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C’è un prima e un dopo Salvemini per tutti coloro che sono stati colpiti o sfiorati dalla tragedia di Casalecchio di Reno. Tra le persone la cui vita è stata letteralmente sconvolta dal giorno della strage c’è Benito Fusco che all’epoca ricopriva il ruolo di assessore a Casalecchio e a cui è toccato, in quella veste, l’arduo compito di accompagnare i familiari delle vittime all’obitorio di Medicina legale di Bologna. Un’esperienza toccante e dolorosa che genera in lui un cambiamento radicale e che ci racconta in questo ultimo episodio di “Cherosene. Storia di un aereo contro una scuola”. Il suo “dopo Salvemini” è la via del sacerdozio. Una svolta che giunge al termine di altre giravolte esistenziali che hanno caratterizzato la sua vita. Dapprima membro attivo di Lotta Continua, poi esponente politico, infine uomo di Chiesa.
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Per alcuni è la tredicesima vittima del 6 dicembre 1990, per altri un assassino che, finito il processo a suo carico, ha voluto sparire nel nulla. Bruno Viviani, il pilota dell’Aermacchi 326 fuori controllo, dall’indomani della sentenza che lo ha prosciolto, nel 1997, non ha più rilasciato dichiarazioni. Nessuno ha sue notizie. Il cerchio del nostro racconto prova a chiudersi mettendoci sulle sue tracce in questo episodio di “Cherosene. Storia di un aereo contro una scuola”. La missione appare in salita e pressoché impossibile, ma il tentativo è d’obbligo.
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Vittime, feriti, sopravvissuti sopraffatti dal senso di colpa: qual è l’origine di tutta questa sofferenza? Questa la domanda da cui parte questo episodio di “Cherosene. Storia di un aereo contro una scuola”. Le indagini preliminari durano quattro anni e hanno l’obiettivo di stabilire se e quali responsabilità ci siano in capo al pilota Bruno Viviani e ai suoi superiori. Nel 1995 arriva la condanna in primo grado: colpevoli di disastro colposo e omicidio colposo plurimo. Due anni dopo, la sentenza di Appello ribalterà il verdetto: tutti innocenti, perché il fatto non costituisce reato. Nelle famiglie delle 12 vittime e nella comunità di Casalecchio rimane l’amarezza, la rabbia e quel senso di ingiustizia che lasciano delle morti senza responsabili.
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La sezione IIA colpita dallo schianto dell’Aermacchi 326 è decimata. Dei 16 ragazzi che la compongono si salvano solo quattro studenti e la docente di tedesco. Per loro, e per gran parte dei feriti delle altre classi che riportano ustioni e fratture, inizia un lungo periodo di ricoveri, operazioni, cure e riabilitazioni. In questo episodio di “Cherosene. Storia di un aereo contro una scuola” raccontiamo il ritorno tra i banchi, che sorprendentemente avviene per tutti in breve tempo, così come il recupero fisico. Di contro, le conseguenze psicologiche di quanto vissuto restano a lungo e in particolare per i quattro della IIA scampati al destino toccato ai loro compagni.
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Sono Debora, Laura, Sara, Laura, Tiziana, Antonella, Alessandra, Dario, Elisabetta, Elena, Carmen e Alessandra i 12 ragazzi di 15 anni che hanno perso la vita mentre erano in classe. Vittorio e Roberto, i papà di Alessandra e Debora, in questo episodio di “Cherosene. Storia di un aereo contro una scuola” ci parlano di loro, di quando erano bambine e dei loro sogni. Ci raccontano anche di quelle ore strazianti, in attesa che i nomi delle figlie comparissero sulla lista dei sopravvissuti; e poi, il momento più difficile: quello del riconoscimento all’obitorio. Appena celebrati i funerali delle 12 giovani vittime, qualcuno inizia a parlare di una tredicesima vittima. È il giornalista Enzo Biagi a definire così il tenente Bruno Viviani che era ai comandi dell’Aermacchi 326 fuori controllo.
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All’Istituto tecnico Salvemini di Casalecchio di Reno la routine scolastica è stata bruscamente interrotta da un boato fortissimo: un aereo militare in avaria si è appena schiantato contro la scuola, entrando nell’aula che ospita la IIA, come abbiamo raccontato nel primo episodio di “Cherosene. Storia di un aereo contro una scuola”. Tra le mura della scuola si scatena l’inferno. I Vigili del Fuoco arrivano subito, mentre dalle finestre si stanno già lanciando studenti e insegnanti, nel tentativo di sfuggire alle fiamme e ai fumi tossici del cherosene bruciato. I feriti vengono portati in diversi ospedali, i genitori vengono invece radunati nell’aula magna dell’Ospedale Maggiore di Bologna dove arriva anche una lista: sono i nomi dei ricoverati, in continuo aggiornamento. All’appello ne mancano però 12, e non compariranno mai nell’elenco dei sopravvissuti.
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La mattina del 6 dicembre 1990 un aereo militare modello Aermacchi 326 in avaria colpisce, fuori controllo, la sede distaccata dell’Istituto Salvemini di Casalecchio di Reno (Bologna). In quel momento nella scuola sono presenti 300 ragazzi e di lì a poco sarebbe suonata la campanella dell’intervallo. Il velivolo sfonda una parete dell’edificio ed entra con l’intera carlinga nell’aula dove la sezione IIA sta facendo lezione di tedesco. Lo scenario che si presenta, a chi accorre per i primi soccorsi e che raccontiamo in questo primo episodio di “Cherosene. Storia di un aereo contro una scuola”, è quello di un'enorme voragine in un muro e di molti studenti con i volti anneriti che si lanciano dalle finestre dei piani alti per salvarsi.
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Il 6 dicembre 1990 un aereo militare Aermacchi 326 in avaria si schianta, durante un’esercitazione, contro la succursale dell’Istituto Salvemini di Casalecchio di Reno, vicino a Bologna. Entra con l’intera carlinga all’interno di un’aula della scuola. Muoiono 12 studenti tra i 15 e i 16 anni, i feriti sono 88. “Cherosene - Storia di un aereo contro una scuola”, è il podcast di Anita Panizza ed Elisabetta Fusconi che ricostruisce l'intera vicenda attraverso le testimonianze dei sopravvissuti, di chi è corso in aiuto nell’immediato e di coloro che da più di 30 anni si battono perché questa tragedia non venga dimenticata.