エピソード
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Il Termidoro è il nome con cui viene di solito designata la congiura che portò Robespierre alla ghigliottina, il 10 Termidoro 1794 appunto. Il Terrore che aveva oppresso la Francia da più di un anno, era stato accettato dai più perché ritenuto necessario a salvare sia la Francia che la Rivoluzione;la vittoria di Fleurus ora allontana il pericolo, gli eccessi del Tribunale Rivoluzionario non sono più sopportati. Si crea quindi il terreno fertile per la congiura ordita dai nemici personali di Robespierre per abbatterlo.
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Con l’esecuzione di Danton inizia in Francia il periodo detto del Grande Terrore; ora come non mai Robespierre ed il Comitato di Salute Pubblica utilizzano Tribunale Rivoluzionario e ghigliottina per mettere a tacere ogni opposizione; la Francia è disgustata da questo fiume di sangue, oltre al malcontento per la difficile situazione economica, ma tutto viene accettato per il timore della minaccia portata dagli eserciti stranieri. La vittoria di Fleurus dissipa anche questa paura, la Francia è pronta a liberarsi del Terrore e dei suoi sostenitori.
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L’assassinio di Marat porta inevitabilmente il Terrore anche in campo giudiziario, inizia l’epoca dei grandi processi; il Tribunale Rivoluzionario diviene strumento di governo, il mezzo per colpire ed abbattere gli avversari politici. Così dopo Maria Antonietta, finiscono sotto la ghigliottina anche avversari politici di ogni sorta, Bailly, primo sindaco di Parigi, Filippo d’Orleans, Barnave, Hebert, capo degli estremisti, ed infine lo stesso Danton, grande protagonista della Rivoluzione.
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La morte di Marat avvia la stagione detta del “Terrore”, cioè il periodo in cui la Francia è governata con misure che incutono terrore su chiunque cerchi di opporsi o anche semplicemente obietti alle misure decretate dalla Convenzione. Misure così drastiche erano giustificate dalle difficoltà sia sul fronte della guerra, che su fronte interno, dove la carestia rischiava di provocare insurrezioni di massa. Il Terrore doveva salvare sia la Rivoluzione che la Francia.
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L’insurrezione della Vandea, le sconfitte militari ai confini, dovute anche al tradimento di Dumouriez, erano eventi capaci di favorire l’estremismo, a scapito dei moderati, cioè la Gironda, che conosce un destino tragico; i suoi rappresentanti sono esclusi dalla Convenzione, i capi giustiziati. Per vendicarli, Charlotte Corday macchinò l’assassinio di Marat; così aprì le porte al Terrore.
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La rivolta della Vandea è uno degli argomenti più difficili, controversi e dolorosi di tutta la Rivoluzione Francese. Il nome Vandea, che in realtà è solo il nome un dipartimento del nord-ovest della Francia, subito sotto la Loira, è rimasto nell’immaginario collettivo come sinonimo di movimento reazionario, clericale e monarchico. In passato si tendeva a minimizzare o deprecare quegli eventi, la Vandea era considerata un incidente di percorso o, addirittura, una pugnalata alle spalle per la Rivoluzione; in tempi recenti, studi più obiettivi hanno modificato questa immagine, eminenti storici francesi hanno identificato nella rivolta vandeana l’espressione di un malessere che pervadeva diverse regioni francesi, al di fuori di Parigi; quanto poi alla repressione seguita alla sconfitta militare, gli stessi storici hanno definito, senza mezzi termini, la Vandea come il primo genocidio dell’età contemporanea!
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La caduta della monarchia ebbe come inevitabile corollario il processo al Re; i Girondini tentarono di tutto per evitarlo, ma alla Convenzione prevalsero alla fine considerazioni politiche sugli aspetti prettamente giuridici e il 21 Gennaio 1793 Luigi XVI salì sul patibolo. Sulle frontiere, subito dopo la vittoria di Valmy, le sorti della guerra sembrarono volgere a favore delle armate francesi che giunsero ad occupare il Belgio; poi, una serie di passi falsi in campo diplomatico determinarono il costituirsi della I Coalizione, la Francia si trovò a dover affrontare le maggiori potenze europee alleate contro di lei; alcune gravi sconfitte e, infine, il tradimento del generale Dumouriez riportarono le truppe nemiche sui confini francesi. Per bloccare la loro avanzata la Convenzione decretò una leva straordinaria di 300.000 uomini, ma si trovò a dover fronteggiare una minaccia inattesa ed ancora più devastante, la rivolta della Vandea.
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Mentre a Parigi i tumulti abbattono la monarchia, l’esercito prussiano avanza ai confini della Francia, il 2 settembre giunge ad occupare Verdun, la strada per Parigi sembra aperta. L’emergenza fa sollevare la Francia, a Parigi tre giorni di massacri sconvolgono la città; al fronte affluiscono volontari da tutto il paese e, sorprendentemente, un’armata di reclute male equipaggiate e prive di addestramento riesce a fermare a Valmy, il 20 settembre 1792, l’esercito più preparato e più forte d’Europa.
“Da questo luogo e da questo giorno comincia un’era nuova nella storia del mondo”.
Wolfgang Goethe -
L’Assemblea Costituente aveva concluso i suoi lavori il 30 Settembre 1791 ed era stata sostituita da un nuovo organo, la Legislativa, in cui assunse presto una posizione di preminenza un gruppo di delegati provenienti, per buona parte, dalla zona di Bordeaux, la Gironda, detti anche per questo “Girondini”. Ai Girondini si deve la decisione dell’entrata in guerra contro Austria e Prussia, guerra che si riteneva facile e vittoriosa, che invece volgerà presto al peggio con l’avanzata dell’esercito prussiano ai confini. Il pericolo alle frontiere eccita le folle parigine che, con l’assalto alle Tuileries obbligano l’Assemblea a sancire la caduta della monarchia.
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La presa della Bastiglia aveva obbligato il Re a prendere atto della nuova realtà, un’Assemblea, in rappresentanza del popolo, aveva preso la guida della nazione. La Costituente così poté iniziare i suoi lavori, che non si limitarono alla stesura di un testo di costituzione, ma che riformarono in profondità la struttura sociale, economica e politica della Francia. Alla conclusione dei lavori della Costituente, dopo la firma del sovrano della Costituzione, sembrò a tutti che la Rivoluzione fosse terminata, che una nuova era di pace e prosperità si aprisse per la Francia. Così non sarà.
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La crisi dell’Ancien Regime, i cui motivi antichi e profondi abbiamo esaminato nella precedente conversazione subì, agli inizi del regno di Luigi XVI, una improvvisa accelerazione, a causa del baratro in cui stava sprofondando la finanza pubblica; per sanare una situazione divenuta ormai drammatica era stato chiamato a Parigi un finanziere svizzero, Jacques Necker, la cui opera, però, si era dimostrata insufficiente a risolvere i problemi di fondo della Francia, che erano di natura fiscale e, quindi, politica. Giunto allo stremo, l’esecutivo si era risolto a rivolgersi al Paese, con la convocazione degli Stati Generali, che nei periodi precedenti costituivano un organo consultivo per la monarchia; in questo caso, al contrario, i delegati, una volta riuniti, pretesero di disporre di un potere reale, in qualità di delegati della nazione e si costituirono in Assemblea Nazionale, con l’impegno di dare alla Francia una Costituzione. La rivolta di Parigi, con la presa della Bastiglia, sancì e rese irrevocabile l’investitura dell’Assemblea.
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Le vere rivoluzioni non si limitano a sommosse o rivolte dovute a miseria o carestie, ma danno luogo a grandi cambiamenti politici, sociali ed economici; si preparano a lungo, sotto superficie, ed esplodono in forma inattesa, con impeto irresistibile, che travolge spesso gli stessi fautori dei cambiamenti. Le crisi dell’Ancien Regime, causa prima della Rivoluzione Francese, fu dovuta allo scollamento profondo tra realtà economica ed ordinamento politico della nazione, che era in corso di maturazione da più di un secolo, ebbe il collante ideologico del pensiero illuminista, esplose infine per uno specifico fatto contingente, una grave crisi finanziaria.
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Nell’Aprile del ’45 si consuma l’agonia di Berlino; asserragliato nel bunker sotto la cancelleria, Hitler, abbandonato ormai anche dai suoi ministri, farnetica di assurdi contrattacchi con divisioni che non esistono più, ha solo ben chiara un’idea, che morrà con il suo regime. Hitler si suicida con Eva Braun il 30 aprile; la resa viene firmata otto giorni più tardi.
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Dopo la caduta del ponte di Remagen, le porte della Germania si aprirono davanti agli alleati; iniziava la corsa a Berlino, alla quale però gli americani rinunziarono ben presto per decisione di Eisenhower, che, con un suo messaggio personale, informò Stalin che il suo esercito non intendeva entrare a Berlino. Questa decisione getterà tutta l’Europa orientale nelle braccia di Stalin.
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Nella primavera del’45 l’offensiva degli alleati sul fronte occidentale rischiava di arrestarsi davanti ad un ostacolo praticamente insuperabile, se non a costo di gravi perdite, il fiume Reno, di cui i tedeschi in ritirata avevano fatto saltare tutti i ponti. In forma inattesa, e sorprendente anche per loro, gli americani si trovarono di fronte, a Remagen, ad un ponte ancora intatto, il ponte Ludendorff; per la conquista e la difesa di questo ponte gli americani scrissero pagine di autentico eroismo, ma ne valse la pena; il passaggio a Remagen aprì agli americani le porte della Germania.
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La distruzione di Dresda, ad opera di bombardieri inglesi ed americani nel Febbraio ’45, fu uno dei più inutili e tragici misfatti compiuti dagli Alleati nel corso dell’ultima guerra mondiale. Dresda era città d’arte, nota come la ”Firenze sull’Elba”, non rivestiva alcun interesse strategico o militare, niente giustificava il massiccio bombardamento cui fu sottoposta e, quindi, la sua totale distruzione. Tremende anche le conseguenze in termini di perdite umane; la città era divenuta nei mesi tra fine ’44 e inizio ‘45 un centro di raccolta dei disperati in fuga dalla Prussia Orientale per sottrarsi alle violenze sovietiche; nella tempesta di fuoco generata dalle bombe incendiarie inglesi e americane, per quei disgraziati, non ci fu scampo; si è parlato di oltre 250.000 morti, nessuno conosce il numero esatto di quelle povere vittime.
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L’offensiva sulle Ardenne, voluta da Hitler nella speranza di respingere gli Alleati o addirittura di ributtarli in mare, era stata condotta con un ampio impiego di divisioni distolte dal fronte russo; l’offensiva era fallita, come visto, ma le conseguenze peggiori si verificarono a nord, dove i russi travolsero senza eccessive difficoltà le difese tedesche sguarnite, costringendo i nemici ad attestarsi sul fiume Oder.
La precipitosa ritirata della Wehrmacht lasciò scoperto il fianco orientale di regioni tedesche da secoli, la Prussia Orientale e la Pomerania; qui si consumò una tragedia di dimensioni bibliche, tra stupri, massacri, vani tentativi di fuga: milioni di tedeschi furono costretti ad abbandonare le loro case, la loro terra in una operazione di pulizia etnica condotta dai russi con ferocia e sadismo senza precedenti. -
Dopo lo sbarco in Normandia è come se gli Alleati fossero stati sorpresi dalla portata stessa del loro successo; non avevano piani operativi per la prosecuzione del conflitto alle frontiere tedesche, soprattutto non avevano comandanti capaci di sfruttare in modo adeguato le opportunità, che in quel fatidico settembre si presentavano loro, per la disparità delle forze in campo. Così, sia pure con forze esigue, i tedeschi riuscirono ad arginare l’avanzata, prima degli inglesi ad Arnhem, poi degli americani sul Reno. Ma una sorpresa ancora più amara attendeva gli americani nel dicembre di quell’anno; sfruttando il vantaggio della posizione centrale, Hitler trasferì nel massimo segreto venti divisioni dal fronte russo sul fronte occidentale, scatenando un attacco devastante contro gli avamposti americani: l’obiettivo dichiarato di Hitler era un’altra Dunkerque, voleva ributtare gli alleati in mare. Se il progetto fallì, fu dovuto anche all’eroica resistenza di un piccolo caposaldo, Bastogne.
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La prossima ricorrenza dell’ottantesimo anniversario dello sbarco in Normandia (6 Giugno 1944) ha suggerito questa ricostruzione degli eventi che portarono alla caduta del nazismo. Dopo lo sbarco, malgrado la trionfale e, in forma inattesa, rapidissima, liberazione del suolo francese, la guerra non era affatto conclusa; la tenacia dei difensori tedeschi e gli errori dell’Alto Comando Alleato furono la causa di mesi e mesi di durissimi scontri che coprirono di sofferenze e di sangue ogni palmo di terra, ogni kilometro di avanzata, fino alla caduta di Berlino ed alla fine del nazismo. A quei tragici eventi, anche in parte poco conosciuti, è dedicato questo ricordo, cominciando dalla battaglia per il ponte di Arnhem.
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La battaglia di Gettysburg segnò la svolta decisiva della guerra, malgrado un’ostinata resistenza i Confederati non potevano più nutrire alcuna speranza, la resa fu siglata il 9 Aprile 1865; contemporaneamente Lincoln otteneva un altro successo, forse anche più significativo, l’abolizione della schiavitù, con il XIII Emendamento della Costituzione. Lincoln non poté godersi il trionfo, né avviare i piani di ripresa che aveva in mente; il 14 Aprile 1865 Lincoln fu assassinato da un fanatico sudista.
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