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La ricerca di un significato totale non si ferma neanche davanti all’ignoto. Giussani descrive questa inquietudine che da sempre caratterizza l’essere umano: con le vicende dell’Ulisse dantesco e del Giacobbe biblico, con le citazioni di Tommaso d’Aquino e di Platone, parla di una situazione vertiginosa, fatta di lotte e di cadute. Per arrivare alle soglie di una intuizione grandiosa, che porta a conclusione il corso sul senso religioso.
Riferimenti: “Il senso religioso” (Rizzoli), Capitolo quattordicesimo. L’energia della ragione tende a entrare nell’ignoto. -
C’è un’alternativa radicale presente nella vita di tutti i giorni. Non è infatti scontato assecondare l’esperienza del segno descritta nella puntata precedente: siamo totalmente liberi davanti all’invito della realtà. Ma Giussani parla di una posizione umana che più di altre permette una reale ricerca.
Riferimenti: “Il senso religioso” (Rizzoli), Capitolo dodicesimo. L’avventura dell’interpretazione; Capitolo tredicesimo. Educazione alla libertà. -
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Come si risvegliano in noi le domande del senso religioso? Giussani ripercorre i passi del nostro rapporto con la realtà e traccia un itinerario che dallo stupore per le cose arriva fino alla scoperta della verità di noi stessi. È la lezione centrale di tutto il corso. Diventerà la chiave di volta di tutto il suo pensiero.
Riferimenti: “Il senso religioso” (Rizzoli), Capitolo decimo. Come si destano le domande ultime. Itinerario del senso religioso. -
La realtà che ci circonda continua a provocarci: di fronte alle cose, è difficile stare fermi, si è costantemente spinti ad andare oltre, per capire qualcosa in più. Giussani documenta questa esperienza e la mette in rapporto con le grandi esigenze che caratterizzano l’essere umano. Fino a che punto si può spingere la ricerca di un significato?
Riferimenti: “Il senso religioso” (Rizzoli), Capitolo undicesimo. Esperienza del segno. -
Se le conseguenze degli atteggiamenti irragionevoli sono così “disumane”, perché si continua a cercare di eliminare o ridurre le domande del senso religioso? Giussani prova a dare una risposta e si sofferma sul significato di quattro parole già utilizzate durante il corso: c’è una idea giusta di “preconcetto”, e può condurci al vertice della “razionalità”.
Riferimenti: “Il senso religioso” (Rizzoli), Capitolo nono. Preconcetto, ideologia, razionalità e senso religioso. -
Che cosa ci fa essere liberi in ogni situazione? A partire da questa domanda, Giussani presenta una serie di conseguenze provocate in noi dagli atteggiamenti irragionevoli descritti nelle puntate precedenti: “rottura col passato”, “incomunicabilità e solitudine”, “perdita della libertà”. Fino ad arrivare a una condizione disumana.
Riferimenti: “Il senso religioso” (Rizzoli), Capitolo ottavo. Conseguenze degli atteggiamenti irragionevoli di fronte all’interrogativo ultimo. -
Continua l’elenco iniziato nella puntata precedente. Giussani si sofferma su degli atteggiamenti che invece di eliminare le domande del senso religioso, le prendono sul serio, ma cercando di attenuare il loro stimolo. Sono gli atteggiamenti di chi si arresta al loro riverbero emotivo, di chi si distrugge per la difficoltà di una risposta, e di chi rende quelle domande uno strumento del potere.
Riferimenti: “Il senso religioso” (Rizzoli), Capitolo settimo. Atteggiamenti irragionevoli di fronte all’interrogativo ultimo: riduzione della domanda. -
Le domande del senso religioso sono anche domande scomode. Capita allora che si tenti di annullare o di contenere la loro forza. Giussani elenca questi tentativi e inizia dal descrivere quelli più radicali, che mirano a svuotare le domande: sono gli atteggiamenti di chi nega che abbiano senso, di chi le sostituisce con uno sforzo di volontà, e di chi prova a non farle venire a galla.
Riferimenti: “Il senso religioso” (Rizzoli), Capitolo sesto. Atteggiamenti irragionevoli di fronte all’interrogativo ultimo: svuotamento della domanda. -
Il senso religioso si esprime in tutte quelle domande che ci spingono a cercare il significato delle cose. Per descriverlo, Giussani ingaggia un dialogo ideale con i grandi nomi della filosofia, della letteratura, della scienza: da Giacomo Leopardi a Thomas Mann, da Albert Einstein a Cesare Pavese. Dà così voce a una esperienza profonda, che accomuna gli esseri umani di qualsiasi epoca e provenienza.
Riferimenti: “Il senso religioso” (Rizzoli), Capitolo quinto. Il senso religioso. Sua natura. -
Per capire che cosa sia il senso religioso, bisogna innanzitutto partire da sé e osservare la propria persona impegnata con la vita, nell’esperienza quotidiana. Qui Giussani ritrova il dialogo tra la tradizione e il presente, riscopre il significato di parole come “corpo” e “anima”, e svela una possibile riduzione che schiaccia la ricchezza della natura umana.
Riferimenti: “Il senso religioso” (Rizzoli), Capitolo quarto. Il senso religioso: il punto di partenza. -
Che valore hanno i sentimenti che proviamo e le idee che ci siamo fatti sulla realtà? Possono essere una risorsa nelle questioni più importanti della vita? Giussani affronta la terza e ultima premessa metodologica della sua ricerca sul senso religioso: occorre essere “morali” per conoscere davvero le cose, guardare alla loro verità, senza fermarsi ai preconcetti.
Riferimenti: “Il senso religioso” (Rizzoli), Capitolo terzo. Incidenza della moralità sulla dinamica del conoscere. -
La seconda premessa metodologica dell’indagine sul senso religioso è la “ragionevolezza”: tutti sentiamo il bisogno che le nostre azioni siano guidate da motivi adeguati. Ma come si esprime questo bisogno quando vogliamo conoscere qualcosa? Giussani parla della nostra ragione come di una cosa agile, che usa metodi diversi per arrivare alla certezza. E introduce un metodo “strano”, che serve per vivere.
Riferimenti: “Il senso religioso” (Rizzoli), Capitolo secondo. Seconda premessa: ragionevolezza. -
Il corso di Giussani comincia con una descrizione delle tre premesse metodologiche che orienteranno la sua ricerca. La prima si chiama “realismo”: per svolgere una indagine seria su un qualsiasi oggetto, occorre che il metodo per conoscerlo sia determinato dall’oggetto stesso. Come fare allora per conoscere il senso religioso, questo fenomeno che avviene in noi e che ci spinge a cercare il significato di tutto?
Riferimenti: “Il senso religioso” (Rizzoli), Capitolo primo. Prima premessa: realismo. -
Quante volte ci siamo chiesti che senso hanno le cose che vediamo succedere? Quante volte abbiamo provato un bisogno di verità, di giustizia, di amore, di felicità, che niente sembra placare? E che valore hanno di fronte al mondo le nostre idee e i nostri sentimenti?
C’è un insegnante che per decenni ha sfidato i suoi studenti con domande di questo tipo. Le sue lezioni a scuola e all’università si riempivano di episodi di vita e citazioni di grandi autori. Al cuore della sua ricerca: l’essere umano di sempre, con i suoi interrogativi e la sua ricerca di risposte.
Quell’insegnante era Luigi Giussani (1922-2005). E quelle lezioni sarebbero state la base del suo libro più celebre: “Il senso religioso”. Pubblicato nella sua forma definitiva nel 1997, è diventato un long-seller, oggi tradotto in più di venti lingue.
Questo podcast ne ripercorre i temi, per la prima volta dalla viva voce di Giussani, registrata durante alcuni suoi corsi universitari, tenuti a Milano tra il 1978 e il 1985.