エピソード
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Portata a giudizio, la famiglia Mottola professa la propria innocenza. L'accusa porta avanti la sua tesi, corroborandola in aula con importanti perizie. Serena sarebbe stata uccisa d'impeto, avrebbe sbattuto contro la porta ammaccandola, e poi il suo cadavere sarebbe stato occultato nel bosco. La difesa fa il suo lavoro, anche di fronte a prove che ormai l'opinione pubblica crede schiaccianti. Ma il 15 luglio 2022 la corte d'assise di Cassino emette una assoluzione nei confronti di tutti gli imputati, innescando una dura reazione della folla in attesa. La battaglia legale è però soltanto al suo inizio...
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Documenti manomessi e altri misteri, insieme alla testimonianza di Tuzi, concentrano l'attenzione della Procura di Cassino sulla caserma di Arce. Mentre il carrozziere Carmine Belli appare sempre di più come un utile capro espiatorio, la porta ammaccata viene studiata con attenzione dalla scientifica, mentre il corpo di Serena, a distanza di quindici anni dal delitto, viene sottoposto a una nuova autopsia. Sulla base di questi elementi, la Procura è in grado di formulare un atto di accusa per omicidio, i cui principali responsabili sarebbero il maresciallo Mottola e suo figlio.
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エピソードを見逃しましたか?
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La morte di Santino Tuzi spinge sua figlia Maria a interrogarsi sulle ragioni della tragedia inaspettata. Convinta che le motivazioni ufficiali del presunto suicidio (“pene d'amore”) siano irricevibili, si avvicina a Guglielmo Mollicone, che non ha mai smesso di chiedere giustizia per Serena, e lo affianca nella ricerca della verità. Nel frattempo le indagini mettono in evidenza una serie di inquietanti episodi avvenuti nella caserma di Arce.
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Mentre indaga sulla porta ammaccata, il nuovo maresciallo riprende la pista del litigio tra Serena e il figlio del suo predecessore. Interrogando il personale che era in servizio anche nel 2001, concentra i suoi sospetti sul brigadiere Santino Tuzi. Sembra in difficoltà quando si parla di Serena, ma alla fine fa una rivelazione sconvolgente. Afferma di aver visto Serena entrare in caserma il giorno della sua scomparsa, e non uscirne più. Pochi giorni dopo la sua scottante dichiarazione, Tuzi viene ritrovato morto nei pressi della diga di Arce, apparentemente per essersi sparato alla testa con la pistola d'ordinanza.
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Un po' per volta, in assenza di prove concrete, l'accusa si sgretola. Sembrano anzi emergere indizi di un depistaggio. Al termine del processo il carrozziere Carmine Belli viene quindi assolto. Nel frattempo emerge una testimonianza importante. Il primario del Sert di Frosinone racconta di aver appreso da alcuni tossicodipendenti, il giorno successivo al ritrovamento di Serena, che il responsabile del delitto è il figlio del maresciallo di Arce. Una testimonianza che viene trascurata. Intanto, però, ad Arce arriva un nuovo maresciallo in sostituzione a Mottola, Evangelista. Questi è fermamente intenzionato a riprendere il caso di Serena dall'inizio. E subito si imbatte in una porta misteriosamente ammaccata all'interno della caserma.
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Interrogato, Carmine sembra sapere molto di più di quanto dica. Lui, una ragazza molto simile a Serena l'ha vista di sfuggita, dalla sua auto, e proprio il giorno della scomparsa, mentre litigava con un biondino. Gli investigatori provenienti da Roma, in sostituzione dei predecessori che non hanno trovato l'assassino, ritengono che il carrozziere menta e che sia il vero responsabile del delitto. Le sue contraddizioni, le sue bugie, lo conducono al suo arresto. Nonostante professi la propria innocenza, il 14 gennaio 2004 una richiesta di condanna a 24 anni di carcere cade su di lui come una mannaia.
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La pista del litigio viene scartata, anche se emerge un preoccupante giro di droga tra i giovani di Arce. Le indagini imboccano altre piste, tra cui quella famigliare, fino a quando una testimonianza mette al centro della scena una misteriosa “automobile rossa”, su cui Serena è stata vista salire in diverse occasioni. Un'automobile rossa viene identificata, e due ragazzi del paese finiscono sotto torchio. Hanno però un alibi e così l'attenzione degli investigatori si rivolge all'autore della testimonianza. Carmine Belli, il carrozziere del paese.
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Il ritrovamento del corpo della diciottenne fa enorme scalpore, in tutta Italia. La strana legatura del cadavere, la busta intorno alla testa, il luogo desolato, commuovono e inducono a ipotesi inquietanti, dalla violenza di un bruto alla presenza di una setta satanica. Serena era una ragazza semplice e solare, ma nel corso delle indagini il ritrovamento di una dose di hascisc nella sua stanza sembra rimettere in discussione questa immagine. Fino a quando non emerge che qualche giorno prima della scomparsa Serena è stata coinvolta in un litigio con Marco, il figlio del comandante dei carabinieri di Arce, Franco Mottola.
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Serena Mollicone, una diciottenne di Arce, in provincia di Frosinone, scompare misteriosamente venerdì 1° giugno 2001, sulla via che dovrebbe portarla a scuola. Suo padre Guglielmo, maestro elementare, fa di tutto per ritrovarla, con l'aiuto dei concittadini. Ma ogni speranza finisce, due giorni dopo, con il ritrovamento del cadavere della ragazza in un boschetto isolato.
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Massimiliano Griner racconta le ombre del caso Serena Mollicone: la diciottenne di Arce ritrovata cadavere in un bosco nei pressi di Fontana Liri il 1° giugno 2001, due giorni dopo la sua scomparsa.
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