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  • Quest'anno l'export di beni italiani crescerà del 3,7% e nel 2025 del 4,5% raggiungendo i 679 miliardi di euro. A spingere la crescita l'innovazione tecnologica in tutti i settori. È quanto emenerge dal Doing Export Report 2024 di Sace, presentato oggi, che approfondisce le potenzialità di crescita dell'export italiano e le nuove rotte su cui le imprese devono puntare.  L'export crescerà nel 2024 per proseguire a un ritmo sostenuto nel prossimo triennio, con il ritorno a dinamiche di crescita simili a quelle pre-pandemia. A contribuire sarà anche il calo dell'inflazione e il conseguente progressivo taglio dei tassi di interesse, con un miglioramento delle condizioni finanziarie globali. Il valore in euro nel 2024 supererà i 650 miliardi mentre il prossimo anno raggiungerà i 679 miliardi. Si conferma il trend positivo anche per l'export nazionale di servizi, con una crescita media in valore del 4% nel 2024-2027, grazie anche al continuo sviluppo delle tecnologie digitali più avanzate (in particolare dell'intelligenza artificiale), che faranno da apripista a una nuova fase della globalizzazione. L'adozione di nuove tecnologie sta dettando l'evoluzione anche dei beni di consumo. Esportazioni in crescita, puntando sull'innovazione digitale, ma anche sulla transizione ambientale, per le imprese italiane nel prossimo biennio. A dirlo, a margine della presentazione del Doing Export Report 2024 di Sace a Milano, Alessandro Terzulli, chief economist di Sace. "Per usare un aggettivo che è ricorrente al nostro rapporto, vediamo delle prospettive brillanti. Chiaramente ci sono una serie di incognite, però noi siamo cautamente ottimisti. Prevediamo un più 3,7% per l'export italiano di beni in valore nel 2024, quindi a chiusura di questo anno, seguito da un più 4,5% nel prossimo anno. Questo che cosa vuole dire? Che partendo da 626 miliardi circa del valore di questo export nel 2023, a fine di 2025 arriveremo a un po' meno di 680, 679 per l'esattezza". Tra le geografie di destinazione ottime prospettive provengono da 14 Paesi in cui Sace è presente e verso cui lo scorso anno si sono diretti circa 80 miliardi di beni italiani, un valore che crescerà del 5,4% quest'anno e del 7% nel 2025: dall'Arabia Saudita ed Emirati Arabi Uniti a Singapore, passando per India, Vietnam e Cina; oltreoceano in Brasile, Colombia e Messico, per ritornare verso il Vecchio Continente con Serbia, Turchia e poi Marocco, Egitto e Sudafrica, "paesi che - si legge nel rapporto- si sono distinti per crescita, ambizione, trasformazione e alto potenziale". Approfondiamo il tema con Alessandro Terzulli, Capo economista di Sace.

    Beghe per le prime tre per capitalizzazzione a Wall Street: Apple e Microsoft con Bruxelles, Nvidia soffre un po' di realizzi

    Senza tregua. I fari dell'Unione Europea sono nuovamente puntati su Apple, che solo qualche giorno fa aveva annunciato che a causa delle stringenti regole imposte da Bruxelles, la sua nuova intelligenza artificiale (Apple Intelligence) non arriverà in Europa. Almeno non subito. Neanche il tempo di analizzare le conseguenze di questa decisione, che dall'Ue arriva notizia di una nuova indagine nei confronti del gigante di Cupertino. La Commissione Europea ha infatti informato Apple della sua opinione preliminare secondo cui le regole dell'App Store violano il Digital Markets Act (Dma), poiché impediscono agli sviluppatori di app di indirizzare liberamente i consumatori verso canali alternativi per offerte e contenuti. Un'indagine che suona un po' come una bocciatura, verso tutti gli sforzi fatti da Apple che da mesi sta cercando di adeguare i suoi sistemi operativi alle nuove regole europee. Oggi la Commissione Ue ha informato Microsoft della sua opinione preliminare secondo il gigante Usa ha violato le norme antitrust europee vincolando lo strumento per la comunicazione Teams ai prodotti Office 365 e Microsoft 365. Nella comunicazione degli addebiti, ulteriore passo nell'indagine avviata a luglio 2023, constata che Microsoft è dominante a livello mondiale nelle applicazioni di produttività 'software as a service' per uso professionale. E richiama il timore che almeno dall'aprile 2019 Microsoft abbia collegato Teams alle sue principali applicazioni Saas, limitando la concorrenza e difendendo la propria posizione di mercato. Se Apple e Microsoft hanno a che fare con il regolatore europeo, Nvidia va incontro a qualche difficoltà sul mercato. La società californiana produttrice di microchip, proprio grazie all'AI e diventata per un paio di giorni l'azienda quotata con il maggior valore al mondo, pari a 3,34 trilioni di dollari. Per poi rintracciare in questi giorni e tornare ad essere la terza dietro a Microsoft e Apple.  Oggi Nvidia Corp (+0,78%) tenta il rimbalzo dopo aver perso alla vigilia il 6,68%, dopo il -4% della scorsa settimana, la prima in negativo dopo otto rialzi consecutivi. Ne parliamo con Alessandro Plateroti,  Direttore di NewsMondo.it.

    Centromarca: "Governo favorisca fusioni e acquisizioni"

    Oggi si è svolta l'assemblea di Centromarca. L'analisi dei bilanci delle aziende aderenti a Centromarca mostra che tra il 2020 e il 2022 l'incidenza dei costi sostenuti per l acquisto di materie prime è cresciuta dal 54,5% al 57,8%. Energia elettrica, acqua e gas hanno visto il loro peso aumentare dall'1,3% al 2,4%. Gli extracosti sono stati in parte assorbiti nei conti economici e in parte trasferiti a valle con estrema gradualità. Per effetto della crescita dei costi l'utile netto complessivo è calato dal 5,5% al 4,6%. A una fase critica per la congiuntura e i mercati l'industria di marca, nel suo insieme, ha risposto mantenendo o potenziando gli investimenti. Il 6% delle entrate è stato destinato alla ricerca e allo sviluppo. Il 63% delle aziende ha aumentato gli impieghi in tecnologie digitali, come le piattaforme di e-commerce, l intelligenza artificiale e gli strumenti per la gestione dei big data. Oltre il 70% ha aumentato gli stanziamenti destinati alla sostenibilità, con focus sulla riduzione delle emissioni di anidride carbonica e sull'adozione di pratiche di economia circolare. "Abbiamo bisogno di una politica industriale che favorisca fusioni e acquisizioni, perché la taglia delle nostre imprese ci penalizza nel mercato globale". Lo afferma il presidente di Centromarca Francesco Mutti, secondo il quale "è fondamentale finalizzare le risorse pubbliche sui comparti strategici e creare le condizioni migliori per gli investimenti, in particolare quelli destinati alla digitalizzazione e allo sviluppo sostenibile". In generale competitività, innovazione, sostenibilità, legalità sono gli ambiti sui quali Centromarca ha richiamato l'attenzione del governo nel corso dell'incontro 'Geopolitica, società, innovazione - Scenari e priorità per l'Industria di Marca', promosso alla Triennale di Milano in concomitanza con l'assemblea dell'associazione. Approfondiamo il tema con Francesco Mutti, amministratore delegato di Mutti SpA e presidente di Centromarca.

    Confesercenti: con boom dell’online -5,2mld tasse in 10 anni

    In vista dei prossimi saldi, che partiranno il 6 luglio, Confesercenti ricorda che, nei primi tre mesi del 2024, ha visto registrare la scomparsa di 9.828 imprese, a fronte di un boom degli acquisti online. Con la riduzione dei negozi, si riduce anche la base imponibile per il fisco. Secondo le stime di Confesercenti, dal 2014 ad oggi, la desertificazione commerciale ha portato ad una perdita cumulata di 5,2 miliardi di euro di tasse negli ultimi dieci anni. A perderci, fisco centrale ed enti locali: del gettito sfumato, infatti, il 17,4% -910 milioni – sarebbe stato di IMU, il 12,6% – o 660 milioni di euro – di TARI, il 42,7% (2,24 miliardi) di Irpef, cui si aggiungono 223 milioni (il 4,3%) di addizionale regionale e comunale Irpef, 700 milioni di euro di Irap (il 13,4%) e infine 510 milioni di euro di altri tributi comunali (9,7% del totale). Previsione per andamento consumi di Confesercenti: Il rallentamento dell'inflazione e il taglio del cuneo fiscale sostengono la tenuta dei consumi: nel 2024, secondo le previsioni Confesercenti, la spesa media annuale delle famiglie dovrebbe attestarsi su 34.527 euro l'anno, con un aumento di +1.302 euro rispetto al 2023. Un salto però ancora 'amplificato' dalla crescita dei prezzi, che pure continua anche se più lentamente: in termini reali, infatti, la spesa media annuale delle famiglie prevista per il 2024 si riduce a 29.126 euro. Si tratta dunque di un risultato in lieve crescita (+288 euro in termini reali, circa il +1%) sul 2023, ma ancora distante dai numeri prepandemia: -1.604 euro (il -5,2%) di spesa annua in meno per famiglia rispetto al 2019. E' quanto emerge dal dossier Confesercenti e Cer "Commercio e consumi. Tra crescita nominale e decrescita reale". Ne parliamo con Patrizia De Luise, presidente nazionale Confesercenti.

  • Il governo giovedì ha dato il via libera al decreto legge sulle materie prime critiche e al disegno di legge sull economia dello spazio. «Due importanti provvedimenti legislativi che riguardano il futuro» ha commentato il ministro del Made in Italy Adolfo Urso.
    Il nuovo decreto per la promozione di materie prime strategiche allineerà l'Italia al Regolamento Europeo per garantire approvvigionamenti sicuri e sostenibili.
    Tra i punti: istituisce al Ministero dell'ambiente un unico punto di contatto per il rilascio dei titolo abilitativi sull'estrazione e sul riciclo di materie prime critiche. Iter celeri anche per il rinnovo delle concessioni, dimezzati (non devono superare i 10 mesi). Si parla anche dell'istituzione di un comitato tecnico e di royalties  per le concessioni minerarie. Intanto giovedì a Firenze Erion Compliance Organization ha presentato una ricerca che ha come focus proprio il problema della gestione dei rifiuti (a livello europeo) e la scarsità di risorse in Europa. Approfondiamo il tema con Danilo Bonato, Direttore di Erion Compliance Organization.

    Ue, Store di Apple viola mercato digitale: via a nuova indagine. La società: già apportato modifiche

    Senza tregua. I fari dell Unione Europea sono nuovamente puntati su Apple, che solo qualche giorno fa aveva annunciato che a causa delle stringenti regole imposte da Bruxelles, la sua nuova intelligenza artificiale (Apple Intelligence) non arriverà in Europa. Almeno non subito. Neanche il tempo di analizzare le conseguenze di questa decisione, che dall Ue arriva notizia di una nuova indagine nei confronti del gigante di Cupertino. La Commissione Europea ha infatti informato Apple della sua opinione preliminare secondo cui le regole dell App Store violano il Digital Markets Act (Dma), poiché impediscono agli sviluppatori di app di indirizzare liberamente i consumatori verso canali alternativi per offerte e contenuti. Inoltre, la Commissione ha avviato una nuova procedura di non conformità - sempre nei confronti di ì Apple - per il timore che i suoi nuovi requisiti contrattuali per gli sviluppatori di app di terze parti e gli app store, inclusa la nuova Core Technology Fee di Apple, non siano in grado di garantire l effettiva conformità al Dma. «Nessuna di queste condizioni commerciali consente agli sviluppatori di orientare liberamente i propri clienti. Ad esempio, gli sviluppatori non possono fornire informazioni sui prezzi all interno dell applicazione o comunicare in qualsiasi altro modo con i loro clienti per promuovere offerte disponibili su canali di distribuzione alternativi». Un'indagine che suona un po come una bocciatura, verso tutti gli sforzi fatti da Apple che da mesi sta cercando di adeguare i suoi sistemi operativi alle nuove regole europee. Nel primo pomeriggio è arrivata la risposta della società di Cupertino: «Nel corso degli ultimi mesi, Apple ha apportato una serie di modifiche per conformarsi alla Dma in risposta al feedback degli sviluppatori e della Commissione Europea. Siamo certi che il nostro piano sia conforme alla legge e stimiamo che oltre il 99% degli sviluppatori pagherebbe ad Apple commissioni uguali o inferiori in base ai nuovi termini commerciali che abbiamo creato», è il commento ufficiale. Intanto proprio l'azienda di Cupertino scende in campo con sempre più convinzione nella "battaglia" sull'intelligenza artificiale: secondo un rapporto del Wall Street Journal, il colosso americano starebbe discutendo anche con Meta la possibilità di integrare nei suoi sistemi l'IA della società di Mark Zuckerberg. Durante l'ultima conferenza per sviluppatori Wwdc 2024 che si è tenuta il 10 giugno, Apple ha svelato sia Apple Intelligence che una partnership con OpenAI per integrare ChatGpt sui sistemi operativi di Cupertino. Nel mentre però le regole UE rallentano Apple Intelligence. La società di Cupertino ha annunciato che ritarderà il lancio di alcune nuove funzioni di intelligenza artificiale perché le regole dell UE impongono di garantire che i prodotti e i servizi concorrenti possano funzionare con i suoi dispositivi. L azienda ha dichiarato che queste funzioni - Phone Mirroring, SharePlay Screen Sharing e Apple Intelligence - non saranno distribuite agli utenti dell UE quest anno. Ne parliamo con Alessandro Plateroti, nuovo Direttore di NewsMondo.it.

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  • Il mondo ha perso la bussola

    Il 31 maggio è uscito: "Il mondo ha perso la bussola", a cura di Mario Deaglio con i contributi di Giorgio Arfaras, Giuseppina De Santis, Paolo Migliavacca, Giuseppe Russo. L'antifragilità è una caratteristica che dovremmo riscoprire, a livello non solo personale ma anche politico. È la caratteristica per cui un sistema complesso come l'economia a fronte di squilibri inattesi, caotici, tipici di quando «si perde la bussola» riesce ad apportare adattamenti, a individuare le cause delle crisi e a volgere in positivo ciò che sta accadendo. Un sistema antifragile migliora quando è esposto a sfide: è la scommessa del nostro mondo postglobale. Ci sono ancora punti cardinali sicuri a cui guardare per orientarsi? Deaglio scandaglia temi e scenari del mondo postglobale in cui ci troviamo a vivere, alla ricerca di una nuova bussola, perché quando l'ago non punta verso una direzione precisa è il momento, per imprese, banche e governi, di guardare al proprio interno e di dimostrare la propria antifragilità. Dal livello dell istruzione che non cresce più a come cambia il modo di vivere, dalla guerra industriale (e pacifica) dell auto elettrica come metafora dei problemi europei, dalla Germania ormai panzer in riparazione all analisi di un mondo devastato dai conflitti: sono solo alcuni dei temi messi a fuoco dagli autori. Consapevoli che i meccanismi che ci hanno condotto ai decenni straordinari della globalizzazione si sono ormai inceppati, è necessario comprendere le sfide del nostro tempo e continuare a navigare con saggezza verso un futuro di crescita sostenibile.
    Ne abbiamo parlato con Mario Deaglio, docente Economia Internazionale Università di Torino.

  • «L’attribuzione di competenze aggiuntive alle regioni italiane comporta rischi per la coesione e per le finanze pubbliche». La Commissione europea boccia così l’autonomia differenziata, proprio nel giorno in cui il provvedimento è diventato legge. Nello Staff working document che accompagna le raccomandazioni specifiche per l’Italia e che mercoledì 19 giugno ha portato all’avvio della procedura d’infrazione per deficit eccessivo, l’esecutivo europeo spiega tutte le perplessità sul provvedimento. In un paragrafo dedicato al Mezzogiorno e alle sue potenzialità da «sbloccare», l’esecutivo Ue ricorda brevemente i termini della legge facendo riferimento al testo approvato in Senato a gennaio e al testo che fino all’altro ieri era in discussione alla Camera. «Mentre il disegno di legge attribuisce specifiche prerogative al governo nei negoziati con le regioni - sottolinea Bruxelles - esso non fornisce alcun quadro comune di riferimento per valutare le richieste di competenze aggiuntive da parte delle regioni. Inoltre - si legge ancora nel documento - poiché i LEP (Livelli essenziali di prestazioni) garantiscono solo livelli minimi di servizi e non riguardano tutti i settori, vi sono rischi di ulteriore aumento delle disuguaglianze regionali. L’attribuzione di poteri aggiuntivi alle regioni in modo differenziato aumenterebbe anche la complessità istituzionale, con il rischio di maggiori costi sia per le finanze pubbliche che per il settore privato». Ne parliamo con Gianni Trovati, Il Sole 24 Ore.

    La siccità continua a colpire la Sicilia

    In Sicilia è iniziato il periodo della grande sete: gli animali nei pascoli sono costretti a bere nelle pozze di fango, i turisti fuggono dai b&b rimasti a secco e nelle città si vive con il razionamento dell acqua. Gli invasi sono saturi di fanghiglia e la rete idrica è un colabrodo, ma la Meloni ignora Schifani: lo stato di emergenza è stato dichiarato dal governo solo a maggio e nell isola arriveranno 20 milioni a fronte dei 130 chiesti. La richiesta avanzata dalla giunta regionale presieduta da Renato Schifani era di 130 milioni subito e 590 nel lungo periodo. Il governatore forzista ha provato a rilanciare con l'istituzione di una "cabina di regia", per coordinare tutti gli interventi «mai fatti in passato». Ma il vento della protesta per la grande sete cresce giorno dopo giorno. Gli agricoltori di Caltanissetta si stanno organizzando con le autobotti, così come gli albergatori di Agrigento. L'unica alternativa sembrano davvero solo le autobotti private. Ma i costi sono insostenibili, fino a cento euro a viaggio. Proprio nel centro storico di Agrigento sono arrivate le prime proteste di turisti che erano ospiti di B&B, rimasti senza acqua per una settimana: sono andati via, interrompendo bruscamente i soggiorni. "Ma questa non è storia di oggi, il processo di desertificazione di certe zone della Sicilia va avanti ormai da trent'anni", prova a smorzare le polemiche l'ingegnere Gerlando Ginex, il dirigente dell'assessorato regionale dell'Energia e dei Servizi di pubblica utilità che tiene sotto controllo le 26 dighe siciliane. «In provincia di Caltanissetta e di Enna gli invasi si sono svuotati anche del 90 per cento», dice. Ne parliamo con Gerlando Principato, Assessore Lavori Pubblici al Comune di Agrigento.

  • Dopo la pausa dettata dalla crisi economica provocata dalla pandemia virale, la Commissione europea è tornata oggi, mercoledì 19 giugno, ad applicare pienamente le regole di bilancio. Ritiene quindi che l apertura di una procedura per deficit eccessivo per sette paesi membri, tra cui l Italia e la Francia, sia giustificata. Nel frattempo, entrambi i paesi sono riusciti a ridurre quelle vulnerabilità macroeconomiche che hanno segnato la loro economia in questi anni. Alla luce di questa valutazione e dopo aver preso in considerazione il parere dei direttori dei tesori nazionali, la Commissione europea intende proporre al Consiglio di aprire una procedura per disavanzo eccessivo per questi Stati membri in luglio. A differenza che in passato, Bruxelles non ha in questa circostanza precisato l ammontare delle correzioni di bilancio da introdurre fin dal 2025 per ridurre i deficit nazionali (in Italia, nel 2023, il disavanzo era pari al 7,4% del PIL). Secondo le nuove regole di bilancio appena entrate in vigore, i paesi con un deficit eccessivo devono presentare entro il 20 settembre un piano pluriennale di risanamento delle finanze pubbliche. Solo in autunno quindi Bruxelles specificherà l ammontare dell aggiustamento annuo necessario per rientrare nei ranghi. Per ora, si limita a raccomandare che la crescita della spesa netta nel 2025 sia coerente con l aggiustamento di bilancio richiesto dal nuovo quadro di governo economica. Abbiamo deciso di rinviare a novembre precisioni sull ammontare della correzione da introdurre nel 2025 per garantire coerenza con il percorso pluriennale di aggiustamento , ha spiegato un funzionario comunitario. La tempistica non esimerà i paesi dall introdurre manovre correttive nei bilanci dell anno prossimo. Invieremo questa settimana ai singoli paesi una ipotesi di traiettoria di aggiustamento dei bilanci in deficit eccessivo. Sapranno fin da ora quale correzione prevedere nel 2025. Le nuove regole contengono un aggiustamento minimo strutturale dello 0,5% per i paesi che hanno un deficit eccessivo. I piani di aggiustamento nazionale saranno di quattro o sette anni, a seconda se il governo deciderà di allungare il periodo di correzione introducendo investimenti e riforme. È presumibile che l ipotesi di traiettoria che verrà proposta dalla Commissione europea preveda un aggiustamento strutturale di circa 0,6% all anno su sette anni. Approfondiamo il tema con Gianni Trovati de Il Sole 24 Ore.

    Terza edizione del Gala del Farnese d Or, l'evento promosso dalla Chambre de Commerce Française en Italie 

    Domani nella splendida cornice dell'ambasciata di Francia in Italia si terrà la terza edizione del Gala del Farnese d Or, l evento promosso ogni anno dalla Chambre de Commerce Française en Italie con l'obiettivo di valorizzare i rapporti italo-francesi attraverso il prestigioso riconoscimento «Le Farnese d Or» conferito a personalità e aziende che si sono contraddistinte nel rafforzare il valore del legame tra Italia e Francia. Quest'anno i sei premiati - protagonisti dell'economia, della finanza e della cultura nei rapporti Italia-Francia - sono stati selezionati per la prima volta da una Giuria d'eccezione composta da Monica Bellucci, Renato Brunetta, Marie-Claire Daveu, Simone Marchetti e Claudia Parzani; guidati dall'imprenditore Santo Versace. Il presidente della Chambre de Commerce Française en Italie Denis Delespaul ha spiegato che: " In questo particolare momento storico dove assistiamo quotidianamente a incognite e pericoli è necessario valorizzare il rapporto Italia-Francia superando le politiche divergenti per focalizzare l attenzione sul comun denominatore di questi due Paesi fatto da radici storiche, economiche e culturali condivise. Italia e Francia sono l esempio di una collaborazione strategia proficua, come conferma un nostro recente sondaggio realizzato con Ipsos. Entrambe, infatti, godono di un orizzonte comune di interessi a livello nazionale ed europeo, il cui rafforzamento potrà originare benefici condivisi per entrambi. Sono entusiasta di essere giunto alla terza edizione del Farnese d Or, un occasione annuale per celebrare i rapporti tra i due Paesi e voglio ringraziare i premiati selezionati dalla Giuria per il contributo esemplare che offrono nel consolidare le nostre relazioni bilaterali. I rapporti tra Francia e Italia sono stretti e dinamici. I due paesi, che rappresentano insieme 127 milioni di cittadini europei e contribuiscono al 30% del PIL dell Unione europea, sono importanti partner commerciali l uno per l altro. Nel 2023, l'Italia è stata il quarto partner commerciale della Francia, mentre la Francia il secondo partner commerciale dell Italia, dopo la Germania. Inoltre, la Francia è il principale investitore in Italia, con un flusso di IDE (investimenti diretti all estero) di 80,1 miliardi di euro nel 2022. Ne parliamo con Denis Delespaul, presidente della Chambre de Commerce Française en Italie.

    Svimez, il Sud cresce più della media nazionale: +1,3% per il Pil nel 2023, non succedeva dal 2015

     Oggi è stato approvato il disegno di legge sull'Autonomia. Così la presidente del Consiglio Giorgia Meloni: "Abbiamo scelto fin dal primo momento di impegnarci per un'Italia più forte e più giusta, assicurando più autonomia, più coesione e più sussidiarietà, che rappresentano i cardini del disegno di legge sull'Autonomia differenziata, ossia l'esatto contrario delle logiche del passato incentrate su politiche meramente assistenziali, soprattutto nel Mezzogiorno". Di tutto altro avviso le opposizioni con il Pd che attacca e annuncia: "Insieme alle altre opposizioni, ai movimenti e alla società civile, siamo pronti a raccogliere da subito le firme per un referendum" che "sicuramente boccerà lo 'spacca Italia'". Intanto proprio oggi emerge il dato che il Sud cresce più della media nazionale. Nel 2023 il Pil del Mezzogiorno è aumentato dell 1,3% contro una media nazionale del +0,9% secondo le stime della Svimez. Non accadeva dal 2015. Altrettanto favorevole al Sud è la dinamica occupazionale. Gli occupati nel Mezzogiorno sono aumentati del +2,6% su base annua, più che nelle altre macro-aree e a fronte di una media nazionale del +1,8%. «Non si tratta di un anno isolato - sottolinea Luca Bianchi, direttore della Svimez - dal Covid in poi il Sud si è allineato al Centro-Nord e questo è dovuto al fatto che c è stata una risposta alla crisi diversa dalle precedenti, all insegna di politiche espansive e non dell austerity». «Con l'autonomia differenziata probabilmente non avremmo avuto una crescita così sostenuta», aggiunge Bianchi. «Il Sud - spiega - ha bisogno di investimenti e di una politica coordinata a livello nazionale, se non addirittura a livello europeo come per il Pnrr. L'autonomia, frammentando le politiche pubbliche, «porterà un progressivo disinvestimento nelle regioni del Mezzogiorno, deprivando dal potenziale di crescita il Sud e aumentando la dipendenza dell'economica del Nord dalla Germania». Ne parliamo con Luca Bianchi, Direttore di Svimez.

  • La produzione dei salumi italiani ha evidenziato nel 2023 una contenuta crescita in quantità e ha chiuso i dodici mesi attestandosi a 1,151 milioni di tonnellate da 1,143 dell anno precedente (+0,7%). In robusto aumento è risultato il valore della produzione salito a circa 9.168 milioni di euro (+7,2%) da 8.553 milioni del 2022, spinto dall inflazione e dagli aumenti dei costi di produzione, in particolare della materia prima. 2023 fra luci e ombre per gli scambi con i Paesi extra UE, che con invii di salumi italiani per 59.029 ton e 693,4 milioni di euro hanno registrato un +0,3% a volume e un +6% a valore, un risultato, questo, che eliminando la voce carni di suino salate e in salamoia registrerebbe solo un lieve ritocco (+0,4% in volume e +6% in valore). Nel corso del 2023 hanno registrato un calo a volume le esportazioni verso gli Stati Uniti, fermatesi a quota 16.844 ton (-3,8%) per un valore di 220,3 milioni di euro (+3,6%). Hanno chiuso in flessione in quantità anche le spedizioni di salumi verso il Regno Unito (-1% in volume ma +8,2% in valore con arrivi di salumi italiani per 16.610 ton e 205,7 mln di euro), quelle verso il Canada (-1,9% in quantità ma +6% in valore) e verso la Svizzera (-1,3% in quantità ma +1,8% in valore con arrivi per 5.514 ton e 97,3 mln di euro). Dopo i dazi da parte dell'Unione europea sulle auto elettriche cinesi, al momento la Cina ha aperto un'indagine sulla carne suina, ma un documento della Camera di commercio cinese a Bruxelles fa riferimento a carne, vino e formaggi. Nonostante il difficile contesto internazionale, il bilancio 2023 dell export caseario tricolore parla di un nuovo record, con volumi vicini alle 600 mila tonnellate e 4,9 miliardi di euro di fatturato realizzato all'estero: +5,7% e +11,6% sull anno precedente. È un trend consolidato: negli ultimi dieci anni, infatti, le nostre aziende hanno quasi raddoppiato le esportazioni di formaggi e moltiplicato per 2,3 il valore delle loro vendite all estero, portando la bilancia dei pagamenti in area stabilmente e fortemente positiva ( nel 2023, +2,3 miliardi, +15%). Ne parliamo con Lorenzo Beretta, presidente Assica (Associazione Industriali delle Carni e dei Salumi) e con Paolo Zanetti, presidente di Assolatte (Associazione Italiana Lattiero Casearia).

    Pnrr, decollano i lavori: 72.836 le gare bandite, aggiudicato il 57,2%

    Oggi scrivono sul Sole 24 ore, Manuela Perrone e Gianni Trovati, accelera l'avvio effettivo delle opere pubbliche finanziate dal Next Generation Eu. Ancora da chiudere gli appalti per 179.277 nuovi progetti, ma i Comuni sono vicini al traguardo. Il Governo italiano è ancora impegnato, a quasi sei mesi dalla richiesta, nel confronto con la Commissione sul raggiungimento dei 52 obiettivi di fine 2023, che danno diritto all incasso della quinta rata da 10,6 miliardi. E proprio oggi è iniziata a Roma l'ennesima visita periodica da parte dei tecnici dell Esecutivo comunitario, che resteranno nella Capitale fino a giovedì per fare il punto con i ministeri e i diversi «soggetti attuatori» sull'avanzamento del Piano e sulle prossime mosse. Dopo la lunga fase dominata dalla produzione normativa delle «riforme abilitanti», dalla concorrenza alla giustizia alla Pubblica amministrazione, ora il Pnrr è anche e soprattutto opere pubbliche: cantieri, che si aprono una volta esaurita la gestazione delle decine di migliaia di progetti che si sono candidati ai finanziamenti di Next Generation Eu. In questo contesto nasce il «Pnrr delle cose», il monitoraggio periodico realizzato da Sole 24 Ore e Ifel, l'Istituto per la finanza e l economia locale dell'Anci, per osservare, misurare e raccontare nel tempo quelle che saranno le realizzazioni concrete del Pnrr.  Fino alla fine del 2023, come certificato dalle relazioni semestrali del Governo al Parlamento sullo stato di attuazione del Pnrr, la spesa effettiva per gli investimenti finanziati dal Next Generation Eu si è rivelata decisamente più bassa rispetto alle ambizioni iniziali. Ora il contatore dei bandi è in aggiornamento continuo, ma l ultima estrazione mostra che le gare bandite sono salite a quota 72.836, e le aggiudicazioni sono 41.687 (il 57,2% rispetto ai bandi). In questo universo, i Comuni assorbono da soli 48.202 gare bandite e 29.166 aggiudicate, abbracciando quindi il 66,2% dei progetti e il 70% dei lavori avviati. Oltre al protagonismo nei numeri assoluti, i municipi mostrano un tasso di aggiudicazione (60,5%) più alto di quello medio (57,2%), e sono superati in questo aspetto solo dalle Province (61,7%) e dalle Asl (61,1%) dove però il numero di progetti partiti è infinitesimale (36).  Che cosa suggeriscono questi numeri? Due cose, essenzialmente. Che la spesa effettiva in conto capitale delle Pubbliche amministrazioni finanziata con il Pnrr dovrebbe aver raggiunto finalmente un ritmo consistente, che con ogni probabilità comincerà già a essere registrato dalla nuova Relazione governativa attesa in Parlamento prima della pausa estiva. E che però la strada ancora da compiere è molta: perché i 72.836 bandi di gara rappresentano solo il 28,9% dei progetti di opere pubbliche alimentate dal Pnrr con 117,4 miliardi di euro. Approfondiamo il tema con Manuela Perrone, Sole 24 Ore.

  • I prezzi delle nuove case in Cina scendono al ritmo più veloce degli ultimi 9 anni, segnalando ancora la grave crisi del settore immobiliare: a maggio, secondo l'Ufficio nazionale di statistica, il calo è stato del 3,9% annuo, contro il -3,1% di aprile, allungando la serie negativa a 11 mesi di fila fino a centrare il passo più pesante da giugno 2015 a dispetto dei vari stimoli varati dal governo. Gli investimenti nello sviluppo immobiliare, inoltre, sono scesi del 10,1% annuo nel periodo gennaio-maggio, ampliando il calo del 9,8% di gennaio-aprile, con gli investimenti immobiliari residenziali in calo del 10,6%. Cali dei prezzi sono stati registrati, ad esempio, a Guangzhou (-8,3% da -6,9% di aprile), Pechino (-1,8% da -0,5%) e Shenzhen (-7,4% da -6,7%). Allo stesso tempo, a Shanghai si è registrato il consolidamento del rialzo dei prezzi: +4,5% contro 4,2%. Su base mensile, a maggio il calo è stato dello 0,7%, da .0,6% di aprile. I prezzi delle nuove case nelle città di primo livello sono scesi dello 0,7% rispetto al mese precedente e del 3,2% su base annua, estendendo i cali di aprile. Una tendenza simile è stata registrata nelle città più piccole. Ne parliamo con Giuliano Noci, Professore ordinario in Ingegneria Economico-Gestionale, insegna Strategia & Marketing presso il Politecnico di Milano. Dal 2011 è Prorettore del Polo territoriale cinese dell'Ateneo milanese.

    Tensioni sugli spread, dove va la Bce?

    L'evento inatteso (le elezioni francesi) ha fatto scattare quello che sui mercati chiamano il fly to quality, con acquisti sul Bund tedesco e allargamento degli spread con i titoli di Stato dei Paesi periferici. A soffrire è stato soprattutto quello con l'Oat decennale francese che in una settimana è salito del 60% passando da 50 a quasi 80 punti, creando un effetto contagio sugli spread col Bund degli altri Paesi europei. Quando gli spread si allargano, a soffrirne in Borsa sono soprattutto i titoli delle banche che in settimana hanno accusato i ribassi più pesanti. In solo cinque sedute le 12maggiori banche europee hanno bruciato in Borsa 50miliardi di euro di capitalizzazione, guidate dal calo delle tre grandi francesi (-17 miliardi) seguite dalle spagnole (-13,5 miliardi) e dalle italiane (-11,5 miliardi). In Italia, Il debito pubblico detenuto in portafoglio dalle banche italiane è ai livelli minimi degli ultimi 4 anni. L'ammontare, pari a 632 miliardi, è leggermente superiore ai 628 miliardi detenuti a inizio 2020, prima del Covid; l'incidenza, però, si è ridotta passando dal 25,7 al 22 per cento. Questa variazione è facilmente spiegabile con il sensibile aumento del debito pubblico avvenuto dalla pandemia in poi. L'analisi del rapporto tra titoli di Stato detenuti dalle banche e il debito pubblico è contenuta un uno studio realizzato da sindacato dei bancari Fabi. La Bce potrebbe essere costretta a ricorrere allo scudo anti-spread per sedare gli attacchi speculativi all'Italia. il Tpi(Transmission Protecion Instrument) non è un pasto gratis: richiede quattro condizioni ai governi beneficiari, dal rispetto delle regole di bilancio all'assenza di squilibri macro, dalla sostenibilità del debito alle politiche fiscali in linea con le intese del Pnrr e le raccomandazioni della Commissione Ue. Approfondiamo il tema con Alessandro Plateroti, direttore Newsmondo.it.

    Deficit eccessivo, all'Italia servirà una correzione da 10 miliardi all'anno

    Dopo le elezioni europee, arrivano le procedure d'infrazione per deficit eccessivo e per l'Italia, e altri 10 Paesi che hanno sforato il limite massimo del 3% di deficit rispetto al Pil, compresa la Francia. Il percorso sarà aperto formalmente dalla Commissione Ue mercoledì 19, con la pubblicazione del consueto report sul rispetto dei vincoli su disavanzo e debito pubblico da parte degli Stati. Per la prima volta dalla sospensione del Patto di stabilità nel 2020 con il Covid sarà applicata in pieno la governance economica. E ora ci sarà il nuovo Patto, entrato in vigore il 30 aprile con una rivoluzione anche delle regole sul disavanzo eccessivo, oltre che sul controllo dei conti con le traiettorie di spesa. La domanda è come con questi vincoli i Paesi europei potranno finanziare sia gli impegni già presi per la "doppia transizione" (verde e digitale), che stimiamo in circa 200 miliardi all'anno, che quelli di cui si discute in ambito politico, dal sostegno all'Ucraina e la difesa comune agli investimenti per la competitività. Nessun dubbio sul fatto che per l Italia arriverà un responso di disavanzo eccessivo, visto un deficit a fine 2023 ai massimi Ue e al 7,4% del Pil, con l'attesa di Bruxelles che vada al 4,4% nel 2024 per risalire al 4,7% nel 2025 a politiche invariate. In altri tre Stati lo sforamento è relativamente contenuto (Cechia, Estonia e Spagna), e per due (Cechia e Spagna) rientrerà sotto il 3% già quest'anno ed è probabile che la Commissione valuti anche questo, oltre alle «condizioni rilevanti», riviste con il Patto inserendo ad esempio l'aumento della spesa pubblica per la difesa come elemento attenuante. Tra gli sconti strappati dall'Italia al negoziato, lo scorporo degli interessi sul debito nei primi tre anni di procedura. Dopo la relazione sul deficit eccessivo la Commissione presenta una proposta. È però cruciale il momento della raccomandazione allo Stato di intervenire per correggere la deviazione, che in caso di inadempienza può portare a sanzioni (anch'esse riviste nella riforma del Patto). La nuova governance economica fissa tutta una serie di criteri per ritrovare la sostenibilità di debito e deficit. Nella nuova procedura per disavanzo eccessivo impone una correzione per almeno lo 0,5% del bilancio strutturale per quanti sfondano la soglia del 3% del Pil (primario per i primi tre anni). Nelle scorse settimane è filtrata da fonti europee l'attesa che per l Italia si vada verso una richiesta di aggiustamento strutturale dello 0,5-0,6% del Pil su 7 anni, che corrisponde ad almeno 10 miliardi l anno. Arriva intanto l'allarme della Corte dei conti: su Fondi Ue più responsabilità, sono debito. L'Italia impegna una responsabilità finanziaria più complessa rispetto al passato nel prelevamento e nell'impiego dei fondi europei, "poiché una parte significativa di essi costituisce debito pubblico". È quanto afferma la Corte dei conti nella Relazione annuale sui rapporti finanziari tra l'Italia e l'Unione europea, approvata dalla Sezione affari europei e internazionali. "Malgrado l'imponente sforzo di fiscal policy del Quadro finanziario pluriennale (Qfp) 2021-2027 - si legge nel documento - le nuove emergenze geopolitiche e le pressioni inflazionistiche sopraggiunte hanno sottoposto a tensioni il bilancio dell'Unione europea, imponendo rilevanti correzioni per il reperimento e la destinazione di nuove risorse, con un conseguente ripensamento delle priorità". Ne parliamo con Gianni Trovati, del Sole 24 Ore.

  • Borse ancora in rosso tra post elezioni e banche centrali, Milano tocca -3%. Spread sfiora i 160 punti

    L incertezza dovuta alle elezioni europee e i dubbi sulla politica monetaria delle banche centrali continuano a penalizzare le Borse europee che viaggiano in rosso a metà seduta. Le performance più negative sono nuovamente quelle registrate dal FTSE MIB -3,22% di Milano e dal CAC 40 -2,82% di Parigi, anche se passano in rosso anche gli altri indici continentali, che complessivamente si avviano a chiudere la peggiore settimana da ottobre. La possibilità che in Francia il Rassemblement National vada al governo dopo le elezioni anticipate in calendario a fine mese, mettendo a rischio la tenuta del bilancio pubblico e dell euro, continua a mettere inoltre sotto pressione i titoli di Stato transalpini, con lo spread tra Oat e Bund salito sopra quota 70 punti base. In giornata ha presentato il suo programma elettorale di rottura anche l alleanza di sinistra del Nuovo fronte popolare. I punti comprendono una riforma delle pensioni e un aumento del salario minimo a 1.600 euro e potrebbero contribuire a innvervosire i mercati in caso di vittoria. Il mercato continua poi a guardare alla Fed dopo il nuovo dato incoraggiante sul fronte dell inflazione (prezzi alla produzione sotto le attese), che potrebbe convincere la banca centrale Usa ad adottare posizioni più accomodanti. Al momento la Federal Reserve prevede un solo taglio dei tassi di interesse di 25 punti base da qui a fine anno. Sull obbligazionario italiano, è in rialzo lo spread tra BTp e Bund. Il differenziale di rendimento tra il BTp decennale italiano di riferimento e il pari scadenza tedesco si è allargato a 156 punti dai 145 del closing di ieri. Stabile, invece, il rendimento del BTp decennale benchmark al 3,94%, invariato rispetto al riferimento precedente.  Tra i principali titoli di Piazza Affari sono deboli le banche, con Banca Monte Paschi Siena -5,68%  Unicredit -6,11%  Bper Banca -5,43%  e Banco Bpm -4,22%  tra le peggiori del listino. Vendite anche su Leonardo -5,32%  e Stellantis -4,26%  , il giorno dopo l'Investor Day che ha visto la conferma dei target 2024. Ne parliamo con Alberto Grassani, Il Sole 24 Ore.

    Prezzi, la top ten dei rincari: voli internazionali +132,3% rispetto al pre-crisi, l olio raddoppiato in tre anni

    I voli internazionali sono cresciuti del 132,3% rispetto ai prezzi pre-crisi, il  gas del 50,2%, la luce del 39,5%. L'Unione NazionaleConsumatori ha elaborato i dati Istatdell'inflazione di maggio resi noti il 31 maggio per stilare non solo la tradizionale top ten dei rincarimensili e annui, ma anche la classifica dei maggiori rincari rispetto al periodo pre-crisi, ossia rispetto a metà 2021, prima che l'inflazione iniziasse a decollare. In questi anni, in testa ai rialzi tendenziali si sono alternati svariati prodotti. L'olio di oliva per esempio è in testa ininterrottamente agli aumenti annui da settembre 2023 a oggi, ma prima, da aprile 2023 ad agosto 2023, è stata la volta dello zucchero, prima ancora si sono stati i voli nazionali, l'energia elettrica del mercato libero e così via. Ma quali di questi tanti prodotti, dopo vari saliscendi, vince la classifica di questi 3 anni di incrementi astronomici? I voli internazionali rispetto a maggio del 2021 decollano del 132,3%, mentre la medaglia d'argento va all'olio di oliva che in 3 anni è quasi raddoppiato di prezzo (+93,5%). Sul gradino più basso del podio i voli nazionali con +55,1%. Al quarto posto lo zucchero (+51,6%), poi il gas (+50,2%), il riso(+45,1%), al settimo posto le patate (+43,3%), poi alberghi motel e pensioni (+41,5%) ed energia elettrica (+39,5%). Chiudono la top ten i gelati con +37,8%. Approfondiamo il tema con Mauro Antonelli, responsabile ufficio studio dell'Unione Nazionale Consumatori.

  • Tassi fermi negli Usa. Il comitato di politica monetaria (Fomc) della Fed non ha smentito le attese e ha lasciato i Fed funds rates fermi al 5,25%-5,50%, il livello più alto dal 2001, e ha indicato come scenario una stretta più lenta rispetto a quella disegnata a marzo. Il taglio nel corso del 2024 sarà infatti solo uno, da un quarto di punto. "I recenti indicatori suggeriscono che l'attività economica ha continuato a espandersi a una velocità solida. I progressi sul mercato del lavoro sono rimasti solidi e il tasso di disoccupazione basso. L'inflazione ha rallentato nell'ultimo anno ma resta elevata. Negli ultimi mesi ci sono stati progressi modesti verso l'obiettivo del 2%". Le decisioni continueranno a essere prese «riunione dopo riunione», sulla base dei dati. Ma la chiave, ha detto in conferenza stampa il presidente Jerome Powell, resta il mercato del lavoro: «Osserviamo ovviamente il mercato del lavoro e l'economia nel suo insieme, ma il mercato del lavoro in modo molto attento» e «vediamo - ha detto il presidente - un raffreddamento graduale, un graduale movimento verso un miglior equilibrio»: «Le retribuzioni - ha poi aggiunto - si muovono ancora a un ritmo superiore a quello sostenibile, che sarebbe quello del trend dell'inflazione e quello del trend della produttività». Gli analisti di Mps fanno notare però che «il governatore Powell ha provato a stemperare i toni, precisando come molti membri solitamente non aggiornino le proprie stime se un dato viene pubblicato durante la riunione e che si tratta di assunzioni conservative. Considerando che sette membri aspettano un taglio, otto se ne aspettano due e quattro nessuno, se ne deduce che il board è diviso e basta poco per passare da uno a due tagli». Il mercato si sta orientando verso questa seconda idea. Intanto in chiaroscuro Wall Street, dopo un altro dato positivo sull'inflazione. A sorpresa, infatti, i prezzi alla produzione in Usa sono calati in maggio dello 0,2% (un segnale di raffreddamento dell'inflazione utile per la Fed?) e le richieste dei sussidi di disoccupazione sono saliti di 13.000 unità a quota 242.000, ai massimi dalla seconda settimana di dell'agosto 2023. Il dato è superiore alle attese degli analisti, che scommettevano su quota 225.000. Ne parliamo con Franco Bruni, ex docente economia monetaria internazionale università Bocconi, presidente ISPI.

    Tecnocasa: il mercato immobiliare rallenta

    Secondo le analisi dell'Ufficio Studi Tecnocasa afferma Fabiana Megliola, Responsabile Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa il mercato immobiliare nel secondo semestre del 2023 è contrassegnato da stabilità, maggiore riflessione e prudenza rispetto all'acquisto, ma anche aspettative ottimistiche per l'atteso ribasso dei tassi di interesse. Gli investitori continuano a indirizzarsi sul mattone e le percentuali sono in crescita: i dati relativi alle compravendite gestite dalle agenzie del Gruppo Tecnocasa evidenziano, infatti, un aumento della percentuale di chi acquista per investimento: passa dal 18,2% del secondo semestre del 2022 al 19,5% dello stesso periodo del 2023. Riscontriamo, in alcune realtà e sebbene ancora marginalmente, una maggiore prudenza da parte degli investitori che desiderano praticare affitti brevi. I dati diramati dall'Agenzia delle Entrate, relativi alle compravendite immobiliari del 2023, registrano 709.591 transazioni con una decrescita del 9,7% rispetto all'anno precedente. Dopo il risultato brillante del 2022, si confermano dunque le aspettative di ridimensionamento dei volumi di compravendita che restano su numeri interessanti e ci restituiscono un mercato comunque dinamico. I prezzi delle case sono stabili nella seconda parte del 2023, in particolare nelle grandi città che registrano un +0,1% con alcune realtà in controtendenza: Bari (-2,0%), Genova (-0,6%) e Palermo (-0,4%), Bologna (-0,1%). Milano mette a segno un +0,1%, Roma registra valori stabili. Anche nell'hinterland delle metropoli si segnala una crescita dello 0,1% con quello di Milano che mette a segno l aumento più significativo (+2,2%) seguito da quello di Verona (+0,9%) +0,1% l aumento dei prezzi nei capoluoghi di provincia con dinamiche diverse tra nord, centro e sud Italia: nella prima realtà si segnala un incremento dei valori dello 0,8%, mentre in centro e sud Italia i valori sono in ribasso rispettivamente dello 0,4% e dello 0,6%. I prezzi delle nuove costruzioni crescono con lo stesso ritmo del semestre precedente: (+0,6%), nell'hinterland delle grandi città l'aumento è dell'1,2%, nei capoluoghi di provincia dello 0,7%. Solo il 6,6% delle compravendite realizzate attraverso le agenzie del Gruppo Tecnocasa ha interessato immobili di classe A e B. Approfondiamo il tema con Fabiana Megliola, Resp Ufficio Studi Gruppo Tecnocasa.

    Dopo le europee, Governo tra debito e patto di stabilità

    Anche oggi le Borse più negative sono Milano e Parigi, che cedono l'1,2%, con Francoforte che perde l'1,1%. Il rendimento del Btp a 10 anni prova a tornare a quota 4% (si trova a metà giornata al 3,97%) con un aumento di circa cinque punti base rispetto all'avvio. Il paradosso però è che in Italia, a differenza della Francia, raramente si è vista una stabilità politica come in questo momento. Ancor prima che la sconfitta di Macron proiettasse la sua ombra sul governo francese e i suoi titoli di Stato, gli hedge funds avevano, infatti, aperto la caccia al ribasso sui debiti dell'Eurozona. Se si somma il valore di tutti i titoli europei presi a prestito, con l'intenzione di venderli e poi restituirli, guadagnando sul prezzo minore pagato per recuperarli sul mercato (il meccanismo di speculazione più semplice), si arriva, secondo Standard&Poor's, a 413 miliardi di euro, il volume di fuoco al ribasso più alto dagli ultimi mesi della pandemia e, comunque, degli ultimi due anni. Ma se i mercati finanziari europei ballano, è sempre l'Italia ad occupare la prima fila del palcoscenico: le scommesse al ribasso contro il nostro Tesoro, da gennaio ad oggi sono aumentate del 38 per cento. Ci sono oltre 50 miliardi di euro (2 in più solo a maggio) puntati contro i Btp. La tempesta post-elettorale investe, in altre parole, una situazione già fragile. Il progressivo smantellamento della rete di protezione della Bce sui debiti dei paesi europei, lo stesso taglio dei tassi, che riduce la domanda ordinaria di titoli, rendendoli meno appetibili. E, soprattutto, il ritorno del Patto di stabilità che non può non registrare gli sforamenti a ripetizione dei nuovi limiti di disavanzo e di debito, rendendo inevitabili le procedure d'infrazione e le conseguenti diffidenze dei mercati. E, a guardare i prossimi mesi, si incontra un altro paradosso, ancora più preoccupante per il governo di Roma. Le elezioni di domenica consegnano a Giorgia Meloni un panorama più denso di amici o, comunque, di capitali in cui i suoi amici contano di più. Ma difficilmente cambieranno, in questa direzione, gli equilibri al vertice della Ue e nella Commissione che dovrà esaminare i conti italiani. E, ancora una volta, come già avvenuto sulla immigrazione, Giorgia Meloni rischia di misurarsi con un vicolo cieco inaggirabile: se dovesse avere bisogno di solidarietà, non saranno i governi o i movimenti dell'Europa più nazionalista da Wilders all'Afd alla Le Pen i più pronti a dargliene. In realtà un'altra opzione alla rigida dei conti c'è eccome, coma ha scritto ieri sul Sole 24 Ore Gustavo Piga. Ed è quella che consente ai singoli Paesi di praticare politiche fiscali espansive in autonomia. Questa scelta, attualmente disponibile, sarebbe capace non solo di ravvivare le attuali magre statistiche europee del Pil ma di mettere anche in sicurezza il rapporto debito/Pil dei Paesi più a rischio. L'Italia è una controprova di ciò: nel secondo decennio del secolo, costretta dall'austerità a ridurre i suoi deficit, ha visto il debito/Pil crescere di 30 punti percentuali; mentre nei soli due anni di questo secolo in cui abbiamo recuperato dinamismo rispetto alla media europea, il 2022 e 2023, grazie a una crescita maggiore dell'1% generata da una politica fiscale generosa, il debito/Pil è calato. Oggi, 2024, che quelle politiche si interrompono per tornare austere, il debito risale nuovamente. Vero è che l'espansione via ecobonus non fu la politica ideale per sostenere credibilmente la crescita: bisogna spendere meglio. Dove? È evidente: la relazione della Banca d'Italia mostra come la nostra Pa è la più vecchia, la meno numerosa, la meno permeata di laureati e la più dominata da giuristi d'Europa, mentre nell'ultimo decennio, a causa dell'austerità, stipendi di docenti e insegnanti sono diminuiti rispettivamente dell'8,7% e del 14,8%. Partire da investimenti in capitale umano finanziati in deficit potrebbe avviare l'atteso sviluppo, mettendo in sicurezza il debito/Pil. È altrettanto ovvio come questa terza opzione, di maggiore autonomia, non rassicuri i nostri partner europei. Ma possiamo proporre ad essa delle restrizioni: come nel Pnrr, ci si accordi con la Ue affinché tali scelte di maggiore spesa siano vincolate a controlli europei di qualità, con precisi milestone e target, soddisfatti i quali, si potrà continuare a spendere per il bene del Paese e per la salvezza della "mortale" Europa. Ne parliamo con Gustavo Piga, docente politiche economiche università di Roma Tor Vergata, editorialista Sole 24 Ore.

  • Il progetto della Gigafactory di Termoli, in capo ad Acc (la joint venture tra Stellantis, Mercedes e Total Energies), come emerso qualche giorno fa e poi ufficialmente confermato ieri, durante l'incontro al Mimit, «è posposto». Lo ha comunicato Benoit Torres, vice president del progetto Termoli. L'introduzione di nuove chimiche di celle a basso costo nello stabilimento italiano - uno dei tre annunciati da Acc, accanto al polo in Germania e a quello in Francia, già operativo - impone necessari aggiustamenti rispetto al timing dell'avvio dei lavori di costruzione. A pesare sulla decisione di "prendersi una pausa" sono due ordini di fattori, il rallentamento del mercato dell'elettrico in tutta Europa, che spinge i player dell'automobile a rivedere piani e progetti di investimento, e la scelta di focalizzare a Termoli la produzione di batterie a basso costo, tecnologia, dice l'azienda, non ancora a punto. Il primo modulo produttivo era previsto al 2026, uno slittamento è scontato. I rappresentanti dei lavoratori lanciano un alert pesante sulla futura gigafactory di Termoli e ragionano su una possibile mobilitazione, dopo le assemblee di venerdì prossimo. «Il progetto di costruzione della gigafactory a Termoli non è semplicemente rinviato di qualche mese, ma sospeso per lo meno fino alla fine dell'anno, senza alcuna certezza per il futuro» scrivono in una nota i sindacati metalmeccanici Fim, Fiom, Uilm, Ugl e Fismic, accanto all'Associazione Quadri. «È questa una situazione che come sindacati non possiamo accettare e per cui abbiamo chiesto a Governo e Regione Molise di intraprendere una azione comune finalizzata ad ottenere chiarezza da ACC e dalla stessa Stellantis». Ne parliamo con Filomena Greco, de Il Sole24Ore.

    Ue, dazi fino al 48% sull'auto elettrica cinese. Ira di Pechino e Berlino tifa contro

    Dopo una indagine durata nove mesi, la Commissione europea ha preso atto della concorrenza sleale sul mercato europeo da parte dei produttori cinesi di auto elettriche. L'esecutivo comunitario ha quindi proposto di imporre dazi aggiuntivi fino al 38% sui veicoli importati nell'Unione europea (che sommano ai dazi al 10% già previsti). La concorrenza sleale si traduce nei fatti in sussidi pubblici a favore di questi produttori, capaci di vendere in Europa al di sotto del prezzo di produzione. «La Commissione europea – si legge in una dichiarazione pubblicata oggi, mercoledì 12 giugno - ha comunicato alle parti interessate il livello dei dazi compensativi provvisori che intende imporre sulle importazioni di auto elettriche dalla Cina (…) I dazi individuali che la Commissione europea intende applicare ai tre produttori cinesi del campione saranno del 17,4% per la società BYD, del 20% per la società Geely e del 38,1% per la società SAIC. «Gli altri produttori cinesi di auto elettriche, che hanno collaborato all'inchiesta ma non sono stati inseriti nel campione, saranno soggetti al seguente dazio medio ponderato del 21%», ha precisato l'esecutivo comunitario. «Parallelamente, la Commissione europea ha contattato le autorità cinesi per discutere di questi risultati e dei possibili modi per risolvere la questione». Fino all'ultimo l'ammontare dei dazi è stato in forse. La Germania avrebbe voluto che Bruxelles allineasse i dazi europei a quelli cinesi. Salvo sorprese, il ministro dell'Economia tedesco Robert Habeck dovrebbe recarsi a Pechino la settimana prossima per tentare di raffreddare le tensioni con la controparte cinese. Approfondiamo il tema con Fabio Scacciavillani, economista, e con Alberto Annicchiarico de Il Sole 24 Ore.

  • Apple ha concluso un accordo con OpenAI: ChatGPT arriva su iPhone, iPad e Mac. L'annuncio è stato dato ieri alla conferenza degli sviluppatori (WWDC, Worldwide Developers Conference) più attesa degli ultimi anni. Tante novità per il colosso di Cupertino. La partita dell'intelligenza artificiale, che ha rivitalizzato il titolo di Microsoft e spinto oltre ogni immaginazione quello di Nvidia, per Apple è ancora tutta da giocare. E per una società che ha fatto dell innovazione la sua carta vincente, l argomento è irrimandabile. Il produttore di iPhone ha svelato i nuovi sistemi operativi per tutti i suoi dispositivi, a partire da iOS 18, che girerà sugli smartphone di casa Apple a partire dal prossimo autunno, fino a WatchOS 11 e all arrivo (attesissimo) di una calcolatrice su iPadOS. Potente, intuitiva, integrata, personale e privata: così ha presentato Tim Cook il «prossimo grande step di Apple», cioè Apple Intelligence. Le novità: notifiche basate sul contesto, miglioramenti alla scrittura, generazione di immagini, tasking tra applicazioni, Private Cloud. Con l'arrivo di Apple intelligence, molte novità riguarderanno Siri. L'assistente virtuale sarà in grado di rispondere a «migliaia di domande» su come utilizzare il tuo dispositivo Apple, è stato detto durante il keynote. Ma anche di eseguire azioni particolari, come inviare un articolo da Apple News a un thread di gruppo in Messaggi. Anche le app di terze parti saranno in grado di sfruttare alcuni dei miglioramenti di Siri. Lo stesso contesto personale ampiamente pubblicizzato da Apple arriverà anche su Siri, permettendogli di attingere a una più ampia gamma di informazioni e dati sul tuo dispositivo. Nel frattempo Elon Musk ha dichiarato: «Se Apple integra OpenAI a livello di OS», il suo sistema operativo, «allora i dispositivi di Apple saranno vietati nelle mie aziende. Questa è un inaccettabile violazione di sicurezza».
    Ne parliamo con Alessandro Plateroti, direttore Newsmondo.it

    Elezioni europee: le prospettive e i nuovi equilibri dopo il terremoto in Francia e Germania

    Se l'avanzata dell estrema destra, annunciata dai sondaggi, non ha sconvolto troppo gli equilibri politici che hanno governato negli ultimi 20 anni l europarlamento, ritmati dall alleanza più o meno stabile tra popolari, socialisti, liberali e verdi. Non si può dire lo stesso per i governi di due dei tre grandi Paesi dell'Unione: Francia e Germania. L onda d urto ha travolto infatti la presidenza di Emmanuel Macron e messo in seria difficoltà il cancelliere Olaf Scholz facendo retrocedere il suo partito al terzo posto. In Germania, con il record di affluenza dalla riunificazione, l Afd, l estrema destra tedesca con acclarate tinte naziste, ha fatto un balzo di 11 punti rispetto al 2019 è arrivata al 16,5% sorpassando la Spd di Scholz, che ha perso 2 punti scendendo al 14%. Sconfitta in ottica di governo ancor più bruciante in quanto si aggiunge alla secca sconfitta dei Verdi che scendono al 12% e perdono 9 seggi a Strasburgo (da 25 a16). Solo i liberali, terzo partner della coalizione di Governo, tengono. Mentre l'Unione cristiano-democratico e sociale (Cdu-Csu), il principale partito di opposizione tedesco, si classifica prima con il 30,0%. Per ora il governo dice di voler andare avanti ma sicuramente Scholz esce fortemente ridimensionato da questa tornata elettorale. Se Sparta piange, Atene non ride. Per Macron infatti, il secondo giorno dopo le elezioni, è ancor peggio del primo. La sorpresa non è stata l avanzata del Rassemblement National di Marine Le Pen ma il suo indiscutibile trionfo: con il 32% dei voti, ha guadagnato 10 punti rispetto alle europee del 2019 ma soprattutto ha distanziato di oltre 16 punti il partito di Macron, fermo al 15,2, meno della metà, e appena sopra il 14% dei socialisti risorti sotto la guida di Raphael Glucksmann. A valle di questi risultati e dopo lo scioglimento dell'Assemblea, oggi si è subito rotto il campo repubblicano immaginato da Emmanuel Macron. Il leader dei Républicains, Eric Ciotti, ha fatto trapelare l intenzione di stringere un accordo elettorale con la destra radicale del Rassemblement national. La proposta ha generato molti malumori tra le fila dei neogollisti (alcuni dei quali potrebbero a questo punto passare con la coalizione del presidente, Ensemble), ma rappresenterebbe, se finalizzata, un elemento di grande novità nel panorama politico francese. Un intesa sarebbe la fine della conventio ad excludendum di Rn e dei lepeniani, che vedono così premiato il lungo percorso di dédiabolisation, in cui hanno rinunciato alle proposte più radicali come l uscita della Francia dall euro o addirittura dall Unione europea e alle idee più controverse, come la teoria della sostituzione etnica. Sempre più probabile quindi che il 30 giugno Rassemblement national possa avere una forte maggioranza, ipotesi che potrebbe avere conseguenze dirette anche sulla politica italiana ed europea. L'inchiostro sul nuovo Patto di stabilità è ancora fresco. E Francia e Italia saranno le osservate speciali fin dalle prossime settimane, quando la Commissione europea proporrà che entrambe entrino in procedura per deficit eccessivo dati i loro conti pubblici del tutto fuori rotta. In teoria in settembre entrambi i Paesi dovrebbero presentare seri e stringenti piani di risanamento. Ma voi immaginate un ministro dell Economia lepenista accettare un decreto di Emmanuel Macron che alzi le tasse o tagli la spesa? O immaginate il presidente francese che si carica del rischio politico di un simile decreto, mentre il suo stesso governo protesta? Piuttosto, è verosimile che l Italia cerchi di mettersi in scia alla Francia per cercare di scucire le giunture del nuovo Patto di stabilità appena assemblato, e così farla franca. Roma spera sempre di poter evitare, in qualche modo, una legge di bilancio restrittiva. Ma non è detto che una simile strategia sarebbe un pranzo di gala. Intanto perché la Banca centrale europea non darebbe più l attuale copertura al debito italiano, se l Italia non si attiene alle nuove regole di bilancio. Inoltre il recente declassamento della Francia da parte di Standard & Poor s ricorda che la lunga luna di miele dei mercati può sempre finire. Come dimostra l'andamento del listino di Parigi nelle ultime 48 ore.
    Ne parliamo con Daniel Gros - direttore dell'Institute for european policy making della Bocconi, e Adriana Cerretelli, editorialista Sole 24 Ore Bruxelles.

  • Esce dalle urne indebolita ma non travolta la maggioranza popolare-socialista-liberale che ha governato l'Unione europea negli ultimi cinque anni. Le proiezioni elettorali pubblicate nella notte hanno mostrato una tenuta del centro, rispetto ai partiti più estremisti, lasciando presagire una conferma di Ursula von der Leyen alla guida della Commissione europea. Dietro ai risultati a livello continentale, si nasconde la pesante sconfitta politica dei governi in Germania e Francia.

    Gli scenari: I dati vanno presi con cautela. Non solo perché non sono definitivi, ma anche perché rispecchiano la composizione dei gruppi nella legislatura che si è appena chiusa. Non possiamo escludere cambiamenti. I gruppi dovranno riunirsi da qui alla prima riunione plenaria del nuovo parlamento, attesa a metà luglio, per sancire la loro nuova composizione. Su alcuni partiti corrono non poche voci: la N-VA belga potrebbe lasciare i conservatori per approdare con i popolari, per esempio.

    Oltre a un possibile rimpasto tra i gruppi parlamentari esistenti, ci sarebbero circa 100 deputati che per ora non siedono in alcuna formazione politica. Tra questi, i deputati di Fidesz, il partito nazionalista del premier ungherese Viktor Orbán. Alcuni di questi potrebbero rimanere tra i non-iscritti, altri potrebbero invece approdare in uno dei gruppi. Ricordiamo che per formare un gruppo parlamentare sono necessari almeno 23 deputati provenienti da almeno sette Paesi membri.
    Anche perché il premier ungherese ha subito una battuta d'arresto: Fidesz, partito al governo in Ungheria, si è piazzato primo con il 43,7% dei voti ma in calo di circa otto punti percentuali rispetto a cinque anni fa. Fa incetta di voti Tisza, partito dell'ex dirigente di Fidesz, Peter Magyar, divenuto nel giro di poche settimane l'astro nascente dell'opposizione nel Paese: Tisza si è aggiudicato il 31,07% dei consensi.
    Ne parliamo con Sergio Nava, Radio24, e Giulio Sapelli, Università Statale Milano.

    Elezioni Italia, amministrative ed europee

    In Italia, ieri e l'altroieri, si è votato sia per le Europee sia, in alcune parti del Paese, per le amministrative.  Alberto Cirio si conferma governatore del Piemonte, mentre Firenze e Bari si preparano per il ballottaggio tra candidati di centrosinistra e centrodestra. A Cagliari e a Bergamo il centrosinistra vince al primo turno.
    Ne parliamo con Valentina Furlanetto, Radio24.

    Borse in calo dopo voto Ue. Rendimenti BTp al top, incertezze Francia-Germania

    Seduta in netto calo le Borse europee all indomani della tornata elettorale per rieleggere i rappresentati del Parlamento europeo, che ha visto un avanzata dei partiti di estrema destra, anche se ha resistito la maggioranza Ursula , ovvero l alleanza popolare-socialista-liberale che ha governato l Unione europea negli ultimi cinque anni. Così il FTSE MIB -0,76% di Milano cede circa un punto, mentre poco meglio fanno il DAX 40 -0,60% di Francoforte, l IBEX 35 -0,61% di Madrid e l AEX -0,21% di Amsterdam. Il CAC 40 -1,81% di Parigi è il peggiore, con un ribasso arrivato anche oltre i 2 punti e le grandi banche a pagare il conto più salato (Credit Agricole cede oltre 4 punti, Bnp Paribas e Societe Generale più di 6 punti), dopo che il presidente francese Emmanuel Macron ha deciso di sciogliere l Assemblea Nazionale e chiesto un voto anticipato a seguito della vittoria schiacciante del partito di estrema destra di Marine Le Pen. In giornata non sono attesi dati macroeconomici di rilievo, mentre in settimana gli investitori guarderanno in particolare all inflazione americana, che sarà diffusa mercoledì, e alla riunione della Federal Reserve in calendario per lo stesso giorno, a cui seguirà la conferenza stampa del presidente Jerome Powell. Venerdì chiuderà la settimana la riunione della BoJ, da cui i mercati non attendono scossoni alla politica monetaria. A Milano, in un listino colpito dalle vendite, accusano i cali più consistenti Stellantis e Stmicroelectronics -1,07% , in discesa anche a Parigi. Pesante anche Telecom Italia -2,07% . Sul fronte opposto, tengono, Leonardo +0,33% , Tenaris +0,77% e Banca Monte Paschi Siena -1,16% . Fuori dal paniere principale, si accende la quotazione di Saes Getters +1,83% con l incremento del corrispettivo dell offerta pubblica di acquisto totalitaria, promossa da S.G.G. Holding, da 26,3 a 28,0 euro per ciascuna azione Saes Getters.
    Ne parliamo con Morya Longo, Il Sole 24 Ore.

  • Evasione tra gli autonomi. E i nodi post europee per il governo

    Ieri Il Sole 24 Ore con Marco Mobili e Gianni Trovati ha disegnato una mappa del rischio evasione partendo dalle dichiarazioni dei redditi delle partite Iva. Dalle tabelle sterminate pubblicate nei giorni scorsi dal dipartimento Finanze (Sole 24 Ore del 30 maggio) emerge infatti una sorta di classifica della tendenza al nero, costruita in base alla quota di contribuenti che in ogni categoria non riesce a raggiungere nelle pagelle fiscali il voto «8»: cioè la soglia minima che secondo l'amministrazione finanziaria indica l'«affidabilità» della dichiarazione.  Nell 84 percento delle categorie monitorate dalle pagelle fiscali più di metà dei contribuenti ha presentato dichiarazioni «inaffidabili». Fra le platee più a rischio: lavanderie, auto a noleggio, ristoranti, panetterie, bar, pasticcerie, macellerie, ma anche negli impianti sportivi e nei centri che gestiscono l'assistenza domiciliare di anziani e disabili.  Tra chi, invece, occupa le posizioni di fondo, dove si concentrano le poche categorie in cui le pagelle fiscali brillanti sono la maggioranza, a staccare tutti sono farmacie e studi medici, con un tasso di affidabilità al 75% alimentato anche dal contrasto di interessi che aumenta il valore dei pagamenti tracciabili grazie agli sconti fiscali. Fra i professionisti è da segnalare anche la performance di dottori commercialisti, ragionieri e consulenti del lavoro, il gruppo con la quota minore (42,5%) di pagelle fiscali opache seguiti in questa graduatoria da professionisti dell informatica, geologi, veterinari e dentisti. Ma più in generale è il dato complessivo delle professioni ordinistiche a segnare tassi di «affidabilità» un po' più elevati della media, e a essere quindi surclassato dal commercio nella partita del rischio evasione. Intanto, per chi le tasse le paga(il 20% degli italiani paga due terzi delle tasse), la Banca d'Italia ha valutato gli effetti del taglio del cuneo fiscale, della riduzione a tre scaglioni dell'Irpef e del bonus mamme sulle famiglie. Tre interventi per un vantaggio di solo l'1,5% per le famiglie. Dopo il voto delle Europee bisognerà sciogliere diversi nodi: ad esempio dove trovare i soldi per confermare la riforma fiscale anche nel 2025. Per confermare nel 2025 la riduzione dell Irpef e lo sgravio sui contributi voluti con l'ultima manovra saranno necessari, solo per queste due misure, più di 14 miliardi. Ne parliamo con Gianni Trovati, de Il Sole24Ore.

  • Dopo i dati negativi della manifattura (produzione industriale a marzo -0,5% su mese, -3,5% annuo; e produzione metalmeccanica nel primo trimestre dell'anno ha registrato un calo del 2,1% rispetto al trimestre precedente e del 4,1% rispetto al primo trimestre del 2023) anche le vendite al dettaglio non lasciano ben sperare. Ad aprile le vendite al dettaglio registrano una variazione congiunturale negativa sia in valore sia in volume (rispettivamente -0,1% e -0,3%). Lo rileva l'Istat diffondendo le stime sul commercio al dettaglio. Su base tendenziale, le vendite al dettaglio diminuiscono dell'1,9% in valore e del 3,3% in volume. "Ad aprile 2024, rispetto al mese precedente, le vendite al dettaglio registrano una lieve diminuzione. Le vendite dei beni alimentari sono in calo mentre quelle dei beni non alimentari mostrano un aumento contenuto", spiega l'Istat nel suo commento. "A livello tendenziale si registra una variazione negativa sia in valore sia in volume, determinata dalla flessione delle vendite di beni alimentari, che anche questo mese risentono in misura significativa della differente collocazione della Pasqua, che nell'anno in corso è caduta a fine marzo mentre nel 2023 ha avuto luogo ad aprile". Ma intanto proprio l'Istat vede per il Pil italiano è una crescita dell 1% nel 2024 e dell 1,1% nel 2025, in moderata accelerazione rispetto al 2023, scrive l Istat nelle prospettive per l economia italiana 2024-25. Nel Def di aprile la stima tendenziale è di +1% quest anno e +1,2% il prossimo. Ne parliamo con Patrizia De Luise, presidente nazionale Confesercenti e con Mariano Bella, direttore Ufficio studi Confcommercio.

    Bce taglia i tassi ma alza le stime di inflazione: Lagarde prevede un percorso accidentato

    La Banca centrale europea taglia i tassi. Come previsto. Si tratta del primo taglio dei tassi nell'Unione europea dal settembre 2019 e della fine del ciclo di inasprimento monetario iniziato nel luglio 2022 e dopo nove mesi di attesa (aumento complessivo di 450 punti base attuato tra il luglio 2022 e il settembre 2023). Con una riduzione di un quarto di punto percentuale, ha portato il tasso sui depositi dal 4 al 3,75%, quello sulle di riferimento dal 4,50 al 4,25 per cento e quello sui prestiti marginali dal 4,75% al 4,50 per cento. La decisione è stata presa con un solo governatore contrario. Sono state però riviste al rialzo le previsioni sull inflazione. Le prossime decisioni saranno prese «meeting dopo meeting» e la riduzione dei tassi seguirà «un percorso accidentato», ha detto in conferenza stampa la presidente Christine Lagarde. La Bce non dà quindi indicazioni sul ritmo della normalizzazione: sottolinea anzi nel comunicato che «le pressioni restano forti, dal momento che la crescita dei salari resta elevata e l inflazione resterà verosimilmente a livelli più alti del target per gran parte del 2025». Indicatori anticipatori sul costo del lavoro - ha poi aggiunto Lagarde - indicano che la sua crescita si ridurrà nel corso dell anno. I profitti, inoltre, stanno assorbendo parte della crescita «pronunciata» dei costi del lavoro unitari, «il che riduce i soui effetti inflazionistici».
    Nello specifico la Lagarde ha dichiarato: "Ci saranno vari scossoni sulla strada" dell'allentamento della stretta monetaria, "alcuni li possiamo anticipare e predire, ma altri possono arrivare a sorpresa oppure alcuni li anticipiamo ma la portata è più grade del previsto. E' una strada accidentata e i prossimi mesi saranno altrettanto, lo sappiamo".  Approfondiamo il tema con Donato Masciandaro, docente politiche monetarie università Bocconi, editorialista de Il Sole 24 Ore.

  • "Intel non è giunta in Italia, ne prendiamo atto. Per altro, se leggete, Intel ha dei problemi, è l'unica azienda internazionale di semiconduttori che ha problemi" e "le cui azioni hanno perso valore in Borsa". Lo ha dichiarato il ministro delle Imprese e del made in Italy, Adolfo Urso, al Phygital Sustainability Expo. "Nel frattempo sono giunti investimenti pari già a oltre 8 miliardi di euro sulla microelettronica. Silicon box, St microelectronics, un'altra impresa francese, un'altra impresa tedesca ieri. In totole abbiamo già superato 8 miliardi di euro di investimenti e a fine anno arriveremo a 10 miliardi". L'Intel lo scorso anno aveva fatto sapere che avrebbe messo a terra investimenti sulla catena dei semiconduttori pari a 80 miliardi di euro. Del totale, oltre 33 miliardi saranno dedicati alla costruzione di nuovi impianti nel territorio europeo. Per l'Italia sembrava concreta l'ipotesi di ospitare il primo impianto continentale di back-end per la fabbricazione di chip, per cui l'investimento previsto ruotava intorno ai 4,5 miliardi e che avrebbe generato 1.500 nuovi posti di lavoro e altri 3500 nell'indotto, probabilmente nel nord Italia. Intanto, come scrive oggi Biagio Simonetta sul Sole, Pat Gelsinger, ceo di Intel, ha un compito assolutamente difficile: convincere il mercato che il futuro della sua società non sia stato compromesso da alcune scelte di dubbio valore e dal boom dei competitor come Nvidia. E ci ha provato anche ieri, durante Computex, la fiera tecnologica in corso a Tapei (Taiwan), dove i più importanti produttori di chip al mondo si stanno sfidando a colpi di innovazione. Gelsinger sa che da inizio anno Intel ha perso il 40% del suo valore a Wall Street. Un dato significativo, soprattutto se inserito in un contesto - quello delle società dei semiconduttori - di grande crescita. Nello stesso lasso di tempo, il titolo di Nvidia ha guadagnato il 132%; quello di Arm il 65%; quello di Qualcomm il 40%; quello di AMD il 10%; quello di TSMC il 58%. Intel, che dell'industria dei semiconduttori è una delle società più importanti e longeve, non solo non segue la scia dei competitor, ma addirittura crolla. Dal palco del Computex, Gelsinger ha risposto al ceo di Nvidia: «A differenza di quanto Jensen vorrebbe far credere, la legge di Moore è viva e vegeta» sottolineando che Intel avrà un ruolo importante nella proliferazione dell AI in quanto principale fornitore di chip per PC.«Penso che sia come Internet 25 anni fa, è così grande. Lo vediamo come il carburante che spinge l industria dei semiconduttori a raggiungere 1.000 miliardi di dollari entro la fine del decennio». Intel ha presentato i suoi nuovi processori, e al pari dei rivali, da AMD a Qualcomm, ha fornito dei benchmark che hanno dimostrato che il suo nuovo silicio è significativamente migliore rispetto alle opzioni esistenti. Il problema più immediato, però, è arrivato dal mercato, dove la risposta è stata tutt'altro che calorosa. Le azioni di Intel hanno galleggiato attorno allo stesso valore di chiusura di lunedì. E questo nonostante i nuovi prodotti e le parole del ceo che sono sembrate un guanto di sfida a Nvidia. Intel ha guidato l industria dei computer per decenni, ma negli ultimi due anni i suoi ricavi sono diminuiti a causa del ritardo rispetto ai rivali sui processori per l AI. Una storia che ricorda un po la scelta (una quindicina d'anni fa) fatta per i chip dedicati al mobile. In quell'occasione Intel si fece soffiare il mercato da Qualcomm. Adesso è stata Nvidia a correre più veloce.
    Ne parliamo con Biagio Simonetta, Il Sole 24 Ore.

    Vino, l'Italia è il secondo operatore mondiale

    L'Italia è il secondo operatore mondiale per il vino (+188%) e quinto per gli spirits (+300%). Un trend dell'export registrato in due decadi sulla base di elaborazioni dell'Osservatorio Federvini, in collaborazione con Nomisma e TradeLab. È quanto emerge dall'Assemblea Generale Federvini, Federazione italiana dei produttori, esportatori e importatori di vini, acquaviti, liquori, sciroppi, aceti e affini, svoltasi oggi a Roma alla presenza di istituzioni e produttori italiani. Un comparto che vale - ricorda la Federazione - 21,5 miliardi di euro di fatturato, conta 2.600 imprese e 30.000 occupati, e rappresenta il 21% dell'export del food & beverage italiano.
    Ne parliamo con Piero Mastroberardino, Vice presidente Federvini.

    Rinnovabili in crescita, Stato e Regioni litigano

    Oggi è la Giornata mondiale dell'ambiente, istituita nel 1972 dalle Nazioni Unite in occasione della Conferenza di Stoccolma sull'ambiente umano, con lo scopo di sensibilizzare il pubblico sulle problematiche ambientali e di promuovere azioni a favore della protezione dell'ambiente. In Italia le rinnovabili hanno raggiunto numeri record: ad aprile 2024 hanno coperto il fabbisogno di elettricità con una quota del 51,2% (contro il 36% del 2023). Intanto continuano i contrasti tra lo Stato e le Regioni stretti tra la burocrazia e il rischio speculazioni.
    Ne parliamo con Ermete Realacci, presidente Symbola-Fondazione per le qualità italiane.

    Assolombarda, Spada, 'nucleare è una battaglia che dovremmo fare tutti'

    Il nucleare "è una battaglia che dovremmo fare tutti. Dovrebbe esserci un grande patto tra il mondo della politica, le istituzioni, i media, tutti gli enti. Se veramente ci teniamo a avere imprese più competitive dobbiamo cercare di rendere la loro vita più semplice nei prossimi anni". Lo ha detto il presidente di Assolombarda, Alessandro Spada, nelle scorse settimane. "Siamo per ritornare a investire sul nucleare. Noi in Italia siamo ancora fermi al referendum", ha continuato. In Italia "si fanno battaglie ideologiche, ma ci si dimentica che sopra le nostre teste ci sono 130 centrali nucleari, dal Piemonte al Friuli. Ci vuole più pragmatismo e fiducia nell'innovazione", ha aggiunto Spada ricordando che "non bisogna abbandonare il gas, ma cercare di renderlo sempre più pulito. E puntare sul nucleare". Spada ha ricordato che "oggi in Spagna il costo dell'energia è di 13,67 euro per megawattora, mentre in Italia 86,6 euro". Sul tema è tornato oggi anche il neo presidente di Confindustria Emanuele Orsini, partecipando a un evento de Il Giornale: "L'Industria 5.0 deve essere messa a terra velocemente, per dar la possibilità da luglio di avere i consulenti che possono aiutare le imprese a farlo. La seconda cosa è cominciare alla sperimentazione del nucleare in Italia". Lo ha detto stamni a Verona il presidente di Confindustria. "Oggi - ha proseguito Orsini - si fa lo studio in Italia e le sperimentazioni in Francia. Dobbiamo mettere in condizioni l'Isi di potere dare sostegno alle nostre imprese di far sperimentazione. Quindi mettere a terra subito la parte nucleare perché saremo pronti nel 2031". Il presidente di Confidustria ha poi aggiuntoi come "sappiamo quanto la politica antindustriale sia stata al centro della Commissione uscente, per noi la Commissione entrante e il nuovo Parlamento europeo dovranno mettere al centro l'industria e le imprese, perché altrimenti non rimettiamo al centro la produttività e i consumi". "L'Europa - ha ricordato Orsini - rappresenta il 15% del Pil mondiale, e vale il 7% dell'inquinamento. Io dico attenzione: la decarbonizzazione complessiva vale 1.100 miliardi, noi dobbiamo prenderci i tempi giusti per poterla fare. Il rischio di competitività con i Paesi che non fanno i compiti a casa diventa altissimo e su questo per noi è fondamentale".
    Ne parliamo con Alessandro Spada, presidente di Assolombarda.

  • Via libera del Cdm a un decreto con misure urgenti per la riduzione dei tempi delle liste d attesa e a un ddl con misure di garanzia sulle prestazioni sanitarie. Dubbi da parte delle regioni sui fondi. Da un Cup unico regionale o infraregionale, il monitoraggio sulle liste d attesa affidato all Agenas, un ispettorato generale di controllo sull assistenza sanitaria fino all introduzione di visite ed esami il sabato e la domenica. Sono le misure principali contenute nel decreto legge anti liste di attesa, secondo una bozza di sette articoli del provvedimento. L articolo 1 della bozza del decreto legge istituisce presso Agenas una piattaforma nazionale per le liste d attesa con l obiettivo di disporre per la prima volta di un monitoraggio puntuale e reale dei tempi di erogazione delle prestazioni sanitarie . La piattaforma dialogherà con le piattaforme regionali delle liste di attesa (interoperabilità). Inoltre se Agenas riscontra inefficienze o anomalie nell ambito del controllo delle agende di prenotazione, può procedere con audit nei confronti delle aziende sanitarie. Lo scopo è quello di superare insieme eventuali difficoltà riscontrate. «Questa norma impatta positivamente sulle Regioni perché aiuta a gestire meglio le liste d attesa». Molto critiche le Regioni. "Da quello che posso esprimere a titolo personale, come assessore alla Salute della Regione Emilia-Romagna si tratta di un decreto ancora privo di coperture finanziarie e molto astratto". Così Raffaele Donini, che è anche coordinatore della Commissione Salute in sede di Conferenza delle Regioni, commenta il via libera del consiglio dei ministri a decreto legge e disegno di legge sull'abbattimento delle liste d'attesa. Ieri anche Guido Bertolaso, assessore alla Salute della Lombardia, realtà non nemica del governo, ha detto: «Non siamo di fronte a una rivoluzione rispetto ai problemi che gestiamo quotidianamente. Se queste sono le novità stiamo partorendo un topolino». Le Regioni, che lamentano di non essere state consultate per la stesura, aggiungono che buona parte delle misure le adottano già. Ne parliamo con Marzio Bartoloni, Il Sole 24 Ore.

    Turismo in italia, record di presenza e arrivi nel 2023

    Il turismo italiano ha raggiunto e superato i numeri pre-Covid nel 2023, con oltre 134 milioni di arrivi e 451 milioni di presenze. Gli stranieri tornano a essere la quota prevalente dei viaggiatori. Il recupero dei livelli pre-Covid si può dire concluso: nel 2023 il turismo italiano ha raggiunto e superato i numeri del 2019 (ultimo anno non influenzato dalla pandemia globale) in termini di arrivi e presenze. Il settore ha ripreso ormai a pieno il suo ruolo di traino per l economia italiana e i primi mesi del 2024 oltre alle previsioni estive indicano che la corsa prosegue. Gli oltre 134 milioni di arrivi (+2,3% rispetto ai valori pre-pandemici) e 451 milioni di presenze negli esercizi ricettivi (+3,3% rispetto ai valori pre-pandemici) dello scorso anno rappresentano per il momento un primato storico assoluto. Risultati possibili anche grazie al balzo impresso dall ultimo anno: rispetto al 2022 la crescita degli arrivi è stata infatti del 13,4% e quella delle presenze del 9,5%. A certificarlo sono Istat e ministero del Turismo nella prima rilevazione congiunta in cui i dati dell istituto di statistica sono stati integrati con quelli del portale  Alloggiati web (i dati trasmessi dai gestori degli esercizi ricettivi). Numeri dai quali emergono altre tendenze significative come la crescita più accentuata del settore extra-alberghiero rispetto all alberghiero tradizionale e il ritorno degli stranieri come quota prevalente dei viaggiatori. Approfondiamo il tema con Antonio Barreca, direttore generale di Federturismo.

    Orsini a Parigi per il vertice Confindustria-Medef

    La Confindustria e il Medef sono riuniti da ieri a Parigi per la 6/a edizione del Forum economico franco-italiano. Emanuele Orsini e Patrick Martin, i rispettivi presidenti, hanno ribadito il loro impegno comune per un Europa più forte e competitiva e lanciato cinque proposte per superare con successo le sfide globali. Per Orsini e Martin, l unica soluzione possibile è concentrarsi sul rinnovamento della competitività europea, essenziale per la prosperità e la stabilità sociale. In particolare, le cinque proposte sono: rafforzare la competitività europea attraverso una forte azione di semplificazione delle normative; rafforzare la competitività europea attraverso uno shock sugli investimenti valutando anche la creazione di un fondo sovrano europeo; rafforzare la competitività europea attraverso interventi ampi sulle competenze; aumentare la competitività europea attraverso politiche energetiche e climatiche efficaci, sostenendo il nucleare e la neutralità tecnologica; promuovere la competitività dell industria europea delladifesa attraverso una strategia per una più forte resilienza. Ne parliamo con Flavia Carletti, Radiocor.

    Federmeccanica, nel primo trimestre produzione -4,1% annuo

    La produzione metalmeccanica nel primo trimestre dell'anno ha registrato un calo del 2,1% rispetto al trimestre precedente e del 4,1% rispetto al primo trimestre del 2023; dati peggiori del complesso dell'industria. Le esportazioni del settore hanno segnato tra gennaio e marzo un ulteriore calo del 2,0% annuo. Sono i risultati della 170esima edizione dell'indagine congiunturale di Federmeccanica sull'Industria metalmeccanica - meccatronica italiana. Risultati - viene sottolineato - che mostrano "molte ombre e poche, flebili, luci". In questi primi tre mesi del 2024, emerge dall'indagine di Federmeccanica, a condizionare l'attività produttiva metalmeccanica è stato, in particolar modo, il calo congiunturale della produzione di Autoveicoli e rimorchi (-7,3%), ma contrazioni, seppure più contenute, sono state registrate anche negli altri comparti del settore con la sola eccezione di quello degli Altri mezzi di trasporto che è l'unico ad aver aumentato i volumi rispetto al trimestre precedente (+2,4%).  Sull'attività delle imprese incidono non solo gli annosi problemi mai risolti come la bassa produttività, ma si sono aggiunti ulteriori fattori di forte criticità come i conflitti in corso con tensioni geopolitiche crescenti, che determinano ripercussioni negative sulle catene di approvvigionamento, nonché costi del credito ancora elevati, rendendo così ancora più difficile e complessa l attività delle imprese. Approfondiamo il tema con Diego Andreis, Vicepresidente di Federmeccanica.

  • Alla fine del 2023 la ricchezza netta complessiva delle famiglie è cresciuta a 11 mila miliardi di euro, da 10.600 a dicembre del 2022. A guidare questo incremento è stata la ricchezza finanziaria che è cresciuta del 6%, superando 5.600 miliardi di euro, soprattutto per la rivalutazione delle quote di fondi sia esteri sia italiani e per il rialzo di azioni e partecipazioni. Ma una maggiore ricchezza che ha contribuito a far volare le diseguaglianze: il 10% delle famiglie più facoltose detiene il 60% della ricchezza, e questo patrimonio nelle mani di pochi dal 2010 a oggi è continuato ad aumentare. Invece, la metà meno abbiente dei nuclei possiede solo il 7% dei beni. La novità è che si impoverisce la classe media perché non ha riserve finanziarie a cui attingere. Sono gli ultimi dati emblematici delle disuguaglianze in Italia, dove chi ha di più riesce ad accumulare sempre maggiori patrimoni, non c'è crisi né inflazione che tenga. L'analisi sulla distribuzione delle ricchezze delle famiglie compare nella relazione annuale della Banca d'Italia, presentata venerdì a Palazzo Koch insieme alle Considerazioni finali del governatore Fabio Panetta. Gli economisti di via Nazionale spiegano che la quota di ricchezza detenuta da questo 10% di famiglie tra il 2010 e il 2023 è cresciuta del 7%, passando appunto dal 53 al 60%, principalmente a scapito della classe media che ha perso il 4,8% del proprio patrimonio. La ragione di questo guadagno è riconducibile all'andamento favorevole degli strumenti finanziari più rischiosi, come azioni, partecipazioni, quote di fondi comuni, assicurazioni sulla vita. Il calo della ricchezza netta (che somma beni reali e finanziari) dei nuclei della classe media è dipeso dalla flessione del valore del patrimonio immobiliare. Mentre è rimasta sostanzialmente stabile, registrando un lieve calo, la ricchezza delle famiglie che Bankitalia inserisce nel «percentile» più basso. Ne parliamo con Massimo Baldini, docente di Scienza delle Finanze presso l'Università di Modena e Reggio Emilia.

    Opec+, confermati tagli per 2milioni di barili al giorno

    Ieri i Paesi dell Opec+ hanno deciso di estendere gli attuali taglialla produzione fino alla fine del 2025 per sostenere i prezzi del petrolio, in un momento di grande incertezza economica e geopolitica. L organizzazione estenderà il livello totale di produzione di greggio dall 1 gennaio 2025 al 31 dicembre 2025 , come si legge in un comunicato. I tagli ammontano a due milioni di barili al giorno. Questa strategia, avviata alla fine del 2022 in risposta al calo dei prezzi, è pensata per giocare sulla scarsità dell offerta e rilanciare i prezzi. Oltre a questa estensione, l Opec+ ha deciso di aumentare l obiettivo di produzione degli Emirati Arabi Uniti di 300.000 barili al giorno. Abu Dhabi è uno dei Paesi che ha accettato di chiudere ulteriormente i rubinetti, su richiesta dell Arabia Saudita. Anche l Arabia Saudita e la Russia, nonché l Algeria, l Oman, il Kazakistan, il Kuwait e l Iraq hanno compiuto quest anno sforzi supplementari, che dovrebbero essere rinnovati nel 2025. Nel frattempo, Saudi Aramco ha venduto 12 miliardi di azioni: si tratta del più grande collocamento dell'anno. Approfondiamo il tema con Alessandro Plateroti, direttore Newsmondo.it.

    Materie prime, c'è penuria di cacao e caffé e il prezzo triplica

    La fava di cacao ad aprile ha raggiunto il record dei rincari sul mercato Ice di Londra, con 10 mila sterline a tonnellata, il triplo di un anno fa. Per il cacao il mercato globale ha un deficit di 400 mila tonnellate nel raccolto 2023-2024 a causa soprattutto di piogge e siccità eccezionali in Africa, primo produttore mondiale.  Per l'analista della società Areté Filippo Roda, consulente UnionFood sulle materie prime, i prezzi hanno sforato gli equilibri dettati dai fondamentali. «Pesano la ritenzione dell offerta, l incertezza sul clima, i blocchi del canale di Suez e la norma Ue sulla deforestazione, la speculazione sui mercati finanziari e i comportamenti anomali degli operatori commerciali». L'impressione è che la nuova preda sia il caffè. «Già a inizio 2022 dice Roda le quotazioni della varietà Arabica sul mercato finanziario di New York avevano toccato i 2,60 dollari a libbra, più del doppio dell anno precedente». A spingere i prezzi era un deficit legato ai cali nelle principali aree di origine, Brasile e Colombia. Ora, secondo gli analisti, la situazione è capovolta, con colture Arabica più fiorenti (+7% in Brasile) e Robusta più deboli (-35% in Indonesia nel 2023). A scompigliare la dispensa sono tornati gli speculatori. «Da inizio 2024 spiega Roda  i futures di Londra sul Robusta sono aumentati del 40%. Prezzi così alti stanno spostando la domanda sull Arabica, tornata a salire del 24%» nonostante i raccolti in ripresa. Ne parliamo con Filippo Roda, senior analyst in Areté, società specializzata in previsioni sui mercati agro-alimentari.

  • Giovani di Confindustria: «Industria e crescita siano le priorità della nuova Europa»

    A poco più di una settimana dalle elezioni, che si terranno l'8 e 9 giugno, Riccardo Di Stefano, presidente dei Giovani imprenditori di Confindustria, ha scelto di dedicare il convegno il 53° Convegno di Rapallo (dal 31 maggio al 1 giugno) alle prospettive della Ue e alla sua collocazione negli scenari globali. Riflettendo sulle scelte necessarie e sugli impatti che ci saranno nel nostro Paese. "Diritti al voto. Volti d'Europa, sguardo sul mondo", è il titolo del convegno. Un richiamo alla responsabilità del voto europeo. «Una responsabilità doppia: per i cittadini, che devono percepirne l'importanza in questo momento, e per i nostri rappresentanti politici, che dovranno imprimere un cambiamento di rotta a Bruxelles». «L'industria va messa al centro delle politiche europee, c'è in gioco la competitività dell'Europa e dell'Italia e quindi la crescita», dice Di Stefano, che nella squadra del neo presidente di Confindustria, Emanuele Orsini, ha la delega all'Education e all'Open innovation. Ma ci sono altri temi importanti da affrontare: «bisogna riflettere sui valori europei, sull'efficacia del processo decisionale, sulla libertà, che troppo spesso viene data per scontata». Ne parliamo con Riccardo Di Stefano, presidente dei Giovani Imprenditori di Confindustria.

  • Ad aprile 2024, rispetto al mese precedente, aumentano gli occupati, diminuiscono i disoccupati e rimangono sostanzialmente stabili gli inattivi. L occupazione cresce (+0,4%, pari a +84mila unità) per uomini e donne, per dipendenti e autonomi e per tutte le classi d età a eccezione dei 25-34enni, che registrano un calo. Il tasso di occupazione sale al 62,3% (+0,1 punti), segnando un nuovo record. Lo indicano i dati provvisori dell Istat. Il numero di persone in cerca di lavoro diminuisce (-3,0%, pari a -55mila unità) per entrambi i generi e in ogni classe d età tranne per i 15-24enni. Il tasso di disoccupazione totale scende al 6,9% (-0,2 punti), il tasso più basso da dicembre 2008 (ma sempre sopra la media europea al 6,4%) quello giovanile rimane invariato al 20,2%. La stabilità del numero di inattivi è sintesi dell aumento registrato tra gli uomini e i 25-34enni e della diminuzione osservata tra le donne e le altre classi d età. Il tasso di inattività si mantiene stabile al 33,0%. Intanto continua a preoccupare l'impoverimento degli italiani, che continuano a vedere salari fermi al palo intaccati dall'inflazione. Un aspetto che penalizza pesantemente anche le aspirazioni degli adolescenti. Lo attestano i dati della ricerca Domani (Im)possibili , curata da Save the children e presentata all Acquario di Roma in occasione dell apertura di Impossibile 2024 , la biennale sui diritti dell infanzia e dell adolescenza. L obiettivo al quale mirare, sottolinea l organizzazione non governativa, è di rendere possibile ciò che oggi è impossibile. In Italia più di 100mila ragazze e ragazzi fra i 15 e i 16 anni vivono in condizioni di grave deprivazione materiale. Quasi un'adoolescente su dieci. E sono in tantissimi, il 67,4%, a credere che il lavoro del futuro non gli consentirà di uscire dalla povertà. Approfondiamo il tema con Chiara Saraceno, sociologa e esperta di povertà e welfare.

    Pirelli, dopo la golden power soci italiani più forti: Camfin compra il 2,2%

    Il colosso cinese ChemChina perde il controllo di Pirelli. Con una mossa a sorpresa, ieri Silk Road, il fondo che ha affiancato fin dall inizio ChemChina (37%) nell investimento in Pirelli, ha avviato l uscita dall azionariato della Bicocca. Il fondo ha avviato una procedura di collocamento accelerato di 90,2 milioni di azioni, pari al 9% circa del capitale corrispondente all intera partecipazione detenuta dal gruppo degli pneumatici. I soci italiani quindi rafforzano la presa su Pirelli. Camfin ha perfezionato l acquisto del 2,2% del capitale di Pirelli & C. S.p.A. «a completamento - riferisce una nota - di quanto autorizzato dalla delibera del cdA di Camfin comunicata al mercato lo scorso 19 settembre 2023». Tale delibera aveva autorizzato l acquisto di azioni Pirelli fino a un massimo del 5% del capitale di Pirelli e, in forza di essa, a gennaio 2024, Camfin aveva acquistato il 2,8% del capitale sociale di Pirelli. In seguito a tali operazioni la catena di controllo che fa capo a MTP SpA detiene una quota complessiva pari a circa il 22,78% di Pirelli, «rinsaldando così il ruolo di Camfin e MTP SpA quali azionisti stabili e ribadendo la fiducia e l impegno nel sostenere i progetti industriali di Pirelli». Per quanto riguarda la componente nazionale, se si considera anche il patto di consultazione con Brembo, a cui fa capo il 6% di Pirelli, il fronte dei soci italiani sale così al 28,2% del gruppo degli pneumatici. Un pacchetto rotondo, dunque, che fa da contraltare a quel 37% del capitale nelle mani del socio cinese Sinochem che resta orfano dell'asse con Silkroad. Intanto il titolo è crollato in borsa e molti analisti lo leggono come uno degli svantaggi immediati legati alla golden power. L'utilizzo dei poteri speciali nella fase di transizione porta immediatamente degli svantaggi. I vantaggi, invece, sono difficilmente percepibili subito, in quanto sono a livello di 'sistema Paese' e di lungo periodo. Approfondiamo il tema con Marigia Mangano, Il Sole 24 Ore.

    Calano i prezzi dell'energia e si pensa allo stop al gas russo via Kiev: possiamo stare tranquilli?

    Ad aprile i prezzi alla produzione dell'industria registrano il sesto calo consecutivo (-0,9% su base mensile e -5,9% su base annua), ma si attenua rispetto al mese precedente (-9,6% a marzo). Lo rende noto Istat, spiegando che a contribuire sono ancora principalmente i ribassi dei prezzi di fornitura di energia elettrica e gas sul mercato interno. Nel frattempo, la commissaria europea per l'Energia, Kadri Simson, arrivando al Consiglio dei ministri Ue dell'energia a Bruxelles ha spiegato che: "L'Unione europea è preparata alla scadenza alla fine dell'anno dell'accordo trilaterale sul transito del gas russo attraverso l'Ucraina. Abbiamo trovato rotte di approvvigionamento alternative e non c'è necessità da parte nostra di chiedere all'Ucraina di rilanciare qualunque tipo di dialogo con le compagnie energetiche russe". Il contratto con Mosca per il transito del gas via Kiev, che interessa ancora gli approvvigionamenti di Italia, Slovacchia, Austria e, in misura minore, Ungheria. Nel 2023 l'accordo quinquennale siglato nel 2019 ha pompato verso il Continente circa 14 miliardi di metri cubi di gas. Intanto si è ridotto il deficit energetico dell'Italia verso i paesi extra Ue e ad aprile 2024 le rinnovabili hanno coperto il fabbisogno di elettricità con una quota del 51,2% (contro il 36% del 2023). Senza il gas russo, possiamo stare tranquilli in futuro? Ne parliamo con Sara Deganello, Il Sole 24 Ore.

  • Lufthansa e il ministero dell'Economia hanno proposto nuovi sacrifici alla Ue per salvare l'accordo di vendita della compagnia italiana al vettore tedesco. Nel carteggio senza fine tra Roma, Francoforte e Bruxelles è partita una nuova lettera con ulteriori tagli di voli e di rotte per placare la fermezza della commissaria alla Concorrenza, Margrethe Vestager. Il problema di Linate. Il capitolo più caldo del confronto con l'Antitrust comunitario riguarda i voli per l'Europa da Milano Linate. Nell'ultimo pacchetto di remedy offer , cioè l'offerta di sacrifici, Lufthansa in quanto compratore e il Mef quale venditore - confermano fonti autorevoli che conoscono il dossier - si dichiarano disposti a sacrificare almeno 15-17 coppie giornaliere di slot detenuti da Ita nello scalo milanese, cioè a 15-17 coppie di finestre orarie che danno diritto a fare 15-17 atterraggi e altrettanti decolli, ovvero da 30 a 34 movimenti aerei. Il Mef non ha fatto dichiarazioni ufficiali. Il taglio è pari al 10% dei movimenti aerei giornalieri. In precedenza Lufthansa insieme al Mef aveva messo sul tavolo del negoziato una riduzione di 11 coppie di slot di Ita, che danno diritto a 11 atterraggi e altrettanti decolli, ovvero 22 movimenti aerei, corrispondenti a 11 frequenze giornaliere dallo scalo milanese. Si tratta quindi di un aumento del 50% dei sacrifici offerti, pari a una quota di circa il 10% dei movimenti aerei giornalieri massimi consentiti a Linate. Il traffico nello scalo è contingentato e non si possono fare più di 18 movimenti ogni ora. I sacrifici a Fiumicino. Alcuni sacrifici sono previsti anche a Roma Fiumicino. Secondo indiscrezioni Lufthansa e Mef rinuncerebbero a una decina di coppie di slot nel principale scalo italiano. A Roma non c è un problema di congestione di traffico come a Linate, ma verrebbero eliminati gli slot in sovrapposizione tra le due compagnie. I voli per Germania, Austria, Svizzera e Belgio. Lo spazio che si libererebbe con la rinuncia a questi slot servirebbe ad aprire a concorrenti le rotte tra l'Italia e l'Europa centrale, in particolare da Linate e da Roma per Germania, Austria, Svizzera e Belgio, cioè i paesi in cui Lufthansa è dominante o direttamente, o attraverso le compagnie controllate Austrian, Swiss, Sn Brussels.

    Ne parliamo con Gianni Dragoni, giornalista Il Sole 24 Ore. 

    Non solo elettrica, anche Toyota apre alla produzione di veicolo alimentati con carburanti alternativi

    Toyota, la più grande casa automobilistica del mondo per volume, ha presentato un nuovo tipo di motori compatti e che possono essere alimentati con carburanti diversi, garantendo standard di emissione più bassi. "Con questi motori, ognuna delle tre aziende punterà a ottimizzare l'integrazione con motori, batterie e altre unità di propulsione elettrica", hanno dichiarato in un comunicato congiunto. Toyota possiede circa un quinto di Subaru e circa il 5% di Mazda. I tre hanno dichiarato che i loro sforzi contribuiranno a decarbonizzare i motori a combustione interna rendendoli compatibili con fonti di carburante alternative come i carburanti elettronici e i biocarburanti.

    Intanto anche Anfia, Associazione Nazionale Filiera Industria Automobilistica, oggi sulle colonne del Sole (pezzo di Filomena Greco), è tornata a chiedere all'Ue carburanti alternativi. Una pausa "di riflessione" nella regolamentazione europea e un deciso cambio di passo per riaprire la strada allo sviluppo dei motori alimentati con carburanti a basse emissioni. È quello che chiede l'Anfia, l'Associazione delle imprese della filiera italiana dell'automotive, alla futura Commissione europea, attraverso un manifesto diffuso a due settimane di distanza dal voto. «È necessario che la Commissione consenta, in maniera flessibile e competitiva, di continuare a produrre in Europa veicoli che utilizzino carburanti e vettori energetici decarbonizzati» dice il presidente Roberto Vavassori. I prossimi cinque anni saranno cruciali per la tenuta competitiva di un settore che in Italia rappresenta il 5,6% del Pil, fattura oltre 100 miliardi e occupa 230mila addetti. «Al 2035 non basterà avere "zero local emission" ma dovremo pensare a emissioni zero lungo tutta la catena di produzione, inclusa la parte relativa all'energia» aggiunge Vavassori. [...] Sui combustibili alternativi a basse emissioni c'è ancora molto da fare, a cominciare dagli e-fuel, mentre la partita dei biocarburanti è tutta da riaprire a Bruxelles. «Il motore endotermico ha un rendimento basso, l'industria deve lavorare in una direzione duplice: da un lato rendere più efficiente il powertrain "tradizionale", dall'altro prepararsi ad alimentarlo con vettori energetici a bassa impronta carbonica» spiega Vavassori. 

    Ne parliamo con Alberto Annicchiarico - giornalista Il Sole 24 ORE.

    Iliad compie 6 anni dal lancio in Italia

    Iliad Italia compie nella giornata di oggi, 29 Maggio 2024, 6 anni dal debutto sul mercato italiano delle telecomunicazioni, all'epoca solo con il segmento di telefonia mobile, a cui ha fatto seguito negli ultimi anni il lancio di rete fissa e segmento Business. Oggi conta più di 11 milioni di utenti. Per celebrare questo anniversario, iliad ha organizzato un evento unico: un percorso immersivo che ha permesso agli invitati di sperimentare con ironia le pratiche discutibili ancora presenti nel settore delle telecomunicazioni. Un viaggio che li ha condotti poi nel "mondo iliad", dove gli utenti sanno sempre cosa aspettarsi, e dove l Amministratore Delegato Benedetto Levi ha presentato le ultime novità dell operatore. Da sei anni, festeggiamo il nostro compleanno come un occasione per chiederci come possiamo soddisfare sempre di più i nostri utenti, e come rendere tutto il mercato sempre più chiaro e trasparente , ha dichiarato Benedetto Levi, Amministratore Delegato di iliad. Per questo oggi rinnoviamo il nostro impegno a mantenere le nostre promesse, a rimanere fedeli ai nostri valori, per continuare a crescere e a restare vicini ai nostri utenti. Domani presentano i numeri della Trimestrale. 

    Ne parliamo con Benedetto Levi, amministratore delegato Iliad Italia.