Episoder

  • Dopo un primo incarico all'Osservatorio di Merate dove i colleghi le mettono spesso i bastoni fra le ruote, Margherita Hack comincia a viaggiare nelle migliori Università per studiare il cielo e le stelle, che ormai la appassionano. Quando vince la cattedra di astronomia all'Università di Trieste e diventa la prima donna a dirigere un Osservatorio astronomico, cambiano le cose. Il suo entusiasmo, la sua generosità e la sua modernità nell'approccio, la portano a diventare la popstar dell'astronomia grazie alla sua intensa attività divulgativa. Il successo però non la fa cambiare, rimane una scienziata immersa nella società. La sua visione laica della vita la porta a combattere diverse battaglie per i diritti umani, tanto che, una volta in pensione, diventa un'attivista. Muore nel 2013 e il marito, che con lei vivrà in simbiosi, la seguirà solo un anno più tardi.
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  • Margherita Hack nasce a Firenze nel 1922 all'angolo di Via Cento Stelle, vicino a Campo di Marte. Coincidenze? Chissà. Cresce in una famiglia particolare per l'epoca, i suoi sono vegetariani e, dopo aver abbandonato le rispettive fedi religiose, aderscono alla teosofia. Margherita viene cresciuta nel rispetto dell'altro e della libertà. Il fascismo è quanto di più distante da lei, anche se, per meriti sportivi, verrà scelta per fare il giuramento fascista nel 1941 durante i Littorali a Firenze. Lo sport è la sua grande passione. Sceglie fisica all'università non per particolari inclinazioni, ma perchè fra le varie materie del liceo, è quella che le piaceva di più. In quegli anni incontra il marito, Aldo De Rosa. Si laurea nel 1945 preparando la tesi all'Osservatorio astronomico di Arcetri e comincia da lì la sua carriera scientifica, ostacolata spesso da vecchie dinamiche accademiche che non lasciavano spazio alle donne.
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  • Agli inizi degli anni Sessanta Monica Vitti è la musa e la compagna di un grande regista come Michelangelo Antonioni che, con la trilogia dell'incomunicabilità, la proietta nell'olimpo del cinema internazionale. Vitti è un'attrice diversa anche fisicamente dalle dive italiane dell'epoca, eppure si ritaglia il proprio spazio. Nel 1969 arriva l'opportunità di mostrare la sua vis comica nel film di Mario Monicelli "La ragazza con la pistola". La commedia le si addice, ha tempi comici perfetti. Lavorerà con i più grandi, ma la sua paura di volare le impedirà di avere una carriera negli Stati Uniti. Negli anni 2000 le viene diagnostica una malattia degenerativa che provoca disturbi gravi dell’attenzione, della parola, delle facoltà motorie: la demenza a corpi di Lewy. Vitti si chiuderà nel silenzio e passerà gli utlimi anni lontana dalle scene, insieme al marito Roberto Russo. Morirà il 2 febbraio del 2022.
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  • Maria Luisa Ceciarelli, in arte Monica Vitti, nasce il 3 novembre del 1931. Scopre il suo amore per la recitazione da bambina, nei rifugi sotterranei di Napoli, durante la seconda guerra mondiale, dove gioca col fratello Giorgio a fare il teatro, mentre in città suonano le sirene del coprifuoco. Poco prima della fine della guerra la sua famiglia si trasferisce a Roma, è qui che avrà l'opportunità di diplomarsi all'Accademia Silvio D'Amico e diventare attrice. L'accademia sarà un vero spartiacquae nella sua vita. Il teatro è la sua casa e al cinema arriva in un primo momento come doppiatrice, per quella sua voce così caratteristica. L'incontro col regista Michelangelo Antonioni alla fine degli anni Cinquanta la consacra diva del grande schermo a tutti gli effetti interpretando soprattutto ruoli drammatici. Ma la sua comicità innata spinge per venire alla luce.
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  • Il 1948 è l’anno dell’entrata in vigore della nostra Costituzione, delle prime elezioni dell’Italia repubblicana, della fondazione dell’Organizzazione mondiale della sanità. Ma è anche l’anno di nascita di Gino Strada, in una casa di via Lacerra a Sesto San Giovanni. Un’infanzia serena, il liceo pieno di ardore giovanile e infine l’università, medicina, vuole fare il chirurgo. Dopo un viaggio con la Croce Rossa a Quetta, in Pakistan, dove incontra per la prima volta gli orrori della guerra, comincia a pensare a un’organizzazione per aiutare i feriti di guerra, per lo più civili purtroppo. E nel 1994, quando in Ruanda si compie l’ennesima barbarie dell’uomo, decide di agire.
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  • È il 1994, Gino Strada con la prima moglie Teresa Sarti organizza una raccolta fondi fra amici in un ristorante a Milano per dare corpo a un sogno: fondare un’organizzazione che aiuti i feriti delle guerre nel mondo, che sono per lo più civili. Deve partire per il Ruanda dove si sta compiendo un massacro. Maurizio Costanzo lo invita in trasmissione e da allora Emergency prende davvero corpo. Una visione che diventa realtà, supportata dal grande carisma di Gino e dall’aiuto prezioso di tutti i suoi collaboratori. 13 milioni le persone aiutate in tutto il mondo dall’anno della fondazione. E ancora molto da fare. Gino Strada muore il 13 agosto del 2021, ma il suo messaggio vive: abolire la guerra è possibile.
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  • Chi sono le italiane e gli italiani più importanti degli ultimi 50 anni? Che cosa li ha resi "icone", esempi da seguire, fonti di ispirazione? Natascha Lusenti, giornalista e conduttrice, racconta la storia delle figure determinanti della storia recente del nostro paese, con il supporto della voce di chi le ha conosciute direttamente.
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