Episodit
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Grandi personaggi dell’innovazione informatica, tra gli altri Steve Jobs, riconosceranno il proprio debito verso il progetto olivettiano. Eppure, troppo spesso, la storia raccontata da questo podcast è stata dimenticata. È il momento di tornare a chiedersi cosa essa ci insegni: forse ci continua a ripetere che il futuro può essere frutto delle nostre intuizioni, della dedizione a idee di grande respiro, della capacità di immaginare obiettivi meritevoli di impegno e del coraggio di scommettere anche su ciò che a volte pare irraggiungibile.
Cosa vogliamo davvero per il tempo a venire? -
Il capitale umano necessario a tenere il passo del mercato e della concorrenza, però, è stato per la gran parte dilapidato nella riconversione meccanica e la straordinaria occasione non può essere colta. La storia seguente della Olivetti è una serie di alti e bassi che la riducono progressivamente e tristemente a poco più che un fantasma della grande avventura cui era stata capace di dar vita sotto la guida di Adriano.
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Puuttuva jakso?
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All’interno di Olivetti, un gruppo sparuto di progettisti porta comunque avanti il tentativo di realizzare il primo PC. Tra mille difficoltà e molti scatti di inventiva, il risultato viene infine raggiunto e perfezionato, grazie anche a quel che resta dell’ossessione di Adriano per il design di qualità. E nasce la P101: un successo clamoroso!
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A farne le spese è soprattutto il comparto elettronico della Olivetti, che da tempo sta lavorando al rivoluzionario progetto di un computer da tavolo, utilizzabile dall’utente comune. In quel tempo i computer hanno infatti ancora costi, dimensioni e modalità di costruzione proibitive per soggetti privi di enormi possibilità e capitali. La Divisione Elettronica, giudicata progetto troppo avventuroso e costoso, viene smantellata e ceduta alla General Electric: l’Olivetti torna a puntare tutto sulla meccanica. Ma se avessimo preso quel treno, invece che lasciarcelo scappare?
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La Olivetti soffre pesanti difficoltà finanziarie e un gruppo d’intervento costituito da importanti esponenti dell’establishment capitalistico italiano accetta di ri-finanziare l’impresa: di fatto, con questo, la famiglia Olivetti ne abbandona il controllo. Sarebbe forse stato il momento per usare maggior lungimiranza e, con l’appoggio del potere politico, mantenere in vita il sogno visionario di Adriano.
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Adriano Olivetti percepisce l’importanza futura dell’elettronica fin dai primi anni ’50. È come sempre attirato dalle novità e anche in questo caso sa circondarsi di persone di grande qualità e umanità, come l’italo-cinese Mario Tchou, reclutato alla Columbia University di New York. Per stare al passo coi tempi, la Olivetti intuisce di aver bisogno di forze giovani: Adriano e Tchou mettono insieme una fantastica squadra di talenti in erba, entusiasti, eterodossi e innovatori. Ma pesanti nuvole nere si stanno addensando sopra la società di Ivrea. Adriano muore improvvisamente.
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La storia della Olivetti parte dalle acute intuizioni del fondatore David Camillo, che inizia dalla produzione di macchine da scrivere. Ma la vicenda assume toni davvero rivoluzionari quando la presidenza dell’azienda viene assunta dal figlio Adriano, lungimirante e geniale, acuto e assiduo selezionatore dei propri collaboratori, capace di una visione a 360° che trasforma la Olivetti da semplice luogo di lavoro in una realtà sociale e di condivisione che provvede anche all’istruzione professionale, ai servizi sociali, al tempo libero, alle attività culturali, ai trasporti e alle abitazioni dei propri lavoratori.
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La storia del nostro Paese avrebbe potuto essere molto diversa. Per molti motivi. Alcuni hanno a che fare con il visionario progetto imprenditoriale e culturale di Adriano Olivetti e in particolare con i risultati raggiunti dalla Divisione Elettronica Olivetti: questo podcast racconta in particolare come - primi nella storia - gli italiani arrivarono a produrre un personal computer.
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"Olivetti, l'occasione perduta" è il racconto dell’avventura pionieristica dell’Olivetti nel mondo dell’elettronica: un laboratorio di giovani talenti, i primi passi dell’informatica in Italia, l’invenzione dell’Elea 9300, la straordinaria realizzazione del primo personal computer – la mitica P101 – malgrado la immaturità tecnica dei primi anni ’60.
Nel podcast curato dal prof. Paolo Colombo, ne emerge un affresco intrigante dell’Olivetti di Adriano, fucina di sogni, di creatività e di cultura raffinata, ma anche di robusti successi commerciali a livello internazionale. Dalla trama narrativa riaffiorano cammei di figure che, in modi diversi, hanno fatto la nostra storia, da Valletta a Visentini, da Cuccia ad Agnelli, da Moro a Segni. Accanto a loro vengono alla luce anche personaggi meno noti a livello nazionale, che tuttavia sono espressione di una vicenda prodigiosa, capace di dare un grandissimo contributo al benessere dell’intero paese. Eppure, nel ’64, l’Olivetti venne costretta ad abbandonare la divisione elettronica, lasciando che i frutti del genio italiano si seccassero sulla pianta.
È l’emblema della miopia di una certa classe dirigente politica e industriale incapace di coraggio e di visione prospettica che, in quel caso come in altri, frenò lo sviluppo di potenziali ‘Silicon Valley’ italiane.