Episodes

  • Nella vita degli attori esiste un click, un momento che decide un’intera esistenza, una linea sottile che, se attraversata non riporta più indietro. 

    Un copione accettato o rifiutato, uno scandalo, una festa o una serata sbagliata. Il destino non è mai cercato consapevolmente viene trovato, perchè capito, sempre alla fine di una storia.

    River Phoenix la sua storia l’ha scritta di pugno, velocemente, come il più dirompente degli adolescenti: 23 anni di vita supportati da un talento che con la sua luce illuminò milioni di persone, precoce, feroce, River fratello maggiore di Joaquin che il 31 Ottobre del 1993 brancolando nel buio di una discoteca si spense per rinascere benedicendo il fratello, proprio come un’araba fenice.

  • “Dopotutto, non siamo niente di più di quello che scegliamo di rivelare.”

    Kevin Spacey lo sa bene, perché oltre ad essere una delle massime del suo iconico Frank Underwood in House of Cards, questa frase racchiude al suo interno la sua maschera più riuscita, quella di perfetto uomo hollywoodiano ben voluto da tutti.

    Maschera sì, come fu quella di John Doe in Se7en o di Roger Kint ne I Soliti Sospetti, tutti personaggi di fantasia e, Kevin Spacey sorridente su un red carpet è con ogni certezza l'ennesima interpretazione riuscita.

    In questo episodio non prenderemo posizioni, non ci esporremo cercando di scagionare, a parole, un Uomo coinvolto in casi giudiziari ben al di sopra dei nostri discorsi.

    Quello che difenderemo sempre però, è il cinema e i suoi interpreti: Kevin Spacey lo è, e per chi vi parla in questo momento è da considerarsi tuttora nell’olimpo di Hollywood.

    Storie da Hollywood è prodotto da Murph Studios

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  • È la sera dell’8 Agosto 1969, è la più tipica delle serate estive nella calda Los Angeles: il cielo è terso, sembra quasi di poter toccare le stelle con un un dito e l’aria ha quel profumo di pace e libertà tipica dei ricchi quartieri delle grandi città. Cielo Drive è situata in alto, tra le colline di Hollywood, un quartiere tranquillo, animato da famiglie benestanti e persone dello spettacolo, attori, produttori e registi.

    Rudi Altobelli è un manager cinematografico ed è il proprietario di una delle ville, una delle più belle, quella al diecimilacinquanta. Nel mese di Febbraio, sapendo che si sarebbe dovuto recare in Europa per oltre un anno, l'aveva affittata al regista francese Roman Polanski e sua moglie, la giovane attrice Sharon Tate, che avevano invece fatto il viaggio opposto.

    La giovane coppia si trasferì nel 1968 negli Stati Uniti, per permettere a Roman di girare uno dei suoi film più noti: Rosemary's Baby. Probabilmente ammaliati dalla vita e dallo sfarzo hollywoodiani, i due decisero di prolungare il proprio soggiorno nella città degli angeli anche in vista della nascita del loro primogenito, prevista per Settembre. Data la possibilità, la scelta della casa ricadde proprio sul diecimilacinquanta di Cielo Drive.

    Quella sera, in quella casa si consumò uno degli eventi più tragici della storia di Hollywood, ma ancora non lo sapeva nessuno.

  • Sei al verde, hai 25 anni ma sei talmente sicuro dei tuoi mezzi che, un po’ per gioco e un po’ per spavalda convinzione giovanile ti firmi un assegno postdatato da 10 milioni di dollari, questo non sono io e non sei nemmeno te, è semplicemente Jim Carrey.

    Pare sia una regola non scritta ma se vuoi diventare uno degli attori, più famosi del mondo, devi per forza passare per un’infanzia difficile, di sofferenza e instabilità, ma per quanto possibile la storia di Jim Carrey prende questa direzione da tutt’altro angolo.

  • Provate a chiudere gli occhi per qualche secondo e immaginate di essere un attore di Hollywood a cavallo tra gli anni 70 e 80. Siete ormai una celebrità affermata e già vincitori di un premio Oscar nel 1975 per un film che parla delle vicende (non proprio legali) di una famiglia di immigrati italiani guidata da un certo Vito Corleone. La vera consacrazione però, arriva nel 1976 quando interpretate un tassista che soffre di insonnia e che è reduce da una delle guerre più distruttive e abominevoli della storia recente, quella in Vietnam.

    Con voi su quel taxi newyorkese giallo c’è anche il regista del film: voi al volante e lui dietro, siete al secondo lavoro insieme e in quelle chiacchiere da set, tra un ciak e l’altro, nasce un rapporto di amicizia sincera che ancora oggi, dopo quasi 50 anni, continua. Questa è la storia di come Robert De Niro salvò la vita a Martin Scorsese

  • Succede a pochi, pochissimi di diventare delle icone mondiali in modi e tempi che hanno del fantascientifico, specie negli anni in cui la parola globalizzazione si sentiva solo nelle fumanti stanze del potere. Ma poi, proprio come stelle comete in Agosto inizia la caduta, l’oblio, l’ansia e la solitudine, di chi ha in pugno il mondo, ma nel vento non trova più se stesso.

    Se negli anni 70 era stato “The King” Elvis Presley a darci l'illusione della spensieratezza di una vita straordinariamente perfetta tra gli anni 50 e 60 c’è stata lei, probabilmente l’icona femminile più famosa di tutti i tempi. Marilyn Monroe è stata una delle stelle più luminose della storia di Hollywood ma che dentro di sé aveva un’oscurità tale da farla spegnere definitivamente durante questa notte di 60 anni fa.

  • Sono gli anni ‘70.

    Il mondo è trent’anni che ha superato la seconda guerra mondiale e non sa che sta per attraversare una crisi economica.

    In particolare siamo nel 1976 in America. Prendiamo due coordinate: la California, dove un giovane Steve Jobs ha appena fondato una società di nome Apple; a 6 ore di fuso orario, sulla costa est, New York, viene proiettato un film che farà innamorare parecchie persone sedute al cinema, Taxi Driver di Martin Scorsese.

    Cosa unisce queste due cose? Beh, nel 1976, in California, una giovane attrice tiene un provino per il film di King Kong, davanti al produttore Dino de Laurentis che non appena la vede si rivolge a suo figlio Federico e gli dice “che brutta! Perché me l’hai portata?”.

    Il gentiluomo italiano sta parlando di una donna di 27 anni, alta 1.68, bionda e con gli occhi azzurri, che con garbo decide di rispondergli in un italiano che molto probabilmente è simile a quello di Brad Pitt in Bastardi senza Gloria. Gli dice:“Mi dispiace non essere bella abbastanza per il tuo film, ma la tua è solo un'opinione tra tante e ora vado a trovarne una più gentile”.

    Questa è la storia di Meryl Streep, la donna che ha rivoluzionato l’arte della recitazione.