Episoder

  • Le relazioni valgono oro.

    Investire sui rapporti, anche quelli a distanza, con chi non puoi vedere e incontrare di persona, possono a volte aprire le porte a opportunità e sorprese inaspettate.



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    "Marinade" by Birocratic disponibile su Bandcamp

    • Nella foto di copertina:
    Autore. Ban Taling Ngam. Koh Samui. Tailandia. 31 Agosto 2024.

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  • 17,000 kilometri. 5 aerei. 6 aeroporti. 3 giorni ininterrotti di viaggio. Partito Mercoledì 28 Agosto all'alba dall'isola di Holbox e atterrato Venerdì 30 poco prima del tramonto a Koh Samui. Breve resoconto del mio viaggio isola-to-isola dal Messico alla Thailandia.



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    "Sincere Love" by Joakim Karud disponibile su Bandcamp

    • Nella foto di copertina:
    Mappa con la traiettoria indicativa del viaggio da Holbox a Koh Samui.

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  • Manglende episoder?

    Klik her for at forny feed.

  • Ogni tanto la vita ti da' dei segnali. Dei messaggi in codice che suggeriscono cose su cui riflettere e rivedere le proprie posizioni.

    Cogliere questi segnali, non confondendoli con avvenimenti accidentali e disgiunti fra loro, è facile a dirsi, ma non a farsi.

    Le storie che da soli ci raccontiamo nella testa, tendono a giustificare sempre tutto ciò che avviene nelle nostre vite come avvenimenti casuali senza alcun collegamento fra loro.

    Ma mi piace pensare che forse non è così.

    Mi piace pensare che di tanto in tanto fa bene domandarsi cosa la vita sta cercando di comunicarci, mettendo in discussione il film che stiamo interpretando giorno dopo giorno.

    N.B.: Il titolo di questo episodio è legato ad un messaggio che la vita mi ha inviato in una formato molto originale (un telone), e che, una volta afferrato, ho usato come trampolino per fare un nuovo salto.


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    "Dead Cat in the Parking Lot" by Birocratic disponibile su Bandcamp

    • Nella foto di copertina:
    Il telone che è apparso all'improvviso fuori dalla finestra della mia camera. Isola di Holbox, MX. 2023.

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  • 10 motivi per cui penso che il tempo che la maggior parte delle persone spende giornalmente sul proprio smartphone sia praticamente buttato.



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    "Prismatic" by Birocratic disponibile su Bandcamp

    • Nella foto di copertina:
    Teddy e il suo smartphone. Isola di Holbox, MX. 2023.

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  • Esterrefatto dal numero di persone che vanno verso il nulla convinte del contrario motivate e dirette dal solo "sentito dire".

    Eppure, l'evidenza è lì. Basta guardare, osservare con attenzione, chiedere e capire le cose prima di correre a farle.

    Come evitare di finire in questa trappola:Cerca d capire esattamente cosa vuoi ottenere

    Va da chi già ha cò che cerchi

    Fai tante domande

    Vedi come altri fanno ciò che vorresti fare e cosa ottengono

    Copia migliorando


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    "Just Drive" by Joakim Karud disponibile su Bandcamp

    • Nella foto di copertina:
    L'autostrada fatta di banchi di sabbia che si forma con la bassa marea. Isola di Holbox, MX. 2023.

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  • Seguire ciò che fanno gli altri spesso non è la scelta migliore.

    Agire basandosi solo su ciò che si è sentito dire, senza aver approfondito e verificato, può rivelarsi una cattiva idea.

    Quello che ha funzionato per altri potrebbe non funzionare per te, soprattutto se non ti trovi nelle stesse circostanze.

    Prendere decisioni senza una comprensione completa delle cose può portare a grandi perdite di tempo e a risultati deludenti.

    Per evitare di trovarti in questa situazione:

    a) Informati in modo approfondito, capisci cosa evitare e individua cosa non funziona.

    b) Accompagna qualcuno che ha già avuto successo in un percorso simile e osserva il suo metodo.
    In questo modo potrai valutare se ciò che ha funzionato per altri è effettivamente applicabile e utile nel tuo caso.





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    "Sleepyface" by Birocratic disponibile su Bandcamp

    • Nella foto di copertina:
    Dan il chitarrista. Agosto 2024, isola di Holbox, MX.

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  • La "Formula di Sharewood" rappresenta una strategia per imprenditori che desiderano rendersi indipendenti creando business basati su informazioni e conoscenza online.

    La formula originale è composta di questi 5 punti:
    Individua la tua nicchia:
    Identifica un problema, un interesse o un'esigenza specifica all'interno di una nicchia di mercato. Questa nicchia deve essere chiaramente definita e non troppo ampia, in modo da poter focalizzare i tuoi sforzi su un pubblico che ha bisogno di una soluzione mirata.

    Crea e condividi contenuti di valore:
    Realizza contenuti di alta qualità, profondamente informativi e utili, che siano in grado di distinguersi dalla massa. Questi contenuti devono rispondere ai bisogni della tua nicchia, creando così valore per il tuo pubblico.

    Coltiva una comunità di seguaci appassionati:
    Costruisci e mantieni un seguito di fan fedeli, coinvolgendo attivamente la tua comunità attraverso interazioni genuine e regolari. La fiducia e il rapporto diretto con il pubblico sono fondamentali per il successo a lungo termine.

    Ascolta attentamente il tuo pubblico:
    Instaurare un dialogo con il tuo pubblico è essenziale. Utilizza tutti i canali disponibili (forum, social media, blog, ecc.) per raccogliere feedback, comprendere le esigenze specifiche e adattare la tua offerta di conseguenza. Questo processo ti permetterà di affinare la tua strategia e rispondere efficacemente ai bisogni reali delle persone che ti seguono​.

    Crea prodotti su misura:
    Sviluppa prodotti e servizi che rispondano in modo preciso alle esigenze del tuo pubblico di riferimento. Piuttosto che inventare soluzioni generiche, concentrati su ciò che il tuo pubblico richiede espressamente e personalizza la tua offerta per soddisfare queste richieste specifiche​.Questa formula è pensata per aiutare gli imprenditori digitali a costruire un business solido e sostenibile, fondato su relazioni autentiche e sul valore reale offerto al pubblico.

    La formula enfatizza l'importanza di un approccio equilibrato e strategico alla creazione di questa nuova tipologia di information-business, mirando a costruire una comunità solida e a lungo termine, piuttosto che cercare rapidi guadagni.

    In questa revisione 2024 della formula i punti chiave sono:

    1) Nicchia

    2) Mappa il Territorio


    3) Do the Thing / Fai "la cosa" / Condividi ciò che Scopri (Creare Valore)


    4) Outreach / Community / Ascolta

    5) Crea Prodotti / Monetizza



    Riferimenti:
    "La Formula di Sharewood"




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    "May" by Birocratic disponibile su Bandcamp

    • Nella foto di copertina:
    La Formula di Sharewood aggiornata, dal mio quaderno di appunti.

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  • Quando si acquista un prodotto/servizio online, un buon 50% della decisione di acquisto è determinata da quanto efficacemente l'autore è riuscito a smantellare i possibili dubbi e domande che un potenziale acquirente può avere.

    Spesso spendiamo eccessive energie per "impacchettare" il nostro prodotto in modo che appaia professionale, ma troppo poche nell'anticipare ed eliminare tutti i dubbi e le domande che potrebbero scoraggiare il nostro potenziale cliente dal procedere con il suo acquisto.





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    • Nella foto di copertina:
    Beppe Casu. Isola di Holbox, 2023.

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  • "Mille Veri Fan" non è una strategia. E' la constatazione di un nuovo, emergente modello di business online, che non richiede di aver decine di migliaia di lettori e di dover essere in cima alle pagine di dei risultati delle ricerche di Google.

    "Mille Veri Fan" è un modus operandi molto simile a quello degli artigiani di una volta che derivavano la loro forza non dalla quantità di esposizione, visibilità e traffico di persone nel loro negozio, ma dalla cura e attenzione con cui trattavano i loro clienti e dalla conseguente fiducia che ottenevano dagli stessi.

    Per ottenere tale fiducia, uno degli elementi essenziali è essere autentici, onesti e trasparenti ancor prima che bravi.

    Non c'è IA che possa sostituire o compensare la mancanza di questi elementi.




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    • Content Curation Monetized newsletter:
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    100 esempi + trend e modelli di busness emergenti
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    • Musica di questa puntata:
    "Gold Nova" by BaaskaT su Soundcloud

    • Nella foto di copertina:
    Fan.

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  • Settimana scorsa è passato da queste parti l'uragano Beryl. Per qualche ora mi sono cagato sotto pensando a dover evacuare l'isola, ma alla fine tutto è andato per il meglio.

    L'uragano ha cambiato leggermente rotta e una volta impattata la penisola dello Yucatan (Messico) ha cominciato a perdere gran parte della sua forza inarrestabile. Zero danni, zero stress.

    Felice di essere vivo.

    -

    Chi mi conosce bene, sa che professionalmente il mio fuoco ed interesse più grande, da olre 20 anni, è la content curation: trovare, raccogliere, organizzare e contestualizzare informazioni e risorse per creare collezioni, raccolte, percorsi, antologie, librerie, directory e quanto altro possa consentire di creare valore mettendo insieme informazioni e risorse che prese singolarmente non avrebbero praticamente valore.

    Sono positvamente ossessionato da questa pratica, mezza arte e mezza scienza, perché nel baillame di contenuti che vengono creati quotidianamente, la curation fatta non per risparmiare tempo ma per creare risorse realmente utili, consente realmente di crescere e di apprendere gli uni dagli altri.

    Il mio problema più grande, è che a nessuno interessa parlare o interessarsi alla curation.

    Lo so.

    La curation è un tema che appare distante, alieno, un'eredita del mondo della storia e dell'arte del quale non si è compreso ancora il potenziale, i benefici e le strategie pratiche per poterla rendere utile a chi comunica e a chi fa business.

    A sua volta quindi la curation ha bisogno di essere "curata" per poter essere contestualizzata, compresa e apprezzata.

    Se non mostro, curando io stesso, quanto questo raccogliere e organizzare, generi valore e sia utile per la propria reputazione, credibilità e autorevolezza, la curation viene vista come una scorciatoia per produrre contenuti di medio-bassa qualità, risparmiando tempo ed evitando di dover imparare a scrivere qualcosa di realmente autentico e utile.

    E' proprio con l'intenzione di assistere, stimolare e "attivare" autori, esperti, scrittori e studiosi, che da quasi due anni pubblico "Curation Monetized", una newsletter dedicata a condividere e mostrare - fra le altre cose - esempi reali di progetti online che non solo raccolgono e organizzano informazioni e risorse esistenti, ma che ne estraggono anche un profitto.

    Grazie a questo lavoro di ricerca e analisi al quale dedico una fetta considerevole del mio tempo, sono riuscito a individuare oltre 100 esempi "reali" di progetti / siti / applicazioni web che monetizzano la loro abilità di cercare, verificare, selezionare ciò che di rilevante emerge, utile o non facile da trovare c'è dietro un certo problema/interesse/esigenza.

    Il mio obiettivo è quello di rendere evidente quante possibilità, modalità e direzioni ci siano per raccogliere e organizzare informazioni utili ad un'audience specifica e come poter monetizzare tale tipo di contenuto.

    Informazioni indispensabili a chi definisce piani editoriali, a chi scrive e pubblica contenuti online e a chi desidera costruire risorse di valore e di lunga durata in grado di generare visibilità, autorevolezza e profitti.

    Nello specifico, ecco un elenco degli specifici vantaggi e benefici per chi crea risorse curate sul web:
    SEO Visibilità: aumenta le tue probabilità di essere visibile sui motori di ricerca e soprattutto nelle risposte riassuntive generate dagli stessi in quanto raccogli una multitudine di risorse utili a soddisfare ricerche specifiche (meglio di quanto possa fare un tipico articolo sul tema)

    AIO Visibilità: stesso beneficio e stessi motivi sui motori di intelligenza artificiale come ChatGPT, Bing Co-Pilot, Claude, Perplexity, etc.
    SEO Autorevolezza: accresce rapidamente il numero di siti autorevoli che linkano la tua risorsa

    Credibilità e Autorevolezza Personale: accresce la fiducia nel tuo personal brand dando prova evidente della tua competenza nel settore
    Passaparola: favorisce il passa-parola, in quanto questo tipo di risorse, quando ben fatte, sono rare da trovare e sono estremamente utili

    Lead Generation: facilita l'intercettare potenziali clienti e il poter raccogliere i loro contatti diretti fornendo accessi "Premium" a dati speciali altrimenti non disponibile al pubblico

    Competenza: forza l'autore a studiare e analizzare in profondità l'area prescelta offrendo la possibilità di accrescere rapidamente la propria visione e conoscenza

    Monetizzazione: crea nuove opportunità di guadagno attraverso una ricca serie di modelli di business già sperimentati da altri
    Morale: Oggi ci sono così tante informazioni e risorse accessibili là fuori che non vedere come il raccogliere e organizzare tali informazioni per usi e necessità specifiche sia un’opportunità, non solo di rendersi utile, ma anche di creare nuove opportunità di business, è come non vedere un TIR che ti sta venendo addosso contromano.


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    Curation Monetized Examples
    *Database Catalog* 2024
    -------------------------------------------
    Disponibile a breve.

    Per:
    Giornalisti indipendentiAutori, scrittori, bloggerCreatorsEsperti di settore, consulenti, coachImprenditori onlineAgenzie di branding e content marketingStartup e aziende,stanchi o non interessati a guadagnare visibilità e reputazione attraverso i social media e la creazione continua di contenuti di medio valore.

    Cosa contiene:
    100 esempi reali di progetti che monetizzano
    raccogliendo e organizzando informazioni già disponibli online

    Descrizione, caratteristiche, URL

    Piattaforme di pubblicazione

    Modelli di business usati

    Autori e contatti

    Altre info utili (prezzo di vendita, audience, età del progetto, etc.)+
    Elenco di trend e opportunità di business emergenti

    Modelli di business più utilizzati
    -------------------------------------------
    Curation Monetized Examples
    *Database Catalog* 2024
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    Offerta valida fino al 20 Luglio 2024.




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    • Nella foto di copertina:
    xIl percorso dell'uragano Beryl nel Mar dei Caraibi. Zoom.earth

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  • L'altro giorno scorrendo i canali che seguo su Telegram, mi sono imbattuto in una intervista fatta da Antonio Bellu a Giorgio Tave (il punto di rifermento per la SEO in Italia, per i non addetti ai lavori).

    Cosa mi ha colpito:

    Giorgio Tave: "Il cambiamento principale sarà invece una frammentazione degli ecosistemi nei quali cercheremo informazioni."

    "Secondo me, i sistemi di intelligenza artificiale, anche in futuro, valuteranno le informazioni privilegiando sempre di più i brand autorevoli.

    Pertanto, il problema dei contenuti risiede nella capacità di creare una voce forte e riconoscibile.

    Questa voce diventerà rilevante solo se supportata da un brand solido e da una notevole autorevolezza.

    Per quanto mi riguarda, le nuove generazioni desidereranno sempre più autenticità.

    Non so se arriveremo ad avere una sorta di etichetta bio anche per i contenuti, ma in un mercato già saturo, indipendentemente dall'uso dell'IA, sarà necessario possedere una voce autorevole per distinguersi.

    Sono convinto che sarà questo a fare la differenza."



    Analisi e Riflessioni

    a) Frammentazione Ecosistemi

    La gente non cerca più solo su Google.

    Oggi le persone cercano su Youtube, su Amazon, dentro Substack, su Reddit, Instagram, TikTok. Su ChatGPT, o altri AI, Exa.ai, LinkedIN, Rumble/Odissey/Bastyon, su Spotify e Apple Music, su Gruppi social, in spazi di curation collaborativa come Arena, Glasp o Sublime, e nelle sempre più numerose directory di settore, cataloghi, liste dedicate fatte da esperti.

    Quindi ne va di conseguenza che per essere visibile diventa sempre più necessario essere presente in vari posti e idealmente in vari formati.

    E la forma più efficace per ottenere questo risultato e contribuire a queste piattaforme - in forma più o meno diretta - e fare cose così interessanti che saranno gli altri a condividere ciò che di buono realizzi, a voler parlare agli altri di te o a volerti intervistare.

    Suggerimento pratico: Crea risorse utili agli altri, che facciano venir voglia di essere condivise. Directory, libreria, cataloghi, raccolte che raccolgono in maniera organizzato a) il meglio, b) ciò che è difficile trovare, c) tesori del passato, etc.



    b) Voce Forte e Riconoscibile + Voce autorevole

    Giorgio Tave: “i sistemi di intelligenza artificiale, anche in futuro, valuteranno le informazioni privilegiando sempre di più i brand autorevoli.

    Pertanto, il problema dei contenuti risiede nella capacità di creare una voce forte e riconoscibile.
    Questa voce diventerà rilevante solo se supportata da un brand solido e da una notevole autorevolezza.”

    1) Voce Forte
    E' una voce che non si conforma allo status quo ma che esplora, sperimenta, si avventura su nuovi fronti e sfide. Ha un punto di vista forte, generato/supportato dall’esperienza sul campo. Non un punto di vista ideologico.

    Una presa di posizione illuminata dalla situazione attuale - non da ciò che accadeva 10 o 20 anni fa.

    Questo punto di vista è manifesto. Condiviso. Pubblicamente. Ripetutamente.

    Suggerimento pratico: Prendi i pareri dominanti di chi è più esperto di te - in cosa si differenzia il tuo punto di vista dal loro?



    2) Voce Riconoscibile
    Ha un suo carattere profondo e unico che traspare nella comunicazione - non parla come tutti gli altri - non si conforma agli standard mainstream - ha qualcosa di speciale sia nel come è che nel come appare.

    Come: Ha delle regoleHa dei valori ben specifici e li rispettaCondivide le sue esperienze e scoperteSuggerimento pratico: Fai / comunica usando un approccio, un format diverso da quello che usano gli altri nel tuo settore. Renditi facilmente riconoscibile. Esempio: mio substack, mio podcast



    3) Voce Autorevole
    "conoscenza in grandissima parte basata su esperienza - non su opinione, ricerca, studio ed analisi - sull aver letto decine di libri, aver fatto questo o quel Master, o tutta una serie di corsi."


    Autorevole perché ci ha sbattuto il naso, ha fatto errori e abbia incontrato fallimenti da cui apprendere.

    Autorevole perché ha visto lontano e i fatti gli hanno dato ragione, autorevole perché ha ottenuto grandi risultati da solo (senza gente/aziende con le spalle grosse dietro).

    Autorevole perché ben consapevole dei detrattori, delle opinioni diverse ed opposte, e dei grandi pensatori, innovatori, esploratori del suo settore.

    Suggerimento pratico: Non tentare di essere d'aiuto ad altri per qualcosa che tu stesso non hai ancora realizzato.

    Piuttosto, fai tu stesso il cammino che raccomandi ad altri, e racconta il tuo percorso e le scoperte che fai. Condividi la tua esperienza.




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    Info Utili

    • Intervista di riferimento:
    "Lintelligenza artificiale generativa ucciderà davver il web?"
    Antonio Bellu - Let Me Tell It newssletter

    • Giorgio Tave
    "Fast Forward" su Telegram

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    "Future Is Now" disponibile su Joystock

    • Nella foto di copertina:
    Ricardino, chitarrista e contante. Holbox. Giuno 2024.

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  • In Aprile di quest'anno ho prodotto una canzone. Ed è venuta anche bene. Io stesso, a tutt'oggi sono sorpreso di quanto carina sia venuta, soprattutto considerando che io non sono un musicista e che nel momento che l'ho realizzata, stavo solo giocando e sperimentando per apprendere.

    Come ho fatto?

    Ho usato l'intelligenza artificiale e nello specifico un servizio che si chiama Udio. Avevo voglia di vedere con mano cosa fossero realmente in grado di produrre questi nuovi strumenti musicali basati sull'IA.

    E a bocca aperta sono rimasto.

    Il brano che ho prodotto, "La Puerta Azul" (https://www.instagram.com/reel/C5txhu9uedn/), non solo è carino, orecchiabile e anche ballabile, ma la cosa straordinaria è che ho impiegato pochissime ore per realizzarlo.

    La riflessione quindi sorge spontanea: ma se io che non sono nessuno (musicalmente), riesco a produrre una discreta canzoncina in poche ore, fra un anno o due, quanti mila produttori di nuove canzoni ci saranno?

    Idem per le foto, le immagini, i video, i testi, etcetera, etcetera.

    Quindi, uno che è un artista, o uno che per passione o necessità fà uno di questi mestieri, come si prepara e cosa sa fà per affrontare questo tsunami?

    "Se non la puoi combattere, falla tua alleata".

    a) Ti metti una spanna sopra agli altri musicisti e - con l'aiuto dell'IA o senza - produci della musica così buona e originale che anche l'IA non può competere

    b) Insegni quello che sai

    c) Cavalchi l'IA e l'oceano di musica che viene generata e aiuti gli altri a trovare esattamente il tipo di musica che desiderano, senza dover sprecare ore ed ore cercandola.






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    Mano impertinente. Casa di Beppe e Nuri, Holbox. Marzo 2023.

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  • “Chi sa fa, chi non sa insegna”. Mi ricordo che anche il mio papà lo diceva sempre, per commentare la cattiva qualità degli insegnanti del secolo scorso.

    Beh i miei ricordi della scuola, elementari, medie e anche una parte dell’università fatta in Italia, confermano al 100% questo detto.

    Dei tanti maestri e professori che ho avuto davanti, quasi nessuno era un esperto, nel senso di persone con esperienza, nel settore che insegnava. In altre parole, chi mi insegnava cose, queste cose le aveva per lo più studiate (non so se è il termine giusto) per rimandarle ad altri, non per esercitare un mestiere pagato, una professione, un qualcosa dove sono gli altri a riconoscere e confermare le tue reali competenze e abilità.

    Solo quando ho avuto la fortuna di studiare in un'università americana, sono entrato per la prima volta in contatto con persone che insegnavano cose su cui avevano già costruito una loro reputazione ed esperienza.

    Questi erano professori che dopo aver fatto una buona carriera in un campo specifico, decidevano di salire un gradino più su (di prestigio e di stipendio) e di insegnare agli altri ciò che avevano appreso sul campo.

    Questi erano veri appassionati, ricercatori, persone che anche fuori dall’aula continuavano ad interessarsi al loro campo di interesse.

    Cosa è cambiato da allora ad oggi?
    La prima cosa fondamentale che è cambiata è che - dal mio punto di vista - la scuola e le istituzioni accademiche non sono più ne vitali, né efficaci nel fornire ad una persona le conoscenze necessarie per potersi rendere indipendente facendo cose che sono utili ed apprezzate da altri.

    Tali istituzioni possono essere diventate indispensabili per poter svolgere determinate professioni (medico, ingegnere, avvocato, etc.) e per poter essere riconosciuti da ordini e congregazioni che sbandierando l’egida di garantire la professionalità dei suoi membri, in realtà controllano e limitano in maniera forte la direzione e il perimetro del loro operato.

    (Attraverso Internet) chiunque può imparare qualsiasi materia e con la dovuta pratica e studio diventare un esperto, affidabile e riconosciuto, tanto quanto o più di chi ha seguito un percorso accademico tradizionale.


    2) E’ possibile scegliere. Mettere a confronto insegnanti diversi e vedere come insegnano e cosa ne pensano i loro studenti (cosa che non era possibile ai miei tempi).

    Immagina come sarebbe stato diverso infatti se nell’era pre-internet, ogni weekend nelle piazze principali di ogni città, uno avesse avuto la possibilità di partecipare a classi insegnate dai professori e maestri delle istituzioni di quella città. Automaticamente le persone avrebbero potuto confrontare e scegliere i migliori e iscriversi ai loro corsi.


    3) Adesso il concetto di insegnare e apprendere è cambiato. Se prima bastava andare su e giù fra i banchi di una classe recitando monologhi senza alcun interesse o capacità nel saper spiegare, coinvolgere e far interagire gli studenti con tali informazioni, oggi, ho hai due palle così e conosci le cose veramente a fondo, o chiunque è in grado di capire che non sei un vero esperto.

    C’è troppa roba buona in giro, per non saper riconoscere chi sa, conosce e sa comunicare, da chi pretende di sapere perché ha studiato sui libri e passato degli esami.

    In conclusione:
    Se è vero che in passato, persone con poca o zero competenza/esperienza operativa sul campo, potevano ottenere diplomi e lauree che gli aprivano le porte del poter essere insegnanti e professori, contribuendo alla formazione di una classe di educatori di scarsissima qualità e spessore, oggi non è più così.

    Oggi tutti coloro che hanno delle conoscenze ed esperienze possono insegnare online senza dover avere alcun certificato.

    Le loro capacità non sono nascoste dentro un’aula, in cui gli studenti sono gli unici testimoni e giudici, ma sono visibili a tutti.

    Per insegnare oggi, bisogna realmente sapere le cose, perché grazie ad Internet non c’è più il monopolio su chi può insegnare qualcosa a qualcuno.

    Insegnare, oggi che possiamo vedere e mettere a confronto le lezioni di tanti esperti, è più difficile che fare, perché non basta saper parlare per poter trasmettere in maniera efficace ed interessante, ciò che si conosce.

    Per questi motivi, e soprattutto per il fatto che insegnare online, da’ la possibilità di accrescere la propria visibilità, autorevolezza e reputazione, oggi chi sa, chi conosce e chi ha esperienza, insegna. Scrivendo libri, creando corsi, costruendo guide e risorse utili.

    Chi non sa invece, fa consulenze private e insegna in università e scuole private.





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    Mihai Bocsaru. FAO, Roma. Giugno 2004.

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  • Qualche sera fa' ero in video-conversazione con mio nipote Leo, 8 anni al quale volevo raccontare di una scoperta che sembrava rivoluzionare ciò che ci avevano insegnato a scuola.

    Nell'introdurre l'argomento ho fatto però un grave errore, dicendogli che praticamente ci trovavamo di fronte ad un altro "Babbo Natale" (intendendo chiaramente con ciò un qualcosa di "non vero", un qualcosa inventato).

    Non sono riuscito a finire questa frase introduttiva che Leo era in lacrime.

    Gli avevo distrutto un sogno in un attimo.

    Mi sono sentito una merda, e ho in un microsecondo provato a sentire tutto il suo dolore.

    Ma mi sono ripreso subito, riuscendo anche a fare un salvataggio in extremis.

    Sono rimasto però un po' triste... soprattutto per aver sottovalutato l'impatto che le mie parole possono avere su Leo.

    E così ho riflettuto e cercato di ricordare la mia esperienza con la favola di Babbo Natale e con ciò che mi aveva aiutato ad apprendere.

    Un ricordo in particolare, quello dei regali a puntate, ha segnato in positivo il mio apprezzamento verso le cose e verso il costruire cose pian piano, un pezzetto alla volta.

    Così come una riflessione importante, sul come sin da piccoli siamo allenati ad affidarci ad altri (istituzioni e persone) per realizzare ciò che sogniamo.

    Ci piace incrociare le dita e sperare che le cose buone non cambino mai, che il lavoro cresca e che i clienti che abbiamo non vadano via, così come quando eravamo piccoli speravamo che Babbo Natale ci portasse ciò che desideravamo.

    Ma la realtà è diversa.

    Inizialmente triste e cruda apparentemente, ma tempratrice e di soddisfazione nella distanza.

    Non ci sono regali che piovono dal cielo.

    Le cose dobbiamo sognarle e costruircele da soli.

    Peccato non ci abbiano allenato da subito a questo fantastico gioco, perché questo è quello che necessita imparare.

    Sognare e provare a realizzare.




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    L'autore. Isola di Holbox, Messico. Dic. 2022.

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  • C’è una scelta importante da fare quando si usa il web per comunicare, condividere, promuovere e farsi conoscere.

    Il web può essere visto in due modi.

    Come un mercato all’aperto nel quale ognuno può mettere i suoi pensieri, idee, punti di vista, consigli e suggerimenti per gli altri, oppure come una lunga chiamata di gruppo asincrona.

    Che cosa intendo?

    Che differenze ci sono fra le due?

    Nel primo caso il web è inteso ed utilizzato come un posto dove esporre, far conoscere e vendere i propri prodotti e servizi.

    Questo è l’utilizzo abituale che le persone e le aziende fanno del web. Espongono, insegnano, recitano, proclamano.

    Nel secondo caso invece il web è inteso come un veicolo di conversazione e scambio mirato a far crescere ed evolvere idee, concetti, così come prodotti e servizi.

    Ecco, quando il web viene utilizzato come mezzo di conversazione per portare avanti e far evolvere idee e concetti il risultato e l’output che vengono generati, assumono un sapore ed un valore profondamente diverso.

    Cosa voglio dire?

    Voglio dire quando siamo al mercato, l’esposizione di tanti prodotti sulle bancarelle è mirata solo ed esclusivamente a vendere di più, curando gli interessi e i benefici esclusivi di quella specifica azienda e delle persone che ci lavorano dentro.

    Quando invece siamo in una infinita conversazione l’interesse si sposta dall’interesse economico di ogni singola azienda all’interesse generale nel capire meglio l’essenza di cui ci si occupa e modi e maniere per valorizzarla al massimo delle sue potenzialità per tutti, produttori e consumatori.

    La cosa interessante è che siamo noi, io e te, a decidere quale atteggiamento avere per comunicare e fare marketing.

    Siamo un’isola che “spara” il suo verbo, dice ciò che è giusto e cosa funziona e va fatto, oppure ci poniamo come partecipanti in una conversazione globale dove dobbiamo obbligatoriamente tenere conto e citare gli altri, cosa gli altri dicono e come spingere più in là le loro idee e proposte.

    Sono troppo filosofico?

    In poche parole quello che voglio dire è: se scriviamo o produciamo contenuti per il web, qualunque sia l’argomento che trattiamo, abbiamo due possibili strade da poter seguire.
    Scriviamo e diamo consigli e suggerimenti, spieghiamo come funziona o come si fa qualcosa, come se fossimo un’isola in mezzo all’oceano. Una radio privata che trasmette le sue canzoni.

    Scriviamo, pensando di partecipare ad una conversazione (probabilmente già avviata da altri) e diamo un contributo utile, aggiungendo, rifinendo, spiegando meglio, arricchendo ciò che è stato detto, nel mentre riconosciamo, citiamo, menzioniamo e ci ricolleghiamo alle idee che altri hanno condiviso.

    In questo modo, non solo possiamo continuare a produrre contenuti, promuovere, a migliorare la nostra visibilità ed autorevolezza, e a vendere… ma facendo contemporaneamente qualcosa di realmente importante ed utile. Aiutare il nostro settore, ciò che ci interessa e ci sta a cuore ad evolversi in maniera armoniosa, attraverso questa infinita conversazione aperta.
    Morale della favola:
    Il modo in cui utilizziamo il web può avere un impatto significativo non solo sulla nostra visibilità e successo individuale, ma anche sulla crescita e l'evoluzione del nostro settore e dell’umanità intera così come il valore che ne deriviamo.

    Possiamo scegliere di trattare il web come un mercato dove esporre e vendere, focalizzandoci solo sui nostri interessi, oppure come una piattaforma di conversazione aperta dove contribuire al progresso comune.

    La seconda opzione, basata sulla partecipazione e la condivisione, contribuisce a un'evoluzione armoniosa e benefica per tutti, arricchendo il dialogo globale, riconoscendo e ampliando le idee degli altri, e creando un valore condiviso che beneficia tutti, produttori e consumatori.

    I curatori di contenuti sono l’esempio perfetto di persone che facilitano e permettono che le nostre idee e conversazioni possano evolversi.



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    "May" by Birocratic disponibile su Bandcamp

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    Riunione di famiglia. Isola di Terceira, Portogallo. 2015.

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  • Se mi dovessero intervistare e chiedere quali vedo essere gli ostacoli più grandi per i piccoli imprenditori indipendenti, risponderei con:

    1) consistenza e continuità

    2) relazioni - promozione - outreach

    3) mettersi in discussione

    Se mi domandi cosa ho imparato nel mio percorso e come ho risolto questi tre ostacoli quando li ho incontrati, ti direi:

    1) Consistenza e continuità
    Questo è l'ostacolo base.

    Mi sono seduto e ho pensato che non sarebbe successo nulla

    Infatti nulla, di rumoroso o visibile è successo, ma il mio business ha smesso di crescere ogni volta che non ho dato continuità ad un progetto.

    Questo è l’ostacolo più frequente e comune.

    Nel mio piccolo, lo ho risolto liberando sempre più tempo nella mia vita - facendo in modo ad essere io a dettare i tempi e non le circostanze della vita.



    2) Relazioni - promozione - outreach
    Questo è l’ostacolo più difficile da superare, e allo stesso tempo il più semplice.

    È il coltivare le relazioni.

    L’interessarsi agli altri.

    Il farsi sentire.

    Lo stringere rapporti e relazioni con altre persone interessanti nel tuo spazio.

    Commentare, ingaggiare, domandare.

    È anche quello che da i frutti più belli e inaspettati, a volte in tempi assai brevi

    L’ho risolto uscendo dalla mia zona di comfort e facendo cose che mi davano la possibilità di scambiare in maniera diretta con persone.



    3) Mettersi in discussione
    Questo è l’ostacolo invisibile. Finché è troppo tardi per poterlo affrontare.

    Poca disponibilità a rivedere i propri passi e le proprie scelte.

    Anche se il fare errori e di conseguenza cambiare / correggere la direzione è la strada migliore per crescere e migliorare.

    Continua a fare il compitino perché così qualcuno ci ha detto, pensavamo che…, abbiamo imparato così.

    Continuare a innaffiare la stessa pianta, anche quando fa fiori e non da frutti, è una perdita di tempo e di denaro.

    Di tanto in tanto è utile farsi un piccolo bagno di umiltà e chiedere (o addirittura pagare) che qualcuno esperto ed esterno a noi analizzi criticamente ciò che facciamo e suggerisca strategie e tattiche per migliorare le nostre prestazioni.

    Sono di natura uno a cui piace mettersi in discussione. Mi piace sperimentare e provare nuove strade e soluzioni.

    Può succedere però che uno si impigrisca. …che incroci le dita e speri che le cose vadano migliorando… ma no, non è saggio fare così.

    Bisogna costantemente mettersi in discussione e quando le cose non vanno e non migliorano, farsi domande e fare cambiamenti… non aspettare e vedere.




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    "Let's Go Surfing" by Joakim Karud disponibile su Bandcamp

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    Continuità, Relazioni, Mettersi in Discussione. Immagine generata da Ideogram.ai

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  • Chi pubblica su Facebook solo cose serie, accademiche, consigli e analisi come se fosse ad un convegno, non ha capito bene lo spirito di questo social media.

    Facebook è un bar sociale.

    Facebook è lo spazio virtuale dove condividere con i propri clienti (e potenziali tali) gli stessi racconti, storie, curiosità e pettegolezzi che racconteremmo ad un cliente allorché ci trovassimo a prendere un caffè al bar sotto il nostro ufficio.

    Nessuno ovviamente vieta di raccontare o condividere su FB cose serie, profonde, tristi o accademiche. Ma per quel che ho appreso negli anni, non è il posto giusto dove farlo e non porta alcun beneficio a chi lo fa.

    Ciò che ogni attività commerciale con una pagina Facebook dovrebbe prendere in considerazione di fare è semplicemente di condividere di più del lato umano e sociale della propria attività.

    Ad esempio:
    Storie e aneddoti di clientiCose interessanti e curiose che succedono nell'ufficioInterviste e consigli dallo staffNuovi prodotti e servizi interessanti (raccontati come si fa ad un amico)Cose che succedono fuori dall'attività - nel quartiere, nella zonaPiccoli successi e riconoscimentiÈ molto più interessante e divertente passare il tempo in un bar dove vieni sempre accolto calorosamente e dove, semplicemente fermandoti ad ascoltare cosa dicono gli altri, puoi imparare cose nuove, piuttosto che entrare in uno dove il barista è lì solo per proporti i suoi nuovi piatti e drink.

    Chi vorrebbe passare il tempo lì?

    Per coinvolgere e sviluppare relazioni durature con i nostri potenziali clienti, la strada migliore da seguire è creare e coltivare spazi sociali dove è facile e ben accetto ascoltare, condividere e scambiare argomenti e questioni che interessano il nostro pubblico, sviluppando naturalmente un legame sociale non basato su interessi commerciali ma sul condividere passioni, emozioni, interessi e notizie che ci avvicinano umanamente, anche se apparentemente più leggeri e meno educativi di altri.



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    Degustando un ottimo caffé. Pan y Focaccia. Holbox. MX.

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  • Oggi, chi è un appassionato di musica, in grado di creare e far crescere playlist tematiche su Spotify e su altre piattaforme, ha un'opportunità di lavoro e guadagno che fino a poco fa non esisteva.

    In sintesi: le playlist / compilation create da persone, sono l'equivalente delle stazioni radio di una volta. Così come le radio FM di una volta, le playlist tematiche consentono di scoprire nuovi brani ed artisti e - come succedeva una volta - di affezzionarsi alla radio e al DJ che le faceva conoscere.


    Per questo motivo, artisti, musicisti, etichette e case discografiche sono rapidamente diventate interessate a capire come "entrare" dentro queste playlist.

    Da questa esigenza sono nati una serie di servizi online che si dedicano specificamente a questo compito.

    Queste società sottopongono regolarmente ai curatori di playlist che fanno parte della loro scuderia, nuovi brani ed artisti.

    I curatori a loro volta vengono pagati per ascoltare la nuova musica e per fornire un feedback scritto per ciascun brano che gli viene sottoposto.

    I curatori musicali non vengono quindi pagati per inserire nuovi brani nelle playlist, ma semplicemente per ascoltare, valutare e fornire ffeedback. Che poi inseriscano o no alcuni dei brani ricevuti nelle loro playlist, rimane una loro facoltà personale.


    P.S.: Per capire meglio come funziona questo meccanismo, scoprire quali sono le società che pagano i curatori musicali, che tipi di playlist si possono creare e dove, ti suggerisco di non perderti l'edizione n.19 della newsletter Curation Monetized.




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    Il sottoscritto. Agosto '21, Holbox. MX.

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  • Ho scoperto che per migliorare la propria performance in qualsiasi campo, un piccolo esercizio che può fare tanta differenza è il farsi un piccolo film nella testa dei passi che intendi fare, prima di farli.


    La storia

    Nel 1980 ero uno studente della San Francisco State University. Studiavo per laurearmi in Multimedia.

    In America, a differenza da quello che succede in Italia, l’università offre grandissime opportunità di fare sport, anche a livello agonistico, difendendo i colori del proprio campus.

    Non solo.

    La partecipazione a corsi ed attività agonistiche con la squadra della propria università consente anche di guadagnare punti validi al conseguimento della propria laurea.

    E così, più per passione che per interesse, decisi di iscrivermi e poi di entrare a far parte della squadra di scherma ufficiale della mia università.

    La scherma infatti, così come una multitudine di arti di combattimento, sono stati gli sport che mi hanno plasmato fisicamente e caratterialmente al posto del pallone con cui giocavano tutti i miei amici.

    Così come uno studente indiano esperto di cricket può essere accolto in una città latino-americana. E’ un pezzo raro a cui prestare attenzione.

    Così, sentendo dentro ancora forte l’attrazione verso questa arte, ho pensato che forse avrei trovato una buona accoglienza e disponibilità, vista la mia nazionalità ed esperienza.

    E così fu infatti.

    Ma veniamo al dunque.



    L’episodio che mi colpì al tempo e che recentemente mi è tornato prepotentemente in mente, è uno avvenuto in uno dei tanti weekend trascorsi facendo gare locali, piccoli campionati e sfide inter-universitarie.

    Mi ricordo che eravamo nella grande palestra centrale di allenamento dove si svolgeva una gara locale.

    Era presente fra gli altri un giovane ragazzo, di nome George Nonomura, di cui in tanti mi avevano parlato.

    George era al tempo uno fra i più promettenti schermidori non solo a livello locale, ma a livello nazionale.

    Nonostante non avesse un fisico apparentemente da campione di scherma, alto e longilineo, la sua fama e la sua abilità lo precedevano.

    Piccolo quanto me, ma con un fisico estremamente solido e ben allenato, George faceva della sua velocità e della sua calma e distacco delle armi micidiali nel mettere a dura prova qualsiasi avversario.

    L’unica cosa che ricordo del combattere con lui, era l’ineffabilità con cui non solo era in grado di difendere, ma la rapidità e i riflessi con cui era in grado di rispondere con velocità e precisione.

    Insomma combattere con lui, voleva dire perdere un incontro così rapidamente da non avere avuto neanche il tempo di rendersi conto di cosa aver sbagliato e d cosa sarebbe stato opportuno fare.

    Beh, ero lì da un lato, seduto per terra a seguire gli incontri in corso, quando un'amica mi ha fatto notare qualcosa che non avevo mai visto.

    George era seduto da una parte con gli occhi chiusi e concentrato.

    Ho domandato a Terry: “Che sta facendo?”

    “Sta provando le mosse che farà” mi risponde la mia amica.

    “Che vuoi dire?” gli domando sorpreso.

    “Lui si fa un film nella testa del suo prossimo incontro e guarda al rallentatore le mosse, le azioni e i passi che farà quando incontrerà il prossimo avversario.”

    La cosa mi colpì molto.

    Mai avevo sentito o letto di un qualcosa del genere.

    Rimasi affascinato e incuriosito, ma rimasi mero spettatore di un qualcosa, che al tempo e per le mie attitudini al tempo, mi pareva si fantastico, ma del tutto fantascientifico e fuori dalle mie possibilità.



    Facciamo *avanti veloce* ai nostri giorni.

    Dimentica San Francisco, dimentica la scherma, dimentica George Nonomura.

    Qualche tempo fa, stavo annotando su un foglio di carta i compiti da svolgere il giorno seguente, così come faccio abitualmente.

    Senza realizzarlo, ho cominciato a pensare al podcast che avrei registrato il giorno seguente, ma invece di semplicemente annotare sul foglio questa cosa da fare, ho cominciato a sognare e a immaginare ciò che avrei fatto la mattina seguente.

    Mi sono immaginato i singoli passi.

    L’avvio della registrazione, la prima parte del racconto, cosa avrei detto per spiegare bene il problema, la chiusura e le conclusioni che avrei tratto.

    Ho fatto praticamente nella mia mente, ciò che normalmente faccio fisicamente quando mi dedico a svolgere un compito.

    Ho preso nota di cosa ho immaginato, e sono andato a dormire.

    La mattina dopo, ho registrato il podcast e ho sentito una sensazione nuova, piacevole e diversa.

    Non ho dovuto spendere tempo a “pensare” cosa avrei dovuto dire. Le idee erano già chiare.

    Riuscivo a raccontare in maniera fluida e scorrevole quello che avevo pensato la sera prima.

    Mi sentivo più tranquillo e fiducioso nel raccontare ciò che volevo condividere e il risultato era decisamente migliore del mio livello medio abituale.


    Morale della favola: Ho imparato che posso usare la mia mente per preparami e per migliorare le mie prestazioni quando devo svolgere un compito impegnativo, specialmente in ambito creativo.

    Scrivere un articolo, fare un racconto, intervistare qualcuno, esibirsi in una performance.

    La formula consiste nell’immaginare - prima di farlo - ciò che si farà. I singoli passi e la sequenza o strategia che si intende seguire.

    Farsi un vero e proprio mini-film del processo.

    Il risultato è che, facendo ciò, la mia mente si scalda, si mette in moto ad analizzare il percorso, e prepara un “solco” da poter seguire allorché si affronterà il compito vero e proprio.

    Ciò alleggerisce l’ansia, i dubbi, il blocco che ci prende quando non c’è più tempo e bisogna passare all’opera, e libera la mente per essere più tranquilla e creativa nell’eseguire il compito stabilito.



    Qui puoi vedere una recente video intervista (2021) a George Nonomura. Non parla della tecnica che ti ho condiviso, ma ti permette di conoscere un personaggio e una storia interessanti.




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    George Nonomura (left). Courtesy of West Coast Fencing Archive

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  • Un paio di settimane fa ho prodotto una vera e propria canzone, usando una nuova app di intelligenza artificiale che si chiama Udio.

    Ecco il pezzo.

    Si chiama “La Puerta Azul” e l’ho creato per l’omonimo beach club qui sull’isola di Holbox, dove suono come DJ.

    Non potevo credere alle mie orecchie.

    Troppo bello per essere vero.

    Considerando il fatto che io non sono musicista, non ho studiato musica, e non ho investito più di 5-6 ore per realizzare questo pezzo direi che c’è quasi da preoccuparsi.

    E così ho fatto.

    Mi sono domandato: ma se adesso, così come sta succedendo con le immagini, produrre canzoni diventa teoricamente alla portata di chiunque, che succederà?

    Come farà chi fa il fotografo, il pittore, il musicista o l’astrologo a non trovarsi improvvisamente rimpiazzato da una IA (intelligenza artificiale)?

    Quando c’è sovrabbondanza di qualcosa, come si fa a rimanere rilevanti?

    La risposta sta:

    a) nel saper riconoscere e distinguere - in un mare di opzioni - quelle veramente speciali. Questo da solo è un mestiere per il futuro (in qualsiasi campo).

    b) nel rifinire e innovare la propria “arte” in modo che esprima emozioni, capacità e idee che l’IA non potrà imitare, perché sono esclusivamente tue.




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    "Bittersweet" by baskaaT - dsponibile su Soundcloud

    • Nella foto di copertina:
    Immagine generata dall'IA. Ideogram.ai. Mag 2024

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