Episodit
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Oltre alla cancelliera tedesca Angela Merkel, solo il presidente russo Vladimir Putin viene dal Vecchio mondo, quello diviso in due dalla Guerra fredda e dal Muro di Berlino. Ma la Germania non è la Russia, il che aiuta a meglio comprendere la parabola dell'uomo che da venti anni esatti ne è il padrone assoluto. Ed è deciso a restituire al suo Paese la grandezza perduta. Costi quel che costi. Lo racconta Edoardo Vigna.
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Puuttuva jakso?
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A 90 anni dal famoso martedì nero di 90 anni fa, è la voce di Daniele Manca (vicedirettore del Corriere della Sera) a raccontare le ragioni del crollo della Borsa di New York. E soprattutto le conseguenze, a breve e lungo termine, dello choc che cambiò la storia del '900.
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Milano, 11 luglio 1979, ore 23.45: quattro colpi di pistola uccidono l'avvocato Giorgio Ambrosoli. A sparare è William Joseph Arico, un uomo della mafia americana. Ma a chiedergli di farlo, in cambio di 50mila dollari, è stato Michele Sindona, finanziere proprietario della Banca privata italiana, finita in bancarotta e di cui Ambrosoli era stato nominato commissario liquidatore. Un incarico di cui l'avvocato milanese conosceva benissimo i rischi, perché il denaro che aveva reso potente Sindona era di provenienza dubbia (o per meglio dire chiarissima). E gli amici che cercavano di proteggere il banchiere siciliano erano molto importanti. Uno su tutti, l'allora presidente del Consiglio Giulio Andreotti. Ma nemmeno questo bastò a fermare Ambrosoli. Fino a quella sera in una via elegante di Milano.
A raccontarlo è Cesare Giuzzi, giornalista di cronaca nera del Corriere della Sera, insieme a Umberto Ambrosoli e Corrado Stajano. -
Il 2019 celebra il quarantesimo anniversario dalla nascita del walkman e il trentesimo anniversario dalla nascita del Game Boy. Entrambi originari del Giappone, sono i dispositivi che più di ogni altro hanno inaugurato l’epoca dell’elettronica di consumo. Quella da mettere addosso, in tasca, da portare sempre con noi, sull’autobus mentre si va a scuola, passeggiando, in treno o in aereo, annoiati dalle tante ore di volo intercontinentale. La tecnologia che smette di avere confini, che non è più schiava della corrente elettrica o di massicci impianti, troppo pesanti da trasportare. Per certi versi, addirittura gli antenati di smartphone e tablet. E, perché no, dei podcast.
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Era già successo, nel 1963, che Inter e Milan vincessero una lo scudetto e l'altra la Coppa dei Campioni. E sarebbe capitato di nuovo, nel 2007. Ma la doppietta di trent'anni fa, maggio 1989, resta unica. Per tanti motivi, come il record di punti (58) stabilito dai nerazzurri di Trapattoni e mai più battuto nell'epoca dei due punti a vittoria. O come il primo trionfo in Europa dei rossoneri di Sacchi (e l'allora imprenditore televisivo Silvio Berlusconi), grazie a un modo di giocare che ha segnato un'epoca.
Ed è proprio questo il punto. L'Inter e il Milan di quel 1989 diventarono anche i simboli di una "guerra di religione" intorno al football. Da una parte, i tradizionalisti, convinti che il calcio all'italiana (di cui Trapattoni era il rappresentante per eccellenza) fosse l'unico possibile per le squadre nel nostro Paese. Dall'altra, gli innovatori (di cui Sacchi fu il capofila), che s'ispiravano ai modelli europei - in particolare quello olandese del calcio totale.
Ne seguirono polemiche furibonde e una stagione trionfale. Dopo la quale il calcio non fu più lo stesso. In generale. E nei particolari. Basta confrontare il modo in cui si scrivevano le formazioni delle squadre allora e come li scriviamo adesso. Lo racconta Tommaso Pellizzari nella terza puntata di "Solferino 28", il primo podcast del Corriere della Sera, in collaborazione con Storytel.
Potete ascoltare i primi minuti dell'episodio. La versione completa di questo podcast e di tutta la serie di Solferino 28 è disponibile in esclusiva per gli abbonati a Corriere Naviga+ e Corriere Tutto+, e sulla app di Storytel.it (https://www.storytel.com/it/it/). -
Aprile 1994: in un Paese grande come la Lombardia e nel cuore dell'Africa, il governo hutu organizza lo sterminio della minoranza etnica dei tutsi. In proporzione, è come se in tre mesi la maggioranza degli italiani avesse spazzato via dai 6 ai 10 milioni di connazionali, uccisi per i loro tratti somatici, la loro origine riportata sulle carte d'identità. Il mondo avrebbe potuto fermare la tragedia del Ruanda? Se lo chiede Michele Farina in questa emozione seconda puntata di "Solferino 28", il primo podcast del Corriere della Sera, in collaborazione con Storytel.
Potete ascoltare i primi minuti dell'episodio. La versione completa di questo podcast e di tutta la serie di Solferino 28 è disponibile in esclusiva per gli abbonati a Corriere Naviga+ e Corriere Tutto+, e sulla app di Storytel.it (https://www.storytel.com/it/it/). -
A quarant’anni dall'elezione di Margaret Thatcher, prima donna premier della Gran Bretagna, a Downing Street c’è di nuovo una donna, Theresa May (ma chissà per quanto ancora), cui è toccato gestire la Brexit, ovvero la più difficile crisi per il Regno Unito dal dopoguerra a oggi.
Fare paragoni tra le due leadership è ovviamente impossibile. E forse anche un po’ blasfemo, visto il ruolo che si è conquistata nella storia del mondo la Lady di ferro. Un filo però c’è, a legare queste due epoche così lontane e queste due signore così diverse, come racconta Antonio Polito in questo primo episodio di "Solferino 28", il primo podcast del Corriere della sera in collaborazione con Storytel.
Potete ascoltare i primi minuti dell'episodio. La versione completa di questa puntata e di tutta la serie di "Solferino 28" è disponibile in esclusiva per gli abbonati a Corriere Naviga+ e Corriere Tutto+, e sulla app di Storytel.it (https://www.storytel.com/it/it/).