Episodios
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Conversazione sulla mediologia con Ruggero Eugeni
Come stanno e come ci stanno cambiando i media? Qual è la differenza tra condizione postmoderna e condizione postmediale? Partendo da Il primo libro di teoria dei media e spaziando dalla mediologia classica a quella filosofica, tra Benjamin, QAnon e Harun Farocki, il Professor Ruggero Eugeni ci parla dello statuto contemporaneo delle immagini, del loro rapporto con la realtà e con noi individui che le produciamo e ne usufruiamo.
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Conversazione con Beatrice Fiorentino, Ilaria Feole e Matteo Berardini
Prendersi ancora il tempo di soffermarsi su eventi storici legati alla settima arte ci permette di rallentare la velocità con la quale si consumano le immagini oggi? Ne parliamo con la curatrice della Nuova Storia del Cinema, edita da Hoepli, Beatrice Fiorentino e con due dei contributors, Ilaria Feole e Matteo Berardini.
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¿Faltan episodios?
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Conversazione con Luca Malavasi sul cinema e il postmoderno.
Baudrillard, Daney, Troppo belle per vivere, Pennies from Heaven, Schwarzenegger, Brian De Palma, Lyotard, Tarantino. Una puntata postmoderna per parlare del postmoderno. Lo facciamo con Luca Malavasi, autore, tra le altre cose, di Postmoderno e cinema - Nuove prospettive di analisi, edito da Carocci.
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Conversazione con Boris Sollazzo.
Come è stato rappresentato Maradona nel cinema, ma soprattutto cosa ha rappresentato Maradona per il cinema che lo ha raccontato e quanto cinema c'è nella sua vita? Ne parliamo con Boris Sollazzo, vicedirettore di The Hollywood Reporter Italia, radiocronista di Radio Rock e Radio 24, autore di Diegopolitik edito da Bibliotheka.
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Conversazione con Patrizia Pistagnesi, Simone Isola e Pedro Armocida.
Decisione Critica è un podcast sul cinema, ma soprattutto sulla critica cinematografica e non poteva esimersi dall'ospitare due gli autori del documentario Passione Critica, presentato al Festival di Venezia 80 nella sezione SIC (Settimana Internazionale della Critica), che racconta le origini (1971) e l'evoluzione del Sindacato Nazionale Critici Cinematografici Italiani (SNCCI). Insieme con Patrizia Pistagnesi e Simone Isola, Pedro Armocida, attualmente vicepresidente del SNCCI.
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"Il cinema non esiste più, esistono i film" è la laconica affermazione di Emiliano Morreale che spiega in questo modo il titolo dato al suo romanzo di esordio, L'ultima innocenza, edito da Sellerio. Il cinema, quello vissuto, sentito da chi lo vedeva e da chi lo faceva, è stato forse l'ultimo momento di vera innocenza degli individui, di una società.
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A cosa fa riferimento l'aggettivo queer? E che definizione possiamo dare del cinema queer? Ne parliamo col curatore dell'Atlante del cinema queer contemporaneo (Meltemi Editore), Andrea Inzerillo (direttore del Sicilia Queer filmfest), e con l'autore di uno dei saggi compresi nel volume, Pier Maria Bocchi.
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Dal 2 maggio 2023 gli sceneggiatori americani iscritti alla WGA sono in sciopero, seguiti a partire dal 14 luglio dagli attori aderenti al sindacato SAG - AFTRA. Quali sono le ragioni di un'agitazione così massiccia, come non se ne vedevano dal 2007? Ce ne parlano Vinicio Canton (Il restauratore, La nuova squadra, They Talk) fondatore della Writers Guild Italia e Stefano Sardo (1992, 1993, 1994, La doppia ora, Il ragazzo invisibile), per diversi anni Presidente di 100autori.
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Quali sono gli elementi caratterizzanti l'horror sudcoreano? Come mai, al di là dei titoli appartenenti al genere, l'horror come atmosfera pare pervadere anche l'opera di autori come Park Chan-wook, Bong Joon-ho, Kim Ki-duk? Ne parliamo con Roberto Lasagna, curatore del volume collettaneo Corea Shock - Il nuovo cinema horror della Corea del sud, edito da Profondo rosso.
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La distopia è ora?
“Il miglior sistema di distruggere un'utopia è realizzarla" scriveva Gilbert Keith Chesterton. E, in fondo, Gianni Canova, nell'introduzione al libro di Mauro Gervasini, "Se continua così", sostiene proprio che la distopia, più che essere l'antitesi dell'utopia, sia un'utopia finita male. Il cinema e la letteratura distopica, spesso, ci parlano del presente prima che noi lettori e/o spettatori ce ne accorgiamo. Facciamo il punto proprio con Mauro Gervasini, autore del suddetto volume, edito da Mimesis nella collana "Storia e storie del mondo contemporaneo".
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"Di chi ha paura l'uomo nero" è un gioco di parole che il collettivo duale Dikotomiko, formato da Massimiliano Martiradonna e Mirco Moretti, utilizza nel libro di cui si parla in questo episodio. Un libro che affronta, con passione e precisione scientifica, un fenomeno tanto interessante quanto ignorato anche tra gli addetti ai lavori: il black horror contemporaneo. Jordan Peele, quindi, non solo come regista, ma anche in quanto mentore di altri autori tra cui la Nia DaCosta regista del reboot di Candyman. Ma ci si confronta anche con la politica, con l'afropessimismo, con il corpo e l'identità di un'intera comunità. Ne parliamo con Massimiliano Martiradonna, autore con Mirco Moretti, di Black Fears Matter - Viaggio nel black horror contemporaneo, edito da Les Flaneurs edizioni.
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L'horror è un genere onesto, che sbatte in faccia allo spettatore la verità: la vita non è così bella, il male esiste e ha un ruolo decisamente rilevante nella nostra esistenza, il corpo muta e quasi sempre in peggio, madri e figli possono essere parenti terribili e il Natale...
Degli horror natalizi, del genere nella sua complessità, del pericolo di normalizzazione dell'estetica horror, parliamo con Selena Pastorino e Davide Navarria, autori di Il male quotidiano, edito per i tipi della Rogas Editori.
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Con Daniele Vicari, regista di "Velocità massima", "Diaz - Non pulire questo sangue", "Sole Cuore Amore", "Il giorno e la notte" e autore del libro "Il cinema, l'immortale" per i tipi della Einaudi, nella collana Vele, interveniamo sul nuovo capitolo di quello che, a tutti gli effetti, si presenta come un reboot ciclico di un classico: la dichiarazione di morte del cinema. Che, invece, sta produttivamente molto bene, anche se ha cambiato luoghi e modalità di fruizione.
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Con Matteo Berardini, autore di "Strade di fuoco - La città nel cinema criminale americano degli anni '80" per i tipi della Bietti, cerchiamo di tracciare le coordinate di una (dis)continuità tra la rappresentazione urbana nel cinema eighties e quella nel cinema contemporaneo, in cui la città pare aver perso la sua centralità in favore di una dimensione più intima o, volendo, claustrofobica.
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Dal 2015, anno di uscita di Blackhat, Michael Mann manca dal grande schermo. Quali i motivi di questo esilio? E Tokyo Vice, la serie mandata in onda su HBO Max dal 7 aprile, di cui Mann è produttore esecutivo e regista del pilot, può essere considerato un vero ritorno? Ne parliamo con Pier Maria Bocchi, autore di "Michael Mann - creatore di immagini", edita da minimum fax.
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Decisione critica ospita Chiara Grizzaffi e Rocco Moccagatta, curatori del volume "Mino Guerrini. Storia e opere di un arcitaliano", che ci parlano del regista di film non memorabili come la saga del colonnello Buttiglione, ma anche artista e giornalista (a lui è ispirato il personaggio di Marcello, protagonista di La dolce vita), rappresentativo di un modo di essere dell'intellettuale nell'industria culturale italiana degli anni '50 e '60.
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Con questa puntata inizia una serie di speciali dedicati a filmografie o registi poco noti o da riscoprire. Ospite Giulio Sangiorgio, direttore di FilmTv, che ci parla di Luc Moullet, forse il meno noto dei critici, e registi, dei Cahiers du Cinema.
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Proseguono le puntate dedicate ai David di Donatello. Nicola Guaglianone ci parla di Freaks Out di Gabriele Mainetti, per il quale è candidato nelal categoria miglior sceneggiatura originale, e di come sia profondamente legato alla tradizione del cinema italiano, tra neorealismo e commedia ll'italiana.
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Iniziamo una serie di puntate dedicate al David di Donatello 2022 con questa intervista a Ciro De Caro, che ci parla - e vi assicuriamo: è molto interessante - di come ha lavorato a" Giulia", la cui interprete principale, Rosa Palasciano, è candidata al David come miglior attrice protagonista.
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