Episodios

  • Episodio 36

    La storia

    Qualche sera fa mio figlio mi ha chiesto una storia e ne ho creata una insieme a lui introducendo la nostra prossima passeggiata (PS vi aspettiamo! Per dettagli controllate l’episodio di settimana scorsa ⛰ 1.1 Avventura: Esino Lario, 21 Ott).

    L’audio è stato registrato mentre creavamo la storia insieme. Sopra👆 trovate il player per ascoltarla, la trascrizione la trovate sotto 👇.

    Nel prossimo episodio:

    Venerdì 13 ottobre

    🎭 1.3 Retroscena educativo: Evitare il “solo mio papà sa tutto”

    Perché Esino? - Creare una storia con tuo figlio/a - Chi potresti inserire tua nella storia? - Le persone magiche portano con sé significato, comunità e dunque buone storie - Per evitare il “solo mio papà/mia mamma sa tutto”

    PERSO A ESINO

    Papà: Questa è una storia un po' segreta

    C'era una volta un bambino che stava salendo, si trovava in un paese in montagna, questo paese era Esino, ti ricordi quel paese Esino?

    si gira dall'altra parte, non c'era più nessuno, subito gli viene dalla pancia come un moto, gli viene quasi quasi da piangere però trattiene comincia a guardarsi ancora in giro, va avanti

    Figlio: Un po' di luce

    Papà: Si aspetta

    Va avanti

    e camminando avanti vede un segno di un sentiero, e ancora gli sta venendo da piangere

    Respira un po', guarda un po' in giro e dice. sta per andare verso Esino per vedere nel paese se trova i genitori o qualcuno.

    Però, a un certo punto, proprio in quel momento, scende dal sentiero una signora abbastanza anziana, non molto anziana, però un po' anziana.

    Tipo un po' dell'età di Angelica.

    La incontra, dice, oh!

    Cosa fai? Cosa fai tutto solo?

    Il bambino sta zitto, la guarda con la faccia tutta seria.

    “Ma dove sono i tuoi genitori?”

    Lui muove la testa così come a dire no.

    Non li trovi più.

    Fa sì con la testa lui.

    Vieni, andiamo a cercarli insieme.

    Allora gli dà la manina.

    Dice, dove sono andati?

    E il bambino non sa perché, ma invece di dire che sono andati verso il paese,

    Gli viene da indicare il sentiero, proprio quel sentiero da cui lei era scesa.

    Ah, dice, sono andati anche loro a Ortanella.

    Sono appena tornata io da Ortanella, sai, dice, è un bel posto.

    PICCOLO TAGLIO

    A un certo punto, lentamente, il boschetto che li circondava sembra finire e si apre come un prato, un prato bello, verde, abbastanza grande.

    e lontano lontano da non si sa dove si sentono arrivare delle voci di bambini che gridano e anche delle voci un po' più scure un po' più da grandi allora la signora anziana dice dai dai che forse qua ci sono i tuoi genitori camminano un po' più veloce anche il bambino comincia a camminare più veloce fino a che cosa succede?

    Figlio: Non lo so

    Papà: fino a che il bambino riconosce la voce di una sua amica, era una sua amica dell'asilo,

    “Oh!”

    e gli viene un pochino, pochino, pochino da sorridere quando la riconosce,

    Figlio: E la nonna?

    Papà: La signora anziana? Eh lei lo seguiva per mano,

    perché lei era abituata a camminare quindi anche lei poteva andare veloce

    Fino a che arrivano in un punto in cui c'erano, finalmente vede i bambini che corrono e vede proprio la sua amica dell'asilo,

    “Oh è arrivato”,

    Non so come si chiama il bambino?

    Figlio: Ma la mamma?

    Papà: La mamma del bambino?

    Figlio: I genitori

    Papà: I genitori infatti, all'inizio lui vede la bambina e altri bambini,

    a lui viene da sorridere e un pochino anche da piangere ancora,

    Fino a che ad un certo punto da dietro un albero vede

    Il papà

    E più in fondo riconosce la mamma con il suo cappello

    Allora vuup, si stacca dalla mano della signora anziana e zrr si mette a correre veloce veloce veloce veloce

    E taac

    Si attacca alle gambe del papà

    Poi la mamma appena lo vede

    Oh

    Corre anche lei lì

    Gli fa una carezzina.

    “Oh ma dove sei stato, dove sei stato?”

    Lui li stringe forte forte

    E intanto tutti i suoi amici, che erano due o tre bambini che li conosceva bene, suoi amici, vengono lì e cominciano a tirargli il piede mentre lui era in braccio per farlo,

    “Dai vieni, vieni a giocare”

    Lui scende, scende e si mette vuup,

    Si mette a correre insieme a loro nel prato

    Figlio: Cosa fanno?

    Dad: Eh Non lo so cosa fanno, si mettono a fare rincorse

    E in quel momento, in quel momento si sente un odore, un odore come d'acqua quasi, come se stessero bevendo un po' l'acqua, nel naso, e nella bocca

    Allora, il bambino mentre corre, corre, corre a un certo punto arriva in un punto in cui c'era una cancellata, tipo una cancellata ma fatta di legno, si appoggiano a questa cancellata, guardano in mezzo e si vede Il lago, il lago giù

    Grande, silenzioso

    Tutto sbarluccicante di sole

    Si fermano a guardarlo

    E intanto anche i genitori e gli altri adulti si avvicinano là vicino, smangiucchiando dei panini, e li danno anche ai bambini, e si siedono lì per terra vicino a questa cancellata, a guardare il lago, e alcuni bambini si mettono a cantare una canzone, e la signora anziana, quella la tedesca, si mette a chiacchierare con gli adulti e gli racconta

    che lei era venuta già tante volte a Ortanella,

    Figlio: Ma ma

    Papà: E proprio in quel momento

    Figlio: Ma la nonna cosa mangia?

    Papà: No, lei aveva già mangiato, aveva già fatto la gita prima, poi è tornata su ancora.

    Proprio in quel momento si sente la voce di Angela, che fa

    “Eh?”

    “Dove eri stato?”

    E fa anche lei una carezzina al bambino.

    Figlio: Chi?

    Papà: Eh?

    Figlio: Ero io?

    Papà: Forse eri tu

    Forse si



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  • Benvenute~i al trentaquattresimo episodio.

    Un benvenuto alle nuove iscritte Maria Elena e Nena.

    La storia

    Dei moscerini ricevono una soffiata: al rifugio Tavecchia, su in Val Biandino, c’è un formaggio con un profumo pazzesco e vogliono andarci per sniffarlo ben benino. Ma una mosca impicciona li ascolta, va dalla sua amica aquila e…attenzione, ci sono anche le formiche velenose.

    Il 5 agosto salivamo un sentiero per andare alla festa più sentita d’Introbio, la Madonna della Neve: ogni anno gli introbiesi e i valsassinesi vanno in Val Biandino per ricordare il voto fatto alla Madonna per scampare all’epidemia di colera del 1830.

    La salita era abbastanza lunga, mio figlio era stanco e abbiamo iniziato a raccontare una storia.

    Con l’audio salirete insieme a noi, circondati dai rumori di sottofondo (jeep che arrivano, elicotteri che portano in alto gli anziani, amici incontrati sul sentiero), la storia poi s’interrompe perché succede qualcosa, è stato gettato un seme per riprenderla un’altra volta.

    Per ascoltare l’audio cliccate sul player in alto, buon ascolto.

    💡 Suggerimento per le vostre storie

    Fare una storia “live”, che accade nei luoghi in cui state passando, è perfetto per mischiare fantasia ( le mosche, i moscerini e l’aquila parlanti) con il luogo dove vi trovate e state andando (nel nostro caso il sentiero e poi la Val Biandino dove si trova il rifugio Tavecchia), giocando attorno all’idea di storia come meta di un viaggio.

    Il retroscena educativo

    Una domanda che ricevo a volte è quale collegamento ci sia tra l’inventare storie con mio figlio e il proporre passeggiate in natura insieme. Il motivo sta nell’idea che la narrazione buona, che ti segna nel tempo, è quella che ci si scambia e che s’impasta col vissuto, che nasce dal condividere luoghi e relazioni. Oltre alle storie che inventiamo io e mio figlio o tra amici mentre facciamo le passeggiate , ci sono poi quelle che si raccolgono con chi si incontra nel cammino:

    da quando abbiamo passato la notte al rifugio Grassi, io e mio figlio siamo tornati più volte sul racconto della volpe che il figlio del rifugista ci ha fatto durante la nostra escursione serale in miniera, e lo abbiamo arricchito con altri nostri personaggi (amici delle passeggiate e non), allargando il luogo di partenza del racconto originario (il rifugio grassi, visto davvero e dove la volpe s’aggira) ad altri luoghi da cui la volpe avrebbe potuto provenire (la Valsassina per esempio, dove già abbiamo il nostro repertorio di storie con le volpi, anche lì in parte vere in parte inventate) . L’ibrido tra esperienza e invenzione è un atto benefico perché ci diverte nel giocare a ipotizzare percorsi alternativi alle storie già sentite e comportamenti alternativi degli amici che conosciamo; inoltre raccontare partendo da esperienze vissute ti fa venir voglia d’immaginare dove vorresti andare, le storie diventano un ponte tra le avventure passate e quelle future.

    Passeggiando e raccontando, mentre le amicizie si ritrovano da una gita all’altra e mentre le avventure raccontate s’incatenano a vicenda, i bambini ( e noi adulti) si ritrovano a camminare sopra un filo di senso. Questo filo è importante che non sia tessuto e condiviso solo dal genitore verso il proprio figlio: per questo sto iniziando a fare passeggiate in luoghi proposti e conosciuti dagli amici, per far passare a mio figlio l’idea che le storie dei luoghi sono sempre portate dalle persone e che ogni amico serba un racconto speciale da rivelarci, un’avventura in cui introdurci.

    L’avventura

    23-9, Monte Isola

    Il lago d’Iseo e i monti attorno mi attirano da tempo e il nostro amico Nicola mi ha consigliato di andare ad esplorare Monte Isola, l’isoletta in mezzo al lago. Ecco la proposta: andiamo col traghetto a Carzano, poi andiamo a piedi fino a Siviano (facendo il lungo lago, ci saranno anche 500 metri di carreggiata), da Siviano saliamo se riusciamo fino al Santuario Madonna della Ceriola.

    Km totali a piedi ( andata e ritorno incluse) circa 7. Dislivello + 300 metri; difficoltà: facile, mulattiera e carrabile. Se vediamo che siamo stanchi possiamo fermarci un po' prima, i punti panoramici non mancheranno.

    Ci troviamo all’imbarcadero di Sale Marasino sabato 23 settembre alle 9.15 . Puntiamo a prendere il traghetto delle 9.45 (mappa ritrovo imbarcadero: https://goo.gl/maps/UMQSZZuZwKftFfRo9 ).

    Ci sono vari parcheggi liberi a Sale Marasino vicini all’imbarcadero, il più grande che ho trovato dovrebbe costare 5 euro al giorno ed è questo: https://goo.gl/maps/HKcaqieX8f8njnbH6. Presumo che di sabato si riempiano, quindi se riuscite provate ad arrivare un po’ prima.

    Costi: oltre al possibile parcheggio di circa 5 euro, il traghetto costa 2,40 a viaggio a persona, i bambini tra i 4 e i 13 anni pagano la metà. In più c’è un “contributo di sbarco” sull’isola di 1.50 € a persona. In più c'è l’autostrada e la benzina.

    Si pranza al sacco.

    Vestiario: possibilmente scarponcini o almeno scarpe da trekking, anche per i bambini.

    Quando avete deciso di venire mandatemi un sms-wazzup al 3336112174.

    Cronaca dell’avventura a Tedoldo, Val Muggiasca

    Ricorderete, siamo andati in Val Muggiasca qualche weekend fa, c’era la festa annuale all’alpeggio di Tedoldo, è una salita dolce, alla festa abbiamo chiacchierato con alcuni abitanti estivi della frazioncina, che ci hanno raccontato come il paesino era mezzo morto e ora rivive con le nuove generazioni che hanno avuto figli e vanno là per godere anche della libertà che i bambini hanno di muoversi. A tavola abbiamo chiacchierato poi con due signori della Brianza: guardando davanti a noi, sull’altro lato del lago di Como, spuntava prominente una vetta, ci hanno spiegato che era il monte Grona e che “quel puntino bianco la sotto è dove c’è il rifugio Menaggio, ci siamo stati, potreste andarci anche coi bambini”.

    Alcuni di noi hanno girovagato nella pineta sopra Tedoldo, dove abbiamo trovato qualche fungo (ssssh, non ditelo). Sulla strada del rientro ci siamo fermati alla chiesetta di San Grato, da dove il lago pare avvicinarsi a te, lì abbiamo scambiato delle prugne taiwanesi con una coppia, gli abbiamo mostrato di fronte a noi il rifugio Menaggio appena scoperto, ma lo conoscevano già, loro invece ci hanno consigliato di andare sul Legnoncino, partendo da Premana.

    Siamo poi scesi in Valsassina e siamo passati a trovare la nostra amica Angela con la sua magica fattoria, ma questa è davvero un’altra storia.

    Ci vediamo presto.



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  • Trentatreesimo episodio

    Benritrovati e un benvenuto ai nuovi amici. In questo episodio condivido l’audio di una storia creata con mio figlio partendo da un succo di frutta e da un’anguria che stavamo mangiando, sperando vi stimoli a inventare storie animando gli oggetti intorno a voi. Troverete anche un invito alla prossima passeggiata in Val Muggiasca in agosto e la cronaca dell’avventura fatta al rifugio Grassi qualche settimana fa.

    Buon ascolto, buona lettura.

    La storia

    Il succo pretenzioso

    un succo di frutta vuole camminare, cerca aiuto, fa un danno irrimediabile ma…

    La personificazione degli oggetti permette di costruire storie animando davvero gli oggetti intorno a voi (mi sentirete giocare col succo di frutta reale facendolo camminare, respirare etc.); partire da una situazione assurda - un succo di frutta vivo - vi permetterà anche di svicolare dalla tentazione di rendere morale la storia: la libertà di animare oggetti ci rende più disinibiti nel come proseguire il racconto, o almeno così è stato per me. Nulla di sbagliato che una storia abbia una sua morale ma il problema è che spesso inventando noi adulti tendiamo a cercare una risoluzione morale a tutti i costi e questo imperativo sopprime il piacere del raccontare, l’organicità con cui possiamo far crescere una storia. Nell’episodio 26 “I loro mostri e la nostra paura” avevo già affrontato questo tema delicato, dateci un occhio se l’argomento v’interessa.

    Per ascoltare la storia trovate il tasto play in cima all’email. I primi due minuti audio non sono di racconto ma li lascio perché ricordano come le storie nascano dalla quotidianità.

    Feedback

    Alcuni di voi mi hanno raccontato la loro esperienza d’inventare storie assieme ai propri figli: per esempio un’amica che non si riteneva capace di farlo mi ha raccontato di come da un po’ di tempo sia diventata una cosa abituale, che piace alle sue figlie, che la diverte e che si rivela utile per vivere bene momenti critici, quindi provateci senza timore! Se volete raccontarmi i vostri tentativi potete scrivermi a [email protected] oppure ne parliamo quando ci vediamo.

    La prossima avventura

    Val Muggiasca (13 agosto o altri week end di agosto)

    Dove la Valsassina sbuca sul lago di Lecco, quella è la Val Muggiasca, con mulattiere, boschi e frazioncine sospese tra lago e monti. La conosciamo anche perché un nostro amico ha un terreno laggiù (vedi l’ep. 30 “Perché è importante un tuo rifugio in natura) e cercando sulle mappe ho scoperto la chiesa di San Grato da cui si ha una vista affascinante del lago, l’idea è quella di lasciare la macchina a Vendrogno, salire a San Grato, da lì possiamo salire a Busè, un micropaesino che pure penso abbia una bella vista, e se abbiamo tempo andare ad un alpeggio-gruppetto di case chiamato Tedoldo, dove tra l’altro il 13 agosto si tiene la festa annuale (vedi foto sopra). Poi si può tornare giù dalla stessa strada o fare un giro ad anello. Se arriviamo fino a Tedoldo credo saranno circa 300 metri di dislivello, 6-7 km, 3-4 ore di camminata. In parte sono mulattiere, in parte sentieri. Faremo un picnic così spendiamo poco e possiamo mangiare quando vogliamo. Farò un sopralluogo questo lunedì per capire il percorso migliore, essendoci varie tappe si può accorciare alla bisogna.

    So che in questo periodo ognuno ha i suoi impegni, quindi se volete venire, anche se non potete domenica 13 agosto, scrivetemi un messaggio in questi giorni dicendomi il weekend di agosto in cui potreste (vorrei farla entro il 3 settembre) e cerco di capire il giorno migliore per tutti. Scrivetemi al 3336112174

    Cronaca dell’avventura al rifugio Grassi

    Ricorderete, qualche giorno fa siamo andati al Rifugio Grassi, sospeso tra la Valsassina e le valli bergamasche; è la prima volta che, grandi e piccini, abbiamo dormito in rifugio. A metà salita abbiamo pranzato in un prato scosceso bucherellato dalle marmotte; la sera abbiamo conosciuto il figlio del rifugista che ci ha portato a visitare un posto segreto, una miniera dismessa fredda e scura che loro usano come frigo naturale: in fondo alla galleria c’era un muro con un piccolo foro da cui fuoriusciva un’aria gelida, la nostra piccola guida ci ha raccontato che dietro si celava una galleria verticale. Nella miniera abbiamo scoperto altri misteri che non posso raccontare. Usciti fuori, il nostro piccolo amico ci ha rivelato che tutte le sere una volpe si avvicina al rifugio per cacciare le galline del pollaio:

    “Possiamo vederla?”, facciamo noi

    “Nascondiamoci in soffitta e spiamo dalla finestra, è l’unico modo”, fa lui.

    Pom pom pom, montiamo sulla scaletta di legno e siamo nel buio del tetto, lui è alla finestra per primo,

    “Eccola!”, ci facciamo attorno a lui ma “No, è andata via”.

    Forse la volpe trovando il pollaio chiuso non ha perso tempo, forse sapeva di essere spiata.

    La mattina ci siamo svegliati col rifugio tutto avvolto dalle nuvole e quando il cielo si è un po’ aperto siamo scesi in Val Biandino, dove ci aspettava la Land Rover del Tavecchia che bom bom bom ci ha portati giù a Introbio, dove le nostre macchine ci aspettavano.

    Se ti piace Storie con mio figlio puoi sostenere il mio lavoro abbonandoti. Con l’abbonamento annuale avrai accesso a tutti gli episodi passati e riceverai il libro con la nostra storia “Danny e il fiore della Val d’Intelvi”.

    Se vuoi far scoprire Storie con mio figlio a qualche amico-a e proporgli di unirsi alle passeggiate, girargli il link qui sotto

    A presto,

    Francesco



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  • Trentaduesimo episodio

    Benritrovati.

    In questo episodio speciale condivido con voi qualcosa di diverso: una piccola intervista a Michela Gelati, amica dai tempi delle medie, giornalista ed appassionata di letteratura per l’infanzia. Michela nel tempo mi ha passato alcune riflessioni stimolanti sul suo approccio alla lettura con i suoi figli, di 4/5 anni e di 10 anni. L’estate è un tempo di lettura, questa chiacchierata spero vi sia di stimolo sul fronte delle letture da scoprire e delle idee da sperimentare.

    In questo podcast ascolterete:

    * la lettura senza immagini per i bambini in età prescolare: perché, come, dubbi

    * lunghezza delle storie, parole difficili, sviluppo dell’attenzione dei bambini, raccontare ad età differenti in contemporanea, lettura di poesie ai bambini (es. Antonia Pozzi), lettura di storie “per adulti” ai bambini (es. La goccia di Buzzati e Il sergente nella neve di Rigoni Stern), educare alla sopportazione dei momenti di noia.

    * l’importanza delle fiabe rispetto ai libri esplicitamente educativi e la nostra paura che le fiabe facciano troppo paura. Questioni di genere nelle fiabe.

    * discussione intorno al libro che ci è tanto piaciuto, perfetto per una lettura estiva:

    “Di che cosa parlano i libri per bambini: la letteratura per l’infanzia come critica radicale” di Giorgia Grilli (link biblioteche Milano, link Amazon)

    * consigli di letture estive da parte di Michela:

    * Storie della storia del mondo, Orvieto (link biblioteche Milano, link Amazon)

    * Pluk e il grangrattacielo (link biblioteche Milano, link Amazon)

    * aggiungo per iscritto una risposta ad una domanda che ho fatto a Michela e a cui nell’audio non dà risposta. Io le ho chiesto se ritiene che nella lettura senza immagini sia importante “l’interpretazione”, stile attore, per mantenere alta l’attenzione dei bambini. Lei mi ha detto che quando legge, legge in maniera non particolarmente interpretata, eccetto per alcuni personaggi particolari, come alcune streghe per esempio, in cui si diverte a fare voci smaccatamente strane e che diventano momenti divertenti. In sintesi la sua risposta è no, non è necessario.

    * in conclusione Michela mi ha dato anche un’idea per una passeggiata in luoghi che loro frequentano nella bergamasca, potrebbe essere una nuova avventura da fare insieme a cavallo tra estate e autunno.

    Se la chiacchierata vi stimola delle riflessioni, mi fa molto piacere ascoltarle: [email protected]

    Vi ricordo che il 22 luglio andremo a fare una passeggiata con notte al rifugio Grassi, saremo un bel gruppetto, chi volesse aggiungersi all’ultimo trova i dettagli qui.

    Il podcast lo ascoltate cliccando sul player in alto.

    Buon ascolto.

    Se ti piace Storie con mio figlio e vuoi ricompensarmi per il tempo che ci dedico, puoi abbonarti. Se fai l’abbonamento annuale riceverai il libro con la nostra storia “Danny e il fiore della Val d’Intelvi”.

    Se vuoi proporre a qualche amico di unirsi alle passeggiate e scoprire Storie con mio figlio, puoi girargli il link qui sotto

    A presto,

    Francesco.



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  • Danny vive con sua mamma in una casetta in Val d’Intelvi, tra prati, boschi e montagne. Nel giorno in cui il suo amico V viene a pranzo, la neve comincia a ricoprire tutte le cose. L’arrivo dell’inverno regalerà ai due amici esperienze indimenticabili: l’amicizia con un’anziano fiore di montagna, con un volpino intrappolato nella neve e un’avventura sulle cime degli alberi, in compagnia di un uccellino furbetto. Cosa farà la mamma quando Danny si affezionerà a un orso? Riuscirà V ad aiutare il suo amico nel momento più drammatico? Quando la neve ricomincerà a cadere, i cuori delle persone saranno un po’ cambiati.



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  • Benvenuti al ventitreesimo episodio.

    Mio figlio è ritornato al mood dei dinosauri, la mattina a colazione sceglie spesso questi libri, e così anche le nostre storie inventate seguono un po’ l’onda. La storia di questa settimana è nata per accompagnarlo a dormire e sono felice perché mentre mi usciva dalla labbra mi sentivo proprio là, affianco a mamma dinosauro, milioni di anni fa, ai margini di una foresta. Spero che questa piccolo racconto possa accompagnare anche i vostri sonni. Sopra trovate l’audio, in fondo all’email trovate invece il testo, per leggerlo tra voi o ai vostri cucciolini.

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  • Benvenuti al ventunesimo episodio di storie con mio figlio, dove ho creato insieme a lui un racconto ambientato nello spazio, tra pianeti coi dinosauri, stelle che scottano, astronavi e pianeti blu. Spero sia da stimolo per approcciare grandi domande, mischiando fantasia e fatti veri e che possa suggerirvi come partire da una storia per tornare poi a vivere esperienze più, vicine a noi. Gli abbonati potranno anche leggere la trascrizione integrale di questo episodio nell’email che riceveranno o sul sito di Substack. Questa della trascrizione dei dialoghi con mio figlio è una novità che vorrei introdurre per agevolare la fruizione dei contenuti: chi non ha tempo o voglia di ascoltare il dialogo, potrà leggerselo, e viceversa. Se STORIE CON MIO FIGLIO vi piace e vi stimola potete scegliere di abbonarvi , questo sarà fondamentale nel sostenere il mio lavoro, facendo si che questo progetto possa andare avanti anche nei prossimi mesi. Grazie di seguirci e buon ascolto.

    Per scoprire i retroscena educativi e le avventure che propongo, iscriviti alla newsletter: https://storieconmiofiglio.substack.com/



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  • Benvenuti al ventesimo episodio di storie con mio figlio, dove dialogo con lui sulla figura di Gesù, riprendendo domande che mi ha fatto nelle settimane passate, in concomitanza dell’arrivo del Natale. Abbiamo parlato di Erode, della crocefissione, della scelta dei libri dei Vangeli, dei vari messia che in quei tempi gironzolavano per Israele, di alcuni aspetti extra-ordinari che hanno fatto emergere Gesù rispetto agli altri, di Costantino e della trasformazione dei cristiani da perseguitati a religione di stato, fino alla domanda se Gesù sia esistito. Buon ascolto!

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  • Benvenuti al diciottesimo episodio di storie con mio figlio, dove potrai scoprire come ho cercato di raccontare a lui le tante storie che hanno generato il personaggio di Babbo Natale, da San Nicola, agli gnomi del nord europa, ai saturnalia romani, fino ad arrivare in america. Troverai anche verso la fine un’interessante incursione sulla tradizione dell’albero di natale.

    Per leggere la neswletter cob i retroscena educativi, iscriviti qui: https://storieconmiofiglio.substack.com/

    Buon ascolto



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    Danny vive con sua mamma in una casetta in Val d’Intelvi, tra prati, boschi e montagne. Nel giorno in cui il suo amico V viene a pranzo, la neve comincia a ricoprire tutte le cose. L’arrivo dell’inverno regalerà ai due amici esperienze indimenticabili: l’amicizia con un’anziano fiore di montagna, con un volpino intrappolato nella neve e un’avventura sulle cime degli alberi, in compagnia di un uccellino furbetto. Cosa farà la mamma quando Danny si affezionerà a un orso? Riuscirà V ad aiutare il suo amico nel momento più drammatico? Quando la neve ricomincerà a cadere, i cuori delle persone saranno un po’ cambiati.

  • Benvenuti al quattordicesimo episodio di Storie con mio figlio, diviso come in 3 capitoli: la Storia, il Retroscena educativo, l’Avventura.

    Buona lettura, buon ascolto.

    La storia

    Il cavallo d’Introbio

    A Introbio, in Valsassina, un cavallo è rimasto senza fieno, delle nuvole nere minacciano tempesta. Dei bambini allora s’intrufolano sotto la steccionata per dargli da mangiare. Come faranno a finire sul Vesuvio?

    Per ascoltare Il cavallo d’Introbio cliccate sul player a inizio email o andate su Apple Podcast o Spotify .

    Il retroscena

    Sto arrivando alla conclusione che per inventare storie con i propri figli sia importante sia improvvisarle insieme a loro, come abbiamo fatto oggi ne Il cavallo d’Introbio, per abituarli a prendere parola, a contraddire, ad avere fiducia nella propria fantasia, sia costruire in precedenza delle storie per loro, basate su nostre esperienze di vita, come ho provato a fare con Persi tra le Highlands , nel racconto di Creta o in quello dell’Angelo di Londra. Nel primo approccio i bambini sono i protagonisti, nel secondo li portiamo noi per mano in posti lontani.

    L’avventura

    Vorrei fare una passeggiata sulla famosa Greenway del Lago di Como, potremmo lasciare la macchina a Colonno, andare avanti fino a quanto vogliamo e poi prendere il bus che ferma lungo il percorso per tornare alla macchina. Possiamo mangiare un piatto in una trattoria sulla strada. La data a cui stavo pensando è sabato 3 dicembre. Se avete voglia di venire scrivetemi via email ([email protected]) o wazzup e ci mettiamo d’accordo. Ci troveremo a Colonno verso le 10 di mattina.

    Vi lascio al racconto. Come sempre, se vi piace il progetto, aiutatemi a condividerlo con chi ancora non lo conosce e potrebbe essere interessato.

    Se scopri ora Storie con mio figlio, puoi iscriverti alla newsletter per ricevere ogni sabato alle 10 il nuovo episodio. A sabato prossimo!



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  • "LA VOLPE D'INTROBIO" : dopo essersi ferita, una volpe conosce una famiglia che abita in montagna e crea una relazione speciale con loro.

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    Ciao a tutti e benvenuti al tredicesimo episodio di Storie con mio figlio. una newsletter e podcast per genitori, cuccioli, nonni, educatori, amici. Questo episodio è anche ascoltabile sul sito di Substack o seguendoci su Apple Podcast o Spotify. In questo podcast troverete le voci mie e di mio figlio mentre costruiamo insieme una storia, “La volpe d’Introbio”, è un racconto che abbiamo creato insieme più volte da circa un anno in varie salse. Se volete anche leggerla voi nell’intimità o ad alta voce coi vostri bambini, la trovate nel testo dell’email. Nella newsletter di questo episodio troverete anche un sacco di altre cose interessanti, per esempio una riflessione sul perché il contatto con la natura selvaggia è molto importante nello sviluppo di un bambino, troverete il racconto di com’è andata la passeggiata di domenica scorsa in Val d’Intelvi, dove abbiamo fatto anche un’incursione in Svizzera, e un’anticipazione della prossima avventura che mi piacerebbe fare a inizio dicembre insieme a voi. Per ricevere la newsletter settimanale di STORIE CON MIO FIGLIO potete iscrivervi col link che trovate nel testo del podcast che state ascoltando. Buon ascolto.

    Se vi è piaciuto questo episodio, passate parola e lasciate una recensione, che è molto importante per aumentare la visibilità del podcast su Apple Podcast e Spotify e farlo trovare ad altre persone, potete iscrivervi alla newsletter e trovare gli episodi passati di STORIE CON MIO FIGLIO su https://storieconmiofiglio.substack.com/ , se volete scriverci ci fa molto piacere, potete farlo a [email protected] , ciao, a settimana prossima.



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  • Ciao a tutti, benvenuti al dodicesimo Storie con mio figlio. Questa settimana ho cambiato stile: nel podcast qui sopra potrete ascoltare tutto quello che leggerete qui sotto: può essere rilassante ascoltarlo se siete in giro, al posto di leggere. Vi ricordo anche che Storie con mio figlio è anche su Apple Podcast e da questa settimana anche su Spotify, dateci una bella recensione se volete supportarci!

    Il retroscena educativo

    Quello che ho provato a fare questa settimana è scrivere una storia e poi leggerla insieme a mio figlio. In questa storia ho cercato di mettere un ricordo molto caro di Creta, che è un’isola in cui sono andato con mia moglie e in cui mi piacerebbe tornare con mio figlio (la foto in alto l’abbiamo scattata là, grazie a Jumy per la foto). È un posto speciale sia perché ci è piaciuta molto come terra, sia perché fa parte della Grecia. A livello educativo io vorrei lentamente e con costanza appassionare mio figlio alla Grecia, perché la trovo una terra magica a livello naturale e storico. Ogni volta che ci vado sento qualcosa di sacro che mi attacca a lei e vorrei viverla insieme alla mia famiglia il più possibile. Un'altra cosa che ho provato a mettere in questa storia è l'aggancio con la Sicilia. Il primo viaggio che abbiamo fatto in Sicilia neanche un anno fa con mio figlio e mia moglie è nato perché mia moglie non c’era mai stata, venendo da Taiwan, e perché volevo dare a mio figlio la scoperta di una terra molto diversa dal nord; la Sicilia è la vera estremità dell'Italia e dunque era come se stabilisse un po' i due luoghi parametri di riferimento nord - sud, che gli avrebbero poi permesso di scoprire bene tutto ciò che c’era in mezzo.

    Un altro dei motivi per cui mi affascinava la Sicilia è perché storicamente è legata alla Grecia, la vedevo quindi come un anello di congiunzione perfetto per introdurre la Grecia stessa. A questo poi si sono aggiunte altre attrattive visto che a mio figlio, come penso a tanti bambini, piacciono i vulcani. Vorremmo tornare prossimamente in Sicilia riuscendo a salire sull’Etna o visitando le isole Eolie, di origine vulcanica. Ho voluto provare a raccontargli Creta facendo tappa prima in Sicilia, anche perché, avendola già vissuta, avrebbe dato più concretezza al suo ascolto, creando così un’aspettativa più viva verso Creta.

    Mi piace l'idea di creare una storia attorno a a un luogo che poi veramente vedremo. E’ un tema di cui ho già parlato nell’episodio 4 di storie con mio figlio, con la storia “Il leone sull’aereo, dall’Alpe Giumello all’Africa centrale”, dove ho cercato di spiegare come sia importante creare in un bambino una sorta di geografia familiare, emotiva, una geografia dei luoghi desiderati. Nella mia crescita ho spesso percepito la geografia come qualcosa di freddo, secondo me il compito dei genitori è quello di passare la lezione che i luoghi hanno delle connessioni tra loro se sono abitati da persone con cui possiamo condividere delle emozioni. Una coscienza vera, fisica , geografica e corporale di queste distanze o vicinanze, passa attraverso il nostro fare esperienze in quei luoghi , attraverso l’avere relazioni umane in quei luoghi, e il farci ritorno, perché il ritorno accende l’affezione, il senso. E’ per questo motivo che nella storia che ascolterete ho inserito un mio amico che realmente viene da Palermo e che mio figlio ha conosciuto, perché credo che la connessione tra territorio e persone, con una loro storia che ci viene incontro nel quotidiano, è fondamentale per creare domande, desiderio d’avventura e di scoperta, e per cementare il concetto educativo fondamentale che i luoghi valgono se c’è condivisione con altre persone, se c’è affettività.

    Questa storia non l'abbiamo improvvisata insieme perché, sin dal decimo episodio “Il mio angelo di Londra: una storia di vita” mi sono reso conto che ci sono delle storie che voglio raccontare a mio figlio che non possono nascere da una pura improvvisazione con lui. Anche se voi vi preparate prima una storia, potete comunque improvvisare un po’ con loro, far nascere domande e lavorare sull’ascolto reciproco.

    L’avventura

    Per la gitavventura di domenica prossima 6-11 faremo una passeggiata all’Eremo di San Zeno, da cui si vede una vista molto bella della Val d’Intelvi e del lago di Como, verranno con noi anche un mio caro amico di Como e la sua compagna, che mi hanno aiutato a scoprire questi posti, è una camminata in salita facile, di circa 1 ora, mangeremo al sacco, se poi ci avanza tempo c’è anche un paesino molto carino al confine con la svizzera, Erbonne, che era anche un posto famoso per il contrabbando romantico tra la Svizzera e l’Italia. In Val d’Intelvi sono ambientate alcune storie cui teniamo molto, che vi racconterò nel periodo natalizio, andarci prima di persona secondo me è un’esperienza bella. Se volete venire scrivetemi un wazzup o un’email ([email protected])

    Prima di lasciarvi al racconto audio (in alto, la storia inizia al minuto 10 ) e alla trascrizione della storia (più sotto) volevo ricordarvi che se vi piace questo progetto per me è molto molto importante un vostro aiuto nel condividerlo. So che tanti di voi lo stanno già facendo, grazie davvero e continuate a farlo se nel tempo vi viene in mente qualcun altro! Il passaparola è veramente importante, perché è un progetto particolare che non c' è ancora, non è scontato conoscerlo e quindi un consiglio può valere tanto.

    Se non siete ancora iscritti alla newsletter e volete cominciare a riceverla, potete farlo qui sotto. Buon ascolto, buona lettura e a lunedì prossimo.

    Ritorno a Creta

    di Francesco Lovati

    Un giorno un bambino partì con la mamma e il papà per la Sicilia, un'isola sospesa nel mar Mediterraneo, a sud di Milano. Neen, fece la nave al porto di Savona quando partì: neen neen. C'era un vento forte. Le persone erano tutte appoggiate sul bordo della nave, per guardare l’Italia dal mare: ecco la Liguria, ecco laggiù le coste della Toscana, guarda, alcune isole montuose là davanti, “Guarda là”,

    “Si, quella è la Sardegna cucciolo mio”,

    “E’ la Corsica”, disse un signore con la barba, “Ah già, prima c'è la Corsica, poi c'è la Sardegna”.

    “E la Sicilia dov'è?”, chiese il bambino. “La Sicilia è molto più in giù, giù giù, prima dell’Africa. Ma noi questa volta facciamo i furbettini”

    “Perché papà?”, chiese il bambino.

    “Questa volta andiamo in Grecia”. Infatti, arrivati al porto di Palermo, c'era un loro amico che li aspettava, Marco si chiamava. Scesero a mangiare un po' di pesce fritto, qualche crocchetta di patate e risalirono sulla barca di Marco: il legno della barca era colorato di rosso e di bianco. “Marco, come stai?” Dopo essersi salutati, Marco, il bambino, la mamma e il papà partirono.

    ”Dove andiamo?”, chiese il bambino.

    “Passiamo vicino alle Eolie, dove ci sono i vulcani”.

    “Il Vesuvio?”, chiese il bambino.

    “No, quello è più lontano, vicino a Napoli. I Vulcani delle Eolie sono delle isole, delle isole che in realtà sono delle montagne, dei vulcani”, rispose Marco.

    “Ho un po' paura”, fece il bambino. Allora si mise sopra le spalle del papà, per guardare lontano e fare le coccoline coi capelli del papà . La mamma intanto stava facendo un video, con le onde, il mare che brillava negli occhi, i vulcani col fumo che già si vedevano.

    Girando girando intorno alla Sicilia, arrivarono in un punto in cui si vedeva solo mare, solo le onde, i gabbiani, il vento.

    “Dove andiamo papà?”, chiese il bambino. Il papà tirò fuori una mappa. “In Grecia”, rispose, e toccò sulla mappa un gruppo di isole sparse nel mare: erano come dei sassolini, le isole sulla mappa. “Andiamo qua”, disse il papà schiacciando il dito su un’isola grande disegnata sulla mappa. “Creta”, disse la mamma. “E’ un’isola grande che dorme in mezzo a questo mare, laggiù, lontano lontano”.

    “Ho paura”, disse il bambino.

    “Di cosa?”.

    “Del mare”.

    "Non devi aver paura, nel mare ci vivono i pesci”, rispose Marco.

    “Come fanno i pesci a respirare?”, chiese il bambino.

    “Prendono l’acqua dalla bocca. Nell’acqua c'è l’ossigeno, che è un gas. L’acqua entra nel loro corpo e poi esce dalle branchie, che sono dei buchini che hanno sui lati del corpo, dietro la testa. Prima di ributtare fuori l'acqua da questi buchini, fanno i furbettini, e con le branchie prendono l’ossigeno che c'è dentro l’acqua, e respirano”.

    “Come fanno?”, chiese ancora il bambino. “Quando la bocca fa entrare l’acqua, le branchie sono chiuse. Quando la bocca si chiude, le branchie succhiano l’ossigeno che c'è nell’acqua che hanno bevuto, mandano l’ossigeno nelle vene che ci sono nelle branchie, poi le branchie si aprono per buttare fuori l’acqua a cui hanno già tolto l’ossigeno”.

    “La Grecia!”, urlò il papà. “Creta”, aggiunse la mamma “Finalmente siamo tornati”.

    Il sole stava illuminando tutto il mare, la luce era così forte che al bambino venne sonno.

    Quando si risvegliò, erano sulla riva di una spiaggia circolare. Il bambino alzandosi aveva i piedi dentro la terra bagnata. Sulla spiaggia, la mamma, il papà e Marco stavano mangiando del pesce, vicino ad un fuoco fatto con la legna. C’era una macchinina bloccata dentro la sabbia. Il bambino la prese. Mentre la toglieva dalla sabbia, si accorse che sotto c’erano altre macchinine, tante.

    “Hai fame?”, disse la mamma. “Si”, rispose il bambino, correndo verso il fuoco. Marco mise nel piatto un bel pesce fumante, la mamma lo diede in mano al bambino.

    “Attento che scotta”, disse Marco.

    “Lo sa, lo sa”, disse il papà. Il bambino si sedette sulle gambe della mamma, che gli fece assaggiare un’arancia piena di succo. Mamma mia! Mordendo l’arancia gli schizzi andarono negli occhi del bimbo.

    “Miaaao. Miaaao. Miaaao”. La testa di un gattino spuntò fuori dalla barca rossa e bianca. Il gattino corse verso il piatto di pesce del bambino e lo annusò. Puuf: tutta la sabbia finì sul pesce, il gattino scappò e il bambino si mise a piangere. “Dai dai”, disse Marco, “è ora di partire”.

    “Dove andiamo?”, fece il bambino.

    “Andiamo nella valle della salvia”.

    “Cos’è?”, chiese il bambino.

    “E’ una valle molto profumata e buona. Saliamo sulla barca”, disse Marco, e saltò su, tirò su la vela e subito la barca cominciò a galleggiare un po’ nell’aria. Il bambino aveva paura ma voleva provare a salire sulla barca che volava. Il papà lo prese in spalla e salì sulla barca, la mamma pure.

    “Si parte”, disse Marco, “Miaaao”, fece il gattino, nascosto sul fondo: stava leccando la testa di un pesce. Il vento si alzò forte: ffffff, ffffff,ffffff, la barca era così in alto che si vedeva tutto il golfo, le spiagge, le alte rocce che circondavano tutto quel pezzo di mare. Girando la vela, la barca si piegò e girò in una valle un po’ stretta, profonda, con le rocce tutte rotte, come tanti coltelli. “Attenzione”, disse Marco, “si scende”. Mamma come andavano veloci! Il vento gli spazzava tutti i capelli indietro, sembravano la cresta di un triceratopo. Boom boom boom boom: erano atterrati contro una roccia, tutti per terra erano finiti. Il gattino strofinava con la coda la faccia del bambino. “Miaaao miaaao miaaao”.

    Un profumo fortissimo entrò nella narici di tutti: era la salvia. Il gattino si mise a correre per le rocce, boing , boing, faceva dei salti, annusava e scendeva giù per delle pietre scivolose. “Ahhhh!”, gridò il bambino, e si mise a correre dietro il gatto. La mamma aveva già cominciato a raccogliere la salvia, c’erano anche delle piante di the, stava raccogliendo anche quelle.

    Passarono buona parte della mattinata a raccogliere the e salvia.

    “Cos’è la salvia?”, chiese il bambino.

    “E’ questa pianta profumata, si usa per profumare la carne o altri piatti”, disse il papà.

    “Cosa facciamo ora?”

    “Perchè non andiamo dove ci sono i frutti?”, disse la mamma.

    “Dove?” chiese Marco.

    “Un po’ di anni fa siamo venuti qui a Creta e abbiamo scoperto un posto pieno d’uva, di limoni, di fichi, di arance, di mandorle, mamma che buono che è là!”. Il papà era già risalito sulla barca rossa e bianca, la vela sventolava, Marco corse su, la mamma fece salire il bambino, il gattino, ed erano in volo.

    Mentre atterravano di nuovo, il bambino, spiando dal bordo della barca, vide delle case in pietra, tanti alberi da frutto, gialli, arancioni, uva viola scuro.

    “Ho fame!”, gridò, e boom boom boom, atterrarono proprio sotto un pergolato con uva dappertutto.

    “Benvenuti, o meglio: bentornati!” Disse una signora col grembiule.

    “Ho fame”, gridò ancora il bambino e corse a mangiare un po’ d’uva caduta per terra. Era dolce dolce.

    “Dove siamo?”, chiese ancora il bambino.

    “Siamo nella casa di pietra. E’ un posto dove siamo venuti io e papà un po’ di anni fa. Qui c’è tutto, tutta la frutta buona, e stasera mangeremo lassù”, e la mamma indicò una grande tettoia, con sotto dei tavolini e delle sedie. “Da là si vede la spiaggia in cui eravamo stamattina. Dormiremo qua, poi domani inizieremo a scoprire Creta.

    “Con la barcaereo?”, chiese il bambino.

    “No”, disse Marco, “Io devo tornare in Sicilia”. “Voglio la barcaereo”, disse il bambino.

    “La signora della casa di pietra ci presterà la sua jeep”, disse il papà, “ma prima dovremo andare a dormire”.

    “Non sono stanco”, disse il bambino.

    “Ma i tuoi occhi dicono che sono stanchi, e anch’io lo sono, voglio proprio sdraiarmi qui sotto, sotto l’uva. Vieni che ti racconto una storia?”.

    Mentre il bambino si sdraiava sopra il papà sulla sdraio, la mamma aveva già preso un bastone di legno e stava scendendo per un sentiero, alla scoperta della terra colorata e profumosa.

    Marco intanto stava partendo. “Quando ci rivediamo?”, chiese il papà.

    “Mi piacerebbe venire uno dei prossimi giorni qui a Creta, con i miei cucciolini. Devo sentire mia moglie. Ti faccio sapere”, e intanto la barca si stava allontanando lentamente e poi più veloce per il cielo, mentre il bambino appoggiava il cuore sul petto del papà. La sua testolina faceva su e giù, su e giù. La mamma intanto, mentre scendeva giù per il sentiero, circondata da alberi da frutto, odori, colori, pensava che Creta proprio le piaceva, era semplice, vicina al suo cuore.

    FINE

    Tutti i diritti sono riservati. Legge 248/00 e modifica legge 633/41.



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  • Benvenuti al decimo episodio di Storie con mio figlio. Oggi vorrei proporvi una riflessione sulla possibilità concreta che abbiamo di trasmettere ai nostri bambini storie di vita vissuta, facendo quello che di solito facevano gli anziani: ripetere e mitizzare alcuni episodi della loro vita passata.

    La storia:

    Un ragazzo è seduto su una panchina di Hyde Park, ha una grossa valigia affianco. Ha appena lasciato partire l’aereo che l’avrebbe riportato in Italia, non ha soldi né un posto per dormire. Si sta facendo sera. Mentre un bambino davanti a lui gioca con le anatre del laghetto, la sua babysitter australiana si avvicina e gli chiede che succede. Il gesto che farà cambierà traiettoria al futuro del ragazzo.

    Il retroscena educativo

    Questa settimana mi riallaccio a un’idea di settimana scorsa: il desiderio di raccontare a mio figlio alcune esperienze significative di quando vivevo a Londra. Nella prima parte dell’audio scoprirete che mio figlio mi ha ascoltato senza fiatare, forse perché gli avevo già raccontato questa storia una volta, verso la fine della registrazione sentirete poi un dialogo con alcune domande che mi ha posto.

    Tutti in diversi gradi possediamo il piacere e l'abilità di raccontare: vorrei proporvi di rivestire dell’abito di vere storie le esperienze di vita che sono state determinanti per il vostro percorso umano: provate a raccontarle ai vostri bambini, anche se piccoli. E’ un modo per trasmettere storie edificanti, vivificate dalla commozione che una storia personale serba. Per appassionare alla vita è importante che i bambini percepiscano come significative, emozionanti ed intriganti le storie di vita loro e di chi li circonda. Queste racconti un po’ mitici, in realtà veri, formeranno un bagaglio magico che gli rimarrà in tasca, pronto a spalancarsi per riscaldarli durante le scelte difficili che incontreranno nella loro vita. Saranno anche un filo magico che, da grandi, li riconnetterà a voi.

    Passaparola : avrete forse notato che non ho rispettato l'appuntamento di lunedì scorso. Ho avuto un problema personale e ho dovuto posticipare la pubblicazione di una settimana. Vi confesso che il mio intento per il futuro è quello di proporre un’abbonamento annuale per chi desideri supportare Storie con mio figlio, per avere il tempo e le energie necessarie per offrirvelo con la cura che merita. Le statistiche di Substack dicono che, tra le persone che leggono una newsletter, quelle che decidono di dare un contributo per sostenerla sono tra il 5% e il 10% dei lettori totali. Attualmente Storie con mio figlio ha circa 200 lettori. Significa che, affinché quest'avventura sia sostenibile in futuro, nel medio termine dovrò aggiungere uno zero a quel 200, e nel lungo termine due zeri. Che si tratti di un’email condivisa, una storia su instagram o un articolo di giornale, il modo per crescere alla fin fine è uno: il passaparola di chi legge. So che molti di voi lo stanno già facendo e vi ringrazio di cuore. Se ti piace il progetto e vuoi che fra qualche mese Storie con mio figlio possa ancora proporti idee innovative per creare storie coi tuoi cuccioli, stimoli educativi e avventure da fare insieme, ti va di condividere questo nuovo episodio con i tuoi amici? Grazie di cuore.

    Il podcast lo trovate a inizio email, questo racconto non l’ho trascritto perché non si prestava ad esserlo. Qui sotto trovate il resoconto della castagnata fatta una settimana fa in Valsassina e un’anticipazione della prossima avventura.

    L’avventura

    La prossima avventura vorrei farla in Val d’Intelvi, è una valle che congiunge il Lago di Como con quello di Lugano. Non ho ancora deciso il percorso, mi consulterò con un mio amico di Como che la conosce bene e spero ci guiderà alla sua scoperta. Uno dei motivi per cui voglio andarci è che la storia a cui io e mio figlio siamo più affezionati l’abbiamo ambientata proprio in Val d’Intelvi, è un racconto in sette episodi che vi proporrò nelle settimane prima di Natale. Mi sembra appropriato andarci fra qualche settimana, nel prossimo episodio darò più dettagli. La castagnata della settimana scorsa in Val Biandino è stata bella, siamo arrivati al Rifugio Tavecchia con un po’ di amici e abbiamo mangiato lassù (la foto in alto è presa dal rifugio, grazie a Jumy), poi sulla via del ritorno abbiamo preso un bel po’ di castagne nei boschi. Per chi volesse ascoltare la storia ambientata durante quella gita, L’antica locanda, il sentiero della castagne e i rifugi lontani, la trovate qui.

    Buon ascolto, buona lettura.

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  • La storia:

    C’erano una volta una signora anziana e un gattino che abitavano in un piccolo appartamento nel tetto di una casa di Parigi. Un giorno con la nipotina provano un pasticcino speciale dalla boulangerie all’angolo, un pasticcino diverso dagli altri.

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