Episoder
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«Alzando lo sguardo, provando a cambiare la nostra prospettiva vediamo come molte cose si intrecciano. Analizzare le dinamiche e capire i trend in essere. Trovare il filo rosso che unisce trasversalmente economia, eventi e attualità per allargare gli orizzonti dal settore dell’acciaio». Questa è stata la promessa che ha accompagnato le 87 puntate di questo podcast che chiude la sua esperienza e lo fa proprio con uno sguardo alto su come la geopolitica mondiale sta influenzando le economie dei grandi Paesi ed in particolare dell’Italia. Uno sguardo che intercetta le tante, tantissime incertezze delle varie crisi che si sono succedute da quel 2008 che rappresenta il grande spartiacque di un mondo che è appare sempre più solo un ricordo. Ringrazio tutti gli ascoltatori che ci hanno seguito in questa lunga esperienza, e do un grande arrivederci a prossime possibili collaborazioni.
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Le terre rare sono diventate la frontiera dell’industria futura. Fra queste, al centro dell’attualità c’è il nichel, di cui l'Indonesia possiede immense riserve e del quale è primo produttore mondiale. Un metallo di straordinario interesse per l’industria automobilistica nella presente fase di cambiamento green e digitale, quale componente centrale nella produzione di batterie per le auto elettriche. In questo contesto è arrivata in settimana una notizia molto rilevante: il patto tra Cina e Indonesia sul nichel. In questa puntata l’analisi di un accordo che rappresenta il traguardo di un piano avviato dal 2013 da Pechino e che sta cambiando gli equilibri in un mercato crociale per la transizione energetica.
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Manglende episoder?
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I tassi di interesse negli Usa scenderanno. Questa è una certezza. Il problema e capire quando. Sul tema, infatti, il presidente della Federal Reserve Jerome Powell ha riferito ieri al Congresso degli Stati Uniti. Nell’appuntamento di oggi con PANorami analizziamo la relazione del Governatore della Banca Centrale americana cercando di capire quali spunti e indicazioni poterne cogliere.
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Oggi, martedì 5 marzo, è il Super Tuesday. Una giornata che si ripete dal 1988 e che rappresenta il momento in cui si tengono le primarie nel gruppo più numeroso di Stati della Federazione statunitense. E queste ore possono davvero essere cruciali per le sorti sia di Donald Trump e Nikki Haley, da un lato, sia per Joe Biden e i dem, sul fronte opposto. Ma come arrivano Repubblicani e Democratici al giorno più importate della corsa alla presidenza Usa?
In questa puntata l’analisi di quanto sta accadendo nel contesto americano ai due principali candidati e cosa può significate per loro il Super Tuesday.
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Nonostante la vittoria del centro-sinistra alle elezioni regionali in Sardegna, è presto per parlare di una crisi della maggioranza di destra-centro. Serve però cautela, perché è forviante l’equazione tra voto locale e voto nazionale. Tuttavia, questo risultato ha rappresentato la fine dell’invincibilità, quantomeno apparente, di una destra alla quale dal 2015 non veniva strappata una regione dagli avversari politici. Inoltre, questo voto e soprattutto la campagna elettorale sarda, con un vero e proprio autosabotaggio del destra-centro, ha messo alla luce una volta di più l’attrito crescente tra Matteo Salvini e la premier Giorgia Meloni.
In questa puntata l’analisi delle indicazioni e dei segnali provenienti dalle regionali della Sardegna.
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Il 24 febbraio 2022 è stato il giorno dell’inizio della sciagurata “operazione militare speciale” russa in territorio ucraino, ovvero dell’invasione dell’Ucraina da parte della Russia. Un tragico evento che ha rappresentato anche il ritorno della guerra sul continente europeo. A che punto siamo dopo due anni di conflitto? Il 2024 sarà davvero l’anno di svolta come ha dichiarato il presidente ucraino Volodymyr Zelenski all’indomani del vertice del G7 a Kiev?
In questa puntata l’analisi dei segnali e dei significati che possiamo leggere in una guerra giunta al suo secondo anniversario.
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La transizione verde, la lotta al cambiamento climatico e le scelte politiche europee sulle tematiche ambientali che coinvolgono economia, industria e agricoltura. Tematiche della green transition riportate al centro dell’attenzione dalle proteste degli agricoltori. Attenzione per l’ambiente che, insieme alla trasformazione digitale, avrebbe dovuto rappresentare il fiore all’occhiello della uscente Commissione presieduta Ursula von der Leyen. Ma così non è stato, o almeno in parte, a causa di una serie di mancanze e di troppa fretta.
In questa puntata l’analisi delle problematiche di una transizione ecologica accelerata.
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Alexei Navalny è morto all’età di 47 nella colonia carceraria artica IK-3, la struttura soprannominata “Lupo Polare” che si trova a due mila chilometri da Mosca e a soli 60 chilometri dal Circolo Polare Artico. Qui l’oppositore di Putin era stato trasferito alla fine di dicembre 2023 per scontare una pena che, sommando tutte le condanne ricevute, ammontava ad oltre 30 anni. Una morte simbolo dell’escalation autocratica della Russia putiniana, diventata ormai una dittatura militare, all’interno della quale è completamente vana qualunque possibilità di dissenso e di vita democratica.
In questa puntata il punto sulla scomparsa di Alexei Navalny, tra la versione ufficiale del Cremlino e le reazioni Occidentali.
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Miracolo spagnolo e, anche, miracolo portoghese. Da un lato, la Spagna che festeggia il tasso di crescita più alto d’Europa e, dall’altro, il Portogallo che è riuscito a tagliare di ben 35 punti percentuali il rapporto debito-Pil. Due risultati frutto di politiche decennali che hanno permesso ai due Paesi della penisola Iberica di riprendersi dopo gli interventi della Troika nel 2011 e 2012 per ricapitalizzarne le banche e ridurne i debiti. In questa puntata l’analisi delle ottime performance economiche di Spagna e Portogallo.
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L’eclatante protesta del mondo agricolo, rappresentata dalle migliaia di trattori mobilitati in tutta Europa potrebbe essere solo l’inizio. Per cui analizzare e capire le motivazioni alla base della contestazione può aiutare a valutare quali altre categorie potrebbero scendere in piazza. La puntata di PANorami di oggi vuole dare una lettura “guidata” delle proteste alla luce anche delle elezioni europee sempre più vicine.
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Pochi giorni fa l’Ocse ha pubblicato la sua Economic Survey sull’Italia, nella quale ha sottolineato come le stime per il 2024 e il 2025 siano contenute. Il Pil, infatti, secondo le previsioni dell’organizzazione internazionale, dovrebbe crescere dello 0,7% quest’anno e del 1,2% nel prossimo. Questo a causa di un «rallentamento dell’economia causato da un inasprimento delle condizioni finanziarie» e da un debito pubblico elevato, pari al 140% del Pil. Per cercare di migliore la situazione, l’Ocse ha raccomandato all’Italia di rivedere la propria spesa pubblica per aumentare la competitività del sistema-Paese, rendere più performativa l’economia e per correggere una serie di storture per rendere il sistema istituzionale più efficiente. Pensioni, fisco, spending review, queste le principali voci sulle quali lavorare. Ma una parte del mondo politico, ed in particolare quella dei partiti di governo, ha ricevuto con un certo fastidio queste indicazioni che vanno in direzione opposta rispetto ad alcune posizioni cardine della destra-centro tricolore.
In questa punta l’analisi del contenuto e delle reazioni rispetto alla Economic Survey dell’Ocse.
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Negli ultimi giorni è cresciuta la tensione tra il gruppo automobilistico Stellantis e il governo italiano. Un’escalation fatta di dichiarazione, controdichiarazioni, risposte e controrisposte provenienti dai vertici dell’azienda e della politica attorno a due nodi fondamentali: gli incentivi statati all’acquisto di vicoli elettrici e i volumi produttivi e l’occupazione all’interno degli stabilimenti italiani.
In questa puntata l’analisi del dibattito attorno al “Fiat affaire”.
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Il gigante si arrende. Troppo pesanti quegli oltre 300 miliardi di dollari di debiti accumulati. Così, negli scorsi giorni, il giudice Linda Chan del tribunale di Hong Kong ha preso atto della situazione di Evergrande e ha messo in liquidazione il grande gruppo del Dragone. Un’azienda che è stata il simbolo della crescita economica della Cina e che ha raggiunto lo status poco invidiabile di azienda immobiliare più indebitata del pianeta.
In questa puntata l’analisi del fallimento di Evergrande.
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Dopo aver approvato la Legge di Bilancio in deficit, del valore idi 28 miliardi di euro, con buone probabilità il governo dovrà ricorrere ad una manovra correttiva. Ma dove prendere i soldi necessari per il risanamento dei conti pubblici? Due le strade: o il taglio della spesa, con la cosiddetta “spending review”, o l’aumento delle tasse, con tutti gli inconvenienti in termini di consenso popolare. C’è però una terza via, quella delle privatizzazioni.
In questa puntata l’analisi del clima politico attorno a questa opzione sul tavolo del premier Giorgia Meloni.
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Dopo la vittoria nella prima consultazione in Iowa, Donald Trump si aggiudica anche le primarie in New Hampshire e continua la sua corsa alla candidatura alle prossime presidenziali americane.
Infatti, l’ultimo ostacolo che Trump si trovava difronte era rappresentato da Nikki Haley, superata con il 54,5% dei voti contro il 43,3% dell’ex governatrice della Suoth Carolina. In questo modo, il quadro repubblicano va delineandosi e la prossima tornata proprio in South Carolina può risultate decisiva.
Stato del sud che, sul fronte opposto, rappresenterà il primo banco di prova per i democratici e per Joe Biden.
In questa puntata l’analisi delle primarie USA e sul clima politico statunitense.
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Il contesto geopolitico in Medio Oriente si complica con un nuovo tragico fronte: il canale di Suez. Un conflitto che vede al centro il Mar Rosso e gli attacchi degli Houthi, il cui intento è quello di bloccare con la violenza il traffico di merci internazionale. Crisi che sta avendo conseguenze pesantissime per l’approvvigionamento via mare e che ha aperto un vero e proprio fronte militare. Infatti, queste azioni di rappresaglia hanno provocato le reazioni di Stati Uniti e Regno Unito, con attacchi aerei e missilistici su larga scala contro le strutture degli Houthi in Yemen. A questi si aggiungerà, come è stato deciso nelle ultime ore, l’intervento dell’Unione europea attraverso la missione navale Aspides, con il coinvolgimento militare di Francia, Germania e Italia.
Nella puntata di oggi l’analisi del quadro di instabilità di quella parte di mondo e delle conseguenze sulla catena del valore globale.
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Si sta tenendo in questi giorni nel cuore delle Alpi svizzere, nella cittadina di Dovos, il World Economic Forum. Una kermesse, giunta alla sua 54^ edizione, che richiama a sé 2.800 leader mondiali provenienti da vari settori e da 120 Paesi. Presenti moltissime figure di spicco, come banchieri, economisti, manager, politici e circa 60 capi di Stato o di Governo. Un’occasione, per questi leader, d’incontro e di discussione attorno ai principali temi e alle sfide globali del nostro tempo, come le urgenze riguardanti i due conflitti in corso in Ucraina e in Medio Oriente, la crisi climatica, l’intelligenza artificiale, la globalizzazione e la mondializzazione.
In questa puntata alcune istantanee della cinque giorni di Davos e l’analisi delle principali questioni emerse dai vari incontri istituzionali.
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Sarà William Lai il prossimo presidente di Taiwan. Vicepresidente in carica, esponente di centrosinistra e candidato più critico nei confronti della Cina, che con il 40% dei voti ha portato il DPP ad ottenere la terza vittoria consecutiva. Lai ha inoltre confermato l’impegno del Governo uscente di continuare una politica volta a mantenere l’indipendenza di fatto dell’isola, nonostante le ripetute minacce provenienti dalla Cina di annetterla con qualunque mezzo militare, economico o politico.
In questa puntata l’analisi dei risultati, del clima internazionale e dei possibili scenari derivanti delle elezioni taiwanesi.
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Il 2024 dell’acciaio è iniziato all’insegna di Acciaierie d’Italia. Il caso ex-Ilva è appunto al centro della cronaca di questi primi giorni di nuovo anno e sta riempiendo le pagine dei quotidiani nazionali. Una situazione critica che coinvolge lo Stato italiana, impegnato nelle trattative con ArcelorMittal, socio privato alla guida del polo siderurgico tarantino, e porta con sé un significato politico decisamente più profondo. Infatti, la vicenda Ilva si lega a doppio filo con l’assenza di una politica industriale e rappresenta un nodo che non riguarda solo l’acciaio, ma più in generale accomuna e penalizza i comparti produttivi del nostro Paese.
In questa puntata un riassunto su quanto sta accadendo ad AdI e una riflessione sulla mancanza di una politica industriale italiana.
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Le ultime settimane dell’anno e il periodo delle festività natalizie sono il momento giusto per fermarsi, prendersi qualche minuto, guardarsi indietro e riflettere su quanto accaduto nei mesi trascorsi. Che anno è stato, dunque, il 2023 che si concluderà tra dieci giorni?
In questa puntata un riassunto e l’analisi degli eventi, delle tendenze e delle crisi che hanno influenzato l’andamento del 2023.
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