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Da quando, due anni fa, la Russia ha invaso l’Ucraina, una guerra dentro i confini dell’Unione europea non è più un’ipotesi tanto irrealistica, avvertita soprattutto sul fianco est della Nato. Svezia ed Estonia si preparano a questo scenario. La Svezia è stata, dopo la Finlandia, l’ultimo Paese a entrare nell’Alleanza atlantica: sono finiti più di 200 anni di neutralità perché il «non allineamento», pur parte dell’identità nazionale, non era più ritenuto sufficiente di fronte all’aggressività russa. Le esercitazioni militari — ci hanno spiegato i soldati del battaglione che ha il compito di difendere Stoccolma, in addestramento tra i boschi — saranno sempre più frequenti: bisogna farsi trovare pronti, e questo traina la già imponente industria bellica nazionale, sviluppata durante la Guerra Fredda per garantire la sicurezza del Paese. Una strategia simile si incontra in Estonia. A Tallinn la guerra in Ucraina è «una questione esistenziale», che richiama il passato da non ripetere della dominazione sovietica. Qui tutti i ragazzi sono tenuti a fare sei mesi di leva, ma è l’intero Paese a mobilitarsi per la sua sicurezza, attraverso la Lega per la difesa dell’Estonia, che ha sezioni in ogni villaggio e fa esercitazioni ogni fine settimana. Secondo il governo estone, «un esercito comune europeo c’è già: è quello della Nato».
Con Alessandra Coppola, Andrea Marinelli, Paolo Salom.
Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto. -
Un pezzo d’Europa che si svuota e uno che sembra saturo dal punto di vista abitativo. Al Portogallo, negli ultimi anni, è riuscito quello che gli economisti hanno riconosciuto come un «miracolo»: per tirarsi fuori da una crisi gravissima, ha promosso politiche finalizzate ad attrarre turisti e cittadini abbienti da altri Stati, con i cosiddetti «golden visa», poi i pensionati e oggi è infine meta di nomadi digitali e investitori in criptovalute. Così a Lisbona la bolla immobiliare, con palazzi riconvertiti a Airbnb e altri che restano vuoti mentre sale il loro valore nominale, ha trascinato verso l’alto il prezzo degli affitti, più che in altre capitali altrettanto inflazionate. Per converso, la Lettonia cerca di contrastare un’erosione demografica: «Siamo a cinque minuti dalla mezzanotte», è la metafora, dove «mezzanotte» vuol dire sparire. Tanti giovani cercano fortuna in un estero di prossimità, cioè i Paesi dell’UE confinanti, e per invertire la tendenza non può bastare la retorica nativista e nazionalista sul «fare più figli», mentre sui timori delle famiglie pesa (anche) la vicinanza geografica della Russia...
Con Alessandra Coppola, Simone Sabbatini, Marta Serafini.
Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto. -
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Cosa significa, oggi, essere «verdi» in Europa? In Austria gli attivisti per il clima come Lena Schilling entrano nel partito dei Verdi, che ha quarant’anni di storia, mentre gli ex studenti dei Fridays for Future, a cinque anni dagli scioperi scolastici, si alleano con i sindacati e gli autisti dei mezzi pubblici. Ma c’è anche il «fianco radicale», incarnato dal movimento Ultima Generazione, che cerca di scuotere il dibattito politico con azioni «antipatiche», imbrattando i quadri o bloccando strade. Nei Paesi Bassi, secondo esportatore di prodotti agricoli al mondo, gli allevatori si oppongono alle rigide regole fissate dai politici di città «lontani dalla campagna», che prevedrebbero l’abbattimento di circa la metà dei capi di bestiame, sostenendo un partito nuovo come il BBB, il movimento dei contadini cittadini. Qui il termine «polder», oltre ai terreni sottratti al mare, può riferirsi al pragmatismo di trovare soluzioni: scientifiche o di compromesso. Un modello, oggi in crisi, da cui i Paesi Bassi — e l’Europa — possono ripartire.
Con Alessandra Coppola, Marilisa Palumbo, Matteo Castellucci.
Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto. -
Ad Eindhoven, in Olanda, dove la «tecnologia calda» sperimenta cure su misura, con soluzioni come la «bussola del buon ritorno». È un cambio sistemico che riconosce la demenza come una questione sociale, e non soltanto sanitaria. Nell’Unione Europea le persone che convivono con patologie neurologiche come l’Alzheimer sono circa 10 milioni. La seconda tappa è Geel, nelle campagne del Brabante belga, per allargare lo sguardo alle malattie mentali. Qui, dal tredicesimo secolo, le famiglie ospitano i «matti» in casa. È un modello di inclusione protetto dall’Unesco che dà lo spunto allo scrittore Paolo Di Stefano per una riflessione sulla «lunaticità» a partire dal Medioevo. Che cosa resta oggi di questa tradizione? Il viaggio si sposta nei dintorni di Gand, dove una giovane donna autistica ha trovato casa e, per la prima volta, è riuscita ad abbracciare la mamma.
Con Alessandra Coppola, Michele Farina, Paolo Di Stefano.
Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto. -
Sulla costa occidentale della Finlandia, a Olkiluoto, un anno fa è stato attivato il quinto reattore nucleare del Paese, il più potente in Europa. Qui l'energia atomica è percepita come parte della transizione ecologica: prevale il pragmatismo della popolazione, inclusa quella che abita vicino all'impianto, anche per ragioni geopolitiche: rendersi autonomi dalla Russia. La Germania, dove è radicata la "cultura anti-nuke", ha invece deciso di spegnere le sue centrali atomiche, ma è un processo lungo decenni. Dalla Baviera al Brandeburgo, la Repubblica federale deve ancora capire come smantellare gli impianti e soprattutto dove sotterrare le scorie radioattive (su cui la Finlandia ha un piano: seppellirle a 450 metri di profondità, dove "saranno al sicuro per centomila anni").
Con Alessandra Coppola, Mara Gergolet, Samuele Finetti.
Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto. -
A Budapest, il concerto degli Assalti romantici, abbreviati in Romer, sembra un raduno dell’estrema destra che, non solo qui, in questo rock identitario si riconosce. All’Europarlamento i partiti di quest’area sono raccolti in Identità e Democrazia, che con le elezioni di giugno potrebbero diventare il terzo gruppo dopo Popolari e Socialisti. Paolo Valentino analizza da dove viene il nuovo exploit dei sovranisti, soprattutto nell’Europa Orientale, e dove ci porterà. Dall’Ungheria darà il suo contributo “Nostra Patria”, movimento a destra di Viktor Orbán, che interpreta, ci racconta il suo leader, l’ostilità diffusa nei confronti di immigrati, minoranza Rom, lobby gay. Un grande fraintendimento: lo scrittore Jonathan Bazzi spiega che quella che viene chiamata dagli ultranazionalisti “propaganda omosessuale” è solo necessità di affermare la propria esistenza.
Con Alessandra Coppola, Paolo Valentino, Jonathan Bazzi.
Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto. -
Malta e Danimarca. Due Paesi che fanno parte della stessa Unione europea eppure agli antipodi, non solo geografici. Due poli opposti sull’idea di famiglia, di procreazione, di maternità, sulle possibilità di scelta che le donne hanno riguardo al proprio corpo. È il terreno più delicato su cui si combattono oggi conservatori e progressisti. In Danimarca possono accedere alla fecondazione assistita anche le donne single, chiamate "solomor", ha sede qui la più grande banca del seme del mondo e i libri per bambini registrano la possibilità di una famiglia diversa da quella convenzionale. A Malta, invece, l'aborto è vietato in quasi tutti i casi: chi si trova ad affrontare una gravidanza indesiderata lo fa in solitudine, con il terrore della delazione se non di finire in prigione, e spesso, se non può permettersi di andare all'estero, ricorre a pillole procurate su internet.
Con Alessandra Coppola, Monica Ricci Sargentini, Irene Soave.
Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto. -
In Bulgaria, sulle tracce dei trafficanti di esseri umani che vendono viaggi clandestini per arrivare in Europa, anche promuovendo i loro servizi su TikTok. Il Paese è di transito: avamposto dell'Area Schengen di libera circolazione, ci passa la Rotta Balcanica dei migranti. A essere bucato è il confine con la Turchia, Sofia vuole dimostrare all'Ue di poterlo gestire. La rete illegale ruota attorno al quartiere arabo della capitale: gli “smuggler” sono per ruolo simili agli scafisti, la tratta è gestita da grosse mafie che hanno strategicamente base fuori dall'Unione Europea. Di questo “gioco” però, come lo chiamano in Bulgaria, le polizie europee riescono a intercettare solo le ultime pedine: l’analisi di Roberto Saviano.
Con Alessandra Coppola, Alessandra Muglia, Giuseppe Sarcina.
Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto. -
I conflitti alle porte dell'Europa – in Medio Oriente e in Ucraina – si fanno sentire più che altrove in due Paesi dell'Unione. La Francia ospita le più numerose comunità musulmana ed ebraica: le tensioni di Gaza rischiano di riverberare qui, ma al tempo stesso il conflitto è lontano da una quotidianità fatta anche di convivenza nelle banlieue. La Repubblica Ceca è invece il Paese che ha accolto più profughi ucraini rispetto alla sua popolazione: a Praga continuano i sogni interrotti a Kiev, ma ci sono anche problemi di integrazione e gli uomini, sfuggiti alla leva, sono guardati con sospetto dall'emigrazione ucraina.
Con Alessandra Coppola, Stefano Montefiori, Federico Thoman.
Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto. -
Tra i corridoi dell’Europarlamento in compagnia della presidente Roberta Metsola che — eccezionalmente in italiano — parla di allargamento, sicurezza, disinformazione, astensionismo, preoccupazioni e speranze in vista del voto di giugno. Nelle aule di Strasburgo dove i 27 Paesi dell’Unione europea si confrontano in 24 lingue, tradotte in tempo reale. E poi lo scrittore Paolo Giordano riflette sui confini dell’Europa, che oggi passano da Bakhmut, Ucraina.
Con Francesca Basso, Alessandra Coppola, Marilisa Palumbo.
Il progetto è stato cofinanziato dall'Unione europea nel quadro del programma di sovvenzioni del Parlamento europeo nell'ambito della comunicazione. Il Parlamento europeo non ha partecipato alla sua preparazione e non è in alcun modo responsabile delle informazioni o dei punti di vista espressi nel quadro del progetto, né si considera da essi vincolato. Gli autori, le persone intervistate, gli editori o i distributori del programma ne sono gli unici responsabili, conformemente al diritto applicabile. Inoltre il Parlamento europeo non può essere ritenuto responsabile di eventuali danni diretti o indiretti derivanti dalla realizzazione del progetto.