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Anche gli obiettivi finanziari di breve periodo meritano strumenti di investimento adeguati. Che si tratti di pagare le tasse, rinnovare l’assicurazione, acquistare un’auto o costruire un fondo di emergenza, esistono soluzioni per investire la liquidità evitando che venga erosa dall’inflazione sui conti correnti. Ci sono tre strumenti principali: conti deposito, Etf monetari e titoli di Stato a breve scadenza. Quali sono i vantaggi, i rischi, gli orizzonti temporali e i profili fiscali di ognuno di loro? E per quale tipo di esigenza sono utili?
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Investire seguendo i propri obiettivi è importante, ma lo è altrettanto sapere come usare i soldi quando arriva il momento, dopo che abbiamo investito per tanti anni. Un concetto chiave con cui fare i conti è la longevità, cioè l’allungamento dell’aspettativa di vita, che ci mette davanti a una sfida: come vivere a lungo senza sopravvivere ai nostri risparmi. liquidare tutto e tenere i soldi fermi sul conto corrente una volta andati in pensione non è una scelta efficiente: ecco perché potrebbe essere opportuno impostare un piano di decumulo, prelevando gradualmente una parte de l proprio denaro e lasciando il resto investito. Dal ciclo di vita di Franco Modigliani alla regola del 4%, alle strategie con azioni a dividendo ed Etf a distribuzione, ecco una guida per affrontare in modo sereno e consapevole la fase in cui finalmente possiamo goderci i frutti del nostro capitale. Perché, alla fine, investire è anche sapere quando e come raccoglierli. -
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Il più grande investitore di tutti i tempi sta per andare in pensione: lascia in eredità al suo successore Greg Abel una montagna di liquidità (350 miliardi di dollari) pronta da investire, e a noi tutti i suoi insegnamenti. Uno in particolare: quando si investe, anche solo quattro soldi, bisogna studiare ogni giorno ed evitare di seguire le mode. Un avvertimento per chi negli ultimi giorni si fosse imbattuto nel vecchio proverbio «Sell in May and go away»: un adagio molto in voga secondo cui a maggio è opportuno abbandonare il mercato, nella convinzione che nei mesi estivi le borse castigheranno il nostro portafoglio. Ovviamente non è così: ma facciamo un fact checking.
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Non essere investiti nei giorni migliori delle borse può ridurre i rendimenti di lungo periodo fino all’83%: anche pochi giorni persi fanno la differenza tra un investimento di successo e un risultato deludente. Insomma, la paura che ci fa entrare e uscire dagli investimenti quando le cose non vanno bene ha un costo molto salato, e il tempismo perfetto per rientrare non è altro che un’illusione pericolosa. Ma nel nostro percorso di investitori abbiamo due alleati fondamentali: la diversificazione, che mitiga i rischi quando le cose non vanno bene, e i piani di accumulo, che ci permettono di mettere fin da subito tutti e due i piedi nel mercato e di rimanerci con costanza, aumentando perfino la nostra esposizione quando le cose vanno male. Vediamo come funzionano
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Come ogni anno, è arrivato quel momento in cui bisogna andare dal commercialista o al Caf per la dichiarazione dei redditi. Come è logico, anche sui nostri investimenti vanno pagate le tasse. Come si fa? È complicato? Ci sono due strade: o se ne fa carico la banca o l’intermediario o ce ne dobbiamo occupare da soli, in base al fatto che siamo in regime amministrato oppure che il nostro broker agisca in regime dichiarativo. Ma come funzionano di preciso questi regimi? Che tipo di tasse paghiamo sui rendimenti dei nostri Etf, bond o azioni? Quali sulle cedole dei bond e sui dividendi? E ancora, quali investimenti godono di un regime fiscale favorevole? Addentriamoci in questo mondo in compagnia di Fabrizio Vedana, fiscalista partner e amministratore di Across Family Advisor
Qui per ascoltare la puntata "Come funzionano i dividendi e a cosa servono in portafoglio"
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Quando si inizia a investire si può provare a farlo in autonomia oppure affidarsi alla guida di un professionista, il consulente finanziario. Il suo lavoro consiste nell’accompagnarci lungo tutte le fasi del processo di investimento, dalla definizione degli obiettivi all’asset allocation alla scelta e poi acquisto degli strumenti finanziari più adeguati. Ma il mondo della consulenza in Italia ha diverse sfaccettature: ci sono i consulenti autonomi, o indipendenti, e quelli abilitati all’offerta fuorisede, associati a una banca o rete di distribuzione. Quando ci conviene l’uno e quando l’altro? Quali sono le differenze tra i due modelli? Ne parliamo in diretta dal Salone del Risparmio di Milano in compagnia di Nicola Benini (autonomo a capo di Ifa Consulting) e Daniela Repele di Banca Mediolanum e Anasf.
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Nei tre giorni più neri per i mercati azionari dai tempi del Covid - tra giovedì 4 e lunedì 7 aprile - il Ftse Mib ha perso più del 14% del suo valore, l’indice Hang Seng di Hong Kong il 13% in una sola seduta lunedì 7, il Nasdaq è entrato in quello che si chiama mercato orso. La ragione? Tutti si aspettavano che Donald Trump dichiarasse guerra commerciale al mondo intero, ma nessuno pensava che lo facesse con tariffe così dure (e calcolate in modo così fantasioso). Ma di fronte ai mercati che crollano cosa possiamo fare nei nostri investimenti di tutti i giorni? Passiamo in rassegna le strategie psicologiche e qualche strumento di investimento pratico per vivere questi giorni con la (giusta e razionale) apprensione ma senza terrore di perdere tutto
Qui per il dossier sulla guerra dei dazi
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Una volta definiti i propri obiettivi finanziari e costruito il proprio portafoglio, ogni tanto è opportuno fare un check-up per controllare che tutto stia andando secondo i piani e non si siano venuti a creare squilibri (anche involontari) tra le proprie esigenze e la composizione effettiva degli investimenti: cioè tra la quota di azioni e bond che voglio avere in portafoglio e quella effettiva dopo i saliscendi dei mercati. Fare un ribilanciamento al portafoglio è in realtà più semplice di quanto sembra se si tengono a mente poche, semplici regole. E se non ci si fa prendere dalla paura quando i mercati sembrano cavalli imbizzarriti fuori da ogni controllo
Qui per il sito della Consob
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Perché le donne investono meno degli uomini? Quanto di questo gap dipende da sovrastrutture sociali e culturali? Quanto da fattori economici come i minori redditi? E cosa si può fare già da ora affinché le cose cambino? In occasione della settimana del Podcast 2025 abbiamo discusso di queste tematiche, nel corso di un episodio live, con Monica Lucarelli, assessora alle Attività Produttive e Pari Opportunità del Comune di Roma Capitale. Al centro di tutta la conversazione c’è un concetto chiave, la stella polare per chi vuole investire e non solo. L’indipendenza, che quando si parla di denaro è strettamente intrecciata con l’obiettivo fondamentale del nostro podcast: l’educazione finanziaria
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Lanciati nel 2017 con l’obiettivo di avvicinare i risparmiatori agli investimenti nelle piccole e medie imprese italiane, dopo un biennio difficile i Piani Individuali di Risparmio stanno tornando sulla cresta dell’onda. La loro caratteristica peculiare è la possibilità di godere di un’esenzione fiscale totale se li si tiene, senza venderli, per almeno cinque anni. Ma i costi elevati, le regole molto stringenti per il beneficio fiscale e la bassa diversificazione, secondo i critici di questo strumento, rischiano di vanificare tutto l’effetto positivo della detassazione. Proviamo a fare chiarezza
Qui per leggere l'articolo di Paola Valentini
Qui per leggere l'articolo sui Pir obbligazionari
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L’incertezza sui mercati rimane altissima e la volatilità è alle stelle. Per un investitore di lungo periodo la fase attuale è un bel banco di prova per testare la propria resistenza alle montagne russe. Esiste un modo per proteggersi da questo saliscendi e rimanere comunque investiti al 100%, senza fuggire a gambe levate dai propri investimenti? In questo episodio proviamo a costruire da zero un portafoglio di Etf a basso costo e bilanciato tra azioni e bond, per giocare in difesa e cavalcare le opportunità che, anche in momenti difficili, si possono presentare sui mercati
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Le politiche sui dazi di Donald Trump e la paura di una recessione negli Stati Uniti (che il presidente non ha smentito) hanno provocato nelle ultime settimane una forte ondata di vendite nelle borse americane, tanto che lunedì 10 marzo il Nasdaq ha perso il 4% in una sola seduta. Dall’inizio di quest’anno peraltro l’indice ha perso il 10% del suo valore: tecnicamente è entrato in una fase di correzione. La tentazione di correre ai ripari chiudendo tutti i propri investimenti è più forte che mai, ma paradossalmente proprio in situazioni come queste si annidano delle grandi opportunità. Specialmente per chi sta investendo con i piani di accumulo o per chi vuole iniziare a investire proprio ora
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Contributi video presenti nella puntata:
https://www.youtube.com/watch?v=YA631bMT9g8
http://youtube.com/watch?v=oePl7j76F9U -
In Italia le donne investitrici sono meno della metà rispetto agli uomini, e negli altri Paesi europei le cose vanno solo un po’ meglio: tra investitrici e investitori c’è un divario di quasi 20 punti. In tutto ciò, il grado di alfabetizzazione finanziaria delle donne italiane è in media di cinque punti più basso. Questo divario dipende da una serie di fattori: redditi più bassi, minore accesso a percorsi di formazione e professionali economico-finanziari, un retaggio sociale difficile da sconfiggere per cui in certe famiglie sono gli uomini che si occupano del denaro. Ma le cose cambiano, e dalle nuove generazioni arrivano messaggi incoraggianti. Ad accompagnarci in questo viaggio alla scoperta del rapporto tra donne e denaro ci sono Paola Valentini ed Elena Dal Maso, giornaliste di Milano Finanza, ed Elisabetta Manuli, co-amministratrice delegata della società di gestione Hedge Invest
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Dall’inizio di quest’anno sono stati quotati in Borsa Italiana già 43 Etf, tra attivi e passivi: più del doppio rispetto ai primi due mesi del 2024. Tra questi prodotti c’è davvero di tutto, da un fondo passivo sui bond dell’Arabia Saudita all’Etf a costo zero (per un anno) di Xtrackers, realizzato insieme al broker regolamentato Scalable Capital e focalizzato sulle azioni globali. Ma a fronte di questa offerta solo il 3,9% degli italiani investe in Etf, e i giovani under 35 sono addirittura una piccola minoranza. Proviamo a capire perché questi prodotti di investimento a basso costo ancora non fanno breccia tra gli investitori e come metterli in portafoglio in modo consapevole.
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Ma l’Italia è un buon affare in portafoglio? Il ministero dell’Economia può festeggiare per un nuovo collocamento di Btp (il Btp Più) col botto, mentre l’indice Ftse Mib della borsa di Milano si muove sopra i 38.000 punti: un valore che non si vedeva dal lontano 2007. Merito delle banche e del risiko, certo, ma anche una serie di altri titoli come quelli del settore della difesa (Leonardo), o quelli del lusso (Moncler, Brunello Cucinelli). Quindi vale la pena investire sull’Italia? E se sì, quali sono le caratteristiche principali della borsa di Milano e dell’indice Ftse Mib da considerare quando si sceglie di investire?
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Contenuti video presenti in puntata:
https://www.youtube.com/watch?v=fjU365kyPxI
https://www.youtube.com/watch?v=W4E_1mw-cnU -
A Piazza Affari è in corso da novembre 2024 qualcosa di più unico che raro. Tolta Intesa Sanpaolo, tutte le più grandi banche quotate sono in qualche modo coinvolte nel risiko bancario: o come predatori, che vogliono acquisire un loro concorrente, o come prede che devono difendersi da un assalto. C’è addirittura chi, come Banco Bpm, è sia predatore (della società di risparmio gestito Anima) sia preda (di Unicredit). Il mercato sta finora premiando questo complesso gioco di mosse e contromosse, tanto che gli Etf sulle banche europee (in cui l’Italia pesa per il 24%) da inizio anno stanno crescendo di oltre il 17%. Ma questa corsa è destinata a proseguire? Lo scopriamo in compagnia del collega di Milano Finanza Luca Gualtieri
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Le obbligazioni sono strumenti di investimento pensati per pagare cedole stabili e scandite nel tempo in modo costante. Su Milano Finanza abbiamo fatto un esperimento: costruire un portafoglio di bond che ci faccia ricevere una cedola ogni mese, da gennaio a dicembre, per cinque anni consecutivi. Una mini-rendita (quasi) assicurata, insomma. Non solo è possibile farlo, ma per riuscirci è sufficiente comprare soltanto otto bond. A che tipo di investitore conviene un portafoglio di questo tipo? E ci sono alcune regole generali che possiamo applicare anche ad altri investimenti?
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Avete finalmente deciso di togliere i soldi dal conto corrente e investirli in un portafoglio diversificato di azioni, bond o Etf. Ma i primi passi concreti, materiali, da fare non sono affatto scontati: come si cerca un Etf? Come si decide quanto e come investire? E come si acquista un prodotto di investimento? Mettetevi comodi e con un computer davanti a voi: ecco una guida per iniziare, mossa dopo mossa.
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Nei nove mesi dall’inizio della seconda stagione del podcast ci avete fatto tantissime domande su come iniziare a investire in modo consapevole. In questo episodio proviamo a dare una risposta a quelle più ricorrenti, toccando (con esempi concreti) quattro punti che vi stanno molto a cuore. Parleremo di costi degli Etf passivi, delle considerazioni da fare al momento della scelta tra casa e investimento mobiliare, di come e quanto investire nei mercati azionari, e anche di cosa succede in concreto quando nelle borse parte il panic selling.
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Contributi audio da video presenti nella puntata:
https://www.youtube.com/watch?v=UPjLHmdH_Mg -
Nel 2024 soltanto quattro fondi attivi che investono nelle società di Piazza Affari hanno battuto il total return del Ftse Mib, ossia la somma tra andamento del titolo e dividendi. Quei pochi che ce l’hanno fatta hanno superato l’indice anche di 8 punti, ma quando si allarga l’orizzonte al lungo periodo la quota di chi riesce nell’impresa è sempre più esigua. Vuol dire che la gestione attiva è spacciata, visti anche i costi ben più elevati che comporta? Forse no, anche perché nel mondo obbligazionario la musica cambia
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