Episoder
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Come può un uomo insegnare difesa personale alle donne?
È un controsenso: ha una fisicità diversa e i tipi di aggressione che deve affrontare sono diversi. Non potrà mai calarsi nei panni di una donna che viene aggredita da un uomo.
O forse no?
Nell’ultima puntata della prima stagione di Donna Sicura ti racconto la mia storia e il perché ho deciso di insegnare difesa personale alle donne.
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Ci sono 9 caratteristiche + 1 che determinano se un corso di difesa personale femminile è utile o è solo una perdita di tempo e di soldi che mette a repentaglio la tua sicurezza.
Queste 9 caratteristiche +1 devono esserci tutte. Se ne manca anche solo una è meglio stare lontani dal quel corso.
Ti spiego quali sono e il perché sono importanti nella 15ª puntata di Donna Sicura.
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Manglende episoder?
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Negli ultimi 15 anni sono sbucati come funghi centinaia di corsi di difesa personale femminile.
Ma hanno senso o sono solo una trovata commerciale? O ancora peggio un modo per ghettizzare le donne e tenerle lontane dai corsi per “soli uomini”?
In realtà, se fatti in una determinata maniera, i corsi di difesa personale femminile hanno molto senso e le ragioni sono 3.
Te le spiego nella nuova puntata di Donna Sicura.
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È la forma più sicura di autodifesa.
La possono usare tutti con semplicità.
È legale.
Funziona nel 99% dei casi.
È lo spray al peperoncino.
Nella 13 puntata di Donna Sicura ti spiego come funziona, i suoi pregi e le norme di comportamento per utilizzarlo correttamente.
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Essere in un gruppo o in un locale stracolmo di gente è sinonimo di sicurezza?
No.
Purtroppo non solo la presenza di altre persone non ti garantisce di essere più al sicuro (come ci ha dimostrato Kitty nella puntata precedente), ma potrebbe addirittura creare un ambiente più adatto per mettere in atto una violenza.
E se sono con dei miei amici? O con il mio ragazzo?
Stesso discorso. Te ne parlo dettagliatamente e ti dò un paio di suggerimenti sul come comportati in queste situazioni nella puntata numero 12 di Donna Sicura.
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Il 13 marzo 1964 Catherine sta tornando a casa dopo una piacevole serata passata con gli amici.
Aveva fatto tardi, era stanca, e non vedeva l’ora di buttarsi sul letto.
Il taxi la lascia davanti all’ingresso della sua casa nel Queens alle 3.15 del mattino e lei imbocca rapidamente il vialetto che la porta al suo portoncino. Senza accorgersi di lui.
Winston Moseley, la iniziò a seguire appena scese dall’auto e la pugnalò due volte.
Le grida di Catherine attirarono molti del vicinato che non fecero nulla per aiutarla. Si limitarono a guardare.
Giusto uno dei vicini gridò a Moseley di lasciarla in pace. L’aggressore spaventato si dette alla fuga. Ma dopo 10 minuti tornò per finire il lavoro che aveva iniziato.
Accoltellò nuovamente Catherine, la violentò e le rubò i 49 dollari che aveva addosso.
All’epoca il Times raccontò che la tragedia fu consumata davanti a 38 testimoni che non mossero un dito per aiutare la ragazza. Oggi fonti più certe parlano di 12 testimoni.
Che fossero 38 o 12 poco importa. Quello che importa è che tutti videro, tutti sentirono le grida di aiuta di Catherine, ma nessuno fece nulla.
Perché?
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“No è una frase completa” scrive Gavin De Beker.
Il no mette un limite, esprime una volontà e non dovrebbe mai essere schiacciato. Nemmeno con dolcezza.
Perché chi schiaccia un “no” sta schiacciando la volontà della persona che ha detto questo “no” e gli sta dicendo: “Non me ne frega niente di quello che pensi o provi”.
Ma perché questo avvenga devi usare il “no” in modo chiaro e e non con quelle frasette da film romantico che si dicono per “non farlo rimanere male” o per “dirglielo dolcemente”.
Altrimenti l’altra persona si sentirà in diritto di insistere e questo potrebbe portarti a dover gestire non solo degli inguaribili romantici che hanno visto troppi film, ma anche dei persecutori e degli stalker.
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Ci sono momenti della tua giornata in cui sei particolarmente vulnerabile. I
n questo momenti il tuo aggressore può approfittare della tua vulnerabilità per prenderti alla sprovvista o per trarti dei tranelli.
Nella puntata numero 9 di Donna Sicura ti spiegherò come fare a riconoscere questi momenti e come evitare che un aggressore ne possa approfittare.
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Ci sono 7 trappole che gli aggressori usano per acquisire la tua fiducia, manipolarti e renderti collaborativa.
7 trappole che è bene tu impari a riconoscere.
Kelly ci aiuterà a scoprirle e analizzarle.
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Il dialogo è una delle armi più potenti di cui dispone un aggressore.
Attraverso il dialogo l’aggressore può farti sentire al sicuro, metterti a tuo agio, farti sentire in difetto, distrarti e farti abbassare la guardia o terrorizzarti al punto da non farti più muovere un muscolo.
È attraverso il dialogo che molti aggressori riescono a portare in luoghi appartati le proprie vittime o a distrarre per poi drogarle.
Il problema è che dialogo è viscido e insidioso come un serpente, si insinua nella tua mente e quando ti accorgi del pericolo in genere è troppo tardi.
Ma c’è una cosa positiva: il dialogo può diventare un’arma affilata anche nelle tue mani.
Come riconoscere quindi un dialogo pericoloso? Come reagire e come usarlo a proprio vantaggio in caso di necessità?
Te ne parlo nella settimana puntata di Donna Sicura.
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In teatro si dice che la distanza ravvicina tra due attori è la distanza dell’amore o della guerra. Questa regola vale anche nella vita: una persona che vuole venirti molto vicino lo vuol fare o per dimostrarsi il suo amore fisicamente o per usare la violenza.
Per questo la rottura della distanza di sicurezza è uno dei famosi SAF: i segnali antecedenti al fatto che devono farti rizzare le antenne.
Perché persona che vuole aggredirti farà tutto il possibile per avvicinarsi più che potrà a te. In questo modo le sarà più facile colpirti, bloccarti, afferrati o minacciarti con un’arma.
Quindi è fondamentale mantenere la distanze di sicurezza in strada e non permettere a nessuno di rompere questa distanza, a meno che non sia tu a volerlo ed a permetterglielo.
Ma allora qual è questa distanza e come fare a mantenerla? Te lo spiego nella puntata numero 6 di Donna Sicura.
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L’attenzione è la tua prima arma di attenzione.
Un persona attenta, consapevole di ciò che accade attorno a lei è una “preda difficile” (ho parlato della dinamica preda-predatore nella puntata precedente). Questo perché una persona attenta si rende conto dei campanelli di allarme ed è in grado di reagire al pericolo.
Per questo, quando cammini per strada, dovresti essere sempre in uno stato di serena vigilanza.
Non in uno stato di iper attenzione, ma in uno stato di serena vigilanza. Lo sottolineo
Significa che dovresti essere sempre consapevole di ciò che accade attorno a te.
Ma non è facile: chiunque, compreso io, si fa portare via dai pensieri della giornata, dai problemi o preferisce ascoltare un podcast mentre è fuori con il cane piuttosto che stare con le orecchie aperte.
Ecco perché sono tanto utili i codici di attenzione: un sistema di codici colore ideati dal Colonnello Jeff Cooper che ti aiutano a leggere la situazione che stai vivendo e a tenere la giusta attenzione.
Li puoi vedere lo schema sul sito di donnasicura.com, ma ti spiego come usarli nella 5ª puntata di Donna Sicura.
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Non c’è niente di più facile: ogni aggressore è un predatore che cerca una preda facile.
Il trucco quindi è diventare una preda difficile.
Il come lo iniziamo a vedere in questa puntata.
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Abbiamo un’idea falsata di che cos’è la prevenzione.
Questo perché in Italia la cultura della prevenzione è carente in ogni aspetto della nostra vita.
Quindi oggi ho chiesto aiuto alla splendida Elena Bizzotto per fare il punto della situazione così da capire meglio cosa si intende per prevenzione e come fare per far sì che diventi un’abitudine sana delle nostre vite.
Vai sul sito www.donnasicura.com e iscriviti alla SafeLetter
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Ci piace pensare che la violenza sia frutto del caso.
Ci può capitare perché eravamo nel posto sbagliato al momento sbagliato. E questo ci assolve dalle nostre responsabilità.
Ma la verità è che la violenza non è mai frutto del caso.
La violenza viene messa in atto sempre da un determinato tipo di persone, in luoghi specifici e, soprattutto, nei confronti di persone con caratteristiche ben precise.
Per quanto sia angosciante questa verità capirla e accettarla mette nelle tue mani delle armi molto potenti.
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6 milioni e 788 mila donne tra i 16 e i 70 hanno hanno subito violenza.
1 donna ogni 15 minuti.
Questo numero si può ridurre drasticamente. Come? Te ne parlo nella prima puntata di Donna Sicura il podcast dedicato che insegna alle donne a riconoscere, prevenire e combattere la violenza.