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"I combattenti dello Stato islamico hanno attaccato un grande raduno di cristiani nella città di Krasnogorsk, alla periferia della capitale russa, Mosca, uccidendo e ferendo centinaia di persone e causando grande distruzione nel luogo prima che si ritirassero in sicurezza nelle loro posizioni". Cosi’ lo Stato islamico (e non il suo affiliato Isis Khorasan che ha pero’ fornito gli uomini del commando), ha rivendicato attraverso la sua agenzia stampa Amaq, l’attentato di venerdì sera nella sala da concerti Crocus City Hall di Mosca. Le modalità dell’attacco ricordano quanto avvenne il 13 novembre 2015 all’interno del teatro Bataclan di Parigi dove un commando jihadista uccise 90 persone (quella notte a Parigi i morti furono 130 e 450 feriti). Con la guerra in Ucraina ancora in corso la Russia si scopre debole in casa propria e l’Isis tutto questo lo sa.
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A ormai una settimana dall’inizio della guerra contro Israele scatenata dall’Iran, il quale utilizza i jihadisti sunniti di Hamas, Jihad Islamica e delle Brigate dei martiri di al-Aqsa (che hanno nelle loro mani gli oltre 120 ostaggi israeliani) non ci sono più dubbi che quanto accade non sia altro che l’inizio della «Jihad globale».
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L’aumento del terrorismo nel Sahel e nel Corno d’Africa è una delle principali preoccupazioni, non solo per il benessere dei cittadini di queste regioni, ma anche per l’impatto dell’instabilità sui paesi e sulle regioni confinanti. Tutto questo ci riguarda e molto da vicino perché con il Sahel in fiamme altre decine di migliaia di persone proveranno a raggiungere il Mediterraneo a bordo dei barconi che arrivano tutti i giorni sulle coste italiane e da qui in Europa.
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Lo scorso 12 settembre dopo un'importante indagine della autorità irlandesi sul finanziamento del terrorismo internazionale e sul riciclaggio di denaro, quattro uomini e due donne sono stati arrestati. I sei cittadini uzbeki e irlandesi dovranno rispondere di più di 200 capi d'imputazione. Si tratta dell’ennesima operazione antiterrorismo che mira a colpire i canali di finanziamento dell’Isis. Analoghe operazioni sono state condotte nei mesi scorsi in Spagna, Francia, Inghilterra,Italia, Sud Africa e Stati Uniti solo per citarne alcuni.
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Lo scorso 14 settembre le autorità doganali israeliane hanno rivelato che i loro agenti durante un contro di routine avvenuto nel luglio scorso, hanno intercettato 16 tonnellate di materiale esplosivo provenienti dalla Turchia e dirette nella Striscia di Gaza- È noto che Hamas reindirizza a scopi militari beni a duplice uso destinati alla sua popolazione civile, come il sequestro di cemento destinato a progetti di edilizia civile per costruire i suoi tunnel del terrore.
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Perché finora l’Italia è stata risparmiata dagli attentati? La risposta è in tre semplicissime parole: prevenzione, informazione e duro contrasto. L’Italia che ha vissuto le drammatiche stagioni del terrorismo politico e le stragi di mafia ha adottato molte delle metodologie di contrasto utilizzate all’epoca; inoltre, le donne e gli uomini che compongono le strutture di sicurezza italiane possono anche contare su numerose antenne in Nordafrica e non solo.
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Lo scorso 24 agosto il prestigioso quotidiano britannico The Times ha raccontato la storia di Ahmed Samsam, cittadino danese di 34 anni di origine siriana. L’uomo ha intentato una causa contro Stato danese sostenendo di essere stato ingiustamente incarcerato perché membro dello Stato islamico, quando in realtà sarebbe stato una spia del Governo. Ma non la prima volta che accade in Danimarca.
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Lo scorso 23 agosto a Birmingham è iniziato il processo nei confronti di Mohamad Al-Bared dottorando di 26 anni dell’Università di Birmingham arrestato nel gennaio scorso. Laureato in ingegneria meccanica e originario di Coventry, complottava di fornire ai terroristi dello Stato Islamico (IS) un drone in grado di trasportare una bomba o un’arma chimica.
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Il vento della jihad negli Stati Uniti soffia fin dagli anni 80 grazie all’arrivo nel paese di numerosi predicatori estremisti. Tra loro il più importate è stato Anwar al- Awlaki yemenita-americano autore di oltre 70.000 video nei quali esortava i musulmani di tutto il mondo a intraprendere il jihad armato in Medio Oriente e non solo. Con la sua morte l’slam radicale negli Stati Uniti ha trovato un'icona in cui credere, un martire al quale ispirarsi al punto che c'è chi pensa e non certo a torto che al-Awlaki abbia fatto e continua a fare e lo farà anche in seguito, più morti dall'oltretomba che da vivo.
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Martedì 8 agosto 2023 l'Organizzazione nazionale di intelligence e la polizia turca hanno sequestrato un database segreto dell'organizzazione terroristica dello Stato islamico nel quale ci sono i nomi di quasi 10.000 lupi solitari. Il database è stato per anni il desiderio di tutte le agenzie di intelligence globali visto che contiene informazioni segrete sui terroristi delle cellule dormienti dell'ISIS provenienti da Stati Uniti, Canada, Regno Unito, Francia, Germania, Belgio, Paesi Bassi, Svezia, Norvegia, Danimarca, Svizzera, Austria e Spagna.
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Lo scorso 3 agosto lo Stato islamico ha confermato che il suo leader Abu al-Husayn al-Qurayshi è stato ucciso. Si tratta della terza volta in meno di due anni che l'alto leader del gruppo estremista islamico viene ucciso. E così al defunto quarto Califfo, Abu Hussein al-Qurashi, succede il quinto, Abu Hafs al-Qurashi. Prima di loro erano stati eliminati il capo storico e primo leader dello Stato islamico Abu Bakr al Baghdadi, seguito da Abu Ibrahim Hashimi al Qurashi (entrambi rimasti uccisi in raid statunitensi nel nord-ovest della Siria) eAbu al Hassan al Hashimi al Qurashi, ucciso lo scorso novembre.
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Lo scorso 18 luglio il predicatore estremista anglo-pakistano Anjem Choudary è stato arrestato in un raid della polizia scattato all’alba nella zona est di Londra. Le accuse contro di lui sono molto pesanti visto che si parla di reati di terrorismo, inclusa l'accusa di "aver diretto le attività di un'organizzazione coinvolta nella commissione di atti di terrorismo". È anche accusato di appartenere all'organizzazione bandita Al-Muhajiroun. Inoltre è accusato di aver tenuto degli incontri per incoraggiare il sostegno al gruppo - bandito dal governo nel 2010 - tra l'11 giugno dello scorso anno e il 17 luglio di quest'anno. Infine si presume che abbia tenuto conferenze alla Islamic Thinkers Society, che non altro è Al-Muhajiroun con un nome diverso. Ora l’Inghilterra ha la possibilità di condannare Anjem Choudary e magari di buttare via la chiave della sua cella. Speriamo che non si faccia scappare l’occasione di chiudere la partita una volte per tutte con Anjem Choudary senza dubbio il più importante estremista islamico del Regno Unito che messosi a capo di diversi gruppi militanti ha diffuso l’odio e ha contribuito ad inviare decine di foreign fighters nel «Siraq».
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I leader delle organizzazioni terroristiche palestinesi sostenute dall'Iran Hamas e Jihad islamica si sono entrambi incontrati nelle scorse settimane con il presidente iraniano Ebrahim Raisi . Il capo politico di Hamas Ismail Haniyeh ha incontrato Raisi il 20 giugno scorso e lo ha aggiornato sulla situazione a Gaza e in Cisgiordania e lo ha anche ringraziato per il sostegno economico e logistico dell'Iran. Nakhaleh ha affermato durante un'intervista lo scorso 19 aprile che l'Iran fornisce ad Hamas circa 150 milioni di dollari all'anno, per un totale di miliardi di dollari negli ultimi 30 anni. Il ministro della Difesa israeliano Yoav Gallant ha affermato che l'Iran fornisce anche decine di milioni di dollari alla Jihad islamica.
Colonna sonora: Isisaurus - Anze Rozman
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Il fenomeno dei predicatori salafiti che operano in Germania è iniziato alla metà degli anni ’90 e oggi sono moltissimi. Dopo essere stati a lungo sottovalutati sono diventati una vera spina nel fianco delle autorità. Tra i piu’ noti e piu’ pericolosi ci sono i convertiti tedeschi Pierre Vogel (Abu Hamza) e Marcel Krass, Abu Dujiana, Ahmad Armih alias Abul Baraa, Abul Hussain, Abu Jamal, Wisam Kouli, Abdul Adhim Kamouss e il pericolosissimo predicatore turco Memet Kaplan. Altro nome rilevante è quello di Hassan Dabbagh, alias Abul Hussain, che vive a Lipsia, che l'Ufficio sassone per la protezione della costituzione trasmette ai suoi ascoltatori «risentimento verso la società tedesca e l'ordine fondamentale democratico e libero». Dettaglio non trascurabile è quello che la stragrande maggioranza di loro di loro non ha mai lavorato un solo giorno nella loro vita. E come campano? Formalmente con l’assistenza sociale e con le offerte dei fedeli ma in realtà vivono con i finanziamenti che arrivano dal Golfo Persico. E con tutti questi soldi hanno seminato il male.
Colonna sonora: Alejandro Saves Isabelle - Sicario
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Le continue crisi economiche e politiche che stanno vivendo i paesi africani ad esempio quelli del Sahel come il Mali e il Burkina Faso, hanno fatto si che lo Stato Islamico abbia trovato terreno fertile per espandersi a scapito di al-Qaeda che è presente in Africa dagli anni ‘90 ad esempio in Somalia con gli al- Shaabab che ancora oggi colpiscono praticamente ogni giorno a Mogadiscio e nel resto del Paese. Stati praticamente falliti anche grazie al fatto che sono finiti nella trappola del debito cinese, governi e funzionari corrotti, ad ogni livello disastri climatici quali la siccità, le inondazioni, i cicloni e le pandemie stanno mettendo in ginocchio l’intero continente. Ora il timore è che una parte dei miliziani del Gruppo Wagner e si dice che potrebbero essere migliaia decidano di partire per l’Africa dopo il fallito golpe dello scorso 27 giugno. Se cosi’ fosse una presenza non piu’ discreta come quella attuale non verrebbe di certo tollerata dai jihadisti sia di al-Qaeda che dell’Isis che scatenerebbero l’inferno. Se cio’ accadesse il prezzo piu’ pesante lo pagherebbe ancora una volta la popolazione civile che non farebbe altro che provare a fuggire ben sapendo che i trafficanti di esseri umani li attendono per metterli su un barcone e provare ad attreversare il Mediterraneo e arrivare sulle coste italiane con tutte le conseguenze che purtroppo conosciamo.
Colonna sonora: Hildur Guðnadóttir - The Bomber -
Lo scorso 18 giugno le autorità austriache hanno dichiarato di aver sventato un attacco alla Pride Parade di Vienna organizzato da tre giovani legati allo Stato islamico. I terroristi sono stati arrestati poco prima dell'inizio della parata dalle forze speciali austriache Cobra e gli organizzatori sono stati informati degli eventi solo dopo che il raid della polizia si era concluso. Omar Haijawi-Pirchner, capo del servizio di intelligence nazionale austriaco, ha detto ai giornalisti che i sospetti, di età compresa tra 14, 17 e 20 anni, sono stati arrestati poco prima dell'inizio della Pride Parade, manifestazione alla quale hanno partecipato circa 300.000 persone, come ha riferito riferito l'emittente pubblica ORF. I servizi di intelligence conoscevano e tenevano da qualche tempo sotto costante controllo i tre cittadini austriaci di origine bosniaca e cecena le cui identità non sono state rivelate ed è emerso che si erano radicalizzati online.
Colonna sonora: Kite In A Hurricane (From “Spectre” Soundtrack)
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Lo scorso 8 giugno, un 31enne siriano identificato prima come Abdalmasih H., e poi come Abd El-Messih Hanoun, ha accoltellato due adulti e quattro bambini all'interno del parco di Annecy, una città alpina della Francia sudorientale. Le vittime sono un fratello e una sorella di 2 e 3 anni, un bambino olandese di 22 mesi e una bambina inglese di 3 anni. Dei due adulti feriti, entrambi uomini, uno avrebbe 78 anni ed è ricoverato in gravi condizioni. È stato ferito casualmente dal fuoco aperto dai poliziotti per immobilizzare l'attentatore. Ma l’attentatore era davvero un cristiano siriano come ha raccontato o c’è qualcosa che non torna nella sua storia? E se si, chi è davvero l’attentatore di Annecy?
Colonna sonora: Georges Delerue - Thème de Camille | Le Mépris · Contempt
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A piu’ di sei mesi dalla morte del leader di al-Qaeda Ayman al-Zawahiri ucciso a Kabul dai droni della Cia, il futuro dell’organizzazione che non ha mai annunciato la morte del suo leader, è avvolto nel mistero. Secondo l’ultimo report delle Nazioni Unite basato sull'intelligence degli Stati membri, l’organizzazione terroristica fondata da Osama bin Laden avrebbe un nuovo capo: si tratta dell’egiziano Saif al-Adel, 62 anni ex ufficiale delle forze speciali egiziane ed esperto di esplosivi. C’è pero’ qualcosa che non torna perché al-Adel ( che significa la spada della Giustizia) all’anagrafe Mohammed Salah al-Din Zaidan, vive da anni in Iran e non si è mai capito se si trova li perché agli arresti domiciliari oppure se è sotto la protezione degli ayatollah di Teheran che con al-Qaeda hanno legami decennali.
Colonna sonora: Afghan Music (Pashto Music) · Badala · Badala
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Per gli investigatori che lo hanno fermato lo scorso 30 maggio era pronto a mettere in atto un attacco incendiario tra Bergamo e la Bassa Valle Brembana. Un minorenne di 17 anni cittadino italiano, d’origine camerunense, residente in provincia di Bergamo, è indagato per associazione con finalità di terrorismo, addestramento, apologia e istigazione a delinquere aggravate. Si tratta dell’ennesimo caso di un un minorenne affascinato dalla propaganda jihadista un chiaro segno che la nuova martellente strategia comunicativa dell’Isis funziona. La propaganda jihadista corre sulle strade digitali del web, con i canali Telegram, le chat riservate su Whatsapp, su Facebook, Twitter e persino su Tik Tok. Discorso diverso è quello relativo ai bambini chiamati “i cuccioli del califfato” ovvero i figli dei foreign figters arrivati nel “Siraq” da tutto il mondo nati sotto le bandiere nere dell’Isis e che nella loro giovane vita non hanno visto che violenza e sangue e che sono stati addestrati per diventare dei jihadisti. Nel campo profughi di Al-Hol, nel nord-est della Siria dove comanda l’Isis, vivono non meno di 70.000 persone e l’UNICEF stima che più del 90% di loro siano donne e bambini che nessuno vuole. Tra i bambini, solo 20.000 sono siriani. Gli altri, almeno 29.000, appartengono a ben 62 nazionalità diverse. Nessuno li vuole e per quanto vissuto e il contesto attuale sono delle vere e proprie bombe a orologeria pronte a esplodere.
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Nel 2022 in Spagna quarantasei persone sono state arrestate in 27 operazioni contro il terrorismo jihadista e si tratta del secondo numero più alto negli ultimi cinque anni - dopo i 58 arresti in 32 operazioni effettuate nel 2019. Sono alcuni dei dati contenuti nell'Annuario del terrorismo jihadista 2022 dell'Osservatorio internazionale per gli studi sul terrorismo (OIET), presentato nelle scorse settimane. Da quando gli attacchi dell'11 marzo 2004 hanno suscitato paura del terrorismo islamista in Spagna, le Forze di Sicurezza hanno effettuato 365 operazioni contro il jihadismo che hanno portato a 1.100 arresti dei quali almeno 963 in Spagna e 128 all'estero in relazione ad operazioni attivate nel Paese iberico.
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