エピソード
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Loretta Serofilli, Alberto Benevelli
"Una piccola cosa"
Storiedichi Edizioni
www.storiedichiedizioni.it
Quando una piccola lucina illumina il buio della notte, non avere paura: piuttosto, accendi anche la tua!Dopo Il frutto squisito, la collaudata coppia autoriale Benevelli-Serofilli torna sugli scaffali di Storiedichi Edizioni con una storia sulla bellezza dello scambio e della condivisione.
Una strenna natalizia dal tono dolce e allegro, che evidenzia l’importanza dei gesti più semplici e invoglia ad aprirsi agli altri con fiducia.
“Io ho molto viaggiato.
Ho visto tante notti buie, ma mai come questa.
Ho visto tanti posti senza luce, ma mai come questo.
Guardate quante finestre.
Tante, tantissime, ma tutte spente, sempre spente.
Sempre chiuse.
Quelli che ci abitano si nascondono e nascondono qualcosa.
Hanno paura.
Hanno paura e si sentono tristi.
Allora io, per loro, faccio una cosa.
Per tutti loro, una piccola cosa.”
Dietro una delle finestre chiuse del palazzo si intravede qualcuno, una sagoma timorosa e indecisa, che improvvisamente si fa coraggio e spalanca le imposte: la finestra si accende ed ecco il signor Coccodrillo con un cuoricino luminoso, verde proprio come lui!
Incuriositi dal bagliore, si fanno allora avanti anche il signor Topolino, la signora Civetta, e poi un orso, un elefante e tutti gli altri inquilini seguono l’esempio e accendono la loro luce, fino a far risplendere di allegria tutte le case.Ma chi è il protagonista segreto di questa storia? Chi è colui (o colei) che, preoccupandosi del buio e dell’atmosfera triste che si respira nel palazzo, dà il via al cambiamento con un gesto semplicissimo ma dal grande valore? Lo scopriremo solo nelle ultime, “sorridenti”, pagine dell’albo…
Alberto Benevelli e Loretta Serofilli mettono la loro trentennale esperienza di autore e illustratrice di libri per l’infanzia in un volume che si rivela una perfetta strenna natalizia, un racconto che porta con sé un messaggio universale e importantissimo, nel linguaggio semplice e diretto dei bambini: la bellezza della relazione, della condivisione e di quei piccoli atti di gentilezza verso gli altri, capaci di fare la differenza.
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Lorenza Bravetta
Direttrice Museo Nazionale dell'Automobile di Torino
www.museoauto.com
ll Museo si racconta: letture trasversali e multidisciplinari della cultura dell’automobile è il titolo della giornata che vedrà succedersi esperti del settore – architetti, museografi, studiosi – che condivideranno esperienze, ricerche e buone pratiche relative al rinnovamento delle collezioni museali, al ruolo dei musei oggi e alla fruizione del patrimonio. Il MAUTO in particolare, con la sua vasta collezione che racconta l’evoluzione storica dell’invenzione che ha cambiato il mondo, si percepisce come organismo vivente, alla ricerca di nuovi linguaggi, per avviare un percorso di rinnovamento, in cui l’automobile è il pretesto per parlare delle invenzioni dell’uomo, di utopie, intuizioni guerre, creatività e interpretazioni artistiche.
125 Volte Fiat
La modernità attraverso l’immaginario FIAT
Mostra aperta fino al 4 maggio 2025
In esposizione opere pittoriche, manifesti, bozzetti, documenti d’archivio, materiali grafici, fotografici e audiovisivi d’eccezione: un caleidoscopio di immagini per raccontare 125 anni dell’azienda che ha rappresentato la via italiana alla modernità a partire dal patrimonio visivo che ha prodotto o ispirato.
Nove vetture iconiche completano l’esposizione: dalla mitica Eldridge Mefistofele del 1923 alla
popolarissima Panda disegnata da Giorgetto Giugiaro nel 1982, dalla 508 Balilla del 1932 alla 124
Abarth del 1973, la mostra è un viaggio attraverso decenni di sperimentazione e innovazione.
Torino, 14 novembre 2024. In occasione dell’anniversario dei 125 anni dalla fondazione della FIAT, il MAUTO - Museo Nazionale dell’Automobile presenta la mostra 125 VOLTE FIAT. La modernità attraverso l’immaginario FIAT che ripercorre la lunga e avvincente storia, unica nel contesto industriale novecentesco, della fabbrica automobilistica torinese, offrendone una rilettura che ne evidenzia l’impatto sociale e la produzione artistica. Il progetto espositivo, curato da Giuliano Sergio e realizzato in collaborazione con Centro
Storico FIAT e Heritage HUB, è visitabile dal 15 novembre 2024 al 4 maggio 2025 negli spazi al piano terra del Museo. Nata nel 1899, la Fabbrica Italiana Automobili Torino ha saputo cogliere le opportunità della rivoluzione industriale e dell’unità nazionale italiana per imporsi quale principale interprete privato della modernizzazione del Paese nel secolo scorso. Attingendo al vasto patrimonio visivo prodotto o ispirato da FIAT, la mostra 125 VOLTE FIAT. La modernità attraverso l’immaginario FIAT ripercorre il legame che ha unito l’azienda automobilistica torinese allo sviluppo culturale, industriale ed economico dell’Italia. Un racconto – disseminato di approfondimenti su arte, cinema, comunicazione, design, architettura, pubblicità, musica e letteratura – che, attraverso la potenza evocativa degli oggetti e delle immagini, racconta oltre un secolo di storia e sperimentazioni, non solo in campo automobilistico, offrendo uno sguardo approfondito sul modello imprenditoriale unico di un’azienda che ha rappresentato la via italiana alla modernità, esplorando linguaggi, settori produttivi e ambiti geografici.
Il percorso espositivo si sviluppa a partire da un approccio polidisciplinare, ben rappresentato dal team di co-curatori che hanno affiancato Giuliano Sergio: Davide Lorenzone e Ilaria Pani, rispettivamente Conservatore e Responsabile del Centro di Documentazione del MAUTO; Maurizio Torchio, Responsabile Centro Storico Fiat e Roberto Giolito, Head of Heritage Stellantis Italy. Insieme a loro, in qualità di esperti dei rispettivi campi d’indagine e autori dei saggi in catalogo: Clino Trini Castelli, Designer, Maurizio Cilli, Architetto e Artista, Mauro Coppini, Giornalista, Manuel Orazi, Architetto
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Chiara Clini
"L'ultima crociera"
Edizioni Piemme
www.edizpiemme.it
Londra, 1940. Jacopo Abramo Errera, giovane ebreo veneziano, ha abbandonato l'Italia per sfuggire alle retate del governo fascista. Dopo la dichiarazione di guerra di Mussolini, però, il governo inglese lo etichetta come nemico e collaboratore del regime. Il suo è il destino di moltissimi innocenti che hanno raggiunto il Regno Unito: Churchill ha ordinato di rastrellare italiani, tedeschi e austriaci senza distinzione. Così, dopo un breve periodo di detenzione in un campo di prigionia, oltre mille uomini vengono imbarcati sull'Arandora Star, una nave da crociera pronta a dirigersi oltreoceano per allontanare la minaccia. Harriet fa parte della Aliens Advisory Committee, la commissione incaricata di giudicare i cosiddetti "stranieri nemici". Ha partecipato all'interrogatorio di Jacopo e ha letto nei suoi occhi l'innocenza, oltre che l'anima di un uomo buono e sincero. Se ne è innamorata subito, e vuole salvarlo. Inizia così una disperata e difficile corsa contro il tempo. Wolfgang è un marinaio dell'U-boot che punta i siluri contro la Arandora Star. Stringe tra le mani una copia logora di Moby Dick e passa le giornate d'immersione a pensare che il suo comandante, Gunther Prien, si sia trasformato in Achab, il folle capitano del Pequod. Nel cuore della tragedia, quando l'equipaggio di Prien è pronto a fare fuoco contro la nave, il destino dei tre protagonisti si sovrappone. Chiara Clini, all'esordio nel romanzo, costruisce un affresco storico di grande portata, un commovente e intenso racconto a più voci.
Chiara Clini
Nata a Parma, è attrice di teatro e sceneggiatrice. Diplomata in recitazione all'Accademia dei Filodrammatici di Milano, ha lavorato con il Teatro Stabile di Bolzano, di Venezia e con Nuova Scena di Bologna. Nel 2002 è Ilse ne I giganti della montagna per la regia di Nanni Garella. Laureata in Lettere con una tesi sulla drammaturga Sarah Kane, ha scritto per numerose serie televisive Rai e Mediaset, fra cui Nati ieri, Codice rosso, Un amore, Una vendetta. Nel 2024 ha scritto l'adattamento drammaturgico del racconto vincitore del Campiello Giovani, in scena a Padova. Un suo prozio, Guido Conti, ha vissuto in prima persona la tragedia dell'Arandora Star.
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Elena Rossi
"Natale a Parigi"
I racconti della Rive Droite e della Rive Gauche
Neos Edizioni
www.neosedizioni.it
Ventisette racconti ci avvolgono nello charme unico della Parigi natalizia, narrandola da una riva della Senna all’altra, l’austera rive gauche e l’eclettica rive droite, da sempre fiere delle loro differenze. Luci, colori, suoni, profumi e sapori, l’immancabile Bûche de Noël...Fra luminarie sontuose e angoli oscuri, reali o metaforici, la Ville Lumière svela mille delle sue infinite sfaccettature, nelle quali si incontrano vicende e personaggi che restano nella memoria. Il giovane Simenon che arriva a Parigi, dove incontra Colette e scopre la città e i luoghi che renderà indimenticabile nei suoi romanzi; un fantasma sfrattato e trasferito al Musée Guimet si innamora di una statua cambogiana del tredicesimo secolo e nasce una storia intensa e impossibile; un’allegra cospirazione condominiale nel bel mezzo del lockdown; una babysitter sudamericana e un bambino autistico dalle straordinarie doti musicali; una signora mentre prepara il pranzo di Natale ha un ictus che le cambierà la vita e riprenderà a viaggiare; la slitta volante non identificata lancia oggetti misteriosi nei cieli di una Parigi del futuro; una giovane domestica coltiva per molti anni un amore segreto per Fréderic Chopin, l’ex amante della sua padrona; il netturbino che parla ai ritratti degli animali dipinti; il misterioso contenuto di un vecchio baule; l’infatuazione del border collie di uno scrittore per la bella barboncina Luna; un cacciatore di labirinti che esplora antichi libri alla Bibliothèque Nationale de France; il Capodanno indimenticabile tra la giornalista italiana e la collega francese; la vivace nonna che fa conquiste amorose; la crisi depressiva del Pont Neuf che non vuole festeggiare il Natale; la visita di D’Artagnan alla tomba della sua Costance la vigilia di Natale del 1633; il pranzo di Natale del 1914 nella trattoria degli artisti e dei poeti squattrinati; le gemelle identiche a Montmartre…Intriganti storie della Parigi sotto Natale raccontate da ciascun autore con il proprio stile, spaziando tra fantastico, umoristico, surreale, distopico, mémoire e storico.
A cura di Elena Rossi
Prefazione di Chiara Mezzalama
Racconti di:Donatella Actis, Graziella Bonansea, Giovanni Casalegno, Giuseppe Cavallero, Emanuela Collu, Gabriella Crema, Giorgio Enrico Bena, Tiziana Ercole, Andrea Favaloro, Rosanna Fonseca, Daniela Giacchetti, Simona Anna Giovannone, Fulvio Gianaria e Alberto Mittone, Luigi La Rosa, Antonella Manduca, Giuseppe Milano, Eva Monti, Laura Neulat-Ferrera, Agnese Oblieght, Massimo Pedrini, Giorgio Pogliano, Elisabetta Rava Granozio, Romeo Siciliani, Roberto Spagnoli, Micaela Strippoli, Antonella Tarquini, Giovanna Troisi SpagnoliIn copertina illustrazione di Giorgio Enrico Bena.
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Claudio Vela
"Il castello di Udine"
Carlo Emilio Gadda
Adelphi Edizioni
www.adelphi.it
Il libro che ha rivelato Gadda al suo critico-alter ego, Gianfranco Contini, e gli ha fatto dire: «Il caso Carlo Emilio Gadda ... serve a chiarire, proprio in linea di principio, quanto di risentimento, di passione e di nevrastenia covi dietro al fatto del “pastiche”; per che immane sfogo pratico un autore si decida a scritture così mescidate, scandalose».
Benché costretto, nel 1932, ad accettare una nuova «sfacchinata» ingegneresca, Gadda non ha la minima intenzione di dissipare la notorietà che La Madonna dei Filosofi, uscito l’anno prima, gli ha procurato nell’ambiente dei letterati. La scrittura è per lui «un prepotente bisogno», e un ripiegamento sarebbe inconcepibile: «la realtà deve essere, il resto non importa». Con i proventi della corvée presso i Servizi tecnici del Vaticano finanzierà dunque nel 1934 Il castello di Udine: libro variegato, riluttante a ogni definizione di genere, stilisticamente tracotante. I ricordi di guerra ci consegnano la bruciante delusione di chi ha visto il sogno di «una vivente patria, come nei libri di Livio e di Cesare» annientato dall’incapacità degli alti comandi di raffigurarsi le «correlazioni complesse» che legano l’esercito «al resto del mondo»; dal mito, «ignobile e turpe», della furberia; da una prigionia che lo ha travolto «verso la riva dell’inutilità». Ma subito dopo la cronaca di una crociera nel Mediterraneo proietta l’immagine di un mondano, ironico reporter; l’invettiva contro i musici di strada, molesti perturbatori delle notti milanesi, quella di un bizzoso moralista; il racconto La fidanzata di Elio – dove le virtù di Luisa lasciano presagire una vita «drappeggiata di linòleum, risfolgorata di nichelio» – quella di un incendiario Robespierre della borghesia milanese. A ben vedere, tuttavia, un filo rosso, tenace e segreto, unisce queste prose in apparenza disparate, screziandole di dolore e di sangue, come se la prima sezione gettasse fiotti d’ombra su tutta la raccolta: il lutto insanabile per chi è caduto in guerra – come il fratello Enrico, «la parte migliore e più cara di me stesso».
Carlo Emilio Gadda nasce a Milano nel 1893. Si iscrive al Politecnico per studiare ingegneria ma nel 1915 parte volontario per il fronte (e solo nel 1955 pubblica il Giornale di guerra e di prigionia sulla dolorosa esperienza della guerra). Collaboratore della rivista “Solaria”, dal 1931, dopo aver esercitato per anni la professione di ingegnere, riesce a dedicarsi completamente all’attività letteraria e pubblica La madonna dei filosofi a cui segue, nel 1934, Il castello di Udine. Nel 1936 scrive La cognizione del dolore (pubblicato in volume nel 1963 e nel 1970). Nel 1940 si trasferisce a Firenze dove frequenta critici e scrittori; nel 1944 pubblica la raccolta di racconti L’Adalgisa. Dal 1950 è a Roma dove lavora alla Rai e redige le Norme per la redazione di un testo radiofonico. Ottiene una grande notorietà con Quer pasticciaccio brutto di via Merulana (pubblicato in volume nel 1957), un giallo senza soluzione, ambientato nella Roma del 1927. Tra le opere dell’ultimo periodo va ricordato anche il saggio-pamphlet "Eros e Priapo" (1967) sulla retorica del regime fascista.
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Daniela Musini
"Vite incendiarie"
Amori proibiti e anime dannate
Edizioni Piemme
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Un viaggio appassionato e travolgente nella vita di ventuno personaggi straordinari, uomini e donne fuori dal comune per talento, fragilità, spregiudicatezza. Storie intense e incandescenti, raccontate con la maestria di chi sa andare oltre la superficie: storie che, se non facessero capo a eventi storici ben delineati, farebbero pensare al dominio del romanzo e della finzione, più che alla realtà. La tragica poesia di Marina Cvetaeva, la vita tormentata di Edgar Allan Poe, l'arte dirompente e oscura di Picasso, vampiro di anime. E ancora: le braci demoniache di Rasputin, la vita sregolata di Antonio Ligabue, il tragico epilogo dell'angelo Kurt Cobain, l'inarrivabile carisma di Marlon Brando. Ogni figura emerge dalle pagine con forza, rivelandosi nelle sue ombre, nei suoi eccessi, nella sua ricerca disperata di assoluto. Ma c'è spazio anche per l'incanto della Venezia libertina di Casanova e per gli scintillanti anni Venti di Rodolfo Valentino e Josephine Baker, contrapposti alla tormentata anima di Judy Garland e ai demoni poetici di Anne Sexton. Vite fuori dagli schemi, in bilico tra genialità e perdizione, tra luce e ombra. Con la sua penna elegante e calibrata, Daniela Musini restituisce l'essenza più profonda e autentica di queste anime irrequiete, componendo un mosaico di vite che non si dimentica facilmente. Un libro che affascina e cattura, testimoniando un amore smisurato per lo studio e una grande passione per il ritratto letterario.
Daniela Musini
Nata a Roseto degli Abruzzi, è scrittrice, pianista, attrice e autrice teatrale ed è conosciuta come una delle più acclamate interpreti dell'opera di Gabriele d'Annunzio. Ha allestito i suoi recital/concert e i suoi monologhi, dedicati a Eleonora Duse e Maria Callas, in Italia, Russia, Giappone, Francia, Bielorussia, Germania, Polonia, Turchia, Stati Uniti e Cuba. Oltre alla stesura di testi teatrali, ha al suo attivo saggi e biografie, e con Piemme ha pubblicato con successo la trilogia: Le Magnifiche. 33 vite di donne che hanno fatto la storia d'Italia, Le Indomabili. 33 donne che hanno stupito il mondo, Le Incantatrici.
33 donne che hanno sedotto il mondo. Per la sua versatile attività artistica e per i prestigiosi traguardi raggiunti le sono stati conferiti 39 premi letterari nazionali ed internazionali e 20 premi alla carriera.
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Roberta Milanese, Annagiulia Ghinassi
"L'eclissi della speranza"
Riflessioni sul suicidio e sul lutto di chi rimane
Prefazione di Diego De Leo
Edizioni Messaggero Padova
www.edizionimessaggero.it
Nell’eclissi la luna si frappone fra la terra e il sole oscurandone i raggi, ma questo non rappresenta la fine del sole, che tornerà a risplendere se accetteremo di attraversare l’oscurità. Accompagnare una persona che sta meditando il suicidio, o chi è sopravvissuto a questo lutto, significa mantenere sempre accesa la fiammella della speranza, anche quando tutto sembra oscurità. Camminando in punta di piedi, esploreremo il tema del suicidio: cosa spinge una persona a sceglierlo; come possiamo prevenirlo; come stare vicino a chi vive questo lacerante lutto e come affrontare le domande di senso che il suicidio porta con sé. Scoprendo infine, con il poeta Tagore, che «le onde di lacrime del dolore fanno emergere perle preziose da inaccessibile profondità».
"Non c’è tragedia umana peggiore del suicidio e non ci sono mai ragioni plausibili per giustificarlo. Ci sono ragioni e basta. Incomprensibili o, meglio, mai completamente comprensibili. È questo il principale tormento di chi un suicidio lo subisce, di chi perde una persona cara e rimane al mondo. Perché mai è successo? Perché proprio a me, proprio a noi? Ci meritavamo tutto questo? E potevamo evitarlo, capendo che le cose stavano precipitando? E adesso, cosa penseranno di noi?"
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Andrea Pau
"Enrico Fermi. Il genio atomico"
Consulenza scientifica di Vincenzo Barone
Gallucci Editore
www.galluccieditore.com
Enrico Fermi, nato a Roma il 29 settembre 1901 e morto a Chicago il 28 novembre 1954.
Premio Nobel per la Fisica nel 1938, padre del primo reattore nucleare e protagonista del Progetto Manhattan, Enrico Fermi ha influenzato la storia del mondo, proiettando Roma e l’Italia provinciale d’inizio Novecento al centro della scienza internazionale. Ma il suo percorso ha incrociato anche quello di tante persone “normali”: Gertrude, la vicina di casa che lo vede crescere come un ragazzo intelligente e curioso; Giuseppe, giovane inventore che lo frequenta in via Panisperna, negli anni del fascismo e degli esperimenti; Anthony, scienziato e soldato italoamericano ai tempi della Seconda guerra mondiale e della bomba atomica; infine Sarah, la bimba che lo conosce negli ultimi anni di vita e lo vede come l’enigmatico protagonista di un romanzo.
Quattro punti di vista per raccontare a tutto tondo il genio che ha rivoluzionato la scienza del XX secolo.
Andrea Pau ingombra la Sardegna dal 1981. Dopo la laurea in Scienze politiche comincia, astutamente, a fare tutt’altro: scrive fumetti, romanzi per ragazzi, cartoni animati. Collabora con diversi editori e con la Fondazione Sardegna Film Commission. Appena ne ha la possibilità, passeggia per il mondo, ascolta concerti, assume carboidrati.
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Marco Brando
"Medi@evo"
L'età di mezzo nei media italiani
Salerno Editrice
www.salernoeditrice.it
È sempre più in voga l’uso di luoghi comuni “medievali” in chiave negativa. Sono stereotipi basati sull’evocazione del “ritorno al Medioevo”, un Evo di mezzo immaginario, segnato da sofferenza, terrore e barbarie. Un filo lega il Medioevo vero a quello finto: da alcuni anni se ne occupa il campo di studi della medievistica definito medievalismo, e in questo orizzonte si muove Marco Brando, che si concentra sul ruolo svolto da mass media, giornalisti e social network. Fornendo un abbecedario dei cliché “medievali” dalla cronaca nera a quella rosa, dallo sport alla religione, dall’economia al razzismo, dalla sessualità alla politica, il suo libro vuole essere uno strumento utile per i fan della storia, per i professionisti dei media e, ovviamente, per gli storici.
Marco Brando
Giornalista, si occupa anche di storia, in particolare della percezione del Medioevo nei mass media. Sul tema ha svolto lezioni in vari atenei e ha scritto Lo strano caso di Federico II di Svevia (Bari 2008) e L’imperatore nel suo labirinto (Firenze 2019). È socio dell’Associazione italiana di Public History (Aiph), della Società italiana di Didattica della Storia (SiDidaSt), della Società italiana per la Storia medievale (Sismed) e del Centro europeo di ricerche medievali (Cerm).
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Carlo Marconi, Serena Viola
"Come d'estate il temporale"
Edizioni Lapis
www.edizionilapis.it
Dagli autori del pluripremiato Poesie del camminare, una raccolta che ne è l’ideale proseguimento. Declinate in versi, le emozioni dell’infanzia.Dirompenti, sincere, impreviste, le emozioni sono fuochi d’artificio naturali, detonatori del nostro sentire quando incontriamo il mondo.
Questo volume custodisce 28 poesie, accompagnate da splendide illustrazioni, per scoprire il quotidiano in un gioco di sensazioni, in cui ogni verso è un frammento di vita, un battito che risuona, un respiro che si fa parola.
Non un semplice elenco di emozioni, ma rime che catturano attimi precisi in cui il cuore vibra e si espande, momenti che irrompono come un temporale estivo, portando con sé meraviglia e attesa.
Un libro che unisce grandi e piccoli, intorno a un unico importante tema: crescere dando voce e spazio a ciò che sentiamo nel profondo.
Carlo Marconi
Livornese di origine, vive a Pavia, dove lavora come maestro in una scuola primaria. Oltre all’insegnamento, si dedica alla scrittura creativa e all’ideazione di progetti e laboratori per l’infanzia su temi come la cultura della legalità e l’integrazione. Dal confronto con i suoi alunni sono nati Lo Stato siamo noi (Emme Edizioni) e Di qua e di là dal mare. Filastrocche migranti (Edizioni Gruppo Abele).
Serena Viola
Illustratrice e visual designer, vive e lavora a Milano. Le sue illustrazioni conservano l’origine pittorica della sua formazione, caratteristica che si manifesta nella compresenza di diverse tecniche: acrilico, chine, acquerelli, grafite e pastelli. Inserita nell’Annual dell’Illustrazione Italiana dal 2007 al 2020, vince l’Award Oro 2018 in editoria per l'infanzia con un'immagine tratta dal libro Haiku, poesie per quattro stagioni più una (testi Silvia Geroldi, Lapis Edizioni). Con le illustrazioni dell’Eneide (testi di Silvia Roncaglia, Lapis Edizioni) si aggiudica invece l'Honorable Mention Winner at 3x3 Illustration Annual 2019.
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Alice Laverda
"24 volte la verità"
Raphaël Meltz
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C’è Gabriel, un cineoperatore che ha percorso tutto il Novecento con l’occhio incollato dietro la sua macchina da presa: dal funerale di Sarah Bernhardt all’11 settembre 2001 passando per la Pace di Parigi, nel 1919, sarà stato il testimone muto di un mondo caotico e vertiginoso. C’è Adrien, suo nipote, un giornalista specializzato in quelle cose digitali che ormai invadono le nostre vite. E c’è il romanzo che Adien ha deciso di scrivere attorno alla figura del nonno.In ventiquattro capitoli, raccontare una vita. Ventiquattro capitoli come le ventiquattro immagini che costituiscono ogni secondo di un film. Ventiquattro capitoli per tentare di cogliere la verità.Cosa resta di chi non è più tra noi? Cosa si può dire di conoscere di ciò che si è visto ma non vissuto? Cosa fare, al giorno d’oggi, di tutte queste immagini?
Raphaël Meltz (1975) è uno scrittore raro, estremamente eclettico. È autore di svariati racconti, saggi e romanzi; per un fumetto, è stato recentemente premiato al Festival ’Angoulême. Ha cofondato e codiretto la rivista “R deréel” e il magazine “Le Tigre”. Dal 2013 al 2017 ha prestato servizio come addetto culturale presso l’Ambasciata di Francia in Messico. Significative le parole di Frédéric Martin, il suo editore francese (Le Tripode): “Meltz è un Don Chisciotte, una persona dal bagaglio intellettuale molto vasto, che ora potrebbe trovarsi negli uffici ministeriali o seduto a una cattedra universitaria, ma che ha scelto una forma di resistenza.”
Alice Laverda è nata a Bassano del Grappa nel 1989. Si è laureata in Traduzione Letteraria all'Universitè Aix-Marseille, in Linguistica e Traduzione all'Università di Pisa.
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Fiorenza Palmerio Gancia
"Il terzo luogo"
Il mio educatore Gabriele D'Annunzio
Nino Aragno Editore
www.ninoaragnoeditore.it
Il Terzo Luogo è quel luogo, al di là dello spazio e del tempo, che custodiamo dentro di noi e che sperimentiamo quando, abbandonando il nostro ego, ci connettiamo con qualcosa di più grande che possiamo definire come il divino, la coscienza illimitata, Dio, il Brahman delle Upanishad, il nostro Sé superiore. Quando accediamo a questo spazio, luogo di salvezza e di guarigione, affrontiamo meglio le difficoltà della vita e troviamo una bussola che ci guida saggiamente nel nostro cammino.
Fiorenza Palmerio Gancia , laureata in lingue e letterature straniere e moderne, vive e lavora a Torino nel campo dei gioielli e delle pietre preziose. È appassionata di Gabriele d’Annunzio. Partendo da Gabriele d’Annunzio come maestro di vita, amante della bellezza, della natura, della poesia, dell’arte e degli antichi testi indiani, Fiorenza Palmerio Gancia in un momento difficile della sua vita, dopo aver perso la sua adorata sorella Alessia, ritrova la forza nelle poesie del poeta, nei disegni e nei dipinti di Leonardo da Vinci, tra le pagine eterne della Divina Commedia e delle antiche Upanishad fino ad arrivare ai simboli contemporanei creati da Michelangelo Pistoletto. Quando raggiungiamo questo stato di elevata coscienza, quello che Dante avrebbe definito con il termine “Trasumanar”, sviluppiamo un’intelligenza spirituale, o creativa, quell’unione tra mente e cuore, che rappresenta il massimo grado di intelligenza che l’uomo possa raggiungere e che oggi più che mai ha il compito di preservare.
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Roberto Carvelli, Marino Magliani
"Luogo a procedere"
Viaggio in Liguria con Marino Magliani e Marco Ferrari
Tarka Edizioni
www.tarka.it
Questo libro tecnicamente è molte cose insieme. Un’antologia, una collezione di saggi scritti narrativamente. Ma è pure nel suo insieme un libro di viaggio in Liguria.
È un viaggio nell’opera di due scrittori, Marco Ferrari e Marino Magliani, che hanno eternato il Levante e il Ponente liguri come due tra i massimi cantori di questa terra.Li accompagna in questa avventura del racconto Roberto Carvelli che è narratore di luoghi e qui estensore di un sentimento malinconico che lo lega a questa regione da lontano. Con Magliani e Ferrari, Carvelli si fa compagno di viaggio di quanti amano questa terra fatta di verticalità e linee sinuose di golfi e vallate che hanno entusiasmato pittori, scrittori e viaggiatori a cui dobbiamo un racconto esaltante perché sincero.
Nel libro incontreremo spiriti perduti che mai hanno lasciato questi lidi e queste terrazze sul mare, Camillo Sbarbaro e Francesco Biamonti, Ceccardo Roccatagliata Ceccardi e Telemaco Signorini. Alla fine di questo viaggio tra le righe ci sembrerà di averla lasciata per sempre la Liguria o di non esserci mai stati. E questo, ci auguriamo possa essere un invito a un nuovo viaggio.
Roberto Carvelli è narratore, spesso di luoghi. Ha pubblicato tra gli altri: Perdersi a Roma. Guida insolita e sentimentale, La gioia del vagare senza meta e I segni sull’acqua, prima parte di una trilogia.
Marco Ferrari giornalista e scrittore spezzino, dei molti libri da lui scritti, ricordiamo il suo romanzo più famoso Alla rivoluzione sulla Due Cavalli, da cui ha tratto la sceneggiatura dell’omonimo film che ha vinto il Pardo d’Oro al Festival di Locarno 2001. Il libro è stato ristampato da Laterza con il sequel Ritorno a Lisbona 50 anni dopo.
Marino Magliani è ligure, del Ponente, vive in Olanda, scrittore, sceneggiatore e traduttore, il suo ultimo romanzo è Sporca faccenda, mezzala Morettini (Blu Atlantide) scritto a quattro mani con Marco Ferrari.
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Luca Mori
"Gli esercizi di Socrate"
L'arte di migliorare se stessi
Edizioni ETS
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Secondo la testimonianza dell’Alcibiade primo di Platone, Socrate concepì l’idea di una téchne (tecnica, arte) della psyché (anima), di un sapere tecnico capace di guidare ogni essere umano nel prendersi cura di sé e nel migliorare se stesso. Una tecnica di questo tipo – in cui la psyché è al tempo stesso soggetto attuatore e oggetto d’intervento – richiede costante e metodico esercizio tanto sul piano mentale quanto su quello fisico. Questo libro propone una ricostruzione dell’insieme degli esercizi attribuibili a Socrate e dei contorni della sua filosofia dell’esercizio, facendo leva sui punti di convergenza e sulle differenze tra le testimonianze esistenti: si tratta, ad esempio, di esercizi per analizzare se stessi, le proprie opinioni e quelle altrui, per sottrarsi al moto disordinato determinato da appetiti e desideri legati ad opinioni false, per acquisire e mantenere temperanza, fermezza e resistenza, in qualsiasi circostanza. Dalle testimonianze si ricava che Socrate diventò un modello per chi lo frequentava, perché mostrava di essere padrone di sé non solo a parole, ma anche nei fatti, interpretando in modo esemplare i precetti delfici «Conosci te stesso» e «Nulla di troppo».
Luca Mori è ricercatore di Storia della Filosofia nel Dipartimento di Civiltà e Forme del Sapere dell’Università di Pisa. È tra i docenti del Master in Yoga Studies. Corpo e meditazione nelle tradizioni dell’Asia (Università di Venezia) e del Master in Neuroscienze, Mindfulness e pratiche contemplative (Università di Pisa). Tra le pubblicazioni: Hannah Arendt. Filosofia e politica dopo Auschwitz, Carocci, Roma 2023; Cinetica della psiche. Cura di sé ed esercizi dei filosofi dal mondo antico al XVII secolo, Edizioni ETS, Pisa 2021; Genitori con filosofia, Edizioni Erickson, Trento 2021; Orbis Pictus. Per una storia della filosofia dell’informazione, Edizioni ETS, Pisa 2017.
IL POSTO DELLE PAROLE
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Nicla Vassallo
"Metafore dell'animo"
Mimesis Edizioni
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“Poetry, I feel, is a tyrannical discipline. You’ve got to go so far so fast in such a small space; you’ve got to burn away all the peripherals.”Sylvia Plath
“Nicla Vassallo scrive poesie con un cervello così acuminato da perforare il cuore”.
Le parole di Vittorio Lingiardi risultano ancora più vive a proposito di questa nuova raccolta di poesie della grande filosofa, che torna a indagare i misteri dell’anima con la consueta profondità in grado di
estrarre l’essenza della realtà.
Nicla Vassallo è professoressa di Filosofia teoretica presso l’Università di Genova, dove ha insegnato anche Filosofia della conoscenza ed Epistemologia, e ricercatrice associata presso l’Istituto di Storia dell’Europa Mediterranea (ISEM) del Centro Nazionale delle Ricerche (CNR), specializzatasi al King’s College London. È stata visiting professor presso l’Università Vita-Salute San Raffaele di Milano. Membro di consigli direttivi e comitati scientifici di numerose riviste specialistiche, oltre che di associazioni e fondazioni, è presente nel dibattito pubblico, ha scritto su riviste internazionali e ha collaborato con diverse testate giornalistiche, tra cui “La Repubblica”, “Corriere della sera” e il supplemento domenicale de “Il Sole 24 ore”. Ha dedicato diversi volumi e articoli in italiano e in inglese all’opera di Gottlob Frege, le sue ricerche riguardano la natura della conoscenza, le relazioni tra filosofia e scienza, e hanno coinvolto ampi settori dell’epistemologia, della filosofia della conoscenza, della metafisica, dei gender studies; negli ultimi anni ha indagato differenti aspetti dei rapporti affettivi e amorosi e gli stereotipi del sex&gender. Tra i suoi libri: Per sentito dire. Conoscenza e testimonianza (Milano 2011); Breve viaggio tra scienza e tecnologia, con etica e donne (Napoli-Salerno 2015); La Donna non esiste. E l’Uomo? Sesso, genere e identità (Torino 2018); Non annegare. Meditazioni sulla conoscenza e sull’ignoranza (Milano 2019); Fatti non foste a viver come bruti. Brevi e imprecisi itinerari per la filosofia della conoscenza (con Stefano Leardi, Milano 2021); Parla come mangi. Massa e potere (a cura di, Milano 2022); Donne, donne, donne (Milano 2023). Ha pubblicato la raccolta di poesie Orlando in ordine sparso. Poesie 1983-2013 (Milano 2013), centrata sulle tematiche dell’amore, dell’identità personale, del dolore e della bellezza, cui hanno fatto seguito Metafisiche insofferenti per donzelle insolenti (Milano 2017) e Pandemia amorosa dolorosa (Milano 2021).
IL POSTO DELLE PAROLE
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Marco Alfano
"Parole a manovella"
La linea scritta
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Spesso i grandi scrittori si mettono a giocare mentre scrivono.
Dagli insospettabili Dante e Boccaccio fino a Joyce, Nabokov, Cortàzar e Primo Levi, solo per citarne alcuni, la letteratura si è nutrita e si nutre sottotraccia di sperimentazioni sulla forma che sono delle vere e proprie macchine giocose, i cui ingranaggi sono regole rigorose che producono piacere aggiuntivo nel lettore. E soprattutto che hanno la funzione di stimolo alla creatività, come ben sapevano gli scrittori dell’OuLiPo come Perec e Queneau (cui si unì Italo Calvino), che hanno prodotto capolavori assoluti a partire da una griglia di norme formali in cui sbizzarrirsi con la fantasia per ottenere il miglior risultato, proprio come in un gioco di società.E, d’altra parte, il piacere del gioco, che sia coltivato individualmente o in gruppo, si alimenta spessissimo con la lingua, le parole e la loro duttilità, i sensi multipli (e i nonsensi), le assonanze. Dal Gioco del vocabolario al Telegrafo senza fili, dal Taboo ai surrealisti Cadaveri Squisiti, ai molteplici giochi enigmistici il divertimento passa attraverso il linguaggio, la sua manipolazione gioiosa, lo stupore infantile della scoperta di nuovi sensi e nuovi suoni.Questo laboratorio vuole affrontare con serissima leggerezza la relazione tra parola e gioco, in entrambe le direzioni: usare il gioco e le sue regole come strumento creativo per scrivere e le parole per giocare e divertirsi. Lo faremo attraversando la miriade di forme della ludoscrittura, leggendo e analizzando gli scrittori e i poeti che l’hanno praticata ma soprattutto scrivendo e giocando assieme.
A chi è rivolto:
A chi scrive e vuole aggiungere nuovi utensili, manovelle, trottole, scatole a molla e caleidoscopi alla sua cassetta degli attrezzi narrativaA chi è appassionato di giochi, letteratura, enigmistica, poesia, combinatoria, scrittura umoristicaA chiunque, che sia o no incluso nelle due categorie precedenti, voglia divertirsi e impararenuovi giochi e cimenti da sperimentare in gruppo o da solo
Come si articola
Sei incontri in videoconferenza, il giovedì, di due ore ciascuno, con una parte teorica e, principalmente, l’applicazione pratica e creativa delle varie forme di scrittura ludica o “a contrainte”. Esercizi, giochi e scritture saranno condivisi continuativamente attraverso una mailing list e un gruppo Facebook che saranno attivi durante il laboratorio e anche successivamente.
Alcuni degli argomenti/giochi:
l’OuLiPo e la scrittura a contrainte; Lipogrammi e tautogrammi; Acrostici, palindromi e anagrammi; Poesia metasemantica; Le lingue inventate; Le parole inesistenti e il gioco del vocabolario; La combinatoria; Le forme poetiche come Ur-contraintes; Il nonsense e i Limericks; Le scritture automatiche; Il cut-up di Borroughs; Il cinegioco (gioco dei titoli).
Alcuni degli autori trattati:
Georges Perec; Raymond Queneau; Primo Levi; Stefano Bartezzaghi; Giampaolo Dossena; Umberto Eco; Italo Calvino; Tommaso Landolfi; Julio Cortázar; Jorge Luis Borges; J. Rodolfo Wilcock; Giorgio Manganelli; Marcello Marchesi; Achille Campanile; Ettore Petrolini; Raymond Roussel; Leonardo Sciascia; Vladimir Nabokov; Giovanni Boccaccio; Dante Alighieri; Gianni Mura; Beppe Varaldo; Toti Scialoja; Edward Lear; Lewis Carroll; Fosco Maraini.
Marco Alfano
Cura per Lalineascritta, nei cui laboratori si è formato, il sito web, e i corsi in videoconferenza, che ha ideato e realizza assieme ad Antonella Cilento dal 2011. È docente del laboratorio di ludoscrittura "Parole a Manovella". Ha pubblicato racconti in numerose antologie, sui quotidiani L’Unità e Roma e sulla rivista internazionale «Storie». È in preparazione una sua raccolta di poesie illustrate ispirate a Toti Scialoja e sta lavorando al suo primo romanzo. Musicista, è stato membro fondatore dei Panoramics (con i quali ha tra l’altro composto le musiche originali per lavori video e teatrali di Mario Martone e Andrea Renzi e collaborato con Enzo Moscato e Peppe Servillo) ed è attualmente componente dei Ferraniacolor, pop band il cui album di esordio è uscito nel marzo del 2018. È tra gli autori di «Perdurante», tributo a Francesco Durante pubblicato nel 2021 dall'OpLePo, sezione italiana dell' OuLiPo.
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Giovanni Tesio
"Paròla, amisa mia"
Edizioni Interlinea
www.interlinea.com
«Solidi come patate, come pietre, senza coscienza, parola e verso durano, se gli dai spazio» ha scritto Sylvia Plath. Allo stesso modo in questo libro la «paròla» è, fin dal titolo, «amica»: per Giovanni Tesio l'importante è che la parola - la sua fragilità, la sua insufficienza - resti attaccato il più possibile alla cosa, la morda, la scavi, la riveli. Sulle orme di poeti come Franco Loi l'autore declina luoghi, sguardi e tempo dentro sonetti in piemontese, che è come «stringere e inchiodare / suoni che fanno una musica di nocciole / battendo tutte insieme su un foglio di carta».
Le poisìe a son come patate?
Mòrbide e drue, a stan doe tij bute,
ma son cò grotolùe e mi sai dì
ch'a marso facilment e a fan ë-strì
Giovanni Tesio (1946), già ordinario di letteratura italiana presso l’Università del Piemonte Orientale A. Avogadro, ha pubblicato alcuni volumi di saggi, una biografia di Augusto Monti, una monografia su Piero Chiara, molte antologie. Ha curato per Einaudi la scelta dall’epistolario editoriale di Italo Calvino, I libri degli altri (1991); più recentemente la conversazione con Primo Levi, Io che vi parlo (2016) e, presso Interlinea, altri due volumi su vita e opera di Levi, Primo Levi. Ancora qualcosa da dire (2018) e Primo Levi. Il laboratorio della coscienza (2021). Sempre presso Interlinea un pamphlet in difesa della lettura, della letteratura e della poesia, I più amati.Perché leggerli? Come leggerli? (2012), un “sillabario” intitolato Parole essenziali (2014), un’antologia, Anche gli alberi cantano (2024) sulle piante in poesia, e due antologie dedicate alla poesia e alla prosa della Shoah, Nell’abisso del lager (2019) e Nel buco nero di Auschwitz (2021) cui sono seguiti, presso Lindau, due volumi che compongono una sorta di dittico: La poesia in gioco (2023), e Nel bosco dei libri (2024). La sua attività poetica, dopo esordi lontani, è sfociata nella pubblicazione di un canzoniere in piemontese di 369 sonetti, intitolato Vita dacant e da canté (Torino, Centro Studi Piemontesi-Ca dë Studi Piemontèis, 2017), poi seguito da due titoli editi da Interlinea, Piture parolà (2018) tradotto in francese (14 seconde. L’art réfléchi dans un sonnet) da Perle Abbrugiati, e Nosgnor (2020). È stato per trentacinque anni collaboratore di “La Stampa”. Nel 2018, presso Lindau, è uscito il suo primo libro di narrativa, Gli zoccoli nell’erba pesante e nel 2024 il Diario di un camminante sulla strada per Santiago. Fa parte del comitato editoriale della collana di poesia “Lyra”.
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Elisabetta Tiveron
"Natale a Venezia"
Racconti naviganti
Neos Edizioni
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Sedici racconti natalizi, metafore del necessario cambio di rotta auspicato da quanti amano davvero Venezia
A cura di Elisabetta Tiveron e Caterina Schiavon
Sedici racconti che intrecciano il momento festivo per definizione, quello natalizio, con le atmosfere veneziane, esplorando tematiche di attualità (il cambiamento climatico, il turismo di massa, la fragilità della città lagunare) e scandagliando la varietà di sentimenti che innervano i rapporti umani. A Venezia, immersa nell’acqua e attraversata dai canali, i mezzi natanti sono elementi strutturali della quotidianità. Se, pertanto, la presenza di imbarcazioni in racconti ambientati nella città lagunare è gioco-forza, in questa quinta edizione dell’antologia natalizia venezianaesse diventano materia prima narrativa, comprimarie non casuali, talvolta vere e proprie protagoniste delle storie, dove l’elemento nautico è metafora di un viaggio interiore, un simbolo della complessità della città e delle sue relazioni con il mondo esterno. Una vogata natalizia in sandolo diventa viaggio interiore e riflessione sulla vita, sulla morte, sul ricordo dei propri cari perduti, sulle migrazioni attraverso il Mediterraneo e sul significato del Natale; il pescivendolo che si immerge nel cuore pulsante del mercato ittico e cede alla tentazione delle ciambelle e del viaggio nella sua topetta; una lussuosa nave da crociera attraversa una Venezia futuristica mentre si prepara una rivolta contro un regime oppressivo e persecutorio; una nonna accoglie la nipote Cecilia e le sue amiche per un Natale alternativo, rivivendo ricordi passati durante un giro in vaporetto; Valentina affitta l’antica dimora di famiglia a facoltosi turisti americani, ma un senso di mistero aleggia sulla casa; Leda e Gianni, due anziani veneziani ripercorrono la loro vita, tra ricordi e rimpianti, la loro storia d'amore, intrecciata con quella della città e il giorno di Natale costruiscono barchette di carta che galleggiano leggere nel tempo; un viaggio in barca a vela che doveva essere romantico si trasforma per una coppia nello specchio di un amore in crisi, tra ricordi e tensioni, e l’ormeggio a Venezia sancisce un punto di non ritorno; in una laguna ormai desertica, il cui barche sono diventate carri, capanne, totem, il giovane Rico scava negli asciutti canali alla ricerca di oggetti e scopre un anello; Tita, mezzadro di una famiglia veneziana, nel Natale del 1913 si reca in città a bordo di una caorlinaper incontrare la nobildonna Giulia; un’uscita a remi in laguna nord come regalo ad un’amica che sta attraversando delle difficoltà, momento fatto di parole, di silenzi e di bellezza; in un cantiere nautico veneziano, alcune imbarcazioni lì a riposo e in manutenzione durante le feste natalizie si raccontano storie sui propri “umani”; Anna e Marco stanno viaggiando in barca in laguna quando si trovano di fronte l’isola abbandonata di San Clemente dove la ragazza si inoltra nei padiglioni del vecchio ospedale psichiatrico; a Venezia l’acqua è ormai quasi scomparsa per le chiusure costanti delle paratoie che arginano il mare ormai altissimo, un gruppo di giovanissimi sfida le autorità, lanciandosi in velocità con i barchini in laguna aperta, dove ancora c’è acqua vera e non sintetica, fino a toccare la grande diga; nel carcere femminile della Giudecca una giovane detenuta veneziana, appassionata vogatrice da ragazzina, vede realizzarsi un piccolo sogno grazie a una docente: un’uscita a remi in laguna, il giorno di Natale; Venezia è infestata da "risorti", due sopravvissuti giunti a bordo di una barca a vela si imbattono in una macabra celebrazione natalizia organizzata dai non-morti; un carico di palline natalizie che si perde nell’acqua ed una storia toccante e piena di dolcezza; un’escursione alla scoperta della laguna di Venezia nel momento di maggior bassa marea dell’anno.Le diverse voci narrative esplorano in modo sorprendente ed inconsueto le innumerevoli sfumature dell’acqua invernale (alta, bassa, serena, corrusca, malinconica, grigia e spenta, scintillante di riflessi, appannata dalla nebbia o rifulgente nel sole invernale) e le profondità dell’animo umano, le relazioni interpersonali, il legame indissolubile tra l’uomo e l’ambiente.Un’antologia che si fa metafora del necessario cambio di rotta auspicato da quanti amano davvero Venezia.
A cura di: Elisabetta Tiveron e Caterina Schiavon
Introduzione poetica di Francesca Boccaletto.
Racconti di: Gabriella Bampo, Beatrice Barzaghi, Gianluigi Bodi, Gabriella Bosmin, Enrico Cerni, Diana Chiarin, Cristiano Dorigo, Claudio Ellero, Maddalena Lotter, Francesco Paloschi, Davide Ravagnan, Caterina Schiavon, Lorenza Stroppa, Elisabetta Tiveron, Sara Zanferrari, Francesco Zanolla. Testo di chiusura di Francesco Penzo.I diritti d’autore saranno devoluti all’Istituto Casa Famiglia San Pio X, a sostegno della loro attività.
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Carlo Calabrò
"Meccanica di un addio"
Marsilio Editori
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Per l’ingegner Florian Kaufmann, nato e cresciuto nella prevedibile tranquillità della Svizzera, l’animale più pericoloso dell’Amazzonia non è né il caimano, né il giaguaro. Kaufmann ha un problema soprattutto con gli esseri umani, e in particolare con quelli del minuscolo villaggio brasiliano di Araxá do Oeste, dove il suo sogno d’impresa ecologica ed etica si sta rivelando un probabile fallimento. E proprio quando sembra che gli affari possano finalmente andare per il verso giusto, i suoi progetti vengono stravolti, costringendolo a barcamenarsi tra poliziotti incapaci, concorrenti senza scrupoli, zelanti assicuratori e una rete di criminali pronta ad assoldarlo. O forse a farlo fuori. La logica, in Brasile, raramente è lineare. La ricerca della verità porterà Kaufmann a riconsiderare le sue scelte personali e professionali, obbligandolo a riesaminare i suoi principi morali e ad accettare i suoi limiti e le sue debolezze; e, infine, a fare una scelta radicale e risolutiva. Un originale e avventuroso thriller nella foresta amazzonica, tra conflitti ambientali, inganni, dilemmi morali e sviluppi imprevedibili.
Carlo Calabrò è nato a Palermo. Bioingegnere per formazione, sceneggiatore e attore per passione, in un paio di vite precedenti è stato anche consulente, banker e imprenditore tra Parigi e San Paolo. Sposato, due figli, vive e lavora a New York.
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Antonio Bux
"Poesie"
Marco Saya Edizioni
www.marcosayaedizioni.it
A partire dal 2012, anno del suo esordio, nel corso dei seguenti undici anni Antonio Bux ha dato alle stampe oltre trenta volumi tra monografie, antologie personali e riedizioni aggiornate di precedenti sillogi, pubblicando prevalentemente poesie in lingua ma anche in dialetto foggiano e in spagnolo. Con quest’ultimo gesto editoriale Bux intende congedarsi idealmente dal panorama editoriale nazionale offrendo la sintesi di un percorso fluviale ma eclettico. Così, le sette raccolte qui antologizzate, rappresentano il lascito di una voce che in questi anni ha lavorato incessantemente a costruire e allo stesso tempo demolire la propria opera, assecondando quell’assillo feroce, quell’ossessione che lo ha portato a pubblicare migliaia e migliaia di pagine traboccanti di versi. Questo corposo volume (888 pagine), che include anche svariati inediti e riscritture di poesie già edite, rappresenta dunque una specie di opera omnia, comprendente gran parte della migliore produzione dell’autore, rivisitata non solo negli esiti formali (spesso finanche nei titoli delle singole raccolte), che Bux qui licenzia ridefinendo una volta per tutte la sua ricerca ultradecennale.
Antonio Bux (Foggia, 1982) è autore ed editor. Dal 2012 a oggi ha pubblicato, compresa questa edizione, trentatré volumi di poesia e ha curato la pubblicazione di oltre sessanta opere altrui. Con Poesie l’autore compendia il frutto della sua ricerca rivisitando il proprio lavoro e licenziandone la summa definitiva.
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