エピソード
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Il trio di Bill Evans, straordinaria figura di stilista dello strumento che ha dato un impulso decisivo al jazz moderno, ha avuto una notevole serie di “incarnazioni”, da quello con Scott LaFaro e Paul Motian fino all’ultimo con Marc Johnson e Joe LaBarbera.
Una edizione che forse non tutti ricordano è quella con Eddie Gomez e Jack DeJohnette, la cui unica registrazione ufficiale fino a poco fa era il live del ‘68 alla seconda edizione del Festival di Montreux, disco che vinse il Grammy.
A partire da questo storico disco Claudio Sessa ci presenta in questa serie di “Birdland” altre registrazioni del trio finora inedite che negli ultimi anni la Resonance ha pubblicato (due doppi CD ed un singolo).
Prima emissione da lunedì 08 a venerdì 12 marzo 2021
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Il trio di Bill Evans, straordinaria figura di stilista dello strumento che ha dato un impulso decisivo al jazz moderno, ha avuto una notevole serie di “incarnazioni”, da quello con Scott LaFaro e Paul Motian fino all’ultimo con Marc Johnson e Joe LaBarbera.
Una edizione che forse non tutti ricordano è quella con Eddie Gomez e Jack DeJohnette, la cui unica registrazione ufficiale fino a poco fa era il live del ‘68 alla seconda edizione del Festival di Montreux, disco che vinse il Grammy.
A partire da questo storico disco Claudio Sessa ci presenta in questa serie di “Birdland” altre registrazioni del trio finora inedite che negli ultimi anni la Resonance ha pubblicato (due doppi CD ed un singolo).
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Il trio di Bill Evans, straordinaria figura di stilista dello strumento che ha dato un impulso decisivo al jazz moderno, ha avuto una notevole serie di “incarnazioni”, da quello con Scott LaFaro e Paul Motian fino all’ultimo con Marc Johnson e Joe LaBarbera.
Una edizione che forse non tutti ricordano è quella con Eddie Gomez e Jack DeJohnette, la cui unica registrazione ufficiale fino a poco fa era il live del ‘68 alla seconda edizione del Festival di Montreux, disco che vinse il Grammy.
A partire da questo storico disco Claudio Sessa ci presenta in questa serie di “Birdland” altre registrazioni del trio finora inedite che negli ultimi anni la Resonance ha pubblicato (due doppi CD ed un singolo).
Prima emissione da lunedì 08 a venerdì 12 marzo 2021
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Il trio di Bill Evans, straordinaria figura di stilista dello strumento che ha dato un impulso decisivo al jazz moderno, ha avuto una notevole serie di “incarnazioni”, da quello con Scott LaFaro e Paul Motian fino all’ultimo con Marc Johnson e Joe LaBarbera.
Una edizione che forse non tutti ricordano è quella con Eddie Gomez e Jack DeJohnette, la cui unica registrazione ufficiale fino a poco fa era il live del ‘68 alla seconda edizione del Festival di Montreux, disco che vinse il Grammy.
A partire da questo storico disco Claudio Sessa ci presenta in questa serie di “Birdland” altre registrazioni del trio finora inedite che negli ultimi anni la Resonance ha pubblicato (due doppi CD ed un singolo).
Prima emissione da lunedì 08 a venerdì 12 marzo 2021
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Il trio di Bill Evans, straordinaria figura di stilista dello strumento che ha dato un impulso decisivo al jazz moderno, ha avuto una notevole serie di “incarnazioni”, da quello con Scott LaFaro e Paul Motian fino all’ultimo con Marc Johnson e Joe LaBarbera.
Una edizione che forse non tutti ricordano è quella con Eddie Gomez e Jack DeJohnette, la cui unica registrazione ufficiale fino a poco fa era il live del ‘68 alla seconda edizione del Festival di Montreux, disco che vinse il Grammy.
A partire da questo storico disco Claudio Sessa ci presenta in questa serie di “Birdland” altre registrazioni del trio finora inedite che negli ultimi anni la Resonance ha pubblicato (due doppi CD ed un singolo).
Prima emissione da lunedì 08 a venerdì 12 marzo 2021
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Da lunedì 16 a venerdì 20 agosto 2021
Howard Johnson, scomparso di recente all’età di 80 anni, è stato sin dalla fine degli anni ’60 lo specialista del basso tuba di riferimento per il jazz più avanzato. La grande padronanza dei suoi strumenti (suonava anche il sax baritono) e una innata facilità a trovare il giusto spazio nelle situazioni musicali più diverse, gli aprirono le porte per collaborazioni a tutto campo.
Johnson si mise in evidenza dapprima nel soul jazz di Hank Crawford, nelle formazioni inconsuete di Charles Mingus, nei progetti per grande orchestra Charlie Haden e di Carla Bley. Tra gli altri arrangiatori-direttori d’orchestra di rilievo con cui lavorò assiduamente ricordiamo Gil Evans e George Gruntz (per quasi un ventennio). Lo troviamo inoltre in dischi di Gato Barbieri, Archie Shepp, Gary Burton, Pharoah Sanders.
E la sua bravura fu messa in risalto anche in ambito blues, rock e pop. Collaborò con John Lennon, Muddy Waters, Taj Mahal, The Band di Robbie Robertson, James Taylor.
Howard Johnson ha guidato anche proprie formazioni, la più interessante delle quali – negli anni ’90 - è stata Gravity.
Prima emissione da lunedì 26 aprile a venerdì 30 aprile 2021
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Da lunedì 16 a venerdì 20 agosto 2021
Howard Johnson, scomparso di recente all’età di 80 anni, è stato sin dalla fine degli anni ’60 lo specialista del basso tuba di riferimento per il jazz più avanzato. La grande padronanza dei suoi strumenti (suonava anche il sax baritono) e una innata facilità a trovare il giusto spazio nelle situazioni musicali più diverse, gli aprirono le porte per collaborazioni a tutto campo.
Johnson si mise in evidenza dapprima nel soul jazz di Hank Crawford, nelle formazioni inconsuete di Charles Mingus, nei progetti per grande orchestra Charlie Haden e di Carla Bley. Tra gli altri arrangiatori-direttori d’orchestra di rilievo con cui lavorò assiduamente ricordiamo Gil Evans e George Gruntz (per quasi un ventennio). Lo troviamo inoltre in dischi di Gato Barbieri, Archie Shepp, Gary Burton, Pharoah Sanders.
E la sua bravura fu messa in risalto anche in ambito blues, rock e pop. Collaborò con John Lennon, Muddy Waters, Taj Mahal, The Band di Robbie Robertson, James Taylor.
Howard Johnson ha guidato anche proprie formazioni, la più interessante delle quali – negli anni ’90 - è stata Gravity.
Prima emissione da lunedì 26 aprile a venerdì 30 aprile 2021
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Da lunedì 16 a venerdì 20 agosto 2021
Howard Johnson, scomparso di recente all’età di 80 anni, è stato sin dalla fine degli anni ’60 lo specialista del basso tuba di riferimento per il jazz più avanzato. La grande padronanza dei suoi strumenti (suonava anche il sax baritono) e una innata facilità a trovare il giusto spazio nelle situazioni musicali più diverse, gli aprirono le porte per collaborazioni a tutto campo.
Johnson si mise in evidenza dapprima nel soul jazz di Hank Crawford, nelle formazioni inconsuete di Charles Mingus, nei progetti per grande orchestra Charlie Haden e di Carla Bley. Tra gli altri arrangiatori-direttori d’orchestra di rilievo con cui lavorò assiduamente ricordiamo Gil Evans e George Gruntz (per quasi un ventennio). Lo troviamo inoltre in dischi di Gato Barbieri, Archie Shepp, Gary Burton, Pharoah Sanders.
E la sua bravura fu messa in risalto anche in ambito blues, rock e pop. Collaborò con John Lennon, Muddy Waters, Taj Mahal, The Band di Robbie Robertson, James Taylor.
Howard Johnson ha guidato anche proprie formazioni, la più interessante delle quali – negli anni ’90 - è stata Gravity.
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Da lunedì 16 a venerdì 20 agosto 2021
Howard Johnson, scomparso di recente all’età di 80 anni, è stato sin dalla fine degli anni ’60 lo specialista del basso tuba di riferimento per il jazz più avanzato. La grande padronanza dei suoi strumenti (suonava anche il sax baritono) e una innata facilità a trovare il giusto spazio nelle situazioni musicali più diverse, gli aprirono le porte per collaborazioni a tutto campo.
Johnson si mise in evidenza dapprima nel soul jazz di Hank Crawford, nelle formazioni inconsuete di Charles Mingus, nei progetti per grande orchestra Charlie Haden e di Carla Bley. Tra gli altri arrangiatori-direttori d’orchestra di rilievo con cui lavorò assiduamente ricordiamo Gil Evans e George Gruntz (per quasi un ventennio). Lo troviamo inoltre in dischi di Gato Barbieri, Archie Shepp, Gary Burton, Pharoah Sanders.
E la sua bravura fu messa in risalto anche in ambito blues, rock e pop. Collaborò con John Lennon, Muddy Waters, Taj Mahal, The Band di Robbie Robertson, James Taylor.
Howard Johnson ha guidato anche proprie formazioni, la più interessante delle quali – negli anni ’90 - è stata Gravity.
Prima emissione da lunedì 26 aprile a venerdì 30 aprile 2021
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Da lunedì 16 a venerdì 20 agosto 2021
Howard Johnson, scomparso di recente all’età di 80 anni, è stato sin dalla fine degli anni ’60 lo specialista del basso tuba di riferimento per il jazz più avanzato. La grande padronanza dei suoi strumenti (suonava anche il sax baritono) e una innata facilità a trovare il giusto spazio nelle situazioni musicali più diverse, gli aprirono le porte per collaborazioni a tutto campo.
Johnson si mise in evidenza dapprima nel soul jazz di Hank Crawford, nelle formazioni inconsuete di Charles Mingus, nei progetti per grande orchestra Charlie Haden e di Carla Bley. Tra gli altri arrangiatori-direttori d’orchestra di rilievo con cui lavorò assiduamente ricordiamo Gil Evans e George Gruntz (per quasi un ventennio). Lo troviamo inoltre in dischi di Gato Barbieri, Archie Shepp, Gary Burton, Pharoah Sanders.
E la sua bravura fu messa in risalto anche in ambito blues, rock e pop. Collaborò con John Lennon, Muddy Waters, Taj Mahal, The Band di Robbie Robertson, James Taylor.
Howard Johnson ha guidato anche proprie formazioni, la più interessante delle quali – negli anni ’90 - è stata Gravity.
Prima emissione da lunedì 26 aprile a venerdì 30 aprile 2021
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I Colosseum è stata una delle formazioni di primo piano del jazz rock e della fusion inglese della prima ora.
In poco più di 4 anni di attività, dal ‘68 al ‘71 (senza considerare la seconda versione della band Colosseum II, dal 1975, e le successive reunion) segnarono un’epoca con quella loro musica unica.
Il gruppo fu fondato dal batterista Jon Hiseman e dal sassofonista Dick Heckstall-Smith, che uscivano fuori dalla fiorente scena del blues britannico e da quella jazz con collaborazioni con John Mayall, Georgie Fame, Graham Bond. Del gruppo fece parte anche l’eccellente pianista e tastierista Dave Greenslade.
Tra i dischi storici lasciatici la bella “Valentine Suite” e lo straordinario “Colosseum Live” che cattura un concerto di quegli anni a Manchester.
Prima emissione da lunedì 18 a giovedì 21 gennaio 2021
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I Colosseum è stata una delle formazioni di primo piano del jazz rock e della fusion inglese della prima ora.
In poco più di 4 anni di attività, dal ‘68 al ‘71 (senza considerare la seconda versione della band Colosseum II, dal 1975, e le successive reunion) segnarono un’epoca con quella loro musica unica.
Il gruppo fu fondato dal batterista Jon Hiseman e dal sassofonista Dick Heckstall-Smith, che uscivano fuori dalla fiorente scena del blues britannico e da quella jazz con collaborazioni con John Mayall, Georgie Fame, Graham Bond. Del gruppo fece parte anche l’eccellente pianista e tastierista Dave Greenslade.
Tra i dischi storici lasciatici la bella “Valentine Suite” e lo straordinario “Colosseum Live” che cattura un concerto di quegli anni a Manchester.
Prima emissione da lunedì 18 a giovedì 21 gennaio 2021
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I Colosseum è stata una delle formazioni di primo piano del jazz rock e della fusion inglese della prima ora.
In poco più di 4 anni di attività, dal ‘68 al ‘71 (senza considerare la seconda versione della band Colosseum II, dal 1975, e le successive reunion) segnarono un’epoca con quella loro musica unica.
Il gruppo fu fondato dal batterista Jon Hiseman e dal sassofonista Dick Heckstall-Smith, che uscivano fuori dalla fiorente scena del blues britannico e da quella jazz con collaborazioni con John Mayall, Georgie Fame, Graham Bond. Del gruppo fece parte anche l’eccellente pianista e tastierista Dave Greenslade.
Tra i dischi storici lasciatici la bella “Valentine Suite” e lo straordinario “Colosseum Live” che cattura un concerto di quegli anni a Manchester.
Prima emissione da lunedì 18 a giovedì 21 gennaio 2021
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I Colosseum è stata una delle formazioni di primo piano del jazz rock e della fusion inglese della prima ora.
In poco più di 4 anni di attività, dal ‘68 al ‘71 (senza considerare la seconda versione della band Colosseum II, dal 1975, e le successive reunion) segnarono un’epoca con quella loro musica unica.
Il gruppo fu fondato dal batterista Jon Hiseman e dal sassofonista Dick Heckstall-Smith, che uscivano fuori dalla fiorente scena del blues britannico e da quella jazz con collaborazioni con John Mayall, Georgie Fame, Graham Bond. Del gruppo fece parte anche l’eccellente pianista e tastierista Dave Greenslade.
Tra i dischi storici lasciatici la bella “Valentine Suite” e lo straordinario “Colosseum Live” che cattura un concerto di quegli anni a Manchester.
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