Episodios
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Registrato telefonicamente durante la sua mostra “per l’eternità. Premessa per una trilogia” alla
Fondazione La Rocca di Pescara, nel nuovo episodio di Artribune Podcast, Luca Vitone (Genova,
18 maggio 1964) ci guida in un viaggio tra arte, politica e società: una riflessione vocale che
racconta come odori, polveri e musica popolare diventano strumenti di critica e resistenza.
Nell’ambito delle arti visive, l’artista slega la sua ricerca dalle categorie convenzionali. Centrale è
lo studio dell’Eternit, legato agli antipigmenti. Sul tema dei confini, propone una visione
internazionale dell’essere umano, opponendosi al nazionalismo. La mostra per l’eternità. Premessa
per una trilogia, curata da Francesca Guerisoli alla Fondazione La Rocca di Pescara, è prorogata
fino al 7 giugno 2025, data del finissage con presentazione del catalogo edito da Allemandi.
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Monologhi al Telefono è una rubrica di Donatella Giordano che raccoglie interviste agli artisti.
L’intervista viene registrata integralmente ma la pubblicazione avviene dopo un attento processo di
editing che trasforma la conversazione in un monologo. Con questo riadattamento l’utente diventa
l’interlocutore e avrà l’impressione di trovarsi al telefono con l’artista. Il sistema applicato vuole
superare il concetto dell’intervista classica a favore di un approccio che contamina due formati: il
podcast e la telefonata.
Instagram: @monologhialtelefono.artribune -
Nell’intervista in podcast, Valeria Magli (Bologna, 1952) racconta la sua stagione creativa tra gli
anni Ottanta e Novanta, quando la scena era un laboratorio vivo: “ci si scambiavano regali tra
artisti”, dice, ricordando le collaborazioni con artisti come Valerio Adami, Gianfranco Baruchello,
Nanni Balestrini, Piero Fogliati, Carla Cerati, Cinzia Ruggeri. L’artista, attraverso importanti
collaborazioni, come quelle con l’attore teatrale e mimo francese Étienne Decroux, il musicista
John Cage, il coreografo Merce Cunningham e il filosofo Pierre Klossowski, arricchisce la sua
pratica con influenze provenienti da diverse discipline.
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Monologhi al Telefono è una rubrica di Donatella Giordano che raccoglie interviste agli artisti.
L’intervista viene registrata integralmente ma la pubblicazione avviene dopo un attento processo di
editing che trasforma la conversazione in un monologo. Con questo riadattamento l’utente diventa
l’interlocutore e avrà l’impressione di trovarsi al telefono con l’artista. Il sistema applicato vuole
superare il concetto dell’intervista classica a favore di un approccio che contamina due formati: il
podcast e la telefonata.
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¿Faltan episodios?
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Diego Perrone utilizza diversi linguaggi – dal video alla scultura, dalla performance alla fotografia – per rileggere temi e icone della tradizione. Nel podcast l’artista esplora alcune tematiche principali riflettendo sul paradosso, il limite, la profondità e la luce attraverso tecniche come la fusione di grandi masse di vetro, la precisa ripetizione di linee a biro, i processi fotografici e l’animazione digitale.
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Monologhi al Telefono è una rubrica di Donatella Giordano che raccoglie interviste agli artisti.
L’intervista viene registrata integralmente ma la pubblicazione avviene dopo un attento processo di
editing che trasforma la conversazione in un monologo. Con questo riadattamento l’utente diventa
l’interlocutore e avrà l’impressione di trovarsi al telefono con l’artista. Il sistema applicato vuole superare il concetto dell’intervista classica a favore di un approccio che contamina due formati: il podcast e la telefonata.
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Bruna Dominici, art director di IT’S intervista Andrea Conte, artista visivo, ricercatore e docente di arte. Attraverso la sua ricerca multidisciplinare tra arte, scienza e attivismo riflette sull’importanza degli ecosistemi come strumento per definire nuove visioni e percezioni del contesto ambientale in cui viviamo.Climate Art Project, FLUMEN e Aula Verde sono alcuni dei suoi principali progetti tra arte e giustizia climatica.
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Bruna Dominici, art director di IT’S dialoga con Alia Bengana architetta, insegnante e giornalista.Laureata presso l'École Nationale Supérieure d'Architecture di Paris-Belleville, ha ottenuto il Certificate in Advanced Studies presso l'ETH di Zurigo, specializzandosi in materiali rigenerativi.Sviluppa progetti in Francia e all'estero attraverso un approccio bioclimatico e manifestando un interesse particolare per la terra cruda, i materiali naturali e il riutilizzo. Qui ci illustra come da questi possa essere rielaborato il concetto di sostenibilità in architettura
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Continua il progetto Contemporaneamente podcast che dal 2020 ha messo insieme oltre 250 autori di grande rilievo internazionale, tra arte e scienze, stem, filosofia, economia, storia, architettura, sport, cinema, musica, e molto altro. In itinere altri progetti per approfondire questioni auliche ma anche cogenti e futuribili, attraverso il pensiero dei maggiori interpreti del contemporaneo. In questo audio il prezioso incontro con Alessandro Bergonzoni artista e scrittore, e Maria Pia Ammirati direttore Rai Fiction. L’intervista è in Contemporaneamente di Mariantonietta Firmani, il podcast divulgato da Parallelo42.it, Artribune.com e Treccani.it.Alessandro Bergonzoni, e Maria Pia Ammirati ci raccontano di parole e programmi, palinsesti e tealtro. È importante tutto ciò che è congiunto, ciò che fa vedere gli sfuocati, e sono le parole che giocano con noi, è necessario capolavorare. Capita che passione e mestiere non coincidano, pur salvaguardando la qualità di entrambi, la complessità del pensiero informa la nostra vista. È una questione quantistica, con il sorriso le cellule danzano con la pesantezza le cellule si radunano. Inoltre, c’è differenza tra narrazione seriale e intrattenimento è nella scrittura che definisce profondità e qualità; scrittura che manca nell’intrattenimento. Quindi, dobbiamo diventare sovrumani, come possiamo tornare umani se forse non lo siamo mai stati? E molto altro.
ASCOLTA L’INTERVISTA INTEGRALE!!
GUARDA IL BREVE VIDEO!! su Youtube https://youtu.be/WUgRIPmE6hs
BREVI NOTE BIOGRAFICHE DEGLI AUTORI
Alessandro Bergonzoni, Artista, attore, autore. Quindici spettacoli teatrali al suo attivo e sei libri. Nel cinema: "Pinocchio" (2001) di Roberto Benigni e "Quijote" (2006) di Mimmo Paladino. Da anni scrive "Aprimi Cielo" una rubrica sul Venerdì di Repubblica e "Il pensato del giorno" su Robinson.Dal 2005 si avvicina al mondo dell’arte esponendo in varie gallerie e musei. Unisce al suo percorso artistico un interesse profondo per i temi legati al coma, alla malattia, al mondo carcerario, tenendo su questi argomenti incontri in vari ambiti. Ha vinto il Premio della Critica 2004/2005, il Premio Hystrio nel 2008 e il Premio UBU nel 2009. Parallelamente allo spettacolo "Trascendi e sali" ha presentato in varie Pinacoteche Nazionali l'installazione performativa "Tutela dei beni: corpi del (C)reato ad arte (il valore di un'opera, in persona)". Inotre, nel 2020 esce "Aprimi cielo, dieci anni di raccoglimento, articolato". Nel 2022 gli viene assegnata la Coppa Volponi per il lavoro letterario e il Premio Nazionale Cultura della Pace-Città di Sansepolcro per l'azione civile in difesa della non violenza e dell'aiuto ai migranti. Nel 2023 gli viene consegnato per la sua multiforme attività artistica il Premio Montale Fuori di Casa sez. Satura.
Maria Pia Ammirati, direttore Rai Fiction è dirigente televisiva, scrittrice e giornalista; dopo esperienze come giornalista e critico militante entra in Rai nel 1992. Dal 1993 si occupa di programmi radiofonici e televisivi come programmista-regista, autrice e conduttrice.Nel 2000 passa dalla Direzione Educational a Rai 1 dove lavora come Capo Segreteria di Rete, Capo progetto, Capostruttura e Vice Direttore. Si occupa in particolare di programmi Daytime spesso firmandosi come autrice. Nel 2011 come Vicedirettore segue tutto il Daytime di Rete. Dal 2014 al 2020 è Direttore di Rai Teche. Dal 2016 al 2019 le viene assegnata la responsabilità del Content RaiPlay. Nel novembre 2020 viene nominata Direttore della Direzione Fiction. È autrice di romanzi e di numerose pubblicazioni. Ha ricevuto diversi riconoscimenti, tra cui: Selezione al Premio Strega 2001, Selezione Premio Campiello 2011, Premio Procida, Premio Basilicata. Per il lavoro nel mondo dell’intrattenimento ha ricevuto Premio Rodolfo Valentino 2014 Italian Excellence, organizzato dalla Fondazione Rodolfo Valentino. È membro di numerose giurie letterarie, tra cui Premio Strega e Premio Viareggio. È Consigliere di Amministrazione del Teatro dell'Opera di Roma. -
Nell’intervista con Donatella Giordano Adelaide Cioni parla di pattern, immagini secondarie e
motivi geometrici chiamando in causa l’arte antica. Disposti in sequenze colorate, i suoi motivi
disegnati sono forme semplificate che traducono l’infinitezza del gesto e la continuità della
memoria. Cerchi, triangoli, griglie, fulmini e altri elementi diventano forme ipnotiche che si
dispongono in ripetizione componendo un’immagine dal significato ambiguo.
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Monologhi al Telefono è una rubrica di Donatella Giordano che raccoglie interviste agli artisti.
L’intervista viene registrata integralmente ma la pubblicazione avviene dopo un attento processo di
editing che trasforma la conversazione in un monologo. Con questo riadattamento l’utente diventa
l’interlocutore e avrà l’impressione di trovarsi al telefono con l’artista. Il sistema applicato vuole
superare il concetto dell’intervista classica a favore di un approccio che contamina due formati: il
podcast e la telefonata.
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In questa puntata Bruna Dominici art director di IT’S, è in dialogo con Ernesta Caviola, architettrice e fotografa, che ci porta dentro un racconto intrecciato tra biografia e fatti e personaggi storici, e dove l’essere donna diventa il filo rosso.
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In questa puntata Bruna Dominici art director di IT’S intervista Lucia Tozzi, Studiosa di politiche urbane e giornalista, per argomentare dove possano essere intercettate politiche urbane alternative, e quali siano le migliori visioni capaci di ripensare le città contemporanee e la loro evoluzione.
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Interessata alla relazione con lo spazio privato, Luisa Lambri (Como, 1969) usa la fotografia e
l’architettura per riflettere sull’esperienza dei luoghi. In questo monologo l’artista sottolinea
l’affinità fra il suo modo di utilizzare la fotografia e quello degli autori della storica rivista L’Espirit
Nouveau, fondata a Parigi da Le Corbusier, Amedée Ozenfant e Paul Dermée nel 1920. Le
immagini di architetture pubblicate sul periodico francese, infatti, presentavano accurate
manipolazioni e avevano l’intento di accentuarne il carattere astratto.
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Monologhi al Telefono è una rubrica di Donatella Giordano che raccoglie interviste agli artisti.
L’intervista viene registrata integralmente ma la pubblicazione avviene dopo un attento processo di
editing che trasforma la conversazione in un monologo. Con questo riadattamento l’utente diventa
l’interlocutore e avrà l’impressione di trovarsi al telefono con l’artista. Il sistema applicato vuole
superare il concetto dell’intervista classica a favore di un approccio che contamina due formati: il
podcast e la telefonata.
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Nell’intervista al Telefono Patrick Tuttofuoco (Milano 1974) ripercorre gli elementi emblematici
che connotano la sua poetica. Dagli studi di architettura l’artista si avvicina alla pratica artistica
attraverso un processo liberatorio che inizia con Corrado Levi: “Mi sono iscritto al suo corso di
progettazione architettonica, lui mi ha riportato su delle pratiche e degli approcci nei confronti
non tanto del progetto ma della vita in un senso più ampio che erano un processo di osmosi con
l’arte”, racconta.
Nel suo lavoro l’artista reinventa oggetti e materiali, perlopiù provenienti dall’edilizia o da
contesti più vicini all’architettura, utilizzando processi costruttivi mutuati dall’industria, per
veicolare altre informazioni. Negli anni, utilizza una moltitudine di materiali sintetici e industriali
senza mai abbandonare l’utilizzo della luce, che intende come passaggio di energia, molto
vicina a quella che è la natura umana: “prodotto di un’infinità di riflessi che si accumulano”.
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Monologhi al Telefono è una rubrica di Donatella Giordano che raccoglie interviste agli artisti.
L’intervista viene registrata integralmente ma la pubblicazione avviene in seguito a un attento
processo di editing che trasforma la conversazione in un monologo. Questo riadattamento
nasce con l’idea di trasformare l’utente in interlocutore, che avrà così l’impressione di trovarsi al
telefono con l’artista. Il sistema applicato vuole superare il concetto dell’intervista classica a
favore di un approccio che azzera la distanze e contamina due formati: il podcast e la
telefonata.
Instagram: @monologhialtelefono.artribune -
Ospiti i Formafantasma, studio di design, tornato recentemente in Italia dopo anni in Olanda, che illustra quanto la pratica del design oggi necessariamente implichi un confronto costante con il tema climatico e possa diventarne una possibile risposta, se capace di ripensare in modo collettivo e condiviso tutti processi e le infrastrutture che sottendono ad ogni prodotto progettuale
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In dialogo con Domitilla Dardi, storica e curatrice di design, che attraverso le sue diverse esperienze professionali ci conduce nella moltitudine di significati che l’atto del progettare ha e può assumere, come strumento editoriale, relazionale, di conoscenza e di critica sociale
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In questa decima e ultima puntata di UrbanisMi, ripercorriamo la storia dei quartieri di Porta Genova e San Cristoforo soffermandoci sui progetti di rigenerazione che coinvolgono le molteplici fabbriche dismesse della zona e i due scali ferroviari.
Ecco tutti gli argomenti trattati: chiesetta di San Cristoforo sul Naviglio; stazioni di porta Genova e San Cristoforo; terminal auto-cuccette incompiuto di A. Rossi e G. Braghieri a San Cristoforo; ponte di ferro e passerella ciclopedonale Biki a Porta Genova; piscina Solari e biblioteca Lorenteggio di Arrigo Arrighetti; progetti di rigenerazione delle fabbriche General Electric (Luxottica Digital Factory e Hotel nhow Milano), Nestlè (Armani Silos, Armani Teatro e Armani HR), Ansaldo (Mudec, BASE, laboratori della Scala), Bisleri (complesso commerciale abitativo Solari 11 Bisleri 1881), Riva-Calzoni (Fendi, Moncler, Diesel, Erno, Zegna, complesso residenziale e giardini di Antonio Zanuso), villaggio alle ex Schlumberger Industries, Osram (Piazza Berlinguer e unità residenziali in via Savona), Loro Parisini (nuove torri e riqualificazione dell’edificio lineare di Luigi Caccia Dominioni), Richard Ginori (campus aziendale e nuovo quartier generale WPP); riqualificazione torri ex-Ligresti; ponte di ferro Richard Ginori; rigenerazione degli scali di Porta Genova (Agroscalo) e San Cristoforo (parco blu Agenti Climatici e passerella ciclopedonale); Giardino Gonin Giordani e Parco Giambellino a San Curato D'Ars; Nuova biblioteca Lorenteggio al Parco Odazio; M4 Segneri e riqualificazione del quartiere IACP Giambellino Lorenteggio; nuove residenze Terminal Tower, CasaBorio Tirana 24 e Settimo Cielo in Piazza Tirana, Bosconavigli, Urban Village Navigli, Watt 15, Porta Naviglio Grande, Navigli Life e Forrest in Town.
Fonti: blog.urbanfile.org; it.wikipedia.org; museolab6.com; mumi-ecomuseo.it; milanocittastato.it; milanodabere.it
Dalla Milano storicamente avvolta nei toni grigi del suo passato industriale, emerge una nuova città che sta ridipingendo la sua identità urbana di verde, colore della sostenibilità e dell’innovazione a beneficio della collettività. Scritta e narrata da Maria Chiara Virgili, UrbanisMi è la serie di episodi di Artribune che dà voce alla rigenerazione urbana di Milano.
Ascolta la città del futuro, un quartiere alla volta!Free Copyright Music: Deep in the dell, Silver sparkles, Always on a journey e Smooth City Living by Geoffharvey via Pixabay; No.10 A New Beginning by Esther Abrami via YouTube Audio Library; Two of Us e Sangria by Saidbysed via YouTube Audio Library; Take Me Down To The Fashion Show by NoMBe via YouTube Audio Library; Confident Kurt by TrackTribe via YouTube Audio Library -
Greco Milanese, un tempo comune autonomo con una storia che affonda le radici nel medioevo, si trasformò da zona rurale a un polo industriale con l'arrivo della linea ferroviaria Milano-Monza nel 1863. La zona divenne nota per la stazione ferroviaria Greco-Pirelli e per il Deposito Locomotori, sorti quando gli insediamenti industriali limitrofi della Pirelli, della Breda e della Falck richiesero un supporto ferroviario per il trasporto di uomini e merci. Una storia che inevitabilmente si intreccia a quella della Bicocca, frazione a metà tra i comuni di Niguarda e di Greco Milanese (sino all’annessione al Comune di Milano avvenuta nel 1923) e che si sviluppò attorno a una “bicocca”: fortezza nei pressi della quale si consumò l’omonima battaglia nel 1522. Lo storico edificio, da cui l’area prese appunto il nome, fu rimodellato in dimora estiva dai nobili Arcimboldi di Parma e passò nel 1918 agli industriali Pirelli, i quali possedevano nei pressi i propri stabilimenti e borghi. La Bicocca degli Arcimboldi divenne sede di rappresentanza e simbolo dell’azienda produttrice di pneumatici, la quale per prima avviò il dibattito sulla risistemazione del sito con il declino dell'industria. Nel 1985 indisse un concorso, poi vinto da Vittorio Gregotti, per la riqualificazione delle aree dismesse e la riconversione delle stesse, dando inizio a un processo di rigenerazione che portò alla creazione di complessi residenziali, culturali e, soprattutto, all'insediamento del nuovo polo universitario milanese.
Argomenti trattati: Cassina de' Pomm e Pont del Pan Fiss sulla Martesana; Greco Milanese e la stazione ferroviaria Greco-Pirelli; la Bicocca degli Arcimboldi; la Pirelli alla Bicocca; il progetto di riqualificazione e riconversione delle aree dismesse di Vittorio Gregotti e l’università; il teatro degli Arcimboldi; Pirelli HangarBicocca e Bicocca Village; Edificio U10; BiM; CX Milan Bicocca all’ex Manifattura Tabacchi; rigenerazione dell’ex caserma Mameli; Innesto all’ex scalo Greco Breda; Theorema Building; Quore; Fulvio Testi 223; Open e Superlab in via Sarca 336.Fonti: blog.urbanfile.org; istitutoeuroarabo.it; lagrandemilano.it; noizona2.it; it.wikipedia.org
Dalla Milano storicamente avvolta nei toni grigi del suo passato industriale, emerge una nuova città che sta ridipingendo la sua identità urbana di verde, colore della sostenibilità e dell’innovazione a beneficio della collettività. Scritta e narrata da Maria Chiara Virgili, UrbanisMi è la serie di episodi di Artribune che dà voce alla rigenerazione urbana di Milano.
Ascolta la città del futuro, un quartiere alla volta!Free Copyright Music: Deep in the dell, Silver sparkles, Always on a journey e Smooth City Living by Geoffharvey via Pixabay; No.10 A New Beginning by Esther Abrami via YouTube Audio Library; Two of Us e Sangria by Saidbysed via YouTube Audio Library; Take Me Down To The Fashion Show by NoMBe via YouTube Audio Library; Confident Kurt by TrackTribe via YouTube Audio Library -
A piazzale Loreto c’è un palazzo che segna l’ora. È il cosiddetto palazzo di fuoco, edificio per uffici, posto tra viale Monza e via Padova, costruito sul finire degli anni Sessanta da Giulio Minoletti e Giuseppe Chiodi. La facciata di otto piani, in vetro e alluminio, illuminata di notte da suggestive fasce di colori, gli valse il soprannome; sul tetto, un grande orologio luminoso e un alto pennone con una stella scintillante e scenografica coronavano il tutto. Negli anni Ottanta queste due installazioni vennero rimosse e sostituite con un più tradizionale ledwall pubblicitario, mentre solo il recente intervento di riqualificazione, realizzato su progetto dello studio GBPA Architects, ha permesso all’edificio di ritrovare la sua iconica facciata con luci led colorate che, in chiave contemporanea, lanciano messaggi come un tempo. Annunciano la data e l’ora in uno spazio urbano che non è solo uno dei punti di maggior transito della città, ma crocevia di vicende che coinvolgono storia, memoria, politica, orrore. Un luogo che facciamo fatica a non associare agli avvenimenti di cui è stato teatro; alle ore 5:45 del 10 agosto 1944, alle 3:40 del 29 aprile 1945: giorni e precisi istanti di cui, ancora oggi, segna il ricordo.
Argomenti trattati: Piazzale Loreto, il Palazzo di Fuoco; Chiesa della Moadonna di Loreto; l’Albergo Loreto e Hotel Titanus-Loreto; Cinema Teatro Loreto; Loreto Open Community; Co-Inventing Doria; Dropcity; recupero edilizio di via Scarlatti; residenze Garofalo-Paisiello; Ampere Living 30; Vittor Pisani 19 e VP22 The Hidden Woods; torre MI.C.
Fonti: ilgiornaledelricordo.it; fondazionefeltrinelli.it; blog.urbanfile.org
Dalla Milano storicamente avvolta nei toni grigi del suo passato industriale, emerge una nuova città che sta ridipingendo la sua identità urbana di verde, colore della sostenibilità e dell’innovazione a beneficio della collettività. Scritta e narrata da Maria Chiara Virgili, UrbanisMi è la serie di episodi di Artribune che dà voce alla rigenerazione urbana di Milano. Ascolta la città del futuro, un quartiere alla volta!
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Giandomenico Amendola, sociologo e già professore Sociologia urbana alla facoltà di Architettura dell’Università di Firenze e il Politecnico di Bari, ha inoltre insegnato al MIT alla Columbia University negli Stati Uniti. Autori di diversi saggi sulla cultura urbana, in questo episodio illustra come la città ideale sia innanzitutto una risposta multipla alle esigenze, funzionali e sensoriali che la comunità esprime.
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Era il 1946 quando, nell’ambito dell'ottava edizione della Triennale di Milano, si diede inizio alla costruzione del QT8, il quartiere immerso nel verde, collocato tra le zone di San Siro, Portello e Lampugnano, nato come una sorta di mostra permanente e progressiva nel tempo per sperimentare nuovi modelli di abitare e per rispondere all’emergenza abitativa del dopoguerra. Ideatore di questo pionieristico laboratorio, che avrebbe sottoposto a verifica del pubblico le aspirazioni dell’architettura e dell’urbanistica moderna, fu Piero Bottoni, il quale ebbe una singolare quanto geniale intuizione per completamento dell’opera: costruire un rilievo artificiale con le macerie di tutti gli edifici distrutti a seguito dei bombardamenti subiti dalla città, all’interno di un grande parco urbano. Dedicò il Monte Stella, luogo simbolo della rinascita di Milano, a sua moglie Elsa Stella, ed è proprio da quest’unica altura cittadina, divenuta nota come la Montagnetta di San Siro che, guardandoci attorno, iniziamo a ripercorrere la storia della “cittadella dello sport”. La vicenda di un quartiere il cui nome rimanda la mente di tutti allo stadio omonimo, intitolato nel 1980 al calciatore Giuseppe Meazza, ma il cui passato è legato a doppio filo con l’antico borgo, sorto attorno alla chiesetta medievale di San Siro alla Vepra, dedicata al primo Vescovo di Pavia, e a un’altra disciplina destinata al successo: l’ippica.
Argomenti trattati: il QT8 e il Monte Stella; San Siro alla Vespra e la Villa Fossati-Triste; l’ippodromo del trotto e del galoppo di San Siro; progetti EXTM, Syre ed ex scuderie de Montel; lo stadio Meazza; il lido di Milano; Allianz Cloud e PalaSharp; Hippodrome a Lampugnano; Ivory e Monte Rosa 91 all’ex Isotta Fraschini; Certosa District; Uptown e Città Contemporanea; Merlata Bloom Milano; Milano Innovation District.
Fonti: Artribune.com; ippodromisnai.it; blog.urbanfile.org; mindmilano.it; AXA IM Alts; Hines.
Dalla Milano storicamente avvolta nei toni grigi del suo passato industriale, emerge una nuova città che sta ridipingendo la sua identità urbana di verde, colore della sostenibilità e dell’innovazione a beneficio della collettività. Scritta e narrata da Maria Chiara Virgili, UrbanisMi è la serie di episodi di Artribune che dà voce alla rigenerazione urbana di Milano. Ascolta la città del futuro, un quartiere alla volta!
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Conosciuta al volgere del secolo come la "piccola Manchester di Milano”, per lungo tempo Bovisa è stata uno dei poli produttivi più importanti d'Italia: un quartiere industriale estremamente attivo sia nell’ambito chimico-farmaceutico sia in quello meccanico. Grandi impianti e piccole fabbriche, uniti da una rete di articolati rapporti intersettoriali, mutarono progressivamente l’economia e l’originaria struttura agraria del borgo, il quale, anno dopo anno, assunse la definitiva fisionomia del quartiere operaio. A segnare il paesaggio capannoni, ciminiere e gasometri, oggi scheletri e reperti di archeologia industriale che ci restituiscono la testimonianza di un fecondo passato produttivo a cui seguì, nella seconda metà del Novecento, un inesorabile processo di dismissione e abbandono. La rigenerazione urbana della Bovisa è iniziata negli anni Novanta grazie all’arrivo della nuova sede del Politecnico e alla successiva apertura del Passante Ferroviario, altro importante fattore di rilancio che ha permesso di aprire alla città un quartiere storicamente isolato, anche a causa delle sue stesse infrastrutture.
Argomenti trattati: Chiesa di Santa Maria del Buon Consiglio; la Candiani, la Ceretti & Tanfani e l’Officina del Gas; la Milano Films e le altre industrie cinematografiche; Fratelli Branca Distillerie e Cristallerie Fratelli Livellara, oggi Spirit de Milan; Istituto di ricerca farmaceutica Mario Negri; Campus Bovisa La Masa, Campus Bovisa Durando e Dipartimento di Energia EN:LAB del Politecnico di Milano; rigenerazione urbana dell’area della goccia, progetto di RPBW; MoLeCoLa di Park Associati; sede di Mediapason, Triennale Bovisa e Base B di Euromilano; Fondazione Sozzani; Residenze e uffici in via Verità 11, via Arrivabene 14 e via Candiani 66; Studentati di via Andreoli, via Bellagio e via Baldinucci.
Fonti: Artribune.com; blog.urbanfile.org; marcomerati.it; “Conoscere Milano, la Bovisa che cambia” via irp-cdn.multiscreensite.com; exibart.com;
I contributi audio sono tratti da: “Milano, posa del primo albero al campus del Politecnico alla Bovisa” (estratto dell’intervista a Renzo Piano), video di Milano Pavia TV On Demand pubblicato su YouTube https://www.youtube.com/watch?v=Yb2O51HpRL0
Dalla Milano storicamente avvolta nei toni grigi del suo passato industriale, emerge una nuova città che sta ridipingendo la sua identità urbana di verde, colore della sostenibilità e dell’innovazione a beneficio della collettività. Scritta e narrata da Maria Chiara Virgili, UrbanisMi è la serie di episodi di Artribune che dà voce alla rigenerazione urbana di Milano. Ascolta la città del futuro, un quartiere alla volta!
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“Ortica viene da Orto”. È il titolo di un coloratissimo murales a fiori a ricordare le origini del più piccolo quartiere di Milano: un angolo di città, sorto sulle sponde del fiume Lambro, la cui antica vocazione agricola riecheggia proprio nel suo toponimo. In questa frazione, annessa a Milano nel 1923 e prima appartenente al comune di Lambrate, c’erano appunto, un tempo, solo orti e campi irrigati, qualche cascina e una chiesetta medievale in una piazza senza nome. Uno scenario bucolico che finì per svanire quando, su quegli stessi campi verdi, iniziarono a germogliare fabbriche, strade ferrate e, nel 1896, fu inaugurata la prima stazione. Eppure, a quell’inesorabile isolamento dal centro della città, il borgo dell’Ortica seppe rispondere in modo del tutto singolare. Se è vero che l’omonima pianta erbacea cresce spontanea persino ai bordi delle strade, fra i detriti e nelle fenditure del cemento, allo stesso modo la comunità mai abbandonò le sue radici popolari, le sue tradizioni, venendo incontro, in autonomia, ai bisogni - anche ludici e sociali - di un quartiere operaio nato attorno a due soli blocchi di case popolari per ferrovieri, e intrappolato in un dedalo di binari all’estrema periferia est di Milano.
Argomenti trattati: OrMe Orticanoodles; le stazioni di Ortica e Lambrate; chiesa di San Faustino e Giovita; la balera dell’ortica e l’osteria del gatto nero; il Cascinet alla Cascina di Sant’Ambrogio alla Cavriana; il gasometro dell’Ortica; l’istituto Martinitt; MyLine; Pitteri 8; Tucidide 56 all’ex Richard Ginori; quartiere residenziale Rubattino e Parco della Lambretta; Sintesy; Magnifica fabbrica, nuova piattaforma logistica e Camozzi Research Center all’ex Innocenti; Bistolfi 31 all’ex Sammontana; Homizy Rubattino; East Garden e Housing in Dei Canzi all’ex de Nora; Reinventing cities: Tre Piazze nel Parco all’ex scalo Lambrate e Green Between Urban Textures a Crescenzago; Welcome, feeling at work al Parco Lambro; quartiere di via Feltre; chiesa di Sant’Ignazio di Loyola; Ventura Lambrate; Contemporary Art Night.
Fonti: zero.eu; napolimonitor.it; blog.urbanfile.it; clubmilano.net; pantografomagazine.com; linkiesta.it; abbanews.eu; viveremilano.info; hesitantexplorers.com; teatromartinitt.it; orticamemoria.com; fsnews.it; yesmilano.it; living.corriere.it; viaggi.corriere.it; martebenicult.wordpress.comI
contributi audio sono tratti da: “Al Rubattino nasce la Magnifica Fabbrica della Scala” (estratto dell’intervista a Tommaso Sacchi, Assessore Comunale alla Cultura), video di Milano Pavia TV On Demand pubblicato su YouTube https://youtu.be/cIiFpSpCVpE?si=b1jW4gXTDzb3TlA6
Dalla Milano storicamente avvolta nei toni grigi del suo passato industriale, emerge una nuova città che sta ridipingendo la sua identità urbana di verde, colore della sostenibilità e dell’innovazione a beneficio della collettività. Scritta e narrata da Maria Chiara Virgili, UrbanisMi è la serie di episodi di Artribune che dà voce alla rigenerazione urbana di Milano.
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