Episoder

  • Il piacere della malinconia: il Lied. Per lungo tempo, la critica ha visto nel Beethoven liederista un compositore stilisticamente attardato. Fermo restando l’incontestabile primato di Franz Schubert nell’ambito di un genere che solo il Romanticismo poteva esaltare come arte ‘maggiore’, si dovrà tuttavia riconoscere che alcune intonazioni beethoveniane (da Goethe, ma non solo) sono di fattura altissima. Resta, inoltre, a Beethoven il merito di aver creato, con An die ferne Geliebte, il primo vero e proprio ‘ciclo’ della storia del Lied.

    AscoltiLudwig van Beethoven, Adelaide (von Matthisson), Fritz Wunderlich, tenore; Hubert Giesen, pianoforteLudwig van Beethoven, Bitten, Die Ehre Gottes aus der Natur e Vom Tode da Sei Lieder op. 48 (Gellert), Dietrich Fischer-Dieskau, baritono; Gerald Moore pianoforteLudwig van Beethoven, Mailied e La marmotte da Otto Lieder op.52 (Goethe), Dietrich Fischer-Dieskau, baritono; Gerald Moore pianoforteLudwig van Beethoven, Kennst du das Land da Sei Lieder op. 75 (Goethe), Iris Vermillion, mezzosoprano; Peter Stamm, pianoforteLudwig van Beethoven, Tre Lieder op. 83 (Goethe), Dietrich Fischer-Dieskau, baritono; Jörg Demus, pianoforteLudwig van Beethoven, Ciclo An die ferne Geliebte (Jeitteles), Dietrich Fischer-Dieskau, baritono; Jörg Demus, pianoforteFranz Schubert, Wonne der Wehmut (Goethe), Dietrich Fischer-Dieskau, baritono; Gerald Moore pianoforte

  • Il Settimino op. 20 di Beethoven, eseguito per la prima volta il 2 aprile 1800, risponde al modello settecentesco della musica d’intrattenimento. E pur proiettandosi verso il ‘disimpegno’ dell’imminente stagione Biedermeier, si tratta di un capolavoro di scrittura strumentale. Siamo davanti a una delle composizioni beethoveniane più amate dal pubblico, come dimostrano le parole ad essa dedicate dal grande poeta statunitense Walt Whitman.

    AscoltiLudwig van Beethoven, Settimino in Mi bemolle maggiore per clarinetto, fagotto, corno, violino, viola, violoncello e contrabbasso, Scharoun Ensemble Berlin

  • Manglende episoder?

    Klik her for at forny feed.

  • Il Trio op. 11 e il Quintetto op. 16 sono i protagonisti di questa puntata. Per gli strumenti a fiato, la scrittura mozartiana era un modello imprescindibile. Nell’ambito della musica da camera con pianoforte, Mozart aveva toccato un vertice con un Quintetto composto nel 1784. Per il suo Quintetto op. 16, Beethoven si confrontò direttamente con quel modello, ottenendo una cifra personale, in particolare, nel bellissimo Andante cantabile. Del tutto alieno da modelli mozartiani è invece il Trio op. 11: Beethoven seppe dedicare una pagina memorabile al clarinetto partendo dalla sua prima esperienza importante, incentrata proprio sul genere del trio con pianoforte.

    AscoltiWolfgang Amadeus Mozart, Quintetto K 452 per pianoforte, oboe clarinetto, corno e fagotto, James Levine, pianoforte; Ensemble Wien-BerlinLudwig van Beethoven: Andante cantabile dal Quintetto op. 16 per pianoforte, oboe, clarinetto, corno e fagotto, Jörg Demus, pianoforte; Lothar Koch, oboe; Karl Leister, clarinetto; Gerd Seifert, corno; Günter Piesk, fagottoLudwig van Beethoven, Trio in Si bem maggiore op. 11 per pianoforte, clarinetto e violoncello, Rudolf Buchbinder, pianoforte; Sabine Meyer, clarinetto; Heinrich Schiff, violoncello

  • Se c’è un capolavoro misconosciuto nella produzione cameristica di Beethoven, questo è senza dubbio il Quintetto a due viole op. 29. Pur appartenendo cronologicamente alla prima fase creativa beethoveniana, questa pagina presenta già tutti i tratti del suo ‘secondo stile’. A cominciare da un’audacia senza precedenti nell’impiego delle tonalità. Dedicato al Conte von Fries, il Quintetto fu al centro di una vertenza tra Beethoven e la casa editrice Artaria, risoltasi solo apparentemente a favore di quest’ultima.

    AscoltiLudwig van Beethoven, Quintetto in Do maggiore op. 29 per 2 violini, 2 viole e violoncello, Quartetto di Cremona con Lawrence Dutton, viola

  • Beethoven si è dedicato al trio per archi prendendo le mosse, con i Trii per archi op. 3 e op. 8, dall’estetica del divertimento che aveva caratterizzato il Trio per archi di Mozart. Ma è con i Trii per archi op. 9, completati nel 1798, che il compositore trova un linguaggio personale, come testimonia in particolare il Trio n. 3 in Do minore.

    AscoltiLudwig van Beethoven, Menuetto dal Trio per archi op. 3, Trio Italiano d’ArchiLudwig van Beethoven, Adagio-Scherzo dalla Serenata per violino, viola e violoncello op. 8, Trio Italiano d’ArchiLudwig van Beethoven, Adagio-Allegro con brio dal Trio per archi op. 9 n. 1, Trio Italiano d’ArchiLudwig van Beethoven, Trio per archi in Do minore op. 9 n. 3, Trio Italiano d’Archi