Episodes
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Il racconto del sorprendente successo dell'Italia nell'edizione dispari, slittata di 12 mesi per il covid. Una vittoria inattesa in un anno straordinario per tutto lo sport, quando il paese cominciava a rialzarsi dopo il lockdown. Un'edizione sintetizzata in un'immagine, l'esultanza così intima fra i due vecchi amici, compagni di squadra alla Sampdoria, uniti, stretti, alla fine del distanziamento sociale. Una sola cosa anche nel vivere la malattia di Vialli.
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In un clima di tensione per gli attacchi terroristici di sette mesi prima al Bataclan e allo stadio della nazionale durante un’amichevole, la Francia ospita un’edizione segnata dai body scanner e i metal detector agli ingressi. La vince il Portogallo nonostante un infortunio a Ronaldo in finale, in lacrime mentre una falena gli si posa sulle ciglia.
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Missing episodes?
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Estate 2008. La maniera di giocare a calcio è sul punto di cambiare per sempre. Agli Europei di Vienna, la Spagna impone uno stile fatto di passaggi brevi e rapidi. Lo chiameremo tiki taka. Il seme è gettato da un allenatore timido, brusco, visionario, Luis Aragonés, che la sera prima della finale riceve pure la telefonata del re. In un paese a sua volta trasformato dalla leadership del socialista Zapatero.
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Un mese prima delle olimpiadi di Atene, la nazionale di calcio greca andò a vincere a sorpresa il titolo in Portogallo. Con un allenatore tedesco, Otto Rehhagel. Figlio di quella Germania che pochi anni dopo avrebbe messo il paese ellenico politicamente alle strette.
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Una Nazionale italiana che può permettersi il lusso di avere due numeri 10 sfida i campioni del mondo in carica. Nella stanza di Dino Zoff – uno che non deve dimostrare niente, dopo aver vinto un Europeo, un Mondiale, 6 scudetti e una Coppa Uefa – regna un grande silenzio: per tornare sul tetto d’Europa dopo il ’68 serve trovare un modo per imbrigliare Zizou. Senza sapere che il vero ostacolo, nell’anno del Millennium Bug, sarà una regola nuova in caso di pareggio: si chiama golden gol.
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Mentre il paese bocciava gli accordi di Maastricht con unreferendum, la Nazionale danese di calcio veniva richiamata d’urgenza dalle vacanze per giocare al posto della Jugoslavia, messa al bando dagli eventisportivi da una risoluzione dell’Onu, in piena guerra dei Balcani. Storia degli Europei più sorprendenti, vinti da chi non doveva esserci. Con un giocatore-pendolare fra Copenaghen e la Svezia per stare accanto alla figlia ammalata.
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Nell'estate del 1984, nella Francia che scopre una nuova sinistra con Mitterrand, Michel Platini sta entrando in una nuova dimensione. Sta portando il calcio all'altezza del rugby. Il paese ha organizzato gli Europei e i suoi gol hanno trascinato la squadra in finale, la partita in cui il portiere basco Luis Arconada commetterà l'errore che il resto della Spagna non smetterà di rimproverargli.
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È il 23 marzo del 1980 e mancano due mesi e mezzo agli Europei in Italia. Alla fine delle partite, polizia e guardia di finanza fanno irruzione negli spogliatoi di sei stadi: Roma, Milano, Genova, Avellino, Pescara e Palermo. L’Italia intera viene a sapere che stanno arrestando i calciatori. Da lì a pochi mesi il paese ospiterà nei suoi stadi gli europei vinti dalla Germania Ovest in finale con il Belgio. Per gli azzurri guidati da Bearzot, un quarto posto con l’amaro in bocca.
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Antonín Panenka era figlio di operai, Ivo Viktor invece non aveva mai conosciuto il padre. Trascorsero la sera prima della finale agli Europei del 1976 a parlare di calci di rigore.
Uno li parava, l’altro li segnava. Uno portiere della Cecoslovacchia, l’altro il suo giocatore più creativo: una squadra libera in un paese che lo era molto meno. Storia del tiro dagli 11 metri inventato da Panenka. Quello che oggi chiamiamo cucchiaio.
I contributi audio di questo episodio sono tratti da “Sette G” del 29 febbraio 1972 disponibile sul sito dell’Istituto Luce; dalla telecronaca per la Rai di Adriano De Zan della tappa del Giro d’Italia dell’11 maggio 1976; dalla radiocronaca di Enrico Ameri per “Tutto il calcio minuto per minuto” (Rai) del 16 maggio 1976; dal programma Rai “La notte della Repubblica” di Sergio Zavoli (tutti disponibili su YouTube); dalla telecronaca della finale Cecoslovacchia-Germania Ovest disponibile sul sito della UEFA.
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Giugno 1968. Giacinto Facchetti dà la buonanotte al compagno di stanza Tarcisio Burgnich e si mette a dormire col sorriso sulle labbra. È la vigilia della finale degli europei contro la Jugoslavia. Mentre fuori il mondo brucia. Fuori hanno ammazzato Bob Kennedy, le proteste studentesche infiammano l’Europa, la polizia carica gli operai.Fuori c’è l’inferno. Dentro alla stanza condivisa da Giacinto e Tarcisio invece si coltiva una magnifica speranza. Che diverrà realtà, ma questo – tutto questo – accadrà domani.
I contributi audio di questo episodio sono tratti dal Telegiornale del Primo Canale Rai delle 13.30 del 6 giugno 1968 disponibile su Rai Play;
dall’intervista al mago Achille D’Angelo sulle previsioni per il 1968 disponibile sul sito dell’Istituto Luce; dalla telecronaca Rai di Nando Martellini della partita Italia-Jugoslavia del 10 giugno 1968.
Fonte: Youtube