Episodios
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Alla fine nel documento finale del G7 la parola aborto non c’era. Il presidente francese Emmanuel Macron, assieme a Canada e Stati Uniti avevano tentato di reinserirla, ma alla fine Meloni ha vinto. C’è chi ha letto questa scelta come un gesto di cortesia istituzionale nei confronti del Papa, chi invece come una scelta politica a tutti gli effetti. In Italia una legge sull’aborto esiste, è la 194, in vigore dal 1978. Da allora le interruzioni volontarie di gravidanza sono diminuite del 71% secondo Relazione al Parlamento sullo stato di attuazione della legge. Avere una legge però non vuol dire essere certi che questa venga applicata. In Italia, infatti, abortire non è per nulla semplice. Ma perché? Ne parlo con Luciana Coluccello.
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Qualche giorno fa, se ricordate, era arrivato un annuncio importante da parte di Meta, la società americana di Mark Zuckerberg che controlla, tra gli altri, Facebook e Instagram. L’annuncio riguardava il cambio unilaterale delle regole sulla privacy degli utenti. Meta desiderava, con quel cambio, sfruttare i dati degli utenti per addestrare la propria intelligenza artificiale. Come era prevedibile sono arrivate le polemiche e Meta, alla fine, ha deciso di fare un passo indietro. Ma perché? Ne parlo con Lorenzo Ancona.
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¿Faltan episodios?
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"Siamo disposti a collaborare intensamente perché le relazioni internazionali siano più democratiche e stabili. Per questo, svilupperemo meccanismi alternativi di commercio e accordi reciproci che non siano sotto il controllo dell'Occidente, e ci opporremo congiuntamente alle restrizioni unilaterali illegittime". Queste sono le parole di Vladimir Putin comparse su un comunicato pubblicato dal Cremlino. Il presidente russo quando dice “siamo disposti a collaborare...” non si rivolge all’occidente evidentemente, ma alla Corea del Nord. I due paesi, infatti, sono sempre più vicini. Ma perché? Ne parlo con Gianluca Pastori.
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Il 7 agosto del 2019 Diabolik è seduto su una panchina nel Parco degli Acquedotti, a Roma. Cerca silenzio probabilmente. Un po’ di tranquillità. Anche uno come lui, un narcotrafficante, ogni tanto ha bisogno di fermarsi un attimo. Alle 19:00, il sole è ancora alto, quando un uomo armato punta una pistola alla sua nuca e spara. Diabolik muore, ma ciò che ha rappresentato no. Striscioni e murales lo ricordano ancora, quasi come fosse un eroe. Uno viene affisso nei giorni successivi alla sua morte nel quartiere Monti, poco distante dal Colosseo, con su scritto “Diablo Vive”. Già, perché Diabolik altri non è che Fabrizio Piscitelli. Uno dei narcotrafficanti più famosi di Roma, capo ultras della Lazio e vicino al mondo dell’estrema destra. In questi giorni, cinque anni dopo la sua morte, sui giornali si è ricominciato a parlare di lui. Ma perché? Ne parlo con Nello Trocchia.
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Il New York Times negli scorsi giorni ha pubblicato alcuni documenti riguardanti le trattative tra Russia e Ucraina risalenti al 2022. Già, perché se ricordate, proprio a ridosso dell’invasione russa, avvenuta il 24 febbraio del 2022, una delegazione di Kiev e una di Mosca a più riprese si erano incontrate nel tentativo di trovare un compromesso. Nonostante svariati tentativi, però, un accordo non è mai stato raggiunto. La comunità internazionale continua a provarci, ma senza ottenere grandi risultati. Lo scorso 15 giugno, per esempio, si è tenuta la conferenza internazionale sulla pace in Ucraina, nella quale però, sostanzialmente, non si è deciso niente. Ma perché? Ne parlo con Greta Cristini.
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A chi è capitato di andare in Cina negli ultimi anni si sarà accorto del numero spropositato di auto elettriche nelle grandi città. Qualche numero: secondo quanto riportato da Il Sole 24 Ore: i veicoli elettrici hanno raggiunto il 24% delle immatricolazioni nel 2023. È così tanto? Beh sì, nel 2021 rappresentavano il 12%. Certo, cifre lontane dai record raggiunti da paesi come la Norvegia, dove l’elettrico rappresenta oggi il 90% circa delle nuove immatricolazioni. Ma in numeri assoluti, ovviamente, non c’è gara. Il fatto però è che la Cina quest’anno, con molta probabilità, conquisterà il mercato globale della produzione di auto elettriche. La Commissione Europea risponde imponendo dazi molto pesanti. Ma perché? Ne parlo con Diego Longhin.
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Il 12 giugno è cominciato il G7 in Puglia. Qui i sette leader dei paesi più sviluppati al mondo, hanno trovato un accordo storico, come si sono affrettati a definirlo molti di loro, che riguarda la guerra in Ucraina. Da più di due anni l’occidente sostiene la resistenza di Kiev contro l’invasione russa e lo fa militarmente ed economicamente. La situazione al fronte però è in fase di stallo e l'esercito ucraino è in difficoltà. Mancano mezzi e munizioni. Che fare? La risposta arriva dal G7, dove i leader occidentali hanno preso una decisione molto importante. Utilizzare gli extraprofitti degli asset russi per sostenere l’Ucraina. Ma perché? Ne parlo con Gianluca Pastori.
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L'Agenzia delle entrare ha pubblicato i dati che riguardando le compravendite immobiliari in Italia: -7,2%. E a spingere il dato in negativo è soprattutto Milano, la città con i prezzi delle case più alti e con un mercato immobiliare in forte crescita negli ultimi anni. Ecco, secondo questi dati nel primo trimestre di quest’anno sono state vendute 154.770 abitazioni, circa 12 mila in meno rispetto allo stesso periodo del 2023. Milano segna quindi –13,2% , Torino -10,20%, Roma -6,90% , Palermo-5,70%. Il calo, insomma, riguarda tutta Italia e per adesso i segnali di ripresa sono piuttosto deboli. Ma perché? Ne parlo con Raffaele Ricciardi.
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Una cosa è certa: Elly Schlein rimane salda al suo posto di segretaria del Partito democratico. Gli elettori le hanno confermato la fiducia, quella stessa che le aveva permesso di vincere le primarie. Avere un’opposizione forte, presente, dovrebbe rassicurare tutti quanti noi. Questo risultato però non era affatto scontano, anzi, in tanti erano pronti a scommettere il contrario. In Italia, invece, a differenza di molti altri paesi europei, la sinistra rimane ancora forte. Ma perché? Ne parlo con Alfonso Raimo.
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Emmanuel Macron, visti gli scarsi risultati della sua lista alle elezioni europee, ha deciso di indire nuove elezioni al 30 giungo per il primo turno e al 7 luglio per il secondo. Ora la possibilità che Rassemblement National vada bene a queste elezioni è piuttosto elevata, anche perché dall’altra parte c’è, come spesso accade, una situazione frammentata. I partiti distanti, lontani dalle posizioni dell’estrema destra devono rimettere in piedi accordi e vecchie alleanze, e devono farlo piuttosto in fretta. Ma perché? Ne parlo con Chiara Piotto.
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Le elezioni europee appena passate hanno causato non pochi scossoni in alcuni singoli paesi. Il presidente francese Emmanuel Macron ha sciolto l’Assemblea nazionale. In Germania i socialisti del cancelliere Olaf Scholz sono andati sotto il 15% e AfD, il partito di estrema destra, invece, supera il 15% diventando la seconda forza politica del paese. In Italia? Giorgia Meloni cresce rispetto alle politiche del 2022. Insomma, queste elezioni europee hanno riservato alcune sorprese, ma soprattutto hanno confermato ciò che alcuni analisti e commentatori andavano ormai dicendo da mesi. L’estrema destra è in crescita in quasi tutta Europa. Ma perché? Ne parlo con Mattia Feltri.
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Come è noto l’Italia sta attraversando quello che gli esperti chiamano “inverno demografico”. Ogni anno ci accorgiamo che le nascite sono inferiori a quelle dell’anno prima. Questo si traduce in una diminuzione della popolazione in età di lavoro e dunque di produzione, con effetti negativi sul PIL. C’è un altro aspetto però: le persone vivono di più. I nostri anziani sono sempre più numerosi e sempre più vecchi e, dunque, bisognosi di assistenza e cura. Ce ne stiamo occupando? No. A farlo sono quasi solo le famiglie: chi può cerca posto in una casa di cura, chi invece non può permetterselo cerca aiuto altrove. Le chiamiamo badanti, le donne che si prendono cura dei nostri anziani. Donne quasi sempre pagate in nero. Pochi diritti e tanto lavoro. Ecco, queste donne, che fanno il lavoro che il nostro paese si rifiuta di fare, soffrono di una particolare condizione medico sociale che si chiama “sindrome Italia”, una condizione di cui dovremmo cominciare a parlare. Ma perché? Ne parlo con Ettore Mengozzi.
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Con la crisi dell’energia del 2022, anno in cui la Russia ha attaccato l’Ucraina, ci siamo accorti di quanto fragili siamo su questo fronte. Quello dell’energia è un tema centrale, che ha a che fare con l’autonomia di un paese, con la sua economia e con la sua sicurezza nazionale. Ecco, tutto questo noi abbiamo cominciato a metabolizzarlo nel 2022, l’anno in cui ci siamo accorti che sì, le bollette italiane sono tra le più care d’Europa. Ma perché? Ne parlo con Davide Tabarelli.
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Ormai lo sapete, Donald Trump, ex presidente degli Stati Uniti, e in corsa per le elezioni presidenziali di novembre contro il democratico Joe Biden, alla fine è stato condannato. Ora, questi fatti dovrebbero indebolire qualunque persona al mondo, dovrebbero renderla meno credibile, o comunque non abbastanza da guidare un paese. Per Trump, però, non è così. Anzi, l’ex presidente degli Stati Uniti sembra aver ripreso slancio. Ma perché? Ne parlo con Davide Piacenza.
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La legge n.189 del 2002, chiamata comunemente Bossi – Fini, è forse una delle più contestate di sempre dalla sinistra italiana. Il suo scopo era ed è governare il fenomeno migratorio. Oggi a voler modificare questa legge non è l’ultimo comunista rimasto sulla terra o un no global nostalgico, ma la presidente del Consiglio Giorgia Meloni. Ma perché? Ne parlo con Francesco Crippa.
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La Commissione europea, nel marzo di quest’anno, ha avviato una nuova procedura di infrazione nei confronti dell’Italia per il mancato rispetto dei limiti imposti in tema di inquinamento atmosferico. Vuol dire che l’Italia rischia di dover pagare – ed è molto probabile che ciò accada - una multa per non aver tenuto l’aria delle città e di alcune aree extraurbane sufficientemente pulita. In ballo c’è la vita delle persone. L’inquinamento atmosferico, infatti, continua ad essere una delle principali cause ambientali di morte prematura nel nostro continente. È evidente che la soluzione non è dietro l’angolo ed è improbabile che il nostro paese riesca nel breve medio termine ad abbattere i livelli di inquinamento. E sul lungo termine invece? Anche tra gli ambientalisti l'energia nucleare comincia ad essere vista come una possibile soluzione. Ma perché? Ne parlo con Nicolas Lozito.
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La scorsa settimana eravamo qui a parlare dei negoziati tra Israele e Hamas fermi al palo. Ma si sa, le cose cambiano in fretta. Quello che sembra impensabile prima, diventa plausibile poco dopo. Questa volta a metterci la faccia è il presidente degli Stati Uniti. È Biden, infatti, che venerdì scorso ha chiesto esplicitamente a Israele di accettare il nuovo accordo, in un discorso tenuto dalla Casa Bianca dai toni inediti, che potremmo riassumere se non come un ordine nei confronti di Netanyahu, come un invito da accogliere a tutti i costi. Biden sente salire la pressione elettorale. Le elezioni, infatti, sono sempre più vicine e sa bene che intestarsi la risoluzione del conflitto lo aiuterebbe a crescere nei sondaggi. Ma questa potrebbe essere anche una soluzione per Hamas, ormai ridotto all’osso inquanto a uomini e armi. È ovvio che da questo accordo non ne escono tutti quanti vincenti, entrambe le parti sono costrette ad accettare un compromesso, ma è così che funziona. Un compromesso però che forse, finalmente, Israele e Hamas sono disposti a raggiungere. Ma perché? Greta Cristini.
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La giustizia è da sempre un pallino per la destra italiana. Non c’è stato un governo di centro destra nel nostro paese che non abbia proposto una riforma della giustizia. Se ricordate mettere mano ai codici, alle procedure, e alla distribuzione di ruoli e poteri era un grande cavallo di battaglia di Silvio Berlusconi. Oggi con il dovuto distacco, lontani dalle emozioni di quel tempo, sappiamo che l’ex premier ha sempre voluto riformare la giustizia anche per interessi personali. Però, nonostante Berlusconi e suoi governi non ci siano più, la destra continua a proporre cambi e modifiche al sistema giudiziario. Una su tutte è al centro di ogni riforma che si rispetti. E quindi? Ci risiamo, il governo Meloni è tornato a parlare di separazione delle carriere. Ma perché? Ne parlo con Edoardo Buffoni.
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In una vita lunga 80 anni, 26 li passiamo a dormire. Il sonno, e anzi, il sonno di qualità è essenziale al nostro organismo: di mezzo ci sono funzioni cognitive e non solo. Su Der Spiegel è comparso un articolo, pubblicato in Italia da Internazionale, che racconta, tra le altre cose, cosa si rischia a dormire poco e male. Cita, ad esempio, uno studio del 2023 dell’American college of cardiology che ha dimostrato che chi soffre di disturbi del sonno incorre in un rischio maggiore del 69% di avere complicazioni cardiologiche. Ecco, le persone a cui viene diagnosticato un vero e proprio disturbo del sonno sono sempre di più. Una condizione che ormai riguarda soprattutto le società occidentali. Ma perché? Ne parlo con Ilaria Albano.
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In Europa, a qualche giorno dalle elezioni, si continua a parlare, tra le altre cose, di Ucraina. La recente visita di stato del presidente francese Macron in Germania è servita proprio a ricompattare le due potenze attorno al conflitto in corso. In passato, infatti, il cancelliere tedesco si era dimostrato distante da alcune posizioni tenute dal suo collega francese, in particolare rispetto alla possibilità di permettere all’Ucraina di attaccare il territorio russo con le armi donate dall’occidente. Ecco, questo limite, i due, hanno deciso di superarlo. Certo, ci sono dei paletti: Kiev potrà colpire soltanto i siti da cui partono gli attacchi verso il territorio ucraino. Con questa scelta l’Europa, però, ha dimostrato di potere tenere una posizione autonoma rispetto al conflitto in corso. Ecco, ma il conflitto a che punto è? L’Ucraina è in forte difficoltà, c’è chi sostiene che il fronte possa crollare da un momento all’altro. La Russia, infatti, continua a spingere e lo fa soprattutto nell’area di Kharkiv. Ma perché? Ne parlo con Gianluca Pastori.
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