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Il pianista Giuseppe Azzarelli ci conduce in un viaggio musicale attraverso le “sette soglie delle origini”, questo il nome del suo ultimo album, nel quale la scala musicale diventa struttura simbolica di collegamento tra il Cosmo e l’Uomo, una linea discendente di influenze in cui ciascun suono, ciascuna nota, è una soglia. Questo lavoro di ricerca che unisce cosmogonia e suono, richiama la spiritualità di del mistico sufi e musicista indiano Hazrat Inayat Khan e alcuni inni dei Rig Veda, che esploreremo in musica attraverso uno degli strumenti più antichi, la veena.
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Dhafer Youssef compositore tunisino, noto per il suo straordinario talento nell’oud, fonde il suono mistico della tradizione sufi con il jazz, l’elettronica e altre influenze moderne. In questa puntata i suoi brani più famosi, partendo da Satyagraha, dedicato a Gandhi, in un raffronto con l’omonima opera di Philip Glass fino ad un live con l’amico Zakir Hussei, celebre maestro delle tabla.
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Il jazz “spirituale” del trombettista britannico Matthew Halsall e dell’orchestra Gondwana, combinano elementi del jazz classico con influenze della world music, della tradizione indiana e della meditazione, ispirandosi a due pionieri, Alice Coltrane e Pharoah Sanders come nel celebre brano Journey in Satchidananda, che tenta di accennare in musica la descrizione della natura essenziale dell'Assoluto o del Divino: un'esistenza eterna, consapevole e gioiosa.
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Le tabla furiose di due grandi maestri delle percussioni indiane, Tanmoy Bose e Bickram Ghosh, si esprimono, in questa puntata, in virtuosismi a solo e accompagnando altri grandi artisti della tradizione come la splendida voce di Kaushiki Chakraborty e il flauto bansuri di Naveen Kumar. Nella seconda parte spazio anche alle sperimentazioni di jazz ed elettronica del sassofonista John Surman.
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Purbayan Chatterjee è un acclamato e versatile virtuoso del sitar indiano, noto per le sue straordinarie abilità e il suo approccio innovativo alla musica. Hania Rani, una giovane pianista che unisce lo stile neoclassico all’elettronica. Insieme, saranno i protagonisti della prossima puntata di “Dall’India con amore”, nella quale ascolteremo i loro ultimi album.
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Il flauto bansuri del maestro indiano Ronu Majumdar mescola la classica hindustani al jazz. In questa puntata alcuni dei suoi brani che esprimono in musica paesaggi naturali dell’India e poi un confronto con un altro maestro del jazz, il sassofonista statunitense Charles lloyd.
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In questa puntata la “Afro-American Symphony” di William Grant Still, il “decano dei compositori afroamericani” che unisce la classica al ragtime, blues e spiritual e la “decana”
Hazel Scott Lee, pioniera del jazz, virtuosa del pianoforte. Ascolteremo anche la composizione di Mozart Ganz Kleine Nachtmusik, K648, scoperta nei giorni scorsi nelle biblioteche municipali di Lipsia.
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The Dharma at Big Sur” del celebre compositore contemporaneo John Adams, è l’opera protagonista della prossima puntata di “Dall’India con amore”. Ispirata dall’omonimo romanzo di Jack Kerouack. Scritta per violino elettrificato e orchestra, richiama l’introspezione emotiva e la ricerca spirituale della beat generation. Adams commenta anche: “Volevo esprimere quel momento, il cosiddetto "shock of recognition”, quando si raggiunge il limite della massa continentale. Sulla costa atlantica, l'aria sembra annunciarlo con il suo sapore salato e i suoi profumi di salsedine. Arrivare sulla costa della California è un'esperienza del tutto diversa. Invece di cedere dolcemente il terreno all'acqua, la piattaforma occidentale precipita violentemente, spesso da altezze vertiginose, come avviene a Big Sur, il tratto di scogliera a metà strada tra Santa Cruz e Santa Barbara. Qui la corrente batte e frantuma il litorale in un ritmo lento e pigro di potenza terrificante. Per un nuovo arrivato, il primo impatto provoca un effetto viscerale di grande complessità emotiva
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In questa puntata la nuova classica del pianista americano Dustin O’Halloran, minimalismo delicato e introspettivo, e poi alcuni dei brani più significativi del compositore indiano A.R. Rahman, tra Bollywood e tradizione.
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Riprende “Dall’India con amore” il programma dove l’oriente incontra l’occidente, alla sua quinta stagione. Protagoniste della puntata le montagne, dalle Alpi all’Himalaya, in un viaggio musicale di ascesa attraverso i compositori Alan Hovhannes, del quale ascolteremo la sinfonia “Mysterious Mountain”, Stephen Chatman con “Due North”, John Williams e il maestro indiano Rahman. Sabato ore 10 ed in replica domenica alle 22, con Andrea Bossari.
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Nell’ultima puntata della stagione di “Dall’India con amore”, un’infilata di cartoline estive in musica: brani di Debussy, Ravel, Charpentier, Ravi e Anoushka Shankar che evocano il mare, le alpi, il viaggio.
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In questa puntata la nuova classica dei pianisti Olaf Arnalds, islandese e Alice Sara Ott che reinterpretano Chopin. Nella seconda parte il viaggio musicale procede verso oriente con la pianista giapponese Aki Takahashi, tra le sue collaborazioni più celebri quella con John Cage, e infine la splendida voce del cantante pakistano Asaf Aslam e le sue colonne sonore di Bollywood.
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In questa puntata due pianiste jazz uniche del novecento: Emahoy Tsegué-Maryam Guèbrou, monaca etiope e la giapponese Toshiko Akiyoshi, oggi novantaquattrenne, uniscono la tradizione dei loro paesi al jazz. Nella seconda parte spazio ad un altro pianista contemporaneo, Vijay Iyer, di origine indiane, collabora con la cantante pakistana Arooj Aftab, la cui voce crea atmosfere meditative e profonde.
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Il chitarrista statunitense Larry Coryell, jazzista e sperimentatore fusion, reinterpreta il capolavoro di Nikolaj Rimskij-Korsakov: Sheherazade, largo e maestoso. Le atmosfere da mille e una notte ci spingeranno poi verso l’india dove Coryell, sempre alla chitarra, duetta con L. Subramaniam, tra i più celebri violinisti indiani contemporanei.
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E’ stato uno dei più celebri direttori d’orchestra del suo tempo, meno nota invece la sua conoscenza dell’esoterismo attraverso lo studio di musicisti iniziati e la sua appartenenza alla massoneria. In questa puntata ascolteremo alcune registrazioni storiche di Toscanini, nelle quali dirige la NBC orchestra, e anche una sua sfuriata con gli orchestrali, i quali rimasero sempre devoti al maestro, riconoscendo la sua altezza morale. Nella seconda parte, il concetto guru-shishya, maestro e allievo, nella cultura indiana.
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Puntata all’insegna dell’incontro tra le culture con la nuova classica dei compositori contemporanei Mason Bates e Tan Dun: insieme hanno creato la Internet Symphony n.1 Eroica, un progetto che ha riunito, tramite YouTube, musicisti da tutto il mondo. Nella seconda parte l’indojazz elegante del sassofonista George Brooks
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Larry Adler, maestro dell’armonica a bocca, uno dei più importanti del novecento, ha elevato questo strumento introducendolo nella classica, collaborando con Gershwin. In questa puntata duetta con il violinista John Mayer, pioniere dell’indojazz, in alcuni raga e brani nei quali il jazz incontra la tradizione indiana.
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Gli scrittori e autori Claudio Cardelli, presidente dell’associazione Italia-Tibet, e Piero Verni, presidente dell’associazione Heritage of Tibet, ci parleranno della terra dei lama e dell’attuale situazione politica. Accompagnati dal jazz e indojazz di Paul McCandless maestro di clarinetto e oboe, Glen Moore al basso, Colin Walcott al sitar e del musicista indiano Vasant Rai.
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Il compositore Ryuichi Sakamoto infastidito dalla musica dozzinale del suo ristorante giapponese preferito a New York, creò una selezione di brani adatti all’atmosfera e cucina “Shojin Ryori”, quella vegetariana buddhista. Ne nacque la Kajitsu Restaurant Playlist, i cui brani delicati ed introspettivi, svelano parte dell’animo del compositore e creano atmosfere rilassate e meditative.
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Il sassofono di George Brooks è il protagonista della puntata. Strumento inusuale per la classica indiana, Brooks interpreta i raga tradizionali e crea uno stile indojazz unico, collaborando con i musicisti più celebri del subcontinente.
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