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Ci addentriamo nel cuore del caso di Almasri. La sua scarcerazione e il rimpatrio in Libia hanno scatenato polemiche, indignazione e un acceso dibattito. La vicenda ha avuto ripercussioni anche sulla politica italiana, con indagini che coinvolgono membri del governo e una crescente attenzione sulla Libia come terreno di scontro geopolitico.
Per approfondire questo caso complesso, intervistiamo Nello Scavo, giornalista di Avvenire, che ci aiuterà a comprendere meglio le ragioni politiche, militari e giuridiche che hanno portato la Libia al centro dell’attenzione internazionale.
In questa puntata, esploriamo le implicazioni di un caso che ha scosso le politiche italiane e internazionali, con riflessi diretti sulle elezioni libiche, il controllo delle risorse petrolifere e le alleanze internazionali.
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Nella giornata di ieri, l’audizione di Robert F. Kennedy Jr. davanti alla Commissione per le Finanze del Senato degli Stati Uniti ha monopolizzato l'attenzione dei media americani. Tra domande scomode, proteste e accuse, la sua conferma come segretario alla salute del governo di Donald Trump è diventata un tema altamente divisivo. Kennedy Jr. è un personaggio controverso, noto per le sue posizioni anti-vaccino, le teorie complottiste e un passato turbolento che gli ha attirato critiche feroci.
In questo episodio, ci concentriamo sul suo destino politico e sulle forti divisioni che ne derivano, con una possibile battaglia decisiva tra democratici e repubblicani al Senato.
Nel frattempo, in Medio Oriente, la visita di Steve Witkoff, uomo di Trump, a Gaza apre nuovi scenari nelle già delicate relazioni tra USA e Israele.
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Un fiume di persone si è messo in marcia verso Gaza Nord: 200.000 gazawi tornano alle proprie case distrutte dopo giorni di attesa.
Ma cosa significa tornare in un luogo in cui il 90% delle abitazioni è stato raso al suolo?
Oggi analizziamo la complessa situazione geopolitica, dalle richieste di Donald Trump a Giordania ed Egitto di accogliere i profughi palestinesi, alle implicazioni economiche e diplomatiche per i paesi arabi.
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Centinaia di cittadini libanesi, nel tentativo di tornare nei loro villaggi, si sono trovati di fronte alla realtà di un paese devastato dalla guerra. Il giorno del ritiro delle truppe israeliane si è trasformato in una nuova escalation di violenza, con scontri che hanno causato 22 morti.
Ci spostiamo poi in Cisgiordania, dove l’arrivo di un nuovo piano di Donald Trump per il Medio Oriente ha sollevato molte preoccupazioni. Il presidente statunitense ha proposto di trasferire un milione e mezzo di palestinesi in Egitto e Giordania, un'idea che non è stata accolta positivamente dai palestinesi, che vedono la loro terra come un bene irrinunciabile.
A seguire, un approfondimento sulla visita della presidente del Consiglio, Giorgia Meloni, in Arabia Saudita, dove ha incontrato bin Salman per discutere di politica internazionale e investimenti, in particolare in Africa.
Infine, un tragico resoconto arriva dal Congo, dove la violenza dei conflitti interni e il coinvolgimento delle truppe ruandesi hanno causato una crisi umanitaria. Medici Senza Frontiere ha documentato la drammatica situazione a Goma, con migliaia di sfollati che vivono in condizioni disperate.
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In questa puntata, si parte da un momento emotivo ed intenso: il rilascio delle quattro soldatesse israeliane, liberate dopo 477 giorni di prigionia.
Ma dietro queste immagini di gioia e sollievo, resta la domanda: quanto reale è il consenso che Hamas ha all’interno di Gaza in questo momento? Per cercare di rispondere, un operatore umanitario italiano, che lavora sul campo, ha condiviso un messaggio audio con la sua testimonianza diretta da Gaza.
Poi, Donald Trump continua a far parlare di sé con le sue posizioni controverse. Un eurodeputato danese, inizialmente sostenitore di Trump, ha espresso un giudizio fortemente critico dopo che l'ex presidente ha confermato la sua intenzione di annettere la Groenlandia. Una mossa che, secondo analisti, potrebbe nascondere piani geopolitici più ampi, in risposta agli interessi economici di Cina e Russia nella regione.
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In questa puntata, iniziamo con un evento che ha suscitato scalpore: l’arrivo in Guatemala di voli militari statunitensi con migranti in catene. Le immagini hanno fatto il giro del mondo, sollevando questioni delicate sulla politica migratoria americana e sulle drammatiche condizioni dei migranti.
Ci spostiamo poi in Russia, dove Putin ha rilasciato dichiarazioni importanti in un’intervista con Pavel Zarubin. La sua visione sulla guerra in Ucraina e sulle relazioni con gli Stati Uniti non lascia indifferenti. E se questo non bastasse, Sergey Lavrov, il ministro degli Esteri russo, accusa l'Italia di non comprendere l'impatto economico e reputazionale della sua posizione sulla guerra.
Nel cuore del Medio Oriente, incontriamo Amjab Shahab, docente universitario a Gerusalemme Est, che ci offre una visione profonda del conflitto israelo-palestinese. Per lui, questa è una guerra di religione per gli israeliani e di territorio per i palestinesi. Le sue parole ci portano a riflettere su un conflitto che sembra senza fine.
Poi, una notizia che accende una piccola speranza: Hamas sta per rilasciare una lista di ostaggi, tra cui soldatesse israeliane, in cambio della liberazione di prigionieri palestinesi. Un gesto che, almeno per oggi, porta una ventata di speranza in una terra tormentata dalla guerra.
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In questa puntata parliamo della telefonata tra Donald Trump e Mohammad bin Salman, l’erede al trono saudita, e di come gli Accordi di Abramo possano ridefinire gli equilibri del Medio Oriente.
Non solo Medio Oriente: a Davos Trump lancia frecciate all’Europa, minacciando dazi e scuotendo Bruxelles. E poi, il racconto della situazione sempre più complessa che si vive a Ramallah.
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In questa puntata, esploriamo le prime mosse di Donald Trump come 47esimo presidente degli Stati Uniti e le implicazioni globali delle sue decisioni. Partiamo dal sermone della vescova Marianne Budde, che lo ha esortato ad avere avere pietà per i migranti e di garantire i diritti alla comunità LGBTQ+. La reazione di Trump sui social non si è fatta attendere, ma questa polemica è solo l'inizio di una serie di scelte che stanno ridisegnando la politica interna ed estera degli Stati Uniti.
Analizziamo, poi, il rapporto controverso tra Trump e Vladimir Putin. Dal famigerato incontro di Helsinki nel 2018, alle dichiarazioni su Russiagate e alla gestione della guerra in Ucraina.
Infine, la situazione in Medio Oriente, con l'operazione “Muro di Ferro” in Cisgiordania e le tensioni crescenti.
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Entriamo nel cuore dei cambiamenti scatenati dall'elezione di Donald Trump a 47esimo presidente degli Stati Uniti. Con il suo insediamento alla Casa Bianca, si apre un nuovo capitolo che potrebbe ridefinire gli equilibri geopolitici globali.
Trump non lascia spazio a incertezze: dai dazi sui prodotti messicani e canadesi alle scelte radicali in materia di clima e sanità, ogni sua mossa sta già scuotendo le fondamenta del sistema internazionale.
In questo episodio, esploreremo anche come le alleanze globali stiano cambiando, con Putin e Xi Jinping che consolidano la loro partnership contro le sfide del panorama internazionale.
Nel frattempo, in Medio Oriente, la tensione è cresce: le recenti operazioni militari israeliane in Cisgiordania sembrano seguire una logica complessa e potenzialmente strategica, con risvolti ancora da definire.
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Una rassegna stampa curata da Elena Testi delle notizie più importanti e delle tendenze globali che stanno plasmando la società contemporanea. Dal cambiamento climatico alla geopolitica, dalle innovazioni tecnologiche ai movimenti culturali. "BuongiornoMondo” è il tuo passaporto per comprendere meglio la complessità del nostro mondo.”
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BuongiornoMondo è un podcast di La7 prodotto da La7 Scritto da Elena Testi La cura editoriale è di Francesco Iacubino Postproduzione e montaggio di Sara Coccia Produzione esecutiva affidata a Tania Fornaro e Sabrina Lunetta
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Nella puntata di oggi, analizziamo il discorso di insediamento di Donald Trump come 47esimo presidente degli Stati Uniti. Dietro le sue parole, qualcosa sta cambiando: non Trump, ma le figure che lo circondano. Parliamo di Elon Musk, presente in prima fila al suo fianco, e degli altri big della Silicon Valley, tra cui Mark Zuckerberg e Jeff Bezos, che sembrano essere sempre più parte integrante della politica americana.
Ci concentreremo anche su Jared Kushner, il marito di Ivanka Trump, che rimarrà un protagonista centrale in questa presidenza. Kushner potrebbe essere la chiave per capire gli sviluppi futuri in Medio Oriente.
E, naturalmente, il ruolo cruciale di Donald Trump nel processo di pace tra Israele e Palestina.
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La tanto attesa tregua, finalmente arrivata alle 11:15, ha scatenato urla di gioia e anche lacrime, quelle del popolo israeliano e di chi vive dentro la Striscia di Gaza. Raccontiamo le emozioni e le preoccupazioni di chi ha vissuto la prigionia, come Margarit Mosas, e dei suoi timori sulla ripresa del conflitto.
E mentre in Medio Oriente si cerca un fragile equilibrio, gli Stati Uniti sono nel pieno di una nuova era politica: Trump è tornato sulla scena. Oggi è il suo grande giorno, l'Inauguration Day, e l’attesa è alta per scoprire quali saranno i suoi prossimi passi, dall’immigrazione al potenziamento della difesa nazionale.
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Mentre i giornali titolano "Tregua fatta", il primo ministro Netanyahu annuncia che, a mezz'ora dall'inizio del cessate il fuoco, la lista degli ostaggi da liberare non è ancora arrivata. Senza i nomi, l'accordo non avrà inizio.
In questo episodio, parleremo di un'emozione collettiva che unisce speranza e inquietudine, attraverso gli occhi di chi vive a pochi chilometri dal conflitto.
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Elena Testi approfondisce i dettagli della tregua tra Israele e Hamas, che sta prendendo forma. Il governo israeliano ha approvato l'accordo, ma restano forti le tensioni con Hamas, che chiede il blocco dei bombardamenti per facilitare il trasferimento degli ostaggi.
Ma cosa sta succedendo a Gaza? L'accesso alla stampa internazionale è impossibile, e come ascoltiamo dalle parole di un operatore umanitario, le condizioni sul campo continuano a essere critiche.
Poi, lo sguardo si sposta in Cisgiordania, dove la situazione si complica, con Israele che considera la West Bank un nuovo obiettivo di guerra.
Infine, in Congo, gli scontri tra le forze congolesi e la milizia ribelle M23, sostenuta dal Ruanda, stanno alimentando una crisi umanitaria sempre più grave.
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In questa puntata, Elena Testi racconta la situazione a Gerusalemme, dove i nazionalisti religiosi israeliani protestano contro la tregua tra Israele e Hamas. La fragile cessazione delle ostilità, che doveva essere votata dal governo israeliano il 15 gennaio, è stata rimandata a causa di divergenze tra le parti. Mentre la tensione politica cresce, con dimissioni e minacce alla stabilità del governo di Netanyahu, la guerra continua a fare vittime a Gaza.
Nel frattempo, la guerra in Ucraina non accenna a fermarsi, con i bombardamenti russi che continuano nonostante gli sforzi diplomatici.
Ma c'è un altro conflitto dimenticato: in Sudan, una guerra sanguinosa tra l’esercito sudanese e le Rapid Support Forces ha portato a una crisi umanitaria senza precedenti.
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