Episoder
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L’origine di Babbo Natale viene solitamente fatta risalire alla storia di San Nicola, ma non è lui il vero Babbo Natale. In America, il Santo vestito da vescovo si trasforma nell’uomo corpulento con la barba bianca e il sacco pieno di regali che i bambini amano. Ma nemmeno lui è il vero Babbo Natale. Quello vero era molto diverso, aveva un gran paio di corna a cui erano appesi uomini impiccati. Ma cos’è successo? Com’è possibile che questo essere orribile sia diventato l’uomo più amato dai bambini?
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È una giovane donna come tante, ha la pelle delicata e profondi occhi a mandorla decisi e coraggiosi. Quando il suo paese, la Cina, viene attaccato dalle tribù nomadi non ci pensa due volte, si taglia i lunghi capelli neri, si veste da uomo e parte per la guerra al posto del vecchio padre malato. Questa è la storia originale e della favola Disney, ma ne esiste anche un’altra più cruda…
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C’è una lapide ad Hamelin, in Germania, risalente al 1600 e in cui si legge: «Anno 1284, nel giorno di San Giovanni e Paolo, il 26 giugno, un pifferaio con abiti variopinti adescò 130 bambini nati ad Hamelin che furono persi al calvario del Koppen». Chi fosse questo pifferaio e perché abbia rapito tutti questi bambini è ancora un mistero irrisolto.
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Nel romanzo di Victor Hugo Esmeralda muore al patibolo e qualche anno più tardi, il suo scheletro viene trovato nei sotterranei di Notre-Dame, abbracciato a quello di uno strano uomo, con la colonna vertebrale piegata in avanti e la testa incassata nelle spalle. Come ha fatto un romanzo così tragico a diventare una delle storie più famose realizzate da Walt Disney?
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C’è una giovane ragazza, molto bella, che vive rinchiusa in una torre altissima che ha solo tre finestre. È stata rinchiusa dal padre, che vuole tenerla lontana dai corteggiatori. Sembra la storia di Rapunzel, la fiaba dei fratelli Grimm resa famosa dal film Disney, ma non è così. È una storia vera accaduta moltissimi secoli fa e la giovane è solo una delle tantissime donne che vengono rinchiuse o, addirittura, murate vive.
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È la notte del 23 luglio 2015 e siamo a San Pietroburgo. Una figura misteriosa esce dalla porta di un palazzo e trascina un grande sacco nero per la strada deserta della città, lo abbandona in un angolo e rientra a casa. Ripete questa operazione per sette volte. Quella strana figura è una donna di 68 anni, che i vicini conoscono come una persona gentile ma che, da quella notte, tutti in Russia chiameranno con un nome che fa paura “La Baba Jaga”. Ma chi è la Baba Jaga? E cosa ha fatto quella donna?
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Biancaneve è esistita veramente, ma la sua vera storia è molto più inquietante di quella che conosciamo e soprattutto, è vissuta quattro volte. La prima volta è nata nel 1533 in Germania e si chiamava Margaretha von Waldeck; la seconda, è nata nel 1725 in Baviera e si chiamava Maria Sophia Margaretha Catherina von Erthal. Le altre due volte, invece, sono quelle della fantasia, che ha reso la fiaba di Biancaneve una delle storie più raccontate di tutti i tempi
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Dal 1902 e per ben tre anni, la popolazione della piccola isola di Alicudi cominciò ad avvistare “donne che volavano”, che si trasformavano in corvi, oppure uomini in barca che tagliavano le trombe marine, ombre avvolte nella nebbia o animali che poi svanivano nel nulla. Furono tre anni di allucinazioni collettive e tutti iniziarono a dire che era tutta colpa delle streghe. Ma era davvero così?
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Nel 1876 Karolina Olsson è una bambina di 14 anni che vive a Okno, in Svezia. Un giorno, mentre passeggia nel bosco, cade e batte la testa, ma è un incidente lieve e nessuno ci fa caso. Quattro giorni dopo, dice di avere mal di denti e i suoi genitori, che sono superstiziosi, pensano subito ad una stregoneria e la mandano a letto. Karolina si addormenta e non si risveglia, né il giorno dopo, né quello dopo ancora, per 32 anni.
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Durante la Seconda Guerra Mondiale, sulle colline della Baviera, Georg Osseg scova nel bosco una casa di pietra e nella bocca del forno, un corpo carbonizzato.
Alcuni anni dopo, Osseg viene a sapere che vicino ad Aschaffenburg c’è un bosco che la gente del posto chiama il “bosco della strega” dove, ai tempi della guerra dei trent’anni, viveva Katharina Schraderin, una pasticcera che aveva subito un processo per stregoneria. Dalle sue ricerche scopre la storia di Hans e Grete Metzler, due fratelli adulti, anche loro pasticceri, che volevano appropriarsi della sua ricetta del panpepato e l’avevano denunciata per stregoneria. Katharina era stata però rilasciata e i due fratelli erano andati nella casa nel bosco, l’avevano uccisa e avevano nascosto il cadavere nella bocca di un forno. -
A Odense, una cittadina della Danimarca, vive un bambino con i genitori molto poveri. Il padre ama la musica e la letteratura e cerca di offrire al piccolo continui stimoli. La strega del paese fa una profezia alla madre: "Un giorno Odense si illuminerà a festa per ricevere tuo figlio".
Le cose però non sembrano andare così. Nella solitudine e nel dolore, il ragazzo inizia a scrivere e dalla sua penna escono tantissime storie. Tra queste c’è anche quella di un cucciolo di anatra diverso da tutti gli altri che viene emarginato, lasciato solo, non capito. Quel brutto anatroccolo è proprio lui e anche quella sembra una storia destinata a finire male. Il brutto anatroccolo però si trasforma poi nel più meraviglioso dei cigni e il suo autore diventa famoso e riceve molte onorificenze, proprio come aveva predetto la vecchia strega a sua madre. Quel bambino è Hans Christian Andersen. -
Quando James Matthew Barrie, l’autore di Peter Pan, ha solo sette anni, suo fratello maggiore David, il preferito della madre, muore in un incidente. Da quel momento James farà di tutto per prendere il posto di suo fratello e proprio come Peter Pan, smetterà di crescere.
Molti anni dopo, nei giardini di Kensington incontrerà i fratellini Davies e diventerà per loro un compagno di giochi. Barrie è adulto ma il suo corpo e la sua voce sono quelli di un adolescente.
Dall’incontro con i piccoli Davies nasceranno le storie di Peter Pan. Barrie descrive Peter come un bambino dolcissimo e senza cuore, un mezzo e mezzo, che traghetta i bambini perduti verso un posto migliore, l’Isola che non c’è. Peter è un piccolo angelo della morte, per questo in lui c’è qualcosa di diabolico e stravagante, proprio come nel suo autore. -
Quando Jacob e Wilhelm Grimm restano orfani di entrambi i genitori, è la loro unica sorella, Charlotte, a prendersi cura di loro e degli altri tre fratellini. Charlotte, però, non accetta volentieri questo ruolo e passa la maggior parte del suo tempo nella casa delle sorelle Wild, che hanno organizzato un circolo di lettura.
È qui che i due fratelli Grimm ascoltano per la prima volta le storie che raccoglieranno nella loro antologia ‘Le fiabe del focolare’. Storie raccontate da donne, in cui ragazze e bambine prendono in mano la loro vita e fanno scelte coraggiose. Come Biancaneve, che a soli sette anni chiede al cacciatore di lasciarla viva e si avventura nel bosco, o come Cenerentola, che si reca a un ballo al quale non è stata neppure invitata con l’intenzione di cambiare il proprio destino.
Storie di ragazze valorose, che i due fratelli hanno reso immortali. -
Nel 1547 un gruppo di corsari francesi porta in dono al re Enrico II un bambino di dieci anni, completamente ricoperto di peli, su tutto il corpo e sul volto.
Il bambino si chiama Pedro e il re, che all’inizio lo tratta come uno dei suoi cani da compagnia, scopre presto che è dotato di un’intelligenza brillante, così lo fa studiare e lo tiene con sé.
A 36 anni a Pedro viene data in sposa la bellissima figlia di una domestica di Caterina de’ Medici. La ragazza, la prima volta che se lo trova davanti, sviene per la paura. In molti sono convinti che, con questo matrimonio, la regina abbia voluto ricreare la favola della Bella e la Bestia. Anche qui, infatti, la bellissima Belle si trova davanti un mostro ricoperto di peli che piano piano, però, la farà innamorare. Ma quella di Pedro Gonsalvus non è una fiaba e lui non si trasformerà in un principe. -
26 ottobre 1440, Gilles de Rais, eroe nazionale, compagno d’armi di Giovanna d'Arco e maresciallo di Francia, viene condotto al patibolo. L'accusa è quella di aver ucciso centinaia di ragazzi molto giovani, il più delle volte dopo aver abusato di loro. Tutti lo chiamano Barbablù.
Nei duecento anni successivi, la storia di Gilles de Rais si fonde con le ballate bretoni e con i racconti popolari che parlano di uomini cattivi, orchi che uccidono senza pietà per un tornaconto personale. Il mostro identificato per la sua barba blu diventa il protagonista di una delle storie di Charles Perrault, che alla corte del Re Sole, Luigi XIV, raccoglie e riscrive le storie della tradizione orale francese. Il Barbablù di Perrault è un uomo ricco e crudele che uccide tutte le sue mogli: niente a che vedere con i delitti di Gilles de Rais, di cui sopravvivono, però, il colore della barba e la sua efferatezza. -
È il 31 luglio 1944 quando Antoine de Saint-Exupéry, pilota e scrittore, parte per una ricognizione aerea e sparisce nel nulla, facendo la stessa fine del suo personaggio più amato, il Piccolo Principe.
Molti anni prima aveva avuto un altro grave incidente aereo, era precipitato nel deserto libico ed era rimasto solo e stremato in mezzo alle dune finché non era stato salvato da una carovana di nomadi. E forse era proprio in mezzo alle dune che aveva incontrato per la prima volta il Piccolo Principe.
Le teorie sulla sua morte si sono susseguite nel tempo, la verità, però, verrà fuori solo molti anni dopo la sua scomparsa. Nell’aprile del 2008 Horst Rippert, un ex pilota della Luftwaffe, dichiarerà di essere lui l’uomo che ha ucciso Antoine de Saint-Exupéry, il Piccolo Principe. -
È la primavera del 1598, quando, in un bosco della regione francese della Jura, due fratellini vengono aggrediti da una creatura apparentemente simile a un lupo, ma che si rivela in realtà essere una ragazza di nome Pernette Gandillon, che crede di essere un lupo mannaro. A crederci è anche il giudice che la condanna al rogo, accusata di licantropia.
Quasi cento anni dopo Charles Perrault pubblica la prima versione di Cappuccetto Rosso e tra le sue fonti di ispirazione, insieme a una vasta tradizione di storie orali, ci sono anche episodi di cronaca come quello di Pernette.
Durante tutto il ‘600 la caccia ai licantropi e alle streghe ha fatto migliaia di vittime, basti pensare che il giudice che ha condannato Pernette ha mandato a morte oltre 600 “licantropi”.