エピソード
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Studiare la salute. Cioè? Che cos’è “salute”, vivere bene o vivere a lungo?Fa differenza, in termini di salute, essere uomo o donna? Quante altre cose fanno la differenza?C’è un articolo della Costituzione italiana che fa esplicito riferimento alla salute. L’articolo 32, in cui si dice che la Repubblica garantisce cure gratuite agli indigenti. Ma si può parlare di diritti solo se dall’altra parte c’è un dovere. Il “dovere alla salute” a chi fa capo, al sistema sanitario nazionale? È un sistema che funziona ancora? Si può parlare di un dovere alla salute, al restare in salute, da parte del cittadino? Qual è la più grande sfida di salute mondiale, al momento?Da questo punto di vista qual è invece la sfida più grande vicino a noi – nel nostro piccolo – in Lombardia?È ancora un modello la sanità lombarda? Lo è mai stata?Ne parliamo con Simone Sarti, docente di Metodologia della Ricerca sociale alla Statale di Milano e Marco Terraneo, docente di Sociologia della Salute in Bicocca. A quattro mani hanno scritto Studiare la salute. La prospettiva della sociologia” per Carocci Editore. Podcast a cura di Giulia Riva, giornalista.
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1) La scienza politica non si occupa solo di partiti, comportamenti elettorali e politiche pubbliche. Anche lei ha le sue corti. Oggi siamo qui per parlare proprio di una corte. Non una delle più note – non parleremo di Versailles e della Corte del Re Sole – ma una corte che, anche se poco nota, ha molto potere nel sistema politico italiano. Il Consiglio di Stato, appunto. Molti cittadini lo conoscono come organo che esprime il secondo grado di giudizio sulle controversie amministrative già passate dai Tar, dai tribunali amministrativi regionali. Ma non è l’unico ruolo del Consiglio di Stato...
2) Ma allora siamo di fronte a un potenziale conflitto di interessi (neanche troppo potenziale, in effetti). Com’è possibile che un consigliere sia anche giudice (e viceversa)? Poi che senso ha pensare un organo come consigliere con pareri obbligatori, se poi spesso non sono vincolanti?
3) C’è una parola “magica” che chiama in causa il Consiglio di Stato quando si fa una legge: regolamenti. Ma non è obbligatorio che una legge si attui mediante regolamenti. Governo e Parlamentari, perché non la evitano, considerato che questo potrebbe snellire e velocizzare il processo legislativo?
4) Guardando con attenzione, tanti consiglieri di stato sono parte integrante degli stessi ministeri. Cosa significa, in cosa si traduce questo?
5) Fuori dall’Italia com’è? Come si potrebbe uscire da questa impasse?
Ne parliamo col professor Francesco Zucchini, docente di Scienza politica alla Statale di Milano e direttore di NaspRead, che di recente ha pubblicato insieme a Elisa Rebessi un libro open access – quindi disponibile gratuitamente online per chiunque volesse approfondire – intitolato “Il consigliere giudicante”, per Egea Editore, che tratta il ruolo del Consiglio di Stato nel sistema politico italiano.
Podcast a cura di Giulia Riva, giornalista. -
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Il libro si apre con un’immagine: il Quarto Stato di Giuseppe Pelizza da Volpedo. È il proletariato che dopo la rivoluzione industriale si batte perché gli sia riconosciuto potere politico. Unito, consapevole, coeso. Esiste ancora?È stato sostituito dal precariato? Come si struttura/stratifica la società oggi?Social Reformism 2.0 implica esser passati già da altre riforme. Qual è la seconda grande trasformazione a cui stiamo andando incontro?Nel libro si parla di dilemma capitalismo e democrazia, due forze che possono generare insieme libertà e prosperità ma anche andare in tensione e indebolirsi a vicenda. Ci può spiegare meglio questo dilemma?Una delle proposte di questo testo è che all’unione economica e monetaria europea andrebbe affiancata una unione sociale. Cosa intende di preciso e come si potrebbe concretizzare?Ne parliamo con Maurizio Ferrera, docente di Scienza Politica alla Statale di Milano. Autore – insieme ai colleghi Joan Miró e Stefano Ronchi – di un nuovo testo open access per Edward Elgar Publishing: “Social Reformism 2.0 Work, Welfare and Progressive Politics in the 21st Century”. Intervista a cura di Giulia Riva.
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Primavere arabe, cos'erano costoro? Che declinazioni hanno preso e perché hanno portato a risultati così diversi in Tunisia e in Egitto? Ne parliamo con Valeria Resta, assegnata di ricerca alla Statale di Milano e autrice del libro "Tunisia and Egypt after the Arab Spring. Party Politics in Transitions from Authoritarian Rule" per Routledge Edizioni. Interviste a cura di Giulia Riva, giornalista.
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Il governo Meloni in questi giorni sta discutendo di un “piano Africa” per “aiutarli a casa loro” che include esperti di comunicazione che informino gli aspiranti migranti dei rischi che corrono. È questo il punto, non sanno cosa rischiano?Ha senso parlare del “Viaggio” dei migranti come di una scommessa (evocata anche nel titolo del tuo libro)?Per una persona che arriva ce ne sono decine che partono. Per una persona che parte, ce ne sono migliaia che restano. È davvero una scelta del singolo imbarcarsi nel “Viaggio”?Succede a chiunque, in continuazione, di cominciare qualcosa senza avere un’idea precisa delle conseguenze. Nel nostro quotidiano spesso ci si può fermare in itinere, ribilanciare costi e benefici. È così anche per un migrante che intraprende “il Viaggio”?Che differenza fa in tutto questo essere maschio o femmina?Tu sei stata sul campo: Eritrea, Etiopia, Sudan, Italia. Cosa ti ha colpito di più?Giulia Riva (giornalista) ne parla con Milena Belloni, etnografa, che insegna all’Università di Anversa Migrazioni e mobilità globale. È autrice di un testo open access – presentato al Collegio Carlo Alberto di Torino – per University of California Press, che si intitola The Big Gamble. The Migration of Eritreans to Europe. -
Conflitto e disaccordo sono due facce della stessa medaglia, solo una meno amichevole dell'altra?
I cittadini – che sono parte della politica ma che in parte anche la subiscono – come si relazionano al disaccordo scientifico? Come si può invece reagire al negazionismo? Come sono cambiate le cose con la pandemia da Covid-19? Cosa accomuna il cambiamento climatico ai no vax? E ancora: cosa spetta alla scienza e cosa invece alla politica?
Una chiacchierata con Giulia Bistagnino, docente di Teoria politica alla Statale di Milano e curatrice del libro "Il disaccordo nella scienza e in politica. Conflitti e dispute tra esperti e cittadini" per Pisa University Press. Moderata da Giulia Riva, giornalista.
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I greci parlavano di Tyche (sorte, fortuna) o di Ananke (destino, necessità). I latini di fatum, fortuna (entrambi modi per indicare la sorte) o di casus (disgrazia, caso, ma anche opportunità). Qual è il ruolo del caso nella società? E come si lega al concetto di merito, a cui di recente è stato dedicato anche un ministero? E ancora: gli esseri umani agiscono davvero per scelta?
Ne parliamo con Simone Sarti, docente di Metodologia della ricerca sociale alla Statale di Milano e autore di "Il caso e la società. Il ruolo del caso nei fenomeni umani e sociali" per Utet Editore. -
La pandemia da Covid-19 avvolge e condiziona le vite di tutti ormai da due anni. Abbiamo imparato che, se si vogliono tutelare tutti, anche chi è meno fragile dev’essere disposto a rinunciare a qualcosa. Spesso a un pezzetto (più o meno grosso) della sua libertà. Le misure anti-contagio funzionano se ognuno fa la sua parte: anche quando sa che non c’è nessuno che possa monitorarne i comportamenti 24h al giorno. Per questo, forse, espressioni come “responsabilità” e “senso civico” sono tra le più ripetute da marzo 2020. Ma per sentirsi responsabili nei confronti della collettività, non basta la paura per la propria salute. Bisogna avere fiducia in chi (istituzioni o autorità) ci chiede un sacrificio per il bene comune. E la comunicazione – come cioè le misure sanitarie vengono spiegate alla collettività, alla cittadinanza – può fare la differenza sulla riuscita o meno dei piani. Una chiacchierata co Federico Bianchi, docente di Analisi dei social media alla Statale di Milano, che a maggio 2020 (a cavallo tra la prima e la seconda ondata in Italia) insieme ad alcuni colleghi ha apparecchiato un esperimento online per testare il ruolo di scienziati e politici nell’assicurare supporto pubblico alle misure anti-Covid. Non sempre l'unione fa la forza. Ecco perchè.
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Indagare le convinzioni politiche degli italiani nell'era Covid con gli stessi strumenti che di solito si usano per sondare le preferenze di voto. Come se la pandemia fosse una gigantesca campagna elettorale. Questo l'obiettivo del progetto di ricerca ResPOnsE Covid-19 di Sps Trend. Cosa è emerso? Qualche risposta scientifica in compagnia di Nicola Maggini e Andrea Pedrazzani, ricercatori in scienza politica all’Università Statale di Milano e curatori di "Come siamo cambiati? Opinioni, orientamenti politici, intenzioni di voto alla prova della pandemia" per Fondazione Feltrinelli.
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Spesso si guarda alla politica da osservatori esterni, come qualcosa che non ci riguarda o che – anche qualora ci riguardasse – è troppo complicato da capire. Questo podcast nasce per sfatare, tra gli altri, questo mito. Ma oltre alla fatica di chi osserva la politica perché prova a capirci qualcosa, c'è la fatica di chi politica la fa. Cioè? Qualche risposta scientifica in compagnia di Fedra Negri, ricercatrice in scienza politica all’Università statale di Milano e autrice di "La fatica della politica" per Egea Editore.