Episodit
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È il 13 dicembre 1899 .Tutto è pronto all’Hotel du Nord e des Anglais, oggi Hotel Principe di Savoia. Herbert Kilpin sta tormentando il foglietto, dove ha scritto qualche appunto. Si avvicina poi al centro della sala. Si china, raccoglie una borsa ai suoi piedi e, con un gesto teatrale, la apre , mostrando la maglia del Milan.”Ecco, signori," esclama con voce forte e commossa, "questi saranno i nostri colori: il rosso, simbolo del fuoco e della passione, e il nero, come la paura che incuteremo ai nostri avversari." Carlo Pellegatti ricorda i momenti straordinari e indimenticabili che portano alla nascita del Milan, grazie all’entusiasmo di Herbert Kilpin e diAlfred Edwards, il vice console inglese, diventato il primo Presidente. Emozionante il racconto de primo trofeo, conquistato dal giovane Milan , “ La medaglia del Re”e trascinante la storia del primo Scudetto, vinto nel 1901, grazie al successo sul fortissimo Genoa.
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23 maggio 1915, e’ il giorno della partita piu’ attesa per i tifosi milanesi . Si gioca il derby Milan -Inter. L’arbitro pero’ annuncia che la partita non verra’ disputata perche’ l’Italia e’ entrata in guerra. Fra le prime vittime, un ragazzo estroverso, sempre sorridente, amante della vita, l’attaccante rossonero Erminio Brevedan. Il Milan perde anche il vicepresidente Porro Lambertengh. La guerra interrompe anche l’avventura rossonera del primo grande attaccante milanista, il belga Louis Van Hege, richiamato per indossare la divisa dell’esercito del suo Paese. Rimarra’ nel cuore dei tifosi rossoneri, per il suo fiuto del gol, per la sua classe, per il suo attaccamento alla maglia.Van Hege occupa ,ancora oggi,l'undicesima posizione tra i cannonieri milanisti, con 98 gol. Carlo Pellegatti ripercorre i tragici anni della guerra, ma anche l’esaltante avventura ,in maglia rossonera, del “ Pallido Saettante” Louis Van Hege.
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Puuttuva jakso?
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In una nebbiosa serata di dicembre, Herbert Kilpin pronuncia il discorso per celebrare la fondazione del Milan.Il 18 dicembre 1899, "La Gazzetta dello Sport" annuncia la nascita del Milan: “La nuova società avverte che chiunque desideri imparare il football non avrà che recarsi al Trotter nei giorni stabiliti e troverà istruttori e compagni di gioco!”. Il campo Trotter, quello dell’Acquabella, il “Campo Milan”, sono solo alcuni dei campi da gioco che la squadra rossonera ha accarezzato prima di toccare quello di San Siro, uno stadio “solo per il calcio”. Carlo Pellegatti narra la storia dei primi pionieristici impianti , dove il Milan ha cominciato a narrare la sua leggenda. Leggenda diventata mito nello stadio di San Siro, che ,da quasi un secolo, racconta le epiche imprese di una delle squadre piu’ titolate al mondo!
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Carlo Pellegatti ci porta indietro nel tempo, al 15 settembre 1926, giorno dell'inaugurazione dello Stadio di San Siro. E’ sua altezza il Duca di Bergamo a tagliare il nastro. Comincia cosi’ la storia di uno dei piu’ famosi stadi del mondo. Nella partita inaugurale, il derby Milan- Inter , a realizzare la prima storica rete e’Giuseppe "Pin Pinogia" Santagostino, primo attaccante milanista anche a superare i 100 gol.Nell’attacco del Milan degli anni ’20 e ‘30 brilla anche il calciatore-attore Pietro Pastore , ma l’idolo assoluto diventa lo “Spaccareti” ,Aldo Boffi. Pastore, chiamato "Brillantina" per i suoi capelli sempre impomatati non solo ebbe successo certo anche come attore., ma e’ splendido protagonista anche in maglia rossonera , realizzando 52 gol . Boffi e’ un formidabile bomber, potente,coraggioso irresistibile, quanto timido e introverso nella vita privata.In quegli anni bui e difficili, Boffi e’ l’unica luce per i tifosi rossoneri, che si entusiasmano le sue prodezze in area, per il suo tiro tremendo , diventato presto leggenda.. Boffi rimarra’ per sempre lo “spaccareti “ , l’attaccante che , grazie ad una potente conclusione , una volta riusci’ a buttate in rete palla e portiere.
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Gunnar Nordahl, un nome che emoziona ancora. Eppure in quell’inverno del 1948 è un altro giocatore del Nord Europa il vero obbiettivo del mercato rossonero, il danese Johannes Pløger. Milano era pronta ad accogliere il campione scandinavo , ma ,arrivato alla Stazione Centrale, sul treno alle 20.10 di quel freddo 31 dicembre sotto una fitta nevicata, l’entusiasmo dei tifosi viene … gelato dalla notizia che Ploger ha raggiunto un accordo con la Juventus. il presidente Trabattoni protesta con Gianni Agnelli, il suo collega bianconero, che decide allora di far cadere l’opzione su un altro campione scandinavo, lo svedese Gunnar Nordahl. Carlo Pellegatti rivive quei giorni ricchi di clamorosi colpi di scena che portano in maglia rossonera un formidabile attaccante, che ancora oggi detiene il titooo di capocannoniere assoluto della storia del Milan. Grazie alle reti del “Pompierone” , i rossoneri tornano a dominare il campionato.
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Sotto la pioggia battente di Linate, Gipo Viani scopre un ragazzo di appena 16 anni con un magico tocco di palla.Si chiama Gianni Rivera.Al tecnico triestino Nereo Rocco pare troppo gracile, mentre un entusiasta Nils Liedholm è convinto di aver assistito al provino di un futuro grande campione. Il tempo darà ragione allo svedese. Nel 1960 ,Rivera per la prima volta indossa la maglia rossonera, quella maglia a cui rimarrà indissolubilmente legato per venti anni , griffati dalla sua immensa classe, dal suo stile inconfondibile, in un Milan leggendario che vince in Italia, in Europa e nel Mondo.A partire dallo scudetto del ‘62, seguito , un anno dopo, dalla emozionante conquista della prima Coppa dei Campioni. A Londra Rivera incanta nella finale contro il Benfica del 1963 , che vede il Capitano Cesare Maldini alzare il trofeo fortemente voluto da Andrea Rizzoli,un grande Presidente. Con la voce appassionata di Carlo Pellegatti, ripercorriamo gli esordi del Golden Boy e la conquista del trofeo che ha portato il Milan sul tetto d’Europa.
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Questo racconto è vietato ai minori di 16 anni, perché un giocatore brasiliano muore accoltellato in un bar di Copacabana, un arbitro argentino viene radiato, tre calciatori argentini si costituiscono alla polizia. In tutto questo che cosa c’entra il Milan? Lo racconta Carlo Pellegatti in questo episodio ricco di tensioni. Nella Coppa Intercontinentale del 1963, il Milan affronta il Santos guidato da Pelè. Sei anni dopo, avversari i terribili argentini dell’Estudiantes, battuti dopo una drammatica partita a Buenos Aires. Avventure cariche di emozioni. Protagonista un Milan forte e coraggioso . Un capitolo della storia del Milan che sfida l'immaginazione, con un happy end che vede i Ragazzi di Rocco conquistare il mondo.
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Il 9 marzo 1908 è il giorno della scissione. Soci del Milan in forte contrasto con la politica della presidenza fondano l’Inter. Nel 1906 e nel 1907, i rossoneri conquistano il loro secondo e terzo Scudetto. Devono però trascorrere 43 anni di anni bui e difficili, di speranze disattese, di atroci delusioni per rivedere il Milan conquistare un altro Scudetto.43 come i soci , che avevano lanciato il loro anatema:” Siamo In 43 e per 43 anni non vincerete il Campionato”. Sembra impossibile , ma sarà una dura realtà. Infatti solo nel 1951 il Milan conquisterà il suo quarto Scudetto, con un brivido finale in quell’indimenticabile 10 giugno 1951. Carlo Pellegatti racconta lo scudetto più sofferto. La fine di un incubo per gli appassionati tifosi di un Milan, che sta tornando grande.
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È l’ultima prodezza di Gianni Rivera. San Siro è un turbinio di Bandiere rossonere, illuminate dal giallo delle stelle. Il colore oro è il simbolo di quella domenica indimenticabile. I tifosi stanno vivendo un festa emozionante, attesa da dieci anni, dieci anni ricchi di traversie sportive e societarie. La partita, però, non può iniziare. I tifosi occupano tribune vietate per lavori in corso. Solo l’intervento risolutivo del leggendario Capitano, che, con un megafono, invita i tifosi a spostarsi permette l’inizio della partita. Dieci anni di speranze, dieci anni di illusioni e delusioni, poi, al fischio finale dell’arbitro Menicucci le Bandiere rossonere sventolano alte. Il Milan conquista la Stella d’oro. D’oro come quel ragazzo che, dopo 20 anni meravigliosi, saluta i tifosi regalando loro la Stella del decimo scudetto. Carlo Pellegatti rivive il ricordo di quelle, ripercorrendo le ultime grandi imprese di un Capitano che ha onorato la maglia rossonera dentro e fuori dal campo.
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Dopo lo scandalo legato al calcioscommesse del 1980 e la doppia retrocessione in Serie B, l’estate del 1984 è quella del ritorno sulla panchina di Nils Liedholm. Lo svedese, centrocampista dalla classe sopraffina e dalla visione di gioco unica, con la maglia rossonera ha disputato oltre 350 partite, segnando più di 80 gol tra il 1949 e il 1961. Da allenatore, grazie al suo carisma, alla intelligente gestione del gruppo e soprattutto alle innovative idee tattiche, Liedholm getta le basi della squadra che, poi, vincerà tutto in Italia, in Europa e nel Mondo. Splendida organizzazione di gioco, manovra compatta ed elegante, personalità, idee e fiducia nei propri mezzi: il Milan è tornato, finalmente!
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24 marzo 1986: Silvio Berlusconi diventa ufficialmente presidente del Milan. Dopo aver rischiato il fallimento, il Club rossonero entra in una nuova, spettacolare fase della sua storia. La mission, indicata da Silvio Berlusconi, è ambiziosa, per molti quasi folle: “Vogliamo che il Milan diventi il club più forte al mondo, che giochi il calcio più bello al mondo”. La proprietà arricchisce la rosa con grandi acquisti. Il primo regalo è Roberto Donadoni, elegante e talentuoso. Nei mesi successivi poi gli olandesi Ruud Gullit e Marco Van Basten. Alla guida di questa grande orchestra, il genio assoluto di Arrigo Sacchi, “l’uomo che ha trasformato l’Utopia in Realtà”. È nato il grande Milan di Berlusconi che, nel maggio ‘88, conquista il suo primo trofeo: lo Scudetto numero 11.
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Dopo aver vinto il primo Scudetto, Silvio Berlusconi alza la Coppa dei Campioni e la Coppa Intercontinentale. Il Milan domina in Italia, in Europa e nel Mondo, grazie al nuovo modo di interpretare il calcio di Arrigo Sacchi e a splendidi interpreti. La difesa verrà eletta la più forte della storia, mentre il trio tulipani, gli olandesi Frank Rijkaard, Ruud Gullit e Marco Van Basten regalano spettacolo ed emozioni. Il Milan del 1889 ha trasformato ogni sogno in meravigliosa realtà. La squadra rossonera, come detto, stupisce per un gioco intenso, moderno, innovativo mai visto sui campi di calcio. Il 24 maggio 1889 sono 80000 i tifosi rossoneri, arrivati da tutto il mondo, al Camp Nou di Barcellona che ospita la finale di Coppa dei Campioni. Avversari i rumeni della Steaua di Bucarest. Avvicinandosi allo stadio, Franco Baresi esclama: “Non possiamo perdere!”. La vittoria verrà firmata dalle doppiette di Gullit e di Van Basten. L’anno si conclude trionfalmente. È Chicco Evani, con due magici tiri su punizione, a regalare prima la Supercoppa Europea, poi, a Tokyo, la Coppa Intercontinentale. Grazie a questa vittoria il Milan torna in cima al mondo, venti anni dopo!
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Il 1990 è un anno sconvolgente, emozionante e incredibile nella storia del Milan. Il testa a testa tra i rossoneri di Arrigo Sacchi e il Napoli di Diego Armando Maradona è avvincente, con un clamoroso colpo di scena. Diventa protagonista una monetina da cento lire scagliata da una tribuna dello stadio di Bergamo. Il Milan perde il duello a Verona, dove i rossoneri chiudono la partita in 8 e senza allenatore in panchina. “Gli Immortali” di Arrigo Sacchi chiudono però trionfalmente una stagione complicata, conquistando la seconda Coppa dei Campioni consecutiva. Vincono anche la Supercoppa Europea contro la Sampdoria, rimanendo sul tetto del mondo grazie il netto e spettacolare successo, nelle Coppa Intercontinentale, avversaria l'Olimpia di Asuncion, battuta 3-0 in una delle partite più belle del trio tulipani, Gullit, Rijkaard e Van Basten.
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18 agosto 1995. San Siro. Si gioca Milan - Juventus, tradizionale sfida d’estate, valida per il trofeo Luigi Berlusconi. È il giorno del suo addio. Quando le squadre sono schierate a centrocampo, entra Marco Van Basten. È uno dei momenti più tristi della storia rossonera, ricordato ancora con indimenticabile commozione. Saluta i suoi compagni e i giocatori della Juventus. Poi lentamente un triste giro del campo. Applausi misti a lacrime, per l’ultimo abbraccio ai suoi tifosi con gli occhi velati dal pianto. Carlo Pellegatti ricorda l’ultimo omaggio al poeta del calcio, il meraviglioso “Guido Guinizzelli” che ha deliziato con le sue prodezze il popolo rossonero, rievocando, con entusiasmo ed emozione, la carriera e le imprese in maglia rossonera del Cigno di Utrecht.
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È il 19 giugno 1991, quando Fabio Capello viene presentato come allenatore del Milan. Comincia la splendida avventura degli “Invincibili”, che non perdono per 58 partite consecutive, un record che rimarrà nella storia. Quasi due anni senza sconfitte! Tanti i numeri straordinari ed epocali di quel Milan, come, nella stagione ‘92’93, il primato di Sebastiano Rossi che stabilisce il primato di imbattibilità, non subendo gol per 929 minuti. Il Milan vince tre Scudetti consecutivi, raggiungendo la Finale di Coppa dei Campioni, nel ‘93, nel ‘94 e nel ‘95. Accoppiata storica nella stagione 1993-1994, con la conquista dello scudetto numero 15 e la Coppa numero 5.. Magica la serata di Atene. Tutti gli dei del Partenone sono in prima fila incantati dalle giocate di Savicevic, Donadoni, Albertini, Boban, Dasailly e dai gol di uno spietato “beep beep” Massaro. Gli “Invincibili” di Fabio Capello entrano nella leggenda.
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Questa è la storia di un Genio che nel Milan vince tre scudetti, tre supercoppe italiane, una champions league e una Supercoppa italiana: Dejan Savicevic! Berlusconi e Galliani vincono la concorrenza del Bayern Monaco e della Juventus. Quel talento di 22 anni, dalle qualità superiori a tanti, lo vogliono a tutti i costi, lo corteggiano e lo portano a Milano per regalare un meraviglioso Campione a tutti i tifosi milanisti. Fabio Capello non esita a schierarlo nella seconda partita di campionato, poi di nuovo nella giornata successiva, prima di uno stop imposto dalle condizioni fisiche. Al suo ritorno, però, Savicevic realizza il suo primo gol rossonero su rigore. Comincia così la splendida avventura, in maglia rossonera, della “Carezza del Montenegro”. Un florilegio di grandi prestazioni e gol spettacolari, grazie a un immenso talento, a una personalità forte, alla sua classe e al suo stile. La voce di Carlo Pellegatti ripercorre le imprese del Genio e la storia di un Milan da favola, bello e divertente, capace di conquistare trofei e magici trionfi.
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Nell'estate del 1995, l'acquisto di Roberto Baggio per il Milan sembrava un sogno impossibile. Però Silvio Berlusconi e Adriano Galliani non intendevano lasciarselo sfuggire. Ed è così che il Divin Codino viene a incantare San Siro e mette la sua splendida griffe fin dalla sua prima partita in maglia rossonera, guadagnandosi il soprannome di “Zucchero Filato”. In quegli anni, infatti, entrare a San Siro è come entrare in un Luna Park, con attrazioni che si chiamano Baggio, Boban, Di Canio, Donadoni, Futre, Savicevic, Simone e Weah. Dall’immenso talento di Roberto Baggio, ai dolori di Dejan Savicevic fino alla classe intramontabile del “Re Leone” George Weah, Carlo Pellegatti racconta la conquista dello Scudetto numero 15 degli “Invincibili” di Fabio Capello.
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È il 5 dicembre del 1993. Il Milan, in vantaggio grazie al gol di Raducioiu, affronta il Torino. L’attaccante uruguaiano Pato Aguilera scambia rapido con un compagno e si trova solo davanti al portiere Rossi. Aguilera, però, ha una leggera esitazione. Esitazione che risulta fatale. Mentre pensa dove mettere il pallone, Baresi, come un ghepardo sulle rive del Serengheti, azzanna l’innocente antilope che si sta abbeverando, piombando sull’attaccante. Pato Aguilera non ha scampo e vede il suo tiro deviato in calcio d’angolo dal formidabile recupero del difensore rossonero. Carlo Pellegatti racconta la carriera straordinaria del Capitano Franco Baresi, la sua dedizione alla maglia rossonera e i gloriosi momenti sul campo. Un addio, il suo, che emoziona ancora oggi: sono passati 26 anni da quando la maglia numero 6 del Milan è scesa in campo per l’ultima volta. 6 per sempre, caro Franco!
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San Vito di Cadore. Paesino nel cuore delle Dolomiti bellunesi. Che cosa c’entra con la storia del Milan? È proprio lì che è nata la saga, la leggenda della famiglia Maldini. Cesare debutta, in maglia rossonera, il 19 settembre 1954. E lui che alza la prima Coppa dei Campioni nel 1963. È lui che il Milan chiama per affidargli la guida della squadra nel 2001. Carlo Pellegatti racconta il ritorno in panchina di una leggenda che ha firmato un derby indimenticabile, storico, emozionante. È l’11 maggio 2001. Il Milan batte l’Inter con un magico 6-0! “Scala Reale. Scala Reale!!”
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Nessuno ha mai più dimenticato le ultime sette partite che hanno regalato al Milan lo Scudetto numero 16. Un trionfo speciale, quello del 1999, perché ottenuto nell’anno del Centenario. Con la voce emozionata di Carlo Pellegatti, riviviamo quella cavalcata magica, quelle emozioni intense. Dai gol di “Gravita" Zero, Bierhoff alle prodezze di Ganz, che realizza il gol più importante e impossibile contro la Sampdoria. Poi tutti a Perugia e all’Arena di Milano per la festa più bella, per applaudire i Magnifici Ragazzi di Alberto Zaccheroni.
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