Episodes
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Quand’è che ti senti davvero vivo?
Quando corpo, anima e mente si muovono all’unisono, ecco quando. Attività in un parco, camminata in montagna, surf al mare, magutto in pianura.
Non è solo poesia: è scienza. Il corpo in movimento cambia i pensieri e arricchisce l’anima. Ma non è solo il movimento. È la combinazione con il dove ci muoviamo a creare una miscela esplosiva per mente e corpo!
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Spesso, le tensioni muscolari croniche e la rigidità articolare sono il risultato di stress psicologico.
Il concetto di liberazione del corpo da tensioni accumulate è fondamentale in discipline come la biomeccanica, la fisiologia e la psicologia del movimento. Stress psicologico, traumi fisici o cattive abitudini posturali, possono avere effetti significativi sul nostro benessere generale. Proviamo a capire come funziona il fenomeno della tensione corporea e come questa venga accumulata e rilasciata, con riferimenti a studi scientifici e teorie rilevanti.
Tempo fa, un amico, che sia chiaro, non io, ma un amico, mi raccontò di una cosa molto particolare che gli era accaduta.
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Episodes manquant?
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La capacità di focalizzare l'attenzione su se stessi riconoscendo sensazioni, emozioni, pensieri e percezioni, ossia avere consapevolezza dello stato interiore, è un vantaggio indiscusso, nella vita in generale. Nelle mie attività, diventare consapevoli fa parte spesso del processo; non è il fine ultimo ma è funzionale allo scopo. L’unica cosa, invece, di cui realmente siamo consapevoli oggi è quello che accade agli altri, aggiornati costantemente dai social in tempo reale.
Continuamente distratti (anche se rincoglioniti suona meglio) da ogni forma di comunicazione digitale, giovani e boomer, ci siamo dentro tutti in sta cosa del rincoglionimento di massa; e poi ci si ritrova a pagare qualcuno per riacquisire una condizione, che un tempo avevamo gratis, perché costretti: starcene un po’ con i nostri pensieri. Senza far nulla. Ed ecco che è tutto un fiorire di, guru motivazionali, coach, insegnanti di yoga, tutti trainer del qui e ora ..di cui faccio parte.
La versione fitness della consapevolezza!
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Li presi tutti in una sola estate, una quindicina di chili.
L’obesità è uno dei grandi temi del nostro tempo. Tra “politically correct” e “body shaming”, sembra che ogni volta che si parla di questo argomento si cammini su un campo minato.
E non è una questione di come si appare, o almeno cosi dovrebbe essere, ma di come stai. Questa è l’epoca in cui quando parli di grasso o dei grassi, tutto si riduce ad una questione puramente estetica/psico/morale ed è un attimo che vieni etichettato come insensibile o peggio ancora, "fat-phobic".
Ecco il paradosso: siamo inondati da messaggi che ci dicono di amare e accettare il nostro corpo così com’è, e figurati, va benissimo, – e si finisce nell’accettare anche ciò che danneggia la nostra salute. I difensori del “grasso è bello” sembrano farne una battaglia esclusivamente estetica, dimenticando che l’obesità non è un problema solo di apparenza, ma una questione epidemiologica ben documentata. La verità è che, per alcuni, è più facile nascondersi dietro un manto di accettazione che affrontare il problema con onestà. Lo so che sei già li pronto a lapidarmi; porta pazienza e aspetta la fine. Difendere le forme, sapendo che è conseguenza di stile di vita che porta all’obesità non è “progressista” né “inclusivo”, è ipocrita.
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La gentilezza, cosi come la compassione, il perdono e l’empatia sono valori essenziali per il benessere mentale e sociale; chiunque dotato di buon senso lo percepisce e la scienza lo dimostra. E sai qual’è la cosa sbalorditiva? È che oltre a renderci persone migliori e a migliorare la qualità della nostra vita e di chi ci sta intorno, ce la allunga pure!
Diversi studi scientifici dimostrano che praticare la gentilezza e l’empatia può ridurre lo stress cronico, abbassare la pressione sanguigna e migliorare la salute cardiovascolare. La compassione verso se stessi e gli altri riduce il rischio di depressione, e il perdono contribuisce a liberarsi da emozioni negative che possono logorare mente e corpo.
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La tua postura parla di te, non solo agli altri, ma anche al tuo cervello. Proprio cosi, il tuo corpo racconta storie al tuo cervello, e spesso queste storie sono più drammatiche delle giornate storte che ti capita di vivere. La scienza oggi lo conferma: postura e stato emotivo sono strettamente collegati.
Quando ti senti giù, il tuo corpo si accascia, le spalle si incurvano, il collo si piega verso il basso. Anche se oramai con sti smartphone in mano il collo ce lo stiamo giocando a prescindere.
Ma ecco il twist: non sei curvo perché sei triste, sei anche triste perché sei curvo.
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Decadimento fisico? No grazie!
Invecchiare è un fenomeno biologico naturale, certo, ma per molti oggi è diventato una fase della vita in cui mantenere produttività, indipendenza e buona salute. Insomma, niente sedia a dondolo, vestaglia di lana, tramonti malinconici e mocciosi intorno che ti perculano mentre perdi bava. Se lo facciamo nel modo giusto, possiamo vivere i nostri anni come una continua evoluzione, e non come un inevitabile declino.