エピソード
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"Il mondo sembra essere un po' impazzito di recente". Lo ha detto il 7 dicembre Donald Trump, prima dell'incontro con Emmanuel Macron all'Eliseo. E in effetti il 2024 ha visto snodarsi una sequela di eventi "straordinari" che hanno sovvertito l'ordine internazionale. Li ripercorriamo con Paolo Negri, presidente del Comitato Scientifico dell'ISPI.
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Settantasei domande in quattro ore e mezza. Vladimir Putin anche quest'anno ha tenuto la sua conferenza stampa in diretta tv, per tutti i cittadini. Il tema centrale è stato il conflitto in Ucraina. Putin ha detto che respingerà le truppe ucraine nel Kursk pur non volendo indicare un fronte temporale in cui questo accadrà. Ha poi dichiarato di essere disposto ad aprire le negoziazioni che - si sa - implicano il compromesso. Ne parliamo con Antonella Scott, giornalista del Sole 24Ore esperta di Russia.
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Da Tbilisi a Strasburgo per lanciare un grido d’aiuto. È quello che ha fatto la presidente georgiana uscente Salomé Zourabichvili (nella foto), che si è appellata agli eurodeputati riuniti in sessione plenaria per perorare la causa delle opposizioni al partito di governo, Sogno georgiano, mentre nel piccolo Paese caucasico continuano le proteste di piazza e non accenna a disinnescarsi lo scontro istituzionale tra i vertici dello Stato. Ne parliamo con Luna De Bartolo, giornalista freelance che vive a Tbilisi.
I leader dell'UE e dei Balcani occidentali si riuniscono oggi a Bruxelles. Tra i temi sul tavolo, il rafforzamento del piano di crescita per la regione, la cooperazione nella gestione della migrazione, nella lotta contro la corruzione e la criminalità organizzata. Facciamo il punto con Beda Romano, corrispondente de Il Sole24Ore da Bruxelles e con Giorgio Fruscione, ricercatore e analista di ISPI. Infine un focus sulla Serbia con Vuk Vuksanovic, analista, ricercatore al Belgrade Center for security policy, ha scritto “Serbia’s balancing act between Russia and the West”.
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Il generale russo Igor Kirillov, comandante delle truppe di difesa nucleare, chimica e biologica delle Forze armate, è stato ucciso in un attentato a Mosca, insieme al suo assistente. L'attentato, rivendicato da Kiev, è segnale della presenza di falle nella sicurezza interna russa. Ne parliamo con Eleonora Tafuro, analista e ricercatrice di Ispi, esperta di Russia.
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Alle 13 il cancelliere Olaf Scholz è entrato nel Parlamento tedesco per mettere fine al proprio governo. Con un discorso durato 25 minuti ha chiesto la fiducia ma, paradossalmente, come prevede la legge, ha chiesto di essere «sfiduciato» in termini tecnici, in modo che siano gli elettori a decidere il futuro del Paese. Ne parliamo con Daniel Mosseri, giornalista freelance a Berlino.
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Nella mattinata di oggi, il Presidente della Repubblica di Francia, Emmanuel Macron, ha nominato François Bayrou quale Primo Ministro, dopo le dimissioni di Michel Barnier. Ne parliamo con Veronica Gennari, corrispondente freelance da Parigi e con Michele Marchi, Professore di Storia contemporanea all’Università di Bologna.
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Hayat Tahrir al Sham: parla un combattente ai nostri microfoni
Quali sono le motivazioni dietro l'arruolamento nel jihad in Siria? Morteza Pajwok lo ha chiesto a Omar Badakhshani, cittadino afghano membro del gruppo Hayat Tahrir al Sham.La Siria oggi risulta intrappolata tra una posizione geografica nevralgica nello scacchiere Medio Orientale e la sfida lanciata dall'Islam politico. Ne parliamo con Maria Luisa Fantappiè, responsabile del programma Mediterraneo, Medio Oriente e Africa dell'Istituto Affari Internazionali, e Pejman Abdolmohammadi, docente di storia e istituzioni del Medio Oriente all'Università di Trento.
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Atmosfera sospesa a Damasco tra speranze e attesa per il futuro esecutivo, esecuzioni sommarie e prime vendette. Facciamo il punto con Francesco Petronella, giornalista di Ispi, esperto di Medio Oriente.
Negli ultimi giorni, l'esercito israeliano ha attraversato il confine che divide Israele dalle Alture del Golan, una zona cuscinetto smilitarizzata all'interno della Siria, per stabilire quella che il ministro della Difesa Israel Katz ha definito "un'area difensiva priva di armi e minacce terroristiche". L'analisi di Boaz Shapira, ricercatore del centro studi "Alma", organizzazione israeliana specializzata sui temi della sicurezza del confine settentrionale.
Per il Consiglio d’Europa, “la sospensione del trattamento delle richieste di asilo e l’annuncio di piani per il rimpatrio forzato da parte di diversi stati europei sollevano urgenti interrogativi sulle condotte dei paesi e sulla loro conformità con gli obblighi internazionali, in materia di rifugiati e diritti umani, in particolare con il principio di non respingimento”. Ne parliamo con Arturo Varvelli, direttore della sede romana dell'European Council on Foreign Relations.
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Mentre le Forze di Difesa Israeliane occupano il versante siriano del Golan, il primo ministro israeliano Benjamin Netanyahu si presenta in tribunale per il processo che dovrà accertare le accuse di corruzione a suo carico. Ne parliamo con Nello Del Gatto, nostro collaboratore a Gerusalemme.
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Nella notte tra sabato e domenica 8 dicembre i ribelli hanno preso il controllo di Damasco. Bashar al-Assad è fuggito in Russia e i ribelli hanno annunciato la sua caduta in un video trasmesso dalla tv pubblica siriana. Cosa accadrà ora in Siria e quale impatto avrà sul resto del Medio Oriente? Lo chiediamo ad Andrea Nicastro, giornalista del Corriere della Sera ora a Damasco, Aziz Ali, capo missione di Terre Des Hommes Italia in Siria, Valeria Orsolano, responsabile Avsi in Siria, Silvia Carenzi, esperta di gruppi armati e movimenti islamisti in Siria, e a Pejman Abdolmohammadi, professore di Storia e Istituzioni del Medio Oriente all’Università di Trento.
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Dal 27 novembre scorso, la marcia dei ribelli in Siria prosegue senza sosta. “Dopo Idlib, Hama e Homs ovviamente l’obiettivo sarà Damasco. Ci auguriamo che questa avanzata in Siria continui senza incidenti o problemi”. Parole da decifrare quelle di Erdogan, pronunciate nella mattina del 6 dicembre durante una conferenza stampa. Ne parliamo con Francesco Petronella, giornalista per Ispi, Murat Cinar, giornalista turco, autore di “11 Storie di Resistenza, 11 anni di Turchia” (Edizioni EBS), e con Omer Ozkizilcik, analista, scrive per Atlantic Council.
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La caduta di Hama potrebbe essere l'inizio della fine del regime di Bashar al-Assad. In tredici anni di guerra civile, la città che era sempre rimasta sotto il controllo governativo è stata presa dai ribelli sunniti. Ne parliamo con Silvia Carenzi, ricercatrice Ispi e Scuola Normale di Pisa.
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Nessun passo indietro da parte del Rassemblement national e del Nouveau Front Populaire. Dopo la presentazione delle mozioni di sfiducia, in serata ci saranno dunque le votazioni che decreteranno il destino del governo guidato da Michel Barnier. Ne parliamo con Michele Marchi, professore di Storia contemporanea all’Università di Bologna, esperto di politica francese.
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È caos a Seoul, dopo che il presidente Yoon Suk-yeol ha dichiarato la legge marziale in un discorso televisivo. La dinamica degli eventi che ha portato alla decisione non è ancora chiara, nel frattempo, scene caotiche e scontri si sono registrati di fronte al parlamento dopo che la polizia ha impedito ai parlamentari di entrare nell'edificio dell'Assemblea nazionale. Ne parliamo con Giulia Pompili, giornalista de Il Foglio ora a Seoul.
Nel frattempo la piazza di Tblisi è in rivolta per la decisione del governo di interrompere le trattative per l'ingresso nell'Unione europea. Ci colleghiamo con Luna De Bartolo, giornalista freelance a Tblisi.
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Mentre in Libano sembra scricchiolare il cessate il fuoco tra Israele ed Hezbollah, si è all’improvviso riacceso lo scontro militare all’interno della Siria. Dopo la presa di Aleppo, fin dove si spingeranno i ribelli? Ne parliamo con Lorenzo Trombetta, senior analyst per Ansa e Limes, e con Andrea Sparro, responsabile di WE WORLD per la Siria.
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I ribelli jihadisti sono entrati ad Aleppo. Non succedeva dal 2016 che il gruppo Hayat Tahrir al Sham (HTS) controllasse la capitale del Nord del Paese. Cerchiamo di capire come potrebbe evolvere la situazione con Francesco Petronella di Ispi, Haian Dukhan, ricercatore in Politica e Relazioni Internazionali alla Teeside University, e con Bilgehan Ozturk, analista di Seta, think tank turco con sede ad Ankara.
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Il ministro degli Esteri Jean-Noël Barrot ha dichiarato che la Francia difende il diritto internazionale e coopera con la Corte Penale Internazionale ma allo stesso tempo rispetta il diritto all'immunità di cui gode un capo di stato come Benjamin Netanyahu. La posizione francese ha destato scalpore mentre il Paese sta affrontando un momento difficile dal punto di vista della politica interna. Ne parliamo con Chiara Ragni, professoressa di Diritto penale internazionale all’Università Statale di Milano, e con Danilo Ceccarelli, nostro collaboratore a Parigi.
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La tregua in Libano è entrata in vigore alle 3 ora italiana. "Quanto durerà dipende da cosa succederà sul terreno: se Hezbollah si riarmerà, noi attaccheremo. In accordo con gli Stati Uniti, manteniamo una completa libertà militare", ha detto il premier israeliano. Poi l'intervento di Biden: "Hezbollah non attaccherà". Ne parliamo con Valeria Rando, giornalista freelance a Beirut, e Filippo Dionigi, Senior Lecturer in Relazioni Internazionali all’Università di Bristol.
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Potere centrale debole o assente, risorse minerarie che attirano gli appetiti stranieri, rivalità tra tribù, traffici illeciti, spinte jihadiste. Sono gli ingredienti che accomunano gli stati della fascia saheliana, una delle zone dell'Africa più fragili e instabili. Ne parliamo con Francesco Strazzari, professore ordinario di relazioni internazionali, Scuola Universitaria Superiore Sant'Anna di Pisa, Thomas Hofnung, caporedattore esteri del giornale "La Croix", e con Emanuela Del Re, rappresentante speciale dell’Unione europea per il Sahel.
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Il 15 aprile 2023 sono scoppiati intensi combattimenti tra le Forze Armate Sudanesi e le Forze di Supporto Rapido (RSF) a Khartoum e in gran parte del Sudan. Se fino al 2021 Hemedti e al-Burhan avevano combattuto dalla stessa parte, nell'aprile del 2023 i due eserciti hanno assaltato le reciproche basi a Khartoum e combattuto per la presa del palazzo presidenziale, dell’aeroporto e dei canali televisivi. Da allora, il conflitto ha ucciso e ferito migliaia di persone. Ne parliamo con Irene Panozzo, già consigliera politica dell’Unione Europea sul Corno d’Africa, Giovanni Tozzi di Emergency, e con Giorgio Musso, professore di Storia e istituzioni dell'Africa all'Università Roma Tre.
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