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  • L’obiettivo del podcast ‘Wine Speaking: la comunicazione del vino’ è aiutare chi si occupa del settore enogastronomico a comunicarsi e a comunicare meglio come produttori, distributori, enotecari, professionisti del servizio. Non comunichiamo per trasferire informazioni, ma per creare relazioni e comprendere quali sono le aspettative e gli interessi del nostro interlocutore.

    Dopo aver intervistato tra i più importanti giornalisti e divulgatori del vino a livello internazionale, in questa nuova stagione diamo voce ad alcuni dei protagonisti che hanno contribuito a scrivere il successo del nostro Paese. Esperti del settore che, attraverso le loro testimonianze, aiuteranno gli ascoltatori a migliorare il proprio modo di approcciarsi e selezionare gli elementi distintivi.

    In questa puntata intervistiamo Donatella Cinelli Colombini. Proveniente da una storica famiglia del vino a Montalcino, nel 1993 fonda l’Associazione Movimento Turismo del Vino e l'iniziativa Cantine Aperte, creando i presupposti per il successo dell’enoturismo. È stata presidente delle Donne del Vino per molti anni, autrice e scrittrice, ha ricevuto il titolo di Cavaliere della Repubblica Italiana, oltre a un prestigioso premio internazionale al Vinitaly. Le sue due aziende, Casato Prime Donne e la Fattoria del Colle, sono gestite interamente da donne.

    Ecco l’indice dell’intervista:
    Chi è Donatella Cinelli Colombini? (1:20)Qual è il ruolo delle donne nel mondo del vino oggi? (6:00)I concetti di enoturismo e cantine aperte sono stati una tua idea: com’è nato tutto questo? (9:20)Vino e giovani. Come il nostro settore potrebbe a tuo avviso comunicare meglio alle nuove generazioni? (12:33)Ci sono delle differenze tra il visitatore italiano e il visitatore estero? (19:35)In seguito alla modifica di sanzioni del Codice della Strada, avete ideato un’iniziativa particolare chiamata driver discount. In cosa consiste? (21:42)Come vedi il futuro del vino italiano? (23:18)Cosa consiglieresti a un’azienda che vuole iniziare a fare enoturismo? (23:36)Torniamo ai giovani, oltre a coinvolgerli con l’emozionale, ci sono altre idee che consentano di avvicinarli di più al mondo del vino? (26:20)Quali sono le nuove tendenze? (29:20)👱‍♀️ A cura di Silvia Baratta, docente di Public Speaking del Vino e organizzazione eventi e titolare dell'Ufficio Stampa Gheusis, che da oltre 20 anni si occupa del mondo del vino valorizzando cosa rende unico ogni produttore e ogni territorio.

    Ecco dove potete seguire Donatella Cinelli Colombini:
    Instagram: https://www.instagram.com/donatellacinellicolombini/
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  • L’obiettivo del podcast ‘Wine Speaking: la comunicazione del vino’ è aiutare chi si occupa del settore enogastronomico, produttori, distributori, enotecari, professionisti del servizio, a comunicarsi e a comunicare meglio.

    In questo ciclo intervisteremo alcuni dei principali esperti di comunicazione, quindi chi sta dall'altra parte, perché il principio fondamentale del Public Speaking del vino e della comunicazione efficace è comprendere quali sono le aspettative e gli interessi del nostro interlocutore.

    In questa rubrica i protagonisti saranno gli intervistati. Gli ospiti, scelti tra i più importanti esperti del settore, consentiranno, attraverso le loro testimonianze, di migliorare il proprio modo di approcciarsi e selezionare gli elementi distintivi.

    In questa puntata intervistiamo Daniele Cernilli, giornalista che ha contribuito a scrivere la storia della comunicazione del vino. Direttore responsabile di Doctor Wine, Curatore della Guida Essenziale Ai Vini D’Italia, è direttore de L’Assaggiatore, rivista ufficiale ONAV. È stato co-fondatore del Gambero Rosso e a lungo direttore della Guida Vini d’Italia e della rivista.

    Ecco l’indice dell’intervista:
    Come e perché hai iniziato a occuparti di vino? (02:00)Quando incontri un produttore, cosa ti interessa maggiormente conoscere? (06:50)Cosa potrebbe fare il mondo del vino per avvicinare i giovani? (17:18)I vini senz’alcol, naturali e low alcol, le bevande alternative. Perché si consumano? (20:36)Come affrontare il Codice della Strada? Che ruolo ha l’etilometro? (24:26)L’importanza della divulgazione per sostenere l’immagine del vino (33:00)Il ruolo delle Denominazioni di Origine e dei controlli a tutela del consumatore (51:45)👱‍♀️A cura di Silvia Baratta, docente di Public Speaking del Vino e organizzazione eventi e titolare dell'Ufficio Stampa Gheusis, che da oltre 20 anni si occupa del mondo del vino valorizzando cosa rende unico ogni produttore e ogni territorio.

    Ecco dove potete seguire Daniele Cernilli:
    Instagram: https://www.instagram.com/doctor.wine

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  • L’obiettivo del podcast ‘Wine Speaking: la comunicazione del vino’ è aiutare chi si occupa del settore enogastronomico, produttori, distributori, enotecari, professionisti del servizio, a comunicarsi e a comunicare meglio.

    In questo ciclo intervisteremo alcuni dei principali esperti di comunicazione, quindi chi sta dall'altra parte, perché il principio fondamentale del Public Speaking del vino e della comunicazione efficace è comprendere quali sono le aspettative e gli interessi del nostro interlocutore.

    In questa rubrica i protagonisti saranno gli intervistati. Gli ospiti, scelti tra i più importanti esperti del settore, consentiranno, attraverso le loro testimonianze, di migliorare il proprio modo di approcciarsi e selezionare gli elementi distintivi.

    In questa puntata intervistiamo Federico De Cesare Viola, giornalista, docente ed esperto di comunicazione. È direttore di Food and Wine Italia, edizione italiana di una delle più prestigiose riviste americane dedicata al mondo dell’enogastronomia. È direttore scientifico dell'area enogastronomia e turismo di Treccani Accademia e docente anche del Master Turismo e Nuovi Modelli di Accoglienza in Cantina proprio per Treccani Accademia. Insegna inoltre al Master di Luxury Management di 24 ore Business School e per altri Master.

    Ecco l’indice dell’intervista:Chi è Federico De Cesare Viola? (0:53)Oggi si parla molto di enoturismo, quali sono i nuovi modelli e le nuove tendenze? (2:36)Che cosa significa « Lusso » oggi? Il vino è Lusso? (4:49)Con la tua attività di docente incontri tanti giovani. Cosa potrebbe fare il mondo del vino per avvicinare i giovani che consumano altri alcolici? (11:10)Secondo te, le esperienze enoturistiche possono essere una chiave per aprire le porte del mondo del vino ai giovani? (13:13)Sei direttore di Food and Wine Italia, quali sono secondo te le maggiori differenze tra la comunicazione enogastronomica in America e in Italia? (15:50) 👱‍♀️A cura di Silvia Baratta, docente di Public Speaking del Vino e organizzazione eventi e titolare dell'Ufficio Stampa Gheusis, che da oltre 20 anni si occupa del mondo del vino in modo esclusivo e porta alla luce i talenti italiani.

    Ecco dove potete seguire Federico De Cesare Viola:
    Instagram: https://www.instagram.com/fededecesareviola?igsh=YzRlNjZ1ZjQzcTI5

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  • ✂️Arriva la vendemmia! Siete sicuri di usare le parole giuste?

    Torna l'appuntamento annuale dedicato a un momento importante per la comunicazione del vino: la vendemmia.

    Questa puntata è stata pensata per aiutare produttori, giornalisti, agronomi ed enologi a rendere più efficace e incisivo il messaggio che desiderano trasmettere.

    📌Ecco tre suggerimenti pratici:

    1️⃣ Iniziare con un messaggio positivo anche nelle annate complesse. Il 2024 è un millesimo molto impegnativo: numerose piogge prima, caldo torrido dopo… L’esperienza dell'uomo, e i molti mezzi che oggi aiutano il vigneto, consentono comunque di gestire la situazione. La vendemmia è il frutto del lavoro di un'intera annata e si compie ogni sforzo per gestirla al meglio. Invece che evidenziare le criticità soffermatevi sulle soluzioni che avete trovato e cosa avete fatto. Ad esempio « Il tempo ci ha sfidati, abbiamo accompagnato le viti giorno per giorno perché il meteo ci ha messo alla prova con pioggia insistenti seguite da un caldo torrido ma siamo soddisfatti del nostro lavoro. Ora non ci resta che attendere la raccolta. »

    2️⃣ Scegliere le parole giuste perché le parole non sono tutte uguali. Il cervello infatti, in base al nome che diamo a una cosa o una situazione, reagisce in modo diverso. Ecco un esempio utile: quando ci sentiamo agitati si sprigiona nel nostro organismo il cortisolo, l'ormone che ci rende vigili. Se lo chiamiamo paura ci crea disagio ed è un disagio che può sfociare nel terrore, ma se definiamo questa sensazione ‘eccitazione’ diventa positiva.

    Prestiamo attenzione ai verbi. ‘Cercare’ o ‘provare’ ad esempio lasciano il dubbio che non siamo riusciti a fare qualcosa. Usare ‘riuscire’ è un’idea migliore. Ad esempio « abbiamo cercato di salvare la sanità delle uve grazie al molto lavoro » si può sostituire con « grazie a molto lavoro siamo riusciti a ottenere uve sane. »

    Evitiamo anche le negazioni perché come diceva il filosofo greco Parmenide « l’essere è e non può non essere ». Se ci chiedono di non fare una cosa è impossibile per noi comprendere il messaggio senza visualizzarla. Ogni concetto che esprimiamo in negativo può essere trasformato in forma positiva: « l’annata non è male » può essere sostituito con « sarà un'annata abbastanza soddisfacente ».

    3️⃣ Tenere uno storico dell'andamento delle vendemmie e di come queste si sono riflesse nel vino ottenuto. Tornerà utile nel caso di degustazioni verticali ma possono essere anche informazioni interessanti da inserire nella scheda tecnica per qualificare ulteriormente il nostro prodotto.

    👱‍♀️A cura di Silvia Baratta, docente di Public Speaking del Vino e organizzazione eventi e titolare dell'Ufficio Stampa Gheusis, che da oltre 20 anni si occupa del mondo del vino in modo esclusivo e porta alla luce i talenti italiani.

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    In questo ciclo intervisteremo alcuni dei principali esperti di comunicazione, quindi chi sta dall'altra parte, perché il principio fondamentale del Public Speaking del vino e della comunicazione efficace è comprendere quali sono le aspettative e gli interessi del nostro interlocutore.


    In questa stagione i protagonisti saranno gli intervistati. Gli ospiti, scelti tra i più importanti esperti del settore, consentiranno, attraverso le loro testimonianze, di migliorare il proprio modo di approcciarsi e selezionare gli elementi distintivi.

    In questa puntata intervistiamo Simone Pazzano, un giornalista e digital strategist che Silvia Baratta conosce da tanti anni. Simone scrive come giornalista per tante testate importanti da Dove a L'Osservatorio di Repubblica passando per testate del settore enologico ma anche di viaggi e divulgazione. Simone è anche un Digital strategist e quindi aiuta le imprese a comunicarsi meglio.

    Questa intervista offre una prospettiva unica grazie alla duplice competenza, fornendo nuovi spunti su come avvicinare e comunicare efficacemente il vino alla generazione Z.

    Ecco l’indice dell’intervista:

    1. Chi è Simone Pazzano? (0:05)
    2. Parlaci dell’articolo che hai scritto recentemente sulla Generazione Z. (1:30)
    3. Come sei arrivato ad occuparti di giornalismo e di digital strategy? (2:25)
    4. Di cosa hai scritto su Focus? (4:30)
    5. Che cosa cercano i giovani e come si può comunicare il vino ai giovani in modo efficace? (6:46)
    6. Secondo te, un’azienda vitivinicola che lavora in modo serio e rispettoso, come fa a comunicarlo ai giovani? (9:55)
    7. Da Digital Strategist, hai individuato un’alternativa alla parola ‘sostenibilità’? (13:00)
    8. Cosa potrebbero fare le aziende per comunicare meglio il vino ai giovani? (19:00)
    9. Secondo te, i vini no alcol o low alcol possono essere una risposta all’allontanamento dei giovani al vino? (26:30)
    10. Da giornalista che conosce entrambi i prodotti, qual è la differenza nella comunicazione del vino e dei Spirits? (29:20)
    11. C’è un’azienda che secondo te comunica molto bene ai giovani? (35:00)

    👱‍♀️A cura di Silvia Baratta, docente di Public Speaking del Vino e organizzazione eventi e titolare dell'Ufficio Stampa Gheusis, che da oltre 20 anni si occupa del mondo del vino in modo esclusivo e porta alla luce i talenti italiani.

    Ecco dove potete seguire Simone Pazzano:
    Instagram: https://www.instagram.com/simone.pazzano/

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  • L’obiettivo del podcast ‘Wine Speaking: la comunicazione del vino’ è aiutare chi si occupa del settore enogastronomico, produttori, distributori, enotecari, professionisti del servizio a comunicarsi e a comunicare.

    In questo ciclo intervisteremo esperti del settore, quindi chi sta dall'altra parte, perché il principio fondamentale del Public Speaking del vino e della comunicazione efficace è comprendere quali sono le aspettative e gli interessi del nostro interlocutore.

    Non comunichiamo per trasferire informazioni ma per creare relazioni.

    In questa stagione i protagonisti saranno gli intervistati. Gli ospiti, scelti tra i più importanti esperti del settore, consentiranno, attraverso le loro testimonianze, di migliorare il proprio modo di approcciarsi e selezionare gli elementi distintivi.

    In questa puntata intervistiamo Luciano Ferraro, uno dei giornalisti più importanti della stampa quotidiana italiana, vicedirettore del Corriere della Sera ed ideatore e curatore di due guide: la Guida ai 100 Migliori Vignaioli e Vini d'Italia con il co-curatore James Suckling e la Guida Bollicine sugli spumanti per le Feste.

    Accanto al lavoro di cronista, scrive di vino dal 1984 quando pubblicò un libro sulle enoteche Venete con la prefazione di Luigi Veronelli. Ha avuto molti riconoscimenti: premio del Miglior Giornalista Italiano dal Comitato dei Grand Cru d'Italia, dal Casato Prime Donne a Montalcino a Food & Travel Italia. Un grande giornalista che unisce alla professionalità gentilezza e cortesia.

    Ecco l’indice dell’intervista:Chi è Luciano Ferraro? (00:10)Perché hai deciso di voler diventare giornalista? (02:10)Cosa ti ha insegnato Veronelli? (14:13)Che cosa cerchi in un’azienda vitivinicola, quali sono le storie che ti interessano e delle quali scrivi più volontieri? (16:11)Cosa suggeresti ad un’azienda vitivinicola che vuole comunicare con la stampa quotidiana? Quali sono le informazioni importanti che vanno tenute in considerazione rispetto alla stampa di settore? (19:07)Quante email ricevi ogni giorno? (24:36)Come vedi il futuro della comunicazione del vino italiano. Come potrebbe migliorare e raggiungere, per esempio, i giovani? (25:30) 👱‍♀️A cura di Silvia Baratta, docente di Public Speaking del Vino e organizzazione eventi e titolare dell'Ufficio Stampa Gheusis, che da oltre 20 anni si occupa del mondo del vino in modo esclusivo e porta alla luce i talenti italiani.

    Ecco dove potete seguire Luciano Ferraro:

    Instagram: https://www.instagram.com/ferraroluciano?igsh=MTVjZTg3eDZtaXN5bg==
    Rubrica « DIVINI » su Sette, il settimanale del Corriere della Sera

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  • In questa nuova puntata del podcast ‘Wine Speaking: la comunicazione del vino’ parliamo di come preparare la comunicazione di una fiera come ad esempio Vinitaly o Wine in Paris.

    Come per gli incontri con gli agenti, gli importatori o i potenziali clienti, la fiera va preparata prima perché si tratta di un contesto affollato. Tutti presentano nuovi vini, nuovi packaging ma anche ricerche, sperimentazioni o sinergie. Ottenere l'attenzione è molto complicato.

    🤔 Come fare quindi a comunicare efficacemente la propria presenza?

    Individuando anzitutto qual è la notizia principale della vostra partecipazione in fiera. Se avete una novità, questa può aiutare ad attirare la curiosità dei giornalisti invitandoli a scoprirla presso il vostro stand. In altri casi potrebbero non esserci notizie particolari e quindi l’obiettivo è sviluppare delle relazioni.

    Contattare per tempo i giornalisti consente di organizzare degli appuntamenti piuttosto che lasciare al caso il nostro incontro. Se qualcuno vi dice « ci vediamo in fiera » o « passo allo stand » probabilmente si libererà quando noi siamo impegnati o si dimenticherà l'incontro. Muoversi per tempo è fondamentale perché le agende dei giornalisti sono molto dense e quindi aspettare il giorno prima per invitare qualcuno può essere addirittura controproducente.

    Nel momento in cui riceviamo la disponibilità, fissiamo un orario e in quel momento teniamoci liberi e riserviamo uno spazio tranquillo, un tavolino, dove parlare e assaggiare qualche vino assieme.

    Quando arriva l'appuntamento, facciamo accomodare il nostro ospite e offriamo come prima cosa un bicchiere d'acqua. Ricordate che l'acqua è un bene prezioso e in fiera è un bene raro. Non è indicato offrire un caffè se deve assaggiare qualcosa. Chiediamogli quanto tempo ha a disposizione e quanti vini vuole assaggiare per mirare il più possibile ai vini strategici per noi. Se invece la persona ha tanto spazio e tanto tempo allora potremmo con tutta calma assaggiare tutta la gamma dei prodotti.

    Un ultimo suggerimento: prima dell'appuntamento mandiamo delle informazioni su di noi per dare la possibilità di informarsi su chi siamo ed eventualmente preparare delle domande.

    Infine, la fiera è caotica e dispersiva per cui se possiamo, oltre a lasciare le coordinate dello stand, indichiamo anche su una mappa del padiglione dove ci troviamo.

    👱‍♀️A cura di Silvia Baratta, docente di Public Speaking del Vino e organizzazione eventi e titolare dell'Ufficio Stampa Gheusis, che da oltre 20 anni si occupa del mondo del vino in modo esclusivo e porta alla luce i talenti italiani.

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    Dopo aver parlato di Public speaking del vino nella prima stagione del podcast, nel 2021, in questo ciclo intervisteremo esperti del settore, quindi chi sta dall'altra parte, perché il principio fondamentale del Public Speaking del vino e della comunicazione efficace è comprendere quali sono le aspettative e gli interessi del nostro interlocutore.

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    In questa nuova stagione i protagonisti saranno gli intervistati. Gli ospiti, scelti tra i più importanti esperti del settore, consentiranno, attraverso le loro testimonianze, di migliorare il proprio modo di approcciarsi e selezionare gli elementi distintivi.

    In questa puntata intervistiamo Mattia Asperti, il « Sommelier diVino », influencer, divulgatore di vino ma anche ingegnere. Per la prima volta intervistiamo chi non fa del vino il suo lavoro principale!

    Ecco l’indice dell’intervista:
    Chi è Mattia Asperti? (00:25)Cosa significa per te ‘Influencer ‘? (02:55)Chi è il tuo modello? (04:26)Qual è secondo te la differenza tra ‘Influencer’ e ‘Giornalista’? (06:17)Cosa ne pensi della comunicazione del vino e soprattutto di quella che le aziende vitivinicole fanno? (10:35)Secondo te come si potrebbe avvicinare di più i giovani al mondo del vino? (15:46)Su Tik Tok ci sono pochi produttori di vino. Secondo te, quali sono le differenze tra Instagram e Tik Tok? (20:00)Ci sono dei produttori di vino che ti hanno colpito di più su Instagram o su Tik Tok e se sì perché? (24:54)Che errori potrebbe fare un’azienda vitivinicola che ti vuole contattare? (29:14)Operativamente, cosa deve fare un’azienda che vuole contattarti? (38:25)👱‍♀️A cura di Silvia Baratta, docente di Public Speaking del Vino e organizzazione eventi e titolare dell'Ufficio Stampa Gheusis, che da oltre 20 anni si occupa del mondo del vino in modo esclusivo e porta alla luce i talenti italiani.

    Ecco dove potete seguire Mattia Asperti:

    Instagram: https://www.instagram.com/ilsommelierdivino/
    Tik Tok: https://www.tiktok.com/@ilsommelierdivino

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    In questa puntata intervistiamo Camilla Rocca, giornalista laureata in Economia e organizzazione di eventi. Ha vissuto un'esperienza internazionale negli Stati Uniti e in Canada nel commercio del vino e nella comunicazione. Ha una lunga esperienza nella promozione del territorio Veronese che, come si sa, è un distretto vinicolo importantissimo. Camilla è una giornalista di respiro internazionale! Si occupa di vino, di ristorazione, di turismo e di lifestyle per testate nazionali molto importanti. Oggi, con lei, parleremo di comunicazione ma anche di come il vino e l’enogastronomia in generale siano anche un elemento di lifestyle.

    Ecco l’indice dell’intervista:
    1. Chi è Camilla Rocca? (1:05)
    2. Secondo te il vino è glamour? (3:27)
    3. Quando ricevi un invito, quando hai la possibilità di visitare una cantina oppure un’azienda di specialità gastronomiche, che cosa cerchi? (5:03)
    4. Quali sono gli errori che fanno più frequentemente le aziende che ti contattano o che ti invitano e che tu visiti? (8:01)
    5. C’è un’esperienza o un incontro che ti ha colpito particolarmente in senso positivo? (11:36)
    6. Come si comunica il vino all’estero? (13:50)
    7. Secondo te, dove sta andando la comunicazione enogastronomica oggi? (21:30)
    8. Riflessioni sui vini low e no alcol (22:23)

    👱‍♀️A cura di Silvia Baratta, docente di Public Speaking del Vino e organizzazione eventi e titolare dell'Ufficio Stampa Gheusis, che da oltre 20 anni si occupa del mondo del vino in modo esclusivo e porta alla luce i talenti italiani.

    Ecco dove potete seguire Camilla Rocca:
    Instagram: https://www.instagram.com/roccacamilla/

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    In questa puntata intervistiamo Chiara Giannotti, giornalista, degustatrice, influencer ed esperta di comunicazione del vino. Nel 2015 fonda ‘vino.tv’, un blog, social media e web tv, divenuto un vero e proprio punto di riferimento nel settore. Collabora con televisioni come la 7, la 7 Gold, Alma TV e con trasmissioni radiofoniche. Nel 2019 esce il suo primo libro, « La Cantina perfetta », e collabora con case d'asta e piattaforme dedicate ai ‘Fine Wines’. Il suo profilo è addirittura inserito nel sito dell'enciclopedia Treccani!

    Ecco l’indice dell’intervista:

    1. Chi è Chiara Giannotti? (1:15)
    2. Secondo te, come è cambiata la comunicazione del vino in questi anni? (05:17)
    3. La comunicazione del vino attraverso gli influencer. (09:15)
    4. Secondo te, sta cambiando la comunicazione del vino attraverso i social media? (13:39)
    5. Come si comunica il vino in radio? (21:13)
    6. Cos’è ‘vino.tv’? (23:33)
    7. Che suggerimento daresti ai produttori di vino per comunicarsi meglio? (25:25)

    👱‍♀️A cura di Silvia Baratta, docente di Public Speaking del Vino e organizzazione eventi e titolare dell'Ufficio Stampa Gheusis, che da oltre 20 anni si occupa del mondo del vino in modo esclusivo e porta alla luce i talenti italiani.

    Ecco dove potete seguire Chiara Giannotti:
    Instagram: https://www.instagram.com/vino.tv/

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    In questa nuova stagione quindi i protagonisti saranno gli intervistati. Gli ospiti, scelti tra i più importanti esperti del settore, consentiranno attraverso le loro testimonianze di migliorare il proprio modo di approcciarsi e selezionare gli elementi distintivi.

    In questa puntata intervistiamo Charlie Arturaola, uno dei personaggi più famosi e più influenti nel mondo del vino a livello internazionale. È stato definito un genio, un mito vivente, uno dei dieci palati più influenti e più preparati negli Stati Uniti. La sua storia è veramente affascinante, ha comunicato il vino nei migliori ristoranti del mondo, lo ha commercializzato, ha fondato l’Accademia del vino di New York, è stato presidente dell’Associazione dei Sommeliers del Nord America ed è grande divulgatore e anche attore (a breve uscirà il suo terzo film).

    Ecco l’indice dell’intervista:

    La tua storia è unica, ricca di esperienze in tutto il mondo: perché il vino secondo te è un prodotto così straordinario e ti ha affascinato così tanto? (1:48)
    Rispetto alla tua esperienza mondiale, c’è un consiglio che potresti dare ai produttori di vino italiani? (10:46)
    Com’è comunicare il vino attraverso i film al cinema? (21:10)
    Nella tua storia hai incontrato tanti Vip, che cosa bevono? (32:16)


    👱‍♀️A cura di Silvia Baratta, docente di Public Speaking del Vino e organizzazione eventi e titolare dell'Ufficio Stampa Gheusis, che da oltre 20 anni si occupa del mondo del vino in modo esclusivo e porta alla luce i talenti italiani.

    Ecco dove potete seguire Charlie Arturaola:
    Instagram: https://www.instagram.com/charliewines/

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  • L’obiettivo del podcast ‘Wine Speaking: la comunicazione del vino’ è aiutare chi si occupa del settore enogastronomico come produttori, distributori, enotecari, professionisti del servizio a comunicarsi e a comunicare meglio.

    Dopo aver parlato di Public speaking del vino nella prima stagione del podcast, nel 2021, proseguiamo il ciclo dove intervisteremo esperti del settore, quindi chi sta dall'altra parte, perché il principio fondamentale del Public Speaking del vino e della comunicazione efficace è comprendere quali sono le aspettative e gli interessi del nostro interlocutore.

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    In questa nuova stagione quindi i protagonisti saranno gli intervistati. Gli ospiti, scelti tra i più importanti esperti del settore, consentiranno attraverso le loro testimonianze di migliorare il proprio modo di approcciarsi e selezionare gli elementi distintivi.

    In questa puntata intervistiamo Lavinia Furlani, presidente di Wine Meridian, rivista online autorevole nel settore del vino e dell’enoturismo. Un tema che Wine Meridian ha approfondito negli ultimi anni, visitando oltre 700 aziende in tutto il mondo. L’esperienza più recente è quella negli Stati Uniti dove quest’estate, Lavinia, Fabio Piccoli e i loro figli, hanno visitato 138 cantine, attraversando non solo la Napa Valley ma ben 23 Stati americani percorrendo 8 mila Miglia!

    Ecco l’indice dell’intervista:

    1. Cosa vuol dire accogliere un enoturista? (3:00)
    2. Come sono cambiate secondo te le aspettative dell’enoturista rispetto al passato? (5:09)
    3. Che cosa interessa di più e di meno all’enoturista? (8:07)
    4. Lo storytelling è una tecnica molto efficace per memorizzare dei concetti. Hai un aneddoto che ricordi in modo particolare, sia in senso positivo che negativo, di aziende che ti hanno accolto in modo straordinario e che hanno lasciato un segno? (13:19)
    5. Cosa suggeriresti a chi vuole intraprendere un’attività di enoturismo (un’attività che vuole aprire le sue porte o una persona che vuole iniziare a lavorare in questo settore come Hospitality Manager)? (22:38)


    👱‍♀️A cura di Silvia Baratta, docente di Public Speaking del Vino e organizzazione eventi e titolare dell'Ufficio Stampa Gheusis, che da oltre 20 anni si occupa del mondo del vino in modo esclusivo e porta alla luce i talenti italiani.

    Ecco alcuni dei canali ufficiali dove potete seguire Lavinia Furlani e Wine Meridian:
    Sito web: https://www.winemeridian.com/
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    Tik Tok: https://www.tiktok.com/@wine_meridian?
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    Dopo aver parlato di Public speaking del vino nella prima stagione del podcast, nel 2021, proseguiamo il ciclo dove intervisteremo degli esperti del settore, quindi chi sta dall'altra parte perché il principio fondamentale del Public Speaking del vino e della comunicazione efficace è comprendere quali sono le aspettative e gli interessi del nostro interlocutore.

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    In questa puntata intervistiamo Bruno Gambacorta, giornalista televisivo dal 1987 che nel 1998 ha avuto la grandissima idea di creare la famosa trasmissione di approfondimento enogastronomico « Eat Parade » in onda il venerdì su Rai2.

    Ecco l’indice dell’intervista:

    1. Perché hai iniziato ad approfondire il tema dell’enogastronomia? (1:33)
    2. Secondo te, come è cambiata la comunicazione dell’enogastronomia in televisione dal 1998 ad oggi? (8:54)
    3. Quali sono gli errori più comuni che riscontri da parte dei Consorzi o dei produttori che incontri? Quali notizie ti interessano di più? (17:10)
    4. Hai dei consigli per svolgere un’intervista televisiva? (21:24)
    5. Hai incontrato migliaia di produttori di vino, c’è una storia che ti ha colpito particolarmente? (26:17)


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    Ecco il canale Instagram ufficiale dove potete seguire Bruno Gambacorta:
    Instagram: https://instagram.com/brugam
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  • L’obiettivo del podcast ‘Wine Speaking: la comunicazione del vino’ è aiutare chi si occupa del settore come produttori, distributori, enotecari, professionisti del servizio a comunicarsi e a comunicare meglio.

    Dopo aver parlato di Public speaking del vino nella prima stagione del podcast, nel 2021, proseguiamo il ciclo dove intervisteremo degli esperti del settore, quindi chi sta dall'altra parte perché il principio fondamentale del Public speaking del vino e della comunicazione efficace è comprendere quali sono le aspettative e gli interessi del nostro interlocutore.

    Non comunichiamo per trasferire informazioni ma per creare relazioni.

    In questa nuova stagione quindi i protagonisti saranno gli intervistati. Per chi ascolterà, gli ospiti, scelti tra i più importanti esperti del settore, consentiranno attraverso le loro testimonianze di migliorare il proprio modo di approcciarsi e selezionare gli elementi che lo distinguono.

    Proseguiamo questo nuovo ciclo con Francesca Negri, giornalista, scrittrice, Wine Tutor e Donna del Vino, autrice di dieci libri pubblicati, che da molti anni si occupa del mondo del vino da cronista, come si definisce lei stessa.

    Ecco l’indice dell’intervista:

    1. Chi è Francesca Negri? (1:13)
    2. Quando incontri un produttore o vai a visitare una cantina, che cosa ti interessa maggiormente conoscere? (5:00) Cosa ti interessa meno? (6:00)
    3. Sei giornalista ed influencer. Qual è la differenza tra la comunicazione giornalistica e quella nei social? (7:05)
    4. Quali sono secondo te le peculiarità della comunicazione del vino al femminile? (12:28)
    5. Come vedi il futuro della comunicazione del vino? (14:47)
    6. Cosa suggeriresti ad un’azienda che vuole contattarti come giornalista e/o influencer? (21:45)

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    Ecco i canali ufficiali dove potete seguire Francesca Negri:
    Instagram: https://www.instagram.com/geishagourmet/
    Blog: https://geishagourmet.com/
    Rivista online: https://www.fancymagazine.it/
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  • L’obiettivo del podcast ‘Wine Speaking: la comunicazione del vino’ è aiutare chi si occupa del settore, quindi produttori, distributori, enotecari, Sommelier,… a comunicarsi e a comunicare meglio.

    Dopo aver parlato di Public speaking del vino nella prima stagione del podcast, nel 2021, inauguriamo un nuovo ciclo dove intervisteremo degli esperti del settore, quindi chi sta dall'altra parte perché il principio fondamentale del Public speaking del vino e della comunicazione efficace è comprendere quali sono le aspettative e gli interessi del nostro interlocutore.

    Non comunichiamo per trasferire informazioni ma per creare relazioni.

    In questa nuova stagione quindi i protagonisti saranno gli intervistati. Per chi ascolterà, gli ospiti, scelti tra i più importanti esperti del settore, consentiranno attraverso le loro testimonianze di migliorare il proprio modo di approcciarsi e selezionare gli elementi che lo distinguono.

    Iniziamo questo nuovo ciclo con Aldo Fiordelli, giornalista che molti di voi conoscono. Giornalista che collabora con testate italiane e straniere è anche scrittore, critico e docente presso università straniere che si rivolgono a studenti non specializzati nel mondo del vino.

    Aggiungerei che Aldo è una persona gentile, educata e molto professionale, che sono delle qualità preziose!

    Ecco l’indice dell’intervista: Chi è Aldo Fiordelli? (2:07)Che cosa ti aspetti quando incontri per la prima volta un produttore di vino? (5:00)C’è un incontro che ti ha particolarmente colpito? C’è un aneddoto che ci puoi raccontare? (9:24)Quando visiti una cantina, cosa preferiresti vedere e cosa si potrebbe tralasciare? (13:24)È importante che il produttore o l’enologo si soffermi sulle note di degustazione? (17:30)Hai un consiglio da dare ai produttori per come relazionarsi meglio con i giornalisti? (21:10)Scrivi anche per Decanter, quindi hai la visione di cosa si aspetta il lettore in Italia e all’estero. Ci sono delle differenze nella comunicazione del vino? (24:50)
    👱‍♀️A cura di Silvia Baratta, docente di Public Speaking del Vino e organizzazione eventi e titolare dell'Ufficio Stampa Gheusis, che da oltre 20 anni si occupa del mondo del vino in modo esclusivo e porta alla luce i talenti italiani.

    Ecco i canali ufficiali dove potete seguire Aldo Fiordelli:
    Instagram: https://www.instagram.com/aldofiordelli/
    LinkedIn: https://www.linkedin.com/in/aldo-fiordelli-b9953122/
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  • 🍇✂ Ormai la vendemmia è iniziata e nelle cantine c’è gran fermento in tutti i sensi!

    A caratterizzare il 2023 non sarà solo un'annata complessa che ha visto un succedersi di piogge e caldo torrido ma anche un’importante novità per chi desidera aprire le proprie porte e fare vivere ai visitatori questo momento magico.

    Da quest'anno le aziende potranno organizzare la ‘Vendemmia Turistica’ grazie al protocollo d’intesa fra l’Ispettorato Nazionale del Lavoro (INPS) e l’Associazione Nazionale delle Città del Vino, storica istituzione fondata nel 1987 che riunisce dal nord al sud comuni ad alta vocazione vitivinicola. Ne fanno parte, solo per citarne alcune, Alba, Asti, Barolo, Gaiole in Chianti, Montalcino. Oggi le Città del Vino sono ben 560!


    📌La vendemmia turistica: cos’è e come organizzarla?

    La vendemmia turistica è un'opportunità nuova che le aziende possono cogliere facilmente con una comunicazione al SUAP, ovvero lo Sportello Unico per le Attività Produttive, caricando nella sezione dedicata al proprio comune i nomi dei partecipanti, la posizione sul mappale del luogo di svolgimento dell'esperienza e i dettagli della polizza assicurativa aziendale. Per molti enoturisti, vivere la raccolta dell'uva è sempre stato un sogno e questa novità consentirà un’ulteriore crescita dell'enoturismo che, secondo le Città del Vino, solo in Italia ha un giro d'affari di 2,5 miliardi di euro e 14 milioni di presenze solo nell'ultimo anno.

    La vendemmia turistica è una bella opportunità ma dovete sapere che nulla può essere lasciato al caso. Secondo il protocollo sottoscritto dall'INPS e le Città del Vino, infatti, i filari dedicati devono essere riconoscibili con dei cartelli e distinguibili dai luoghi della vendemmia ordinaria evitando così la promiscuità.

    L’attività di raccolta dell'uva non è retribuita. Deve essere di breve durata e episodica e avere carattere culturale e ricreativo.

    Le persone sono affidate a un tutor e sono identificate con dei badge perché consente di poterli individuare facilmente per l’Ispettorato del lavoro.

    Infine, vanno rispettati parametri di sicurezza precisi.

    Si tratta certamente di un'opportunità interessante. Non si tratta comunque dell'unico modo per fare vivere la vendemmia. Come abbiamo visto nelle puntate del 8 agosto 2022 « Grape Tasting: l'evento perfetto in periodo di vendemmia » e del 22 settembre 2022 « Come comunicare la vendemmia », sono molte le iniziative sviluppabili con costi contenuti e nessuna burocrazia.


    📌Tour tra i vigneti: un’altra esperienza innovativa per gli enoturisti

    L’idea che vi propongo oggi viene dall'estero. È un paese produttore di vini ottimi che il consumatore italiano medio conosce poco: la Germania.

    Avete mai sentito parlare del Weinbergsrundfahrt (=tour tra i vigneti)? È un’iniziativa diffusa in diversi territori del vino che si sviluppano tra il Reno e La Mosella. L’idea è semplice, si tratta di un vero e proprio viaggio attraverso i vigneti su un carro trainato da un trattore allestito con un tavolo e delle sedie per degustare i vini e possibilmente una copertura per evitare di “lessare” gli ospiti. L’esperienza della durata di due o tre ore consente una visita slow, un viaggio attraverso i vigneti quasi a passo d'uomo durante il quale assaggiare i vini provenienti dai singoli vigneti che si visiteranno.

    L’esperienza è scandita dalle soste didattiche dove gli ospiti, grazie alle spiegazioni di un agronomo o del proprietario dell'azienda, possono avvicinarsi ai bellissimi paesaggi vitivinicoli, toccare le viti e scoprire i metodi di coltivazione e le fasi fenologiche della pianta.

    La scelta di parlare di questa idea nasce dal racconto di Mélanie Hoareau, la regista di questo podcast che ringrazio, entusiasta dell'esperienza fatta durante un viaggio in Germania.

    Una proposta facilmente realizzabile anche in Italia arricchendola del buon gusto che caratterizza il nostro paese, che può portare un format spartano come quello della Germania a diventare una proposta esclusiva. E voi, cosa ne pensate? Ne avevate già sentito parlare?

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  • 🍇✂Un anno ‘complesso’… il 2023 può essere descritto da questo aggettivo!

    Siccità invernale seguita da pioggia intense, grande caldo e frequenti grandinate hanno creato non pochi problemi ai produttori di tutta Italia, determinando un'annata che fino a oggi si presenta in chiaroscuro.

    La vendemmia è un momento di comunicazione importante sia per i clienti, che chiedono di essere informati, sia per i giornalisti che trattano l'argomento in modo dettagliato, rendendola uno dei temi più importanti dell'anno.

    💡Ecco quindi qualche consiglio pratico per comunicare una vendemmia difficile:

    📌 Evitare gli allarmismi
    La vendemmia è complessa, certo, ma enfatizzare le difficoltà senza accennare alle soluzioni può essere negativo. Potrebbe infatti creare del panico e allarmismi fra i clienti preoccupati in anticipo per rincari dei prezzi ed eventuali problemi qualitativi.

    Meglio posizioni moderate che ovviamente non parlino di qualità straordinaria ma spieghino in modo costruttivo cosa si sta facendo in vigneto.

    È il momento di comunicare la capacità dei viticoltori di fare fronte agli effetti del clima con il proprio saper fare, grazie alla conoscenza della vite e il grande lavoro manuale e va ricordato come la vite sia una pianta plastica capace di reagire e rigenerarsi quando possibile. La raccomandazione è quindi la moderazione evitando previsioni ancora incerte e concentrandosi su cosa si sta facendo.

    📌 Evitare parole che suscitano emozioni estreme
    Allarme, dramma, flagello, segni indelebili,… in questo momento si sentono tante “brutte” parole. Parole che suscitano emozioni forti, negative, simili a quanto avvenuto durante la pandemia. Sentimenti che non ci hanno aiutato ad affrontare quel difficile momento.

    Questo pensiero va soprattutto ai giornalisti che hanno un ruolo fondamentale capace di influenzare e condizionare l'opinione pubblica creando panico generalizzato. La vendemmia concentra il lavoro di un’annata: non è un po' controproducente rovinarla con questo pessimismo cosmico che rischia di lasciare nello sconforto chi alla viticoltura dedica la propria vita?

    📌 Evitare di utilizzare le frasi fatte
    « Un'ottima annata » è una dichiarazione che di anno in anno si sente affermare molto frequentemente. Forse questo non avverrà nel 2023 ma il consiglio generale è: no alle frasi generiche e banali che creano assuefazione quasi quanto ‘tradizione’ e ‘innovazione’ o ‘vino di qualità’.

    A questo proposito, ecco un esempio pratico dato da Silvia Baratta:

    « Qualche anno fa con la mia agenzia Gheusis seguivo un grosso consorzio di tutela. Arrivata la vendemmia si pensava a come affrontare il tema in modo non banale. L’annata era media sia per parametri qualitativi sia come quantità: come rendere la notizia interessante?

    L’idea è stata concentrarsi sul valore economico e sociale di questo momento per la comunità locale. È stato quindi calcolato il numero di persone coinvolte nella raccolta che corrispondeva al numero di abitanti di una cittadina di dimensione nemmeno così piccole, dando spazio anche a dati demografici come quanti giovani e quante persone provenienti da altri paesi erano coinvolte. Un dato curioso che rimase per anni nella mente dei giornalisti e dei lettori utilizzato come pretesto per inserire poi i contenuti che tutti si sarebbero aspettati ovvero quantità previste e qualità tecnologiche. »

    E voi come affronterete la vendemmia quest'anno?

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  • 🍷Questa stagione di Wine Speaking dedicata al Design Thinking applicato al mondo del vino si sta concludendo. Abbiamo visto insieme concetti essenziali e semplici che hanno l'obiettivo di stimolare la curiosità di chi opera nel settore e avvicinarlo a questo metodo di lavoro innovativo. In questa puntata parliamo delle ultime due fasi del Design Thinking per affrontare un problema: il test e l’implementazione.

    📌 La fase di test
    Questa fase prevede che il prototipo venga provato e testato per capire la reazione reale del pubblico a cui è destinato. Nel caso del prodotto quindi, riprendendo il nostro esempio, il vino leggero e spensierato ideato, saranno organizzate delle degustazioni con un campione di consumatori giovani e verrà mostrata la bottiglia per capire le reazioni e conoscere eventuali osservazioni.

    Questo processo è applicato anche nel caso dell'introduzione di un nuovo servizio agli importatori. Ad esempio, se si vuole adottare un nuovo CRM. Chiedere di testare la nostra soluzione al destinatario avrà una duplice funzione: lo farà sentire ascoltato e otterremo delle informazioni preziose.

    📌 La fase di implementazione
    Questa fase corrisponde al perfezionamento e alla revisione del prodotto in base alla risposta. Rappresenta un percorso ciclico che potenzialmente non ha mai fine. Una volta conosciuta la reazione del mio pubblico ho la possibilità di perfezionare alcuni aspetti che ancora non mi soddisfano per rispondere sempre meglio alle esigenze del mercato.

    💡Potremmo quindi dire che il Design Thinking non è solo Learning by Thinking ma anche e soprattutto Learning by Doing.

    Non vi resta ora che mettere in pratica questo metodo!

    Il suggerimento di Silvia Baratta è partire da piccole cose come ad esempio la revisione di un’etichetta o la realizzazione di una brochure per poi applicarlo a progetti più complessi.

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  • 🍷 Questa stagione di Wine Speaking è dedicata al Design Thinking applicato al mondo del vino. In questa puntata parliamo della quarta fase del Design Thinking per affrontare un problema: la prototipazione.

    📌Cos’è il prototipo nel Design Thinking?
    Il prototipo è un esempio, un modello fisico reale di quello che vogliamo produrre, che sia un vino o un servizio. Ci serve da test per capire se siamo sulla strada giusta, se la nostra idea risponde alle esigenze del mercato oppure se stiamo sbagliando qualche cosa.

    Grazie al prototipo potremo verificare il gradimento del prodotto nel caso, per esempio, si tratti del vino spensierato e dedicato ai giovani di cui abbiamo parlato nelle precedenti puntate. Il prototipo non serve solo per testare i prodotti, ci permette infatti anche di capire se il nostro modello, nel caso si tratti di un servizio, funziona davvero o se c'è qualche inefficienza.

    📌Qual è il vantaggio della fase di prototipazione?
    È la possibilità di testare le idee senza spendere grandi capitali e poter apportare eventuali modifiche in modo tempestivo ed efficace.

    💡Come potremmo spiegarla meglio?
    La fase di prototipazione è di per sé imperfetta, è progettata per poter sbagliare e si può immaginare un po' come la fase in cui il bambino impara ad andare in bicicletta. All'inizio cade, si rialza, riprova cambiando il modo in cui distribuisce l'equilibrio, ricade di nuovo, ma nel frattempo è riuscito a fare qualche pedalata in più modificando la propria posizione e così via.

    Tornando al nostro esempio di progettazione di un vino dedicato ai giovani, la fase di prototipazione consiste nel produrre poche bottiglie con un mockup di diverse proposte di etichette per far assaggiare il vino a un panel di giovani provenienti da luoghi diversi e di età differenti. In base al risultato capiremo se siamo sulla strada giusta sia dal punto di vista gustativo che d'immagine. I giovani saranno invitati ad esprimere la propria preferenza di etichetta. In base al risultato sceglieremo quale proposta è più efficace e lavoreremo per perfezionarla in base anche a quanto emerso durante l'indagine. Seguirà una nuova prova e così via.

    Se stiamo progettando un vino, potremmo creare dei campioni con blend diversi o con macerazioni più o meno lunghe per capire quale tecnica incontra maggiormente il pubblico. In questo modo si potrà risparmiare molto denaro. Pensate al danno economico che ci sarebbe se si partisse con la produzione di migliaia di bottiglie senza però aver testato il mercato e si scoprisse che non abbiamo centrato l'obiettivo!

    Prendersi del tempo, pagare qualche panel che ci aiuti a mettere a fuoco il problema e, se necessario, posticipare l'uscita del prodotto o servizio è molto meno costoso che vederlo invenduto.









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  • 🍷 La nuova stagione di Wine Speaking è dedicata al Design Thinking applicato al mondo del vino. In questa puntata parliamo della seconda e della terza fase del Design Thinking per affrontare un problema: la ricerca e l’ideazione.

    Avete intuito che ci sia un bisogno insoddisfatto, avete cercato di empatizzare per capire cosa stia cercando il cliente ora è necessario verificare se quello che avete ipotizzato è reale. Non potete basarvi sul vostro intuito, avete bisogno di dati oggettivi!

    👉è necessario compiere delle ricerche approfondite per capire cosa cerca realmente il consumatore. Come?

    ▪tramite interviste;
    ▪reperendo ricerche e studi se ce ne sono;
    ▪interrogando i motori di ricerca primo fra tutti Google;
    ▪utilizzando dei tool come Answer The Public che vi consentono di analizzare quali sono le domande più frequenti su un dato argomento.

    Una volta fatta la ricerca, avrete un'idea più precisa e veritiera del bisogno reale del vostro potenziale cliente.

    💡Ecco un esempio pratico:

    Riprendiamo il caso preso in esame nella puntata precedente: abbiamo immaginato che i giovani tra i 18 e i 25 anni stiano cercando un vino che ancora non c’è. Un vino immediato, capace di rispondere al loro bisogno di spensieratezza, leggerezza e versatilità.

    Come fare per ricercare dati oggettivi? 🤔

    Anzitutto cercate statistiche sui trend di consumo dei giovani, fate interviste a campione, monitorate con Answer The Public quali sono le parole più ricercate dai giovani rispetto al vino. Questo vi darà le informazioni importanti che potranno confermare la vostra intuizione o dimostrare che essa va modificata perché l'esigenza è leggermente diversa.

    Completata la ricerca e raccolti tutti i risultati siete ora pronti per affrontare la terza fase, quella creativa, che permette l’ideazione. Iniziate quindi a pensare al prodotto che vorrete realizzare.

    Questo momento inizia con il brainstorming dove non c'è il giudizio, ogni idea è valida, sarà poi la realtà a compiere la selezione di cosa sia fattibile e cosa no. A svolgere questa fase del Design Thinking non può essere una sola persona, è importante la presenza di più partecipanti, meglio se con competenze e ruoli diversi. Pensate a come potrebbe essere l'immagine di questo vino. Mettete ogni idea sul tavolo e scrivetele su dei post-it che potranno essere spostati nel corso della riunione per perfezionare l’idea.

    Il Design Thinking è infatti un lavoro di squadra per cui il confronto è essenziale talvolta anche lo scontro. Il coinvolgimento del team di lavoro rende anche più motivati i partecipanti.

    👩‍💼Alla ricerca potranno partecipare non solo i creativi e i responsabili marketing ma anche i titolari e dirigenti, gli enologi e i responsabili del Wine Shop e dell’accoglienza ma anche i consumatori finali.
    Una volta individuata la soluzione che ritenete più idonea, è il momento di metterla in pratica!

    👱‍♀️A cura di Silvia Baratta, docente di Public Speaking del Vino e organizzazione eventi e titolare dell'Ufficio Stampa Gheusis, che da oltre 20 anni si occupa del mondo del vino in modo esclusivo e porta alla luce i talenti italiani.
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