エピソード
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Una delle cose difficili da mandare giù è che durante il genocidio dei Tutsi del 1994, negli stati che hanno giocato un ruolo cruciale , erano al potere le forze cosiddette progressiste. Perché non fecero nulla per fermare il massacro, anzi, lo favorirono? C'è un problema di fondo, nei paesi dove si sono sviluppate delle democrazie più avanzate, ed è il rapporto con i diritti umani. La settima lezione che arriva dal genocidio dei Tutsi, commesso dagli estremisti Hutu in Rwanda, parla di mancanza di valori o, più semplicemente, di stupidaggine.
Di e con Daniele Scaglione e la voce di Margherita Giorgi. La foto è di Alessandro Rocca, la grafica di Fernanda Dimilta. Le musiche sono Quite Piano di Alena Smirnova e Japan di Yakov Golman. Le citazioni audio sono tratte da Youtube (Elezione di Bill Clinton, Elezione di Mitterand, attacco dell'Irak all'Iran).
Lezioni da un genocidio. Cosa possiamo imparare dal genocidio dei tutsi in Rwanda è un podcast prodotto da SPELL. Se questa storia vi interessa, potete ascoltare anche Istruzioni per un genocidio e La famiglia. -
Il genocidio dei Tutsi è stato commesso mezzo secolo dopo la Seconda Guerra mondiale, durante la quale vi è stato l'orrore della Shoah. Cinquant'anni in cui è stato elaborato il concetto di 'memoria', che è andato di pari passo con la diffusione delle parole "mai più". Che significato hanno, quelle due parole, alla luce di quello che è successo in Rwanda nel 1994? E, soprattutto, che valore hanno oggi?
Di e con Daniele Scaglione e la voce di Margherita Giorgi. La foto è di Alessandro Rocca, la grafica di Fernanda Dimilta. Le musiche sono Thrusly_Marylin di Koy-Discovery ed El pastoral cordial di Sawsquarenoise. L'estratto iniziale è tratto dal trailer del film disponibile su YouTube
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Il genocidio dei Tutsi non sarebbe stato possibile - almeno non nelle dimensioni in cui è avvenuto - senza l'incitamento all'odio da parte di giornalisti, intellettuali e artisti. La giustizia, sia quella internazionale sia quella rwandese, è intervenuta anche per questi casi. Dove sta il limite tra libertà di espressione e promozione della violenza? A distanza di trent'anni, ci sono ancora giornalisti e politici, anche in Italia, che ancora non l'hanno capito.
Di e con Daniele Scaglione e la voce di Margherita Giorgi. La foto è di Alessandro Rocca, la grafica di Fernanda Dimilta. Le musiche sono Funeral March for the Brass e The Endless di Kevin MacLeod. Gli estratti audio sono tratti da YouTube (citazione uno, citazione due). I titoli letti da Margherita Giorgi sono tratti da Libero del 23 maggio 2019 e dal 1 novembre 2019.
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Un milione di uccisioni, un paese devastato, senza più giudici né avvocati, con prigioni che non possono accogliere nemmeno un ventesimo delle persone che, probabilmente, hanno partecipato al genocidio dei Tutsi. Il modo con cui si è cercato di fare giustizia, fuori e dentro il Rwanda, è cruciale, originale, inedito. Ha fatto la Storia e ha molto da insegnare sul modo stesso con cui, anche noi 'occidentali', pensiamo alla giustizia.
Di e con Daniele Scaglione e la voce di Margherita Giorgi. La foto è di Alessandro Rocca, la grafica di Fernanda Dimilta. Le musiche sono Preludes Book 2. La puerta del Vino di Paul Pitman e Mourning Song di Kevin MacLeod.
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Com'è possibile che così tante persone abbiano partecipato attivamente al genocidio dei Tutsi? Cosa ha spinto donne, uomini, giovani, anziani, persone istruite e analfabete a uccidere i propri concittadini? Difficile dare una risposta valida per ogni caso. Certo, però, tutti i massacratori erano ossessionati dalla necessità di 'difendersi'. Un'ossessione, quella per la difesa, che è molto diffusa in tante parti del mondo, ed è pericolosa.
Di e con Daniele Scaglione e la voce di Margherita Giorgi. La foto è di Alessandro Rocca, la grafica di Fernanda Dimilta. Le musiche sono Sonatina e Virtutes Instrumenti di Kevin MacLeod. La canzone I Watussi di Edoardo Vianello è tratta da qui.
Lezioni da un genocidio. Cosa possiamo imparare dal genocidio dei tutsi in Rwanda è un podcast prodotto da SPELL. Se questa storia vi interessa, potete ascoltare anche Istruzioni per un genocidio e La famiglia. -
«In Rwanda c'è o non c'è un genocidio?». Questa domanda rimbalzava nelle stanze dell'ONU e nelle discussioni tra i diplomatici dei paesi più coinvolti nella tragedia del piccolo paese africano. Perché era così importante? Cos'è, precisamente, un genocidio? E, soprattutto, di fronte ai massacri che ancora oggi vengono commessi, cosa ce ne facciamo della Convenzione contro il genocidio del 1948?
Di e con Daniele Scaglione e la voce di Margherita Giorgi. La foto è di Alessandro Rocca, la grafica di Fernanda Dimilta. Le musiche sono Nocturnal di Beat Mekanik e Green Eyes di Sergey Cheremisinov. Le dichiarazioni di Christine Shelley sono tratte da qui.
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Il 21 aprile del 1994 il Consiglio di Sicurezza prende una delle decisioni peggiori di tutta la storia delle Nazioni Unite. Descrivere i fatti di quel giorno come "un fallimento dell'ONU" è riduttivo, perché impedisce di capire cosa e chi hanno impedito di fermare il genocidio dei tutsi in Rwanda. Ancora, non consente di capire che le Nazioni Unite potrebbero essere uno strumento formidabile - di cui c'è un grande bisogno - se qualcuno non togliesse loro il terreno da sotto i piedi.
Di e con Daniele Scaglione e la voce di Margherita Giorgi. La foto è di Alessandro Rocca, la grafica di Fernanda Dimilta. Le musiche sono Storia di archi di Beat Mekanik e Waiting di Peter Rudenko.
"Lezioni da un genocidio. Cosa possiamo imparare dal genocidio dei tutsi in Rwanda" è un podcast prodotto da SPELL. Se questa storia vi interessa, potete ascoltare anche Istruzioni per un genocidio e La famiglia.