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I delitti di Alleghe sono una serie di omicidi che hanno sconvolto il piccolo paese tra le Dolomiti in provincia di Belluno tra il 1933 e il 1946. Il primo caso risale al 9 maggio 1933, quando Emma De Ventura, cameriera dell'Albergo Centrale, venne trovata in una stanza con la gola tagliata. Il caso fu frettolosamente archiviato come suicidio. Pochi mesi dopo, il 4 dicembre 1933, Carolina Finazzer, moglie di Aldo Da Tos, annegò misteriosamente nel lago del paese. Anche in questo caso, le autorità parlarono di suicidio. Nel 1946, la scia di sangue proseguì con il duplice omicidio dei coniugi Luigi e Luigia Del Monego, gestori di uno spaccio e di una panetteria. I due furono assassinati a colpi di pistola mentre tornavano a casa. Si ipotizzò una rapina, dato che dalla borsa di Luigia erano scomparsi denaro e gioielli. Solo nel 1952, grazie all'inchiesta del giornalista Sergio Saviane, emerse la verità. Gli omicidi erano stati pianificati ed eseguiti per occultare scandali e proteggere interessi famigliari.
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L'autrice di questo episodio è Moira Missori
Questa è un'opera di fantasia ispirata da una storia vera. Ogni riferimento a luoghi reali, eventi o personaggi realmente esistiti è rielaborato dall'immaginazione. Gli eventi narrati sono il frutto della creatività dell'autore e qualsiasi somiglianza o discordanza con persone reali, luoghi e eventi accaduti è puramente casuale. -
Il 13 novembre 1994, Luca Amorese, un ragazzo di 14 anni soprannominato il “Pelé del Quadraro” per il suo talento calcistico, scompare nel nulla a Roma. Quella sera, si allontana a bordo del motorino appena acquistato, ma non farà più ritorno a casa. Pochi giorni dopo, la famiglia riceve una lettera attribuita al ragazzo che nel messaggio, afferma di essersi allontanato volontariamente. Ma le sue parole sollevano inquietanti interrogativi anziché offrire conforto. Le indagini puntano su Elvino Gargiulo, un settantenne conosciuto come “il nonno”, e sul figlio Mario, entrambi sospettati anche di altre sparizioni misteriose: quella di Luigina Giumento e della nipote Valentina Paladini, scomparse nel 1991. L’ombra di abusi e un passato oscuro alimentano i sospetti contro di loro, ma mancano prove concrete per fare piena luce sulla vicenda. La scomparsa di Luca Amorese, insieme a quelle di Luigina e Valentina, rimane un enigma irrisolto. Un capitolo doloroso che segna ancora oggi la memoria del Quadraro e lascia aperte ferite che il tempo non ha saputo rimarginare.
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Marianna de Leyva, era una suora benedettina vissuta nel XVI secolo, nota come la Monaca di Monza. Costretta a entrare in convento dal padre, ebbe una vita segnata da un amore proibito con il conte Gian Paolo Osio, da cui ebbe due figli. La relazione portò a vari omicidi e al processo canonico voluto dall’arcivescovo Federico Borromeo. Suor Virginia Maria, come era conosciuta nel convento, fu condannata a essere murata viva e trascorse oltre tredici anni in isolamento, morendo nel 1650. La sua vicenda ispirò il personaggio di Suor Gertrude ne “I Promessi Sposi” di Alessandro Manzoni.
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Il 14 luglio 1998, Marco Mariolini assassinò Monica Calò a Verbania con 22 coltellate. Arrestato poco dopo, fu processato con rito abbreviato dalla corte d’assise di Novara e condannato a 30 anni di reclusione. Sebbene abbia scontato la pena, Mariolini è attualmente internato in un ospedale psichiatrico per la sua persistente pericolosità sociale.
Il caso destò grande attenzione mediatica, non solo per la violenza dell’omicidio, ma anche per il profilo psicologico dell’assassino. Mariolini aveva infatti pubblicato, prima del delitto, il libro "Il cacciatore di anoressiche", in cui confessava le sue ossessioni e il desiderio di controllo assoluto sulle partner, delineando un ritratto inquietante della propria mente disturbata. La vicenda è stata successivamente adattata nel film *Primo amore*, diretto da Matteo Garrone. -
L’Unabomber italiano è un terrorista non identificato che ha colpito le regioni del Veneto e del Friuli-Venezia Giulia con oltre 30 bombe tra il 1994 e il 2006. Gli attentati, che hanno causato numerose ferite ma nessuna morte, erano caratterizzati da ordigni improvvisati collocati in luoghi pubblici. Nonostante le indagini e l’arresto di Elvo Zornitta, un ingegnere sospettato del crimine, il caso è stato archiviato nel 2009 per mancanza di prove. Questo evento ha sollevato interrogativi sulla sicurezza pubblica e sull’efficacia delle indagini.
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Il caso dell'esorcismo di Polistena riguarda la tragica morte di Maria Ilenia Politanò, una neonata di nemmeno due mesi, avvenuta il 12 settembre 1994. Convinti che la bambina fosse posseduta dal demonio, i genitori e alcuni familiari tentarono un rituale di esorcismo, durante il quale la piccola fu brutalmente percossa e maltrattata fino alla morte. Questo evento sconvolse l'intera comunità e suscitò un acceso dibattito a livello nazionale, sollevando questioni legate agli estremismi religiosi e all’abuso sui minori. Dopo l'arresto, tutti i membri della famiglia coinvolti vennero scarcerati tranne Vincenzo Fortini, ritenuto l'esecutore materiale del delitto. Nel 1996, la Corte d'Assise di Palmi assolse tutti e condannò Fortini a 18 anni di carcere. La sedicente maga Yvette Duval, che aveva alimentato le paure della famiglia, fu condannata a 1 anno e 8 mesi di reclusione per truffa, nonostante non fosse presente il giorno dell'omicidio.
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Luca Delfino è tristemente noto come "il killer delle fidanzate". Nel 2007, alla vigilia del suo 33° compleanno, uccise brutalmente la sua ex fidanzata, Antonella Multari, accoltellandola per strada a Sanremo. Per questo omicidio fu condannato a 16 anni e otto mesi, usufruendo del rito abbreviato e del riconoscimento di una semi-infermità mentale. L'omicidio di Antonella avvenne solo 14 mesi dopo la morte sospetta della sua precedente compagna, Luciana Biggi, trovata sgozzata a Genova. Sebbene fosse stato il principale sospettato anche di questo delitto, Delfino fu assolto per insufficienza di prove. Già noto per il suo comportamento possessivo e violento, era stato più volte denunciato per minacce e aggressione. Il suo caso suscitò un acceso dibattito pubblico, evidenziando le falle del sistema giudiziario e l’incapacità delle istituzioni di proteggere le donne dalla violenza domestica e dai partner pericolosi. Oggi, dopo aver scontato la sua pena, Luca Delfino risiede in una REMS genovese, perchè ritenuto ancora socialmente pericoloso.
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Il "Mostro di Arbus", Sergio Curreli, è responsabile di un efferato duplice omicidio avvenuto in Sardegna nel 1982. Due turisti tedeschi furono brutalmente uccisi a colpi di fucile mentre erano in vacanza. Questo crimine ha suscitato grande scalpore sia in Italia che in Germania. Curreli fu riconosciuto colpevole e condannato all'ergastolo, con le pene confermate in Appello e Cassazione. Il caso ha segnato un periodo oscuro per la Provincia di Cagliari, alimentando paure e speculazioni su un possibile collegamento con i delitti del Mostro di Firenze.
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Il massacro del Morrone avvenne il 20 agosto 1997, quando il pastore macedone Halivebi Hasani uccise brutalmente Diana Olivetti e Tamara Gobbo, mentre Silvia Olivetti sopravvisse fingendosi morta. Le tre ragazze erano in escursione sul monte Morrone quando furono aggredite. Grazie alla testimonianza di Silvia, Hasani fu arrestato e successivamente condannato all’ergastolo. Questo tragico evento scosse profondamente l’Abruzzo e l’Italia intera.
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Il delitto Murri è uno dei casi di cronaca nera più famosi dell'Italia di inizio Novecento. Il 2 settembre 1902, a Bologna, il corpo senza vita del conte Francesco Bonmartini viene trovato nel suo appartamento in via Mazzini 39. La famiglia Murri, una delle più rispettate e note della città, viene travolta dallo scandalo. Le indagini portano alla scoperta di un complotto orchestrato da Linda Murri, esasperata dai maltrattamenti del marito, con la complicità del fratello Tullio. Il processo che segue cattura l'attenzione dell'opinione pubblica e si concluderà con pesanti condanne, anche se i protagonisti otterranno la grazia negli anni successivi. Questo caso è emblematico del conflitto tra la Bologna aristocratica e la nuova modernità, segnando un'epoca di profondo cambiamento sociale e culturale.
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Il "Caso del Canaro della Magliana" è uno dei crimini più famosi e macabri della cronaca italiana. Nel 1988, Pietro De Negri, un toelettatore di cani noto come "Er Canaro," uccise brutalmente Giancarlo Ricci, un ex pugile che per anni lo aveva tormentato e umiliato. Dopo un crescendo di violenze, "Er Canaro" decise di vendicarsi, torturando e uccidendo Ricci in modo raccapricciante. De Negri fu condannato e, dopo aver scontato 16 anni di carcere, venne rilasciato nel 2005. Nonostante il suo desiderio di essere dimenticato, la vicenda è rimasta indelebile nella memoria di Roma.
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Il caso di Yara Gambirasio, la giovane ginnasta di 13 anni scomparsa il 26 novembre 2010 a Brembate di Sopra, Bergamo, ha scosso profondamente l’Italia. Il suo corpo è stato ritrovato tre mesi dopo, il 26 febbraio 2011, in un campo a Chignolo d’Isola. Le indagini hanno portato all’arresto di Massimo Bossetti, che è stato successivamente condannato all’ergastolo. Il caso ha suscitato grande interesse mediatico e ha evidenziato l’importanza delle prove genetiche nel processo penale.
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Nel giugno 2000, Chiavenna fu scossa dall'omicidio di Suor Maria Laura Mainetti, madre superiora dell'istituto delle Figlie della Croce di Sant'Andrea. Tre adolescenti, pianificarono e commisero il delitto, motivate da noia e ribellione. Dopo giorni di telefonate e tentativi falliti, le ragazze riuscirono a isolare la suora e la uccisero con diciannove coltellate. Sebbene inizialmente si pensasse a un omicidio a sfondo satanico, le indagini rivelarono una distorta ricerca di affermazione personale. Suor Maria Laura Mainetti è stata proclamata beata il 6 giugno 2021, riconosciuta per il suo martirio.
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Jennifer Zacconi, sparì da Olmo di Martellago, Venezia, il 29 aprile 2006 all'età di 20 anni mentre era incinta. La tragica vicenda scosse l'intera nazione a causa delle terribili circostanze emerse dalle indagini. Jennifer venne ritrovata morta, sepolta viva con il bambino che portava in grembo. Le ricerche rivelarono il coinvolgimento di Lucio Niero, con cui la ragazza aveva una relazione clandestina e che era il padre del bambino. Niero venne condannato a trent’anni di reclusione. Questo caso evidenziò gravi problemi riguardanti la sicurezza delle donne e la risposta delle autorità alla violenza di genere. La famiglia di Jennifer continuò a lottare per ottenere giustizia, criticando il sistema penale italiano per la gestione del caso.
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Nel maggio del 1956, Franco Percoco commise un triplice omicidio che sconvolse l’Italia. Dopo aver brutalmente ucciso i suoi genitori e il fratello minore nella loro casa di via Celentano 12, ha convissuto con i cadaveri per oltre dieci giorni, senza mostrare alcun segno di ansia, ma evidenziando un insolito buonumore. Fu processato e condannato all’ergastolo dal tribunale di Bari il 12 luglio 1958, ma la pena venne ridotta a 30 anni nel 1960. Questo orribile crimine gli valse il soprannome di “Mostro di Bari”.
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Nella notte tra il 14 e il 15 gennaio 1984, nell’appartamento di via Pisana a Scandicci, viene trovato accoltellato l’agente di polizia Nello Fontanarosa. La moglie Patrizia Badiani, inizialmente, racconta di un’intrusione in casa da parte di due ladri, ma le indagini sveleranno una vicenda più complessa. Patrizia Badiani e il giovane amante Gennaro Clausi vengono arrestati con l’accusa di omicidio premeditato. Durante il processo emergeranno due versioni contrastanti dei fatti. Patrizia Badiani verrà condannata all’ergastolo, Clausi a ventidue anni di reclusione. La donna, dal carcere, continuerà a proclamare la sua innocenza.
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La vicenda di Sonya Caleffi, un’infermiera coinvolta in una serie di omicidi e tentati omicidi ai danni dei pazienti, rivela un intricato intreccio tra disturbi psichici e personalità complessa. Le azioni dell’”Angelo della Morte” sono state scoperte in seguito a un’indagine sull’aumento dei decessi durante i suoi turni ospedalieri. Condannata nel 2006 a vent’anni di carcere, ha ottenuto il rilascio nel 2018. La sua vicenda ha sollevato interrogativi sulle procedure di selezione e monitoraggio del personale sanitario e ha messo in luce le sfide del sistema penale nel trattare casi così complessi.
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Andrea Maria Rea, il “Mostro di Posillipo”, è un pluriomicida noto in Italia negli anni ’80. Il primo delitto è avvenuto a Napoli, dove ha ucciso Silvana Antinozzi, una dipendente comunale. Il secondo caso riguarda Anna Bisanti, una donna scomparsa anni prima. Rea è stato giudicato incapace di intendere e volere a causa di disturbi mentali ed è stato internato in diversi ospedali psichiatrici. La sua storia ha suscitato interesse e interrogativi, principalmente per il suo coinvolgimento nei delitti del “Mostro di Firenze”.
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Il 30 gennaio 2002, a Cogne, il piccolo Samuele Lorenzi, di soli tre anni, viene trovato gravemente ferito dalla madre nella loro casa di Montroz. Nonostante i tentativi di soccorso, il bambino muore poche ore più tardi in ospedale, dando il via a un'indagine per omicidio che sconvolge la tranquillità del pittoresco paese valdostano, originariamente conosciuto per la sua bellezza paesaggistica. L'attenzione mediatica nazionale si concentra sul caso, portando alla luce l'ipotesi del coinvolgimento della madre, Annamaria Franzoni.
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Il 30 gennaio 2002, a Cogne, il piccolo Samuele Lorenzi, di soli tre anni, viene trovato gravemente ferito dalla madre nella loro casa di Montroz. Nonostante i tentativi di soccorso, il bambino muore poche ore più tardi in ospedale, dando il via a un'indagine per omicidio che sconvolge la tranquillità del pittoresco paese valdostano, originariamente conosciuto per la sua bellezza paesaggistica. L'attenzione mediatica nazionale si concentra sul caso, portando alla luce l'ipotesi del coinvolgimento della madre, Annamaria Franzoni.
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