Episoder
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Mentre Mattia si illudeva di intraprendere una nuova esistenza, lontano da moglie, suocera, debiti e afflizioni… è accaduto che la vita ha bellamente continuato a fare il proprio corso! Le cose sono cambiate. A rimanere fermo, in realtà, è stato lui. Lui solo. Che fare, a questo punto? Rimettersi in pari con le esistenze altrui? O rassegnarsi a rimanere indietro per sempre?
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La macchina – rimasta ferma per troppo tempo – sta per ripartire… La vicenda abbandona il proprio torpore e torna a farsi concitata… Il romanzo recupera finalmente la propria fisionomia e il proprio ritmo di romanzo! Adriano Meis sta per lasciare la scena a Mattia Pascal… E quest’ultimo – animato dalla consapevolezza di essere nuovamente vivo – potrà vendicarsi, rovesciare il mondo, raddrizzare torti! Sarà poi proprio così?
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Manglende episoder?
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Mattia è ormai a tal punto imprigionato nella finzione rappresentata da Adriano Meis da non poter più muovere un passo, pronunciare una parola, lasciare libero sfogo a un’emozione… senza correre il rischio di veder crollare tutto! Per una serie di limitazioni che si è autonomamente e quasi inconsapevolmente imposto – anche volendo non potrebbe liberarsi dell’identità fittizia che lo tormenta, e che pare essersi emancipata dal ruolo immateriale di semplice ombra per dirigere e decidere la sua esistenza. Che fare, dunque?
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Mattia – o Adriano, se si preferisce – comincia dunque a percepire qualcosa che molto somiglia a una minaccia; l’arrivo di Terenzio Papiano e la tacita intesa che lega costui a Silvia Caporale sembrano preludere a un tracollo generale della condizione equivoca in cui il nostro eroe si è mantenuto… sì, fin dal giorno in cui lesse su un giornale la notizia della propria presunta morte!
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Nessun dubbio sul fatto che le persone da cui è circondato – Adriana e il padre, la Caporale, da un certo punto in avanti Papiano – influenzino in modo consistente l’esistenza di Mattia/Adriano! Il fatto è che tale ascendente non può essere controllato dal protagonista, e finisce col portarlo nelle direzioni più impensate, impensabili e pericolose… Il rischio è che tale corto circuito possa nuocere, anziché giovare, a quella strana maschera che porta il nome di Adriano Meis!
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Adriano/Mattia aspira – ora che si trova sufficientemente lontano dai luoghi d’origine – a mettere da parte i timori, le resistenze e i dubbi… per poter cominciare, effettivamente, a vivere! Ciò che desidera è poter essere padrone delle proprie giornate, delle proprie scelte, dei propri sentimenti. Gli sarà consentito? E a che prezzo?
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Mattia ha visitato le grandi città d’arte dell’Italia settentrionale e centrale, poi ha varcato la frontiera e seguito per un tratto il corso del fiume Reno. La libertà, tuttavia, gli ha imposto come condizione quella di non entrare in intimità con alcuno, di mantenersi lontano dai propri luoghi d’origine e di evitare di dover dimostrare la propria identità. È possibile che cominci a farsi sentire in lui il peso della solitudine… Il senso di isolamento derivante dalla necessità di vivere ‘fuor fuori’…
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Mattia – interessato a mantenere in vita e ad alimentare la notizia della propria presunta morte – si è per il momento preoccupato di modificare alcuni degli elementi che lo caratterizzano esteriormente e superficialmente: aspetto fisico, nome e cognome… Questo gli basterà per mettere se stesso in condizione di costruire e vivere una nuova esistenza?
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Una volta avuta conferma in merito alla certezza della propria ‘morte’, Mattia si gode qualche attimo di libertà: da tutto… e da tutti! Egli ha ora la possibilità di assurgere – per quanto attiene all’ambito della propria esistenza – al ruolo di demiurgo assoluto: gli è consentito – e si tratta di prerogativa negata anche agli dèi – di intervenire a modificare i disegni del destino.
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A dispetto del gruzzolo che ha con sé… Mattia sta per sottomettersi nuovamente alla tirannia delle due buone donne, Marianna Dondi e sua figlia Romilda! Occorrerebbe un evento imprevedibile che lo mettesse in condizione di tenere il denaro e, al contempo, lo svincolasse definitivamente dagli obblighi legali nei confronti della famiglia…
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La nascita delle due gemelline contribuisce a stringere il cappio attorno al collo del povero Mattia… Come soddisfare le esigenze di una famiglia così numerosa? Considerando come gli altri membri adulti di tale nucleo famigliare non siano di alcun supporto e, anzi, lo osteggino in ogni modo possibile! Ma chissà che il destino – a volte bizzarro – non abbia in serbo per lui qualcosa d’imprevedibile…
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Costretto a difendere la madre dalle sfuriate della vedova Pescatore, Mattia è vincolato a rimanere quasi sempre in casa… e, naturalmente, le occasioni di scontro – con moglie e suocera – si moltiplicano! Il classico ‘gatto che si morde la coda’! Puntata ricca di simboli, di immagini evocative… e del proverbiale umorismo pirandelliano!
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Mattia si è impegnato a intercedere per conto di Gerolamo Pomino presso Romilda… Difficile stabilire cosa lo abbia spinto. Molti sono i problemi e le difficoltà cui, invece, dovrebbe e potrebbe dedicare le proprie energie e la propria attenzione: primo fra tutti il dissesto finanziario causato dalla gestione fin troppo accorta e lungimirante di Batta Malagna!
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L’impressione? Che ciascuno agisca per promuovere un proprio segreto e personale interesse! Le parole – pronunciate con evidente imbarazzo, o addirittura balbettando per un consapevole senso di colpa – non possono più essere più considerate attendibili. Importanti sono gli sguardi, le allusioni, i sottintesi. Se Mattia non troverà il modo di affrancarsi dalla propria irrimediabile ingenuità e buona fede… è molto probabile che verrà preso nell’ingranaggio della cattiveria, della perfidia, dell’interesse, della menzogna!
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Volendo raccontare una curiosa avventura occorsagli in età matura, Mattia ha necessità di fornire all’ascoltatore un breve resoconto delle vicende personali che – a partire dall’infanzia – lo hanno condotto sino al punto in cui l’avventura in questione ha avuto inizio. Cominciano così a fare la propria comparsa 'sulla scena' i primi personaggi del romanzo: il fratello, la madre, zia Scolastica, Batta Malagna…
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A prendere la parola è lo stesso Mattia Pascal. Il quale dichiara di ritenere a tal punto strano e originale il ‘caso’ di cui è stato protagonista… da meritare di essere raccontato! Aggiunge, tuttavia, che il manoscritto non potrà essere letto se non cinquant’anni dopo la ‘terza, ultima e definitiva morte’ del suo autore!
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E se di colpo venissimo privati anche dell’elemento più scontato e insospettabile? Se, cioè, non potessimo più affidarci alla possibilità di identificare noi stessi ― tra mille altri che ci circondano ― mediante nome e cognome? Saremmo persi, probabilmente! Oppure, nella migliore delle ipotesi, potremmo trovare lo stimolo per esplorare a fondo il mistero dell’esistenza e scoprire cosa ― se non il nome e il cognome, di cui si può persino pensare di fare a meno ― ci identifichi davvero e renda assolutamente unica la nostra vita! A proposito: è dal 1904 che questo capolavoro della letteratura offre ai lettori spunti e occasioni per indagare, riflettere, porre domande…
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