Episodes
-
Nel suo libro di memorie dal titolo Porn Again, Josh Sabarra racconta del disturbo ossessivo-compulsivo che lo affligge fin da bambino, delle sue ansie e dei disturbi alimentari.
Solo nella seconda parte del libro il Josh sopito e represso della prima parte esce lentamente allo scoperto, e dopo un coming out piuttosto tardivo, le cose iniziano a rodare, pur nelle difficoltà.
-
Fellow Travelers rientra nel genere narrativo della storia d’amore contrastata, che può avere come esito il lieto fine o la tragedia strappalacrime (finale sofferto, ma generalmente più incisivo). Fin dal primo episodio si imbocca il secondo bivio, dato che la vicenda si snoda su due piani temporali: la rievocazione della storia d’amore tormentata tra Hawk e Tim (iniziata negli anni ’50) e il presente collocato nel 1986 nel quale Tim sta morendo di AIDS. Insomma, il dramma ci è chiaro fin da subito.
Che cosa succede tra gli anni ’50 e il 1986 lo scopriamo di episodio in episodio, tenendo d’occhio i due piani cronologici che si alternano nella narrazione.
Proprio in virtù dell’ampio lasso temporale nel quale si snoda la vicenda, Fellow Travelers finisce anche per essere una storia che rientra nella categoria del “bilancio esistenziale”. E infatti l’ultimo episodio è studiato proprio perché sia possibile tirare le somme delle vite dei due protagonisti.
-
Episodes manquant?
-
Filosofia del buddhismo zen, di Byung-Chul Han, è uno studio “comparatistico”, nel quale la filosofia zen viene messa a confronto con il pensiero di alcuni esponenti della filosofia occidentale: Platone, Liebniez, Fichte, Hegel, Schopenhauer, Nietzsche, Heidegger e altri. Come l’autore stesso dichiara, la “comparatistica” viene impiegata come metodo in grado di dischiudere orizzonti di senso.
Uno dei punti di maggiore dibattito è la definizione del “nulla” che, come è noto, rappresenta il concetto centrale del buddhismo. Hegel lo riconduce al fulcro delle religioni monoteiste, equiparandolo a Dio.
Il nulla buddhista rappresenta il nulla, appunto. Non esercita potere o dominio, non è individualità o sostanza. E’ invece un concetto che rimanda all’immanenza: non punta a un remoto là divino; è invece il qui che caratterizza la natura del buddhismo.
-
In Body Work Melissa Febos parla della sua esperienza di scrivere di sé e del potere che questa pratica narrativa esprime.
Raccontarsi significa mettere in comune il proprio vissuto più intimo, perché possa risuonare nelle storie personali di chi legge; in questa raccolta di saggi Melissa Febos sottolinea come scrivere di sé ci solleciti sui piani emotivo, psicologico e persino fisico.
Body Work è un libro illuminante per chi intende sperimentarsi nella pratica dell’autonarrazione (ma anche dell’autotheory); ci accompagna nel dare una risposta alle domande inevitabili che ci poniamo quando si tratta di raccontarci: quali sono le relazioni più significative della nostra vita? Come si trattano i temi del corpo, del desiderio, del trauma? Come ci si difende dall’accusa di essere centrati su di sé? E, per finire, a chi appartengono le nostre storie più personali?
Insomma, se avete mai pensato di scrivere di voi – in forma di autobiografia, memoria, blog… – questa raccolta di saggi vi verrà sicuramente in aiuto.
-
Le autrici di questo libro sono prostitute, o sex workers – come loro stesse si definiscono.
Le sex workers sono ovunque, esordiscono Molly Smith e Juno Mac nell’introduzione di Prostitute in rivolta. Sono nostre vicine, le incrociamo per strada, nei bar, al supermercato, nella sala d’aspetto degli ambulatori, in chiesa. Ma si trovano anche nei centri di detenzione per immigrati irregolari, e fuori da questi centri, dove altre sex workers protestano.
Sebbene le sex workers siano ovunque, le persone sanno veramente poco di loro; nella maggior parte dei casi l’idea che si ha delle sex workers è fatta di luoghi comuni carichi di stigma e disprezzo. E’ difficile approcciarsi al tema della prostituzione con uno sguardo oggettivo; solitamente sollecita emozioni profonde e antitetiche. Il pregio di questo libro è quello di essere scritto da due sex workers che presentano il punto di vista di un movimento globale, poco conosciuto, ma che ha il merito di dare voce a chi la prostituzione la esercita ogni giorno.
-
Ci sono cose che non scompaiono – scrive Byung-Chul Han nel suo libro Topologia della violenza. La violenza è una di queste. La modernità non si distingue per l’avversione alla violenza, Semplicemente la violenza cambia forma costantemente.
Si modifica secondo le caratteristiche della società. Oggi si sta trasformando in una violenza invisibile; sta diventando da frontale a virale, da brutale a mediata, da reale a virtuale, da fisica a psicologica, da negativa a positiva. In questi movimenti può dare l’impressione di scomparire, perché diventa meno visibile, fino a diventare una sola cosa con il suo opposto: la libertà. La violenza efferata sta mutando in una violenza anonima, desoggettivata, sistemica, integrata all’interno della società.
-
La Psicomagia è una pratica relativamente recente, creata da Alejandro Jodorowsky e può essere definita come un sincretismo e unione di magia popolare, sciamanesimo, arte, psicologia occidentale, misticismo, filosofia, alchimia. Non deve essere tralasciata l’importanza che ha l’intuizione di chi la prescrive.
E’ un intervento performativo, che consente alla parte logica e razionale della nostra mente di entrare in contatto e comunicare con la parte analogica e inconscia.
Teorico e primo ideatore della psicomagia è Alejandro Jodorowsky, che oltre ad essere è un drammaturgo, regista, attore, compositore e scrittore, da anni è anche un assiduo lettore di Tarocchi.
-
Zachary Zane è uno scrittore, editorialista ed esperto di sesso.
Boy Slut non è solo un libro di memorie, e anche un manifesto nel quale Zachary rivendica la sua libertà a fare sesso, ma soprattutto dichiara il suo impegno nel mettere in discussione lo stigma che accompagna la promiscuità.
Il suo libro è ricco di racconti personali, aneddoti, avventure piccanti, comportamenti spregiudicati, perversioni (proprie e altrui), ma soprattutto è il resoconto di un percorso che Zachary racconta a partire dalla sua famiglia – piuttosto permissiva in fatto di comportamenti sessuali – e dal grave disturbo ossessivo compulsivo del quale ha sofferto fin da piccolo e per molti anni.
-
Christopher Penczak, autore di Gay Witchcraft, ritiene che la magia sia una pratica estremamente queer.
Il suo libro non è uno strumento di potere, ma di empowerment, e la magia non è altro che un percorso di sviluppo del proprio rapporto con la spiritualità.
Secondo Penczak la ricerca di spiritualità è in crescita all’interno della comunità queer. Molte persone gay e lesbiche si sentono infatti escluse dalla maggior parte delle religioni. Qualcunə ha cercato una riconciliazione, mentre altrə cercano attivamente in un contesto accogliente, dove non sia necessario scendere a compromessi. Si è alla ricerca di messaggi positivi, modelli di riferimento. archetipi del divino, anche facendo riferimento a una cornice storica e mitologica.
-
Dal punto di vista narrativo, la miniserie The Fall of the House of Usher è molto più articolata del racconto omonimo, del quale però conserva i tratti più caratteristici: Roderick Usher si intrattiene con un visitatore nella casa di famiglia, ormai derelitta; durante la loro conversazione rumori misteriosi e inquietanti arrivano dalla cantina, dove – sia nel racconto che nella serie – Madeline è sepolta viva; l’atmosfera dentro e fuori la casa è lugubre e intrisa di presagi di morte; Rodercik è in preda a disturbi mentali che gli causano irritabilità, allucinazioni
Il racconto di Roderick nella miniserie è imperniato sugli eventi che hanno portato alla morte prematura i suoi sei figli e la nipote.
-
Jordan L. Hawk ha dedicato 11 volumi a Whyborne & Griffin, i protagonisti di una saga che si sviluppa lungo il filone classico della contrapposizione tra il bene e il male.
La figura di Whyborne ripropone il tema della divinità che si incarna in un essere umano destinato a salvare l'umanità.
-
In Girlhood. In un corpo di ragazza, Melissa Febos ripercorre gli anni dell’adolescenza e della giovinezza, prima di trasferirsi a New York e diventare una dominatrix (esperienza raccontata in Whip Smart, di cui ho già parlato in un episodio precedente).
Melissa Febos è una delle scrittrici più interessanti per quanto riguarda le memorie e del racconto di sé. Recentemente è diventata docente di ruolo presso l’Università dell’Iowa.
In Girlhood racconta di quanto sia stato difficile e doloroso entrare nella pubertà prima delle sue coetanee, e di come questo abbia inciso in modo indelebile sulla sua vita di allora e successiva.
-
Amia Srinivasan è l’autrice del testo: Il diritto al sesso. Piacere, desiderio, femminismo, che si compone di una serie di saggi; il saggio che porta il titolo del libro è dedicato agli uomini incel, per i quali il sesso è qualcosa a loro dovuto, e l’esserne deprivati viene vissuto come un affronto intollerabile.
Nell’immaginario collettivo che ancora sopravvive nella nostra società, l’istinto sessuale è qualcosa di innato; è una spinta naturale che garantisce la conservazione della specie, e come tale continua spesso a essere invocato nella giustificazione atavica e acritica degli uomini che – vedendosi privare di questa prerogativa – si arrogano il diritto di ottenerla anche in modo forzato.
-
Le donne difficilmente sono se stesse; più spesso fingono, oppure mentono. E’ vero? E se fosse vero, perché lo facciamo?
Nel suo libro Faking It Lux Alptraum sostiene che per molte donne fingere – e persino mentire – è una strategia di sopravvivenza. In un mondo costruito dagli uomini, a uso e consumo maschile, le donne sono state praticamente costrette a fingere e mentire.
Lux Alptraum passa in rassegna tutta una serie di comportamenti e abitudini adottati dalle donne per muoversi in un mondo dove raramente andiamo bene come siamo. Gli ambiti delle recita sono molti: per prima cosa si finge l’orgasmo, poi si dichiara una maggiore o minore esperienza sessuale, si ricorre ai cosmetici, si inventa il fidanzato, e molto altro.
Leggendo questo testo la maggior parte delle donne si troverà a rientrare in una o più casistiche.
-
Mi sono avvicinata a questo testo con l’idea che il femminismo venisse trattato un po’ alla stregua della democrazia: non si può esportare, sia perché ogni gruppo sociale dovrebbe affrontare e percorrere in modo autonomo un percorso di così ampia portata, sia perché si rischia di fare più danni che altro.
E infatti è così, come ci spiega in modo minuzioso e circostanziato Rafia Zakaria nel testo Contro il femminismo bianco.
Attraverso la sua ricostruzione storica di una serie di passaggi cruciali che hanno come fulcro il colonialismo e l’imposizione di modelli sociali e culturale dei paesi invasori, Zakaria ci spiega perché tutto questo ha avuto un impatto devastante per le donne.
-
I testi di Melissa Febos sono annoverati tra gli esempi più fulgidi dell’autotheory, la pratica mediante la quale le memorie autobiografiche si intrecciano con la teoria.
Anche in Whip Smart il racconto dei quattro anni durante i quali Melissa ha svolto l’attività di dominatrice si accompagnano a riflessioni di più ampio respiro, soprattutto per quanto attiene ai rapporti tra uomini e donne.
-
Laura Willowes è la “zia Lolly”, un’amabile zitella che vive presso la famiglia del fratello. Da sempre però cova in lei una vocazione particolare, che a un certo punto della sua vita si manifesta improvvisamente, inducendola a lasciare Londra per trasferirsi in campagna.
Lolly Willowes è una strega, e il luogo in cui prende dimora non è un posto qualunque, bensì è un paese dove tutti gli abitanti sono streghe o stregoni, e dove l’aspetta niente meno che il Signore delle Tenebre in persona (più o meno in persona, dato che si manifesta sotto forma di gatto, guardiacaccia o paesaggio).
-
Non è da tutti i giorni imbattersi in un libro il cui titolo recita: Sono contenta che mia mamma è morta.
In questo libro Jennette McCurdy racconta come si stata avviata alla carriera di attrice dalla madre.
Quarta e ultima figlia di una coppia scoppiata, finisce per essere il ricettacolo del desiderio della madre di riscattarsi, forse anche per il fatto che quando Jennette ha due anni la madre scopre un cancro al seno al quarto stadio.
Il cancro è una presenza costante per circa vent’anni, e quando la madre muore Jennette inizia a comprendere quanto il comportamento della madre sia all’origine di molti dei sui problemi.
-
Streghe, di Mona Chollet, affronta il tema delle streghe partendo dall’osservazione che storicamente le streghe erano donne tendenzialmente sole, non più giovani, spesso sospette per qualche motivo, e per questo considerate scomode, se non pericolose.Le streghe di ogni epoca fanno paura perché sono donne che mettono in discussione l’ordine costituito e rivendicano il diritto di autodeterminarsi nell’uso del proprio corpo. Secondo Susan Faludi ogni passo verso l’emancipazione suscita una reazione, un contraccolpo che in alcuni momenti può sembrare particolarmente duro. Ma le streghe sopravvivono, e sono l’archetipo della donna che non si definisce nella relazione con un uomo: moglie, madre, sorella, vergine o prostituta. E’ una donna che amministra il proprio potere, scrollandosi di dosso condizionamenti atavici che la vogliono sottomessa e a disposizione.
-
Nella sua raccolta di saggi How to Write an Autobiographical Novel Alexander Chee affronta il tema della narrazione autobiografica solo alla fine. Prima ci presenta squarci della sua vita attraverso una serie di eventi e circostanze significative che hanno spesso solo una cosa in comune: la scrittura, sullo sfondo all’inizio, quando Chee è un aspirante scrittore squattrinato che lavora come cameriere, insegnante di yoga, redattore; in primo piano quando Chee finalmente pubblica il suo primo romanzo e inizia la carriera di insegnante di scrittura creativa.
La vita di Chee è più o meno quella che tutti gli aspiranti scrittori sognano di poter raccontare una volta affermati nel panorama letterario: un’infanzia difficile (nel caso di Chee caratterizzata da abusi sessuali, la morte precoce del padre, le difficoltà economiche della madre), il desiderio di scrivere al quale si è disposti a sacrificare molte cose, i dubbi e i ripensamenti, la fatica di arrivare alla fine del primo romanzo (in questo caso il romanzo autobiografico di cui si fa menzione nel titolo), i lutti per la perdita di amici più o meno giovani; tutto questo intervallato da eventi epocali, come gli attentati alle Torri Gemelle e l’elezione di Donald Trump.
- Montre plus