Episodes

  • Alberto Barzan, nazionale italiano juniores, è nato a Roma nell'agosto del 2008 a Roma ma vive a Los Angeles da quando aveva 6 anni. Un ragazzo figlio di due culture simili ma distanti, che dal calcio è passato a fare skate con le leggende raccontate nel film cult "Lords of Dogtown".

    Dopo un grave infortunio in skate, la famiglia decide di spingerlo verso il surf, che pratica da quando aveva 10 anni. Ha iniziato relativamente tardi quindi, ma la passione (e l'agonismo) sono sbocciate immediatamente: "Mi piace troppo competere, non riesco a surfare senza il pensiero di migliorarmi". Ammette con orgoglio di allenarsi molto più dei suoi amici che giocano ad alti livelli a basket o a baseball. Ogni weekend c’è una gara in California.

    Durante il covid Alberto Barzan ha lavorato con Adriano De Souza, campione del mondo 2016 diventato poi coach dell'Italia, e Marcio Zouvi, fondatore e main shaper di Sharpeye. Nell'intervista Alberto racconta anche della sua esperienza con due personaggi molto influenti nel mondo del surf.

  • Un’extra podcast sulle tavole con due amici e discreti conoscitori della materia. Uno lo è senz’altro, lo shaper Matteo Fabbri, l’altro lo è a corrente alterna: il campione italiano di longboard Filippo Marullo. Però fa ridere, Pippo alza il livello dell'intrattenimento. Rispondiamo a domande tipo:
    Come devo scegliere che tavola comprare?Dove posso testare approfonditamente le mie tavole?A cosa servono le tavole assimetriche?L’estate è il periodo in cui si vendono più tavole. Qualche giorno fa in Versilia dopo una session al Pontile di Tonfano con Matteo e Filippo, abbiamo deciso di mettere giù una camera e accendere i microfoni per condividere esperienze e consigli. Discorsi che avremmo fatto comunque, anche senza registrare. Però magari vi è utile e vi tiene compagnia.

  • Missing episodes?

    Click here to refresh the feed.

  • Di passaggio in Europa al giro di boa della stagione del surf professionistico, Leonardo Fioravanti si prepara alle prossime tappe del mondiale con le Olimpiadi nel mirino: "Non importa se saremo a migliaia di chilometri da Parigi, a Tahiti conta solo vincere una medaglia".

    3.30 L'importanza della connessione con l'oceano
    5.30 Usare l'istinto per anticipare le onde
    6.30 La meditazione può aiutare a concentrarsi?
    8.00 Sensazioni per la gara di Tahiti
    10.30 Saremo lontani da Parigi ma sentirò il tifo dai social
    12.00 No al digital detox durante le gare
    14.40 Vincere una medaglia insieme a Sinner sarebbe pazzesco
    16.10 La nuova generazione dei surfisti italiani è forte
    18.20 La crisi della surfing industry
    20.20 I soldi per noi surfisti sono fuori dal settore
    22.37 C'è bisogno di nuovi brand core
    23.30 L'esperienza di Kolohe Andino col 2%
    25.50 Non guardo tanti video di surf, mi bastano i social

  • Un suo lontano parente nei primi del ‘900 scappa dalla Sicilia perché gli era stato ordinato di uccidere il suo migliore amico. È una storia di mafia a deviare il cammino della famiglia del nostro ospite dall’Italia agli Stati Uniti. Ashton Pickle, tra gli shaper emergenti più in voga della California, rivendica le sue origini: “Per me avere sangue italiano significa avere grande rispetto della famiglia, condividere il piacere di stare insieme”.

    Fino alla maggiore età Ashton cresce nel bel mezzo dello stato della Florida, ad un’ora e mezza dal mare: “Ho iniziato a surfare a 16 anni sulla scia di una barca al lago. Per l’università sono andato a studiare a San Diego e lì tutto è cambiato: passavo 8 ore al giorno in acqua”. La laurea in fisioterapia porta Ashton a capire come funziona il corpo in relazione ad una tavola, mentre la conoscenza del leggendario shaper Donald Brink fa il resto.

    Ah Vessels Surfboards produce circa 400 tavole l’anno, 400 pezzi unici impreziositi da trame di curiosi canali, rail asimmetrici e citazioni personalizzate prese dal Signore degli Anelli.

  • El Camino Real è una serie di interviste realizzate in California con persone che hanno fatto del surf una ragione di vita. Attraverso le storie degli intervistati cercheremo anche di rispondere ad una domanda che da sempre stimola la nostra curiosità: ma la California è davvero il paradiso per quelli come noi?

    L’ospite di questa seconda puntata è Alessio Poli, storico surfista del Pontile di Forte dei Marmi. 12 anni fa dalla Versilia prese un biglietto di sola andata per gli Stati Uniti e cominciò così il suo sogno americano in California del Sud. Oggi Alè ha 4 figli, un bel lavoro e soprattutto un posto nella lineup di Seaside tra leggende come Rob Machado e Damien Hobgood. Buon ascolto.

  • In una tappa portoghese burrascosa e grigia, poco super e con ancora meno tubos, Leonardo Fioravanti riporta il sereno con un 5° posto che lo proietta nuovamente nella top 10 del surf mondiale. L’atleta romano si è arreso soltanto ad un Gabriel Medina in beast mode: “Quando Gabriel è così in forma c’è poco da fare, ma sono molto contento di come ho surfato”. 18 a 14 per il brasiliano: una sconfitta a testa alta, con l’onore delle armi. Gli argomenti del podcast:
    Commento della gara in PortogalloIl rapporto con Stephen BellIl trash talking durante le heatI finti infortuni di Kelly SlaterIl futuro della nazionale italiana

  • El Camino Real is a series of interviews shot in California with people who have made surfing a way of life. We kick off strong with Chris Cote, legendary surfing commentator. His voice has signed off on the storytelling of some of the most compelling pages in the history of competitive surfing.

    El Camino Real è una serie di interviste realizzate in California con persone che hanno fatto del surf una ragione di vita. Partiamo fortissimo con Chris Cote, mitico commentatore di surf. La sua voce ha firmato il racconto di alcune delle pagine più avvincenti della storia del surf competitivo.

  • "Non è solo sfortuna, ho fatto degli errori che sul CT si pagano". Leonardo Fioravanti persiste sulla via della responsabilità: nell'epoca in cui nessuno nello sport sembra più disposto ad ammettere di aver sbagliato, perché è sempre colpa dei giudici o dell'arbitro, Leo si espone pubblicamente come primo e più severo giudice di sé stesso. Chapeau.

    Dopo 3 mesi abbondanti Leonardo Fioravanti lascia le Hawaii per Porto Rico, dove in questo momento si trova per guidare da capitano la nazionale italiana negli ISA World Games. Dal 6 Marzo invece tutti a Peniche per tifare, stavolta, direttamente dalla spiaggia.

  • A grande richiesta torna LEOnde del Tour, podcast che attraverso la voce di Leonardo Fioravanti racconta il Championship Tour della World Surf League.

    Abbiamo rosicato per quel guizzo di JJF propiziato dalle benevole divinità del surf hawaiano, ma ragazzi un quinto posto a Pipe non è affatto un brutto modo di iniziare la stagione. Leo dopo la top 10 dell’anno scorso afferma di volersela giocare per un posto alle Finals di Trestles. È carico, solido, impermeabile a critiche e pressioni.

    Leo Fioravanti ci porta sul picco a Pipe nel giorno in cui tra mille critiche la gara è stata chiamata off: “A volte le persone parlano senza sapere. La mattina io non ho preso un’onda. E come me Koa Smith, Nathan Florence, Anthony Walsh e altri locals”. Un commento poi sui molteplici ritiri illustri: “Carissa Moore era troppo delusa dopo gli ultimi 2 anni, Stephanie la capisco. Da Toledo non me lo aspettavo. E Kelly secondo me…”.

  • Tre generazioni di surfisti romani a confronto presentano una concezione del surf che si trasforma e muta forma nell'arco temporale che divide Omar e Rufo, nati rispettivamente nel 1968 e nel 2005. Dalle notti passate da un lupo di mare a dormire in macchina aspettando la prima luce a Banzai alla notti passate da un giovane atleta a dormire su un volo Ryanair direzione oceano.

    Il surf si è fatto grande, il surf in Italia è realtà. Passano gli anni ma rimangono scolpiti nella pietra i valori di cui persone come il neo-eletto consigliere federale Omar Micheli e Brando Pacitto, pensatore del surf contemporaneo, si fanno promotori durante l'intervista. La famiglia, l'educazione, la passione senza freni che ci unisce.

    La famiglia secondo Brando: "Attraverso ancora oggi il surf riesco a comunicare con mio papà". L'educazione secondo Omar: "Chi ha la precedenza parte, che tu abbia 12 o 60 anni". La passione secondo Rufo: "Anche se dovessi smettere di fare le gare, il surf rimarrà per sempre una costante nella mia vita. Quando devi andare in vacanza che fai, vai ad Ibiza? Ma non esiste".

  • È l'estate del 1973 quando un signore di nome Mario Chiaramonte entra in acqua con una tavola da surf affianco al Pontile di Forte dei Marmi. L'aveva visto fare agli americani, "i figli di dio", e Mario - per tutti il Pampas - per giocare tra le onde si era già cimentato nelle "zighellate". La parola "zighellate" torna più volte durante il podcast, ne parlano anche Iacopo Conti e Federico Tenerini, due pilastri del surf versiliese.

    Definizione di zighellate: giochi tra le onde con materassini, tavole di fortuna, salsicciotti gonfi d'aria e salvagenti. Parliamo con gente che negli anni '90 marinava di nascosto dai genitori gli allenamenti di calcio per andare al mare a surfare: "Se mi beccavano i miei erano botte", ammette Fedè. Ricordi di un'epoca in cui racconta Iacopino si andava a Biarritz in treno: "Era un rito di iniziazione, se non lo facevi non eri abbastanza uomo".

    Un podcast per gli annali dopo una giornata di onde, amicizia e comunità a Forte dei Marmi. Per la terza tappa del Generazioni Tour presentato da Reef e Cotopaxi ringraziamo Wave Surf Shop, Apua Surf, Sanamente e gli ospiti: Mario Chiaramonte, Iacopo Conti e Federico Tenerini.

  • Il surf a Milano esiste e fa pure rumore: oltre Wakeparadise, centro di aggregazione della scena, cresce di anno in anno la passione di migliaia di persone. Lo sbocco naturale per chi viene dalla city è la Liguria, in particolare Levanto, dove soprattutto Gherardo Marchelli e Alessandro Dotti si sono guadagnati a pane e mareggiate lo status di local.

    E poi c'è lui, Tommy Scollo, istruttore e free surfer, maggior esperto nazionale del Fantasy Surfing (il fantacalcio del surf): "Il surfista milanese nove volte su dieci si sente Kelly Slater anche se in realtà ha fatto due settimane con Surfweek". Traccia l'identikit dell'imbruttito al sapore di sale senza paura, poi torna serio: "Bisogna dare atto alla passione di chi comincia questo sport difficilissimo a 30 anni e si imbarca tutte le volte da Milano per cercare le onde".

    Vincerà comunque il politicamente scorretto. Questo è il podcast più selvaggio e fuori dagli schemi che abbiamo mai registrato, un torbido miscuglio di scomode verità e pensieri sputati fuori senza filtri. C'erano delle birre, alcune birre, ma niente cavatappi. Per quello noi usiamo solo le infradito Reef con cavatappi incorporato. Cheers!

  • Chissà come se la passava un surfista in Sicilia negli anni ’90, senza scuole di surf né tutorial da sbirciare su YouTube. Domenica a Palermo abbiamo avuto delle risposte: “Ci siamo arrangiati perfino ad imparare la duck-dive, andavamo per tentativi. Eravamo involontariamente protagonisti di scene drammatiche ma allo stesso tempo divertentissime”.

    Questo è il sintomo della passione di chi oggi si prodiga per trasmettere ai giovani concetti di educazione e vita sana: “Alcuni dei ragazzi che abbiamo cresciuto hanno trovato grazie al surf il coraggio di scappare da una realtà senza sbocchi. Ora in Australia surfano tutti i giorni e sono felici a differenza dei ragazzi che vivono la vita occidentale e sono aberrati da tante cavolate”.

    Racconti di onde sicule, localismo buono, avventure hardcore e rivalità cittadine nel primo podcast del Generazioni Tour presentato da Reef e Cotopaxi. Ringraziamo per il supporto a Palermo Isola Surf, Danilo La Mantia e tutti i ragazzi che hanno partecipato all’intervista: Vincenzo “Randi” Randazzo, Diego Ruggero, Fabrizio Licari e Bruno Gaeta.

  • Kepa Acero è uno dei più grandi surf explorer della storia. Un uomo d'altri tempi, pacato e riflessivo, che viaggiando in solitaria ha scoperto onde da sogno in giro per il mondo. Dall'Alaska agli angoli più remoti dell'Africa, Kepa predilige destinazioni vergini, ai confini della civiltà.

    "Tutti mi dicono: ah che bella vita fai, beato te. Sì non nego sia fantastico esser pagato dai brand per progettare queste avventure ma stare via per mesi in mezzo al nulla senza internet e farsi la malaria o l'epatite non è per tutti. Sono dispoto a fare dei sacrifici per l'emozione di surfare una nuova onda".

  • Leonardo Fioravanti chiude la sua miglior stagione sul CT come aveva iniziato, con un podio. Terzo posto a Teahupo'o, Tahiti, dove la prossima estate si disputeranno le Olimpiadi: "Quest'onda è indescrivibile, fa paura. Nei tubi però sono molto a mio agio, posso battere chiunque". Leo è volato alle Hawaii per un po' di riposo tra golf e pesca, ma a Settembre tornerà in Italia per passare del tempo con la sua famiglia e chissà, magari fare un passaggio alla tappa conclusiva del Generazioni Tour, il 30 Settembre a Banzai (Santa Marinella).

    Ogni weekend di Settembre porteremo il podcast live dalle spiagge d'Italia:

    10 Settembre - Palermo @ Isola Surf
    15 Settembre - Milano @ Wakeparadise
    23 Settembre - Versilia @ Apua Surf
    30 Settembre - Santa Marinella @ Banzai Sporting Club

    Il Generazioni Tour è un progetto di Tuttologic Surf presentato da Reef & Cotopaxi. Per maggiori informazioni vai su tuttologicsurf.it ed iscriviti ad uno dei 4 eventi.

  • Praticare l’apnea ti insegna a respirare, non a trattenere il fiato. Ascoltando questo podcast ti accorgerai che probabilmente non sai come si respira correttamente.

    A Luglio abbiamo partecipato ad un workshop di apnea per il surf con Emma Torsello di Apnea is Pop: di 10 allievi, surfisti con varie esperienze, nessuno è stato in grado nemmeno di avvicinarsi alla capacità di incamerare aria della nostra istruttrice. L’apnea non è solo tecnica e concentrazione, come spiega Emma è soprattutto un esercizio mentale: “Si impara a controllare la sensazione di sofferenza che provo quando mi sento senza aria, l’apnea fortifica la nostra consapevolezza”.

    Mettere in pratica alcune tecniche tra le onde è ancora più complicato, per questo ad Emma abbiamo affiancato chi di situazioni complesse e lavatrici da wipeout se ne intende, Mr Roby D'Amico: “La respirazione è tutto nel surf, i professionisti riescono a sincronizzare il proprio respiro con il ritmo dell’onda”.

  • Ci vuole coraggio per mettersi tutti contro: Lewis Arnold è un giornalista e regista indipendente che insieme al collega Chris Nelson ha svelato lo sporco segreto dell’industria del surf.

    La produzione del neoprene di cui sono fatte le nostre mute inquina l’aria a tal punto da rendere 50 volte più alta della media la possibilità di contrarre il cancro. Succede in una zona nel sud degli Stati Uniti chiamata “Cancer Alley”, è tutto documentato: il governo USA ha fatto causa all’azienda proprietaria della fabbrica di neoprene.

    La soluzione al problema esiste, si chiama yulex: una gomma naturale estratta da foreste di alberi coltivate con metodi sostenibili certificati. Lewis spiega: “I brand sanno che questa è la strada da percorrere ma produrre le mute in yulex ha ancora un costo troppo alto, il prezzo è artificialmente gonfiato. Quando uscirà il nostro documentario, The Big Sea, tutti i surfisti avranno finalmente gli elementi per decidere consapevolmente e cambiare le cose”.

  • Giada Legati è il volto del surf femminile italiano. Una ragazza che sprizza gioia da tutti i pori, con un’energia diversa, consapevole della sua posizione: “Noi surfisti facciamo una vita incredibile perché il surf è molto diverso dagli altri sport. Un nuotatore dopo essersi allenato 8 ore al giorno non vorrebbe più saperne di entrare in piscina, un surfista se vuole staccare e andare in vacanza che fa? Va a surfare. Io voglio surfare fino a 100 anni”. Come darle torto?

    Nel podcast Giada ci racconta dei problemi di casa sua, della vera Bali, e di come abbia sfruttato il fatto di essere spesso la sola donna in mare per ottenere le onde migliori.

    Questa puntata è presentata da Seay, B Corp nata tra le onde che produce abbigliamento sostenibile.

  • Puntata speciale con Leonardo Fioravanti che si unisce a noi in un'intervista stavolta in presenza. Prima di Tahiti, tappa conclusiva del Championship Tour, commentiamo con Leo la qualificazione alle Olimpiadi di Parigi 2024 e la chiacchieratissima paddle battle con Jack Robinson, spingendo lo sguardo anche verso il futuro del surf italiano e la wavepool che, promette Leo, si farà.

    1) Il surf per Parigi 2024 gareggerà a Tahiti con un fuso orario completamente diverso, le gare saranno 11h avanti rispetto all'Europa. Leo spiega: "Il surf sarà per forza trasmesso in diretta, mentre noi saremo in acqua non si potranno svolgere altre gare. Avremo un'esposizione mediatica pazzesca".

    2) Abbiamo ripristinato la verità sulla paddle battle di J-Bay nella heat degli ottavi contro Jack Robinson. Stab ha messo in scena un bel teatrino pro-Jack dipingendo Leonardo come uno che aveva mollato, distrutto mentalemente. Niente di più falso. E dopo l'intervento di Stab sui social di Tuttologic Surf abbiamo avuto la conferma di aver svelato il loro giochino.

    3) "Quiksilver e Billabong non saranno più quelle che erano, i surfisti non vestono più le marche core di surf. Le aziende che producono tavole ed accessori avranno un bel boost invece". La visione di Leo sul futuro della surfing industry.

  • Ainara Aymat e Sophie Bell sono cresciute a 10.000 km di distanza: sulla costa basca della Spagna la prima, in Sud Africa la seconda. Eppure surfando sin dall'infanzia le ragazze terribili del team Vans sono venute su con gli stessi valori e la stessa insana voglia di partire per avventurosi viaggi a caccia di onde.

    Entrambe hanno deciso di abbandonare la carriera agonistica per dedicarsi al free surfing, cioè alla produzione di video progetti strutturati e contenuti per i social. Nonostante questo sia di fatto il loro lavoro, nell'intervista sia Ainara che Sophie ammettono che di indole ne farebbero a meno: "Sappiamo quanto è importante per i brand che ci supportano e ci permettono di fare una vita fantastica, però se si potesse eviteremmo. A volte quando sei in mare sapendo di dover portare a casa la clip c'è tanta pressione".