Episoder
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Ultima puntata per Tennis Benessere ed Evoluzione.
Si chiude un percorso durato poco più di un anno nella direzione "stare bene e crescere" in ambito tennistico.
Magari non sarà l'ultimissima puntata, intanto è la ultima. Si chiude un ciclo, che magari si aprirà più avanti, magari no.
E poi, come si intitola il libro di Terzani "La fine è il mio inizio", tutto può essere un inizio, anche la fine.
In questa ultima puntata riassumo un po' il mio percorso del podcast, ringrazio gli ascoltatori e RadioActive, radio che mi ha ospitato in anteprima per diversi mesi.
E "chiudiamo" con l'ascolto di The End dei The Doors, brano che da sempre mi ha dato sensazioni di fine, di conclusione. Una fine piacevole, serena.
Grazie a tutti! -
Alla fine dell'anno si tratta di tennis e di cose in generale, riepilogando i circuiti professionistici e mainstream. Qui riepiloghiamo in benessere le vite amatoriali, le storie, ognuno portando il suo contributo.
Raccontiamo le nostre evoluzioni tennistiche durante il 2021! Che cosa abbiamo imparato? In che cosa siamo migliorati? In che cosa, magari, siamo peggiorati?
La Vigilia mi ha ispirato, anche grazie alle atmosfere melodiche inserite in questa puntata, e alle sensazioni che da tempo mi regala, negative e positive. -
Manglende episoder?
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Vi sarà capitato di lamentarvi per uno che apre la porta del pallone pressostatico mentre giocate un punto oppure avrete subito l'ira di qualcun altro nel momento in cui non avete tirato il campo o l'avete fatto male...
Situazioni "a bordo campo" che capitano nel mondo del tennis e che spesso sono figlie di un modo di essere, indicative riguardo al carattere di ognuno di noi. Ecco, il mio invito è di conoscersi anche grazie a questi episodi e di cercare il benessere sempre e comunque, anche dinanzi a qualcuno che parla a voce altra durante una nostra partita. -
Il doppio, una formula tennistica spesso sottovalutata, spesso disprezzata, spesso aggredita con frasi quali "Non è tennis!".
Così come il backspin, gesto trattato nella scorsa puntata e poco valorizzato dai più, anche il doppio ha mille cose positive che spesso non si vogliono vedere o non ne si dà occasione di emergere.
Il doppio è divertente, basta saperlo giocare. E per saperlo giocare, va giocato (innanzitutto). Va allenato. Vanno valorizzate le mille variazioni tattiche che si possono mettere in pratica. Variazione tattiche, ed anche tecniche, utili anche ai fini di migliorare le proprie prestazioni da singolaristi.
Una puntata su di questo, accompagnata da musiche alternative rock italiane, anch'esse poco frequentate, proprio come il doppio, proprio come spesso accade con le cose più interessanti e di valore.
Racconterò anche di episodi sul campo, tratti da doppi giocati con i miei allievi e con il mio amato padre, citando anche il doppio benessere, ovvero il doppio giocato da me, mio padre, Flyers e il caro Marco, un doppio dove il fine e il mezzo è proprio il benessere, lo stare bene. -
"Maestro, a che cosa serve il backspin?"
Così una mia allieva mi disse. Ed io risposi...
Una puntata dedicata a un gesto/rotazione ancora poco sfruttato, ma da quasi tutti valorizzato. E allora perché non sfruttare l'utilità e la bellezza di questo "colpo"?
Delle cose alternative si parla poco, ma si valorizzano quando se ne parla. Il backspin ne è un esempio, così come la musica alternativa rock italiana che ci accompagnerà in questo viaggio tra tennis e altrove.
Ad alleggerire le mie riflessioni sul "back" alcuni miei aneddoti divertiti e divertenti sui miei incontri con personaggi del rock alternativo italiano. Incontri di benessere avvenuti con Giorgio Prette (batterista degli Afterhours fino a poco tempo fa), Federico Fiumani (mente e braccio dei Diaframma), Cristiano Godano (leader dei Marlene Kuntz), Manuel Agnelli (cantante e compositore degli Afterhours) in un'intervista (allora facevo il giornalista) ricordata da me come la più bella della mia vita, a livello umano soprattutto.
Senza dimenticare il viaggio con Alessio Calivi, amico e ispiratore per me di tanta musica alternativa e con il quale giocai un doppio tennistico memorabile. -
Una puntata interamente dedicata ai parallelismi tra la mia filosofia di tennis e l'insegnamento giunto dai Cavalieri dello Zodiaco, un'opera meravigliosa arricchita nella versione italiana dell'anime da dialoghi e frasi di livello culturale e raffinatezza notevoli.
Ad accompagnarci in questo audio, veicolato in anteprima da RadioActive 20068, le bellissime musiche della colonna sonora dei Cavalieri dello Zodiaco, meritevole di lode eterna.
Leggerò alcune mie riflessioni post gara e troverò molte vicinanze con i concetti espressi dai personaggi del cartone animato italiano.
Questa puntata vuole essere un mio ulteriore stimolo ad andare oltre, in questo caso oltre anche nel senso di abbattere eventuali freni allo studio di un cartone animato, spesso sottovalutato: Saint Seya (questo il titolo originale de I Cavalieri dello Zodiaco) non ha nulla da invidiare a opere letterarie o cinematografiche considerate capolavori dai più. -
Sconfitta nel tennis e Autunno hanno in comune le sensazioni umane di malessere. E invece nella sconfitta si può trovare il benessere, così come nel fascino dell'Autunno.
Ad accompagnarci in questo viaggio tra le mie riflessioni a proposito, tra chiavi tennistiche che mi sono risultate di aiuto, la meravigliosa colonna sonora di Twin Peaks, che vuole essere qui uno spunto per godere della bellezza di ciò che può sembrare brutto (l'autunno, la sconfitta nel tennis), ma che in realtà è colmo di significato e di bellezza recondita.
E' sempre il modo, la nostra interpretazione delle cose, a fare la differenza. -
Una sorta di nuovo inizio per Tennis Benessere ed Evoluzione, considerato che da oggi, venerdì 24 settembre 2021, e ogni due venerdì (sempre alle ore 17), il podcast è ospite di Radio Active 20068, una webradio che trasformerà dunque il progetto in una sorta di programma radio.
In questa puntata affronto, sulle note di alcuni brani di Mike Oldfield (da oggi in ogni puntata un "tema musicale" diverso), i principi ispiratori del mio podcast e il tema del tifo, dell'attaccamento viscerale verso un giocatore o una giocatrice, anche in ambito di tennis da club laddove spesso si va a sostenere il proprio compagno di squadra senza (quasi) mai applaudire e dire "bravo" ai giocatori della squadre avversaria.
Benessere ed Evoluzione è animata dai principi dell'apertura mentale, dell'andare oltre gli schemi e le convenzioni, del benessere. -
Nel tifo c'è sempre una componente viscerale che ci può portare a non osservare con oggettività una partita di tennis o a non analizzare con distacco pregi e difetti di un giocatore o giocatrice. Spesso succede che vi sia un tifo del tutto automatico verso tennisti italiani, quasi fosse scontato che si debba apprezzare un professionista del proprio Paese. Il mio invito è quello di capire il perché di questo automatismo e di godere del tennis al di là delle bandiere e dei ranking dei giocatori del proprio Paese.
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Ad accompagnarci stavolta non il meraviglioso verso delle cicale ma la melodia straordinaria dei grilli!
Ho già affrontato il (mio) concetto di antisportività in un paio di audio precedenti. Tuttavia, pochi giorni fa, ho vissuto un'esperienza spiacevole da cui sono partite ulteriori mie riflessioni a riguardo.
Durante una partita di un torneo, il mio avversario mi ha dato dell'antisportivo soltanto perché durante un punto ho servito con il braccio sinistro invece che con il destro, sentendo e pensando che io commisi tal gesto per mancanza di rispetto nei suoi confronti.
Naturalmente in me non c'era alcuna intenzione nella direzione della sfida verso di lui e/o nella mancanza di sensibilità e rispetto verso il mio avversario, bensì un'intenzione di ricerca dentro di me, di sfida con me stesso. Null'altro.
Da lì un dialogo acceso che mi ha indotto ulteriormente ad osservare come ancora, troppe, persone giudicano per l'apparenza, per la superficie delle cose, per la forma, e non per la sostanza e cercando di comprendere prima di giudicare.
Il malessere che ne segue è anche una difficoltà in me a riuscire ad essere me stesso, ad essere diverso, perché è difficile sentirsi liberi dinanzi a persone incapaci di assecondare la voglia di libertà negli altri.
Ci lavorerò. Lo considero anche un mio limite, l'ennesimo che sono stimolato a voler superare: essere totalmente me stesso, godendomi. -
Avere fiducia in sé stessi, nelle proprie scelte tennistiche e non, può essere una chiave importante per riuscire. Forse anche più importante della filosofia o metodo seguito.
Credere nella propria scelta, che sia attaccare, che sia difendere, che sia andare a rete o stare a fondo campo o mille altre cose, può esserci di aiuto per il nostro successo. La fiducia è una spinta vitale.
L'insegnamento ci arriva anche dal famoso eroe Atreiu de La storia infinita, qui citato. L'ispirazione forse magari anche da quella meravigliosa musica di sottofondo a questo audio, il canto delle cicale, registrata appositamente dal vivo durante la registrazione di questa puntata del podcast. -
Può capitare di trovarsi dinanzi un avversario inferiore in termini di percorso o di capacità di vincere il match. Spesso si sottovaluta questa situazione e non si coglie l'opportunità di migliorare il proprio tennis anche in questa circostanza. Si pensa al fatto che ci è facile vincere e quindi, oltre a non essere capaci di divertirci, non sfruttiamo l'occasione, ad esempio, di provare cose difficili, di allenarci dal punto di vista fisico, di migliorarsi in cose che normalmente non alleniamo durante partite invece in cui siamo talmente presi dal voler battere l'avversario che altro non abbiamo in testa che stare nella nostra zona di comfort.
Tutto è crescita. Tutto è benessere ed evoluzione! -
Si può tifare ed andare oltre, sostenere il proprio beniamino o beniamina e riuscire a rimanere obiettivi, senza vivere visceralmente la non semplice attività da tifoso o tifosa.
Non è facile rimanere obiettivi, sostenere un dialogo aperto, vedere una partita serenamente quando si è presi da forti sentimenti a favore di un giocatore.
In questo audio esprimo il mio pensiero sul tifo e racconto la mia esperienza da sostenitore di Djokovic durante le ultime partite dell'edizione 2021 del Roland Garros. -
Come gestire la difficoltà di trovarsi di fronte a un avversario o avversaria nettamente più forte di noi? Affronto il tema accompagnato dalla meravigliosa colonna sonora di Twin Peaks, nello specifico da "Into the night" di Badalamenti e Lynch, cantata da Cruise.
Come sempre, credo che l'accettazione sia un aspetto fondamentale. Da lì si può migliorare la nostra prestazione, al punto magari da riuscire anche a vincere una partita iniziata da sfavoriti.
Ma il punto è la crescita. Si entra in campo solo per vincere, invece ci sono infiniti obiettivi da raggiungere. Ecco perché il lamentarsi di fronte a un giocatore più forte, per via della difficoltà di vincere dei punti, lo trovo un comportamento superficiale. Si può sempre crescere, sia dinanzi un giocatore più forte, sia dinanzi un giocatore più debole. -
Perché non vedere anche la partita come un allenamento? Perché non vedere anche l'allenamento come una partita? Rompiamo gli schemi e giochiamo a tennis!
L'invito è vedere tutto come un'occasione di crescita e di benessere.
Inoltre, la mia tesi è che, se si legge una partita come un allenamento, si può alleggerire il peso dell'ansia da prestazione e sentirsi più liberi nel gioco. -
Avete mai vissuto pienamente il momento? Siete mai stati un gesto tennistico? Questo ed oltre ho cercato di esprimere nell'ultimo audio del mio podcast dedicato al tema del Qui ed ora.
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Secondo audio dedicato al mio concetto di sportività. Perché si chiede scusa dopo aver colpito il nastro? Io non credo sia onestà, rispetto, sportività. Io credo lo si faccia per un automatismo, per un imbarazzo, per un senso di colpa che secondo me potrebbe essere gestito in altro modo, a fini di benessere ed evoluzione, al fine di vedere le cose per come realmente sono (io sto colpendo un nastro con la pallina, non sto facendo del male a nessuno), al fine di sentirsi veramente liberi sul campo da tennis e migliorare magari anche la prestazione.
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La sportività è un concetto molto vasto e nel tennis è spesso schiava, secondo me, di un automatismo che non ci porta a lavorare sui sentimenti genuini e sui valori profondi di onestà.
Il sentirsi in dovere di chiedere scusa quando si colpisce un nastro è emblematico, quasi a doversi sentire in colpa per aver avuto fortuna. Ma il concetto è più ampio e ho cercato di esprimerlo in questo audio, confrontando anche dei casi in altri sport, come il calcio, laddove la sportività pare essere un'altra cosa. Se il concetto di sportività cambia da sport a sport allora cade l'ennesimo asino di fronte ad automatismi eccessivi, viscerali, che immancabilmente ci portano a non coltivare la semplicità, la genuinità, il rispetto, l'onestà, e a non lavorare per dare il massimo: c'è chi ad esempio perde partite soltanto per non essere stato in grado di accettare qualche riga colpita dal suo avversario.
Il mio invito è sempre quello di aprire cuori e menti. -
Che cos’è il benessere? Se lo si trova, se lo si sente, non si ha bisogno di futili descrizioni. È un po' come il jazz, a proposito del quale il caro Armostrong disse: “Cos'è il jazz? Amico, se lo devi chiedere, non lo saprai mai.”
Il benessere è come l'amore, una spinta vitale che ci guida, che ci fa focalizzare sulle cose positive e ci fa riuscire più di quando invece percepiamo sensazioni negative o semplicemente non ci divertiamo.
Ecco il mio invito a provare, durante un allenamento o, meglio ancora, durante una partita, a sentire dentro l'obiettivo di stare bene, di provare piacere nel giocare, di fare delle scelte finalizzate al divertimento più che alla funzionalità tattica. Perché la determinazione di una scelta fatta con benessere ci può portare anche a riuscire in quel gesto tecnico, in quell'azione di gioco. Perché il piacere nel fare quella cosa ci porta a staccarci dal risultato, dalla sensazione di dovere vincere che spesso è la causa primaria di una sconfitta, perché causa rigidità, tensioni, malesseri, prestazioni non all'altezza del nostro potenziale. Il piacere del colpire ci può aiutare a vivere il “qui ed ora”, a staccarci da schemi di sorta legati alle classifiche, al risultato, ai numeri in generale. E più si lavora per vivere il presente, più si può giungere a quello stato di grazia che noi tutti decantiamo ma di cui non conosciamo le cause. E se la causa fosse l'aver raggiunto il benessere? -
Il serve and volley, ovvero l'azione di andare subito a rete dopo aver servito, è un'arte meno praticata rispetto al passato. Per fortuna negli ultimi anni si sta rivalutando in positivo, anche se ancora perseverano molte rigidità a proposito, molto blocchi che invitano i tennisti (ad ogni livello) a non godere di questa azione tanto raffinata, quanto elegante e, se realizzata e allenata con determinazione, anche efficace ai fini del punto.
L'invito è come sempre di andare oltre gli schemi preconfezionati e imparare il più possibile, praticando azioni ed eseguendo gesti tecnici con la priorità di crescere ancor prima di quella di fare il punto.
L'evoluzione è andare oltre il risultato inseguendo la crescita interiore. O almeno questo è ciò che penso. - Vis mere