la spiritualità vissuta, e caratterizzata fino a quel momento, da visioni ed esperienze straordinarie. Grazie all’incontro con Ramana Maharshi, giunge all’intuizione del Sé, che lo porta a trascendere l’attaccamento al desiderio di cercare un dio esteriore ed effimero, e lo porta a superare le pratiche finalizzate alle visioni di Krishna. Può essere questa profonda riflessione condivisa amorevolmente, non solo il bel racconto di un’esperienza, ma un’elevata indicazione spirituale per tutti noi, quando siamo pronti a coglierla?
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Pier Giorgio nella prima parte di questo estratto, ci fa notare come la letteratura spesso sia veicolo di grandi intuizioni spirituali. Condividendo alcune riflessioni sul poema “Orlando furioso” di Ludovico Ariosto, e sull’epoca in cui è stato scritto, confronta due dei suoi personaggi principali cioè Orlando e il suo rivale Medoro, portando la nostra attenzione a notare come essi rappresentino degli atteggiamenti che possiamo osservare in noi stessi cioè: l’Orlando Furioso in noi è la tendenza a non volersi arrendere mai, a voler sempre controllare e dirigere le cose, per ottenere quella che crediamo essere la felicità; come l’eroe del poema che finisce per perdere il senno accanendosi a conquistare inutilmente, l’amore di Angelica. Medoro al contrario si scopre innamorato di Angelica, di un amore corrisposto, senza aver compiuto nessuno sforzo per ottenerlo. Può essere questa un’indicazione a osservare che esiste Qualcosa, che prescinde dai nostri attaccamenti e dal nostro sforzo? E che per quanto cerchiamo di essere degni, c’è Qualcosa che se ci apriamo alla Grazia, viene come dono e non come premio?
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In questo podcast Pier Giorgio ci aiuta a mettere in luce una dinamica molto frequente, che possiamo riconoscere anche in noi quando proviamo un’infelicità di fondo cioè: o ci accontentiamo della situazione attuale, o cambiamo continuamente (lavoro, partner, amici, ecc.), con l’illusione di una ritrovata freschezza per la novità della situazione che nel tempo diventerà ugualmente noiosa, spingendoci a una nuova ricerca, e alla lunga, di nuovo all’accontentarci. Pier Giorgio propone inoltre, una semplice pratica: osservare nei nostri "capitoli di vita" i cambiamenti che abbiamo adottato inseguendo una maggiore felicità, o quanto ci siamo accontentati. Può essere che nessuno di questi due estremi, conduca alla vera felicità? Può questa dinamica innescare una sana crisi, che anziché deprimerci può svegliarci, portarci all’intuizione di Chi veramente Siamo, e a realizzare che la felicità vera è oltre il mondo delle forme?
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In questo bellissimo podcast Pier Giorgio attraverso unabreve lettura presa da un libro del maestro Osho, ci mostra come anche le parole, le idee e i concetti più belli sulla non forma e su Dio, sono sempre contenuti mentali. Pier Giorgio ci invita ad accogliere l'inconoscibile senza cercare di capirlo, entrando in quel luogo silenzioso dove le risposte nonesistono, poiché le domande sono crollate spontaneamente.
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In questo podcast Pier Giorgio, condivide delle intuizionigiunte durante una sua meditazione notturna di un passo del Vangelo di Luca (22-45), precisamente l’episodio del Getsemani. A partire dalla descrizione di alcune caratteristiche dell’Impero Romano dell’epoca, ci conduce gradualmente a osservare se questo brano (al di là del resoconto storico di ciò che può esseresuccesso circa duemila anni fa, nelle fasi finali della vita terrena di Gesù), leggendolo in un modo più profondo, non sia messaggero di un potente insegnamento che riguarda ancora oggi ciascuno di noi: cioè aprirsi alla Grazia, vivere inconsapevolezza e accoglienza, contattando così la dimensione verticale dell’esistenza, mentre viviamo la quotidianità su quella orizzontale, anziché perderci in quest’ultima.
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“Vuoi avere ragione o vuoi essere in Pace?”, questo è unpotente insegnamento contenuto nel libro “Un corso in miracoli”. In questo podcast Pier Giorgio lo spiega con profonda chiarezza. Attraverso anche alcuni passaggi letti dal libro “Un nuovo mondo” dell’amato Eckhart Tolle, offreamorevolmente inoltre, veri e propri strumenti pratici (ispirati all’auto indagine di Ramana Maharshi), che possiamo portare nel nostro quotidiano, e possono renderci consapevoli di fastidi e paure, trasformandoli da lati di noi, che tendiamo a nascondere, a veri e propri “maestri”, che ci permettono diconoscerci più profondamente.
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Pier Giorgio in molti interventi, spesso sottolinea l’importanza di accogliere le nostre paure e i nostri blocchi per andare oltre, cioè guardarli con amore piuttosto che combatterci contro, cosa che invece li rinforza. In questo passaggio, ci fa notare che potrebbe innescarsi un meccanismo per il quale noi “fingiamo” di accettare una nostra paura, con la speranza che così facendo, essa sparisca. In tal modo rendiamo l’accoglienza una tecnica per raggiungere uno scopo: ma è questa la vera accoglienza, o il suo significato è più profondo?
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“Vi confesso, Amadeus, che non provo il minimo pentimentoper aver turbato la quiete delle vostre credenze. Anzi. Farò di tutto per portarvi alla perdizione.” Leggendo questo passo dal libro “Il Leone Rosso”, Pier Giorgio ci invita, con profonda leggerezza e ironia, a riflettere e soprattutto, a vedere in noi e nella nostra esperienza, quanto siamo pronti a riconoscere un “Maestro” (in una relazione, in un avvenimento anche doloroso che la Vita ci mette davanti, in una lettura che ci colpisce, ecc.), che spesso viene per scuoterci dalle illusioni con le quali ce la raccontiamo, e in realtà, ci proteggiamo dal timore dell’impermanenza.
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