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In questo episodio, a partire dall'analisi kantiana del giudizio estetico, si esplora il giudizio riflettente quale percorso che meglio di altri è in grado di dare senso all'esperienza del giudizio giuridico e alla pretesa di giustizia a cui esso risponde.
Dalla lezione del 8 maggio 2023 del corso di Filosofia del diritto tenuto presso l'Università di Messina.
Trovate "Il dramma del giudizio", A. Lo Giudice, Mimesis 2023, nelle librerie fisiche e digitali.
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Per giudicare ci vuole talento e Hannah Arendt intuisce come il talento del giudizio abbia a che vedere con quella facoltà autonoma della mente, eminentemente politica, che Immanuel Kant individua attraverso "La Critica del Giudizio".
Dalla lezione del 11 maggio 2023 del corso di Filosofia del diritto tenuto presso l'Università di Messina.
Trovate "Il dramma del giudizio", A. Lo Giudice, Mimesis 2023, nelle librerie fisiche e digitali.
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Ogni giudizio giuridico porta con sé la necessità di rispondere alla pretesa di giustizia. Ma la giustizia non è mai deducibile da una regola generale ed esplicita, universalmente accettabile. Il dovere di rispondere a tale pretesa senza la possibilità di riferirsi a un contenuto chiaro e univoco di giustizia non può dunque che alimentare il dramma del giudizio.
Dalla lezione del 5 maggio 2023 del corso di Filosofia del diritto tenuto presso l'Università di Messina.
Trovate "Il dramma del giudizio", A. Lo Giudice, Mimesis 2023, nelle librerie fisiche e digitali.
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In questo episodio, leggendo il racconto "Patrocinatori" di Franz Kafka , si comprende quanto l'esperienza del giudizio sia in grado di attrarre gli esseri umani. Nonostante la sofferenza che il giudizio comporta, siamo comunque alla ricerca del giudizio quale fonte di un senso delle cose, che continua comunque a sfuggirci.
Dalla lezione del 14 marzo 2023 del corso di Filosofia del diritto tenuto presso l'Università di Messina.
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In questo episodio, a partire da "Il Processo" di Franz Kafka, si riflette sulla necessità del giudizio umano quale via d'accesso a un giudizio ulteriore, sulla sorte che ci accomuna quali esseri umani destinati a essere giudicati.
Dalla lezione del 13 marzo 2023 del corso di Filosofia del diritto tenuto presso l'Università di Messina.
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Proseguendo la riflessione sul tema del giudizio, in questo episodio si commenta un racconto di Italo Calvino in cui il giudice rappresenta il potere di una classe che si contrappone ad un'altra, manifestando così, in maniera esasperata e caricaturale, il conflitto tra chi giudica e chi è giudicato.
Dalla lezione del 7 marzo 2023 del corso di Filosofia del diritto tenuto presso l'Università di Messina.
Trovate "Il dramma del giudizio", A. Lo Giudice, Mimesis 2023, nelle librerie fisiche e digitali.
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Traendo spunto dal libro "Il dramma del giudizio", appena pubblicato, inizia un ciclo di episodi dedicati al tema del giudizio. La riflessione introduttiva ha per oggetto la natura intrinsecamente conflittuale del giudizio giuridico. Un conflitto che è tanto del giudice con se stesso quanto del giudice con chi non accetta di essere giudicato da un altro essere umano.
Dalla lezione del 16 marzo 2023 del corso di Filosofia del diritto tenuto presso l'Università di Messina.
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Le istituzioni sono sacre perché sanciscono una differenza, perché consentono di attribuire valore a luoghi, oggetti, gesti, comportamenti. Consacrando uno spazio si determina quindi uno scarto tra il reale e l’irreale, tra l’umano e il non-umano.
Dalla lezione del 25 ottobre 2022 del corso di Teoria delle Istituzioni tenuto presso l'Università di Messina.
Filosofi & Diritto vi aspetta con nuovi episodi nel 2023. Buone feste!
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Prosegue il ciclo di riflessioni sul concetto di istituzione. Con questo episodio si conclude la breve analisi dell'antropologia filosofica di Arnold Gehlen e si pone l'attenzione sul processo di gestione delle pulsioni. Distanziandosi dall'immediatezza della natura, l'essere umano giunge a stabilizzare interessi e idee direttrici che fungono da centro di gravità per le istituzioni umane.
Dalla lezione del 24 ottobre 2022 del corso di Teoria delle Istituzioni tenuto presso l'Università di Messina.
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Prosegue il ciclo di riflessioni sul concetto di istituzione. In questo episodio si presenta la prima parte di un'analisi della teoria delle istituzioni di Arnold Gehlen. In particolare, viene discussa l'antropologia filosofica elementare proposta dallo studioso tedesco, che vede nell'uomo un essere carente, incompiuto e non specializzato, un essere che ha, tra le sue caratteristiche più rilevanti, quella di "dover prendere posizione su se stesso".
Dalla lezione del 18 ottobre 2022 del corso di Teoria delle Istituzioni tenuto presso l'Università di Messina.
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Dopo la pausa, Filosofi & Diritto riprende, con cadenza tendenzialmente bisettimanale, a partire da un ciclo di riflessioni sul concetto di istituzione.
In questo episodio si ragiona sui processi di costruzione della realtà sociale, aderendo all'idea di John Searle secondo cui l'esistenza della realtà istituzionale ha alla base un sistema di credenze: "Ci sono cose che esistono soltanto perché noi crediamo che esistano".
Dalla lezione del 17 ottobre 2022 del corso di Teoria delle Istituzioni tenuto presso l'Università di Messina.
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Prima della pausa estiva in programma per il podcast, si riflette su un tratto caratteristico dell'opera e della vita pubblica di Leonardo Sciascia. La critica del potere rappresenta un esito inevitabile dell'autentica libertà intellettuale che ha sempre orientato lo scrittore siciliano. L'indagine sui meccanismi del potere, presente in gran parte della sua produzione narrativa, lo conduce a cogliere nell'esercizio stesso del potere un'inesorabile causa di corruzione morale. Guardando alla rappresentazione politica, istituzionale, sociale ed esistenziale che Sciascia ci propone, il potere sarebbe dunque in sé immorale.
Intervento tenuto il 23 novembre 2019 a Siracusa in occasione del convegno nazionale "Dialoghi con Sciascia nel trentennale della scomparsa".
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Un sentito grazie a tutti coloro che hanno seguito il podcast fino a qui. Ci risentiamo in autunno con nuovi episodi! -
Nel suo celebre 1984, nell'ambito di un distopico regime totalitario, George Orwell immagina così gli effetti della cosiddetta Neolingua, o Newspeak: "il pensiero non esisterà più, almeno non come lo intendiamo ora. Ortodossia vuol dire non pensare, non aver bisogno di pensare. Ortodossia e inconsapevolezza sono la stessa cosa". In questo episodio, si accosta l'idea orwelliana della Neolingua ai processi di atrofizzazione del pensiero che possono interessare le società contemporanee, in cui vige il primato della comunicazione digitale.
Dalla lezione del 8 marzo 2021 del corso di Filosofia del diritto tenuto presso l'Università di Messina.
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Si conclude il ciclo di episodi dedicati alla trilogia di Eschilo, con un approfondimento sul significato del passaggio dalle Erinni alle Eumenidi. Le furie vendicatrici, grazie alla persuasione di Atena, si convertono infatti in divinità benevole. Ma che ne è della violenza? È davvero espulsa dall’universo giuridico? In realtà, essa permane quale elemento ineludibile per la pratica della giustizia. Nel nuovo ordine voluto da Atena, la violenza è regolata e orientata per attuare e mantenere la costituzione civile della polis.
Dalla lezione del 1 aprile 2022 del corso di Filosofia del diritto tenuto presso l'Università di Messina.
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Prosegue il ciclo di episodi del podcast dedicati alla trilogia di Eschilo, con una riflessione sulla violenza bruta come misura di giustizia, presente tanto in Agamennone quanto nelle Coefore, e un'analisi dell'istituzione dell'Areopago nelle Eumenidi. Il tribunale voluto da Atena determina il primato della parola sulla spada. Il conflitto fisico si trasforma in disputa verbale risolta da un terzo tramite un giudizio. Non più giustizieri, dunque, ma giudici. Non più l'arcaica furia vendicatrice, ma la "nuova" giustizia che si afferma attraverso il processo.
Dalla lezione del 1 aprile 2022 del corso di Filosofia del diritto tenuto presso l'Università di Messina.
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L'Orestea, ovvero la trilogia di Eschilo formata da Agamennone, Le Coefore e Le Eumenidi, è al centro di un breve ciclo di episodi del podcast. Nell'episodio odierno si ricostruisce il percorso che, attraverso la trama delle celebri tragedie, conduce dalla logica della vendetta a quella, molto più complessa, del diritto. Il ciclo proseguirà, alla luce di questa introduzione, con un approfondimento sul rapporto tra diritto e violenza nell'Orestea.
Dalla lezione del 25 marzo 2022 del corso di Filosofia del diritto tenuto presso l'Università di Messina.
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In questo episodio si riflette sull'impatto attuale e potenziale, rispetto all'esperienza giuridica, dell'intelligenza artificiale. La peculiare logica digitale è compatibile con il carattere essenzialmente umano del diritto? I nostri diritti potrebbero essere violati se l'intelligenza artificiale venisse utilizzata sistematicamente per determinare i giudizi giuridici? Porsi simili questioni è rilevante per poter leggere con spirito critico il destino tecnologico del diritto.
Intervento tenuto a Messina il 25 novembre 2020 in occasione dell'ELSA Day dedicato ad Artificial Intelligence and Human Rights.
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A partire dalle riflessioni di Theodor Adorno sull’Olocausto, in questo episodio si analizza il concetto di banalità del male proposto da Hannah Arendt dopo aver assistito al processo celebrato nel 1961 a Gerusalemme nei confronti del criminale nazista Adolf Eichmann. Il male incarnato da Eichmann appare “banale” perché perpetrato da uomini ordinari nello svolgimento di un’attività burocratico-amministrativa. Ma è tanto “banale” quanto radicale, poiché attuato in maniera sistematica anche in ragione della sospensione della capacità di pensare.
Intervento tenuto il 27 gennaio 2022, in occasione della Giornata della Memoria, nell’ambito del seminario “Farfalle gialle. Oltre i fili spinati” presso l’Università degli Studi di Messina.
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All'indomani della Festa del Primo Maggio, si ragiona sul lavoro come esperienza ambivalente, in grado tanto di donare all'uomo coscienza di sé quanto di determinare alienazione ed estraniazione. A partire dalle riflessioni di Karl Marx, vengono esplorate alcune contraddizioni del lavoro anche nella prospettiva contemporanea della società tecnologicamente avanzata.
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In occasione della Festa della Liberazione, si propone una riflessione sulla Resistenza come incarnazione di una specifica concezione politica della libertà. La lotta di liberazione dall'occupazione nazifascista è, anche, atto collettivo che dà vita a un nuovo inizio. Sulle tracce di Hannah Arendt, "essere liberi e agire sono la stessa cosa".
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